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  1. Yukari
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    Sono un clown, ho beccato un PV che mi piace proprio tanto su di lui e ho deciso di lanciarmi.

    Nickname: Yukari
    PG: Lancelot Moreau
    Modifiche: Ho cambiato il pv (di nuovo).
    CODICE
    <div class="schedav2" style="border-left: 10px solid #fd8c69; border-right: 10px solid #f00b51"><div class="sv2car"><div style="overflow: auto; height:285px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">CARATTERE</div> Completamente soggiogato e asservito a un uomo diabolico che lo ha fatto piombare nella psicosi e nella folie à deux.
    Era inevitabile che la mente di Lancelot uscisse distrutta dallo sterminio dei Gauthier, ma sin da subito i danni sono apparsi ben più gravi del previsto: ha sviluppato una psicosi di tipo paranoide, che lo porta a sentirsi perseguitato e condannato perché nato mostro. Il lavaggio del cervello a cui è stato sottoposto lo ha portato a dimenticare i visi dei suoi genitori, ma non il demone dalla faccia di iena che li ha perseguitati fino ad annientarli, il quale spesso gli fa visita in sogno o lo fissa dagli angoli bui senza che lui non possa far altro che piangere e urlare.
    Che i ghoul siano manifestazioni del male è una convinzione che Lancelot ha fatto sua col supporto del maestro, per quanto essa vada in contraddizione con gli insegnamenti del voodoo, secondo il quale non esiste alcuna lotta tra bene e male. Questa discrepanza tra la religione che pratica e le sue convinzioni lo destabilizza parecchio. È profondamente credente, motivo per cui, nella speranza di proteggersi dal male, si circonda di gris-gris, medita spesso e compie cerimonie di purificazione.
    Nascere ghoul è la cosa peggiore che poteva capitargli, una pena che non potrà scontare neanche lavorando per un fine ultimo superiore come quello dell’Albero della Vita.
    Divorare vite umane innocenti lo paralizza, è nel momento del pasto che Lancelot si sente più fragile, ben oltre quella linea che non vorrebbe mai superare. Ciò però non si traduce in problemi alimentari: è consapevole di aver bisogno di energie e non vuole ridursi allo stremo col rischio di morire in servizio, tuttavia cerca di mangiare con moderatezza e senza farsi schiacciare dal senso di colpa. In ciò viene spesso graziato dal maestro, che non solo gli fa trovare pasti già pronti ma gli ha addirittura proposto un’alternativa che Lancelot trova geniale: risparmiare umani cibandosi di altri ghoul di quando in quando. Naturalmente non è a conoscenza delle conseguenze del cannibalismo di specie, ma anche se lo sapesse il suo cervello indottrinato interpreterebbe tutto come una punizione per aver accumulato dentro di sé troppa negatività.
    La paranoia tocca il suo punto più alto nel rapporto col maestro, che sarebbe un eufemismo definire morboso. Moreau è riuscito nell’impresa di spazzare via tutto ciò che Lancelot era o sarebbe potuto essere, diventando il centro del suo mondo al punto da convincerlo di non essere capace di sopravvivere da solo. Naturale conseguenza è dunque che il ghoul sia estremamente geloso, possessivo, incline a scatti d’ira e disposto a sporcarsi le mani senza pensarci due volte se si tratta di lui.
    Tra Moreau e Lancelot si è creata la cosiddetta <i>folie à deux</i>, una rara sindrome psichiatrica in cui la psicosi viene trasmessa da un individuo all’altro. Nel loro caso è chiaramente Moreau l’induttore, ma non si può negare che Lancelot stesse già molto male di suo.
    Generalmente si presenta come una persona silenziosa e cordiale, ancora poco avvezza agli usi giapponesi, ma basta poco per vedere attraverso le crepe della sua maschera la negatività, la disillusione e il cinismo. Alterna lunghi periodi di stato catatonico a bruschi cambi d'umore, spesso abbastanza passionali da degenerare in scatti d'ira o attacchi di panico.
    Gli piace osservare le persone, è un ragazzo curioso, ma preferisce guardarle da lontano, evitando quando possibile le interazioni. Predilige i luoghi silenziosi e isolati, magari anche diroccati. Non ha un’anima da poeta né da filosofo, non mastica i concetti troppo difficili e anzi, sbattergli in faccia la sua strana ignoranza potrebbe irritarlo.
    Non ha peli sulla lingua: a meno che non sia presente il maestro, dirà quello che pensa senza filtri dettati dal senso comune. La sua lingua è tagliente quanto la koukaku con cui combatte.
    Vivere quasi sempre da solo non giova certo alle sue capacità di socializzazione così alle sue abitudini. Da quando vive a Koto ha cominciato a dormire tantissimo, principalmente perché non sa come occupare il tempo se non allenandosi o leggendo.
    Tra le sue cattive abitudini vanno annoverate il torturarsi le mani e il fumo, entrambi attribuibili allo stress. Sebbene fumi solo una sigaretta quando è stressato, va considerato che è <i>sempre</i> stressato e ha cominciato a fumare a dodici anni.
    Tutti i media a cui ha accesso sono selezionati dal maestro, in modo da rafforzare la sua visione distorta e violenta dei ghoul ed alimentare la paura che diventa carburante nei combattimenti.
    Sebbene abbia diciotto anni non sa usare i computer né gli smartphone. È in possesso di un cellulare Samsung obsoleto con messaggi e chiamate limitati. Non gli è permesso avere social network né chat, anche l’accesso a Internet gli è largamente limitato per evitare che incappi in qualcosa che danneggi il suo indottrinamento. Tra le poche ricerche su Google che ha fatto va ricordato un pomeriggio passato a guardare video su YouTube su come diventare più alti facendo stretching. Forse è un bene che non abbia accesso a Internet.
    Tra i suoi hobby rientrano lo shinobue, che ha imparato a suonare per volere del maestro, e la creazione di gris-gris, bamboline voodoo in pezza e origami. Sta lavorando molto lentamente alle sue mille gru, nella speranza di trovare un desiderio da esprimere prima di completare l’opera.
    </div></div><div class="sv2img">[IMG=HVodjIv]https://i.imgur.com/pcdRnx3.png[/IMG]</div>
    <div class="sv2asp"><div style="overflow: auto; height:135px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">ASPETTO</div> Sta ancora crescendo, quindi non prendetelo in giro se è basso! Alla faccia della tanto decantata statura media americana, Lancelot è un nanerottolo di centosessantasei centimetri, ma guai a farglielo notare! L’altezza è sicuramente il suo punto debole, il difetto che, se messo in evidenza, lo fa sprofondare in un silenzio colpevole o nella nevrosi: se dovesse rimanere così basso il maestro perderà interesse in lui, no? No, ma Lancelot ne è fermamente convinto, motivo per cui mangia tanto e fa un sacco di stretching giornaliero.
    Vanta una forza decisamente fuori dal comune per la sua età, frutto del costante allenamento a cui si sottopone per lavorare al meglio delle sue possibilità. Rapportando la massa muscolare all’altezza risulterebbe comunque ridicolo, perciò, essendo in fondo alquanto timido e restio a mostrare la pelle, accetta volentieri di indossare abiti molto coprenti anche in estate. Nel suo guardaroba si alternano capi sportivi ed eleganti divise da maggiordomo, oltre, ovviamente, agli abiti da caccia, conservati all’interno di un apposito armadietto.
    Ma tornando a parlare di cose importanti, e quindi di altezza, ci sono buone notizie: non è un nano palestrato! Il che è un po’ un peccato, considerando che grazie al koukaku sarebbe potuto essere la personificazione del famoso <i>nano con l’ascia</i>. La corporatura longilinea e slanciata regala l’impressione di qualche centimetro in più, lasciando presagire un futuro roseo; ora c’è solo da sperare che i geni di quello stangone allampanato di papà siano più forti di quelli di nanetta morbida di mamma.
    Ma basta parlare del suo punto debole, parliamo di ciò che è stato oggettivamente la sua rovina: gli occhi ambrati, il motivo per cui Moreau si è interessato a lui. Per quanto rara, la tonalità delle sue iridi è presente in natura ma spesso scambiata per semplice applicazione di lenti a contatto. È fiero dei suoi occhi, anche se più per la pioggia di complimenti ricevuti dal maestro nel corso degli anni che per orgoglio personale. Di forma chiaramente occidentale e incorniciati da ciglia non troppo lunghe, catalizzano l’attenzione su un volto altrimenti anonimo e dimenticabile. Almeno finché non lo si incontra in giro per le strade meno frequentate dagli eccentrici, allora i suoi folti e scarmigliati capelli rossi richiamano l’attenzione come un semaforo se non li copre con un cappuccio.
    Non ha tatuaggi né piercing, neanche i buchi alle orecchie. In compenso ha diverse cicatrici sparse su tutto il corpo, in particolare braccia e busto, inevitabili conseguenze delle tante lotte coi suoi simili.
    Il suo passo è molto silenzioso, quando è in pubblico mantiene una postura dritta e fiera, ma una volta chiusa la porta della sua camera si lascia schiacciare dal peso della sua strana vita, riducendosi ad una versione rossa e più in carne di Gollum.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">TRIVIA</div>• Ha un’ottima resistenza alle alte temperature, di contro non sopporta il freddo e si ammala abbastanza di frequente durante la stagione dell’influenza.
    • Si destreggia con le armi da fuoco e da taglio di piccole dimensioni. È il tipo di persona abbastanza instabile da poter replicare inconsapevolmente la famosa scena della doccia di Psycho.
    • A casa, la sua vera casa, parlava col padre in francese e con la madre in inglese, motivo per cui ha una perfetta padronanza di entrambe le lingue. Per seguire il maestro nei suoi viaggi è stato costretto a fare i conti con un sacco di lingue diverse, arrivando ad avere nella testa una Babilonia che, inevitabilmente, a un certo punto è crollata. Attualmente sa esprimersi in maniera basilare anche in spagnolo e cinese, ha quasi del tutto dimenticato i rudimenti di tedesco imparati durante un lungo soggiorno in Svizzera e fa a cazzotti col russo, perdendo. In compenso ha una padronanza buona del giapponese parlato e discreta di quello scritto.
    </div></div>
    <div class="sv2na"style="background-image: linear-gradient(to right, #fd8c69, #f00b51); color: #000;">Lancelot Nazaire Moreau<div class="sv2bla" style="background: darkred; color: #eee;">GHOUL</div><div class="sv2bla">19 Y.O</div><div class="sv2bla">KOUKAKU</div><div class="sv2bla">RANK C</div><div class="sv2bla">CALAVERA</div> <div class="sv2bla">[URL=https://www.youtube.com/watch?v=nZ71XeFEaOo][color=#888]&#9834;[/color][/URL]</div></div>
    <div class="sv2img2">[IMG=pN1wv9c]https://i.imgur.com/dmLjLFK.png[/IMG]</div><div class="sv2info"><div style="overflow: auto; height:180px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">NAME & SURNAME</div> nato come Lancelot Nazaire Gauthier, ha cambiato più volte nome nel corso della sua vita a seconda dei capricci del maestro. Dai nove agli undici anni è stato Sylvain, dai dodici ai tredici è stato il turno di Roland, dopodiché si è dovuto abituare a Stéphane. Da poco meno di un anno sembra che Lancelot sia tornato di moda, ma ha ancora qualche difficoltà a capire quando si parla di lui. Tali continui cambi hanno fortemente influito sulla percezione che ha della propria identità, non più legata al concetto di nome quanto a qualcosa di più profondo e inspiegabile.
    Il nome Lancelot è stato scelto in riferimento all’omonimo personaggio del ciclo arturiano. Il secondo nome, Nazaire, è stato ereditato dal nonno paterno. Spesso viene chiamato semplicemente Lance.
    In seguito all’adozione è diventato Lancelot Nazaire Moreau, inutile dire che porti più orgogliosamente il cognome del suo maestro che quello dell’uomo che lo ha messo al mondo.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">GENDER & AGE</div> Maschio di appena 19 anni, con la brutta abitudine di fingersi più grande nella speranza di darsi un tono. Speranza puntualmente destinata a morire: glielo si legge in faccia che la maggiore età l’ha desiderata per Natale ma non è stato accontentato.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">DATE OF BIRTH</div> 7 luglio 2003, sotto il segno del cancro.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">PLACE OF BIRTH</div> New Orleans, Louisiana. Serba pochi ricordi della casa in cui abitava da bambino, ma ricorda fosse situata nel Quartiere francese. In compenso, essendoci tornato parecchie volte assieme a Moreau, conosce molto bene la città sul Mississippi.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">RESIDENCE</div> Levon Moreau non poteva certo accontentarsi di una sola abitazione, perciò ne ha due: una nella 8° circoscrizione, Koto, e una nella 9° circoscrizione, Shinagawa.
    L’abitazione di Koto è collocata nel quartiere di Ariake, sull’isola artificiale di Odaiba. Si tratta di un loft spazioso e luminoso in stile industrial: i muri di mattoni sono decorati con fotografie dei viaggi di Moreau, l’arredamento è prevalentemente in legno e dai colori caldi, il pavimento in parquet e i finestroni distribuiti sulle pareti e sul soffitto in pendenza, attraverso di essi si gode di una bella vista sulla baia di Tokyo. Al piano di sotto si trovano soggiorno e cucina, salendo le scale invece la zona notte e il bagno. È qui che solitamente abita Lancelot, lasciato anche intere settimane a godersi la sua solitudine.
    La casa di Shinagawa è invece una tradizionale residenza giapponese completa di giardino. Anche in questa abitazione Lancelot ha il suo spazietto, una stanzuccia dove ogni respiro si trasforma in frastuono, tuttavia vi si reca solo a discrezione del maestro.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">STATUS</div> Ufficialmente altolocato in quanto figlio adottivo di Levon Moreau. In realtà poi ne è il maggiordomo, e se vogliamo essere precisi più che maggiordomo ne è lo schiavo, quindi non ha accesso a denaro che non gli venga consegnato per un motivo specifico. In compenso il maestro è molto attento alle sue necessità, soprattutto se di carattere estetico.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">OCCUPATION</div> Pratica piuttosto rara tra i giapponesi ma non tra gli stranieri, Lancelot studia a casa sotto la guida di insegnanti privati. La scelta dell’homeschooling è stata compiuta col preciso intento di eliminare ogni sua possibilità di socializzazione e contatto la realtà al di fuori di casa Moreau, ma lui, ovviamente, non ne è consapevole.
    Il suo vero lavoro è però un altro: cacciare altri ghoul per conto dell’agenzia per cui lavora segretamente il suo maestro, una branca dell’Albero della Vita. Nonostante il suo stile di combattimento molto aggressivo cerca di riportare tutte intere le prede, per lo più rank bassi adescate con l’inganno; capita che collabori con uno o più colleghi, arrivando nel peggiore dei casi a utilizzare gli inibitori RC in mano all’Albero della Vita per merito dei membri della CCG corrotti che vi aderiscono.
    Tra i pochi contatti umani che ha possiamo quindi annoverare il maestro, gli insegnanti privati, i colleghi e relativi maestro, le prede e, sporadicamente, qualche membro dell’Albero della Vita.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">ORIENTATION</div> • <i>Politico:</i> ha visitato Paesi con sistemi politici troppo diversi per non sprofondare nella confusione. Ha solo una certezza, ovvero che la politica è un’arte troppo complessa per uno come lui. Come un bambino dall’opinione ancora nebulosa che si limita a ripetere quel che dice il padre, Lancelot ha fatto sue le convinzioni del maestro. E così è diventato sostenitore di Putin senza sapere come operi nello specifico Putin: ma tiene tutti in riga, quindi va bene così.
    • <i>Religioso:</i> segue gli insegnamenti del voodoo della Louisiana, crede nell’esistenza di Bondyé, dei loa e nella connessione tra uomo, antenati, spiriti e natura. Le credenze religiose sono tra le poche reminiscenze della sua vita passata che non ha mai abbandonato, anzi vivere con uno studioso di religioni ha persino rafforzato la sua fede. Da piccolo ha regalato un gris-gris al maestro, ma non sa se l’abbia conservato.
    • <i>Sessuale:</i> è un casino, o almeno lui lo definirebbe così. È un diciottenne che non sa usare un computer ma ha una conoscenza troppo approfondita della sfera sessuale, e non per sua volontà. Ha avuto le sue prime esperienze a quattordici anni, sia con uomini che con donne, con una o più persone, vanilla o BDSM, tutto a seconda dei desideri del maestro. Non può dire che il sesso sia sgradevole, ma non avendo mai provato trasporto romantico pensa sia un’attività fine a se stessa. Non sa neanche dire se preferisca gli uomini o le donne, perché in ogni caso non avrebbe diritto di scelta.
    • <i>Allineamento:</i> caotico malvagio.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float:left">KAGUNE</div> Koukaku.
    Una kagune dalle venature color antracite che si origina sotto le scapole e si sviluppa fino alla punta delle dita. È piuttosto complessa da usare, per natura più incline alla difesa ma utilizzata da Lancelot anche per attaccare.
    Alla vista potrebbe ricordare il sistema circolatorio, è composta da filamenti che durante lo stadio formativo si accavallano tra loro per poi ricoprirsi di aghi direzionati in maniera eterogenea, la cui funzione è quella di provocare ferite da taglio o perforazione. La maggior parte del danno però lo compie con le mani, nello specifico con le ramificazioni artigliate con cui termina la kagune.
    È abbastanza robusta da fungere come protezione nel caso in cui Lancelot si schermasse con le braccia, ma come tutte le koukaku è anche pesante e rallenta i suoi movimenti. Per questo motivo la sua carta vincente è uno stile di combattimento selvaggio, che mira a uccidere più che a sconfiggere.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float: right">ALIAS & RANK</div> Calavera, rank C.
    Attualmente utilizza ben due maschere, entrambe donategli dal maestro, e non la si può definire esattamente una fortuna.
    La prima, da cui deriva l’alias, è utilizzata durante il lavoro e le battute di caccia. È stata fatta su misura per lui cinque anni fa in occasione di un Día de muertos in Messico e spacciata per un semplice souvenir alla dogana. Inganna l’occhio con la sua apparente delicatezza, quando in realtà è realizzata in resistente vetroresina e aderisce bene al viso.
    Il volto bianco è percorso da pennellate che compongono i disegni caratteristici della festività: le labbra, arcuate in un flebile sorriso, sono evidenziate in rosso e cucite tra loro, il naso e i contorni delle piccole orbite oculari anneriti, mentre su guance e fronte sono riprodotti fiori di higanbana stilizzati. Sul bordo superiore sono applicati due veli neri: quello di sotto non è altro che una retina con la pratica funzione di celare la chioma rossa, quello di sopra invece semplicemente cade fino alle spalle, dando l’impressione del lutto. Infine, all’altezza della tempia sinistra sono incollati degli higanbana finti che vengono sostituiti quando rovinati.
    È probabilmente il suo tesoro più caro, la maneggia con attenzione e pulisce regolarmente, al punto da sembrare quasi nuova. Non toccatela, e santo cielo non tentate di romperla: ha letteralmente ucciso per quella maschera.
    La seconda maschera è ad uso esclusivamente domestico ed è tenuto a indossarla nella casa di Koto solo se il maestro è presente, nella casa di Shinagawa in ogni ambiente tranne la sua camera. Realizzata in pelle nera, è composta da una fascia che cinge la parte superiore della testa e da una parte inferiore che copre tutta la zona della bocca, collegate tramite cinghie che dalle tempie raggiungono la mandibola. La bocca è chiusa da una cerniera, a sua volta sotto lucchetto. La chiave, e con essa la sua libertà di parola e di morso, sono in mano a Moreau.
    Sebbene non sia affatto uno sprovveduto nel combattimento, dopotutto il suo lavoro consiste proprio nello scontrarsi con altri ghoul, è stato registrato dalla CCG come rank C: è stato avvistato di rado e non ha mai ingaggiato una lotta con gli Investigatori, optando piuttosto per la fuga.
    Avendo viaggiato per anni al fianco di Moreau per lavoro, ha collezionato un buon numero di segnalazioni e alias in giro per il mondo. Ne esiste però uno speciale, che in qualche contorto modo sente più <i>suo</i>: Llorona, ottenuto in Messico quando fu beccato nel pieno del delirio a cibarsi di un bambino ghoul pur di non saltare addosso al primo umano disponibile.
    Il curioso episodio è stato registrato sul suo fascicolo e condiviso con le CCG straniere, che a loro volta hanno confermato l’esistenza di un ghoul con stessa maschera, kagune e atteggiamento nei loro schedari. Si è così giunti alla conclusione che Llorona è un ghoul nomade evidentemente squilibrato, che per motivi ignoti si ciba spesso di bambini ghoul.
    Anche grazie ad uno strategico cambio di maschera, quella di Llorona è infatti attualmente sottochiave, la CCG giapponese non è ancora riuscita a stabilire un collegamento tra Calavera e Llorona.
    </div></div>
    <div class="sv2quote" style="background-image: linear-gradient(to right, #fd8c69, #f00b51); color: #000;">Is it mad to pray for better hallucinations?</div>
    <div class="sv2img3">[IMG=p57HMyT]https://i.imgur.com/MMjs6o7.png[/IMG]</div><div class="sv2bg"><div style="overflow: auto; height:280px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">BACKGROUND</div> Un ghoul allevato e addomesticato da un essere umano che caccia altri ghoul offerti in sacrificio all’Albero della Vita. Non c’è <i>una singola</i> cosa giusta nella vita di Lancelot Nazaire Moreau, a cominciare dalla sua convinzione che tutti i ghoul siano delle bestie da rinchiudere dentro Cochlea.

    Paradossale come qualcuno possa vivere nell’assoluta inconsapevolezza di star percorrendo un cammino tracciato con dovizia di particolari da qualcun altro.
    È il caso di Lancelot Nazaire Gauthier, sul quale il professore di religioni Levon Moreau posò per la prima volta lo sguardo durante le celebrazioni di un Mardi Gras, il Carnevale di New Orleans, una delle città più caratteristiche e affascinanti degli Stati Uniti, in cui si era trasferito da un paio di mesi per entrare in contatto con la tradizione voodoo locale.
    Tutta colpa delle iridi ambrate, una colorazione abbastanza rara da suscitare l’interesse di Moreau, eccentrico e capriccioso individuo con un trascurabile problema di psicosi che degenerò rapidamente nell’imperativo desiderio di possedere il bambino quando, dopo una breve indagine, il suo schiavo ghoul confermò che la famiglia Gauthier celava un piccolo segreto razziale. Ma tu guarda la casualità della vita! Non rimaneva che inscenare la migliore delle tragedie e finalmente avrebbe potuto aggiungere un nuovo pezzo alla sua collezione di ghoul addomesticati!
    Ed è questo il preludio di come a sette anni Lancelot perse tutta la sua famiglia, uno dopo l’altro nel giro di poche settimane. I primi a morire furono i nonni, ritrovati nella loro abitazione massacrati da quella che non avrebbe potuto essere altro che una kagune, considerando che la CCG non avrebbe lasciato a marcire dei cadaveri di ghoul; non furono rinvenute tracce di rapina né di cannibalismo: era chiaramente un omicidio fine a se stesso.
    La seconda a uscire di casa e mai più fare ritorno fu sua madre Olivie, appena una settimana più tardi. Sparita nel nulla, senza neanche un biglietto o qualcosa che giustificasse l’abbandono della famiglia che tanto amava. Fu questo il campanello d’allarme che convinse Ferdinand Gauthier a fare i bagagli e abbandonare il prima possibile New Orleans, se non direttamente lo Stato della Louisiana, prima che un’altra tragedia si abbattesse sul suo unico figlio.
    Lungimirante, ma inevitabilmente impreparato all’assurdità dell’incubo che stavano vivendo, Ferdinand scappò con Lancelot nel cuore della notte. Il suo progetto di raggiungere il Texas andò però alla deriva appena valicato il confine cittadino, dove si imbatterono nel nemico invisibile dalla maschera di iena.
    Completamente inerme, senza neanche una kagune con cui difendersi, Lancelot non poté far altro che eseguire gli ordini di suo padre e scappare. Che poi la voglia di vivere l’avesse lasciata con Ferdinand è un altro discorso. Fuggì verso la periferia senza avere idea di dove andare, gli occhi annacquati di lacrime e anneriti dal kakugan, impossibilitato persino di chiedere aiuto senza rischiare di finire dalla padella alla brace.
    Eppure qualcuno lo aiutò.
    Qualcuno lo stava <i>aspettando</i>: l’uomo che lo portò al sicuro, che qualche settimana più tardi lo adottò formalmente e condusse lontano da New Orleans, l’artefice degli omicidi dei nonni e dei rapimenti di Olivie e Ferdinand Gauthier, il maestro del ghoul dalla maschera di iena.
    Levon Moreau, il suo attuale padrone.

    Da quella notte infernale Lancelot è tornato parecchie volte a New Orleans, ma non ha mai scoperto la verità.
    Inconsapevole che i suoi genitori siano finiti nei laboratori dell’Albero della Vita e che il ghoul dalla maschera di iena fosse in realtà Jacques, precedente schiavo del maestro nonché suo maestro di combattimento, insegnante privato e, ammettiamolo, babysitter.
    Inconsapevole di aver passato dieci anni di vita mano nella mano con un uomo meschino, che a dispetto di quanto afferma non ha affatto a cuore il suo bene e che lo vede solo come un pezzo da collezione, un eccellente servitore e, quando ne ha voglia, un discreto giocattolo sessuale.
    È stato indottrinato per credere fermamente che i ghoul siano schegge di malvagità sfuggite a Bondyé. Dentro di lui si annida un crogiolo di malvagità irredimibile, che faticherebbe a tenere a bada senza la guida del maestro, e da solo sarebbe perso, destinato a degenerare allo stato di belva mossa dagli istinti.
    Per questo motivo non ha battuto ciglio quando, a dodici anni, gli è stata rivelata parte della verità: dietro la facciata di professore di religioni, Moreau ha contatti con un’associazione che studia i ghoul con l’intento di eradicare questa malvagità. È un progetto lungo e complesso, ma esiste speranza. E per questo il suo compito sarà quello di combattere fino alla morte per consegnare mostri da purificare all’Albero della Vita.
    Da allora Lancelot ha trovato la sua vocazione, nella sua cieca obbedienza ha seguito il maestro in ogni suo viaggio, prendendo il posto del vecchio Jacques quando, due anni fa, si sono stabiliti in pianta stabile a Tokyo.
    Oggi vive la sua miserabile condizione in silenzio, completamente perso nella psicosi e nella folie à deux.
    </div></div>
    <div class="sv2pv"><div class="blapgv2" style="float:right;">PV</div> Hanasaki Miyabi (Holostars)</div></div>


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35 replies since 2/12/2018, 18:23   1238 views
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