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    Sono un clown, ho beccato un PV che mi piace proprio tanto su di lui e ho deciso di lanciarmi.

    Nickname: Yukari
    PG: Lancelot Moreau
    Modifiche: Ho cambiato il pv (di nuovo).
    CODICE
    <div class="schedav2" style="border-left: 10px solid #fd8c69; border-right: 10px solid #f00b51"><div class="sv2car"><div style="overflow: auto; height:285px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">CARATTERE</div> Completamente soggiogato e asservito a un uomo diabolico che lo ha fatto piombare nella psicosi e nella folie à deux.
    Era inevitabile che la mente di Lancelot uscisse distrutta dallo sterminio dei Gauthier, ma sin da subito i danni sono apparsi ben più gravi del previsto: ha sviluppato una psicosi di tipo paranoide, che lo porta a sentirsi perseguitato e condannato perché nato mostro. Il lavaggio del cervello a cui è stato sottoposto lo ha portato a dimenticare i visi dei suoi genitori, ma non il demone dalla faccia di iena che li ha perseguitati fino ad annientarli, il quale spesso gli fa visita in sogno o lo fissa dagli angoli bui senza che lui non possa far altro che piangere e urlare.
    Che i ghoul siano manifestazioni del male è una convinzione che Lancelot ha fatto sua col supporto del maestro, per quanto essa vada in contraddizione con gli insegnamenti del voodoo, secondo il quale non esiste alcuna lotta tra bene e male. Questa discrepanza tra la religione che pratica e le sue convinzioni lo destabilizza parecchio. È profondamente credente, motivo per cui, nella speranza di proteggersi dal male, si circonda di gris-gris, medita spesso e compie cerimonie di purificazione.
    Nascere ghoul è la cosa peggiore che poteva capitargli, una pena che non potrà scontare neanche lavorando per un fine ultimo superiore come quello dell’Albero della Vita.
    Divorare vite umane innocenti lo paralizza, è nel momento del pasto che Lancelot si sente più fragile, ben oltre quella linea che non vorrebbe mai superare. Ciò però non si traduce in problemi alimentari: è consapevole di aver bisogno di energie e non vuole ridursi allo stremo col rischio di morire in servizio, tuttavia cerca di mangiare con moderatezza e senza farsi schiacciare dal senso di colpa. In ciò viene spesso graziato dal maestro, che non solo gli fa trovare pasti già pronti ma gli ha addirittura proposto un’alternativa che Lancelot trova geniale: risparmiare umani cibandosi di altri ghoul di quando in quando. Naturalmente non è a conoscenza delle conseguenze del cannibalismo di specie, ma anche se lo sapesse il suo cervello indottrinato interpreterebbe tutto come una punizione per aver accumulato dentro di sé troppa negatività.
    La paranoia tocca il suo punto più alto nel rapporto col maestro, che sarebbe un eufemismo definire morboso. Moreau è riuscito nell’impresa di spazzare via tutto ciò che Lancelot era o sarebbe potuto essere, diventando il centro del suo mondo al punto da convincerlo di non essere capace di sopravvivere da solo. Naturale conseguenza è dunque che il ghoul sia estremamente geloso, possessivo, incline a scatti d’ira e disposto a sporcarsi le mani senza pensarci due volte se si tratta di lui.
    Tra Moreau e Lancelot si è creata la cosiddetta <i>folie à deux</i>, una rara sindrome psichiatrica in cui la psicosi viene trasmessa da un individuo all’altro. Nel loro caso è chiaramente Moreau l’induttore, ma non si può negare che Lancelot stesse già molto male di suo.
    Generalmente si presenta come una persona silenziosa e cordiale, ancora poco avvezza agli usi giapponesi, ma basta poco per vedere attraverso le crepe della sua maschera la negatività, la disillusione e il cinismo. Alterna lunghi periodi di stato catatonico a bruschi cambi d'umore, spesso abbastanza passionali da degenerare in scatti d'ira o attacchi di panico.
    Gli piace osservare le persone, è un ragazzo curioso, ma preferisce guardarle da lontano, evitando quando possibile le interazioni. Predilige i luoghi silenziosi e isolati, magari anche diroccati. Non ha un’anima da poeta né da filosofo, non mastica i concetti troppo difficili e anzi, sbattergli in faccia la sua strana ignoranza potrebbe irritarlo.
    Non ha peli sulla lingua: a meno che non sia presente il maestro, dirà quello che pensa senza filtri dettati dal senso comune. La sua lingua è tagliente quanto la koukaku con cui combatte.
    Vivere quasi sempre da solo non giova certo alle sue capacità di socializzazione così alle sue abitudini. Da quando vive a Koto ha cominciato a dormire tantissimo, principalmente perché non sa come occupare il tempo se non allenandosi o leggendo.
    Tra le sue cattive abitudini vanno annoverate il torturarsi le mani e il fumo, entrambi attribuibili allo stress. Sebbene fumi solo una sigaretta quando è stressato, va considerato che è <i>sempre</i> stressato e ha cominciato a fumare a dodici anni.
    Tutti i media a cui ha accesso sono selezionati dal maestro, in modo da rafforzare la sua visione distorta e violenta dei ghoul ed alimentare la paura che diventa carburante nei combattimenti.
    Sebbene abbia diciotto anni non sa usare i computer né gli smartphone. È in possesso di un cellulare Samsung obsoleto con messaggi e chiamate limitati. Non gli è permesso avere social network né chat, anche l’accesso a Internet gli è largamente limitato per evitare che incappi in qualcosa che danneggi il suo indottrinamento. Tra le poche ricerche su Google che ha fatto va ricordato un pomeriggio passato a guardare video su YouTube su come diventare più alti facendo stretching. Forse è un bene che non abbia accesso a Internet.
    Tra i suoi hobby rientrano lo shinobue, che ha imparato a suonare per volere del maestro, e la creazione di gris-gris, bamboline voodoo in pezza e origami. Sta lavorando molto lentamente alle sue mille gru, nella speranza di trovare un desiderio da esprimere prima di completare l’opera.
    </div></div><div class="sv2img">[IMG=HVodjIv]https://i.imgur.com/pcdRnx3.png[/IMG]</div>
    <div class="sv2asp"><div style="overflow: auto; height:135px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">ASPETTO</div> Sta ancora crescendo, quindi non prendetelo in giro se è basso! Alla faccia della tanto decantata statura media americana, Lancelot è un nanerottolo di centosessantasei centimetri, ma guai a farglielo notare! L’altezza è sicuramente il suo punto debole, il difetto che, se messo in evidenza, lo fa sprofondare in un silenzio colpevole o nella nevrosi: se dovesse rimanere così basso il maestro perderà interesse in lui, no? No, ma Lancelot ne è fermamente convinto, motivo per cui mangia tanto e fa un sacco di stretching giornaliero.
    Vanta una forza decisamente fuori dal comune per la sua età, frutto del costante allenamento a cui si sottopone per lavorare al meglio delle sue possibilità. Rapportando la massa muscolare all’altezza risulterebbe comunque ridicolo, perciò, essendo in fondo alquanto timido e restio a mostrare la pelle, accetta volentieri di indossare abiti molto coprenti anche in estate. Nel suo guardaroba si alternano capi sportivi ed eleganti divise da maggiordomo, oltre, ovviamente, agli abiti da caccia, conservati all’interno di un apposito armadietto.
    Ma tornando a parlare di cose importanti, e quindi di altezza, ci sono buone notizie: non è un nano palestrato! Il che è un po’ un peccato, considerando che grazie al koukaku sarebbe potuto essere la personificazione del famoso <i>nano con l’ascia</i>. La corporatura longilinea e slanciata regala l’impressione di qualche centimetro in più, lasciando presagire un futuro roseo; ora c’è solo da sperare che i geni di quello stangone allampanato di papà siano più forti di quelli di nanetta morbida di mamma.
    Ma basta parlare del suo punto debole, parliamo di ciò che è stato oggettivamente la sua rovina: gli occhi ambrati, il motivo per cui Moreau si è interessato a lui. Per quanto rara, la tonalità delle sue iridi è presente in natura ma spesso scambiata per semplice applicazione di lenti a contatto. È fiero dei suoi occhi, anche se più per la pioggia di complimenti ricevuti dal maestro nel corso degli anni che per orgoglio personale. Di forma chiaramente occidentale e incorniciati da ciglia non troppo lunghe, catalizzano l’attenzione su un volto altrimenti anonimo e dimenticabile. Almeno finché non lo si incontra in giro per le strade meno frequentate dagli eccentrici, allora i suoi folti e scarmigliati capelli rossi richiamano l’attenzione come un semaforo se non li copre con un cappuccio.
    Non ha tatuaggi né piercing, neanche i buchi alle orecchie. In compenso ha diverse cicatrici sparse su tutto il corpo, in particolare braccia e busto, inevitabili conseguenze delle tante lotte coi suoi simili.
    Il suo passo è molto silenzioso, quando è in pubblico mantiene una postura dritta e fiera, ma una volta chiusa la porta della sua camera si lascia schiacciare dal peso della sua strana vita, riducendosi ad una versione rossa e più in carne di Gollum.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">TRIVIA</div>• Ha un’ottima resistenza alle alte temperature, di contro non sopporta il freddo e si ammala abbastanza di frequente durante la stagione dell’influenza.
    • Si destreggia con le armi da fuoco e da taglio di piccole dimensioni. È il tipo di persona abbastanza instabile da poter replicare inconsapevolmente la famosa scena della doccia di Psycho.
    • A casa, la sua vera casa, parlava col padre in francese e con la madre in inglese, motivo per cui ha una perfetta padronanza di entrambe le lingue. Per seguire il maestro nei suoi viaggi è stato costretto a fare i conti con un sacco di lingue diverse, arrivando ad avere nella testa una Babilonia che, inevitabilmente, a un certo punto è crollata. Attualmente sa esprimersi in maniera basilare anche in spagnolo e cinese, ha quasi del tutto dimenticato i rudimenti di tedesco imparati durante un lungo soggiorno in Svizzera e fa a cazzotti col russo, perdendo. In compenso ha una padronanza buona del giapponese parlato e discreta di quello scritto.
    </div></div>
    <div class="sv2na"style="background-image: linear-gradient(to right, #fd8c69, #f00b51); color: #000;">Lancelot Nazaire Moreau<div class="sv2bla" style="background: darkred; color: #eee;">GHOUL</div><div class="sv2bla">19 Y.O</div><div class="sv2bla">KOUKAKU</div><div class="sv2bla">RANK C</div><div class="sv2bla">CALAVERA</div> <div class="sv2bla">[URL=https://www.youtube.com/watch?v=nZ71XeFEaOo][color=#888]&#9834;[/color][/URL]</div></div>
    <div class="sv2img2">[IMG=pN1wv9c]https://i.imgur.com/dmLjLFK.png[/IMG]</div><div class="sv2info"><div style="overflow: auto; height:180px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">NAME & SURNAME</div> nato come Lancelot Nazaire Gauthier, ha cambiato più volte nome nel corso della sua vita a seconda dei capricci del maestro. Dai nove agli undici anni è stato Sylvain, dai dodici ai tredici è stato il turno di Roland, dopodiché si è dovuto abituare a Stéphane. Da poco meno di un anno sembra che Lancelot sia tornato di moda, ma ha ancora qualche difficoltà a capire quando si parla di lui. Tali continui cambi hanno fortemente influito sulla percezione che ha della propria identità, non più legata al concetto di nome quanto a qualcosa di più profondo e inspiegabile.
    Il nome Lancelot è stato scelto in riferimento all’omonimo personaggio del ciclo arturiano. Il secondo nome, Nazaire, è stato ereditato dal nonno paterno. Spesso viene chiamato semplicemente Lance.
    In seguito all’adozione è diventato Lancelot Nazaire Moreau, inutile dire che porti più orgogliosamente il cognome del suo maestro che quello dell’uomo che lo ha messo al mondo.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">GENDER & AGE</div> Maschio di appena 19 anni, con la brutta abitudine di fingersi più grande nella speranza di darsi un tono. Speranza puntualmente destinata a morire: glielo si legge in faccia che la maggiore età l’ha desiderata per Natale ma non è stato accontentato.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">DATE OF BIRTH</div> 7 luglio 2003, sotto il segno del cancro.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">PLACE OF BIRTH</div> New Orleans, Louisiana. Serba pochi ricordi della casa in cui abitava da bambino, ma ricorda fosse situata nel Quartiere francese. In compenso, essendoci tornato parecchie volte assieme a Moreau, conosce molto bene la città sul Mississippi.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">RESIDENCE</div> Levon Moreau non poteva certo accontentarsi di una sola abitazione, perciò ne ha due: una nella 8° circoscrizione, Koto, e una nella 9° circoscrizione, Shinagawa.
    L’abitazione di Koto è collocata nel quartiere di Ariake, sull’isola artificiale di Odaiba. Si tratta di un loft spazioso e luminoso in stile industrial: i muri di mattoni sono decorati con fotografie dei viaggi di Moreau, l’arredamento è prevalentemente in legno e dai colori caldi, il pavimento in parquet e i finestroni distribuiti sulle pareti e sul soffitto in pendenza, attraverso di essi si gode di una bella vista sulla baia di Tokyo. Al piano di sotto si trovano soggiorno e cucina, salendo le scale invece la zona notte e il bagno. È qui che solitamente abita Lancelot, lasciato anche intere settimane a godersi la sua solitudine.
    La casa di Shinagawa è invece una tradizionale residenza giapponese completa di giardino. Anche in questa abitazione Lancelot ha il suo spazietto, una stanzuccia dove ogni respiro si trasforma in frastuono, tuttavia vi si reca solo a discrezione del maestro.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">STATUS</div> Ufficialmente altolocato in quanto figlio adottivo di Levon Moreau. In realtà poi ne è il maggiordomo, e se vogliamo essere precisi più che maggiordomo ne è lo schiavo, quindi non ha accesso a denaro che non gli venga consegnato per un motivo specifico. In compenso il maestro è molto attento alle sue necessità, soprattutto se di carattere estetico.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">OCCUPATION</div> Pratica piuttosto rara tra i giapponesi ma non tra gli stranieri, Lancelot studia a casa sotto la guida di insegnanti privati. La scelta dell’homeschooling è stata compiuta col preciso intento di eliminare ogni sua possibilità di socializzazione e contatto la realtà al di fuori di casa Moreau, ma lui, ovviamente, non ne è consapevole.
    Il suo vero lavoro è però un altro: cacciare altri ghoul per conto dell’agenzia per cui lavora segretamente il suo maestro, una branca dell’Albero della Vita. Nonostante il suo stile di combattimento molto aggressivo cerca di riportare tutte intere le prede, per lo più rank bassi adescate con l’inganno; capita che collabori con uno o più colleghi, arrivando nel peggiore dei casi a utilizzare gli inibitori RC in mano all’Albero della Vita per merito dei membri della CCG corrotti che vi aderiscono.
    Tra i pochi contatti umani che ha possiamo quindi annoverare il maestro, gli insegnanti privati, i colleghi e relativi maestro, le prede e, sporadicamente, qualche membro dell’Albero della Vita.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">ORIENTATION</div> • <i>Politico:</i> ha visitato Paesi con sistemi politici troppo diversi per non sprofondare nella confusione. Ha solo una certezza, ovvero che la politica è un’arte troppo complessa per uno come lui. Come un bambino dall’opinione ancora nebulosa che si limita a ripetere quel che dice il padre, Lancelot ha fatto sue le convinzioni del maestro. E così è diventato sostenitore di Putin senza sapere come operi nello specifico Putin: ma tiene tutti in riga, quindi va bene così.
    • <i>Religioso:</i> segue gli insegnamenti del voodoo della Louisiana, crede nell’esistenza di Bondyé, dei loa e nella connessione tra uomo, antenati, spiriti e natura. Le credenze religiose sono tra le poche reminiscenze della sua vita passata che non ha mai abbandonato, anzi vivere con uno studioso di religioni ha persino rafforzato la sua fede. Da piccolo ha regalato un gris-gris al maestro, ma non sa se l’abbia conservato.
    • <i>Sessuale:</i> è un casino, o almeno lui lo definirebbe così. È un diciottenne che non sa usare un computer ma ha una conoscenza troppo approfondita della sfera sessuale, e non per sua volontà. Ha avuto le sue prime esperienze a quattordici anni, sia con uomini che con donne, con una o più persone, vanilla o BDSM, tutto a seconda dei desideri del maestro. Non può dire che il sesso sia sgradevole, ma non avendo mai provato trasporto romantico pensa sia un’attività fine a se stessa. Non sa neanche dire se preferisca gli uomini o le donne, perché in ogni caso non avrebbe diritto di scelta.
    • <i>Allineamento:</i> caotico malvagio.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float:left">KAGUNE</div> Koukaku.
    Una kagune dalle venature color antracite che si origina sotto le scapole e si sviluppa fino alla punta delle dita. È piuttosto complessa da usare, per natura più incline alla difesa ma utilizzata da Lancelot anche per attaccare.
    Alla vista potrebbe ricordare il sistema circolatorio, è composta da filamenti che durante lo stadio formativo si accavallano tra loro per poi ricoprirsi di aghi direzionati in maniera eterogenea, la cui funzione è quella di provocare ferite da taglio o perforazione. La maggior parte del danno però lo compie con le mani, nello specifico con le ramificazioni artigliate con cui termina la kagune.
    È abbastanza robusta da fungere come protezione nel caso in cui Lancelot si schermasse con le braccia, ma come tutte le koukaku è anche pesante e rallenta i suoi movimenti. Per questo motivo la sua carta vincente è uno stile di combattimento selvaggio, che mira a uccidere più che a sconfiggere.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float: right">ALIAS & RANK</div> Calavera, rank C.
    Attualmente utilizza ben due maschere, entrambe donategli dal maestro, e non la si può definire esattamente una fortuna.
    La prima, da cui deriva l’alias, è utilizzata durante il lavoro e le battute di caccia. È stata fatta su misura per lui cinque anni fa in occasione di un Día de muertos in Messico e spacciata per un semplice souvenir alla dogana. Inganna l’occhio con la sua apparente delicatezza, quando in realtà è realizzata in resistente vetroresina e aderisce bene al viso.
    Il volto bianco è percorso da pennellate che compongono i disegni caratteristici della festività: le labbra, arcuate in un flebile sorriso, sono evidenziate in rosso e cucite tra loro, il naso e i contorni delle piccole orbite oculari anneriti, mentre su guance e fronte sono riprodotti fiori di higanbana stilizzati. Sul bordo superiore sono applicati due veli neri: quello di sotto non è altro che una retina con la pratica funzione di celare la chioma rossa, quello di sopra invece semplicemente cade fino alle spalle, dando l’impressione del lutto. Infine, all’altezza della tempia sinistra sono incollati degli higanbana finti che vengono sostituiti quando rovinati.
    È probabilmente il suo tesoro più caro, la maneggia con attenzione e pulisce regolarmente, al punto da sembrare quasi nuova. Non toccatela, e santo cielo non tentate di romperla: ha letteralmente ucciso per quella maschera.
    La seconda maschera è ad uso esclusivamente domestico ed è tenuto a indossarla nella casa di Koto solo se il maestro è presente, nella casa di Shinagawa in ogni ambiente tranne la sua camera. Realizzata in pelle nera, è composta da una fascia che cinge la parte superiore della testa e da una parte inferiore che copre tutta la zona della bocca, collegate tramite cinghie che dalle tempie raggiungono la mandibola. La bocca è chiusa da una cerniera, a sua volta sotto lucchetto. La chiave, e con essa la sua libertà di parola e di morso, sono in mano a Moreau.
    Sebbene non sia affatto uno sprovveduto nel combattimento, dopotutto il suo lavoro consiste proprio nello scontrarsi con altri ghoul, è stato registrato dalla CCG come rank C: è stato avvistato di rado e non ha mai ingaggiato una lotta con gli Investigatori, optando piuttosto per la fuga.
    Avendo viaggiato per anni al fianco di Moreau per lavoro, ha collezionato un buon numero di segnalazioni e alias in giro per il mondo. Ne esiste però uno speciale, che in qualche contorto modo sente più <i>suo</i>: Llorona, ottenuto in Messico quando fu beccato nel pieno del delirio a cibarsi di un bambino ghoul pur di non saltare addosso al primo umano disponibile.
    Il curioso episodio è stato registrato sul suo fascicolo e condiviso con le CCG straniere, che a loro volta hanno confermato l’esistenza di un ghoul con stessa maschera, kagune e atteggiamento nei loro schedari. Si è così giunti alla conclusione che Llorona è un ghoul nomade evidentemente squilibrato, che per motivi ignoti si ciba spesso di bambini ghoul.
    Anche grazie ad uno strategico cambio di maschera, quella di Llorona è infatti attualmente sottochiave, la CCG giapponese non è ancora riuscita a stabilire un collegamento tra Calavera e Llorona.
    </div></div>
    <div class="sv2quote" style="background-image: linear-gradient(to right, #fd8c69, #f00b51); color: #000;">Is it mad to pray for better hallucinations?</div>
    <div class="sv2img3">[IMG=p57HMyT]https://i.imgur.com/MMjs6o7.png[/IMG]</div><div class="sv2bg"><div style="overflow: auto; height:280px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">BACKGROUND</div> Un ghoul allevato e addomesticato da un essere umano che caccia altri ghoul offerti in sacrificio all’Albero della Vita. Non c’è <i>una singola</i> cosa giusta nella vita di Lancelot Nazaire Moreau, a cominciare dalla sua convinzione che tutti i ghoul siano delle bestie da rinchiudere dentro Cochlea.

    Paradossale come qualcuno possa vivere nell’assoluta inconsapevolezza di star percorrendo un cammino tracciato con dovizia di particolari da qualcun altro.
    È il caso di Lancelot Nazaire Gauthier, sul quale il professore di religioni Levon Moreau posò per la prima volta lo sguardo durante le celebrazioni di un Mardi Gras, il Carnevale di New Orleans, una delle città più caratteristiche e affascinanti degli Stati Uniti, in cui si era trasferito da un paio di mesi per entrare in contatto con la tradizione voodoo locale.
    Tutta colpa delle iridi ambrate, una colorazione abbastanza rara da suscitare l’interesse di Moreau, eccentrico e capriccioso individuo con un trascurabile problema di psicosi che degenerò rapidamente nell’imperativo desiderio di possedere il bambino quando, dopo una breve indagine, il suo schiavo ghoul confermò che la famiglia Gauthier celava un piccolo segreto razziale. Ma tu guarda la casualità della vita! Non rimaneva che inscenare la migliore delle tragedie e finalmente avrebbe potuto aggiungere un nuovo pezzo alla sua collezione di ghoul addomesticati!
    Ed è questo il preludio di come a sette anni Lancelot perse tutta la sua famiglia, uno dopo l’altro nel giro di poche settimane. I primi a morire furono i nonni, ritrovati nella loro abitazione massacrati da quella che non avrebbe potuto essere altro che una kagune, considerando che la CCG non avrebbe lasciato a marcire dei cadaveri di ghoul; non furono rinvenute tracce di rapina né di cannibalismo: era chiaramente un omicidio fine a se stesso.
    La seconda a uscire di casa e mai più fare ritorno fu sua madre Olivie, appena una settimana più tardi. Sparita nel nulla, senza neanche un biglietto o qualcosa che giustificasse l’abbandono della famiglia che tanto amava. Fu questo il campanello d’allarme che convinse Ferdinand Gauthier a fare i bagagli e abbandonare il prima possibile New Orleans, se non direttamente lo Stato della Louisiana, prima che un’altra tragedia si abbattesse sul suo unico figlio.
    Lungimirante, ma inevitabilmente impreparato all’assurdità dell’incubo che stavano vivendo, Ferdinand scappò con Lancelot nel cuore della notte. Il suo progetto di raggiungere il Texas andò però alla deriva appena valicato il confine cittadino, dove si imbatterono nel nemico invisibile dalla maschera di iena.
    Completamente inerme, senza neanche una kagune con cui difendersi, Lancelot non poté far altro che eseguire gli ordini di suo padre e scappare. Che poi la voglia di vivere l’avesse lasciata con Ferdinand è un altro discorso. Fuggì verso la periferia senza avere idea di dove andare, gli occhi annacquati di lacrime e anneriti dal kakugan, impossibilitato persino di chiedere aiuto senza rischiare di finire dalla padella alla brace.
    Eppure qualcuno lo aiutò.
    Qualcuno lo stava <i>aspettando</i>: l’uomo che lo portò al sicuro, che qualche settimana più tardi lo adottò formalmente e condusse lontano da New Orleans, l’artefice degli omicidi dei nonni e dei rapimenti di Olivie e Ferdinand Gauthier, il maestro del ghoul dalla maschera di iena.
    Levon Moreau, il suo attuale padrone.

    Da quella notte infernale Lancelot è tornato parecchie volte a New Orleans, ma non ha mai scoperto la verità.
    Inconsapevole che i suoi genitori siano finiti nei laboratori dell’Albero della Vita e che il ghoul dalla maschera di iena fosse in realtà Jacques, precedente schiavo del maestro nonché suo maestro di combattimento, insegnante privato e, ammettiamolo, babysitter.
    Inconsapevole di aver passato dieci anni di vita mano nella mano con un uomo meschino, che a dispetto di quanto afferma non ha affatto a cuore il suo bene e che lo vede solo come un pezzo da collezione, un eccellente servitore e, quando ne ha voglia, un discreto giocattolo sessuale.
    È stato indottrinato per credere fermamente che i ghoul siano schegge di malvagità sfuggite a Bondyé. Dentro di lui si annida un crogiolo di malvagità irredimibile, che faticherebbe a tenere a bada senza la guida del maestro, e da solo sarebbe perso, destinato a degenerare allo stato di belva mossa dagli istinti.
    Per questo motivo non ha battuto ciglio quando, a dodici anni, gli è stata rivelata parte della verità: dietro la facciata di professore di religioni, Moreau ha contatti con un’associazione che studia i ghoul con l’intento di eradicare questa malvagità. È un progetto lungo e complesso, ma esiste speranza. E per questo il suo compito sarà quello di combattere fino alla morte per consegnare mostri da purificare all’Albero della Vita.
    Da allora Lancelot ha trovato la sua vocazione, nella sua cieca obbedienza ha seguito il maestro in ogni suo viaggio, prendendo il posto del vecchio Jacques quando, due anni fa, si sono stabiliti in pianta stabile a Tokyo.
    Oggi vive la sua miserabile condizione in silenzio, completamente perso nella psicosi e nella folie à deux.
    </div></div>
    <div class="sv2pv"><div class="blapgv2" style="float:right;">PV</div> Hanasaki Miyabi (Holostars)</div></div>


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    ... potrei aver trovato una PV che mi soddisfa di più per Shinobu. 👀💦

    Nickname: yumæchu`
    PG: Shinobu Hanyuu
    Modifiche: Cambio PV (da Shiemi Moriyama - Ao no Exorcist a Chisato Nishikigi - Lyroris Recoil)
    CODICE
    <div class="schedav2" style="border-left: 10px solid #9879bd; border-right: 10px solid #972034"><div class="sv2car"><div style="overflow: auto; height:285px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">CARATTERE</div> Il conflitto interiore di Shinobu non le consente di essere del tutto onesta nemmeno con se stessa. Generalmente si presenta come una persona solare ed estroversa, spontanea nel rapportarsi agli altri e con una naturale predisposizione a socializzare e fare amicizia. Non ha mai avuto alcuna difficoltà a circondarsi di persone e a farsi volere bene, il suo essere allegra e disponibile l'ha sempre resa una persona facilmente avvicinabile. Un tempo era forse più logorroica, ma con la consapevolezza di aver messo a disagio molte persone con la sua inarrestabile parlantina, ha finito per sopprimere quel lato di sé, con cui fa ancora fatica ad andare d'accordo, e che spesso e volentieri spunta fuori nuovamente, soprattutto nelle occasioni in cui si trova particolarmente a suo agio in compagnia di qualcuno.
    Ciononostante è una persona ricca di insicurezze e paure, che tende a non dare a vedere per... beh, troppe motivazioni. La maggior parte di queste si può riassumere in <i>timore di annoiare o ammorbare gli altri con i suoi problemi</i>, che reputa nettamente inferiori e poco meritevoli di essere ascoltati rispetto a quelli altrui, oltre che ad una questione di <i>orgoglio personale</i>. Detesta mostrarsi debole e cerca con tutte le sue forze di sopprimere la parte più fragile di se stessa, quella perseguitata dal trauma della perdita di Maya, che le ha causato un enorme buco nel cuore.
    Uno dei suoi più grandi difetti è, sicuramente, il suo essere <i>insopportabilmente permalosa</i>. E testarda. Una combo mozzafiato, dai connotati il più negativi possibile. Ed ovviamente detesta anche questo suo lato di sé, ma non avrà mai il coraggio di ammetterlo. Prende le critiche, anche quelle più costruttive e tranquille, come un segno di debolezza, e per una persona come lei il cui obiettivo è volto solo ai miglioramenti, beh, è come dirle senza troppi giri di parole che ha appena commesso un errore talmente grande da averla catapultata cento passi indietro rispetto a dove si trovava prima. E' molto probabile che abbia reazioni esagerate e che metta su un broncio fortunatamente non infinito, ma è abbastanza matura da rendersi conto di essere esagerata e ciò comporta quasi sicuramente un suo tentativo di scusarsi. Dopotutto non è poi così tanto orgogliosa come si crede sia.
    Il suo essere permalosa è, comunque, dovuto ad una propria carenza di autostima. Per lungo tempo ha vissuto in un contesto nel quale si sentiva a proprio agio e per il quale sentiva di essere portata, nel quale i suoi sforzi non erano poi così grandi; aver cambiato improvvisamente rotta nella sua vita l'ha portata a sentirsi un pesce fuor d'acqua, a vivere in una città a lei praticamente sconosciuta e ponendosi di fronte ad una montagna non indifferente da scalare, costellata di difficoltà e fallimenti. Non è la migliore del corso per la formazione di agenti anti-ghoul e gli istruttori non fanno che sottolinearglielo, aumentando così il divario che c'è tra lei e i suoi compagni di corso. Non molla soltanto perché è davvero troppo determinata a seguire il cammino che si è prefissata di percorrere, però quando la resistenza fisica e l'agilità sono le uniche cose in cui riesce a più-o-meno-eccellere, è molto difficile non farsi venire il sangue amaro.
    Ma non è persona da buttarsi giù o avvilirsi per una cosa del genere. E' determinata a perseguire il suo nuovo obiettivo, le costasse cadere mille volte.
    E', infatti, una persona piuttosto determinata, si scoraggia difficilmente e non perde mai di vista i propri obiettivi. Agisce secondo i propri princìpi ed è difficile che cambi idea su qualcosa, a meno che non le si pongano davanti delle ottime motivazioni per cui dovrebbe modificare i propri piani.
    Altruista, le piace aiutare gli altri e sentirsi utile; questa sua indole è ciò che l'ha spinta a perseguire il suo attuale obiettivo, ed è per questo motivo che riesce a farsi voler bene facilmente. Non è però una sciocca sprovveduta, e non è così buona da chiudere un occhio di fronte a qualunque richiesta di aiuto.
    Il suo carattere forte l'ha portata ad essere vista come una <i>«born to be leader»</i>. Ha un'indole forte e sicura ed è capace di rassicurare gli altri nel momento in cui ne hanno più bisogno. Non a caso, quando ancora giocava a pallavolo, era lei a capitanare la propria squadra. Non ha mai creduto in queste sue potenzialità, ed è abbastanza umile da aver più volte cercato di levarsi l'impiccio di capitanare un gruppo di persone, senza mai avere successo.
    E' rispettosa delle regole, anche se è sicuramente capitata qualche occasione in cui non fosse esattamente d'accordo. Se per il bene comune reputasse necessario infrangere qualche regola, è probabile lo faccia senza esitazione.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">TRIVIA</div> &#10022; le piacciono molto gli animali e fin da bambina ha visto casa sua popolarsi di animali domestici: due gatti, un cane e qualche canarino che hanno, purtroppo, avuto vita molto breve. Il suo più grande desiderio è poter adottare un coniglio nano non appena avrà l'indipendenza economica a cui tanto ambisce.

    &#10022; è vegetariana, ma non per i motivi più nobili e puri del mondo. Per quanto ami gli animali, ritiene che certi alimenti siano utili per il fabbisogno nutrizionale di ogni individuo. E' vegetariana semplicemente perché la carne non le piace moltissimo, mentre il pesce ancora ancora lo mangia; è particolarmente innamorata della frutta, senza la quale probabilmente non vivrebbe.

    &#10022; ha una collezione di haori che indossa ogni qualvolta ne abbia l'occasione. Le piace abbellire i propri outfit blandi e anonimi con gli haori, nel tentativo di trovare un modo originale ed accattivante per vestirsi.

    &#10022; è l'unica ragazza di una progenie quasi completamente al maschile e ciò l'ha portata ad adattarsi ad un ambiente tutto al maschile, cercando al contempo una femminilità che sentiva le mancasse.

    &#10022; uno dei suoi più grandi sogni è poter andare a vivere in un n&#333;ka, una tipica abitazione giapponese in campagna, circondata da animali. (<del>no, non punta ad essere una gattara™</del>)
    </div></div><div class="sv2img">[IMG]https://i.imgur.com/2SJEMwJ.png[/IMG]</div>
    <div class="sv2asp"><div style="overflow: auto; height:135px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">ASPETTO</div> Shinobu è bassa, <i>terribilmente bassa</i>. E ovviamente questa cosa non le va a genio. Alta un metro e cinquantadue, ha sempre cercato di combattere i pregiudizi contro la sua altezza. «Sei troppo bassa per fare questo, sei troppo bassa per fare quello»... insomma, ne ha sentite di ogni. Il fisico non è neanche particolarmente slanciato, ma quantomeno il suo metabolismo lavora abbastanza velocemente da averle consentito un fisico particolarmente asciutto e magro. Gli allenamenti di pallavolo hanno fatto sì che costruisse massa muscolare soprattutto nelle gambe, per questo ha cominciato a non reputarsi più troppo carina dal momento in cui ha realizzato di avere delle cosce piuttosto piene e tondeggianti. Allo specchio si vede con la stessa forma che potrebbe avere una damigiana e per questo motivo ha cominciato ad evitare drasticamente l'utilizzo delle gonne, che avrebbero messo troppo in mostra le sue gambe, troppo piccole e grosse perché siano armoniose con il resto del corpo.
    Il viso è tondo, ed è inutile dire che si tratta di un'altra parte del proprio corpo che fatica a farsi piacere. Lo abbellisce ogni tanto con un po' di trucco, ma è una frana e non sa bene come applicare determinati prodotti. Il naso è piccolo e leggermente all'insù, le labbra non sono particolarmente carnose e di tanto in tanto capita siano screpolate a causa del suo dimenticarsi di idratarle a dovere. La zazzera di capelli biondo chiaro che ha in testa presenta un bob corto e gonfio, più per una questione di praticità che per effettivo piacere. In origine i suoi capelli erano di un castano scuro molto intenso, che ha decolorato fino a raggiungere un biondo pallido, perché le piaceva di più e perché si sposavano bene con gli occhi cangianti, la base di un verde bottiglia chiaro, che vira verso un verde grigiastro quando le condizioni climatiche non sono delle migliori. Li ha ereditati dalla bisnonna materna che ha scoperto fosse tedesca.
    Per il resto si presenta come una normale ragazza della sua età. A parte i capelli decolorati da poco, che hanno segnato l'inizio di occhiatacce da parte dei coetanei. Indossa vestiti del tutto normali, anche se desidererebbe vestirsi in maniera più carina e femminile, ma la pessima opinione che ha del proprio corpo le impedisce di buttarsi a capofitto sull'acquisto dei vestiti carini che vorrebbe. Quindi si limita ad indossare la divisa scolastica dell'accademia della CCG per la maggior parte del tempo, per poi abbandonarsi a normalissime t-shirt colorate e dei normalissimi jeans a sigaretta, evita qualsivoglia pantalone skinny (che non siano i leggings per gli allenamenti) perché teme che le possano stare male o, peggio, che le sue "gambe deformi" non riescano ad indossarli. Ai piedi ha sempre e solo indossato normalissime sneakers, alcune più adatte all'esercizio fisico ed altre più per la vita di tutti i giorni. Ogni tanto, invece, indossa qualche haori sopra i propri abiti.
    Indossa pochissimi gioielli: possiede un minuscolo portagioie che al suo interno contiene giusto due paia di orecchini, qualche collanina e bracciali per le occasioni importanti, ma non sono accessori che indossa ogni giorno, li trova troppo sfarzosi per una tipa anonima come lei. Piuttosto non si fa mai mancare un piccolo elastico bianco che tiene sempre a portata di mano sul proprio polso destro, in caso le serva legarsi i capelli. (o per prestarlo a qualcuno che ne ha decisamente più bisogno di lei)
    </div></div>
    <div class="sv2na"style="background-image: linear-gradient(to right, #9879bd, #972034); color: #000;">Shinobu Hanyuu <div class="sv2bla" style="background: green; color: #eee;">HUMAN</div><div class="sv2bla">19 years old</div><div class="sv2bla">CCG academy's student</div></div>
    <div class="sv2img2">[IMG]https://i.imgur.com/3OqclWk.png[/IMG]</div><div class="sv2info"><div style="overflow: auto; height:180px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">NAME&SURNAME</div> <b>Shinobu Hanyuu</b>. Il nome Shinobu (&#24525;, lett. «resistenza» o «pazienza») è un nome che a lei non è mai piaciuto. Le è stato dato dai genitori dopo aver discusso accesamente con i nonni paterni, che desideravano che loro nipote portasse un nome fiero e dal significato forte. Non ha mai capito perché dovessero avere l'approvazione dei suoi nonni per il nome da darle, ed è per questo motivo che li mal sopporta.
    Il cognome è Hanyuu (&#32701;&#29983;), scritto coi kanji &#32701; (ha, lett. «piuma») e &#29983; (nyuu, lett. «grezzo»). E' un cognome poco diffuso e per lei è motivo di vanto.
    Non ha mai avuto soprannomi degni di nota, se non <b>shush&#333;</b> (&#20027;&#23558;, lett. «capitano») ed era il modo con cui le compagne di squadra si rivolgevano a lei, dalla connotazione fintamente seria e formale. Lo utilizzavano bonariamente anche per dimostrare il loro rispetto e la fiducia riposti in lei, in quanto capitano e colonna portante della squadra. Non ci sono stati altri modi strani con i quali la gente si è appellata a lei: l'hanno sempre chiamata per cognome o, nei casi in cui ci fosse un certo livello di intimità, per nome.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">GENDER&AGE</div> Una piuttosto ordinaria ragazza di 19 anni, che sembra più piccola di quello che è realmente. Molti la scambiano per una quattordicenne.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">DATE OF BIRTH</div> Nata il 14 maggio 2003, segno zodiacale del toro, ascendente gemelli.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">PLACE OF BIRTH</div> Nata a Kyoto, città dove ha vissuto fino ai suoi 17 anni. Ci è molto legata e una parte di sé spera di poterci tornare il prima possibile. Non prima di aver fatto ciò per cui ha lasciato la città.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">RESIDENCE</div> Vive in un trilocale a <b>Bunkyo</b>, la quinta circoscrizione di Tokyo. L'appartamento è condiviso con altre tre coinquiline: Yoshikawa Hanabi, Kawaguchi Fuyuko e Kaileigh Waterford. I genitori la aiutano a pagare l'affitto (anche perché non ha ancora trovato un lavoro per aiutarsi economicamente), perciò aveva bisogno di gravare il meno possibile sulle loro spalle, optando per la condivisione di un appartamento con altre persone.
    L'appartamento, comunque, dispone di tutti i comfort che si possano desiderare: ingresso provvisto di scarpiera e appendiabiti, oltre che uno specchio a muro sul lato sinistro, dove è possibile controllarsi prima di uscire. L'appendiabiti è spesso sommerso dalle borse, cosa che gli dà un'aria ovviamente disordinata. Proseguendo dritti vi è un lungo corridoio che porta alle tre stanze e ai due bagni, mentre subito sulla destra vi è il salotto, grande abbastanza per farci entrare divano, libreria, mobile per la tv ed un tavolo con quattro sedie. Appena entrati ci si ritrova di fronte ad un grosso tappeto che ospita un divano a penisola assieme ad un piccolo tavolino da caffé in legno; sulla sinistra, di fronte al divano, vi è il mobile della tv, il muro coperto in parte da qualche quadro appeso in maniera sparpagliata. Il muro frontale ospita una grossa porta finestra che dà ad un balconcino piuttosto ampio, attrezzato di tavolino e qualche sedia da esterno. Sulla destra della sala vi è il tavolo da pranzo, mentre l'angolo in alto a destra è occupato dalla cucina, con finestra che dà al salotto ed ingresso sprovvisto di porta situato proprio di fronte al tavolo da pranzo.
    Proseguendo per il corridoio vi sono altre due porte sulla destra e tre sulla sinistra: la prima porta a sinistra è la stanza di Hanabi e Fuyuko, amiche fin dalle scuole medie, le prime arrivate in quella casa, subito dopo vi è il primo bagno, provvisto di vasca da bagno e lavatrice; la prima porta a destra, invece, è la stanza di Kaileigh, la ragazza proveniente dal Galles, nonché la più grande di casa. L'ultima porta a destra è la porta che dà all'altro bagno, con la doccia, mentre l'ultima porta a sinistra è la stanza di Shinobu, ultima arrivata e la più piccola delle inquiline. E' la stanza più piccola, ma grande abbastanza per far sentire Shinobu a proprio agio. Appena entrati la porta finisce col poggiarsi al muro sulla sinistra, che segna il fondo della stanza, che si sviluppa verso destra, dalla forma a L. Sul muro dove poggia la porta aperta vi è uno specchio che ricopre quasi tutta la parete in larghezza, stagliandosi per quasi due metri d'altezza. Il muro frontale rispetto all'ingresso è la dimora di qualche mensola e dell'armadio, che occupa la parte più a destra del muro. La parete successiva ospita un'ampia finestra e la scrivania, oltre ad una piccola specchiera sulla quale poggiano un piccolo porta pernelli e qualche prodotto di make-up lasciato disordinatamente lì sopra. La scrivania è molto pulita, dispone del portatile sempre posto al centro, un portapenne a forma di pinguino, una foto con la sua ex-squadra di pallavolo ed una con la sua famiglia, scattata il giorno del suo quindicesimo compleanno. Sulla parete che confina con la fine del corridoio vi è poggiato il letto, ad una piazza e mezza, provvisto di cassapanca ai piedi del letto e due comodini ai lati, poggiati a loro volta contro il muro.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">STATUS</div> Di sicuro non vive nella bambagia e circondata da ricchezze, la sua vita è piuttosto semplice e vive bene. I genitori, gestendo una onsen a Kyoto, hanno la possibilità di crescere in tutta sicurezza i figli.

    <div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">OCCUPATION</div> Studentessa all'Accademia della CCG, é al suo primo anno. Prima di cominciare a studiare presso l'accademia, ha frequentato tutti gli anni di istruzione obbligatoria, affiancando ai suoi studi gli allenamenti di pallavolo: ricopriva la posizione di libero nella piccola squadra esordiente di Kyoto, nella scena agonistica. Adesso ha accantonato la pallavolo per concentrarsi solamente sul suo piccolo desiderio di rendere il mondo un posto migliore e sicuro, studiando all'Accademia della CCG.

    <div class="blapgv2" style="margin-left: 5px; float:right">ORIENTATION</div> Le piace definirsi <i>eterosessuale fino a prova contraria</i>. Non è mai stata la tipa da cercare disperatamente una relazione, ma quelle brevi cotte scolastiche che ha avuto erano sempre rivolte a ragazzi del sesso opposto. Non si preclude la possibilità in cui un giorno le cose possano cambiare, ma non le piace correre troppo e immaginare qualcosa di cui non ha ancora avuto prove.
    La politica la scoccia, e anche se riconosce la sua importanza è troppo difficile per lei comprenderla. Preferisce di gran lunga non discutere di certi temi, cerca di imparare ciò che è importante sapere ma finisce lì. Per quanto riguarda la convivenza tra ghoul e umani, non esprime il suo punto di vista sotto la luce del sole, proprio perché in quanto studente all'accademia, sa che potrebbero sorgere problemi se solo parlasse. E', in realtà, fermamente convinta che ghoul e umani possano coesistere in armonia, e che l'unica vera minaccia sono i cattivi, che siano umani o ghoul non fa alcuna differenza.
    La famiglia è shintoista e l'ha indottrinata a quello specifico culto. E' ordinaria anche in questo: non è una credente ossessionata dagli déi, ma ci crede ed ogni tanto, soprattutto in vista di qualche evento importante, è solita far visita a qualche tempio per qualche preghiera.
    Il suo allineamento è <i>neutrale buono</i>.
    </div></div>
    <div class="sv2quote" style="background-image: linear-gradient(to right, #9879bd, #972034); color: #000;">We live in a world where only the brave can survive.</div>
    <div class="sv2img3">[IMG]https://i.imgur.com/aN9wbjh.png[/IMG]</div><div class="sv2bg"><div style="overflow: auto; height:280px; padding-right: 5px;"><div class="blapgv2" style="margin-right: 5px; float: left">BACKGROUND</div> La vita di Hanyuu Shinobu non è mai stata costellata dalle tragedie o da accadimenti degni di nota; nata il 14 maggio 2003, Shinobu è la secondogenita di una progenie completamente al maschile, il che l'ha vista circondarsi più spesso da ragazzi che da ragazze sue coetanee. Questo ha comportato, di primo acchito, un certo disagio in quanto unica bambina di casa Hanyuu, ma con il tempo il suo disagio è completamente sparito, sostituito da un rapporto di fratellanza piuttosto stretto ed invidiabile.
    Fin da bambina ha sempre trovato affascinante il mondo dello sport: correre in giro per casa (o per il giardino) era una delle sue attività preferite e sapere di potersi muovere e fare attività fisica la metteva di buon umore, così i coniugi Hanyuu hanno ben pensato di proporle qualche attività extra al di fuori delle mura di casa o della scuola. La bambina optò dapprima al ballo, nel disperato tentativo di ricercare una femminilità che spesso sentiva mancare, ma ai suoi sette anni decise di cambiare in uno sport meno grazioso, cominciando a giocare a pallavolo, dopo meno di un anno di lezioni di ballo classico. Inutile dire che dopo poco se ne innamorò, e ciò la aiuto, fin da piccola, ad avere ben chiaro il proprio obiettivo nella vita.
    Intorno ai 9 anni conobbe Kotobuki Maya, una nuova recluta del suo corso di pallavolo, la ragazza con la quale Shinobu legò maggiormente. Maya divenne ben presto la sua migliore amica: le due erano inseparabili ed in poco tempo avevano saputo costruire un profondo legame di amicizia, che le aveva spinte a proseguire qualsiasi attività insieme, dalla pallavolo alla scelta delle scuole medie. Le due, infatti, sembravano vivere in simbiosi, dove andava una c'era sicuramente anche l'altra. I genitori di entrambe acconsentirono alle loro richieste e per questo la vita della ragazza trascorse ancor più tranquillamente, affiancata dalla presenza della migliore amica che aveva sempre desiderato.
    Ma Maya nascondeva un segreto, un segreto che fino ad allora non aveva mai avuto il coraggio di rivelare a nessuno. Ma quando Maya si rese conto che con Shinobu aveva costruito un rapporto di fiducia che mai prima d'ora aveva potuto realizzare con qualcuno, si fece coraggio e le raccontò ciò che aveva celato per così tanto tempo, al loro ultimo anno di scuole medie: Maya era una ghoul.
    Diversamente da come Maya immaginava sarebbero andate le cose, Shinobu fu piuttosto tranquilla alla notizia, reagendo con una calma che non si aspettava minimamente.
    <i>«Maya resta sempre Maya, ghoul o umana che sia.»</i>
    Ciò non fece che consolidare un rapporto d'amicizia già dal principio solido ed infrantumabile, portando le due a legare ancor di più. Shinobu non rivelò a nessuno del segreto di Maya e questo consentì alle due di vivere serenamente, senza che qualcosa minacciasse la loro stabilità.
    Quando arrivò il momento di scegliere il liceo, entrambe optarono per il Ky&#333;to Sh&#333;ei K&#333;t&#333;-gakk&#333; (&#20140;&#37117;&#32724;&#33521;&#39640;&#31561;&#23398;&#26657;, lett. «Liceo Shoei di Kyoto»), poiché dava loro accesso ad un club di pallavolo che avrebbe avuto la funzione di trampolino di lancio per la loro carriera di pallavoliste professioniste, essendo entrambe desiderose di debuttare nella scena agonistica.
    Gli anni trascorsero bene per entrambi, con alti e bassi nello studio ed ottimi risultati nelle partite, che consentirono ben presto alla loro piccola squadra locale di accedere a tornei sul territorio nazionale.
    Ma quella felicità e tranquillità fu soltanto il preludio di una tragedia che avrebbe visto come protagonista Maya. La ragazza, infatti, venne ritrovata morta a soli 16 anni, e la notizia fu scioccante al punto da costringere Shinobu a chiudersi in se stessa, interrompendo bruscamente attività sportiva e studi per qualche mese. Nel corso di quei mesi, Shinobu aveva cercato risposte in merito alla morte dell'amica, risposte che le erano sempre state negate. I genitori avevano eretto una barriera fatta di diffidenza e paura, nel terrore che anche solo dire una parola potesse portarli alla stessa fine che aveva fatto la loro unica figlia. Ma quando videro Shinobu cadere in un limbo fatto di incostanza e tristezza, non resistettero e decisero di dire lei la verità, dopotutto era quello che sicuramente avrebbe voluto anche Maya.
    Un giorno, quindi, invitarono la ragazza a casa loro, per raccontarle cosa successe la sera del 22 agosto, il giorno in cui Maya scomparve. La ragazza non era stata trovata dalla CCG, non era morta nel tentativo di contrattaccare ad un violento inseguimento: Maya era stata assassinata da una banda di ghoul locale, e ritrovata morta il mattino dopo da un loro amico di famiglia. Fortuna volesse che l'amico fosse un medico ghoul che lavorava come coroner per la polizia locale e che, quindi, aiutò la famiglia Kotobuki a dichiarare come la ragazza fosse stata uccisa da un essere umano, piuttosto che dalla banda di ghoul incriminata, passando quindi l'autopsia contraffatta per proteggere l'identità di ghoul di Maya e dei signori Kotobuki, che fino a quel momento avevano volato molto basso per potersi permettere una vita agiata e tranquilla, senza mai dare nell'occhio, crescendo come una normalissima e rispettabile famiglia di Kyoto.
    Di fronte ad una notizia del genere, Shinobu si sentì ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia. Avrebbe compreso se fosse stata la CCG ad attaccarla e a provocarne la morte, non avrebbe potuto ribattere più di tanto e non avrebbe potuto fare altro che sentirsi impotente di fronte ad un ente che, dopotutto, lavorava per la sicurezza dell'umanità, ma di fronte alla notizia del suo assassinio da persone che avrebbero dovuto essere dalla sua stessa parte, Shinobu non ci vide più dalla rabbia. Tutto ciò che poté pensare fu smettere di percorrere un debutto nella scena agonistica e dedicare la sua vita a vendicare Maya, la sua unica vera amica, e cercare di ripulire il mondo da chi agiva ingiustamente, minacciando la sicurezza di umani e ghoul; per questo motivo, Shinobu mise da parte la pallavolo ed annunciò ai genitori le sue intenzioni di studiare all'accademia della CCG di Tokyo e formarsi come agente operativo dell'agenzia anti-ghoul. Sulle prime i genitori non acconsentirono, poiché ci tenevano alla sicurezza di loro figlia e non avrebbero mai potuto accettare i rischi che diventare un agente della CCG avrebbe comportato. Ma Shinobu era determinata e non avrebbe accettato un no come risposta. I coniugi Hanyuu si arresero di fronte alle volontà tanto salde di Shinobu e, con profondo rammarico e molta titubanza, accettarono la pericolosa carriera che loro figlia aveva improvvisamente deciso di intraprendere. Si domandarono più volte il perché di questo cambio di idea, ma Shinobu rimase sempre vaga, per proteggere i Kotobuki e la sua amicizia con Maya, dicendo loro che aveva voglia di aiutare gli altri e proteggere il mondo.
    Così, terminati gli studi obbligatori, si congedò dalla propria squadra, rassegnandosi a percorrere il sogno di una vita per concentrarsi ad una carriera all'interno della CCG. Nel maggio 2021, si trasferì a Tokyo e si iscrisse all'Accademia della CCG.
    </div></div>
    <div class="sv2pv"><div class="blapgv2" style="float:right;">PV</div> Chisato Nishikigi (Lycoris Recoil)</div></div>
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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    Modifiche: BOH mi sono saltate tutte le immagini dalla scheda :')
    Lascio qui sotto i nuovi link.

    IMG 1: https://i.imgur.com/oGwnPxz.png
    IMG 2: https://i.imgur.com/MHpGe9t.png
    IMG 3: https://i.imgur.com/lmctqtl.png
     
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