[QUEST] Elementary, my dear Ouroboros! [1B]

[MAIN QUEST 01] 17/02/2019 22:00 circa @Tunnel della 16°

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    Odiava commettere errori da dilettanti, le rimarcavano quanto ancora era insignificante come Lauraine.
    Purtroppo le era toccato attendere per avere una risposta su quel graffito, consegnata per di più di persona da Neko dopo aver ribadito quanto era già stato espresso sulla scritta davanti a loro. Condivideva interamente quanto detto da Echo e Noctissina, oltre a pensare che una persona in più poteva solo essere utile a confondere ulteriormente eventuali prove, soprattutto visto che non avevano l'organizzazione e preparazione di una squadra scientifica vera e propria.
    Trovò inutile rimarcare la questione, infilò invece in tasca la ricetrasmittente e si avvicinò ad una delle chiazze sul pavimento, abbassandosi per esaminarla meglio, che sembrava aver ospitato chissà quali oggetti. Quella forma strana poteva essere di qualcosa coperto da un telo o, perché no, una serie di coperte buttate a terra come giaciglio. Fosse stata lei, non avrebbe di certo dormito lontano dalle sue cose, se si fosse fermata lì a riposare.
    Ipotesi, solo tante ipotesi, era snervante.
    «Rouge-chan… hai notato l’assenza di polvere? Questa stanza era piena di roba, probabilmente…»
    «Una sorta di magazzino, più che un rifugio...»
    Raccolse la polvere con due dita, una all'interno e una all'esterno dell'impronta, per cercare di farsi un'idea di quanta differenza ci fosse tra le due quantità. Sarebbero state altre ipotesi, ma non si poteva fare granché di diverso al momento.
    «È questo il muro in questione, no?»
    Con la torcia Echo stava illuminando la parete davanti a lei, motivo per cui aveva proprio puntato quella prima orma, così da poter anche seguire la luce in una ricerca di qualcosa di potenzialmente significativo.
    «Già, quello con una grande X che potrebbe essere opera di chiunque, per quanto le altre lettere possano indicare gli Zeiva, come un suggerimento, o la firma di qualche writer dal discutibile talento.»
    Continuavano a dare quasi per scontato che quella pista fosse concreta e che quello fosse davvero stato il rifugio di Ouroboros e che il messaggio sulla parete fosse suo.
    Seguendo la perlustrazione con la luce di Echo, anche lei raggiunse la cassa nell'angolo, lasciando per ora spazio agli altri due per osservarne la superficie e provare ad aprirla, con scarso successo.
    «Mh… ho un dubbio. Ma se colui che ci ha scritto questa frase, sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato, perché ha portato via tutto, ad eccezione di questa cassa? Potrebbe contenere anche qualcosa di pericoloso, o forse l’ha lasciata perché neanche lui sa cosa ci sia dentro…mh… è strano. Hey… Ekkino-sensei e Rouge-senpai, cosa ne pensate voi?»
    Cosa ne pensava? Tante cose, ma ne avrebbe dette solo alcune.
    «Se dovessimo dare per certo che era la tana di Ouroboros, non mi stupirei se avesse lasciato briciole di pane per una trappola. Potrebbe esserci tranquillamente una bomba nella cassa e aprendola finiremmo tutti fatti a brandelli... O forse sarà vuota e ci farà soltanto perdere tempo.»
    Ciò nonostante era interessata ad aprire quella cassa, a costo di scardinare ogni vite o chiodo oppure sfondarne un lato con un calcio.
    «Tuttavia ancora non abbiamo trovato nulla che confermi la sua presenza qui... Non mi basta una stupida scritta sul muro, potrebbe essere di chiunque per chiunque.»
    Non che si aspettasse la firma Ouroboros, poteva pure quella essere fasulla, ma un qualche segno distintivo... Era difficile definire un qualcosa che potesse dare conferma, probabilmente lo avrebbe capito solo quando trovato o almeno era convinta di questo.
    Allo stesso modo era convinta che la cosa più sensata da fare in quel momento era non dare nulla per scontato - o almeno provarci - e memorizzare quante più informazioni possibili.
    Era ora di aprire il pensierino lasciato lì per loro, ma farlo in un angolo le dava fastidio ed era anche curiosa di scoprirne il peso.
    Si infilò da un lato, contro la parete, afferrando un angolo e tentando di scostare un po' dal muro la questione.
    «Spostiamola un po' più in centro, vediamo quanto pesa e mettiamoci più comodi.»
    O magari facciamo agitare qualche sensore di movimento ed esplodere la bomba, perché no...


    Sintesi azioni.
    Controlla la differenza di "pulizia polvere" tra la zona dalla forma strana e il resto del pavimento, per ipotizzare per quanto tempo può essere stato fermo quello che c'era posizionato e osserva la parete con Echo.
    Per la cassa: l'ha osservata con gli altri, per sapere come è costruita (chiodi, viti, ha un coperchio, dei cardini, etc) e poi ha provato a spostarla un poco dalla parete, per scoprire anche se è pesante.

    Faccio già qui richiesta di una indicazione sulle dimensioni approssimative dei vari punti vuoti e della cassa, se possibile. Grazie ❤️


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:10
     
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    Fu quasi allarmate come l’intera aura di Neko cambiò da quella pacata e quasi giocosa che aveva mostrato fino a quel momento ad una intensamente più gelida. Fermò lo sventolare delle sue carte da gioco per poi portare una mano dietro la schiena, il rosso del suo kakugan era intenso dalle due aperture della sua semplice maschera da gatto nero, accentuando ancora di più le decorazioni scarlatte. Quelle loro parole proprio non gli erano piaciute. Schioccò quindi la lingua, mostrando una calma quasi innaturale che andava a celare la sua irritazione nei confronti dei due giovani.
    «Quel tono non va proprio bene» ammonì con voce fin troppo fredda e per niente briosa, quel lento ed incerto modo di parlare che aveva usato fino a quel momento era completamento scomparso «Non sono il vostro di zerbino ma quello del capo, gli ordini che seguo sono solo i suoi» aggiunse poi con un risolino (anche se il "capo" era lui stesso ma questi sono dettagli) come a sottolineare un fatto ovvio: per lui loro non erano niente e non avevano fatto niente per avere il suo, di rispetto. Oltre a ciò avevano appena mandato a quel paese quel poco di fiducia che aveva concesso loro! Almeno due su tre, una aveva saggiamente deciso di rimanere zitta. Brava bambina.
    «E pensare che vi avevo pure lasciato fare soli soletti! Forse alla fin fine non siete così intelligenti da poter far tutto senza il mio aiuto!» ed eccolo lì, il suo tono divertito era tornato veloce come era sparito, come se quel piccolo evento precedente, quella piccola macchia di sporcizia in quella situazione non fosse stata minimamente lì. Anche se, era chiaro, lui non avrebbe di certo dimenticato. Si fece largo nella sala ignorando i tre moschettieri (sistemando le sue stupide carte all’interno della sua felpa insieme alle altre già poste nella loro scatola), analizzando il tutto per conto suo: passò in rassegna ogni punto ed angolo, annusò attentamente l’aria e andò perfino a toccare la scritta sul muro passandosi la polvere tra le dite guantate. Gettò un’occhiata alla cassa che stavano analizzando gli altri per poi passare oltre quasi saltellando, avendo perso tutto l’interesse per quella stanza in pochissimi minuti. Infondo non c’era assolutamente niente! E bravo Ouroboros, portati via tutta le cose importanti (beh, se c’erano state di principio)! Il depistaggio sembrava un’altra buona opzione che i tre potevano valutare, in quello era infondo bravo anche lui. Quindi capiva.
    Seguì poi l’odore dei tre che fluttuava ancora per il corridoio (infondo era assai facile separare il loro pungente odore di ghoul da quello vomitevole del posto), controllando le zone che avevano già visto gli altri, senza mettere piede in luoghi inesplorati. Anche se fosse successo qualcosa, probabilmente lui aveva più chance di sopravvivere un colpo letale. Anche se comunque male gli faceva. Finito il suo giretto tornò poi indietro, affacciandosi di nuovo nella stanza in cui si trovavano i suoi schiavetti ehm compagni di avventure «Cosa altro c’era dentro il barile?» chiese a nessuno in particolare, avendo notato che era stato aperto rispetto a come lo aveva visto ore prima, il tono allegro ma quella punta di avvertimento era facile da carpire. Non gli andava a genio che non gli avessero riferito nuovi ritrovamenti.
    Tuttavia c’era un pensiero, un qualcosa che lo stava disturbando da quando aveva messo piede in quel luogo la prima volta (e no, non stava parlando dei mocciosi impertinenti), lì nell’aria tra tutti quegli odori e suoni, come se ci fosse qualcos'altro di estraneo che non doveva essere lì ma i suoi sensi non percepivano niente di anomalo, il suo istinto era l’unico campanello di allarme. Anche se ora taceva, come fosse stato un suono basso e lontano.


    XxLDpFC
    CITAZIONE
    TURNO 05.

    Checkpoint #1 raggiunto! Obbiettivo non ancora completato.

    Oggetti trovati: Chiavi (Noctis).

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    Oltre a quello che era già palese agli occhi di tutti, nella stanza non c’è altro: la differenza di polvere tra le parti “pulite” e il resto è abbastanza elevata stando ad indicare che non è stata pulita da davvero molto tempo anche se uno nuovo strato si è andato a creare, come ad indicare che quegli oggetti erano almeno stati spostati da qualche giorno. Ci sono qualche graffi sulle parti basse dei muri e sul lato sinistro è caduto un po' di cemento per terra.

    Quando Rouge tenta di muovere la cassa, essa si sposta senza grossi problemi, non pesando poi molto. E’ tenuta ferma, inoltre, da diversi chiodi. Su un lato della cassa c’è la scritta “fragile” in rosso. Sembra una tipica cassa da imballaggio.

    hRWEz0z
    CITAZIONE
    Stanza 1A.

    Guardando meglio in giro tutte le chiazze quadrate appaiono essere di dimensioni intorno 1mx1m (la cassa in legno ha una dimensione simile) ma è difficile dirlo con sicurezza senza un righello o un metro da sarto mentre il quadrato più piccolo accanto a quello sulla destra dell’entrata sembra essere di 50cm x 50cm. Quella rettangolare sotto il graffito sembra essere di circa 150cm x 50cm. La parte che un tempo doveva essere stata coperta da un telo, è più difficile da calcolare ma la larghezza sembra superare di certo i due metri. Su alcuni punti ci sono comunque delle smussature come se qualcuno si avesse camminato sopra. Esaminando meglio la parte sull'estrema sinistra dal fondo, quello che si era pensato fosse un tutt'uno in realtà potevano essere state due oggetti estremamente vicini.





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:38
     
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    Non riusciva a non scoccare insistenti occhiate alla frase beffarda che Mister X aveva lasciato per loro sul muro: “You are late :^)”. E più la osservava più si convinceva che ci fosse qualcosa di terribilmente sbagliato alla base di quell’indagine.
    Avrebbe voluto avere una fotocamera con sé: non che si pentisse di aver portato la torcia, che al momento si stava confermando a dir poco essenziale, tuttavia un pensiero fisso gli martellava il cervello e una fotocamera avrebbe reso tutto molto più semplice. Cercò di imprimere il più possibile in mente il ricordo di quella calligrafia, quindi tornò a dare la sua attenzione a Rouge e Noctis, mentre Neko usciva dalla stanza.
    Adesso erano tutti radunati intorno a quella magica cassa misteriosa, dalla quale sarebbe potuto uscire anche un unicorno con in sella pinguinetti per quanto ne sapevano.
    “Ma se colui che ci ha scritto questa frase, sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato, perché ha portato via tutto, ad eccezione di questa cassa?”
    Perché voleva che fosse aperta da chi fosse giunto successivamente, chiaro. La vera domanda era se fare il gioco di Mister X li avrebbe condotti a sventolare vittoriosamente qualcosa davanti al naso di Neko o a diventare coriandoli. Era ancora un po’ presto per festeggiare il Carnevale.
    “Non mi basta una stupida scritta sul muro, potrebbe essere di chiunque per chiunque.”
    «A tal proposito...» dopo aver aiutato Rouge a spostare la cassa, che si rivelò più leggera del previsto, si inserì nella conversazione mentre si sedeva sui talloni.
    Anche con le gambe piegate rimaneva fastidiosamente alto, ma da vicino avrebbe avuto la possibilità di analizzare molto bene la cassa. Magari sentiva un miagolio. Magari il gatto era ancora vivo.
    «Quel che sappiamo su Ouroboros non sembra coincidere con lo stile del nostro Mister X. D’accordo, parliamo di un tipo tanto imprevedibile da rubare una quinque, ma...» scoccò l’ennesimo sguardo alla scritta e ai graffi sui muri. «Forse sto solo pensando troppo… ad ogni modo, tanto vale aprire questa roba ormai, anche se si rivelasse uno specchio per le allodole. Avreste, per caso, una kagune meno animalesca di un Rinkaku?»
    Liquidò così l’argomento, soprattutto a causa del ritorno di Neko, e lasciò che fosse Noctis a rispondere, dal momento che proprio lei era in possesso delle chiavi che avevano trovato.
    Sotto la maschera di Echo si allungò intanto un sorriso obliquo, ripensando alla reazione spazientita e stizzita del gatto alle sue parole di poco prima. Sapeva di aver commesso un errore a provocarlo e che non avrebbe perso occasione di fargliela pagare, magari proprio nel momento di maggiore pericolo. Non che Echo si aspettasse alcunché da parte di Neko, di Noctis o Rouge in caso di pericolo. Tuttavia non poteva fare a meno di provare una certa soddisfazione: il gatto aveva tirato fuori gli artigli e mostrato uno scorcio della sua vera faccia, che, per quanto sgradevole, era di certo preferibile alla falsità ostentata finora.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:39
     
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    L’entrata nella stanza e il cambiamento di Neko, erano le due questioni principali che si formarono in quel momento. Per la prima, si era ormai arrivati al punto sicuro che all’interno di essa si trovavano in precedenza oggetti, scatole principalmente o mobili, spostati da pochi. Lo si poteva dire anche grazie al livello di polvere che c’era tra le zone “normali” e quelle che in precedenza avevano avuto questi oggetti ad occupare lo spazio della stanza. Il secondo punto, ovvero la loro guida, riguardava un insano cambiamento di carattere nel ghoul che li aveva portati lì e ora sembrava essere, a parte nervoso e leggermente distaccato, anche utile alla situazione. Junko, di suo, si stava semplicemente guardando meglio intorno, sia per Rouge che aveva sottolineato come la scritta lasciata non desse alcuna prova evidente che si fosse trattato proprio di Ouroboros, visto che poteva essere per chiunque e fatta da chiunque quella frecciatina e sul come la scatola potesse essere stata lasciata lì di proposito e, al tempo stesso, potesse contenere di tutto. Da qualcosa di pericoloso o da perdita di tempo, come la stessa Rouge aveva sottolineato e ora dunque… che si poteva fare per aprire quella fantomatica cassa di legno, con tanto di scritta fragile incisa sopra, cioè, di lato? Beh i metodi erano vari, ma prima che la ragazza potesse aiutare il duo, Neko propinò la domanda in merito al barile che era stato aperto, cosa avevano trovato all’interno? Di certo chi ne sapeva di più, era Junko, visto che era stata la fautrice di tanta curiosità che l’aveva portata a rovistare all’interno.
    «All’interno del barile vi erano: buste con cibo umano, vuote ovviamente, volantini rovinati, un cappello da baseball nero strappato in più punti, un pezzo di stoffa sporco e strappato, di un qualche capo d’abbigliamento o altro in precedenza bianco e … ehm… basta!» la paura di non dirgli delle chiavi, era anche dettato dal comportamento che aveva avuto Neko in quel momento e anche perché quelle chiavi potevano essere utili, quanto inutili. Come tante altre cose, il loro rivelamento lì, poteva essere una semplice coincidenza che non le avrebbe portate chissà dove. Dopo tale atto, la concentrazione della ragazza si portò su Echo che chiedeva un metodo per poter aprire la cassa e forse aveva già intuito che dovevano utilizzare le loro kagune per aprirle. «Io ho lei!» esclamò cercando di non fare troppo baccano, rilasciando il suo kagune, che partiva dal coccige, rivelando quella sua coda rossastra che Junko non perse tempo ad abbracciare, come se avesse appena visto un’amica che non vedeva da tanto e subito ecco che la sua kagune iniziò a farle i grattini in testa e darle pacche sulla spalla. «Bene! Come vogliamo procedere? Dai su non farmi il solletico Marina Abramovic!» sì… era proprio così. Aveva dato un nome alla sua kagune, il nome di un’artista serba. Signori e signore, questi sono i nuovi ghoul. Abbiatene paura.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:41
     
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    Riepiloghiamo. Erano tre addetti alla scientifica allo sbaraglio (apparentemente) più soggetto di fiducia di Nekomata che, ufficialmente, aveva solo l'incarico di accompagnarli e vegliare sul loro operato.
    Peccato che, almeno per la reazione avuta, sembrava aspettarsi dal trio una sorta di cieca fiducia e rispetto, oltre che il resoconto ad ogni azione, come se avessero il tempo e la voglia di stare con il dito premuto continuamente sul pulsante della ricetrasmittente.
    Certo Neko era il tirapiedi di Nekomaa e giustamente doveva eseguire i suoi ordini, ma Rouge non era sul libro paga del Clan Zeiva e quindi quella scena madre alla fine non esordì alcun effetto nella Laurier, tranne quello di vederla concentrata in ciò che era andata lì a fare, il suo scopo principale nella vita: cercare informazioni per l'Oleandro. Tutto il resto era superfluo e, per di più, il teatro non era tra i suoi interessi.
    La cassa invece al momento era ciò che andava guardato e aperto, così da togliersi di mezzo i dubbi sul contenuto e poter procedere con le altre stanze.
    Trascinarla un po' più verso il centro fu facile, non era pesante ed Echo aveva deciso di darle una mano nello spostamento.
    La scritta "fragile" sembrava quella stampata classica di ogni imballaggio, poteva essere davvero un banale espediente per far perdere tempo - o una trappola - ma tanto valeva togliersi il problema. Forse era il caso di provare a sollevarla anche, giusto per accertarsi che non fosse aperta sotto e quindi vuota davvero. Però il contenuto poteva davvero essere fragile, se presente, e quindi finire distrutto da un tale ribaltamento. Ah... troppe ipotesi, era snervante.
    Guardò con più attenzione il legno, il come era costruita e i chiodi che tenevano le assi di legno fissate insieme.
    «Quel che sappiamo su Ouroboros non sembra coincidere con lo stile del nostro Mister X. D’accordo, parliamo di un tipo tanto imprevedibile da rubare una quinque, ma...»
    Non aveva ancora trovato nulla che confermasse o smentisse la sua opinione su quel soggetto e nulla aveva ancora decretato che chi era stato lì, chi aveva usato quello spazio, chi aveva portato via cose dalla stanza, chi aveva camminato sul presunto sangue nel tunnel, chi aveva lasciato la scritta fossero la stessa persona e soprattutto fossero il tanto chiacchierato Ouroboros. Un castello di sé e ma che andava a crescere esponenzialmente, senza contare il fatto che erano ora in quattro ad aggirarsi e scombinare ancora di più i possibili indizi utili. Lavorare in gruppo non faceva proprio per lei, soprattutto in modo così disorganizzato.
    «Forse sto solo pensando troppo… ad ogni modo, tanto vale aprire questa roba ormai, anche se si rivelasse uno specchio per le allodole. Avreste, per caso, una kagune meno animalesca di un Rinkaku?»
    Dato che il gatto nero - a casa di Rouge si vociferava portassero sfortuna di quel colore - era rientrato per indagare sul loro precedente operato, si permise di parlare subito dopo il resoconto di Noctis sul contenuto del barile nel corridoio, sempre con il suo tono basso e apatico, senza nervosismo, come fosse una analisi a voce "alta" della situazione. Voleva accertarsi sul loro livello di intelligenza e competenza? Accontentato.
    «Attualmente non abbiamo niente in mano che confermi la presenza in passato di Ouroboros in questo posto e siamo qui perché qualcuno forse ha visto una figura con maschera di drago allontanarsi da questi tunnel.»
    Prese un lento respiro sfilandosi dal polso l'orologio e togliendo dal retro del quadrante una sottile lametta di metallo con una punta che richiamava un cacciavite a taglio.
    Stando abbassata, con un ginocchio che poggiava a terra, inizio a far pressione sotto le teste dei chiodi di un paio di assi più vicine a lei, così da poter allentare la pressione esercitata e poterle in seguito sollevarle con l'aiuto di un'altro strumento.
    «Le informazioni che ci sono state date sono alquanto scadenti, perciò al momento non vedo che senso abbia riferire di ogni singolo pezzo di spazzatura trovato in questo posto. Do ut des... Perché dovrei dire tutto se il supervisore non fa altrettanto?»
    Aveva appena voltato lo sguardo in direzione di Neko, anche lei ora con le iridi rosse e le sclere nere mentre le due code spuntavano da sotto la felpa per allungarsi e quella con la punta uncinata cercava di infilarsi al di sotto delle assi ancora bloccate dai chiodi su cui aveva esercitato prima pressione per sollevarli un poco.
    «Non vuole essere mancanza di rispetto...» Mancanza di fiducia, piuttosto. «...ma sono abituata a comunicare le cose quando diventano rilevanti e al momento non abbiamo nulla che confermi la presenza di chi cerchiamo qui.»
    Tornò a dare attenzione alla cassa e forzare il legno con una delle due code per poter infilare anche le dita e sollevare almeno una delle assi, o romperla. La seconda coda, quella prensile, aveva invece il compito di tenere ferma la cassa, trattenendola nell'angolo più vicino e premendola verso il terreno. Due forze opposte, per evitare di sollevare l'intera cassa e agire simulando l'effetto di un comune piede di porco, strumento più comune per lo svolgimento di quel compito.
    «Ma se vogliamo iniziare a dirci tutto... Credo che Ouroboros sia piuttosto intelligente, manipolatore e organizzato... e che questa non sia mai stata la sua vera base, forse un magazzino temporaneo. Sempre se davvero è stato qui.»
    Fino a prova contraria avrebbe rimarcato la mancanza di una prova certa. Inoltre qualcuno una volta aveva detto che il posto migliore dove nascondersi era sotto il naso di tutti, in bella mostra. Le fogne erano così sudice e scontate... e nessuno sapeva che faccia fosse nascosta dietro la maschera, poteva essere davvero chiunque.

    Sintesi azioni.
    Con il "cacciavite a taglio" cerca di sollevare un po' le teste dei chiodi, di qualche millimetro almeno, così da poter forzare un po' le assi e infilare la coda a punta per poter fare spessore per usare anche le dita e fare leva. La seconda coda viene invece usata per tenere la cassa premuta verso il terreno e non rischiare di sollevarla.


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:11
     
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    A rispondere alla sua domanda fu Noctissina. Ascoltò dunque le sue parole con finto interesse, annuendo poi entusiasta, avendo tuttavia notato la sua esitazione finale «Che peccato non ci fosse stato altro! Trovare indizi è difficile, eh!» commentò, battendo le mani come se capisse appieno il loro dilemma. Non le credeva di certo ma poteva anche darle il beneficio del dubbio, per il momento, sia chiaro. Non poteva di certo mettersi a cercare nelle tasche di ognuno per vedere se avessero mentito, non era educato. Non era quello che gli aveva insegnato la sua mammina. Ah già, quale mammina? Comunque sia, anche Rouge aveva deciso di dirgli qualche parolina. Da sotto la maschera Neko digrignò i denti per poi andare a dirle con tono amabile come se la velata reazione della ragazza non gli importasse «Quello che può essere irrilevante per te, può non esserlo per me. Avere occhi in più aiuta, no?» finì facendo poi spallucce, rimanendo appoggiato all'uscio della stanza.
    Passò dunque successivamente a guardarli tentare di aprire quella solitaria cassa con vago interesse, per poi scoppiare a ridere non appena vide le loro reazioni all’attacco a sorpresa. Rise sonoramente per qualche lungo secondo, rimbombando in quel luogo chiuso. Ben vi sta, moschettieri! Saltellò poi vicino alla loro posizione, mantenendo un po’ di distanza, osservando invece con interesse cosa rimaneva della cassa in legno, commentando poi a gran voce, non particolarmente curante delle loro fresche ferite «Perbaccolina! Questa si che è un’abilità degna di nota!» nemmeno Nekomata aveva un controllo del genere, per un abilità che aveva sviluppato ancora da poco! Era facile provare un po’ d’invidia per chiunque avesse piazzato quella trappola, un trucco semplice ma efficace, quella di usare la curiosità di certi per portare sventura. Tuttavia era chiaro che ora bisognava prestare più attenzione, chissà cos’altro nascondeva quel luogo «Peccato che non ho con me dei cerotti! Ve li avrei prestati» non sarebbero serviti a niente (sempre meglio delle sua carte da gioco) e non lo avrebbe comunque fatto ma sono dettagli.


    XxLDpFC
    CITAZIONE
    TURNO 06.

    Oggetti trovati: Chiavi "203" (Noctis).

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    Grazie agli sforzi delle due ragazze la cassa si è aperta, tuttavia… dal suo interno spunta un segmento di una kagune a quattro fasci che va a colpire i presenti più vicini! E’ una kagune-trappola, il movimento di apertura della cassa lo ha azionato!

    Tiro di dadi (1-6)(Danno):
    - Echo: 1
    - Noctis: 5
    - Rouge: 3

    Echo riesce a schivare miracolosamente il colpo a sorpresa rimanendo così illeso ma le altre due ghoul non sono così fortunate: nonostante Rouge riesca a spostarsi in tempo viene colpita al braccio e perde momentaneamente il 10% dello Status mentre Noctis viene colpita quasi completamente in pieno sullo sterno perdendo momentaneamente il 15% dello Status. Tuttavia, se non si affaticheranno troppo nei prossimi minuti, la loro naturale rigenerazione dovrebbe entrare in azione così da alleviare un po’ le loro nuove ferite.
    Dopo aver attaccato, il segmento di kagune si è distrutto, lasciando solo qualche traccia della sua esistenza. Oltre a ciò, all’interno della cassa non vi è altro.

    mYuG9yI




    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:39
     
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    Accostarsi per ultimo alla casa con l’intento di aiutare le ragazze a scoperchiarla si rivelò una vera fortuna, che però Echo avrebbe volentieri condiviso con le altre due ghoul. La relativa distanza gli aveva permesso di slanciarsi all’indietro nel momento in cui aveva udito qualcosa scattare, evitando così il colpo: riflessi pronti e una dose di sfacciatissima fortuna del principiante.
    Tuttavia non era andata altrettanto bene a Rouge e Noctis, la prima colpita al braccio e la seconda allo sterno.
    Per un lungo, apparentemente interminabile minuto, Echo si sentì mortificato di non essere riuscito ad intervenire prima che le due ragazze fossero colpite da una cosa assurda come… una kagune-mimic? Che razza di malato di mente avrebbe usato una kagune per farne una trappola? Se non altro, si poteva dire che i loro dubbi in merito ad Ouroboros fossero stati letteralmente spazzati via.
    Dopo essersi accertato con un’occhiata delle condizioni di Rouge - la quale non gli dava l’impressione di una persona che apprezza la preoccupazione altrui o di essere al centro dell’attenzione -, decise di mettere una mano sulla spalla di Noctissina.
    «Stai bene? Ce la fai?» no che non stava bene, una domanda stupida che riusciva persino a tradire quanto si sentisse in colpa.
    No, non stava rivedendo le proprie sorelle Rouge e Noctissina, ma lo spavento era stato tale da far tornare a galla uno dei suoi tratti caratteriali più marcati, che cercava di tenere nascosto quando vestiva i panni di Echo: la propensione a preoccuparsi per chi è in difficoltà.
    Gli Yuurei erano spettri e gli spettri non esternano emozioni, ma quando tu stesso sei un tornado di emozioni la cosa diventa alquanto difficile.
    Neko intanto smentiva tutto ciò che aveva appena detto su paio di occhi in più, che dovevano aver perso parecchie diottrie o essere occupati ad ammirare la magnificenza del proprio ego per ricordarsi di avere ben altra fisiologica funzione.
    Quando arrivò addirittura a ironizzare sui cerotti, polverizzando qualsiasi buon proposito nei suoi confronti, Echo ebbe la sua seconda dose di fortuna della giornata: essere di spalle rispetto al gatto. Altrimenti avrebbe visto come le sue braccia si erano irrigidite e gli occhi avessero cambiato colore - cosa che a turno stavano facendo tutti, ormai mancava solo Noctissina.
    Echo poteva giustificare le risate fuori luogo, una vendetta più che prevedibile contro chi lo aveva oltraggiato poco prima. Poteva sopportare tutto, ma non l’indolenza nel momento in cui qualcuno era rimasto ferito - qualcuno che, ironicamente, non era neanche chi aveva trattato peggio Neko.
    Ma Neko era un inviato di Nekomata, incaricato di ricoprire il ruolo di punto di riferimento e leader della spedizione. Un comportamento del genere era inaccettabile per Echo, la cui vita era stata largamente influenzata dall’imparare ad essere un leader.
    Fu proprio il ricordo della voce tonante di suo nonno ad immobilizzarlo prima di perdere la testa. Le braccia tornarono a rilassarsi e gli occhi riacquistarono una colorazione naturale: la rabbia non sarebbe defluita tanto presto, perciò fino ad allora avrebbe dovuto incaternarla violentemente. La maschera avrebbe provveduto al resto, nascondendo il volto avvelenato.
    Avrebbe atteso di sapere se Noctis ce la faceva da sola, per poi assicurarsi che dentro la cassa non ci fosse più niente e proporre a Rouge di proseguire verso la prossima stanza.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:40
     
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    L’idea di voler aprire la cassa, utilizzando le Kagune come leva, era un’idea ben congegnata, anche se prima di prima fare ciò, Rouge provò a rimuovere qualche chiodo utilizzando quel suo porta oggetti ben strutturato. Era all’apparenza una sorta di orologio, ma in realtà era più funzionale di un kit svizzero ed era stata un’altra buona idea portarlo, come per la torcia di Echo. Al momento quello di Noctis si stava rivelando il meno utilizzato o comunque il meno utile, almeno per quel momento. Le risposte di Neko e quelle di Rouge sembravano portare la loro attenzione in merito agli indizi che avevano raccolto e secondo la ragazza, non conoscendo perfettamente la situazione in cui si trovavano, di certo non potevo auspicare al vedere ogni oggetto come utile o inutile, dopotutto anche per la scritta, la donna stessa, aveva espressamente detto di non avere alcuna prova in merito e che quindi poteva essere stata lasciata da tutti, per tutti. Neko, dal suo canto, si sentiva responsabile di quella missione, attenzione, della missione e non delle anime che la stavano portando avanti, quindi voleva essere messo al corrente in merito a ciò che trovavano e alle idee che si facevano. Chi aveva ragione fra i due? Noctissina aveva questo dilemma in testa, di certo avrebbe voluto parlargli della chiave che avevano trovato nel barile, ma per ora si stava concentrando particolarmente sull’aprire la cassa di legno, in compagnia della ragazza e del loro alleato, fin tanto che potevano un attimo concentrasi su qualcosa che avevano trovato, si sarebbe potuto anche lasciar un attimo perdere il dovere dare spiegazioni ad un quarto individuo. L’apertura della cassa, però, non era alquanto da ricordare come un evento positivo, poiché fuori da essa ecco partire una… kagune-trappola! (Junko aveva dimenticato le sue carte da yu-gi-oh a casa, altrimenti avrebbe potuto rispondere) Quattro fasci si diramano da essa, Noctissina, troppo presa dall’apertura della cassa e con una guardia troppo bassa, non pensava neanche di trovarci qualcosa di così tanto pericoloso all’interno, si ritrovò colpita quasi del tutto allo sterno, provocandogli un taglio non indifferente che la fece allontanare dalla cassa e inginocchiare a terra, perdendo sangue prima di tutto e colpi di tosse in aggiunta a quel mix. Il dolore, all’impatto almeno, fu alquanto potente, nulla di serio, ma comunque in preda a quel momento, la fece leggermente gemere dal dolore, alquanto udibile. Da aggiungere, vi erano anche le parole di Neko che di certo non sembravano preoccupate, visto e considerato che tutto aveva fatto, fuorché le cose effettive da fare, facendo le cose da non fare. La kagune di Junko sembrava fissare male Neko, ma non fece mosse d’attacco o altro, rimase semplicemente sospesa nell’aria, ondulando lentamente mentre la ragazza si toccava lo sterno per cercare di comprendere la gravità della sua situazione. In suo aiuto psicologico c’era Echo che gli chiese se stesse bene e se riuscisse a rialzarsi o comunque stare in piedi da sola.
    «Sì… tempo di rigenerarmi e mi riprenderò...grazie...» disse la ragazza, tossendo ancora una volta, visto che comunque il colpo di certo non le aveva fatto chissà quanto bene alla respirazione, ma non ne parlava di togliersi la maschera. «Nekozzo-chan se non chiudi la bocca, ti farò un foro da parte a parte ad altezza gola. Così ti uso come cassa per il mio smartphone. Almeno ti rendo muto e mi rilassi al tempo stesso con la mia playlist di Spotify.» era la rabbia a parlare e il dolore che l’aveva creata. Lentamente si rialzò da terra, tenendosi una mano allo sterno e cercando di tranquillizzarsi, sia con il respiro che con i pensieri. «Scusate…era la mia semplice rabbia a parlare, per via del dolore… adesso mi riprendo … » era in un certo senso pentita di aver detto quelle frasi contro Neko, non che non lo vedesse come un soggetto “cattivo”, ma di certo non covava tutta quella rabbia per lui.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:41
     
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    Trovava insulsa l'aura di superiorità di Neko e la presunzione che i suoi occhi fossero, per chissà quale mistica ragione, più analitici degli altri. Il tutto senza aver mai chiesto quali competenze avessero i partecipanti a quella sortita.
    Rouge non conosceva l'esperienza di nessuno dei presenti e per questo si imponeva di non giudicarli come meno preparati di lei, ma neppure come migliori, a prescindere dal rank che potevano aver guadagnato. Le erano state tolte l'infanzia e l'adolescenza, sostituite da una rigida istruzione e disciplina che mettevano al primo posto la segretezza e il farsi sottovalutare dagli altri. Sentirsi dare, più o meno sottilmente, dell'incompetente era perciò una soddisfazione, anche se fastidiosa.
    Non voleva lasciare nulla al caso, non voleva dare nulla per scontato ed era giusto osservare ogni cosa in maniera analitica: fosse stata da sola, avrebbe analizzato ogni singola cosa, raccogliendo una miriade di dati probabilmente inutili e tirando le somme solo ad ispezione conclusa. Valutare l'importanza di qualcosa senza il quadro completo era, per il modo in cui era stata cresciuta, un errore da principianti e da superbi. Senza contare che l'analisi finale l'avrebbe affrontata a casa, con nonna Mori, l'Oleandro era l'unico a cui avrebbe riferito qualsiasi sua riflessione, a differenza dei presenti e, in particolare, degli Zeiva.
    Senza contare che... Neko continuava a voler sapere tutto e non dava nulla in cambio, perciò non c'era motivo per cui lei dovesse comportarsi diversamente.

    Sulla base del voler controllare ogni cosa, anche la più apparentemente inutile, la cassa di legno era diventata vittima dell'indagine. Perché era stata lasciata lì, quando tutto il resto era stato portato via? Che contenesse qualcosa lasciato "in regalo" era altamente probabile, sempre senza dare per scontato che si trattasse di Ouroboros, contemplando anche la possibilità di una trappola.
    Accontentata!
    Riuscendo a scansarsi quanto sufficiente per non subire un grande danno, lasciò le esternazioni rumorose a chi era stato colpito in maniera peggiore. Certo, aveva fatto male, quasi più per l'agguato che per il taglio in sé, e l'esternazione di dolore fu trattenuta a bocca serrata e denti digrignati in una smorfia infastidita delle labbra.
    La felpa si era guadagnata un'altra toppa. Il tessuto lacerato era macchiato di sangue scuro e con le dita andò a sentire l'effettiva gravità, auto-infliggendosi un ulteriore dose di bruciore.
    La risata di Neko e le esclamazioni di Noctis l'avevano raggiunta come un brusio lontano, non aveva dato loro retta o meglio era decisamente più interessante riflettere su quella bella sorpresa sotto un altro punto di vista: era ciò che si sarebbe aspettata da un serial killer che non guardava in faccia a nessuno, disinteressato a chi andava a colpire. Ora, forse, poteva valutare come un po' più convincente l'ipotesi che fosse una base di Ouroboros, o meglio un suo magazzino.
    Rialzandosi si pulì la mano sporca di sangue sulla felpa, mentre le due code lentamente si muovevano serpentine verso il basso. Nessuna reazione aggressiva da parte sua, aveva letteralmente ignorato Neko, preferendo invece voltare lo sguardo su Echo e Noctis, con il primo intento a dare una mano all'altra. Mentalmente lo ringraziò sia per averla ignorata, sia per averle evitato di mostrarsi troppo socievole, non era in grado di fare la carina a comando quando indossava la maschera.
    «Abbiamo tempo...»
    Per riprendersi e rigenerarsi, almeno ipoteticamente. Era il suo massimo, in un tentativo di far intendere alla ragazza che sicuramente lei non avrebbe messo fretta e che trovava giustificata anche la reazione.
    Nel frattempo cercò di dare un'occhiata ai resti della cassa, giusto per vedere se oltre alla trappola ci fosse qualcosa di utile, magari un'altra scritta con la medesima grafia del muro.
    Ora si poteva dire di avere dato una controllata almeno decente alla stanza e si poteva passare ad un'altra.
    «Propongo di andare nella stanza accanto, seguiamo impronte e volantini. Vi aspetto fuori...»
    Uscì dalla stanza senza prestare attenzione al gatto nero, passandogli accanto con un angolo della bocca leggermente sollevato per i pezzetti di puzzle che andavano ad incastrarsi con estrema lentezza nella sua mente. Giuste o sbagliate che fossero le ipotesi non era importante, un po' alla volta quelle sbagliate sarebbero state scartate e sapeva che non sarebbe bastata quella notte per completare il quadro di un soggetto con un livello di anonimato invidiabile.
    Però ora era ancora più curiosa di scoprire che altri regalini erano stati lasciati in giro, perciò raggiunse l'ingresso della stanza 2A, entrandoci di un passo e sbirciando nella penombra al suo interno, nell'attesa di essere raggiunta da Echo con la torcia e Noctis.


    Sintesi azioni.
    Dopo aver dato un'occhiata ai resti della cassa, esce dalla stanza, raggiunge la 2A ed entra di due passi cercando di farsi un'idea di ciò che c'è all'interno mentre aspetta gli altri due.
    Scusa Neko, sei stato palesemente ignorato ❤️


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:12
     
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    Neko osservò a lungo i tre giovani dondolando sulle piante dei suoi piedi (lì, sul fondo della sua mente, stava diventando sempre più irrequieto), specialmente le due ferite, con un’aria di pacata indifferenza anche se il sorriso divertito non è che fosse ancora completamente scomparso da sotto la sua maschera. Non sparì nemmeno alle parole di Noctis, anzi, rise di nuovo, velatamente ma sempre con gusto per poi andare ad esalare, il tono così ilare che risultava ancora abbastanza fuori posto, specialmente dopo che alcuni comportamenti e reazioni di Neko era già saltati fuori. Ciò non poteva stare a significare niente di buono, non per il presente ma più che altro per il futuro che incombeva «Piccola signorina, ciò dipende se riesci a colpirmi prima! Ma poi che modi, nemmeno la cena mi vuoi offrire prima!» finì passando ad un tono fintamente offeso, come se si stesse chiedendo “per chi mi hai preso” «Susu, è solo una feritina! Passa subito!» aggiunse poi, lanciando un’occhiata di traverso a Rouge che gli era passata accanto senza aggiungere nemmeno un piccolo commento. Peccato, si era aspettato di più da quello. Lanciò un’ultima occhiata agli altri due che erano rimasti nei pressi dei resti della cassa, prima di seguire la silenziosa ghoul verso un’altra stanza, i suoi passi sempre silenziosi.


    7yhD9XL
    CITAZIONE
    TURNO 07.

    Oggetti trovati: Chiavi "203" (Noctis).

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    La rigenerazione sta entrando in azione. Per non essersi sforzate troppo Noctis e Rouge recuperano per il momento il 3% di Status.

    Rouge controlla nuovamente quello che rimane della cassa in 1A, tuttavia non c’è altro rispetto a quello che era stato precedentemente notato.

    mYuG9yI
    GYg6CEo
    CITAZIONE
    Stanza 2A (Rouge)

    Entrando in 2A la prima cosa che salta all’occhio è il proseguimento delle scie di sangue secco, che si vedevano già da fuori, che confluiscono specialmente sul lato destro dell’entrata, come se qualcuno ci sia stato appoggiato lì per un arco di tempo imprecisato.
    Il mucchio di volantini sparsi nel mezzo della stanza sembrano provenire da un mucchio sulla destra, come se fossero stati fatti cadere per sbaglio lì durante il passaggio di qualcuno. Alcuni sono sporchi di sangue.
    Poco più avanti dei volantini vi è una chiazza di polvere rettangolare meno spessa del resto, qualcosa di piccolo doveva essere stato appoggiato lì fino a poco tempo fa, un po’ come le chiazze in 1A. Forse una scatola di qualche tipo.
    Passando alla parte sinistra, dal fondo vi è una cassa in legno (come quella in 1A) ma tuttavia è sporca di sangue come il resto della stanza. Sopra di essa sembra che un tempo ci sia stato appoggiato qualcosa di rettangolare, considerando che alcune macchie di sangue vengono spezzate dalla forma.
    Sul lato sinistro dall’entrata vi è una chiazza rettangolare ma di dimensioni più grandi, intorno ad essa il sangue è un po’ smussato indicando che forse, quello che un tempo si trovava lì, è stato spostato durante lo stesso periodo in cui le macchie di sangue hanno lasciato il segno.





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:40
     
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    Durante l’acido scambio di battute tra Noctis e Neko, per un momento Echo nutrì il timore che la situazione degenerasse una volta per tutte. Da sola, Noctis non sarebbe probabilmente riuscita ad avere la meglio sul loro superbo supervisore, e se Echo si conosceva, e si conosceva abbastanza bene, sapeva che si sarebbe infine lasciato coinvolgere per andare in soccorso della ragazzina. Lo stesso non poteva dire per Rouge. Anzi, a dir la verità poteva immaginarla passar loro accanto con andatura da soldato concentrato sulla sua missione, uscendo poi dalla stanza per continuare finalmente in santa pace le indagini.
    Insomma, tutto si sarebbe risolto in un inutile bagno di sangue. Diede una pacca sulla spalla di Noctis, aspettando che si rimettesse in piedi per seguire il gruppo chiudendo la fila.
    C’erano altri modi per farla pagare a Neko, richiedevano solo pazienza.

    E così erano arrivati nella seconda stanza, dove ad accoglierli erano stati il freddo abbraccio del buio e il pungente odore del sangue.
    La mano di Echo si era mossa in maniera istintiva, senza quasi che se ne accorgesse, risalendo lungo le scie di sangue secco sul pavimento. Se fosse stato un film dell’orrore, a quel punto la BGM avrebbe virato su note acute o si sarebbe del tutto estinta, lasciando presagire il peggio.
    Subito a destra dell’entrata… ci avevano sventrato un maiale, lì? Possibile che tutto quel sangue avesse una correlazione con la kagune-trappola? Hm.
    Mostrando un accenno di personalità, si portò la mano libera - la ricetrasmittente faceva cucù dalla tasca dei pantaloni - al mento, pensandoci su mentre si avvicinavano per analizzare più da vicino.
    Non ne era poi granché convinto: le kagune avevano poco tempo a disposizione prima di morire come qualsiasi altro organo staccato dal corpo.
    Se il sangue fosse stato più fresco, allora l’odore sarebbe stato molto più intenso e percepibile già dall’esterno della stanza. Probabilmente era secco come le scie e quindi risalente a ben prima della creazione della kagune-trappola.
    Diede un lieve colpetto con l’indice sulla spalla di Rouge per richiamare la sua attenzione. «Ci pensi tu qui? Do un’occhiata a quei volantini, se ti serve luce avvisa.»
    Avrebbe quindi lasciato a Rouge il lago di sangue, mentre si chinava sul mucchio di volantini sul lato destro della stanza: erano in quantità maggiore e non sporchi di sangue, conveniva partire da lì.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:43
     
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    La situazione per Noctis andò calmandosi sempre più, il suo respiro tornò normale e senza attendere oltre, continuò a tenersi la mano allo sterno, sapeva che le capacità di rigenerazione della sua razza sarebbero partite a breve, bisognava soltanto aspettare. Seguendo le parole e i gesti del gruppo, la ragazza lasciò perdere l’accaduto e senza attendere oltre fu l’ultima a lasciare la stanza, rimanendo dietro Neko ed Echo, Rouge era già uscita prima di loro. La seconda stanza da controllare era quella infondo al corridoio, di fianco a dove avevano trovato precedentemente il barile e dove si trovavano le tracce di sangue. Quando fu presente, grazie all’aiuto della torcia, poté rendersi conto della grande presenza di sangue all’angolo della stanza, sembrava avessero ucciso qualcuno. Dunque era successo qualcosa in quel luogo, con tutto quel sangue, di certo ci era morto qualcuno o ci stava morendo o semplicemente, perché no, era successo qualcosa. (Potrebbe essere realmente salsa di pomodoro e a questo punto, persino io starei per Ouroboros, per come riesce a colpire i nemici e trollarli al tempo stesso) Una volta dentro, Noctis si diresse con Rouge, se anche lei avesse accettato la proposta di Echo s’intende, per aiutarla con il sangue. Bensì l’aiuto della ragazza era ancora una volta incidere vari schizzi in merito al sangue e anche per l’impronta, utilizzando dunque il suo taccuino e la sua penna, poi da lì avrebbe scritto le varie parole dette dalla ragazza sua alleata per ricordarle sul foglio.
    «Ti aiuto io qui, Rougurina-senpai! Dimmi tutto, la mia penna e la carta sono al tuo servizio. Non solo la tua mente, non può contenere tutto, altrimenti boom!» rise tra sé e sé mentre la sua mente d’artista esprimeva il suo potenziale nel poter disegnare o meglio scrivere, visto l’inchiostro della penna, la sagoma dell’orma e della chiazza di sangue. Ora però, senza luce, non poteva fare molto, ma di certo avrebbe potuto usare la ricetrasmittente per poter comunicare e quindi avvicinarsi ad Echo, in cerca di luce e magari anche di un aiuto, se lui avesse voluto, così lei poteva scrivere varie cose e al tempo stesso esserci per entrambi, così da diffondere appieno, lo SPIRITO DELL’AIUTO! (Avete presente il pugno dell’amicizia? Ecco…) In caso Echo le avesse donato un sguardo, lei l'avrebbe tipo fissato alcuni secondi e poi salutato con la manina. Intanto la kagune di Noctis osservava il giovane Echo con fare curioso tant’è che gli dava lentamente e con dolcezza delle pacche sulla testa, tipo “bravo bambino, su cosa lavori?”. (era una kagune anziana che amava vedere i lavori in strada e parlare con le altre kagune del clima) Il tutto si era fermato dunque con Noctis che aveva bisogno della luce per poter scrivere ed usare la ricetrasmittente nel caso Rouge dovesse dire qualcosa per farle appuntare il tutto e nel mentre ritrovarsi vicino ad Echo, così in caso di aiuto, avrebbe potuto esserci anche per lui. I nuovi ghoul sono anche multitasking.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:41
     
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    Guardò a terra le chiazze di sangue e le impronte che dall'entrata raggiungevano sia l'angolo destro, culminando in un tripudio di sangue secco, sia a sinistra una ennesima traccia di qualcosa di rimosso.
    Sembrava un rebus, tanti dettagli sparsi in un caotico ordine casuale, sicuramente con un qualche significato ma al momento non sembravano voler comparire le lettere d'aiuto per collegare i vari pezzi e formare la frase a senso compiuto della soluzione.
    All'entrata degli altri e della luce, si avvicinò maggiormente all'angolo imbrattato di sangue, evitando con cura quasi maniacale di calpestare le tracce di sangue, per quanto fossero ormai secche e non rischiasse di inquinare la scena con nuove impronte.
    Si voltò verso Echo appena dopo quel tocco leggero.
    «Ci pensi tu qui? Do un’occhiata a quei volantini, se ti serve luce avvisa.»
    Annuì, osservando quel tentativo fallimentare di ritinteggiare le pareti e dare un tocco vivace alla stanza. La chiazza era ampia, forse potevano averci tranquillamente portato il pranzo... e anche la cena magari.
    «Ti aiuto io qui, Rougurina-senpai! Dimmi tutto, la mia penna e la carta sono al tuo servizio. Non solo la tua mente, non può contenere tutto, altrimenti boom!»
    Ahah... ah. Al momento conteneva due vite intere completamente diverse ed era stata educata ad un ordine maniacale dei dettagli, per evitare le più piccole influenze di una nell'altra. Dirlo ovviamente era fuori discussione, mentre fare qualche riflessione a voce alta sulla situazione era possibile e in una certa misura necessario ai fini della copertura.
    «Direi che qui qualcuno si è divertito parecchio, fossi stata in lui mi sarei portata lo spuntino, magari questa era la sala da pranzo.»
    Era necessario fare una stima approssimativa di quanto sangue fosse stato versato in quella stanza, così da farsi un'idea se si trattava di un corpo o più d'uno. Ipotesi, altre ipotesi e solo ipotesi. Scrutò con più attenzione la chiazza, alla ricerca di frammenti di qualche genere, magari ci trovava pure un dito, un occhio o qualche altro avanzo.
    «E` possibile che abbia staccato qualche pezzo e lo abbia spostato nell'altro angolo, magari ci teneva un tavolo o qualcosa di simile.»
    Il tono era quello di chi parlava del tempo, nella più totale indifferenza, più in un pensiero detto a se stessa che realmente a qualcuno.
    Aveva invece un ricevente preciso la frase seguente, detta alla ricetrasmittente per assicurarsi che Neko la sentisse al meglio.
    «Dato che osservavi la situazione senza rischi... non è che i tuoi occhi attenti sono riusciti a farsi un'idea del tipo di kagune nella cassa?»
    Considerato che la loro costruzione, abilità invidiabile, prevedeva la separazione di una parte di kagune propria, poteva essere utile per capire qualcosa di più del loro ospite o almeno a fare qualche ipotesi aggiuntiva.
    «O almeno qualche dettaglio sulla forma.»
    Stava parlando ben oltre l'accettabile e questo le dava un intenso fastidio: doveva mordersi la lingua per evitare acide e poco sottili battute sul quanto una risposta soddisfacente poteva essere una dimostrazione di superiore bravura nel cogliere dettagli.




    Sintesi azioni.
    Osserva la chiazza grande di sangue per cercare di capirne il quantitativo (un paio di litri?) e vedere se c'è altro (tipo avanzi della cena).
    Nel raggiungerla ha anche cercato ulteriori impronte per farsi un'idea della direzione dei passi all'interno della stanza.
    Domanda alla fine a Neko se il suo spirito di osservazione ha colto il tipo di kagune nella cassa della stanza precedente.
    Chiedo scusa per la crescente acidità, sta risentendo della necessità di essere comunicativa ç.ç


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:13
     
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    fearful necromancer
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    The Abyss

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    FINE TURNO 07 > Inizio turno 08

    GHOUL
    Status: 100%
    CARTE DA GIOCO
    o4vtbwh
    NAME
    Nekomata

    AGE
    24 y.o.

    KAGUNE
    Bikaku

    RANK
    S A

    TA5hZUb
    Neko seguì con tutta la tranquillità del mondo la cara Rouge, come a farle da ombra silenziosa, pronto a suo stesso vantaggio (di lui, certo, mica per loro) ad agire quando meno se lo si aspetti. Una volta messo piede nella stanza, si guardò intorno con fare fintamente interessato mentre nella sua mente stava facendo tutt’altro, calcolando attentamente sul da farsi. Quasi non la sentì quando Rouge si rivolse a lui nonostante ella avesse parlato tramite la ricetrasmitente (l’eco che ne susseguì nella stanza gli diede fastidio), così concentrato ad osservare un punto preciso della camera, lì sulla sinistra, come se ci fosse stato qualcosa d’importante (no, non c’era) «Uh?» mormorò girandosi verso di lei, portando una mano al mento mentre analizzava le parole che aveva carpito «Beh, sai, è difficile dirlo con quel poco che si è visto!» iniziò parlando un poco più forte in modo da farsi sentire meglio nella breve distanza, con il suo solito tono divertito e un poco incerto, facendo poi spallucce e dondolando un po’ un piede mentre si teneva in equilibrio sull’altro «Punterei ad un rinkaku o ad un koukaku, ma! Per quanto ne sappiamo può essere di tutto!» non era una bugia ma era anche vero che le informazioni a disposizione di tutti erano al momento scarne (anche se lui era quello che aveva visto meglio, non essendo stato un bersaglio della trappola, essendosi tenuto volutamente a debita distanza). Comunque sia, considerando la forma e il tipo di attacco, poteva solo fare supposizioni ed indicare quei due tipi RC. Infondo, ogni kagune era predisposta ad inclinazioni specifiche e l’uso dei segmenti seguiva la stessa linea ma come per la forma delle kagune, alla fine bisognava solo essere parecchio creativi, no? E anche potenti, considerando che quel segmento era stato possibilmente nascosto lì da almeno il giorno prima. Caro Ouroboros, sei proprio un birbantello. Ma infondo lo è anche Neko.


    QJUl5l1
    CITAZIONE
    TURNO 08.

    Oggetti trovati: Chiavi "203" (Noctis).

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    La rigenerazione sta continuando ad agire. Per non essersi sforzate troppo Noctis e Rouge recuperano il 2% di Status.

    mYuG9yI
    GYg6CEo
    CITAZIONE
    Stanza 2A

    E’ difficile fare una stima precisa di quanto sangue è stato perso ma quello che si trova sul lato destro dell’entrata di 2A, sembra approssimare ad un litro o un litro e mezzo. Calcolando anche quello che è stato disperso in giro per la stanza e fuori, si può contare massimo un altro litro ancora. E’ un calcolo incerto, considerando che si sono molti fattori da tenere conto, come il tempo di arrivare lì da un altro luogo. Poi, se la persona ferita (o vittima) sia stata ancora viva arrivando lì, è un altro discorso. Tuttavia, non vi sono altre tracce oltre al sangue.
    L’odore del sangue secco non è molto percepibile, reso più flebile con il passare del tempo e l’odore di chiuso, confermando il fatto che non sia stato un evento recente.
    Le impronte che si diramano per un po’in tutta la stanza, formando una sorta di strana X che confluisce sul centro come se chiunque sia passato di lì abbia fatto varie volte avanti ed indietro quando il sangue era ancora fresco. Dalle impronte è possibile notare che sono più marcate sul lato sinistro della stanza, rispetto al lato destro, confluendo in special modo sul lato a sinistra dell’entrata.

    Una parte dei volantini riportano le scritte colorate e in grande “Offerta speciale! Solo per Marzo 2014! In tutti i nostri negozi fantastici sconti!” per un negozio di oggetti per la casa ad Arakawa mentre un’altra parte riporta degli annunci pubblicitari per promuovere un maid caffè ad Akihabara, con foto di maid ai lati e disegnini pucciosi che accompagnano un esempio del menù del locale. Quest’ultimo riporta anche delle scritte per promuovere un evento speciale che si sarebbe tenuto il 20 Agosto di un anno imprecisato.
    (Nota: osservandone i dettagli, i volantini sembrano essere gli stessi di quelli rovinati trovati nel barile)





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:41
     
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    Echo

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    20 y.o.

    KAGUNE
    rinkaku

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    B

    CLGLHhK
    Ma dove accidenti si era originato quello spargimento di sangue?
    Questa era la domanda che martellava il cervello del ragazzo russo mentre ascoltava distrattamente Noctis e Rouge analizzare l’angolo destro della stanza. Per logica, dato il quantitativo di sangue, si sarebbe detto che qualcuno avesse cominciato a sanguinare copiosamente in quella stanza, per poi uscirne riuscendo però a muovere solo pochi passi, forse reggendosi allo stipite.
    Il resto del corridoio, infatti, era pulito. O meglio, era lurido di qualsiasi cosa tranne sangue.
    … A pensarci bene, forse era meglio il sangue. Il quale puzzava molto meno di quanto Echo avrebbe spontaneamente pensato, traviato appunto dall’ingente quantità che imbrattava la stanza.
    Tornò ad analizzare con sguardo attento i volantini alla ricerca di dettagli degni di nota: una parte di essi pubblicizzava un negozio di oggetti per la casa, un altro un maid cafè.
    ”Quanta distanza c’è tra Arakawa e Akihabara? Telepatia Khabarov: mi senti, Ninochka?!” no, la telepatia era tra le skill ancora bloccate.
    Le cose importanti erano comunque due: primo, erano vecchi; secondo, erano gli stessi ammucchiati nel bidone. Come se Ouroboros ne avesse raccolti una manciata per… boh, usarli per coprire il fondo della gabbia dei canarini?
    Duemilaquattordici…

    Fu allora che l’eco infastidì Echo. Gioco di parole brutto ma obbligatorio. C’erano troppe ricetrasmittenti in un luogo che sembrava nato per fare da cassa di risonanza. Istintivamente portò la mano libera alla tasca dei pantaloni e avvicinò all’orecchio sinistro la ricetrasmittente.
    “Dato che osservavi la situazione senza rischi... non è che i tuoi occhi attenti sono riusciti a farsi un'idea del tipo di kagune nella cassa?”
    “Uh?”
    “O almeno qualche dettaglio sulla forma.”
    “Beh, sai, è difficile dirlo con quel poco che si è visto!”
    Figurarsi. Echo alzò gli occhi al ciel- soffitto.
    “Punterei ad un rinkaku o ad un koukaku, ma! Per quanto ne sappiamo può essere di tutto!”
    Gli occhi attenti di Neko erano davvero troppo impegnati ad ammirare la magnificenza del suo ego, appurato. In realtà la cosa lo aveva fatto un po’ sorridere per non piangere.
    Si appuntò mentalmente di svolgere qualche ricerca sulle kagune trappola appena ne avesse avuto l’occasione: riconosceva di saperne davvero troppo poco e ciò lo avviliva, lo faceva sentire abbastanza inutile in quel frangente.
    Sebbene Neko li stesse palesemente perculando, ci teneva a quell’indagine. Per più di un motivo.

    Finito di controllare i volantini, Echo tornò in piedi e proseguì nella sua esplorazione lenta e silenziosa della stanza, stavolta senza scomodare Noctis e Rouge. Illuminò i muri, in particolar modo la parte inferiore per verificare la presenza degli stessi segni che avevano trovato più volte; poi passò al pavimento, dove uno strato leggero di polvere indicava che anche da lì erano stati portati via alcuni oggetti; infine, con un’occhiata attenta si assicurò se i volantini al centro della stanza fossero gli stessi del cumulo precedente.
    Adesso prestava più attenzione anche ai suoni e agli odori, sebbene i primi fossero compromessi dalla presenza di altre persone. Prendeva lunghe boccate d’aria, convinto che avrebbe contratto qualche malattia incurabile entro la fine della nottata.

    Un fascio di luce insistente si posò sulla cassa sporca di sangue nell’angolo sinistro della stanza. La maschera stava facendo un ottimo lavoro nel celare le varie espressioni di Echo, altrimenti le sue intenzioni gli si sarebbero lette chiaramente in viso: l’avrebbe spaccata con la kagune con un unico colpo ben assestato, se gli altri non avessero avuto idee migliori.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:43
     
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