[QUEST] Elementary, my dear Ouroboros! [1B]

[MAIN QUEST 01] 17/02/2019 22:00 circa @Tunnel della 16°

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    Le opzioni in quella stanza si stavano lentamente riducendo di numero. Noctis cercava come poteva di aiutare sia Echo che Rouge. Per lei aveva iniziato a scrivere ciò che diceva, vedendo cosa fosse importante da lasciare inscritto e cosa invece era meglio evitare di scrivere. Secondo le sue parole, il cadavere o pezzi di esso erano stati spostati e portati altrove, in un modo o nell’altro, all’interno di quella camera, ciò che era successo rasentava una scena passata per quella che doveva essere una brutale uccisione o un dissanguamento. Che la vittima fosse stata lasciata lì a dissanguarsi? Oppure era rimasta lì, ferita gravemente e aveva cerca di scappare via e spostarsi? Per ora erano congetture, tutte fatte da Rouge e di cui Noctis si stava prendendo cura scrivendo tutto su quel suo taccuino. Di certo non immaginava di poter arrivare a qualche congettura, la sua mente artistica non stava elaborando alcun filo in quella trama che s’infittiva man mano che il tempo andava avanti. Dopo aver preso appunti, come Echo, anche lei si ritrovò ad ascoltare alla ricetrasmittente ciò che stava accadendo, cioè, ciò che stavano dicendosi in merito a quale kagune fosse quella che era uscita fuori. Vi era il bivio del dubbio tra Koukaku e Rinkaku, anche se Neko aveva comunque affermato che poteva trattarsi di tutto. Probabilmente non aveva visto bene e dopo la scenata di prima, Noctis non voleva più alzare la voce su quella persona, né sugli altri, anche se non lo aveva ancora fatto. Rimase come si suol dire in disparte, questa volta, non avendo nulla da poter offrire come aiuto ai suoi alleati, ma di certo non poteva farlo per sempre. Prese i due volantini, consultandoli con Echo. A quanto sembrava uno ritraeva uno sconto di 24 ore ad Arakawa e gli altri di un maid café ad Akihabara. Erano alquanto malconci, normale, ma al tempo stesso leggibili ed era strano anche questo.
    «Sono gli stessi che vi erano nel barile… da notare che non sono in chissà quali cattive condizioni e sono tanti. Che la vittima di tutto quel sangue, fosse un addetto al volantinaggio? Oppure è collegato in qualche modo ad Ouroboros? Sembrano aver ricevuto un trattamento alquanto… rispettoso, se così possiamo dire. Cosa ne pensi tu Ekkino-kun?» disse Noctissina, rivolgendosi al suo compagno che in quel momento si era avviato all’esplorazione completa della stanza, notando anche da parte della ragazza, della presenza di punti in cui la polvere era leggermente minore, rispetto al resto. Di certo erano stati spostati altri oggetti, non serviva di certo un genio per capirlo, ma tutto quel da fare per spostare oggetti e lasciare casse, volantini… perché Ouroboros era così sadico da voler per forza che qualcuno lo seguisse? Un maniaco delle attenzioni? Oppure inscenare un gioco che il trio stava calcando, come un pennarello, i contorni della loro stessa disfatta? (Per chi se la sta chiedendo, la frase l’ho trovata su una citazione di Instagram...quella del pennarello.) Noctissina era ormai alla ricerca di una dovuta risposta in quella stanza, dovuta più che altro all’aiutare tutti e a rendersi utile. L’unica cosa che mancava, era la cassa, nonostante la paranoia, sapeva che avrebbe dovuto aiutare i suoi alleati per aprirla, stavolta però, avrebbe cercato di distruggerla, più che aprirla con tranquillità e kagune di fata.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:40
     
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    Nonostante l'orologio al polso, Rouge non aveva minimamente tenuto conto del tempo trascorso da quando avevano imboccato l'ingresso dei tunnel. Erano giunti a quel punto della 24esima, zona 16 di Tokyo, ammirando solo uno dei due corridoi chiusi e solo 2 delle 3 stanze di quella sezione. Avevano ancora un corridoio e 3 stanze, dopo la terza che li attendeva in quel corridoio.
    All work and no play makes Jack a dull boy. Per di più la loro risorsa di riferimento, gentilmente fornita dal boss Zeiva, si stava rendendo fastidiosamente inutile. Volontariamente fastidiosamente inutile.
    E poi pretendeva collaborazione e condivisione, o almeno così aveva inteso Rouge. Era indecisa al momento se trovava più irritante il continuo atteggiamento da fancazzista, l'aria da grande capo o la dimostrazione di inutilità volontaria.
    La terza, decisamente la terza, le altre due le avrebbe sopportate ignorandolo, ma avere il quarto incomodo a soffiare sul collo e non fare niente per meritarsi un minimo di rispetto... no, quello non era in grado di reggerlo. Era frustrante doversi mordere la lingua per non esprimere quella opinione ("sei utile quanto un piatto di noodles"), anche se a renderlo facile era la mancanza di desiderio di parlare.
    Al contrario un po' alla volta stava valutando positivamente gli altri due, che sembravano volersi impegnare sul serio a quel gioco macabro a cui erano stati gentilmente invitati da Nekomata. O da Ouroboros, se si voleva pensare fosse lui l'ideatore. O da chicchessia!
    «Ad occhio saranno un paio di litri, anche se è difficile dire se di una persona sola o di più...»
    Aveva ascoltato la risposta di Neko, estremamente insoddisfacente dato che si aspettava di più da qualcuno che poco prima aveva fatto intendere di essere un migliore osservatore. Di nuovo una risposta a metà, mancavano eventuali osservazioni sulla forma, sullo stile di attacco... Mon Dieu! Non era stato lui a subire la sorpresa ravvicinata e l'istinto all'evitare un attacco, per di più era stato uno spettacolino divertente agli occhi di quel gattaccio nero, un minimo di spirito d'osservazione!
    Ah... meglio pensare alla stanza, meglio ipotizzare che davvero poteva essere stato fatto a pezzi un corpo e qualche parte depositata sopra o dentro ciò che stava all'altro angolo della stanza, lì dove le tracce ematiche sembravano portare.
    Senza contare quelle che portavano alla cassa, probabilmente un altro grazioso regalino con sorpresa. Un'altra trappola? Possibile, anzi molto probabile, come anche poteva essere possibile che dentro ci fosse il vuoto o qualcosa di utile. Maledetto Schrödinger, tu e il tuo gatto!
    «Sono gli stessi che vi erano nel barile… da notare che non sono in chissà quali cattive condizioni e sono tanti. Che la vittima di tutto quel sangue, fosse un addetto al volantinaggio? Oppure è collegato in qualche modo ad Ouroboros? Sembrano aver ricevuto un trattamento alquanto… rispettoso, se così possiamo dire. Cosa ne pensi tu Ekkino-kun?»
    Rouge spostò gli occhi su quei volantini impilati. Ecco appunto, Noctissina almeno stava facendo ipotesi e partecipava seriamente all'indagine in corso, se potevano chiamarla così.
    «Magari erano utili come tovaglioli... Lì ha preparato la cena» Indicò la grande chiazza di sangue e in seguito lo spazio vuoto a sinistra dell'entrata «e lì magari aveva un paio di casse coperte da una tovaglia, come ripiano da cucina.»
    Mancavano giusto tavolo, sedia e un frigo per tenere gli avanzi per l'indomani. Ah sì, un generatore elettrico per alimentare il frigorifero e un minimo di luce elettrica.
    L'attenzione del trio però era destinata alla cassa. La precedente esperienza stava indiscutibilmente tenendo tutti e tre sulla diffidenza, ma andava aperta per forza, non potevano lasciarsi dietro le spalle il dubbio, dando per scontato fosse un'altra trappola. Era il peggior errore in una ricerca di indizi, per quanto poteva essere certo che le loro esperienze a riguardo erano discutibili e stavano di sicuro dimenticando preziose briciole di pane qua e la.
    «Un colpo netto sugli spigoli, restando più distanti possibili? Forse così non danneggiamo il possibile contenuto....»
    Lasciò sottinteso il fatto che avevano anche una possibilità in più di restare illesi in caso di nuova trappola. Ipotesi, sempre ipotesi, ma aveva comunque intenzione di domandare cortesemente alla sua kagune a punta di dedicarsi a uno degli spigoli, cercando di frantumarlo almeno per poter guardare all'interno, sempre non ci fossero state idee migliori.

    3, 2, 1... Colpire!




    Sintesi azioni.
    Riflessioni sul sangue, insulti mentali a Neko (imploro perdono, io la penso diversamente da Rouge ç.ç), punta alla fine alla cassa e confermo che lei concretamente usa la kagune per colpire su uno spigolo per spaccarlo almeno un po' e poter sbirciare all'interno.


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:30
     
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    Neko rimase tranquillo ed a debita distanza dai tre, osservandoli con una certa ambigua e surreale calma, sicuro che se fosse stato abbastanza vicino ad uno di loro ne avrebbe accidentalmente infilzato uno sullo stomaco. Ops! Mi è scivolata la kagune teheh~☆
    Non stava volutamente facendo molto in quella situazione, anche perché a fare il lavoro sporco vi erano tre giovani ghoul e che senso aveva alzare una zampina per dare una mano? Era, in fondo, sono lì per osservare, fare la guardia per ordine del “Capo”. Bugie o non bugie e risposte dette a metà, è quello che stava facendo fin dall’inizio. C’era poco da star a pensarci su ma distratto rimaneva, i suoi sensi sempre all’erta per ogni pericolo che poteva presentarsi all'orizzonte e incombere sulla sua di vita. Si stava curando davvero poco dei tre e questo non era affatto strano, aveva cose più importanti a cui star a pensare, congetture a parte. Si stava divertendo a sentirli speculare.
    Si guardò meglio intorno, spostandosi dal lato sinistro, analizzando con una dissimulata distrazione il resto della scarna stanza ma la sua attenzione fu presto riportata ai tre moschettieri e alla cassa che aveva catturato la loro attenzione. Quasi rise a vederli più cauti ma scosse velocemente la testa andando nel mentre a spostarsi vicino all’ingresso, per poi appoggiarsi contro il muro. Usando attentamente le loro kagune, la cassa fu velocemente aperta. E che scoperta! Era vuota! In poche parole, davvero uno spreco di tempo ed energie! Ridacchiò sotto i baffi, per poi battere pigramente le mani «Avete altro da vedere qui?» chiese senza preamboli con il suo solito tono incerto ma allo stesso tempo esultante.


    QJUl5l1
    CITAZIONE
    TURNO 09.

    Oggetti trovati: Chiavi "203" (Noctis).

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    Con l’aiuto di tutti (minus Neko), la cassa viene questa volta aperta con più attenzione. Tuttavia… è vuota! Che fortuna, eh? Comunque sia, quello che rimane dalla cassa sono solo i pezzi di legno e dei resti di palline di polistirolo.

    mYuG9yI
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    CITAZIONE
    Stanza 2A

    Anche esplorando meglio la stanza, oltre hai dettagli già noti, altro non salta all’occhio. Ci sono, si, segni suoi muri ma rispetto a quelli trovati in altri luoghi sono assai minimi e non concentrati solo sulla parte bassa dei muri: sono segni sottili o per lo più dati dalle crepe e dal passaggio del tempo. Tuttavia, sulla parte a sinistra dell’entrata, vi sono anche lì delle tracce sottili di quello che poteva essere sangue secco, vicino alla chiazza più grande di colore diverso sul pavimento.





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:41
     
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    “Cosa ne pensi tu Ekkino-kun?”
    La domanda non era rimasta in sospeso, ma non aveva neanche ricevuto una risposta esaltante.
    «Non penso che appartengano alla vittima: il sangue è secco, vero, ma gran parte di questa roba risale al 2014.» indicò con un cenno del capo i volantini del negozio di arredi per la casa.
    Poteva invece essere utile ricordare le zone nominate sui volantini: Akihabara e Arakawa. Della prima sapeva che era una specie di luogo di culto per nerd e otaku, Ninel’ ne parlava spesso. Della seconda invece ricordava solo il nome, ma non aveva ancora avuto modo di visitarla.
    Archiviata la parentesi volantini, giunse il momento di fronteggiare la seconda cassa: il nemico dell’umanità intera.
    Per un momento i tre ghoul sembrarono dei bulletti di periferia che circondano il povero sfigato di turno per pestarlo a sangue, ed è proprio questo ciò che accadde, senza neanche bisogno di mettersi d’accordo a voce su chi dovesse colpire cosa. Come se non aspettassero altro che qualcosa su cui sfogare il nervosismo - ed era assolutamente vero nel caso di Echo.
    L’aria fu frustata con impeto da due bikaku e un rinkaku e la cassa si aprì.

    Vuota: era banalmente vuota. Echo ritirò la kagune mordendosi le labbra.
    Tutto ciò che il fascio di luce della torcia illuminò furono scarti, per la precisione legnetti e polistirolo. Non aveva idea di come si dicesse polistirolo in giapponese, se avesse dovuto descriverlo si sarebbe arrangiato con un fantasioso “quelle palline bianche e gommose che fanno un sacco di rumore se strofinate. I bambini adorano giocarci. Da piccolo ne ho mangiata una e faceva schifo.”
    Avevano ancora una volta fatto un buco nell’acqua.
    La frustrazione stava raggiungendo livelli esorbitanti ed erano ancora alla seconda stanza. Ma non avevano scelta: non importava quanto Neko li prendesse in giro, né quanto tempo avrebbero perso seguendo false piste. Non avevano scelta perché anche fallire significava procedere nell’indagine.
    Prima di uscire dalla stanza avrebbe atteso che le due ragazze sbirciassero a loro volta l’interno della cassa. Il suo cervello nel frattempo era tornato ad elaborare ipotesi.
    «Ora che ci penso… alcuni volantini parlavano di Akihabara. Akihabara è a Chiyoda, no? Non è territorio della CCG?» domandò alle due.
    Ecco, ecco! Era quello il motivo per cui Ninel’ non era ancora riuscita ad andarci: era troppo pericoloso.
    «Gli altri volantini pubblicizzavano un negozio di… ehm… мебель?» maledetto giapponese! Perché tutto il mondo non poteva parlare in russo? «… roba per la casa, insomma, ad Arakawa. Non conosco quel quartiere, è sempre della CCG?»
    Eh no, Echo. È molto più accogliente per quelli come te di quanto pensi.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:44
     
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    La decisione finale alla fine fu presa! Avrebbero sfasciato, distrutto e messo fine alla vita di quella cassa, era davvero una scelta saggia? Ma sì, finché le mani (pardon.), le kagune volavano, a chi importava di fare domande. In realtà dopo la prima esperienza (perché le prime esperienze si ricordavano sempre hehe..anche quelle brutte) di certo adesso non potevano agire come se niente fosse, dunque senza attendere oltre Junko, Eco e Rouge (si trasformarono in sailor-) usarono i loro attacchi più potenti per portare alla fine vitale della cassa di legno, leggermente sporca di sangue. Sfortunatamente per loro, il contenuto era vuoto, se non il rilascio di palline bianche di polistirolo. Junko, anche se sconfortata da quella situazione, rimase comunque felice, ma per un altro motivo.
    «Marina! Nessuna Kagune-trappola! Stai bene!» ehssì, senza ombra di dubbio, abbracciò la sua kagune, con tanto di gamba alzata all’indietro (che scena patetica…Ouroboros inizia a tremare, abbiamo Marina.). Nonostante questo, la ragazza tornò immediatamente a mettersi composta, richiamando dentro di sé la sua kagune e osservando meglio la scatola, prima di rispondere. «Queste palline di polistirolo...sono buone…! Ihih!» (qualcuno la fermi, per dio!) era troppo tardi. La ragazza aveva ingerito due piccole palline bianche di polistirolo, nonostante sul suo palato il sapore fosse tipo pari al nulla, lei immaginava il gusto come pari a del fegato fritto in salsa di sangue di cervella ed interiora, con spruzzatina di grumi sanguigni leggermenti insaporiti da capelli di uomo di mezz’età. (Gordon Ramsay, levati, Junko è il nuovo chef che distruggerà il Regno Unito.) Alla fine di quella splendida...ehm… visione angelica di Noctissina che rideva sotto la maschera per il gusto delle palline, riprese di nuovo la serietà persa (e mai più ritrovata) che serviva per mandare avanti l’indagine. Secondo i volantini trovati, non era importante ciò che mostravano, bensì i luoghi in cui avvenivano tali eventi o insomma, i luoghi in cui si trovavano tali strutture atte ad adibire quello che dovevano pubblicizzare. (l’idiozia di Junko mi ha fatto perdere la bravura da narratore) La prima era ad Akihabara, sfortunatamente, era un luogo fin troppo sorvegliato e anche se vicino a dove abitava lei, era letteralmente un parto trigemellare rimanere in quella Circoscrizione senza essere beccati o sentirsi lo sguardo di fin troppe persone addosso, la seconda Arakawa era la 18a Circoscrizione, un luogo che Noctissina non conosceva perfettamente, ma da quanto aveva sentito dai suoi genitori era un bel luogo dove recarsi per cacciare in “armonia”, il che per lei unire umani che muoiono e armonia, la portava ad immaginare gli umani morire sorridendo. (Kill me Ghoul-senpai o una cosa del genere) In realtà era fin troppo piccola quando i suoi genitori gli parlavano di queste “morti armoniose” che avvenivano in quella zona, quindi non comprendeva perfettamente la metafora (anche ora che ne ha 21 continua a pensare che gli umani di Arakawa muoiano sorridendo, quando in realtà sono armoniose perché nessuno se li magna, na volta tanto). «Da quanto ne so io, almeno in merito a ciò che mi dissero i miei genitori quando avevo all’incirca 4/5 anni di età, è che gli umani di Arakawa subiscono le cosiddette “morti armoniose”, ancora non ne ho compreso il significato però.» erano state davvero le sue parole (Ouroboros, cos’hai da ridere, dovresti tremare. Questa ragazza ti distruggerà!), ora poteva tranquillamente rilassarsi e seguire Echo e Rouge nella stanza successiva (tanto anche in questa aveva lasciato la sua impronta, purtroppo…).


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:40
     
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    Quindi almeno una parte dei volantini risaliva al 2014 e gli era stato dato tutto il tempo necessario per riempirsi di muffa, mentre il sangue risaliva a tempo ignoto, ma visto che alcuni fogli erano stati usati come tappeto per ravvivare la stanza ed erano finiti macchiati, sicuramente risaliva a dopo la stampa.
    La cassa invece si era rivelata uno specchietto per le allodole, in fondo anche farsi a brandelli la kagune per seminare la zona di trappole era un dispendioso spreco di energie e tempo, soprattutto se c'era di mezzo un grande trasloco da portare a termine.
    Continuava a pensare che, se davvero si trattava di Ouroboros, ormai era palese che l'aver casualmente fatto scoprire quel rifugio non fosse per nulla casuale. E non solo per una scritta sul muro.
    Mancava solo da capire dove volesse portarli, mica potevano andare a testare ogni porta con una serratura adatta alla chiave rinvenuta e con accanto il numero segnato sul portachiavi, visto che: 1. poteva essere un numero scollegato; 2. c'erano un po' troppe porte a Tokyo e non sarebbe bastata una vita intera. Senza contare che poteva non essere un indizio per loro, ma un rifiuto vero e proprio; dare per scontato una cosa simile non era il caso, purtroppo finché Neko girava loro intorno non poteva chiedere di vedere la chiave o sarebbe saltato fuori quel dettaglio tenuto ancora nascosto. Era quasi certa che, a parlarne, il gatto avrebbe preteso di tenerla lui... per sicurezza magari...
    La visita alla stanza, dopo aver ridotto la cassa ad un insieme di assi e polistirolo libero e gioioso, poteva dirsi conclusa e forse potevano dedicarsi all'ultima del corridoio, così da finire metà dell'opera di ricerca indizi utili in quell'angolo buio e fetido di Tokyo.
    Sperava solo non ci avrebbero messo troppo, sarebbe stato perfetto uscire dal 24° ancora a notte fonda e andare a cercare uno spuntino prima di tornare a casa e indossare i panni di Akemi.

    Di uscire però ancora non se ne parlava.
    «Ora che ci penso… alcuni volantini parlavano di Akihabara. Akihabara è a Chiyoda, no? Non è territorio della CCG?»
    Akihabara, parte di Chiyoda, e Arakawa... Ward 1° e 18°, collegati dalla Chiyoda Line. A separarli solo la 6°, Taito.
    «Sì, è a Chiyoda, zona della CCG in forze.»
    Per dirla con un eufemismo.
    «Gli altri volantini pubblicizzavano un negozio di… ehm… мебель? ... roba per la casa, insomma, ad Arakawa. Non conosco quel quartiere, è sempre della CCG?»
    «[...] gli umani di Arakawa subiscono le cosiddette “morti armoniose”, ancora non ne ho compreso il significato però.»
    Forse con "morti armoniose" intendevano che il menu era spesso di cadaveri o gente di cui nessuno avrebbe notato la mancanza, lasciando quindi la circoscrizione in armonia e per di più ripulita dal possibile degrado sociale?
    «In generale è un territorio ghoul civilizzato in cui è preferibile evitare cacce troppo eclatanti...»
    Nonna Mori le aveva detto anche altre due o tre cosette a riguardo, ma perché dirle lei quando poteva invece tentare di far parlare il più restio a dare informazioni?
    Si voltò in direzione di chi, non proprio pazientemente, era rimasto in attesa che i tre finissero di fare le loro ricerche e supposizioni. Le due code si mossero serpentine, restando sempre puntate verso il basso, quiete e ben lontane dal mostrarsi aggressive.
    «Qualcosa da aggiungere a riguardo, Neko-sama
    A parte il desiderio di andare oltre, naturalmente.
    Su, Neko, ammettilo che la tua famigliola felice non va proprio d'amore e d'accordo con la famigliola felice di Arakawa. Certo sarebbe stato carino se gli indizi avessero indicato come prossimo luogo di ricerca proprio quella circoscrizione, tanto per vedere se le voci riportate da Nonna Mori erano vere.
    Alla fine Giselle era stata sguinzagliata per Tokyo dall'Oleandro anche per questo.
    «Perché non ci fai strada nella prossima stanza?»
    Probabilmente per paura di rimetterci una delle sette vite... o erano nove? Ah... differenze culturali.
    Con lui o senza di lui, la terza stanza li attendeva e, probabilmente, nuove trappole. Motivo per cui in realtà le importava poco di attendere una decisione di Neko e, sbrigativamente, tornò nel corridoio, restando a portata d'orecchio di conversazioni nel dirigersi verso la stanza numero tre di quel corridoio.
    Avevano intravisto materassi, giacigli comodi, ma sporchi, di gran lunga migliori di una notte all'addiaccio.


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:31
     
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    Dalla sua posizione all’entrata, Neko guardò allibito Noctis infilarsi una delle palline di polistirolo che erano usciti dai rimasugli della cassa... in bocca. Si portò una mano al lato della maschera nera, nel mentre la osserva allibito per poi andare a scuotere la testa con vigore. Certo che certi elementi si rivelano sempre essere più fuori di testa di quello che pensava all’inizio (on che lui fosse così sano di mente di suo). Come diavolo li aveva scelti Nekomata? Please Nekomata explain! Ah già, la sera prima si era giustamente anche lui ritrovato nel magazzino (sennò come ci era arrivato fin lì) e sapeva che la scelta era stata fatta a caso... forse. Chi lo sa, di sicuro non Neko. Nossignore.
    Comunque sia, si rivolsero di nuovo a lui e quasi gongolò a quell’aggiunta di “-sama” da parte di Rouge anche se era certo che lei non ne desse veramente peso ed importanza ed era stato più un atto velato di scherno che altro. Fece spallucce, attorcigliandosi una ciocca di capelli scuri tra le dita. Il Clan Zeiva non aveva nessunissimo conflitto con la cara Coltre delle Nubi, anzi, se non si mettevano troppo i bastoni tra le ruote a vicenda e rimanevano nel loro territorio, potevano anche definirsi amiconi ma di certo non veri e propri alleati, nessuno lo era veramente in quel mondo, no? «E’ da anni il territorio della Coltre, no? Arakawa, la 18°. Sono quelli che si mangiano i suicidi. Viva l’armonia!» commentò semplicemente con quella punta di perenne ed irritante allegria, senza aggiungere nient’altro, spostandosi poi dal muro ed iniziando a saltellare verso l’unica stanza che era rimasta da esplorare di quel corridoio, vedendo che qualcuno stava insistendo andasse lui per primo. Ma che cari! Lui non ci teneva a fargli da scudo ma tanto valeva accontentarli per il momento.
    Volteggiò quindi nella stanza, fermandosi perfettamente al centro con un balzo sgraziato ma altamente preciso, per poi allargare le braccia come a dire “ta dan!”. Dopodiché si mise al fianco di Rouge che si era mossa per prima rispetto agli altri, osservandola per qualche istante dalla quella breve distanza, andando poi a spostare lo sguardo a quello che quella stanza custodiva.


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    TURNO 10.

    Checkpoint #2 raggiunto! Obbiettivo non ancora completato...?

    Oggetti trovati: Chiavi "203" (Noctis).

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    Stanza 3A.

    Entrando nella stanza, si possono notare sul fondo due materassi (rovinati e macchiati dallo sporco e dal passare del tempo) accatastati l’uno sull’altro, gli stessi che si vedevano da fuori. Sul lato alla destra dell’entrata, invece, vi sono due casse in legno affiancate (identiche alle precedenti) e accanto ad esse, vi è un barile in metallo arrugginito (non vi è nessun coperchio che lo tiene chiuso). Di fronte a quest’ultimo, sul pavimento vi sono graffi da probabile trascinamento che sembrano partire dal centro della stanza. Passando al lato sinistro dell’entrata, possiamo trovarci un materasso rovinato e chiazzato di sangue secco sul mezzo ma partendo dal suo lato sinistro. Sul fondo ma appoggiato allo stesso muro, vi è un quarto materasso rovinato,





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:42
     
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    Casse, barili, volantini e materassi: erano finiti in un loop spazio-temporale in cui gli stessi elementi continuavano a ripetersi. Oppure Ouroboros aveva un modo di arredare la casa davvero scandaloso. O ancora, si sarebbe divertito a prenderli in giro ancora per un pezzo, illudendoli che ci fosse qualcosa da trovare su un palco che aveva preparato ad arte: non rimaneva che sperare in un errore, una dimenticanza, un elemento apparentemente inutile che avrebbe però dato una svolta alle indagini.
    Ovviamente c’era anche da sperare che quell’elemento che avrebbe dato una svolta alle indagini non fosse la morte improvvisa di Noctissina, che aveva ingoiato il polistirolo come se fosse stato una caramella. La ragazza si sarebbe ritrovata il dito indice di Echo davanti al naso.
    «Senti, una cosa è un’imprevedibile kagune-trappola, un’altra cosa è tentare platealmente il suicidio ingerendo tutti i virus del mondo concentrati in una pallina. Non farmi venire principi di infarto ad ogni stanza che visitiamo, per favore.» il rimprovero era a malapena udibile, soprattutto per nascondere l’apprensione che sfumava la voce.
    Inutile dire che il discorso sul morire in armonia lasciò Echo ancor più perplesso, abbastanza da chiedersi se Noctissina stesse davvero delirando in preda alla febbre. Stranamente a fare chiarezza fu Neko - ODDIO. NO, DAVVERO?
    “E’ da anni il territorio della Coltre, no? Arakawa, la 18°. Sono quelli che si mangiano i suicidi. Viva l’armonia!”
    «Mangiano i suicidi?»
    Stavolta non era stato capace di nascondere il turbamento. Quindi nella diciottesima circoscrizione mangiavano la carne andata a male, che puzza di piedi dopo dieci chilometri di cammino, oppure si appostavano a sperare che qualcuno si ammazzasse in modo da avere carne fresca e dal buon sapore per cena.
    … ma che problemi aveva, la gente di Tokyo?
    B-beh, l’importante era aver appurato che i volantini provenivano da una zona sotto la Coltre delle Nubi e soprattutto da una zona sotto la CCG, non una qualunque.

    Neko era entrato nella terza stanza con la spensieratezza di una ballerina.
    Quando erano bambini, Ninel’ (che non aveva mai sopportato le bambole) aveva ricevuto per un Natale una bambola della collezione Ballerine volanti: una volta caricata la base, la bambola schizzava in aria ruotando su se stessa come un beyblade.
    In neanche dieci minuti l’avevano per sbaglio fatta schizzare tra le fiamme del camino.
    Ecco, Neko gli aveva ricordato quella Ballerina volante: stesso ardore.
    Perciò, terza stanza: la torcia illuminò materassi in ogni dove. Uno sporco di sangue e uno in verticale a sinistra e due accatastati a destra. Un barile di metallo che sembrava essere stato trascinato e… casse! CASSE! E stavolta erano pure DUE: i numeri pari portano sfiga secondo i russi!
    “Casse, casse e ancora casse! Casse: loro sono l’oscurità all’inizio e la luce alla fine del tunnel! Tutta la nostra vita è una totale cassa!” (cit.)
    «Voglio spaccare quelle casse in testa a Ouroboros...» disse senza mezzi termini, prima di dedicarsi ad un’esplorazione più approfondita dei materassi accatastati in fondo a destra, anche sollevando quello più in alto in modo da controllare se vi fosse qualcosa schiacciato in mezzo.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:45
     
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    La reazione di Echo al mangiare di Noctissina, quella delle palline di polistirolo, la fece leggermente arrossire, perché una cosa di questo tipo non se l’aspettava proprio. Avrebbe voluto abbracciarlo e scusarsi per aver ingerito quel cibo che a breve l’avrebbe fatta ammalare delle peggio scorie radioattive, ma almeno sapeva che lì c’era qualcuno che teneva a lei. (Echo-kun daisuki) A parte quella scena, la stanza era stata completamente esplorata ormai, non c’era più altro da aggiungere, indi per cui non rimasero molto a lungo all’interno. Si parlò sì dei volantini e della locazione che essi stessi dichiaravano, dove nella 18a Circoscrizione venivano “cacciati” le persone che si toglievano la vita, indi per cui era molto semplice cercarsi del cibo, senza dare origine a problemi con la CCG o gli umani stessi che, senza farsi problemi, potevano porsi domande o altro. Come sempre Noctissina uscì per ultima dalla stanza, era tipo lei a chiudere la coda, anche perché da come erano disposti, sarebbe di certo uscita per ultima, a meno che si mettesse a correre, superando tutti gli altri e lasciando il resto del gruppo nella polvere. (Sayonara! Minna!) L’interno dell’ultima stanza, dove si trovavano i materassi, era alla fine giunta! L’interno, come sempre buio, presentava alla fine della stanza i giacigli posti uno sopra l’altro, sporchi per l’ambiente in cui si trovavano e par altro, un altro in piedi sulla sinistra all’angolo in fondo e un altro ancora a sinistra subito dopo l’entrata.
    «Una stanza da riposo per… quattro persone, credo…» disse Noctissina, osservando di primo acchito quei materassi ben buttati nell’angolo. I suoi occhi seguivano la luce di Echo che come una falena, cercava di non allontanarsi mai da essa. Sulla destra vi erano due casse e dopo di loro, un barile. La struttura delle stanze sembrava ripetersi il che faceva intendere che quel luogo oltre che usato come nascondiglio era anche un magazzino (anche se si era capito già da prima, ma vabbeh). «Echo… ti spiace darmi un po’ di luce per il barile, vorrei capire meglio se è simile a quello precedente oppure ha qualcosa di diverso, inoltre le tracce di spostamento lo fanno sembrare che fosse proprio al centro o simile… beh… vediamo se contiene qualcosa di interessante, sempre meglio di analizzare prima le casse...credo» avrebbe detto rivolgendosi al suo compagno di avventure (le bizzarre avventure di Echo, Rouge e Noctissina). A quel punto il suo primo passo sarebbe stato analizzare l’esterno del barile, se fosse stato nuovamente colpito o altro. Come il precedente presentava tracce di ruggine sul corpo e con le mani, la ragazza, avrebbe cercato di ruotarlo su sé stesso, come aveva fatto precedentemente, muovendolo con una determinata delicatezza. Dopodiché avrebbe controllato il coperchio del barile, sperando di poter trovare come prima una facile apertura.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:40
     
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    Gioia e gaudio! Forse usare gli appellativi di cortesia e rispetto portava a qualche risultato di collaborazione da parte di Neko? Ancora era presto per avere tale certezza, ma sicuramente per la statistica era indispensabile provare ancora e ancora.
    «E’ da anni il territorio della Coltre, no? Arakawa, la 18°. Sono quelli che si mangiano i suicidi. Viva l’armonia!»
    «Mangiano i suicidi?»
    «Forniscono un servizio pubblico in un certo senso... E allo stesso tempo la morte di qualcuno diventa utile per la sopravvivenza di un altro.»
    Il cinismo era molto marcato, dal canto suo dubitava fortemente si trattasse di cibarsi di chi aveva già commesso suicidio, quanto più una sorta di sussidio alla ricerca di morte.

    Conversazione allegra - e commenti sull'alimentazione discutibile di Noctissina - a parte, l'ultima stanza del corridoio li attendeva, con ulteriore dimostrazione che chiedere con gentilezza portava ad ottimi risultati. Neko li aveva davvero anticipati nello spostamento? Forse i miasmi dei rifiuti stagionati sparsi per la zona aveva offuscato la percezione della realtà e quell'allegra danza l'aveva solo sognata.
    Materassi accatastati, materasso macchiato, barile e ben due casse!
    Considerando il fatto che la prima aperta era in una stanza che doveva apparire come inagibile e, probabilmente, essere l'ultima del corridoio aperto, forse anche queste due sarebbero state vuote. Insomma le prime tre da aprire dovevano dare sicurezza, così da finire vittime della quarta, ma nel loro caso la prima era stata quella dannosa e perciò ogni altra poteva finire guardata con sospetto e diffidenza. Forse era stato un bene.
    Mentre gli altri si dedicavano a materassi accatastati e barile, la sua attenzione fu per quello insanguinato, a cui si avvicinò per dare una migliore occhiata. La forma rettangolare, la dimensione e in particolare la traccia di sangue fino all'orlo erano un richiamo visivo un po' troppo evidente: arrivava dall'altra stanza e forse era il colpevole delle gocce di sangue nel corridoio. Se ne era impregnato, nel trasporto poteva aver lasciato cadere quelle macchioline gravitazionali.
    «Questo viene dall'altra stanza...»
    Piegandosi sulle ginocchia e afferrandone il bordo, volle sollevarlo, sia per osservarne l'altra superficie che nell'eventualità nascondesse qualcosa.
    Probabilmente era stato portato lì senza una vera ragione o anche per instillare dubbi, ma valeva la pena spostare ogni cosa per togliersi il pensiero e andare avanti... lasciando per ultime le temibili casse!



    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:32
     
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    Come le volte precedenti, Neko non rimase molto tempo a guardare o analizzare quello che lo circondava, lasciando il grosso dell’esplorazione ai tre ghoul. Certo, si era soffermato su certi punti ma non aveva fatto molto altro a tal proposito, nemmeno lasciare un misero commento se non quando direttamente interpellato. Tornò quindi verso la sua solita zona, appoggiandosi alla parte del muro che dava sull’uscio e tirando fuori dalla tasca della sua felpa nera la scatola che conteneva il mazzo di carte. Si mise a sistemarlo, fischiettando a bassa voce pure una strana melodia, stando attento a non rovinare ulteriormente le carte lise dallo scorrere del tempo. Alcune avevano visto tempi migliori, come quelle sporche su i lati da... sangue?


    Q09M9y5
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    TURNO 11.

    Oggetti trovati: Chiavi "203" (Noctis).

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

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    Stanza 3A.

    Lazar ha deciso di controllare la coppia di materassi sul fondo della stanza: una volta più vicino, il loro stato rovinato diventa ancora più apparente. Sono consumati e sporchi in diversi punti ma oltre a ciò non sembrano avere tracce di altro oltre che per uno strato speso di polvere. Sollevandoli da terra per vedere se sotto di loro c’è qualcosa di nascosto, porta a niente di nuovo. Un piccolo topolino fugge via da dietro di essi per lo spavento, andando a nascondersi in un piccolo buco nel muro vicino alla parte destra dell’ingresso.

    Noctis ha deciso di controllare meglio il barile arrugginito che si trova tra le due casse e i materassi accatastati. L’esterno non nasconde niente di speciale e a differenza di quello trovato nel corridoio, non presenta tracce di colpi di qualche tipo. La parte interessante, tuttavia, è al suo interno, facile da controllare per l’assenza di un coperchio che lo tenga chiuso: c’è un'abbondante quantità di cenere e muovendola un po’, è possibile scovare quello che rimane di un pezzo di taccuino (la parte inferiore). Dal pessimo e delicato stato di quest’ultimo, trovarci scritto qualcosa ancora di leggibile sarebbe una grossa fortuna. Sperando che i giovani esploratori, ne abbiano.

    Rouge ha deciso di dare un’occhiata più da vicino al materasso sulla sinistra dell’entrata, quello sporco di sangue secco. Guardandolo meglio è ancora più palese che fosse l’oggetto rettangolare che si trovava in 2A, vedendo che le tracce di sangue secco sul lato sinistro corrispondono quasi perfettamente a quelle sul pavimento della precedente stanza. Dall’assenza di ulteriori tracce per terra e per il tragitto, quasi sicuramente era stato spostato lì in un secondo momento, quando il sangue si era già seccato. Dalla forma della chiazza centrale, posta più a sinistra, sembra avere una forma che ricorda in parte la figura di un essere umano che probabilmente era stato forse ferito all’addome. E’ riconoscibile la forma di una mano su uno dei lati. Sollevando il materasso, sotto di esso non vi è niente a parte altre macchie di sporco e polvere.

    Oggetti trovati: New! Taccuino bruciato (Noctis);





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:43
     
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    Quattro materassi, sì, e come fece notare Rouge uno di essi era stato trascinando dalla stanza in fondo al corridoio. Echo si chiese se la sagoma frastagliata rinvenuta nella prima stanza potesse essere stata lasciata da uno di quei materassi precedentemente coperto da qualcosa, ad esempio un telo.
    Che cosa se ne faceva Ouroboros di quattro materassi? In realtà un’ipotesi l’aveva, ma gli sembrava un ragionamento troppo umano per qualcuno che sembrava vedere in qualsiasi creatura un nemico. Per il momento era meglio concentrarsi sull’esplorazione.
    Neko si appropinquò prontamente a lato della porta, troppo immerso nell’oscurità perché Echo potesse vedere cosa stava facendo o notare che le carte erano insanguinate. Ma sentì il motivetto che, pur fischiato, rimbombava per la stanza semivuota come una cassa di risonanza. Non gli diede particolarmente fastidio, ma sperò non attirasse orecchie indiscrete.
    Stava davvero facendo del suo meglio per ignorare quella creatura seccante.

    Per sollevare i materassi era stato costretto a piegarsi sulle ginocchia, pertanto non si era trovato a grande distanza da quel topino che se ne stava schiacciato come il formaggio in un sandwich. Vederlo schizzare via in quel modo non spaventò Echo: era una robina piccina, che in un primo momento aveva anzi scambiato per una macchia.
    Perciò addio, Topino-san, avremmo potuto essere amici ma non con un gatto nelle vicinanze.
    Tornò in piedi, e nel farlo perlustrò ancora una volta i muri circostanti con la luce: quei segni che stavano trovando un po’ ovunque dovevano avere un significato.
    “Echo… ti spiace darmi un po’ di luce per il barile, vorrei capire meglio se è simile a quello precedente oppure ha qualcosa di diverso”.
    Il dovere chiamava.

    E così si erano ritrovati al cospetto del secondo bidone della spazzatura della nottata. Noctis aveva ragione: aveva qualcosa di diverso. Non aveva ricevuto lo stesso trattamento del barile nel corridoio, ma al suo interno dovevano aver fatto un falò. Sarebbe stato utile capire più o meno di quale portata, a seconda di ciò la sua utilità all’interno di una stanza del genere sarebbe nettamente cambiata.
    Tra la cenere, i due ghoul scorsero qualcosa.
    «Un...» un taccuino. O un lapsus. «… blocco note?»
    Echo stava sperimentando così tanti lapsus da essere diventato un campione nel trovare sinonimi.
    Sembrava molto rovinato, per evitare di danneggiarlo ulteriormente cercò di prenderlo con la mano sinistra - con la destra reggeva la torcia - con lentezza e con la massima cura. Era abituato a stoffe fragili, non carta fragile.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:55
     
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    Terza stanza, salve, siamo i benvenuti? Sembrava di sì, non c’era anima viva e il sangue sembrava raccontarne abbastanza. (ops, pessima battuta) Noctissina si guardò bene intorno, prima di concentrarsi appunto sul barile. Echo si era interessato ai letti accatastati infondo alla parete mentre Rouge si era munita di ispezionare il letto impregnato di sangue. Lei, invece, aveva intenzione di analizzare il barile e non perché era sicura di trovarci qualcosa, ma niente poteva essere lasciato al caso o all’abbandono, no? Avevano fino ad ora distrutto e aperto due casse, quindi perché non analizzare un barile arrugginito e aperto? All’interno c’era della cenere, in realtà, ancor prima di affidarsi alla torcia di Echo, sentendo la materia al semplice tatto, comprese che vi era qualcosa di farinoso e strano, ma anche senza luce, se avesse guardato dentro, avrebbe notato in caso di sostanza bianca, in realtà era ben altro. Con Ecchino-kun, si arrivò alla conclusione che quel barile era stato usato come camino per bruciare qualcosa, semplice riscaldarsi o eliminazione di prove? Non si tardò ad arrivare alla risposta, infatti al suo interno vi era quel che rimaneva di un taccuino o almeno si sentiva leggermente al tatto, ormai in parte bruciato e in uno stato alquanto destabilizzato.
    «Vuoi provare a prenderlo tu Ecchino-dono? Va bene! Ganbare, Ecchino-chan! Ganbare!» il suo tono era per incoraggiarlo, come la pacca dolce che gli diede sulla testa mentre chinata sulle ginocchia e vicino al barile, osservava le movenze delicate e complesse, appropriate ad un modo armonioso, simile ad una danzatrice del ventre che ha perso i genitori nella guerra e che ora si ribella e mostra le se bellezze nei fianchi e nella determinazione di chi continua a combattere. Echo era così. Una danzatrice del ventre. «Echo-senpai, non arrenderti! Le tue mani sono come libellule nelle paludi, silenziosi e pungenti! Come il calore del thé troppo caldo che ti scotta la gola! Sei bravo! Sei forte! Ganbare Echo-kun, io… confido in te!» (forse ora stava esagerando) la ragazza osservava tutta quella scena come se stesse vedendo film che aveva raggiunto il suo climax, come la fuga da un killer in un horror, il combattimento finale contro l’antagonista o anche il massimo di romanticismo raggiungibile in un film d’amore, ecco gli occhi di lei era completamente presi da ciò che Echo stava facendo. (fiato sul collo by Noctissina). Lei di suo non avrebbe potuto fare altro se non visualizzare poi con egli ciò che il taccuino riservava, ciò che era rimasto di scritto.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:40
     
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    Era inevitabile, stavolta non sarebbe passato inosservato alcun rinvenimento, considerato il chiasso da tifoseria ultras di incoraggiamento. Certo non si parlava di urla da stadio, ma vista la stanza semi-vuota, l'eco era naturale... era troppo.
    Le due code ondeggiarono un paio di volte prima che una si attorcigliasse intorno all'altra.
    Tenendo ancora il materasso sollevato, Rouge si alzò in piedi prima di lasciarlo cadere con tonfo attutito e sollevamento di polvere. Cercò di imprimersi nella mente la forma del sangue e la posizione delle impronte evidenti, mettendo a confronto la dimensione della propria mano con quella forma sul lato. Non era preciso come una foto, indubbiamente, ma si poteva ideare l'ennesima ipotesi sulla forma delle dita e quindi sul sesso - o l'età - di chi aveva lasciato l'impronta.
    Cominciavano ad esserci troppe ipotesi ed erano a malapena a metà, senza contare perdite di tempo, discussioni e scarsa collaborazione. Il lavoro di squadra continuava a non fare per lei.
    Riattraversando la stanza, a poca distanza dalla parete su cui si trovava l'ingresso, guardò di sottecchi la cura nei gesti di Neko mentre si intratteneva con le carte, per di più fischiettando.
    Era diventato un pic-nic?
    Raggiunse gli altri due, fermandosi davanti alla cassa accanto al barile e appoggiandovi sopra le mani, tamburellando con leggerezza il legno, fuori tempo rispetto alla melodia di Neko.
    «E` rimasto qualcosa di scritto?»
    Certo sfogliarlo con una mano sola sarebbe stato complicato, ma erano in due ad occuparsi di quel reperto... giusto?
    Spostò quindi lo sguardo sulla cassa in angolo, tutta sola e ignorata, ma così vicina. Le due code si sciolsero dal loro abbraccio e, con lo stesso ragionamento fatto in precedenza sul voler limitare i danni ad un possibile contenuto, quella acuminata andò a schiantarsi contro lo spigolo di legno rivolto verso la parete dell'entrata, mentre l'altra era pronta a infilarsi nella nuova crepa per scardinare il coperchio.
    Oops, speriamo di non aver fatto prendere altri spaventi ai presenti.


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:32
     
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    Neko finì di fischiettare quel motivetto che ricordava tanto una filastrocca una volta che ebbe notato che gli altri si erano condensati tutti e tre intorno al barile e curioso si avvicinò di soppiatto a loro, mettendosi alle loro spalle, ma non dopo di aver finito di riordinare in un modo che gli andasse a genio le carte da gioco, riponendole per la millesima volta con cura nella loro consumata scatola.
    Quello che avevano trovato era un taccuino bruciato e quelle sulle ultime pagine non erano forse delle scritte? «Oh» mormorò, cercando di avere una visuale migliore del contenuto. Era così assorto nei suoi pensieri che nemmeno si accorse del rumore della cassa che si frantumava. Non commentò nemmeno, anzi, non fece niente oltre che fissare intensamente quei resti.


    Q09M9y5
    CITAZIONE
    TURNO 12.

    Oggetti trovati:
    - Noctis: Chiavi "203"; Taccuino bruciato;

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

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    CITAZIONE
    Stanza 3A.

    Il taccuino recuperato da Echo è molto delicato e bisogna fare estrema attenzione a maneggiarlo, è quasi un miracolo che la parte inferiore sia sopravvissuta: molte delle parti rimaste delle pagine sono illeggibili come se ci fosse caduta del liquido sopra oltre che essere particolarmente bruciacchiate. Sono identificabili parti di annotazioni scritti sia in giapponese (le ultime due parti di frasi) che in inglese (le prime due) sulle ultime pagine, con una calligrafia tutto sommato curata:
    “[...]alle qualifiche e ai risultati che si sono potuti vedere[...]”, “[...]inusuale kagune derivata probabilmente dal suo patrimonio genetico. La sua psiche potrebbe aver influenzato il suo sviluppo[...]”, “[...]ao, Zmaj, mi spiace di non essere stato più di aiuto. Ho lasciato[...]” e “[...]il più lontano possibile da[...]”.

    Rouge ha deciso di controllare il tipo d’impronta impressa sul materasso e può dunque constatate che confrontata alla sua è più lunga e larga, probabilmente una mano maschile adulta. Decide poi di andare anche a scoperchiare una delle sue casse, quella all’angolo, che si apre senza troppe fanfare, essendo il suo interno vuoto. Cosa speravi di non-trovarci?





    Edited by alyë - 31/10/2020, 22:40
     
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