[QUEST] Dance, dance! 'Till your feet bleed

26/04/2020 20:30 circa @Palazzo Onishi Reinosuke

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    Milo Onishi

    AGE
    21 y.o.

    QUINQUE
    Rinkaku (Mazikeen)

    RANK
    Secondo Grado

    Non ci pensò due volte a sfoderare la pistola, sfilandosi con la mano guantata il bottone della giacca del completo per tenerla aperta: voleva avere il massimo movimento e di certo quella giacca chiusa non lo permetteva. Lo avrebbero di certo scusato se voleva vivere ancora un po' e non essere impacciato con tutta quella roba...avrebbe avuto più movimento perfino con i suoi abiti in pelle, ma avevano insistito per quella roba, dunque doveva arrangiarsi.
    Intanto erano arrivati anche gli altri due cugini, e in quei casi più si era meglio era per tutti, si potevano avere molte più possibilità di bloccare un intruso se si univano le forze.
    Di nuovo ci teneva ancora a vivere, e la caposquadra gli aveva fatto cenno di tenersi pronti, cosa che lui aveva fatto, stringendo la pistola: in quel caso era svantaggiato, i suoi karambit non sarebbero stati utili per fermare un'eventuale avanzata in corsa, se si trattava di un attacco a sorpresa o uno scontro corpo a corpo la situazione sarebbe stata ben diversa.
    Non aveva parlato, certo che anche Hinata sarebbe stato pronto, temeva che farlo avrebbe solo portato ulteriore distrazione, e poi...non sarebbe stato d'aiuto fare l'elenco di brutte parole e imprecazioni che stava sfornando la mente di Milo in quel momento, tutte ovviamente contro la sua cara e bellissima famiglia.
    E forse pure un po' contro se stesso che non aveva imputato i piedi per non venire lì quella sera, e pensare che poteva restarsene a casa a vedere un film con Junichi...be' vedere per modo di dire, ma di certo sarebbe stata una situazione con 0 nervosismo, e non avrebbe dovuto lottare per la sua vita.
    Almeno tra i primi numeri aveva già quello delle pompe funebri e del fioraio in caso, forse era da pessimisti ma bisognava sempre essere preparati visto come nel loro mestiere si schioppava in poco tempo.
    Per fortuna però quando la caposquadra era uscita fuori sembrava che fossero ancora tutti vivi, ma solo svenuti: quella cosa gli puzzava decisamente sempre di più.
    Aveva dunque abbassato l'arma ma senza rimetterla al proprio posto, se la sua sfiga aveva colpito ancora gli sarebbe servita molto presto.
    Ancora però, c'era qualcosa che non gli quadrava. Perchè farsi scoprire così? O era un intruso molto stupido, o semplicemente nulla era come appariva, temeva infatti che tutto quello fosse un diversivo, eppure, non erano stati registrati altri avvenimenti strani o degni di particolare attenzione, se non l'apparizione di questo intruso. Di nuovo però, pensava che nessuno che ci teneva a vivere sarebbe entrato da solo, o ci sarebbe riuscito senza alcun aiuto, in un posto presidiato da quasi tutta la CCG.
    Era decisamente tutto troppo strano, e non sembrava essere l'unico a pensarlo.
    Aveva guardato suo cugino Shinsuke, sentendo quelle parole, annuendo appena, temeva purtroppo che avesse ragione. Se era così cosa dovevano ancora aspettarsi? E sopratutto...dov'era l'eventuale complice? O altri se erano una squadra?
    "Addio serata tranquilla..." Pensò, sospirando, non avevano però tempo da perdere: non avevano altra scelta che convogliare tutti nello stesso punto per bloccare l'avanzata del nemico che al momento era uscito allo scoperto, e per quanto non è che ci tenesse a verificare se le congetture fatte fossero vere e ritrovarsi a scontrarsi da solo con qualcun altro, avrebbe voluto evitare di ritrovarsi brutte sorprese. Forse però, era il caso di concentrarsi sul presente e porsi il problema una volta che si fosse presentato, sebbene avrebbe voluto suggerire di far muovere altre squadre per una maggiore sicurezza...forse era solo paranoia, ma se tutti erano lì, i punti scoperti poi ? Non avevano neanche idea del perchè di quell'assalto, qual'era l'obbiettivo? Dubitava creare solo un po' di caos.
    Se Shinsuke si era posto alla fine della scalinata, una volta arrivati nell'androne, Milo si era posizionato dalla parte opposta, sopra le scale, così avrebbe potuto usare al meglio la pistola e avere una visuale completa, cercare di colpire l'intruso e direzionarlo verso un punto preciso, o almeno cercare di costringerlo a farlo.
    «Direi di si, dovremmo ostruirgli ogni via di fuga e cercare di condurlo dove vogliamo noi»
    Cercando magari di non ucciderlo così da avere risposte. Un cadavere di certo non parlava. Accolse dunque volentieri la strategia del cugino, e avrebbe solo dovuto sperare di non avere brutte sorprese, ma in quel campo...be' nulla era certo.
    Se si fossero messi in modo da occupare ogni eventuale via di fuga forse avrebbero avuto una possibilità di rallentarlo e catturarlo, non avevano altra scelta che provare.

    «Parlato»
    ''Pensato''

     
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    Zhang Hui (Onishi Hikaru)

    AGE
    19 y.o.

    QUINQUE
    ukaku (Guanyin)

    RANK
    secondo grado

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    Zhang Hui rimase a qualche passo dietro il cugino, tenendo comunque il medico che stavano scortando sempre all’interno del suo campo visivo e davanti a sé. Il tragitto fu breve e in poco tempo raggiunsero la Prima Classe Shimizu, al momento in compagnia dei loro altri due cugini, Milo e Hinata. La donna, non appena li vide arrivare, li aggiornò spiegando velocemente loro cosa stesse succedendo. Hui si mise sull’attenti come saluto, per poi abbassare la mano e ascoltare con attenzione cosa avesse da riferire loro, il viso inespressivo. Al momento tutto il resto era superfluo ma, tuttavia, lanciò comunque un’occhiata ad Hinata.
    Annuì non appena ebbe finito, osservandola poi nel mentre accompagnava il medico che avevano portato all’interno della stanza dove si trovavano i due assistenti apparentemente svenuti. Era una situazione inusuale ed era abbastanza certo di non essere l’unico tra loro che lo avesse pensato. Il fatto che si fossero accorti solo in quel momento che qualcosa era andato storto, gli puzzava. C’era qualcosa che non tornava, un pezzo della scacchiera che mancava. Tuttavia, non era il suo compito quello di fare congetture a tal proposito, i suoi ordini erano altri e a quelli doveva pensare. Non c’era tempo per pensieri inutili.
    Non appena Shimizu riaffiorò dalla stanza, disse loro di tenersi pronti e di rimanere vigili. Quelle erano parole che, da quando la sua carriera da Cacciatore aveva ufficialmente avuto inizio, aveva sentito troppe volte e gli sembrava inutile stare a ripetere un concetto così basilare ma annuì lo stesso, in modo da non mancare di rispetto al suo superiore. Comunque sia, si ritrovò ad assottigliare lo sguardo non appena la vide concentrarsi su una delle sue ricetrasmittenti.
    Gli ordini e le informazioni che ricevettero pochi istanti non potevano che essere più chiari: la fase tre aveva dunque inizio e insieme agli altri dovevano sbrigarsi a raggiungere l’androne, in modo da andare a bloccare la fuga di un ghoul intruso. Non appena sentì quelle parole, Hui si diresse nella direzione della nuova meta. Dovevano essere veloci, non dovevano esitare ma quello, per lui, non era mai stato un problema.
    Una volta arrivato quasi ai piedi delle scale, con gesti precisi e pratici, tolse la sua quinque dalla custodia che stava trasportando in spalla: il bagliore carminio di Guanyin gli ricordava sempre perché fosse lì, quale fosse il suo vero scopo e cosa gli era stato Inculcato fin da piccolo: in quel loro mondo c’erano mostri che non avevano nessun diritto vivere. Anche se, beh, non dovesse sempre toglierli di mezzo. Quella sera gli ordini erano quelli di cattura. Poco male, andava bene così, bastava non fallire.
    Passando suo cugino Shinsuke, rispose alla sua proposta con un semplice «D’accordo» con un tono incolore e lo sguardo freddo, per poi andare a posizionarsi dal suo lato opposto, vicino alla porta della sala dove fino a quel momento si era tenuto il gala. Senza batter ciglio, premette il pulsante che aprì la sua quinque, per poi pararsela davanti.
    Era pronto. Lanciò uno sguardo agli altri, giusto per accertarsi dove si erano posizionati. Dovevano esserlo anche loro. I loro altri colleghi stavano probabilmente adempiendo ai loro doveri, ognuno aveva i propri ruoli e quello era il loro.

     
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    Onishi Hinata

    AGE
    20 y.o.

    QUINQUE
    Ukaku (Leviathan)

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    Terzo Grado

    s2uwHjd
    Erano stati compromessi, codice giallo.
    «Qualcuno si è apparentemente introdotto all’interno del palazzo bypassando i nostri sistemi di sicurezza, compromettendo dunque la nostra operazione. Ho appena appurato che gli Assistenti Maeda e Itou sono stati attaccati non letalmente»
    Quindi era più che naturale non aspettarsi buone notizie. Quelle riportate da Shimizu-san, però, erano comunque notizie più positive di quanto ci si sarebbe aspettati. In apparenza, attaccare non letalmente aveva ben poco senso.
    Chiunque avesse aggirato i sistemi di sicurezza, a prima vista in un nido di vipere per qualsiasi ghoul, doveva essere sia molto accorto che molto sicuro di sé. Escludeva l'incosciente, nulla sembrava lasciato al caso.
    Fu un ragionamento abbastanza elementare e veloce, mentre era restia dal lasciare l'elsa di Leviathan. Milo aveva sfoderato la pistola, lei era stata pronta a sfoderare la quinque.
    Ma lì non c'era nessuno, il ghoul (o i ghoul, molto più probabilmente, non entri in un nido di vipere da solo) aveva già portato a termine quanto andava fatto lì.
    Ricambiò lo sguardo di Hui, attendendo nuovi ordini. Nuovi ordini che non mancarono di arrivare, marcando l'inizio della fase tre. Dovevano essere abbastanza pronti e coordinati da non far scappare il ghoul e catturarlo.
    «Stringiamo ad imbuto la via di fuga e lo accerchiamo?»
    Ma era vero erano anche in una situazione di emergenza, il che di certo non dava tempo per discutere chissà quanto bene di strategia e lavoro di squadra, come coordinarsi e come no. A meno che non volessero prendere pure tè e biscotti, magari preparare qualche alternativa per i palati più esigenti e cannibali dei ghoul, così se volevano unirsi anche gli intrusi e discutere pacificamente lo potevano fare senza problemi. Certo, come no.
    Trovavano un alternativa sia per tè che biscotti, già che c’erano.
    «Buona idea.»
    Quindi seguire l'idea di Shinsuke era sensata e permetteva di coordinare meglio il tutto, approfittando del loro punto a favore di sapere da che direzione stesse arrivando il ghoul. In qualche modo bisognava limitare quanti punti deboli avesse la location, ormai c’era poco da fare per quella.
    Mentre si portava a termine la formazione, quindi, Hinata aveva ben deciso di mettersi più avanti rispetto alle scale. Non in piena vista, ma il giusto per poter attaccare appena il ghoul avrebbe fatto la sua entrata nell'androne.
    Aveva sfoderato Leviathan, pronta a sfruttare le scariche elettriche generate dalla quinque per attaccare appena possibile. Era un attacco che copriva una distanza media, sufficiente per non buttarsi tra le braccia del nemico, ma comunque essere efficace. Sperava.
    Ricevere scariche elettriche in genere non giova i movimenti.
    Doveva solo rimanere concentrata, pronta ad attaccare senza esitare un attimo.
    Anche perché al momento c'era quella minaccia da contenere, al resto si sarebbe pensato una volta catturato il ghoul. Persino il pensare quello poteva essere un diversivo, una mera esca per tenerli occupati, era un pensiero per dopo.
    Il ghoul rimaneva un potenziale rischio, lo si neutralizzava in fretta e poi si poteva pure trovare il tempo per ragionare meglio.


    Edited by Cattleya - 20/5/2020, 00:37
     
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    VICTOR KRIEGER

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    Secondo Grado

    v413DUX
    Victor finì di controllare il piano superiore abbastanza in fretta, quasi in concomitanza con il secondo annuncio da parte dei loro capisquadra: del resto lì nei paraggi era tutto in regola, come previsto, ed il pericolo proveniva da un'altra parte. Fu quasi esaltato nel sentire che l'ordine fosse quello di riunirsi con gli altri investigatori della squadra d'assalto nell'androne, ovvero dove già si stava dirigendo per conto proprio; il ghoul sarebbe stato direzionato lì dai superiori ed il loro compito sarebbe stato quello di neutralizzarlo e, se possibile, catturarlo. In più, per il momento avrebbe dovuto salutare il primo grado Yokohama, assegnato ad un'altra squadra, sperando di poterlo beccare di nuovo vivo e vegeto a termine dell'operazione. Fortuna che nei paraggi non c'era nessuno: sarebbe stato decisamente poco etico mostrarsi eccitati per una situazione del genere.
    Victor giunse nell'androne quasi assieme a tutti gli altri, riconoscendo, suo malgrado, beh, praticamente tutti. Aveva indubbiamente una buona memoria per quanto riguardava visi e nomi ad essi associati.
    L'ex-soldato scese le scale, lasciando scorrere le iridi dorate sulle figure di chi si stava preparando e chi no. Erano sei in totale, un buon numero se si considerava che dovevano tenere a bada un solo ghoul. Invero c'era un pensiero che gli ronzava in testa da prima, quando aveva udito l'annuncio: non aveva senso per un ghoul gettarsi in un posto pieno di investigatori da solo, il che significava che probabilmente da qualche parte doveva avere dei complici, soprattutto se si considerava che non aveva ucciso nessuno come avevano riferito. Non era improbabile che fosse persino qualcuno all'interno della CCG: come si facevano chiamare? Colombe bianche? C'erano quelli partiti di testa che parteggiavano per i ghoul, no? Non che a Victor importasse più di tanto, ma i nemici erano nemici, se non li vuoi uccidere cambia lavoro, cazzo. Problemi a parte, non era il momento delle congetture, il loro dovere era quello di attenersi agli ordini e Victor lo avrebbe fatto. Per quanto smaniasse di fare di testa sua, compromettere un'intera missione per i suoi capricci non era accettabile.
    L'investigatore con i capelli verdi sfoderò la sua quinque, un enorme ventaglio vermiglio, proponendo frattanto l'accenno di una strategia. Non si stupì quando nessuno degli altri ebbe da protestare, anche perché a quanto aveva capito quei quattro erano tutti cugini e parenti del grande capo della CCG — dei raccomandati sostanzialmente — che avrebbero combattuto per difendere "casa loro", in un certo senso.
    Bloccare le vie di fuga era una cosa assolutamente sensata, Victor si stupì che nessuno aggiunse altro, mentre andavano a sistemarsi nelle posizioni che si erano scelti.
    Perplesso, inarcò un sopracciglio. Certo, tutto molto carino, ma quello non bastava di certo a coordinare un gruppo, e se lo sapeva lui.
    Victor aveva già squadrato la stanza mentre scendeva le scale, aveva contato le uscite, tirato le somme e fatto quelle ipotesi normali che la sua mente matematica ed inquadrata gli consentiva: bene sbarrare la strada per le scale, bene sbarrare la porta per il gala; allo stesso modo però non c'era da sottovalutare la libreria e l'ingresso principale. L'ingresso era sinonimo di fuga assicurata, la libreria era un secondo condotto per il secondo piano che - se uno conosceva la planimetria - era equivalente a terrazza e "fuga" di nuovo. Supponendo che il ghoul volesse fuggire. Così facendo, però, sia che lui si piazzasse davanti all'ingresso e Kimiko davanti alla libreria o viceversa, la porta che conduceva sul retro rimaneva sostanzialmente scoperta. Se ne erano accorti, no?
    Gli investigatori a guardia delle scale e della libreria sarebbero dovuti essere abbastanza veloci da proteggere anche l'altra potenziale via di fuga, perché spingerlo verso il retro aveva poco senso, dal suo punto di vista. Se lo volevano catturare dovevano farlo lì e subito, non dovevano mica dargli tempo di stancarli. Lui e l'altro ragazzo con l'ombrello sarebbero stati troppo lontani per intervenire con tempi decenti; la loro unica fortuna era possedere delle ukaku e poter fornire supporto a distanza. Sospirò.
    «Tu. In cima. — disse, rivolgendosi a Milo. In realtà il suo nome lo sapeva, ma non è che Victor mangiasse cortesia a colazione. — Se fossi in te userei l'inibitore RC sui proiettili Q.» commentò, supponendo che il ragazzo avesse una quinque non troppo adatta alla situazione e per quello avesse preferito sfoderare la pistola che avevano dato a tutti in dotazione. In accademia gli insegnavano che era possibile usarli anche a quel modo, no? In modo non troppo diverso da dei proiettili avvelenati.
    Detto quello, sfoderò a sua volta la propria quinque e si diresse verso l'ingresso, lanciando al contempo uno sguardo a Kimiko per chiederle implicitamente se avesse qualcosa da ridire: dopotutto, era l'unico primo grado lì presente.
    Estratte le pistole, fece la stessa cosa che aveva suggerito di fare a Milo: prese la fiala di inibitori e la inserì nel caricatore di Kanshou. Avrebbe probabilmente funzionato solo per i primi sei proiettili, poiché essi si formavano in automatico mentre le pistole erano a riposo, ma meglio di niente. Victor aveva due pistole a disposizione ed una sola fiala, per cui la mise nella pistola dalle sfumature più scure. Niente di particolare, era semplicemente una preferenza personale, essendo che quella la impugnava con la mano destra, la sua dominante, era sicuramente più preciso che con l'altra.
    Serrò la presa e tolse la sicura; alla faccia di chi diceva che i guanti rendevano sdrucciolevoli le impugnature, Victor ci si sarebbe trovato malissimo senza, erano tipo una seconda pelle. Si piazzò davanti al portone d'ingresso. A quel punto non rimaneva che aspettare: in effetti combattere in outfit da gala elegante era una cosa che mancava dalla sua lista di esperienze.


    Edited by Ryuko - 6/6/2020, 15:09
     
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    Takeda Kimiko

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    Bikaku (Prima Multorum)

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    Primo Grado

    Durante il mio precedente controllo, anche il mio pari grado si espresse sul piano del nostro sottoposto, dando la sua approvazione. Esattamente come Yukimura l’anno prima, anche il Primo Grado Yokoyama aveva deciso di chiamarmi per nome, ma quello non era il momento di soffermarsi sull’educazione. C’era un’emergenza in corso e la prontezza, in quel caso, sarebbe valsa più della correttezza. Avrei pensato in seguito a ricordare ai miei colleghi un po’ di sana formalità. L’importante, in quel momento, era eliminare la presunta minaccia al gala in atto qualche stanza più in là. Dovevo continuare la mia perquisizione ed ero pronta a farlo. Avrei solo dovuto aprire quella porta e continuare, ma il mio caposquadra arrivò per primo.
    Quando sentii la sua voce, attraverso la ricetrasmittente, mi fu subito chiaro che la presunta minaccia di qualche minuto prima era diventata effettiva. Era iniziata la fase tre, il che significava che il comando della squadra sarebbe passato al Prima Classe Yamamoto Eichi. Le mie nuove direttive erano chiare: era previsto che abbandonassi qualunque compito stessi eseguendo per tornare quanto prima all’androne, posto verso il quale il ghoul si stava dirigendo. Insieme ai rimanenti membri della squadra d’assalto, prima divisa nei tre compiti relativi alla sorveglianza, avrei dovuto ingaggiare ed eliminare la minaccia prima che potesse avvicinarsi ai civili e ai miei colleghi disarmati. Gli ordini davano la priorità alla cattura del ghoul, ma poco importava: una volta dentro Cochlea non si hanno possibilità di fuga. A quella bestia sarebbe capitato un triste destino: rivelarci i punti deboli del nostro sistema di sicurezza, diventare una fabbrica di quinque e aiutare la CCG fino alla sua morte. "E io contribuirò alla fine anche di questa bestia."
    «Qui Takeda. Ricevuto.» Dissi, uscendo dalla porta dalla quale ero entrata per non aprire inutilmente l’ennesima via di fuga. «Mi muovo.» Non appena tolsi la mano dall’orecchio, sguainai Prima Multorum e trasformai la mia camminata in una corsa: tenni la lama verso il basso, come mi era stato insegnato a fare, ma rimasi comunque pronta ad attaccare durante la corsa. Dovevo arrivare all’androne e dovevo farlo prima del ghoul. I miei colleghi non avrebbero dovuto aspettarmi: il buon esito della missione sarebbe dipeso anche da me. La mia arma sarebbe stata efficace contro un ghoul rinkaku, quindi fu una reazione immediata scegliere la mia quinque e tenere la pistola come arma di riserva.
    Durante la mia corsa verso la posizione mi venne in mente il fatto che il ghoul che avessimo trovato potesse essere solo uno di quelli all’interno dell’edificio, ormai in allerta. Avremmo presto potuto sentire di nuovi ghoul identificati da altre squadre - anche perché sarebbe stato strano che una bestia si fosse introdotta da sola in un evento della CCG - ma scacciai quel pensiero non appena mi resi conto di averlo immaginato. Era vero, era molto poco probabile che un ghoul da solo fosse riuscito a compromettere la sicurezza della CCG, ma il pensarci avrebbe solo potuto distrarmi e rallentarmi. Avremmo pensato a eventuali altri intrusi in un secondo momento, ma non potevo permettere che delle congetture m’impedissero di fare qualcosa di concreto.
    Arrivai nell’androne e trovai i miei colleghi intenti a prendere posizione. Li guardai per poco tempo, per capire come si stessero posizionando, e notai la tendenza degli Onishi a formare un imbuto, come suggerito poco prima da uno di loro, Shinsuke. Era una scelta intelligente, dato che si sapeva da dove il ghoul sarebbe arrivato. A parte lui e il suo parente Milo, tutti i miei colleghi avevano deciso di puntare sulla potenza di fuoco delle loro quinque. L’Onishi che avevo incontrato in una caffetteria tempo addietro, che aveva una quinque bianca corta, aveva, invece, fatto ricorso alla sua pistola d’ordinanza. Io avevo sguainato Prima, un’arma bianca lunga, e intendevo usarla: una strategia troppo monotona sarebbe stata più facile da contrastare. Gli altri sembravano intenzionati a fare fuoco. Io avrei fornito un ottimo deterrente nel caso in cui il ghoul avesse deciso di caricare in avanti incurante dei colpi.
    Dopo aver ricambiato lo sguardo di Krieger con un cenno del capo, dato che non avevo niente da dirgli, mi posizionai davanti alla porta dalla quale ero entrata, pur lasciandola indietro di qualche passo. Sarei stata in grado, così, di bloccare l’accesso alla libreria e, nel caso in cui il ghoul si fosse mosso verso il retro, di poterlo inseguire con un discreto vantaggio rispetto ai miei colleghi, se non fossi riuscita a trattenerlo. Per il momento ero anche al riparo dal fuoco amico, per quanto la cosa avesse potuto cambiare presto.
    Svuotai la mente, concentrandomi solo sul chiudere efficacemente l’imbuto formato dai miei colleghi. Era importante che quel ghoul venisse neutralizzato quanto prima e avrei fatto di tutto pur di farlo. Solo il tempo avrebbe detto se tutti noi fossimo stati abbastanza abili, ma il momento della verità sarebbe da lì a poco arrivato.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Victor»
    «Parlato di Masaki»
    «Parlato di Reynolds»
     
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    Fine Turno 05 > Inizio Turno 06

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    Eichi Yamamoto

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    Ukaku (Jikininki)

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    Prima Classe

    Svariate ipotesi stavano vorticando nella testa di Eichi ma quello non era di certo il momento giusto per soffermarsi su di esse, la priorità era in fondo fermare quel ghoul. Al resto ci avrebbero pensato dopo, con tutta calma e sopra una bella tazza di tè fumante.
    Nonostante il ghoul fosse chiaramente più veloce di loro due, era anche lui compromesso dallo spazio che stavano percorrendo: non gli conveniva né cambiare traiettoria né soffermarsi quel tanto che bastava per aprire una nuova via di fuga, anche un solo secondo di esitazione sarebbe stato per lui fatale. In fondo a Wilfred sarebbe bastato solo arrivargli abbastanza vicino per assestargli un bel colpo e così fermarlo, mentre il massimo che Eichi poteva fare era sparare colpi d’avvertimento. E che la famiglia Onishi lo perdonasse, aveva un po’ danneggiato i muri.
    Comunque sia, stavano entrambi rimpiangendo il fatto che Yuka non fosse lì con loro, con un repertorio di certo più efficace in quel tipo di situazione, ma non importava molto, alla fin fine, l’importante era accerchiarlo e catturalo.
    La corsa giunse dunque velocemente al termine quando il ghoul, proiettando la sua kagune davanti a sé, scardinò la porta, facendola balzare per l’androne, ruzzolando poi quasi a terra nel tentativo di fermare la sua corsa e non finire addosso gli agenti presenti.
    Wilfred approfittò di quei meri istanti di pausa e, con uno slancio, si scagliò contro di lui, cercando di colpirlo di lato con la sua quinque, distraendolo quel tanto che bastava per riuscire a lanciargli contro un altro dei suoi pugnali.
    A colpire il ghoul non fu tuttavia il pugnale ma un dardo di cellule RC solidificate proveniente dalla direzione di Eichi. Il ghoul non sembrò immediatamente reagire, ma Wilfred riuscì a parare il colpo che aveva provato ad assestargli, rilanciandogli contro lo stesso pugnale.
    In normali circostanze il ghoul avrebbe dovuto dimostrare già i primi segni di cedimento, come un intorpidimento della parte colpita o un leggero disintegrarsi di un pezzo della kagune, ma niente di tutto ciò era visibile ai suoi occhi. Era chiaro a Eichi che gli inibitori RC, in quella quantità, non sembravano avere effetto su di lui. Che la tolleranza agli inibitori di quel ghoul fosse più alta?
    Ma non c’era tempo per pensare o ragionare, dovevano solo agire. Sarebbe bastato iniettargliene ancora, no?
    Il ghoul rise mentre estraeva il dardo avvelenato dal braccio con uno dei suoi tentacoli, per poi darsi una veloce occhiata intorno, constatando la situazione.
    La maschera, che ricordava quella di un oni, gli copriva solo la parte inferiore del viso lasciando visibili solo gli occhi, il cui colore era nascosto dal kakugan, e indosso aveva un impermeabile nero con cappuccio che andava a coprire quello che sembrava un completo da jogging.
    La kagune era tutt’altra storia: per essere una rinkaku era complessa quanto macabra: era composta da svariati tentacoli scarlatti, non solo di dimensioni diverse ma anche tutti di una forma diversa. Da chela di granchio, a zampa di ragno, a coda di scorpione, a tentacoli di polpo con relative ventose e le più sottili ricordavano delle zampe d’insetto.
    In quegli istanti, Eichi notò Wilfred scambiare un’occhiata con Yuka, posizionata dall’altra parte dell’androne, prima di lasciare entrambi la scena, uno facendo il percorso a ritroso e l’altra entrando nella sala, chiudendo il portone dietro di sé. Avevano entrambi ruoli da adempiere e la fase di evacuazione e quella di controllo del perimetro erano già in atto, serviva solo la loro supervisione.
    Al resto ci avrebbe pensato lui e il suo team. Toccava a loro fermare la minaccia attuale, sperando fosse l’unica. Avevano studiato svariate strategia insieme, sapevano come agire e comportarsi. In fondo, erano Investigatori della CCG e dovevano solo dimostrarlo.



    Turno 06.

    Ghoul Misterioso.
    Rank: A-S, non consolidato.
    Kagune: Rinkaku, range sconosciuto.
    Status: 100%
    Note: Tolleranza agli inibitori RC.
    Obbiettivo: Cattura.

    Battle start!

    Ogni turno, ogni PG può scegliere di compiere un’unica azione offensiva contro il Ghoul Misterioso e il successo di tale azione è deciso dal lancio di un dado a 6 facce da parte del Fato: con un risultato tra 1 a 3, l’attacco sarà fallimentare, mentre con un risultato tra 4 e 6, l’attacco sarà un successo. La qualità dell’attacco, il danno, sarà poi deciso in base al numero risultante e al rank del PG stesso in corrispondenza con quello avversario.

    Oltre a ciò, se si viene attaccati, entra in gioco il lancio di difesa: in questo caso, si applicano le stesse direttive della modalità di attacco.

    Ogni agente è inoltre munito di una fiala d'inibitori RC che, usata al momento opportuno, può indebolire il Ghoul Misterioso permettendone così la cattura. Gli Inibitori RC possono essere applicati unicamente sulle quinque o su i proiettili RC tramite uno scomparto sul caricatore. Il successo dell’uso degli inibitori corrisponde a quello dell’attacco. Basta almeno scalfirlo e far entrare nel suo corpo gli inibitori!

    Per poter indebolire il ghoul, bisogna colpirlo almeno altre 3 volte con gli inibitori. La sua tolleranza è apparentemente parecchio alta! Prestate attenzione!

    Good luck!

    Stato Inibitori RC:(X: usati; O: in possesso; (+): centro; (-): fallito;
    Yamamoto: X (+)
    Kimiko: O
    Milo: O
    Shinsuke: O
    Victor: O
    Hui: O
    Alister: O




    Edited by alyë - 17/6/2020, 19:29
     
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    ONISHI SHINSUKE

    AGE
    25 y.o.

    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

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    SECONDO GRADO

    eUcWowh
    La porta divelta fu la prima cosa a transitare nello spazio apparentemente più vuoto di quell'accenno di accerchiamento che era stato creato. Quello che sembrava essere il percorso forzato era diretto verso l'ingresso della villa, davanti alla quale si era posizionato il più fisicamente possente dei selezionatissimi, di certo un bell'impatto visivo trovarsi davanti quell'ostacolo, anche se poteva generare più adrenalina che agitazione in qualcuno, soprattutto se aveva coscientemente deciso di invadere la location di un evento tanto noto e presidiato. Era da darsi per scontato che fosse stata una scelta volontaria e non un caso, così come poteva essere scontato che quello fosse solo un diversivo, il movimento eclatante dell'illusionista creato ad arte per distogliere l'attenzione dal vero trucco in atto.
    Le contromisure erano dunque scattate come da programma: evacuazione iniziata in combinazione con il controllo del resto della villa, per assicurarsi che non ci fossero altre sorprese e garantire la sicurezza degli ospiti di riguardo. Poi ovviamente c'era il comitato di benvenuto, pronti ad ingaggiare l'ostile.
    Erano arrivati tutti abbastanza rapidamente, le posizioni erano state prese e quel suggerimento lasciato in sospeso era stato accolto meglio di quanto pensasse. Milo aveva deciso di sfruttare il suggerimento sull'aggiunta dell'inibitore alla pistola d'ordinanza, da una posizione leggermente rialzata nella scalinata e parzialmente protetto dal parapetto, decisamente non era saggio buttarsi subito a testa bassa in un combattimento ravvicinato non sapendo nulla dell'avversario; quasi in prima linea, a cercare di limitare l'area ai due lati, c'erano lui e Hikaru, mente Hinata sembrava prontissima a salutare a suon di zap zap; più arretrati l'ultimo ostacolo prima dell'uscita dalla villa, Victor, con un'altra delle Quinque presenti adatte alla distanza e c'era solo da sperare che nella potenziale frenesia dello scontro i colpi non finissero intercettati da uno degli altri investigatori, mentre l'unica Primo Grado tra di loro era rimasta in posizione arretrata, più o meno a pari distanza dalle potenziali vie di fuga se quel blocco si fosse rivelato fallimentare.
    «Milo... le gambe.»
    Più una ricerca di conferma che un suggerimento vero e proprio, dando ad intendere si riferisse al mirare agli arti inferiori, così da cercare di limitare una parte dei movimenti: avere a che fare con un ghoul significava che, con una dose di fortuna abbastanza alta, colpirlo ad un ginocchio con un proiettile Q imbevuto di inibitore equivaleva a provocargli non poco dolore e difficoltà, potenzialmente riducendone velocità e lucidità. Aveva pro e contro qualsiasi strategia, discuterne diventava problematico, ma dal suo punto di vista era imperativo trattenerlo in quell'androne, usando a loro favore la resistenza naturale in quei soggetti. Non sapeva ancora quali fossero tutte le caratteristiche dell'ostile e questo significava doversi adattare in fretta nella coordinazione in sei, sperando che l'addestramento supplementare fosse stato sufficiente per creare quella minima e indispensabile coesione di gruppo.
    Ostile che, sfondata la porta e seguitala nell'androne, sfoderava un arsenale bellico di tutto rispetto ed era riuscito a lasciarsi a discreta distanza i valenti caposquadra Phi e Delta. Non prometteva bene.
    La presa sulle impugnature del tessen, indispensabili vista la dimensione, si fece più salda, pronta più ad un contrattacco che ad una offensiva. Non era mai stato il genere di persona che attaccava a testa bassa, alla vichinga, ragione per cui aveva sempre trovato perfetta per lui la sua Quinque, ma l'istinto per la coordinazione delle azioni era abbastanza forte e fu quello a fargli esprimere un solo saluto a chi avevano davanti, incitando chi, a differenza sua, aveva la possibilità di attaccare davvero.
    «FUOCO!»

     
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    NAME
    Milo Onishi

    AGE
    21 y.o.

    QUINQUE
    Rinkaku (Mazikeen)

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    Secondo Grado

    La prima cosa che fece fu caricare la propria fiala d'inibitori RC all'interno dello scomparto presente sul caricatore, se volevano delle risposte bisognava catturarlo vivo, e un aiuto non da poco sarebbe stato neutralizzarlo o impedirgli di morire magari.
    Non ci mise molto il loro ospite d'onore ad arrivare, il rumore che fece indicò chiaramente il suo arrivo: chissà quanti danni avrebbe fatto pagare tutto quello scherzetto, be' non che gli dispiacesse in parte, ma forse quello era meglio tenerlo strettamente per sè.
    ''Ovviamente...mai che fosse un ghoul pacato e facile da catturare'' Pensò istintivamente, ma perchè non era rimasto a casa? Perchè? Quel tipo sembrava il genere di ghoul che proprio non aiutava a migliorare la loro posizione, sembrava infatti essere proprio lì per combinare guai.
    Il suo obbiettivo era ora restare vivo, e tornare da Junichi: quel tipo gli stava in mezzo alla strada, dunque doveva catturarlo per tornarsene a casa...conclusione, doveva catturarlo, vivo sempre possibilmente, e poi non era uno che uccideva indiscriminatamente.
    Le parole che gli rivolse Shinsuke non confermarono altro ciò che lui aveva in mente nell'istante stesso in cui aveva inserito la fiala al suo posto: mirando in quel punto, se vi fosse riuscito, avrebbe creato non pochi problemi al loro ospite.
    «Consideralo fatto»
    O almeno, così sperava, di solito aveva una buona mira, ma questo non significava che potesse sempre azzeccarci: ci avrebbe provato, questo era fuori di dubbio.
    Di solito infatti si trovava meglio con la sua quinque, ma ciò significava un corpo a corpo, un combattimento ravvicinato, e in quel caso non bisognava essere impulsivi, ma ragionare con la testa.
    Avrebbe solo dovuto attendere l'istante giusto: appena lo avrebbe avuto sotto tiro, avrebbe sparato e iniziato a far ballare il loro ospite.
    Il dito era in tensione nell'attesa di essere premuto di lì a poco, e il suo obbiettivo era chiaramente una delle due ginocchia, cercando di prendere e avere una mira salda.
    Fu una strana sensazione sentirsi in sintonia con qualcun altro, sopratutto un altro Onishi, ma oramai lui e Shinsuke avevano maturato quello che si poteva dire un buon rapporto, e il fatto che rispettasse il cugino significava molto per uno come Milo: dopotutto non dava a chiunque quella possibilità.
    Quella considerazione arrivò velocemente così come se ne andò, semplicemente per il fatto che non potevano permettersi alcuna distrazione.
    Altre parole sarebbero risultate superflue o fuori luogo, sopratutto se il tiro non fosse andato a segno, dunque si limitò ad attendere il momento giusto.
    Alle parole che pronunciò il cugino, premette il grilletto.

    «Parlato»
    ''Pensato''

     
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    NAME
    Zhang Hui (Onishi Hikaru)

    AGE
    19 y.o.

    QUINQUE
    ukaku (Guanyin)

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    secondo grado

    mIV4VrF
    La porta che fu scaraventata per l’androne aveva mancato, per loro somma fortuna, sia lui che Hinata, scivolando per terra tra loro due. Hui si era comunque spostato di riflesso ma invece di seguire la traiettoria dell’oggetto, il suo sguardo fu catturato dalla nuova figura che entrò in quello spazio: eccolo, il ghoul. La minaccia.
    Zhang Hui strinse la presa della sua quinque, ora puntata contro il soggetto, mantenendo la sua posizione. Era arrivato il momento di entrare veramente in azione, specialmente ora che erano tutti riuniti. Non conosceva bene i suoi compagni di squadra, essendo lì da pochi mesi, ma si fidava abbastanza di loro per credere che sapessero bene cosa fare. Non avevano passato quelle settimane a prepararsi per niente.
    Il fallimento non era un’opzione.
    Tuttavia, il bersaglio non doveva essere eliminato. Gli ordini erano di cattura.
    Dovevano imprigionarlo, renderlo impotente. Dovevano estrapolargli informazioni sul perché fosse lì, come fosse entrato, se aveva complici. Ma interrogare non era il suo ruolo che gli era stato dato. Lui era un aguzzino.
    Comunque sia, quel ghoul era un soggetto particolare, questo era sicuro. Fu quello che pensò Hui, nel mentre osservava con attenzione quella particolare rinkaku. Di solito le kagune esternavano l’animo di quei mostri, prendendo la forma che più li rappresentava. Erano il loro strumento di caccia, i loro artigli, come per i Cacciatori erano le lame, le quinque.
    Quella, tuttavia, era una accozzaglia di forme diverse, mancava dello stile e dell’uniformità che aveva visto in altri soggetti.
    Assottigliando lo sguardo e prestando attenzione ai movimenti dei suoi compagni, Hui prese la mira, sparando i primi colpi, nella direzione del suo bacino, con la sua quinque ukaku. Non se la sentiva di usare immediatamente gli inibitori, prima di tutto voleva vedere di che pasta era fatto, capire come si muoveva e se aveva trucchetti a loro nascosti.
    Non doveva rischiare, doveva mantenere la calma. Osservare e agire di rimirando era tutto. Doveva solo aspettare il momento giusto, per iniziare la sua danza.


    Edited by alyë - 20/6/2020, 19:48
     
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    NAME
    Onishi Hinata

    AGE
    20 y.o.

    QUINQUE
    Ukaku (Leviathan)

    RANK
    Terzo Grado

    s2uwHjd
    Nonostante la sicurezza, Hinata aveva l'impressione di essere una novellina. Beh, perché effettivamente lo era.
    Chi aveva deciso l'allenamento su campo fosse un ottimo modo per imparare, la miglior strategia per avere investigatori già pronti al lavoro, doveva essere tra il genio e la necessità di chiamare un istituto psichiatrico. Motivazione: il soggetto sta chiaramente delirando.
    Ma comunque, il dado era tratto. Poteva solo sperare l'esperienza accumulata fino a quel momento fosse sufficiente, il che vista la situazione poteva già voler dire chiedere troppo.
    L'arrivo del ghoul non si fece attendere, ma di sicuro si fece sentire e fu d'effetto. Gli ospiti a sorpresa, del resto, trovavano sempre un mondo per farsi notare e attirare l'attenzione: c'era pure il comitato di benvenuto.
    Una vera fortuna i primi danni non furono per colpa della porta scardinata, un saluto parecchio originale che evitò di colpire sia lei che Hui. Meglio così.
    E lei doveva rimanere concentrata.
    Fuoco, aveva detto Shinsuke. C'era solo da sperare la preparazione fosse stata sufficiente per quello, in modo da avere attacchi quantomeno coordinati, senza uno interferisse con l'altro. Altrimenti più che catturare un ghoul si sarebbe fermati da soli.
    E più della metà della squadra era Onishi: un po' di contegno, dovevano dimostrare di non essere piccoli raccomandati per cui valeva più un cognome che tutto il resto.
    Il ghoul aveva una kagune rinkaku, una cacofonia di caratteristiche che non stava bene l'una insieme all'altra e sembrava solo un disastro, e Hinata era costretta a scegliere tra la corta e la media distanza se voleva attaccare con Leviathan. Ma poteva andare peggio. Poteva piovere nell'androne.
    Per cui lei prese la mira per attaccare con un colpo di stocco, attivando le scariche elettriche della quinque. A colpirlo effettivamente con la lama l'elettricità avrebbe fatto ben più male, ma non era l'obiettivo primario. Anche sfiorandolo o mancando di poco l'elettricità avrebbe dovuto fare qualcosa... in teoria?
    Leviathan era praticamente un ibrido tra una spada e un taser dall'aspetto molto figo, se tutto fosse andato come doveva avrebbe dovuto compromettere i movimenti del ghoul. Almeno in parte.
    Almeno per fargli il solletico.
    Abbastanza per renderlo un bersaglio decente per tutti quanti, e vicina com'era al ghoul Hinata doveva far attenzione il favore dell'attacco non venisse ricambiato.
    Le scariche elettriche chiedevano un prezzo.
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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    VICTOR KRIEGER

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    31 y.o.

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    Secondo Grado

    v413DUX
    Per Victor quello sarebbe stato il primo contatto con una di quelle "bestie", così come amavano chiamarle. Non ne aveva mai vista una dal vivo, anzi, a dire il vero aveva beatamente ignorato la loro esistenza fino a poco prima di iscriversi in accademia. Quando si trovava nell'esercito considerava gli impiegati della CCG alla stregua di cacciatori di zombie. E gli zombie non esistevano, per dire. Nel senso, preoccuparsi di istituire un corpo speciale per sterminarli quando c'erano esseri umani che facevano di molto peggio era da ipocriti, ma dietro a tutte quelle cose c'erano sempre troppi giri di potere e soldi che una persona comune non poteva sperare di risolvere. Ad ogni modo, Victor non aveva mai desiderato cambiare il mondo. Era consapevole di essere niente più che una pedina in mano ai poteri forti. Gli bastava arrivare in cima alla piramide in modo da esser considerato una pedina importante, ed il suo gioco l'aveva fatto.
    Probabilmente tutti gli altri, quegli Onishi e l'unico primo grado del team erano molto più preparati di lui su quel fronte: i primi, a quanto aveva capito, venivano allenati e preparati mentalmente fin da piccolissimi per affrontarli, mentre la donna, essendo un primo grado, a logica, doveva aver fatto qualcosa per meritarsela quella promozione.
    A Victor, comunque, non importava. Non aveva mai fallito una singola missione in vita sua e non aveva intenzione di cominciare adesso. Sperava che i compagni del team fossero dello stesso avviso. Anche perché di cicatrici ne aveva già abbastanza, avrebbe fatto volentieri a meno di procurarsene delle nuove.
    Un colpo secco e la porta si scardinò, volando nell'androne come una foglia secca trasportata dal vento d'autunno: solo nel vedere quella dimostrazione di forza Victor sorrise.
    Il ghoul fece il suo trionfante ingresso, una maschera da oni sul viso ed un'elaborata kagune che spuntava dalla schiena. O meglio, più che elaborata... orribile, avrebbe detto Victor.
    Poco male, ora non aveva tempo per pensarci. Ci avrebbe pensato se fosse venuto il momento per farci una quinque.
    Victor era abbastanza lontano, le sue pistole non avevano una gittata molto ampia, ma fortunatamente nelle settimane precedenti si era allenato abbastanza nel loro uso da sapere che quella distanza erano più che in grado di coprirla.
    Victor puntò la pistola con gli inibitori verso il ghoul. Aveva sei proiettili a disposizione. Da quella distanza tentare un colpo di precisione era impossibile, lui non era un cecchino, mai stato, ma alla fine bastava colpirlo, no? Fuori campo, la voce dell'investigatore proprietario del tessen lo raggiunse, susseguita dal rumore di alcuni spari.
    Victor fece la stessa cosa, puntando verso il petto - o la schiena se si fosse voltato - ed unendosi a quel fuoco incrociato, sparando due proiettili in rapida successione. Che saltasse lo stronzo se voleva evitarlo, aveva due pistole apposta, poteva sparare di nuovo. Se non lo prendeva subito lo avrebbe preso dopo, non avrebbe avuto vita facile in ogni caso. Victor era consapevole di essere l'ultimo ostacolo fra il ghoul e la porta d'ingresso, una delle possibili vie di fuga. Quindi potenzialmente uno dei suoi primi bersagli, visto che se voleva scappare poteva dover passare di lì. E passare di lì voleva dire farlo fuori. Se voleva scappare. Il che non era da dare troppo per scontato. L'unica cosa che lo preoccupava erano i corridoi al piano superiore, un po' troppo scoperti.


    Notifico che ho fatto un edit nel precedente post, perché non sapevo come si usavano gli inibitori RC ed avevo scritto cavolate : )
     
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    And the curtain fell
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    NAME
    Takeda Kimiko

    AGE
    21 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Prima Multorum)

    RANK
    Primo Grado

    Il momento della verità era stato annunciato da un rumore sordo, seguito da una porta che era stata scardinata dalla forza di un impatto. Il ghoul era arrivato e le direttive d’ingaggio erano chiare: incapacitarlo e catturarlo. Il primo attacco che vidi fu quello del mio superiore, il Prima Classe Reynolds, che scagliò un pugnale contro il ghoul, che fu abbastanza lesto da rilanciarglielo senza ferirlo. Dalla mia posizione fu facile vedere la kagune di chi avevo il compito di fermare: era una rinkaku, come mi era stato detto, ma non ne avevo mai vista una simile. I tentacoli erano così diversi gli uni dagli altri che, vedendoli singolarmente, avrei pensato che appartenessero a più individui invece che a uno solo. Riconobbi forme simili a vari animali, tra zampe di ragni, insetti, tentacoli con ventose e quelle che sembravano chele di granchio. Certamente quell’abominio con una kagune altrettanto abominevole avrebbe avuto l’imprevedibilità dalla sua parte, date le varie forme dei tentacoli e i possibili modi di usarli. Tuttavia, mi limitai a considerare ciò e decisi di non andare oltre: intuire una sua caratteristica come quella sarebbe stato molto utile, ma perdersi a immaginare le varie possibilità era qualcosa che avrei preferito riservare a quando quel kakuhou fosse stato strappato dal suo corpo e trasformato in una o più quinque lucenti. Per il momento, l’unica cosa che importava era portare quel ghoul a Cochlea e ristabilire la sicurezza dell’edificio, possibilmente ottenendo anche informazioni sui possibili complici di quel mostro. Al resto avrebbe pensato il laboratorio della Commissione.
    «FUOCO!» L’ordine non arrivò da un mio superiore, bensì da un mio sottoposto, il Secondo Grado Onishi Shinsuke, ma quello non era il momento per discutere su chi avesse dovuto dare un ordine che, altrimenti, avrei dato io. Era stato dato prima che potessi pensarci io e, dopo quella serata, avrei dovuto capire come valorizzare i miei sottoposti tenendo la situazione sotto controllo, ma non era quello il momento di pensarci. Approvando tutto ciò, cosa che non era il caso di dire in quel momento, puntai il ghoul, tenendo d’occhio ogni sua mossa. I miei sottoposti iniziarono a sparare, fatta eccezione per chi aveva dato l’ordine, che rimase in guardia, e del Terzo Grado Onishi Hinata, che preferì un attacco fisico. Rimasi in guardia a mia volta. Avevo scelto quella posizione per poter chiudere con pari efficienza le vie di fuga dietro di me: creare una falla in quel momento avrebbe significato dare al ghoul la possibilità di attaccarmi e fuggire, facendomi commettere un errore imperdonabile. Non avrei attaccato, in quel momento, ma mi sarei limitata a tenere sotto controllo il bersaglio, per notare dei suoi movimenti.
    Avrei studiato leggermente il suo stile di combattimento, per essere pronta ad attaccare al momento giusto, conoscendo almeno una o due mosse tentate da lui in precedenza, per le quali non avrei dovuto commettere l’errore di pensare che un ghoul capace d’infiltrarsi al gala della CCG combattesse con uno schema facilmente prevedibile. Certo, le due cose non erano mutuamente esclusive, ma sottovalutare un avversario del genere sarebbe stato stupido.
    Osservai il fuoco alleato concentrarsi sulla minaccia, senza mai smettere di tenerla d’occhio di persona, pronta a intervenire non appena avesse invaso il mio campo d’azione o a difendermi nel caso di un attacco di qualunque tipo.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Victor»
    «Parlato di Shinsuke»
    «Parlato di Masaki»
    «Parlato di Reynolds»


    Edited by Antoil69 - 7/6/2020, 17:45
     
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    fearful necromancer
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    Fine Turno 06 > Inizio Turno 07

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    Eichi Yamamoto

    AGE
    33 y.o.

    QUINQUE
    Ukaku (Jikininki)

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    Prima Classe

    Doveva ammetterlo, in quel momento Eichi era un po’ commosso: tutti gli agenti presenti si stavano muovendo senza che lui avesse dato un ordine diretto. Al loro grado c’era chi ancora esitava, aspettando le direttive dal loro superiore anche quando il da farsi non poteva che essere, beh, il più ovvio, come in quel momento. In quelle settimane avevano studiato varie strategie apposta, tra l’altro.
    Le informazioni in loro possesso riguardo il ghoul che avevano di fronte erano scarne e se caso mai fosse loro sfuggito (e sperava vivamente di no), almeno avere qualche dato su di lui non sarebbe stato male. Anche per un confronto con altri fascicoli ma era sicuro di non aver mai visto ne letto una descrizione di una kagune del genere. Certo, aveva una buona memoria ma una kagune così particolare era difficile da dimenticare.
    Comunque sia, in quel momento ognuno di loro era posizionato in punti diversi e il rischio di fuoco amico era abbastanza alto, per cui alternarsi gli sembrava l’unica soluzione. Sfruttò quei secondi per osservare meglio ciò che lo circondava, pronto a contrattaccare con Jikininki al momento opportuno. Andare completamente alla cieca non era propriamente il suo stile.
    I colpi da sparo partirono quasi contemporaneamente da tre diverse angolazioni e fu lì che il ghoul,con movimenti precisi e un uso efficiente della kagune, sembrò quasi danzare tra i proiettili che lo sfiorarono a malapena.
    Tuttavia, se riuscì a evitare completamente i colpi di Victor ed essere solamente scalfito al petto da un dardo della quinque di Hui, non riuscì a evitare i colpi di Milo diretti a uno delle sue ginocchia. Un tiro pulito, dunque. E bravo l’Onishi. Patt patt, good job!
    A susseguirsi fu il turno del piccolo Alister che, rispetto ai suoi compagni, aveva deciso di provare un approccio più diretto: con la sua spada in mano, modalità taser attiva, si era lanciato dunque contro il ghoul pronto a colpirlo. Peccato che il suo avversario era riuscito a evitare il colpo, anche se di striscio.
    Non appena lo notò muoversi, Eichi cambiò con un gesto rapido la modalità della quinque e mirò, ma non fece comunque in tempo a evitare che il Terzo Grado non solo fosse colpito al braccio con cui teneva la quinque, ma anche sbalzato contro le scale, nella direzione degli altri due Onishi. Non ne era sicuro ma i movimenti del ghoul, per un attimo, gli erano sembrati più rigidi.
    La catena di Jikininki riuscì ad avvolgersi intorno un braccio del ghoul, fermandolo e tirandolo abbastanza verso di lui così da impedirgli di scagliarsi nuovamente contro il povero agente. Tuttavia, il colpo non era stato così preciso da mantenerlo fermo a lungo. Eichi era uno dei migliori cecchini della CCG, certo, ma spesso e volentieri gli altri sembravano ingigantire le sue qualità: quel piccolo fallimento ne era la dimostrazione.
    Eichi non si scoraggiò, anzi in quel momento si sentiva ancora più motivato; ritirò la catena, mirando nuovamente.
    Il ghoul non abboccò, anzi diede ulteriore dimostrazione del suo strano comportamento, ignorandolo. Come se non si stesse veramente impegnando, come se fosse tutta scena, come se stesse aspettando qualcosa.
    Quel pensiero non gli piaceva affatto.



    Turno 07.

    Ghoul Misterioso.
    Rank: A-S, non consolidato.
    Kagune: Rinkaku, range sconosciuto.
    Status: 90%
    Note: Tolleranza agli inibitori RC.
    Obbiettivo: Cattura.

    Al Ghoul Misterioso viene sottratto il 10% di Status e il suo ginocchio sinistro è al momento ferito!

    Lancio di dadi (attacco):
    Milo: 6, successo
    (Gli spari sono precisi e colpiscono in pieno il ginocchio sinistro del Ghoul Misterioso, facendo entrare una nuova dose di inibitori nel suo corpo)

    Hui: 4, successo
    (I dardi riescono a colpire il Ghoul Misterioso sul petto anche se solo di striscio, il danno è quasi insignificante)

    Alister: 3, fallimento
    (Il Ghoul riesce a evitare di striscio il colpo. Peccato, c'eri quasi! Il danno causato è nullo)

    Victor: 1, fallimento
    (Il Ghoul Misterioso ha evitato con grazia tutti i colpi sparati! Auch, che spreco di inibitori!)

    Eichi: 5, successo

    Lancio di dadi (difesa):
    Alister: 2, fallimento
    (Viene colpito in pieno sul braccio, aprendo una ferita profonda; Viene poi lanciato via con forza; -15% allo status e si abbasserà ancora nei 2 turni successivi in base alle azioni scelte)

    Stato Inibitori RC:(X: usati; O: in possesso; (+): centro; (-): fallito;
    Yamamoto: X (+)
    Kimiko: O
    Milo: X (+)
    Shinsuke: O
    Victor: X (-)
    Hui: O
    Alister: O

    2 successi totali! Ne servono altri 2 per indebolirlo abbastanza per la cattura!




    Edited by alyë - 2/7/2020, 19:08
     
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    ONISHI SHINSUKE

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    25 y.o.

    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

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    SECONDO GRADO

    eUcWowh
    Facile era supporre di non avere a che fare con un novellino o qualcuno di totalmente inesperto. Certo non serviva un genio per fare un semplice ragionamento: infiltrarsi in una residenza Onishi, quella in cui era stato ben sponsorizzato l’evento in corso, con palese sicurezza, non era certo stato un caso fortuito, così come non era da tutti riuscire a sorprendere e sfuggire a chi aveva superato i gradi di gavetta all’interno della CCG. E c’era pure da supporre non fosse solo, motivo per cui era più che naturale fosse stato subito messo in pratica il protocollo istituito per l’occasione: ciascuno dei tre capisquadra aveva le sue mansioni, per quanto l’avversario davanti a loro non andasse sottovalutato, era quella piccola squadra a doversi occupare dell’intrattenimento, mentre le altre due passavano alla fase di evacuazione degli invitati e, in sincronia, assicurarsi che il resto dell’edificio non ospitasse altri intrusi.
    Chi avevano davanti, in quell’androne, poteva benissimo essere un diversivo, un kamikaze pronto a intrattenere gli addetti alla sicurezza mentre altri perseguivano chissà quali altri scopi.
    Non serviva perdersi in simili riflessioni, naturalmente, non c’era tempo e le considerazioni erano per lo più ovvie e un po’ banali, le più semplici da fare. Per di più la situazione non era delle migliori e non lo sarebbe stata finché non avessero reso inoffensivo quel ghoul dalla rinkaku elaborata.
    La pistola d’ordinanza di Milo aveva sparato e allo stesso modo aveva fatto quella di Krieger. Decisamente non avevano a che fare con un novellino, non era un bersaglio fisso, fermo in attesa di essere colpito, ma mobile e la fortuna appariva in quel primo momento divisa al 50%: da un lato il cugino era riuscito ad andare a segno, magari perché più vicino al loro bersaglio o forse favorito dalla posizione non frontale, visto che quella dell’altro era probabilmente in pieno campo visivo del loro ospite e quindi più probabile il tentativo di schivare, con discreta eleganza per di più, i colpi a lui indirizzati.
    Coordinarsi nel tentare di mettere a segno l’azione era stata un’idea tutto sommato positiva, almeno le possibilità di riuscita erano state parzialmente loro favorevoli, se si considerava che anche il parente del ramo cinese era riuscito in qualche modo a ferire l’intruso. Chi però era stato destinato a non riuscire nella sua impresa, per di più mettendo a grande rischio la propria incolumità, era stata Hinata.
    In quel primo coordinato attacco, mentre tra proiettili e affondo elettrico il ghoul era costretto a movimenti ben calibrati in uno spazio tutto sommato ridotto, se paragonato all’intero androne, Shinsuke ne approfittò per serrare il tessen, quasi in combinazione con la reazione del ghoul, che infierendo sul braccio di Hinata l’aveva scaraventata verso la scalinata. Quasi a darle il cambio, Shinsuke era scivolato a coprirne in parte la posizione appena lasciata scoperta, abbassandosi su un ginocchio per far ruotare - in senso antiorario - il tessen chiuso davanti a sé, in un certo senso mirando alle gambe, per ulteriormente infierire su quanto già fatto da Milo e puntare al far perdere il più possibile l’equilibrio a chi avevano davanti o, possibilmente, danneggiargli in maniera ancora più marcata le gambe e influenzare così negativamente quella agilità parecchio fastidiosa.

     
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    CCG
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    NAME
    Milo Onishi

    AGE
    21 y.o.

    QUINQUE
    Rinkaku (Mazikeen)

    RANK
    Secondo Grado

    Per una volta la sfiga sembrò essersi messa da parte e lo aveva favorito in quel tiro, che andò a colpire in pieno il ghoul in questione: doveva aver fatto male...ma nonostante ciò sembrava ancora troppo ''allegro'' per i suoi gusti, e sperò che qualcun altro riuscisse a colpirlo presto con gli inibitori, perchè i suoi erano finiti, ma restavano ancora altri proiettili da usare per ferire il ghoul.
    Per quanto cercasse sempre di restare freddo in certe situazioni, vedere colpita Hinata e scaraventata sulla scalinata, lo aveva turbato più di quanto fosse disposto ad ammettere, forse perchè non faceva parte del gruppo di Onishi che sperava bruciasse.
    Shinsuke era il più vicino dei due e sembrò andare in soccorso all'altra, mirando nuovamente alle gambe del ghoul, dunque pensò che il modo migliore per aiutarli e dare il tempo ad Hinata di riprendersi, supportando l'altro cugino fosse nuovamente sparare.
    Avrebbe voluto mirare nuovamente alle gambe, ma pensò che poteva rischiare di colpire Shinsuke, e sopratutto se avesse provato a colpirlo da un'altra parte, magari ad un braccio, avrebbe potuto distrarlo, aiutando così i cugini.
    Dunque ancora per adesso aveva deciso di supportare nuovamente le azioni dalla sua posizione, e sebbene non avesse più la possibilità di usare gli integratori, i proiettili avrebbero fatto male comunque...ora era da sperare di essere di nuovo tanto fortunato.
    Continuava ad avere, dopotutto, un brutto presentimento: sperava di sbagliarsi, perchè ciò significava che avevan ben peggio di quella gatta da pelare, e lui voleva tornare a casa prima possibile...di certo dopo questo avvenimento non ci sarebbe tornato all'orario che lui sperava.
    Se i suoi emboli avessero potuto parlare, gliene avrebbero dette di tutti colori al ghoul in questione, dopotutto era per colpa sua che avrebbe fatto tardi da Junichi!
    Sua soddisfazione sarebbe stata dunque catturarlo e tornare a casa salutando tutti: temeva però che non sarebbe accaduto tanto presto, di certo non poteva prendere la porta principale e andarsene, lasciando tutti con quel grosso problema che si dimenava nell'androne principale.
    Prese dunque nuovamente la mira, per poter sparare al braccio destro del ghoul: non aveva idea se quello avrebbe aiutato i due cugini, distraendo il ghoul spostando il suo campo visivo, ma ci avrebbe provato.


    «Parlato»
    ''Pensato''

     
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