[QUEST] 🎄 CRAZY SNOWY PRESENTS EXCHANGE! 🎁

[ROLE EVENTO 03] 24/12/2020 18:00 CIRCA NEVE @Family RESTAURANT

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    fearful necromancer
    ■■■■■

    Group
    Staff
    Posts
    4,866
    Power-up
    +749
    Location
    The Abyss

    Status
    Ghost
    ROLE EVENTO: 🎄 CRAZY SNOWY PRESENTS EXCHANGE! 🎁

    E il 24 Dicembre è finalmente arrivato ed è quindi tempo di avviarsi al family restaurant designato per l’off-line meeting nella 14° Circoscrizione! Username pinguran e colleghi hanno già organizzato tutto per bene, addobbando il locale a tema e preparando parte del buffet. Oltre che preparare playlist musicali a tema natalizio, ovviamente.
    Dunque, all'orario prefissato, piano piano gli invitati iniziarono ad arrivare e ad accoglierli all’ingresso del ristorante stesso c’è l'organizzatrice e uno dei suoi colleghi per la serata. Dopo aver preso il nome di ognuno degli avventori, così da poter togliere il loro nome dalla lista, e aver dato loro uno sticker con il loro nome ed username da appiccicare al petto (così da poter farsi riconoscere dagli altri), si è fatta passare il regalo che hanno portato, così da mettere ciascuno di esso al sicuro in attesa del momento designato (ah! Non provate a sbirciare!). E augurando ad ognuno una buona serata, è quindi iniziato il momento di far festa! Uh, ma musica a parte, non c'è troppo silenzio? Cos'è questa aria d'imbarazzo! Ragazzi!



    PG PARTECIPANTI
    Lancelot Nazaire Moreau (Yukari)
    Lazar Stefanović Khabarov (Yukari)
    Kohaku Kirishima (Ninechka)
    Akari Katagiri (alyë)
    Chihiro Fujioka (alyë)
    Evelyn Tiffany Applegarth (yumæchu`)
    SunHye Kang (Attoooh)
    Hana Dunbar (»¢H˧HήË)
    Kasumi Yonaga (Cattleya)
    Hibiki Mizushima (Cattleya)
    Hayato Kiriyama (Cattleya)

    Lista ordine regali Secret Santa:
    Hayato Kiriyama (Cattleya) > Chihiro Fujioka (alyë) > Lancelot Nazaire Moreau (Yukari) > Hana Dunbar (»¢H˧HήË) > Evelyn Tiffany Applegarth (yumæchu`) > SunHye Kang (Attoooh) > Kasumi Yonaga (Cattleya) > Kohaku Kirishima (Ninechka) > Hibiki Mizushima (Cattleya) > Lazar Stefanović Khabarov (Yukari) > Akari Katagiri (alyë) > Hayato Kiriyama (Cattleya)

    ❖ Lo scopo principale della quest è quella di non solo divertirsi alla festa e fare nuove conoscenze ma, prima di tutto, al momento designato dagli organizzatori, scambiarsi i regali per il Secret Santa! Spero abbiate scelto un bel regalo!
    ❖ Una settimana prima dell'orario designato alla festa, pinguran ha passato a tutti gli invitati gli username e nomi di quelli a cui dovranno fare i regali. In modo da farsi un'idea dei loro interessi nel caso, sì. Tuttavia, si è raccomandata di mantenere la loro identità di "Secret Santa", beh, segreta fino al momento opportuno.
    ❖ Arrivati al ristorante, l'organizzatrice si farà dare il nome del vostro PG così da poterlo togliere dalla lista invitati, segnando il suo arrivo. Dopodiché, se necessario, prenderà i loro oggetti personali (borsa, giacca, ecc.) così da lasciarli nello sgabuzzino lì vicino insieme al regalo che hanno portato. Dando poi loro uno badge/sticker con il loro nome e username da attaccare al petto in modo da farsi riconoscere. Nel caso gli invitati abbiano portato qualche leccornia da gustare o altri tipi di bevanda, si faranno passare anche quelli, portandoli all'ala stata adibita al buffet.
    ❖ Per muoversi all'interno del ristorante si prega di fare riferimento alle descrizioni fornite nella seconda sezione di questo post introduttivo, così da sapere dove possono andare i vari PG e da cosa è composto il locale stesso. I presenti non sono solo i PG ma ci sono comunque altri invitati, si è creata una bella folla alla fine!
    ❖ La quest non viene gestita da turni del fato e l’ordine di post è libero, è quindi possibile postare più volte di fila. Tuttavia ogni tot tempo sarà pubblicato un post di “intermezzo” dal fato che definirà lo scorrere del tempo e l'inizio di eventi speciali. In questo caso, specialmente il momento dello scambio dei regali.
    ❖ La role evento avrà la durata di un mese, quindi fino al 07/01 alle 23:59, dopodiché verrà chiusa con un post finale riassuntivo degli ultimi eventi dal fato. Tuttavia, se vediamo che serve del tempo in più per concludere al meglio tutto, è possibile allungare la durata di un'altra settimana.
    ❖ Per questa role evento è possibile ottenere la EXP di partecipazione come ogni normale quest MA bisogna postare almeno due (2) volte. Per spiegare meglio: i primi 50 EXP si ottengono, appunto, dopo aver postato due volte mentre i 50 EXP di conclusione si ottengono una volta che la quest è giunta a conclusione e l'utente è considerato ancora attivo.
    ❖ Ricordiamo inoltre che questa quest andrà a influenzare il GdR stesso e i vostri PG, essendo un evento "reale" nella loro vita.
    ❖ Per maggiori informazioni su come procederà in generale la quest, consultare la sezione "Le Quest" in Guidelines.
    ❖ Per ulteriori chiarimenti contattate uno staffer o utilizzate la sezione "SUPPORT".


    Il Family Restaurant

    Questo Family Restaurant in particolare è probabilmente uno dei più ampi e conosciuti della 14° Circoscrizione e si estende per ben due piani dell’edificio. Una volta entrati, alla destra è possibile trovare la reception dove in attesa c’è la scaltra pinguran e la sua lista di nomi. L’area centrale del locale, al primo piano, è solitamente designata a una sorta di area buffet ma questa volta è stato sgomberata dai tavoli facendola invece diventare una sorta di pista da ballo, dove nelle vicinanze è possibile ammirare un albero di natale addobbato a cui ai piedi ci sono dei regali finti. Lì vicino c'è anche un area stata adibita al karaoke. A ogni piano ci sono dei forniti bagni separati. A ogni piano ci sono svariati tavoli e quelli vicini alle finestre, invece delle sedie, hanno divanetti imbottiti.



    Edited by alyë - 7/12/2020, 21:13
     
    Top
    .
  2.     +5   +1   -1
     
    .
    Avatar


    ■■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    7,266
    Power-up
    +438
    Location
    Outer space.

    Status
    Ghost
    EVELYN TIFFANY APPLEGARTH
    event-secretsanta
    Rivolta a: nessuno, per il momento.

    Dal momento che entrambi i suoi nonni sarebbero stati occupati per i giorni di Natale, Evelyn aveva passato gran parte del suo tempo a cercare qualcosa da poter fare per quel giorno. Non le piaceva l'idea di passare il Natale da sola, rintanata nell'attico dei suoi nonni, senza poter fare nulla di entusiasmante. Aveva trovato l'annuncio per lo scambio di regali dopo aver girato per B-social per giorni e giorni: sembrava l'opportunità migliore per passare un Natale alternativo e fare un regalo ad un completo sconosciuto. Insomma, era qualcosa di particolare ed eccitante al tempo stesso, non sarebbe riuscita a rinunciare ad un'opportunità simile.
    Nei giorni successivi aveva passato altrettanto tempo a pensare a quale fosse il regalo appropriato da fare: le era stato dato il nominativo della persona a cui avrebbe dovuto fare il regalo. Si trattava di una giovane ragazza di nome Kasumi, e stando al suo profilo aveva intuito fosse molto affine alla musica. Non aveva idea fosse così tanto famosa, non aveva nemmeno compreso fosse un piccolo genio della musica (cosa che onestamente era anche abbastanza comprensibile, chi poteva mai capire una cosa del genere guardando soltanto il profilo social di una persona?) perciò si era ripromessa di fare qualcosa che avrebbe apprezzato. Non avrebbe badato a spese, Evelyn, tanto aveva abbastanza soldi da permettersi di fare un regalo come si deve: decise di girare per le gioiellerie, sia online che non, per trovare il regalo designato. Alla fine trovò qualcosa che la sconfinferò parecchio: una collana con pendente in argento a forma di chiave di violino, con incastonato uno swarovski sul terminare della coda. Era piccola, non troppo appariscente e modesta, ma secondo lei faceva la sua figura. Impacchettò il tutto mantenendo la scatolina del brand da cui aveva acquistato il prodotto, togliendovi la ricevuta con suddetto prezzo per evitare che la ragazza potesse in qualche modo sbirciare, avvolse la scatolina in una carta rosa pallido, in combo con un nastro argentato ed il fiocchettino del medesimo colore. Sistemò sotto l'incrocio dei nastri un piccolo bigliettino, sul quale aveva scritto "Spero che il regalo sia apprezzato! " firmandosi con il suo username.

    [ ... ]

    E finalmente il gran giorno arrivò. Non voleva risultare troppo eccentrica, quindi decise di vestirsi in maniera confortevole per la festa: un maxi-maglione, con vestibilità oversize, di un caldo rosso carminio, tenuto ben saldo in vita da una cinturina a catenella in oro. Sotto il vestitone aveva indossato delle calze nere con qualche inserto dorato e ai piedi indossava dei tronchetti ad altezza caviglia, sempre neri, con una fila di perle nere sul lato esterno della calzatura.
    Insomma, Evelyn si era impegnata tanto per far sì che tutto funzionasse. Ovviamente la ricevuta l'aveva tenuta per sé, non era il massimo lasciare che il destinatario sapesse quanto avesse speso per quel regalo, non era buona educazione.
    Così si avviò al family restaurant designato, situato nella quattordicesima circoscrizione di Tokyo, Nakano. Dopo tante volte in cui era stata scortata da Sumire, finalmente quel giorno poteva godersi il tragitto da sola, poiché Sumire era occupata ad assistere sua nonna Kasumi, ospite di una cena di beneficenza per i fondi di un orfanotrofio di Minato, a cui periodicamente donava ingenti somme di denaro.
    Una volta arrivata al luogo designato, si era recata alla reception, scambiando qualche parola con l'organizzatrice e il collega. Tra le presentazioni e la consegna del regalo, si era fermata a complimentarsi con la suddetta pinguran per com'era stata organizzata la festa, sembrava davvero tutto perfetto. Dopo i convenevoli, si avviò quindi all'interno della sala, guardandosi attorno: c'era spazio in abbondanza, la sala era ampia e sembrava esser stata adibita proprio per contenere un mucchio di gente. Gli addobbi aiutavano a creare l'atmosfera appropriata, sembrava proprio di stare in una festa in famiglia un po' tanto allargata. In realtà era abituata a feste tanto grandi: quelle volte in cui i suoi nonni erano riusciti ad organizzarsi per festeggiare il Natale insieme, finiva sempre per circondarsi di attori, modelli, altri stilisti, cantanti di ogni sorta... insomma, erano rare le occasioni in cui a Natale non fosse stata circondata da persone. Forse era proprio per questo che l'idea di stare sola o con "pochi eletti" per questo giorno speciale non la entusiasmava neanche un po'.

    «Parlato.»
    "Pensato."
    ghoul
    24 y.o
    student
    unoccupied
    masked flower, rank b
    post: 01


    Edited by yumæchu` - 25/12/2020, 16:02
     
    Top
    .
  3.     +5   +1   -1
     
    .
    Avatar


    ■■■■■

    Group
    Staff
    Posts
    4,963
    Power-up
    +693
    Location
    Snezhnaya

    Status
    Ghost
    Lazar Stefanovič Khabarov
    5x7mSz0
    Rivolto a: Kohaku Kirishima.

    “Zarya, hai un invito per la vigilia di Natale.”
    «No.»
    “Con me.”
    «No.»
    “Tirati a lucido.”
    «No.»
    “Vengo da te alle otto.”
    «Koku.»
    Silenzio. Segnale acustico. Kohaku aveva riattaccato senza dargli tempo di argomentare o libertà di scelta, come al solito. E adesso non gli rimaneva che rivolgere al soffitto della sua camera da letto uno sbuffo carico dell’esasperazione, che avrebbe invece dovuto scaricare sulla ragazza che si ostinava a tirarlo fuori di casa nonostante avesse più volte affermato di non volerne sapere niente di feste, appuntamenti e, in generale, di divertirsi. Non poteva permetterselo. Aveva delle priorità che, se ne rendeva perfettamente conto, lo stavano seppellendo vivo: ma era giusto così, doveva affrontare le conseguenze delle sue azioni.
    Da ormai mesi era l’unico inquilino di casa Khabarov e usciva lo stretto indispensabile. Da quando era accaduta quella cosa sembrava che Lazar avesse deciso di passare il resto della sua vita a punirsi, a meno che non fosse riuscito a risolvere la situazione e riportare a casa sua sorella. Allora sì che sarebbe stato il Natale più bello di sempre.
    Ma Kohaku aveva deciso che non doveva essere così, anche a costo di trascinarlo per i capelli; impresa di certo non facile considerata la stazza di Lazar, ma era certo che in qualche modo ci sarebbe riuscita. Avrebbe dovuto esserle grato, e in fondo al cuore era sinceramente toccato da tanta preoccupazione per il suo stato, ma non era nel mood adatto a ringraziare e assecondare. Non lo sarebbe stato per un po’.
    Per la prima volta in vita sua voleva un po’ di solitudine.
    E invece si beccava il Secret Santa.

    ***

    Era servita più di una settimana di insistenza per convincere Lazar a mettere il naso fuori di casa la vigilia di Natale. L’unica condizione che aveva posto era che fosse lui ad andare a prendere Kohaku: la sua voglia di vivere poteva essere latitante, le buone maniere no. Mentre si vestiva - nonostante non si trattasse di un’occasione formale niente gli avrebbe impedito di essere il solito elegante Lazar Khabarov, in smoking damascato color avorio, con un fiore all’occhiello dello stesso rosso dell’abito che avrebbe indossato Kohaku -, realizzò che per la seconda volta avrebbe passato la vigilia con lei. Kohaku avrebbe potuto trascorrere le feste con chiunque e invece aveva scelto di nuovo lui, che nei suoi confronti non era mai stato il massimo della simpatia - anche se con buone intenzioni, illuderla di avere una chance con lui sarebbe stato orribile da parte sua.
    Era proprio un mostro. Un mostro dalle buone intenzioni e vestito bene, ma comunque un mostro. Dopotutto, come disse qualcuno, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.
    La domanda che lo perseguitava rimaneva la stessa: era davvero uno sbaglio concedersi una serata senza pensare ai problemi dei Khabarov? Sperava almeno che Katagiri Akari - sembrava uno scioglilingua - avrebbe apprezzato il regalo, perché sceglierne uno per una perfetta sconosciuta era stato così arduo che alla fine aveva dovuto chiedere aiuto ai padroni del Kurenai.
    Sì, il regalo era proprio firmato Atelier Kurenai.
    Si era presentato a casa di Kohaku all’orario prestabilito, tra le braccia un bouquet di peonie per scusarsi di essere stato intrattabile come al solito. In realtà apprezzava il gesto, spiegò, solo che non era proprio… il più bel periodo della sua vita, e a testimoniarlo c’erano le t-shirt che indossava quando era solo a casa. Sarebbe stato una persona decente per il resto della serata, promise.
    E in effetti si sforzò di esserlo.
    Giunti al ristorante l’aveva aiutata a sfilarsi la giacca e aveva sbrigato le formalità per entrambi, consegnato i regali e i nominativi e apposto sulla tasca dello smoking il badge, dopodiché le aveva allungato il braccio perché potesse appoggiarvisi e così, come appena usciti da una foto d’epoca, erano finalmente entrati nel salone.
    Faceva caldo.
    Non importava il periodo dell’anno, in Giappone faceva sempre caldo per lui.
    -------------------------------
    «Parlato.»
    "Pensato."
    Ghoul
    21 Y.O
    @nikanor

    Lancelot Nazaire Moreau
    xDTeaSf
    Rivolto a: la sua paranoia nessuno.

    Levon Moreau agitò una mano davanti al naso arricciato per scacciare l’intenso profumo d’incenso, prima di chiudersi rumorosamente la porta alle spalle. Lo scatto del chiavistello spazzò via la concentrazione di Lancelot, che subito sobbalzò stringendo la presa sulla seduta della sedia, le unghie - già rotte e mangiate fino a non avere più una forma curvilinea - che artigliavano il punto in cui il legno scheggiato spariva sotto l’imbottitura del cuscino.
    «Maître! Perdonatemi, non vi aspettavo...» l’esclamazione strozzata si esaurì con l’indice destro che, tremante, venne d’istinto portato tra i denti.
    C’era un motivo se quella specifica unghia era ridotta in condizioni particolarmente disastrose.
    Il maestro non apprezzava l’odore dell’incenso, motivo per cui Lance meditava esclusivamente quando era da solo nel loft di Koto. Quella visita del tutto inaspettata, per quanto lo riempisse di felicità per essere stato graziato dalla presenza del maestro, lo destabilizzò. Non era preparato a riceverlo, tanto che sentì l’impulso di scattare in piedi e correre a togliersi la vecchia tuta sbiadita che indossava.
    Sul volto del maestro, però, Lance non lesse né biasimo né rimprovero: Moreau lo fissava dall’alto della sua statura ineguagliabile, con un sorriso esuberante sul viso imbiancato dalla pallida luce di dicembre.
    «Grandi notizie, mon trésor, anzi grandiose!» gli prese con delicatezza le mani, accompagnandolo nel suo mettersi in piedi. «Non potevo non dartele di persona.»
    A Lance batteva fortissimo il cuore mentre guardava il maestro come se fosse stato la manifestazione fisica di un loa. Il fantasma di qualcosa vibrava sulle sue labbra socchiuse, ma non fu capace di trasformarlo in parole. Era semplicemente abbagliato, e tutta quell’emozione era visibile negli occhi ambrati, sgranati e acquosi.
    «Finalmente lo incontrerai, mon trésor. Finalmente lo incontrerai.»

    ***

    Alla fine Lance non aveva capito bene cosa fosse uno “username”; cioè, da bravo bilingue sapeva cosa significasse, ma non aveva chiaro il concetto di “identità virtuale”. Come poteva una persona esistere in un luogo inesistente come l’Internet, per di più con uno “username” slegato dalla sua reale identità? Funzionava un po’ come per gli alias dei ghoul? Più ci ragionava su e più la sua convinzione andava giù. Comunque gli bastava sapere che lui era… era “burrito_bunny”; aveva cercato sull’enciclopedia cosa fosse un “burrito” e ne era molto fiero.
    Il badge col suo nome e lo “username” spiccava sullo smoking nero, apposto sul taschino da cui sbucava un fazzoletto bianco; glielo avevano consegnato all’ingresso, dove avevano dovuto ripetergli tre volte di lasciare cappotto ed effetti personali nel guardaroba e dare il nominativo e il regalo alla persona che rispondeva allo “username” “pinguran”. Il maestro gli aveva creato ad hoc una “identità virtuale”, che per fortuna non si discostava quasi per nulla dalla realtà: Lance odiava mentire, perciò era un sollievo potersi presentare come Lancelot Moreau, figlio adottivo di un insigne docente universitario.
    Separarsi da qualunque oggetto avesse portato con sé era stata un tragedia: su che cosa avrebbe sfogato l’agitazione che cresceva in concomitanza con l’arrivo degli invitati? Nel momento in cui la sala aveva cominciato a pullulare di gente, Lance, che già da un buon quarto d’ora si mordeva a sangue l’interno delle guance, si era ritirato nella zona delle finestre e appoggiato col fianco sinistro, senza farci caso, alla spalliera di uno dei divanetti. Era un fascio di nervi, un ghiacciolo nano di un metro e sessantasei che aspettava ansiosamente che il pavimento si aprisse sotto i suoi piedi e lo inghiottisse; purtroppo non accadde.
    Troppe persone.
    Troppe persone.
    “Troppe. Persone.”
    L’aria era impregnata da un profumo di carne umana un sacco buono, fortuna che il maestro era stato lungimirante e gli aveva riempito lo stomaco prima di sguinzagliarlo. In momenti del genere era difficile ignorare la voce che, in fondo al suo cervello, urlava che era più simile a una bestia che a un umano.
    Doveva trovare Emil Fujishiro.
    Trovare Emil Fujishiro.
    “Emil. Fujishiro.”
    Perché anche degli ordini così semplici erano così difficili per lui? Perché Bondye l’aveva fatto così stupido?, si chiese abbassando lo sguardo timido e intimidito fino a specchiarsi sulla superficie del bicchiere di Coca-Cola che aveva afferrato più per avere qualcosa da stringere che per masochistico desiderio di avvelenarsi con quella schifezza.
    -------------------------------
    «Parlato.»
    "Pensato."
    Ghoul
    17 Y.O
    @burrito_bunny
     
    Top
    .
  4.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Now's your chance to be a [BIG SHOT]
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    2,070
    Power-up
    +199
    Location
    Dalle coccole della mia Delilah ♡

    Status
    Ghost
    KOHAKU KIRISHIMA
    5tYwtgL
    Rivolta a: Lazar

    Santissima pinguran risolvitrice di problemi. Con quanto successo nella famiglia di Lazar era diventato quasi impossibile farlo stare in compagnia, evitare si desse colpe e si caricasse tutte le responsabilità del mondo sulle spalle... In questo Kohaku e Nikolay, cugino di Lazar, erano alleati: Kolya si ritrovava spesso ad avere confronti con lui, e Kohaku a trascinarlo fisicamente fuori casa: insomma, era davvero difficile ficcargli in testa come non dovesse fare tutto da solo in quanto non era affatto solo... Ma non impossibile, e se Lazar era cocciuto lo era anche Kohaku, e alla prima occasione organizzò qualcosa per Natale; Nikolay un po' ci era rimasto male per non poter passare quella notte anche con suo cugino e sua cognata - che Kohaku assolutamente non era, ma ormai il russo la chiamava "cognatina" anche per punzecchiare il cugino nella speranza di qualche reazione - ma ne era anche contento; per inciso, Kohaku provò ad estendere l'invito anche all'altro e al suo ormai fidanzato Joshua, ma lì fu Kolya a rifiutare in quanto quell'evento era per chi altrimenti sarebbe rimasto solo a Natale, e presentare due cugini, quindi una piccola famiglia, non gli pareva il caso. In realtà voleva lasciare i due da soli sperando in qualche "miracolo natalizio", miracolo nel quale Kohaku aveva smesso di crederci proprio il Natale dell'anno precedente, quando aveva provato ad allontanarsi da Lazar temendo di non potergli essere amica a causa dei sentimenti che provava - e prova - per lui, ma in quell'occasione fu Zarya a trascinarla per la mano.
    A distanza di un anno, le parti si erano invertite. La vita sa essere bizzarra oltre che crudele.

    Nonostante l'evento al quale aveva aderito col suo account privato in modo da non attirare l'attenzione, "Kokunut", si sarebbe tenuto in un family restaurant, la idol nonsi lasciò sfuggire l'occasione per tirarsi a lucido: capelli raccolti in un'acconciatura molto morbida che lasciasse i boccoli in vista con un fermaglio a forma di fiore a fare volume al lato del capo dello stesso color borgogna vivido dell'abito di velluto dallo scollo a V sia sul davanti che sulla schiena, il secondo più ampio, con maniche lunghe così come la gonna a sirena, con uno spacco sul lato destro che partiva da poco sotto la metà della coscia; come accessori, in abbinato alla giacca di Lazar, aveva scelto il color avorio, anche per le décolleté chiuse che sfoggiava quella sera, un acquisto mai sfruttato perché "troppo alte per i suoi amici", ma per fortuna il suo accompagnatore era abbastanza alto da non lasciarsi intimorire. Aveva optato per un trucco molto naturale e le lentine azzurro chiaro per poter esagerare con un rossetto dal colore forte come il suo vestito, manicure ovviamente in tinta con gli anulari bianchi e il resto rosso, e una giacca lunga bianca. Era decisamente soddisfatta di sé: non solo avrebbe portato Lazar fuori di casa, ma aveva anche abbinato il tutto come si deve, e con uno stilista come accompagnatore non poteva certo lasciare nulla al caso.
    Gli occhi e tutto il resto addosso al suo russo preferito quando se lo ritrovò davanti la porta di casa bellissimo e con un mazzo dei suoi fiori preferiti però li lasciò eccome, per praticamente tutta la serata.

    Il suo regalo per Hibiki fu qualcosa di semplice ma mai banale: un set di morbidissimi e caldissimi guanti, sciarpa e cappellino neri e bianchi con la tipica trama invernale, sperando fosse tipo da indossarli, e una volta consegnati ringraziò e si rimise a braccetto con Lazar al quale offrì un ennesimo sorriso.
    « Che bella la sala, e che bello fare regali agli sconosciuti...! Chissà cosa ci arriverà... » intavolò Kohaku nel mentre entravano effettivamente in sala, costatando che... Beh... Si erano tirati forse troppo a lucido. Non che si aspettasse nulla di troppo diverso ad ogni modo.

    « Parlato »
    "Pensato"
    HUMAN
    20 Y.O
    @KOKUNUT
    IDOL
     
    Top
    .
  5.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    fearful necromancer
    ■■■■■

    Group
    Staff
    Posts
    4,866
    Power-up
    +749
    Location
    The Abyss

    Status
    Ghost
    Chihiro Fujioka
    gERu31N
    Non appena l’occhio di Chihiro era caduto su quel post che aveva notato di sfuggita sul dash del suo account, non aveva esitato per un secondo prima di rispondere con un entusiasta “voglio partecipare!”. L’idea gli sembrava divertente! Scambio di regali con dei perfetti sconosciuti! Tutto pur di salvarlo dalla noia di quella inutile festività per coppiette.
    Dopodiché era andato immediatamente a spammarlo condividerlo con il suo amico Minori in chat privata, cercando di convincerlo, o meglio obbligandolo, a partecipare con lui. Quando voleva il caro scrittore sapeva essere molto persuasivo, specialmente se la sua vittima persona era Minori stesso. Quest’ultimo ormai si era rassegnato da tempo alla cosa, non riusciva proprio a dire di no a quella faccia da cucciolo bastonato anche se sapeva bene, con tutta l’esperienza che aveva accumulato negli anni, che era tutta scena.
    Per cui ora eccoli lì, in viaggio verso Nakano il giorno prefissato con i regali “accuratamente selezionati” sotto braccio perché, se una cosa era certa, era che nessuno dei due si era sforzato più di tanto per trovare il regalo perfetto per il loro destinatario. Nonostante avessero sbirciato i loro profili con curiosità. Tipico, non si erano nemmeno sforzati per scegliere i loro regali reciprochi. Ormai tra loro due era diventata guerra a chi faceva il regalo più inutile all’altro. O strano. Minori, non appena aveva intravisto quello di Chihiro, aveva alzato gli occhi al cielo. Almeno lui aveva scelto, si, qualcosa di banale ma alla fin fine nella norma.
    Comunque sia, nonostante fosse ben imbacuccato, nel mentre camminavano l’aria fredda era comunque arrivata fino alle ossa di Chihiro e quest’ultimo non vedeva l’ora di mettere finalmente piede nel locale, al calduccio. Per cui, una volta arrivati al ristorante, il giovane scrittore si era gettato immediatamente addosso alla prima fonte di calore che aveva intravisto.
    Minori lo ignorò bellantemente, troppo abituato alle sue stranezze, andando invece a rivolgersi alla ragazza in attesa alla reception che riconobbe subito essere la cara vecchia pinguran. Minori le sorrise dolcemente e iniziando a slacciarsi la giacca e passandole il suo di regalo, diede lei i loro nominativi, così da segnare il loro arrivo.
    «Morinaga Minoru, username “morinori” e Fujioka Chihiro, username “spirited away”» disse quindi il ragazzo, indicando prima sé stesso e poi l’amico accoccolato beatamente contro un termosifone.
    Sentendo il suo nome, il giovane scrittore si voltò, decidendo di staccarsi dalla paradisiaca fonte di calore per poi avvicinarsi anche lui al bancone «Merry Christmas» furono le parole che uscirono dalla sua bocca ma con quel suo solito tono monocorde, quell’augurio sembrava quasi insincero. Parola chiave: quasi «Ho portato anche una torta, l’ho fatta io» aggiunse poi, appoggiando con fierezza la scatola della Christmas cake che aveva portato.
    Minori sospirò «Non ti preoccupare, la torta non è avvelenata. Garantisco io» disse lui alla ragazza, buttandola sul ridere nel mentre Chihiro si era messo a ridacchiare un po’. Infondo, non era forse lui il tester fisso delle pietanze cucinate dall’amico? Se le era sorbite tutte. Ehi, al cibo gratis non si rinuncia mai. Guarda caso, aveva già puntato il buffet ed era pronto a ingozzarsi alle spese altrui. Era lì più che per quello che per altro.
    Chihiro sorrise poi lievemente, annuendo alla spiegazione che la ragazza prese poi a fare loro su come sarebbe avvenuto lo scambio dei regali più in là nella serata, per poi passare anche lui il suddetto insieme ai suoi altri averi personali, tra giacca e zainetto, appiccicandosi infine anche lui il cartellino che gli era stato porto al petto.
    Salutando poi Pinguran, i due si avviarono verso la sala, raggiungendo gli altri invitati che erano già arrivati. E se Minori si era vestito più di tutto punto, volendo comunque provare a fare colpo su qualcuno, Chihiro era stato il completo opposto: si era vestito come suo solito, abiti larghi, un maglione grigio ampio abbastanza da coprire la sua figura con una camicia bianca sotto. Non aveva nessuno da impressionare, in fondo. Almeno Minori era riuscito a convincerlo a sistemarsi più elegantemente i capelli, legandoglieli in una treccia morbida. E a indossare qualche accessorio più carino.
    «Ah» esclamò tutto d’un tratto Chihiro, avendo notato alcuni oggetti lasciati su uno dei tavoli addobbati per l’uso degli invitati stessi. Senza preamboli, ci si diresse con qualche veloce falcata sotto lo sguardo confuso di Minori e in pochi secondi fu di ritorno con indosso un capello da babbo natale e uno da renna in mano che mise, con un sorrisetto sornione stampato in volto, sulla testa dell’amico. Internamente Minori stava già piangendo. Il look da gran figo, rovinato così. Chihiro sembrava così soddisfatto del suo operato che Minori non era nemmeno riuscito a controbattere. Che dire, almeno era a tema? Yay?
    Il caro Chihiro gli sorrise solo beatamente «Perfetto» disse per poi decidere di aprire di nuovo bocca «Ho intravisto un’area karaoke prima, andiamo» per poi prendere Minori per mano provando a trascinarlo verso la sua meta, nel mentre quest’ultimo, inorridito, stava facendo di tutto per di fermarlo. Beh, non che ci volesse molto, in fondo era lui quello fisicamente più forte tra i due. Chihiro era uno spaventapasseri, un giorno di questi il vento lo avrebbe fatto volare via. Ne era sicuro. E guarda caso, non si erano mossi di un centimetro dal lato della sala in cui si erano fermati. Per sommo imbarazzo di Minori che sperò nessuno stesse guardando nella loro direzione.
    «Mi~no~ri~» cantilenò Chihiro, per poi lasciare la presa all’improvviso, facendolo quasi capitolare «Guastafeste, vado a chiedere a qualcun altro» disse quindi, un altro sorrisetto ad adornargli le labbra, avviandosi poi in una direzione a caso.
    Minori stava quasi per fermarlo ma in quel preciso istante aveva ben deciso che della sanità mentale degli altri non gli importava un acca. Per cui sorrise internamente, sfregandosi le mani. Era arrivato il momento del relax e per una volta non voleva fargli da guardia del corpo balia. Che Chihiro facesse pure tutto quello che voleva. Beh, il limite era qualcosa che non lo mettesse in completo in imbarazzo. Uh, forse doveva comunque tenerlo sotto’occhio, eh. Pensò, nel mentre si era messo in bocca la bellezza di tre tramezzini non appena si era fiondato su uno dei tavoli imbanditi.
    Nel mentre, il nostro effettivo protagonista, si era invece messo a guardarsi intorno con interesse, in cerca di una vittima persona da importunare convincere a giocare un po’ con lui. Era lì per divertirsi, in fondo.
    HUMAN
    24 Y.O
    WRITER / NOVELIST
    ROBUHO MANAGER
     
    Top
    .
  6.     +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    3,321
    Power-up
    +495

    Status
    Ghost
    Hana Dunbar
    Si chiedeva come ci era effettivamente finita lì, tra tutte quelle persone: era abituata a sentirsi invisibile, ma non voleva esserlo davvero. Di solito, in una famiglia così legata allo ''spirito del Natale'' , non si poteva saltare una festa così importante, ma per la prima volta in tutti quegli anni, era andata diversamente per la famiglia Dunbar.
    Fino all'ultimo nessuno della famiglia aveva avuto il coraggio di dire che, per svariate motivazioni, quell'anno non avrebbero passato la vigilia insieme. Quella sera il ristorante di famiglia aveva avuto più prenotazioni di quello che si aspettavano, e i genitori vedendo come lei e suo fratello avevano sgobbato da ora di pranzo senza sosta, avevano deciso di lasciargli la serata libera, a patto che la passassero insieme...come se suo fratello gli avesse davvero potuto fare da balia... Lei non voleva andare ad una festa, ma alla fine si era ritrovata catapultata in quel posto, trascinata dal fratello, che non ne voleva sapere di restare a casa e perdersi un'occasione del genere.
    Questo significava vestirsi in modo elegante, e di certo non con le sue solite felpe oversize, ma piuttosto che mettersi un vestito con cui si sarebbe sentita a disagio tutta la serata, aveva optato per altro, tutto preso in prestito ovviamente: un pantalone nero aderente purtroppo per lei, una camicia un po' over e bianca, con sopra una giacca grigia ma dal tessuto particolare, o meglio con un disegno a pois piccolissimi, leggermente brillanti, che davano un po' di luce. Per finire una striscia di tessuto nera che si univa con una clip e che doveva fare da cravatta molto over: si sarebbe dovuta mettere forse dei tacchi, ma non era per nulla il tipo e quindi aveva optato per degli anfibi... sua madre non avrebbe approvato quello che avrebbe chiamato ''un'accozzaglia di roba'', ma era talmente occupata con il ristorante che non ebbe tempo neanche di guardarla per bene; meglio così per lei.
    Si schiacciò meglio quella massa di capelli biondi che aveva, dopo essersi sistemata gli occhiali e la sua tracolla: essendo una serata particolare avrebbe fatto ciò che la faceva sentire più a suo agio...guardare tutto dall'obbiettivo di una macchina fotografica.
    Le sarebbe servito anche per esercitarsi con delle luci così particolari, e chi lo sa, magari sarebbero venute delle belle foto...e poi sarebbe potuta essere una scusa per isolarsi o scappare da una conversazione.
    Si era fatta innumerevoli problemi su che regalo fare, senza contare che non disponeva di un vasto budget per l'occasione e che aveva pochi indizi...era un disastro in queste cose.
    Temeva avrebbe fatto una figuraccia, e aveva il brutto presentimento che sarebbe andata così: aveva dunque consegnato il regalo e i suoi nominativi, già in ansia per quando sarebbe arrivato il momento.
    Si chiedeva se la persona a cui aveva fatto il regalo era già arrivata o meno, intanto si guardava con aria spersa, un po' guardinga in giro, mentre stringeva il laccio che teneva ben salda la sua macchina fotografica al collo.
    «Lo sai vero che dovresti divertirti?»
    Disse suo fratello, indicando la macchina fotografica, Hana d'altro canto sbuffò. «Come vuoi... cerca di non cacciarti nei guai, sennò chi li sente mamma e papà...»
    Anche il fratello si guardava attorno, come se cercasse qualcuno in particolare, e sembrava stranamente nervoso. «Puoi lasciarmi da sola per mezz'ora, non sono una ragazzina» Rispose Hana a quella sorta di richiesta non detta del fratello.
    «Seh, certo» Commentò, prima di riprendere la parola. «...ci metterò poco ok? Tu...sii te stessa» Aggiunse indicandola, e facendo inarcare un sopracciglio alla ghoul da sotto la frangia bionda.
    «Perchè sento che fosse un insulto...?»
    Lui ridacchiò, scompigliandole i capelli, cosa che quasi la fece ringhiare: non lo sopportava. «Sei un idiota» sussurrò a denti stretti, irritata, non sopportava essere trattata da bambina, sopratutto da suo fratello, e poi...quei capelli già avevano vita propria, non c'era bisogno di farli levitare ancora di più!
    «Lo so che tanto mi ami, funghetto» Ora si che lo ammazzava, se qualcuno l'avesse sentito?! Non bastava essere venuta con il babysitter, ora anche i soprannomi imbarazzanti, era decisamente troppo da sopportare per lei.
    Il fratello probabilmente capì l'antifona, perchè si era allontanato ridacchiando, sparendo fra la folla: ora che era da sola e aveva un po' di libertà, fece un respiro profondo. Poteva farcela.
    Si ritrovò dunque da sola tra quella che avrebbe chiamato la zona di mezzo: l'albero di natale e la zona karaoke, in un punto dove pensava che magari poteva starsene tranquilla.
    Le tremavano le mani, e capì che l'unico modo per distendere i nervi e smettere di sembrare un spulcino spaurito fosse prendere tra le mani la sua macchina fotografica e fare qualche foto per la serata.
    Era tutto diverso dietro l'obbiettivo, sentiva di poter vedere sfumature diverse o nascoste delle persone, poteva osservarle senza risultare neanche troppo strana, magari facendo delle ipotesi su chi fossero...era in qualche modo, una maniera per lei di connettersi agli altri, di comunicare.
    Sperò d'altro canto però, di non attirare troppa attenzione...non a tutti piaceva essere fotografati, dunque sperò, ancora, di non avere troppi guai in quel senso...e poi sembravano tutti così presi dalla festa che neanche sembravano accorgersi di lei: che novità.

    «Parlato»
    Pensato
    Ghoul
    16 Y.O
    @wicked_crathes
    Studentessa
    Fotografa Freelance
     
    Top
    .
  7.     +5   +1   -1
     
    .
    Avatar

    If you think you're a hero, then die like one
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    1,290
    Power-up
    +184
    Location
    Niflheimr

    Status
    Dead
    Yonaga Kasumi
    kxZYF8U
    Rivolto a: Hana

    «Lavori anche la vigilia?»
    Quella discussione non le stava affatto piacendo. Poteva già sentire la cena rimanerle sullo stomaco.
    Shoici a malapena guardava negli occhi la figlia.
    «Tesoro, te l’avevo detto-»
    «Non è vero.»
    «No, non te l’avevo detto.»
    L’uomo sospirò. Il grande critico musicale sconfitto da una ragazzina di diciannove anni.
    «Perché non festeggi da mamma? Ogni volta chiama e chiede quando torni.»
    Non stava guardando Kasumi nemmeno in quel momento, con la scusa di dover lavare i piatti Kasumi poteva solo guardargli la schiena.
    Non le rimase che alzarsi, troppo di scatto per farle bene, ma al momento era troppo orgogliosa per mostrarlo. Avrebbe sopportato la fitta di dolore, tanto aveva sopportato di peggio.
    «Troverò cosa fare qui. Ho un sacco di amici, qualcosa si farà.»
    L’ultima parte era una bugia. Lo sapeva Shoici, lo sapeva Kasumi.
    L’unica differenza era che Shoici sapeva il motivo, Kasumi continuava a chiedersi perché. Ma non era il momento adatto per discuterne.
    «Le manchi.»
    Fu l’ultimo commento del padre, ma Kasumi si era già allontanata abbastanza per far finta di non averlo sentito.

    Era uscita in anticipo, giusto perché stare a casa sarebbe stato noioso e tanto valeva fare un giro per Tokyo.
    E poi nevicava, bisognava approfittarne! La neve le piaceva, aveva anche fatto un mini pupazzo di neve con una mini sciarpa e un cappellino. Era sul davanzale della finestra di camera sua, prima o poi gli avrebbe dato un nome.
    L’off-line meeting non aveva un dress code, e sinceramente menomale. Altrimenti non si sarebbe presentata mai nella vita.
    L’unica cosa di lontanamente natalizio che indossava era il cappotto lungo, di un bel colore rosso. Peccato quello se lo sarebbe tolto appena arrivata al ristorante.
    Ma la felpa oversize che aveva addosso era calda e comoda, quindi non ci vedeva nulla di male. In realtà a sua madre, che si era sempre impegnata per agghindarla come una principessa, sarebbe venuto un infarto.
    Non che le importasse qualcosa.
    Abiti eleganti e trucco leggero le avrebbero ricordato troppo i concerti di musica classica. Si era presa una pausa, no? Sì, solo quando le faceva più comodo.
    Ah, vero, di natalizio aveva anche il laccio per capelli, questa volta sostituito da un nastrino rosso. L’avevano costretta, e il fiocco si era già rovinato.
    Era invece molto soddisfatta della scelta sul regalo, secondo lei a Kokunut sarebbe piaciuto. Nice username btw. Era un regalo piccolino, apparentemente modesto, ma la carta da regalo aveva come fantasia il meme del gatto nello spazio ed era trash. Quindi bellissima.
    Aveva anche augurato buona vigilia a pinguran, con un tono di voce tale aveva praticamente augurato buona vigilia anche a chi stava vicino a loro.
    Ma prima ancora di cercare la vittima perfetta, nel tentativo di farci amicizia e fallire per l’ennesima volta, Kasumi aveva individuato il buffet. E al cibo non si dice mai di no, specialmente se -nonostante il fisico piccolo e magro- hai uno stomaco senza fondo.
    Ed era la vigilia di Natale, poteva sempre sperare la cioccolata calda piccante fosse un po’ più amata dell’anno precedente.
    In realtà no, prima o poi avrebbe scoperto di doversi accontentare della cioccolata speziata.
    Si fece distrarre dalla vittima perfetta.
    Ovviamente.
    «QUELLA È UNA MACCHINA FOTOGRAFICA?»
    Un giorno avrebbe imparato a non urlare, ma non era quello. I miracoli di Natale non sarebbero bastati.
    Nel tempo in cui Kasumi raggiunse Hana, forse la poveraccia avrebbe fatto meglio a scappare.
    «Mi fai vedere come fai? Che figo.»
    Kasumi.
    La gente si sente a disagio quando qualcuno le osserva.
    Soprattutto se lo fai con l’entusiasmo di una bambina in un negozio di caramelle. Le basi dell’empatia, mioddio.
    Human
    19 Y.O
    Stundetessa/Musicista


    Kiriyama Hayato
    exbui0N
    Rivolto a: Nessuno

    La missione “salvare Kiriyama Hayato da se stesso” era ufficialmente iniziata. Da un po’, in realtà.
    Shinya e Shuya sapevano come fosse il fratello, e quanto male reagisse quando perdeva una partita di shogi ufficiale. Quella volta, poi, era stata una partita così importante Hayato continuava a serbare rancore contro il mondo tutto.
    Non avevano un appartamento così grande -la villa di famiglia non era del ramo principale del clan, ironicamente- e comunque in quei giorni di Hayato non vi era quasi traccia.
    Se fosse stato umano a quel punto avrebbe saltato talmente tanti pasti da essere preoccupante.
    Evitava Shin e Shu ancora più del solito, se non l’essenziale per fingersi un tutore decente.
    Il resto del tempo lo passava studiando nuove strategie nello shogi. Probabilmente.
    Shinya e Shuya non lo potevano sapere: ci mancava solo Hayato si chiudesse nel suo studio a chiave. Magari con doppia mandata. Perché voleva molto bene ai gemelli.
    Gli zii e Tsukasa li avevano invitati a passare il Natale insieme, ma Hayato aveva rifiutato. Le regole del clan sono assolute, e ognuno pensa a sé. Da quando si giocava alla famiglia felice?
    Sigh.
    A pensarci, se Kiriyama Hayato avesse chiuso il suo studio a chiave gli sarebbe andata meglio. Perché nessuno evitò a Shuya di entrare spalancando la porta, ignorando lo sguardo omicida del fratello maggiore, e sbattergli in faccia il cellulare con la notizia dell’evento off-line aperta.
    Minacciando che se lui, Hayato, non fosse venuto a quel Secret Santa con loro avrebbero fatto un’altra idiozia firmata Ayakashi. In perfetto rapimento di Junichi style, yeah!
    Shinya, poco lontano, aveva preferito paralizzarsi per la paura tipo sistema di difesa delle lepri. Stava ammirando lo scorrere della sua vita, arresosi a una fine prematura.
    «Un giorno mi libererò anche di voi.»
    «Ci vuoi troppo bene.»
    «Non mi sfidare.»
    Ma alla fine avevano fatto uscire Hayato di casa, quindi un punto per gli Ayakashi. Kuro e Shiro colpiscono ancora!
    Era anche un punto di più sulle probabilità Hayato non scherzasse affatto.

    Il regalo di Hayato non era stato molto pensato, ma di sicuro non era economico.
    Non erano passati nemmeno dieci minuti da quando aveva messo piede in quel ristorante. Nemmeno dieci minuti. E aveva già il tipico mal di testa da padre single con due figli adolescenti a carico.
    Una vera fortuna, quindi, che avvistata l’area karaoke Shinya e Shuya erano subito corsi via. Addio a entrambi e grazie di nulla.
    La festa non gli interessava, gli umani gli davano fastidio e non aveva intenzione di rivolgere la parola a nessuno. Chi aveva detto che a Natale si è tutti un po’ più buoni?
    Hayato si sistemò a uno dei tavoli liberi, il più possibile da parte, concentrandosi di nuovo sulla sua nuova tortura: rigiocare, questa volta solo mentalmente, la partita di shogi che aveva perso. Studiarla e fare in modo che non capitasse più.
    Immaginarsi la scacchiera era facile, così poteva studiare cos’aveva sbagliato e nuove strategie per distruggere il suo prossimo.
    Guardare in maniera critica il proprio modo di giocare era estremamente difficile, ma ormai era questione di onore. Non sarebbe stato umiliato una seconda volta.
    Che fosse diventato prevedibile? Doveva fare qualcosa per evitarlo.
    Niente di strano, quindi, dal lato Kiriyama Hayato: solo qualcuno che sta giocando a shogi da solo e senza scacchiera.
    Era così concentrato a un certo punto Shuya, allontanandosi per un po’ dall’area karaoke, gli aveva messo addosso un cappello da Babbo Natale e non se n’era nemmeno accorto.
    Per fortuna.
    Ghoul
    24 Y.O
    Suzaku, Rank B
    Ukaku
    Shogista/Modello


    Mizushima Hibiki
    Vr4MAUx
    Rivolto a: Nessuno

    «La... za... Laza...r? Lazar.»
    Non aveva mai sentito un nome del genere prima d'ora. Non era giapponese.
    Tentare di leggerlo era stata una tragedia, tragedia che non intendeva ripetere per il... secondo nome? e il cognome. Forse quello era una specie di segno, il suo destino era rimanere analfabeta.
    Nella seconda parola c'era pure una lettera che non conosceva, Eichi non gliel'aveva ancora insegnata. Si arrendeva, almeno l'username sembrava molto più semplice.
    La cosa più complicata era capire cosa fosse esattamente un username, ma tutto a suo tempo.
    Per il momento, infatti, non avrebbe più provato a leggere quel nome.
    Ma per il suo regalo si sarebbe impegnato molto! Infatti aveva provato a guardare il profilo B-social di Lazar, nel senso che aveva almeno guardato le immagini. E in tutto ciò c’era un problema.
    Guardando solo le foto che pubblica una persona non ci capisci assolutamente nulla. Quindi aveva chiesto aiuto a qualcuno perché gli leggesse il profilo.
    Era stata un’impresa anche solo capire chi fosse questo Lazar, scegliere un regalo non era stato tanto meglio.
    Non aveva mai fatto né ricevuto regali, e se era per quello fino a quel momento non aveva mai partecipato a una festa il giorno di Natale. Il tutto rischiava di essere uno shock culturale non indifferente.
    Re-introdurre Hibiki alla società umana stava diventando più difficile di quanto pronosticato, e si era già pronosticato quasi impossibile. Evviva.
    Visto l’incredibile senso del denaro che aveva Hibiki, dovettero pure fermarlo dallo spendere quasi centoventimila yen di regalo tutto in una volta.
    Non aveva ancora capito perché, onestamente.
    (Perché quasi mille euro di regalo per uno sconosciuto è un’assoluta follia, ecco perché).
    Quindi si impegnò davvero molto per la scelta di quel regalo, ma finì comunque col mettere da parte la sua prima scelta per "qualcosa di più semplice". Gli avevano proprio detto di scegliere qualcosa di più semplice.
    Forse li aveva presi un po’ troppo sul serio per quello, ma in ogni caso un regalo molto carino.
    Aveva anche aggiunto un biglietto con scritto, con una calligrafia orribile da elementari, un semplice “auguri - Hibiki”.
    Il nome era scritto in hiragana, figuriamoci.
    Ma è il pensiero che conta, no?

    Il numero di persone presente a quell’evento lo metteva a disagio. Ancora di più, lo metteva a disagio la quantità di cibo presente al buffet.
    Gli sembrava un po’ uno spreco, ma probabilmente no. Del resto erano in tantissimi.
    Poteva prendere da mangiare? Nel dubbio non lo avrebbe fatto. Aveva visto le conseguenze del rubare, per quanto fosse spesso riuscito a rubare cibo senza essere colto sul fatto, e non erano simpatiche.
    Per cui Hibiki decise di non rischiare, per quanto gli sarebbe piaciuto.
    A sapere che prendere cibo dal buffet non era affatto rubare, invece, avrebbe pensato sarebbe stato bello avere anche lì la squadra delle favole.
    Ma forse era meglio così, un pensiero del genere gli avrebbe messo solo malinconia. Erano una famiglia e non era ancora riuscito a salvare nessuno.
    Del resto l'avevano anche portato lì dicendo doveva divertirsi, ogni tanto.
    Anche per quello non aveva capito. Come avrebbe dovuto divertirsi in una situazione del genere? Lo avrebbe scoperto, sperava.
    Al momento aveva preferito concentrarsi sulle decorazioni, chiedendosi di chi fossero i regali sotto l’albero.
    Alla fine sentì comunque il bisogno di mettersi in disparte, quella situazione era davvero tutto troppo per lui. Fino a qualche anno prima sarebbe andato nel panico e avrebbe cercato di scappare, ma riuscì a contenere quella reazione preferendo ritirarsi in un luogo un po’ più in disparte rispetto alla folla.
    Per avere un po’ di calma, e perché il campo visivo limitato gli stava dando più problemi in quel momento che non quando ammazzava ghoul.
    Almeno vicino le finestre c’era più tranquillità, nessun rischio di finire addosso a qualcuno perché non aveva calcolato bene le distanze. Meno disagio, meno imbarazzo.
    Ma a quello avrebbe preferito essere di ronda e cacciare ghoul. Sarebbe stato nel suo ambiente, in quel caso.
    Molto più sicuro di sé.
    Era uno strumento di caccia, avrebbe dovuto essere trattato come tale.
    A quanto pareva le feste non facevano per lui, e aveva dovuto ringraziare non c’era stato nessun obbligo di vestirsi come un pinguino.
    Come sembrare uno spaventapasseri in miniatura e spaventato, in pratica. Che guardava fuori dalla finestra, perché a guardare la gente avrebbe avuto la pessima sensazione di starle studiando. Come aveva sempre fatto quando era nella squadra delle favole, pronto a studiare piani per rapire e uccidere.
    Sarebbe stato bello, anche, se avesse smesso di essere eccessivamente sulla difensiva.
    No, decisamente quello non era il suo ambiente. Lo aveva visto al gala, quando aveva ricevuto il suo diploma e aveva odiato non poter fare nulla in una situazione d’emergenza.
    «Mai più.»
    Fu poco più che un pigolio disperato, ma ne era seriamente convinto.
    CCG
    21 Y.O
    Secondo grado
    Koukaku (Grimm)


    Edited by Cattleya - 10/12/2020, 02:29
     
    Top
    .
  8.     +5   +1   -1
     
    .
    Avatar


    ■■■■■

    Group
    Staff
    Posts
    4,963
    Power-up
    +693
    Location
    Snezhnaya

    Status
    Ghost
    Lazar Stefanovič Khabarov
    5x7mSz0
    Rivolto a: Kohaku Kirishima.

    Una volta nel salone non poté che dare a Cesare ciò che era di Cesare: gli organizzatori avevano fatto le cose per bene. Naturalmente non si aspettava un gala in un family restaurant, ma fu piacevolmente colpito dall’atmosfera e dalle decorazioni; era… piacevole, caldo, familiare come avrebbe dovuto essere. Una sensazione che gli mancava da morire. Forse aveva sbagliato a partire prevenuto, si disse, forse sarebbe davvero riuscito a passare una serata decente... ma anche solo pensarlo gli attorcigliò lo stomaco in un nodo di senso di colpa.
    L’unica cosa che lo portò ad arricciare il naso fu la scarseggiante eleganza della maggior parte degli invitati. Era consapevole di essere lui quello strano, quello che indossava panciotto e giacca anche per andare all’università, ma… diamine. Era pur sempre un evento mondano.
    “Che bella la sala, e che bello fare regali agli sconosciuti...! Chissà cosa ci arriverà...”
    «Probabilmente un’onda anomala di fans di Neku.» decretò scoccandole uno sguardo obliquo, gli occhi assottigliati e le labbra strette in una linea dritta che non aveva niente di allegro.
    Disilluso, cinico e pungente, in poche parole l’altro lato di sé che mostrava unicamente alle persone con cui aveva un rapporto profondo. Da quando Kohaku era entrata in questa ristretta cerchia non si sforzava più di nascondere la sua parte peggiore.
    Beh, ovviamente soprassedendo su un piccolo segreto a base di cannibalismo.
    Era già accaduto in passato che una loro uscita fosse stata interrotta dalle schiere di fans che facevano la fila per un selfie, un complimento o un incoraggiamento: Kohaku era spesso preceduta dalla sua fama. Nel peggiore dei casi si era messo a giocare a qualche gacha game o bombardare di messaggi la povera vittima di turno per ingannare l’attesa. Sperava che quella sera le cose andassero diversamente, non se la sentiva di tormentare qualcuno la vigilia di Natale.
    «È mia impressione o c’è qualcuno che canta?»
    La domanda era sorta spontaneamente, così come la lunga occhiata che indirizzò verso la direzione da cui sentiva provenire la voce. Possibile che avessero allestito anche l’angolo karaoke?
    -------------------------------
    «Parlato.»
    "Pensato."
    Ghoul
    21 Y.O
    @nikanor

    Lancelot Nazaire Moreau
    xDTeaSf
    Rivolto a: Hibiki Mizushima.

    Lance aveva avviato il processo di trasformazione in tappezzeria. Immobile e teso come una corda di violino, sembrava quasi non respirasse. Aveva già preso parte in passato ad occasioni mondane, ma mai senza la compagnia del maestro. Moreau-sama aveva detto che sarebbe stato facile, che semplicemente avrebbe dovuto non farsi notare e osservare da lontano Emil Fujishiro e poi… e poi dopo la festa tramortirlo con un fortissimo colpo in testa e trascinarlo via come un sacco della spazzatura per i capelli! N-no, forse Moreau-sama non aveva detto esattamente così. Ma nella testa di Lance era più o meno questo il piano.
    Avevano lavorato sodo per risalire alla sua identità e adesso sapeva che faccia aveva, solo che… non lo vedeva. C’erano troppe persone - troppo buon odore di cib-- Bondyé, che pensieri abominevoli gli passavano per il cervello quella sera! - e la sua capacità di concentrarsi, già normalmente bassa, era ai minimi storici.
    “Non farti notare. Non farti notare. Non farti notare.”
    Poteva farcela, doveva solo guardarsi meglio intorno e girovagare finché non avesse riconosciuto il suo viso dell’angelo autore di romanzi al limite dell’allucinante in mezzo alla folla. Poteva fingersi interessato al karaoke, al buffet o all’albero di Natale, che effettivamente era stato finora l’unica cosa in grado di strappargli un sorriso.
    Poteva farcela, sì.
    “Mai più”.
    Bastò un sussurro per farlo sobbalzare e quasi perdere la presa sul bicchiere, il cui contenuto adesso ondeggiava pericolosamente vicino ai bordi. Alla faccia del non farsi notare. E sempre alla faccia del non farsi notare, si era ritrovato a fissare il ragazzino poco distante da lui con espressione a metà tra lo spaurito e il confuso.
    La prima cosa che notò fu che era più basso di lui, finalmente una cosa positiva quella sera.
    «C-come?» pigolò a sua volta, insicuro se il borbottio fosse stato indirizzato a lui o se il suo acuto udito di ghoul avesse captato qualcosa da cui doveva rimanere fuori. Ormai però c’era dentro. E la cosa tragica era che quella persona non era neanche Emil Fujishiro.
    -------------------------------
    «Parlato.»
    "Pensato."
    Ghoul
    17 Y.O
    @burrito_bunny
     
    Top
    .
  9.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    3,321
    Power-up
    +495

    Status
    Ghost
    Hana Dunbar
    Rivolto a: Kasumi

    Mentre osservava in silenzio gli altri ospiti della festa attraverso l'obbiettivo della sua macchina fotografica, qualcosa o meglio qualcuno, ruppe quel momento idilliaco tra lei e il suo mondo, riportandola alla realtà.
    Essendo che quella macchina era il suo più grande tesoro, era abituata a tenerla stretta e mai lasciarla andare: le urla che le arrivarono un po' la spaventarono facendola saltare, indietreggiando e rischiando di inciampare all'indietro, ma per fortuna non accadde.
    Deglutì, osservando per qualche secondo la persona che aveva davanti e si risistemò gli occhiali: la prima cosa che pensò fu che forse urlava perchè si era infastidita, ma era certa di non averla messa nell'obbiettivo.
    Stette attenta a non far cadere la sua preziosa amica e a non spaccarla con la sua forza, ma di certo guardò spaesata la ragazza davanti a sè per i primi buoni minuti.
    «...cosa?»
    Era ancora così frastornata che per sbaglio le partì una foto, con tanto di flash, e lì avrebbe voluto facepalmarsi da sola visto che era un errore piuttosto stupido accecare chi ti parlava...urlava...insomma, quello.
    Quando processò la situazione anche per le parole successive, potè rilassarsi un po': allora non voleva picchiarla, meno male! Insomma, non avrebbe voluto reagire male da fare del male lei stessa, dall'odore dopotutto sembrava umana, e al momento sembrava solamente genuinamente interessata alla sua cara amica, e questo la tranquillizzò ulteriormente.
    «Si...si è una macchina fotografica»
    Piano piano si sarebbe rimessa in carreggiata: non era poi così abituata a parlare con le persone, di solito era invisibile. Nessuno la notava, neanche quando fotografava, e sentirsi al centro dell'attenzione fu piuttosto strano e piacevole.
    Avrebbe voluto essere notata più spesso per quanto nell'anonimato ci sguazzasse piuttosto bene.
    «Cosa...cosa vuoi sapere?»
    Si sforzò di sorridere, sebbene in maniera accennata, visto che ancora sembrava stesse facendo un download su come si interagiva con altri esseri viventi.
    «Be'...grazie...insomma si è figo...anche per me ... ti piace la fotografia?»
    Se le aveva fatto quella domanda non era una fotografa, ma era bello parlare di qualcosa di simile con qualcuno per una volta. Come spiegare senza essere incomprensibile ciò che la ragazza voleva sapere? Non c'era un manuale anche per quello sul parlare in pubblico? Si fece forza, era certa di poterlo fare! Non era difficile, ora che qualcuno le aveva rivolto la parola poteva riuscirci!


    «Parlato»
    Pensato
    Ghoul
    16 Y.O
    @wicked_crathes
    Studentessa
    Fotografa Freelance
     
    Top
    .
  10.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    ■■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    7,266
    Power-up
    +438
    Location
    Outer space.

    Status
    Ghost
    EVELYN TIFFANY APPLEGARTH
    event-secretsanta
    Rivolta a: Hayato Kiriyama.

    Aveva passato la maggior parte del suo tempo a girare per il salone ed ammirare quanto aveva da offrire quel posto: le decorazioni caricavano l'atmosfera di allegria, respirava Natale da ogni singolo centimetro cubo di quella sala. Non percepiva lo stesso calore di un Natale passato in famiglia, forse anche perché era un ricordo lontano: era solita festeggiare il Natale tutti insieme quando ancora abitava a Londra con i suoi genitori e sua sorella Roselyn, ma da quando si era trasferita aveva ben compreso che in Giappone la tradizione non era di certo quella di una cena in famiglia, circondati da parenti e regali. Dopo anni che si era ritrovata a vivere tradizioni culturali diverse, aveva effettivamente compreso quanto il Natale fosse più una festa somigliante a San Valentino. Era più probabile vedere coppiette girare per strada, a braccetto o mano nella mano, ammirando le luminarie, piuttosto che riunire tutti i parenti a casa di qualcuno per festeggiare come si deve. Aver optato per qualcosa di diverso quell'anno le dava la possibilità di cimentarsi in esperienze sociali differenti. La maggior parte delle sue interazioni sociali si racchiudevano nel rispondere ai commenti sotto i suoi post, qualche chiacchierata con i suoi colleghi di corso oppure... oppure le conversazioni con i dipendenti di suo nonno, che vedeva molto più frequentemente di qualsiasi altra persona.
    Il suo sguardo vagò anche verso il buffet, nonostante sapesse di non poter toccare nulla: tutti i dolcetti presenti avevano un aspetto davvero singolare e carino, e qualsiasi pietanza fosse presentata a loro disposizione sembrava essere davvero appetitosa. Peccato che anche solo assaggiare un finger-food le avrebbe regalato un viaggio di sola andata per il bagno di servizio.
    Vagando tra la folla aveva ben compreso quanto fosse difficile interagire personalmente con qualcuno che non si conosceva: le sue interazioni erano quasi del tutto ristrette a persone che le venivano presentate o con cui, per un motivo o per un altro, doveva per forza di cose interagire, ma prendere l'iniziativa e parlare con qualcuno, ora, era diventato particolarmente complicato.
    Scorse tra la folla un tipo che aveva tutta l'aria di essere solo. Se ne stava fermo a fissare il vuoto... era la sua occasione per conoscere qualcuno ed evitare di disturbare chi stava già chiacchierando con qualcun altro. Così si avvicinò ad Hayato, rendendosi conto che forse gli era successo qualcosa: non aveva un'espressione felice sul volto e sembrava concentrato su qualcosa-- un po' il timore di disturbare lo aveva davvero, ma se poteva aiutarlo a risolvere il suo problema, perché no?
    «Va tutto bene?» domandò quindi, senza farsi troppe remore, inconsapevole di avere di fronte quella che, con ogni probabilità, era le persona meno socievole di tutta la sala. Nice catch, Evelyn.

    «Parlato.»
    "Pensato."
    ghoul
    24 y.o
    student
    unoccupied
    masked flower, rank b
    post: 02
     
    Top
    .
  11.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    fearful necromancer
    ■■■■■

    Group
    Staff
    Posts
    4,866
    Power-up
    +749
    Location
    The Abyss

    Status
    Ghost
    Akari Katagiri
    ZfKxyH4
    A partecipare l’aveva convinta sua sorella Megumi anche se quest’ultima, fin dall’inizio, non era particolarmente intenzionata ad unirsi alla festa. A quanto pare, aveva accetto di andare ad un appuntamento con l’umano che le andava dietro ormai da diversi mesi. Ed ecco, la nostra Akari c’era rimasta un po’ male, certamente, insomma le sembrava una cosa divertente da fare con la sorella maggiore ma comunque sia, era anche vero che doveva imparare a socializzare da sola, senza il supporto di nessuno.
    Ecco, aveva ancora molto da imparare e aveva già deciso che, l’obbiettivo di quella serata, sarebbe stato quello di cercare di mettersi in imbarazzo da sola il meno possibile. Era una sfida dunque! Nonostante ciò, aveva promesso a Megumi che l’avrebbe tenuta aggiornata se fosse successo qualcosa. Non si sa mai anche se Akari sapeva difendersi benissimo da sola, aria innocente sia dannata!
    L’abito che aveva deciso d’indossare per la serata era stato un regalo anticipato proprio di sua zia: un abitino rosa e grazioso dallo stile vintage, avvolto da del pizzo rosato adornato da ricami floreali. Ecco, per soddisfazione di zia Yayoi, quel regalo era stato molto apprezzato. Insomma, come commentato da Megumi, con quell’abito addosso, la sua sorellina sembrava una graziosa principessa. Alle sue parole, tuttavia, Akari era quasi morta dall’imbarazzo, lì sul posto. Lei, una principessa? Scherziamo?! Poi andava bene andare vestita così? Non era un po’ troppo? Fatto sta che alla fine erano riuscite a conviverla lo stesso, proteste a parte. Non riusciva proprio a dire loro di no nonostante era sicura che così graziosa non lo era affatto.
    Per cui si era fatta truccare buona buona, con qualcosa di delicato e poco appariscente, e acconciare i capelli, la frangia ora sistemata di lato grazie ad un fermaglio, lasciandole il viso scoperto più del solito. Ben imbacuccata da cappotto e sciarpa, con il suo regalo ben impacchetto sottobraccio, era tempo di muoversi!
    Aveva sbirciato il profilo della persona che le era capitata e, dopo aver ammirato le foto, era rimasta col dubbio su cosa effettivamente regalargli. Alla fine aveva optato per qualcosa fatto da lei stessa, una copertina di lana. Le sembrava un’idea carina, considerando la stagione invernale. Poi era migliorata tantissimo a lavorare a maglia negli ultimi mesi! Era molto fiera della sua creazione e sperava che anche la persona che avrebbe ricevuto il suo regalo avrebbe gradito. Uh. Ora le era venuto il dubbio e se era meglio qualcos’altro? Ah, ormai era troppo tardi per fare dietro front. Akari sospirò, sistemandosi meglio la sciarpa.
    Arrivata intorno all’orario stabilito, Akari si era presentata alla reception e dopo aver passato il suo regalo ed essersi fatta attaccare al petto lo sticker con i suoi nominativi, con una spilla così da non rovinare il vestito, si era anche lei mossa verso la sala raggiungendo gli altri invitati. Un po’ timidamente, si era guardata intorno, non ben sicura su cosa fare.
    Sapeva che da qualche parte c’era qualcuno che aveva conosciuto online. Forse doveva solo cercarli e scambiarci qualche chiacchiere. Ora che era effettivamente lì, non sapeva nemmeno bene cosa doveva fare o come approcciarsi agli altri. Forse, iniziare da qualcuno che conosceva avrebbe un po’ sciolto la sua crescente tensione. Forse. Anche se era tempo di buttarsi!
    Stringendo i pugni e facendosi coraggio, Akari si era avvicinata alla prima persona che aveva intravisto, salutando con un tuonante «Buon natale!». Ah, oh no, così era troppo forte. Arrossendo leggermente ma non lasciandosi prendere dall’angoscia, Akari decise di perseverare, continuando con una presentazione.
    GHOUL
    21 Y.O
    WAITRESS
    KOUKAKU
    A(PPLE) / PEREGRINE
     
    Top
    .
  12.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    If you think you're a hero, then die like one
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    1,290
    Power-up
    +184
    Location
    Niflheimr

    Status
    Dead
    Yonaga Kasumi
    kxZYF8U
    Rivolto a: Hana

    In realtà Kasumi era un alieno.
    E lo dimostrò al momento della foto improvvisa, dove la sua reazione fu così posata da sembrare fosse nata sotto i riflettori. Ma poi chiuse comunque gli occhi, scuotendo leggermente la testa come se servisse a togliersi gli effetti del flash di dosso.
    Quella era stata una sorpresa, di certo.
    Ma se quella ragazza voleva una sua foto bastava chiedere, era abituata a scatti e flash in continuazione e la foto le sarebbe pure venuta meglio! Kasumi proprio non capiva.
    Si appuntò mentalmente dopo glielo avrebbe detto.
    Il che significava che dopo Kasumi se ne sarebbe dimenticata nel modo più assoluto, ma le buone intenzioni c’erano pur sempre state.
    «Cosa...cosa vuoi sapere?»
    Hana aveva accennato un sorriso, era carina.
    Dal canto suo, Kasumi continuava a sfoggiare quel sorriso radioso da bambina in un negozio di caramelle. Durante gli sconti.
    Con l’impazienza, tra l’altro, di chi non vede l’ora di festeggiare il resto del Natale spacchettando i regali e mangiando pollo fritto da KFC.
    «Tutto.»
    Una risposta molto semplice, eh.
    Che Kasumi disse con una naturalezza tale da fare quasi paura, ma comunque.
    Anche perché a dire il vero non sapeva esattamente cosa chiedere, e nel dire “tutto” almeno era sicura di non saltare nulla di importante.
    Era un piano geniale, degno di un genio come lei, che bello.
    «Be'...grazie...insomma si è figo...anche per me ... ti piace la fotografia?»
    Che la povera Hana fosse in imbarazzo e in difficoltà era evidente, che Kasumi non se ne fosse accorta lo era ancora di più.
    Magari Hana non aveva nemmeno previsto di tenere un corso di fotografia a Natale, sarebbe anche stato comprensibile.
    «Sì, sono curiosa! Mi fanno sempre un sacco di foto, ma quello che fanno i fotografi continua a sembrarmi magia.»
    Disse il genio della musica, colei che aveva imparato a suonare il pianoforte a tre anni.
    Ma suonare pezzi da virtuosi del pianoforte era naturale come bere un bicchiere d’acqua, fare una foto era qualcosa di magico e mistico, incredibile.
    «Per ora fammi vedere come fai una foto tu.»
    Semplice da dire, quando non sei quella che viene osservata come nuovo oggetto di studio.
    Kasumi sapeva essere a dir poco invadente, e quella a quanto pareva non era proprio l’eccezione.
    «Hai cominciato presto? Quanto presto? Tipo a tre anni?»
    Pure l’intervista, wow.
    Ma era sinceramente interessata, e poi Hana sembrava così carina e disponibile! Era, tipo… un peluche. O quei cuccioli di gatto che trovi adorabili.
    Kasumi, in che senso.
    Human
    19 Y.O
    Stundetessa/Musicista


    Kiriyama Hayato
    exbui0N
    Rivolto a: Evelyn

    Fuori dalle partite ufficiali, dove non poteva farlo per forza di cose, Hayato buttava la scacchiera da parte ogni volta vinceva.
    Il che, in pratica, aveva costretto diverse volte i poveri Shinya e Shuya a inginocchiarsi per terra e raccogliere le pedine. Anche quando i due stavano ancora imparando a giocare, con Hayato che non si era degnati di farli vincere nemmeno una volta.
    Il compito di non essere così schifosamente debole era solo il loro, del resto.
    Era un gesto che Tsukasa odiava, nonostante Izanami nascondesse tutto quell’astio dietro un sorriso cortese. Nascondeva fin troppo dietro l’atteggiamento cortese, comunque.
    Ma Hayato adorava costringere l’avversario a raccogliere scacchiera e pedine, il perfetto modo per capire chi comandava e umiliare i più deboli.
    Perciò, per il bene di poter continuare quella tradizione, avrebbe dato anima e corpo per recuperare il torneo di shogi. Purtroppo solo in modo onesto e giusto, altrimenti avrebbe solo attirato attenzione indesiderata verso il cla-
    «Va tutto bene?»
    Il suo generale oro rimase a metà azione, il corso di pensieri spezzato a metà. Era stato interrotto.
    Era. stato. interrotto.
    The lion, the witch and the audacity of this bitch.
    Ma era una cosa che Hayato aveva previsto, sin dal momento i suoi cari fratelli erano passati alle minacce pur di averlo a quella festa.
    Evelyn fu fortunata, e lo sguardo omicida le rivolse durò circa quei secondi per alzare lo sguardo.
    «No, ma a meno che tu non stia diventando campionessa di shogi non penso mi servirà il tuo aiuto.»
    Puoi cominciare a scusarti per il disturbo, sembrava continuare in silenzio.
    Fu per breve, ma ci fu comunque un momento in cui Hayato studiò Evelyn quasi fosse interessante. Quasi.
    Era una ghoul, gran motivo per cui lo sguardo omicida di Hayato non era durato più di tanto. La maggior parte dei suoi tratti fisici faceva intendere fosse asiatica, ma gli altri portavano a pensare fosse più un’hafu.
    Non che Hayato avesse molto diritto di parlare: capofamiglia di un clan giapponese e tradizionalista, ma con capelli rossi che non lo facevano passare mai inosservato.
    Più che sincero interesse per Evelyn, però, a tratti sembrava qualcuno che studia una potenziale preda.
    Le fece cenno di accomodarsi e sedersi, indicando con un gesto la sedia.
    Già che c’era, si tolse il cappello da Babbo Natale. Lo sistemò con estrema cura allo schienale della sedia, pronto a costringere Shuya a subire gli effetti del karma. Poteva essere stato solo lui.
    «Kiriyama Hayato. Con chi ho il piacere di parlare?»
    Il nome l’aveva letto, la domanda non si limitava a quello.
    Ghoul
    24 Y.O
    Suzaku, Rank B
    Ukaku
    Shogista/Modello


    Mizushima Hibiki
    Vr4MAUx
    Rivolto a: Lancelot

    Un numero assurdamente alto di persone raccolte in un solo luogo, che parlano tra loro e mangiano (Hibiki pensava fosse perché avessero una specie di autorizzazione o avessero pagato, quindi non si era fatto domande).
    Era questa l’idea che le persone normali hanno di divertimento? Aiuto, la società umana faceva paura. E Hibiki era messo veramente male, se lo diceva da solo.
    La prossima volta avrebbe chiesto più lavoro, più compiti e più responsabilità. Tutto il bouquet di roba che accompagnava l’essere visto più come uno strumento che umano, e gli andava bene così.
    Ma essere portato a una festa? Al gala avrebbe partecipato in qualità di investigatore in servizio, aveva già deciso. Quindi assolutamente no, mai più.
    «C-come?»
    E per poco Hibiki non saltò, a mo’ di coniglietto traumatizzato. Cosa che evitò di fare, grazie, ma non si salvò comunque dallo spaventarsi.
    Di quel passo sarebbe rimasto tesissimo per tutto il Natale.
    Chi gli aveva parlato era poco più alto di lui, il che non era certamente una novità.
    Capelli rossi e occhi ambrati. In pochi secondi Hibiki si era già costruito una parvenza di profilo, e sarebbe stato difficile scordarsi l’immagine di Lancelot. Le abitudini erano davvero dure a morire.
    Si fece un po’ schifo. Un po’ tanto.
    E all’inizio si ritrovò così in difficoltà dovette ricordarsi come parlare.
    «Nu-nulla, solo che non mi piace stare qui. Troppa gente.»
    Ma si girò verso la sala, invece che continuare a guardare fuori dalla finestra. Quello, del resto, era sperare di essere da un’altra parte. Aveva sentito gente parlare di miracoli di Natale, ma quel desiderio non si sarebbe comunque avverato presto.
    E nemmeno ci credeva, ai miracoli di Natale. A meno che qualcuno non gli avesse detto quei miracoli portavano disgrazie.
    «L’occhio non aiuta.»
    Disse, indicando con un gesto vago l’occhio cieco. Ma aveva accennato un sorriso, il problema di Hibiki era che non aveva esattamente un senso dell’umorismo tale da poter scherzare.
    Di nuovo, non aveva mai sentito il campo visivo dimezzato così limitante. Era atroce.
    Ma non ci poteva fare nulla, quindi non aveva senso pensarci troppo.
    Non avrebbe dovuto soffrire troppo per tutta quella situazione,per la stessa ragione.
    «Ti ho dato fastidio?»
    Chiese, anche con una certa urgenza. Come se fosse un problema grave, ma di cui si era ricordato solo in quel momento.
    Cosa che effettivamente era successa. Non aver notato Lance non significava non avrebbe dovuto chiedere scusa, ecco.
    CCG
    21 Y.O
    Secondo grado
    Koukaku (Grimm)
     
    Top
    .
  13.     +2   +1   -1
     
    .
    Avatar


    ■■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    7,266
    Power-up
    +438
    Location
    Outer space.

    Status
    Ghost
    EVELYN TIFFANY APPLEGARTH
    event-secretsanta
    Rivolta a: Kiriyama Hayato.

    Probabilmente essere interrotto da una sconosciuta non lo faceva sentire proprio a suo agio. In effetti ci avrebbe dovuto pensare due volte, fu il primo pensiero che la sua mente riuscì a formulare di fronte a quel breve attimo di sguardo omicida, che aveva tutta l'aria di dire "Come hai osato interrompere il filo dei miei pensieri?"
    Ma quella doveva essere un'occasione per stare sereni, pensò, e le dispiaceva che ci fosse qualcuno che non si stava divertendo. Nonostante il suo interlocutore non sembrasse essere la persona più simpatica e socievole di questo mondo, gli rivolse un sorriso di circostanza, il più possibile garbato.
    «Purtroppo no, mi dispiace» affermò con tranquillità. Se le aveva posto una "domanda" del genere, voleva dire che era uno shogista... ma tutto questo, esattamente, cosa c'entrava? Non sembrava stesse giocando-- pazienza, non avrebbe domandato nient'altro, voleva evitare di urtare la sensibilità altrui. Le fu naturale pensare che, magari, avrebbe preferito essere lasciato in pace, quindi era già preparata all'idea di doversi congedare. E invece, sorprendentemente, il ragazzo dagli insoliti capelli rossi le offrì di sedersi insieme a lui. Se non fosse abituata a comportamenti gentili e garbati come quelli, probabilmente sarebbe rimasta molto più sorpresa di quanto aveva dimostrato. Non si fece problemi, quindi, ad accettare il suo invito, chinando il capo in un cenno di ringraziamento, accompagnando il tutto con un flebile «la ringrazio» mormorato, prendendo posto subito dopo. A giudicare dal suo aspetto doveva essere una persona di buona famiglia... e tra le tante cose, Evelyn aveva una leggera familiarità con quel viso. Non ne era sicura, ma credeva di averlo già visto da qualche parte.
    Si presentò come Kiriyama Hayato, il che non la stupì, avendo sbirciato il suo nome dalla targhetta che era sistemata sui propri vestiti. Anche quel nome lo aveva già sentito da qualche parte.
    «Oh, Evelyn Applegarth, piacere» rispose pacata, nonostante credesse quel ragazzo stesse cercando più di una semplice presentazione. In fin dei conti poteva benissimo leggere il suo nome dalla targhetta come aveva fatto lei poco prima... ma non aveva importanza, pensare a delle congetture dietro ad un gesto che poteva essere dettato da pura e semplice cortesia non era nel suo stile. Era sì spesso dubbiosa di fronte a chiunque incontrasse -- e di fronte a lei c'era un ghoul, era piuttosto evidente --, ma non poteva permettersi il "lusso" di dubitare di qualsiasi azione altrui.
    «Non sarò un'esperta di shogi» cominciò, giusto per trovare un punto d'incontro per stabilire un dialogo, «mio nonno ogni tanto ci gioca, io sono solo una spettatrice occasionale, ma posso chiederle il perché dell'affermazione di poco fa? Sembrava assorto, non vorrei aver interrotto qualcosa.»
    Era tutta pura e semplice cortesia, ma in cuor suo sapeva di averlo fatto. E un po', ad essere onesti, si sentiva in colpa. Ma che festa di Natale era se si stava in disparte senza fare nulla? Non potevano neanche attingere al buffet e bearsi di quelli che sembravano cibi estremamente deliziosi, ma che ai loro palati e stomaci sarebbero risultati come la cosa più disgustosa sulla faccia della terra... conversare un po' non avrebbe fatto male a nessuno dei due. Magari gli avrebbe offerto una tazza di caffé, almeno quella potevano permettersela.

    «Parlato.»
    "Pensato."
    ghoul
    24 y.o
    student
    unoccupied
    masked flower, rank b
    post: 03
     
    Top
    .
  14.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Now's your chance to be a [BIG SHOT]
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    2,070
    Power-up
    +199
    Location
    Dalle coccole della mia Delilah ♡

    Status
    Ghost
    KOHAKU KIRISHIMA
    5tYwtgL
    Rivolta a: Lazar

    « Probabilmente un’onda anomala di fans di Neku. » fu il commento di Lazar, piuttosto seccato e neanche gliene dava colpe: era effettivamente capitato che dei fan la riconoscessero mentre era in giro col russo senza camuffarsi, e per quanto avesse cercato di tenerli contenti e mandarli via quanto prima si era comunque fatta attendere; se poi ci aggiungiamo che neanche voleva uscire di casa per Natale... Insomma, non lo biasimava, soprattutto perché le aveva fatto capire quanto in realtà le fosse grato per l'invito con le peonie che l'aspettavano a casa. E poi quel modo in cui l'aveva guardata, gli occhi chiari assottigliati... Fu difficile non lasciarsi andare in commenti poco casti, ma erano in pubblico, doveva darsi un contegno.
    « Ma no, non succederà. Ho usato il mio account privato per prenotare, quindi nessuno sa che sono qui... Possiamo incontrare qualcuno che mi conosce, ma sì e no un paio di persone, e se anche fosse non ti lascerò solo. Siamo qui per passare il Natale insieme, no? » e gli sorrise dopo aver mantenuto un tono dolce come volesse cullarlo e rassicurarlo: si sarebbe comportata bene, non avrebbe nemmeno fatto troppe moine su quanto fosse bello o indicandogli qualche vischio appeso in giro sperando nel fatidico bacio che dovrebbe portare bene... No, nulla di tutto ciò: Zarya doveva essere felice. Anche per questo si era illuminata quando le era stato fatto notare che qualcuno stesse effettivamente cantando: magari c'era un karaoke! A loro piaceva tanto cantare insieme ai karaoke, magari anche quella volta- no, non potevano. Il sorriso che le si era disegnato illuminandole il viso nel mentre gli stava proponendo di andare a vedere si smorzò, così come il passo svelto che aveva assunto per un rapido momento.
    « Se mi mettessi a cantare potrebbero riconoscermi più facilmente purtroppo, ma possiamo comunque andare a vedere se vuoi. » raddrizzò il tiro, anche se l'essere famosa nel privato le portava anche molti sensi di colpa... Ma era il rovescio della medaglia della fama d'altronde, sapeva a cosa andava incontro. Dunque, se Lazar avesse acconsentito, si sarebbero avviati verso la postazione per cantare; nel mentre la sala si stava riempiendo di sempre più persone, e nessuno sembrava riconoscerla per fortuna, gli sguardi che si posavano su di lei e Lazar erano unicamente dovuti al loro abbigliamento decisamente troppo serioso, e andava bene così, fino a che...
    « QUELLA È UNA MACCHINA FOTOGRAFICA? » e poco dopo partì un flash; Kohaku sobbalzò stringendosi al braccio dell'altro come per nascondersi, temendo che quella macchina fotografica fosse lì per lei dopo che aveva promesso che non avrebbero avuto problemi di questo tipo... Ma no, non era per lei, scoprì che era una ragazzina dal caschetto biondo dall'apparenza morbidissima che armeggiava con l'arnese nel mentre parlava fitto fitto con un'altra ragazza bionda che giurava di aver visto da qualche parte ma proprio non le sovveniva... Oh beh, l'importante era che fosse tutto a posto, così si schiarì la gola e sciolse la presa con la quale aveva sequestrato il braccio dell'altro, si sistemò il vestito per fingere noncuranza e gli sorrise nuovamente.
    « Andiamo? » gli chiese retoricamente, e lo stomaco cominciava a chiudersi: ci teneva così tanto che filasse tutto liscio, era una situazione delicata per Lazar e voleva che per una serata potesse rilassarsi.

    « Parlato »
    "Pensato"
    HUMAN
    20 Y.O
    @KOKUNUT
    IDOL
     
    Top
    .
  15.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    fearful necromancer
    ■■■■■

    Group
    Staff
    Posts
    4,866
    Power-up
    +749
    Location
    The Abyss

    Status
    Ghost
    Intermezzo 🎁 PRESENTS EXCHANGE

    Sono ormai passate qualche ora dall’inizio della festa, avendo così dato abbastanza tempo a tutti per poter interagire il più possibile con gli altri invitati in attesa del momento clou della serata. Alcuni erano pure riusciti a organizzare alcuni giochi di gruppo per passare il tempo e altri si erano perfino portati alcuni giochi da tavolo. C’era chi, poi, ci si era messo proprio dentro con il karaoke! O chi, invece, era rimasto ancora un po’ in disparte. Almeno il buffet era stato proprio un successo, anche grazie alle pietanze state portate da altri.
    Comunque sia, il momento era finalmente arrivato. Si erano ormai fatte le 21 e la cara pinguran, insieme ai suoi colleghi organizzatori, era pronta a ridare i regali che aveva preso in custodia ai legittimi proprietari. Chiamati per nome, o meglio per username, i regali tornarono così nelle mani dei loro Babbi Natale secretosi, ora tutti pronti a cercare la persona designata a cui donarli.

    Merry Christmas! In anticipo! Ma la festa non è ancora finita!

     
    Top
    .
26 replies since 7/12/2020, 17:30   744 views
  Share  
.