[QUEST] Elementary, my dear Ouroboros! [1B]

[MAIN QUEST 01] 17/02/2019 22:00 circa @Tunnel della 16°

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    QUEST 01 PT.1B: Elementary, my dear Ouroboros!


    16 Febbraio, 18:43 @13° Circoscrizione, magazzino abbandonato.
    Non appena quella ghiotta informazione aveva raggiunto le orecchie di Nekomata, il giovane capo clan non aveva esitato a richiamare chiunque fosse interessato a scoprire qualcosa in più sul quel gigante ma pericoloso interrogato quell'era il ghoul che si faceva chiamare Ouroboros, dando appuntamento la sera stessa in un magazzino abbandonato che si trovava nel fulcro del suo stesso territorio. Mascherato di tutto punto, niente era visibile del suo corpo coperto completamente dalle vesti neri e dalla sua maschera, si era messo seduto nella parte più altra del magazzino, osservando con attenzione i ghoul che mano a mano si stavano radunando all’interno di quelle quattro mura. In giro per l’ampio spazio vi erano qualche dei suoi subordinati, quelli più noti e conosciuti da tutti, mentre quelli che volevano rimanere nell’anonimato si erano mescolati tra la folla mentre altri ancora avevano preferito non presentarsi, decidendo di rimanere aggiornati tramite la loro chat privata.
    Quando ormai l’orario stabilito dall’incontro era passato, Nekomata saltò giù dal palco sopraelevato richiamando così all’attenzione su di sé, zittendo così il chiacchiericcio che si era andato a creare in quei minuti «Grazie per essere venuti nella mia umile dimora» disse con il tono della voce basso ma comunque cristallino, l'accento russo di facile identificazione anche se non pesante, facendo poi un teatrale inchino con una punta di ironia chiara nelle sua parole ben scandite «Sapete già per quale motivo vi ho chiamati qui» riprese guardando i volti, o meglio le maschere di chi si trovava più vicino a lui in quel momento «E’ stato trovato il covo del famigerato Ouroboros e ho pensato, perché non andare a controllare? Infondo lo ha da poco abbandonato!» in realtà la cosa gli puzzava di brutto ma era anche per questo esatto motivo che aveva deciso di mandare altri e non rischiare troppo con i suoi poveri schiavetti ehm subordinati. Parlò ancora per svariati minuti, descrivendo al meglio la situazione, le informazioni che avevano raccolto ed i possibili rischi, per poi concludere chiedendo chi volesse offrirsi volontario. Vari ghoul alzarono la mano e Nekomata batté le mani fintamente entusiasta «Bravi, bravi! Ma che coraggio...» esclamò con una flebile risata per poi scuotere la testa «Tuttavia, voglio scegliere io!» dichiarò dopo interminabili istanti di silenzio. I presenti si guardarono preoccupati tra loro mentre il rank S si era messo a scrutare ogni persona che si trovava in quel magazzino. Sorrise da sotto la maschera, indicando poi con disinvoltura tre individui «Voi tre! Fatevi avanti e presentatevi» ordinò i tre fortunati (?) che si rivelarono essere niente di meno che i rank B Echo e Noctis e il rank C Rouge «Fate loro un applauso!» disse, applaudendo lui per primo continuando poi il suo discorso non appena fece cenno di fare di nuovo silenzio, spiegando loro nuovamente cosa dovevano fare oltre che il luogo e l’orario d’incontro per il giorno dopo «Ad accompagnarvi ci sarà il mio caro Neko, non è qui durante questa splendida sera ma trovatevi nei pressi della seconda entrata alla 24° della 16° verso le 21 e lui sarà lì ad aspettarvi» fece una pausa per poi aggiungere «Non osate arrivare in ritardo, sennò vi mangio un braccio!» il tono della sua voce non era per niente scherzoso ed era chiaro che fosse serio.

    17 Febbraio, 21:15 @24° Circoscrizione, tunnel della 16°.
    Alla fine riconoscere tale “Neko” non era stato per niente difficile, infondo la maschera da gatto nero era facile da riconoscere ed infondo nei paraggi non c’era altra anima viva. Era vestito in un modo molto semplice e nonostante il suo abbigliamento fosse completamente in nero non era curato quanto quello del suo capo, dei guanti gli coprivano le mani e un berretto i capelli neri. Appena li vide arrivare li salutò allegramente uno per uno, presentandosi a gran voce per poi abbassarla, guardandosi intorno con aria preoccupata.
    «Seguitemi» disse poi, il tono gioviale, andando ad aprire un tombino nascosto sotto un cassonetto in uno dei vicoli, facendo scendere per primi i tre ghoul per poi richiudere il tombino dietro di sé.
    «Il boss ha detto che dovete investigare la zona, giusto? Io sono solo qui per aiutarvi!» disse con voce un po’ flebile ed incerta mentre camminava di fronte agli altri con passo deciso, come se fosse sicuro di dove dovesse andare. Nei minuti successivi conversò ancora un po’ con loro, ripetendo le informazioni che già conoscevano. Dopo svariati minuti di camminata, arrivarono finalmente ad un bivio per poi entrare in un altro passaggio che li avrebbe portati ancora più sottoterra. Dopo altri minuti ecco l’agognata meta, segnata dal muro con un’enorme X e le lettere ZV.
    Neko si portò le mano ai fianchi, soddisfatto di essere riuscito a portarli lì senza perdersi. Si sedette poi a gambe incrociate di fronte ad una porta chiusa con delle spranghe arrugginite «Ci sono tre stanze per vicolo» disse loro, indicando i due corridoi paralleli «Ognuna di loro sembra sia stata abitata in passato» fece spallucce «Io ho finito il mio lavoro! Ora tocca a voi» esclamò con aria compiaciuta per poi tirare fuori un mazzo di carte dalla tasca della sua felpa. Dopo qualche istante di silenzio, tuttavia, si ricordò di una cosa importante «Ah! Aspettate!» urlò con una punta di imbarazzo e di allarme «Ho dimenticato di darvi questi» chiarì, tirando fuori dalla tasca anche delle ricetrasmittenti che passò ad ognuno di loro «Il range non è molto ampio ma qui sotto non è che prenda tutto così bene» sospirò, grattandosi il collo «Dovrebbe essere abbastanza per questa zona, almeno possiamo comunicare se ci separiamo! Basta cliccarlo per parlare» aggiunse facendo una breve dimostrazione dopo averlo appoggiato sul suo orecchio «E niente! Buon lavoro!» finì, risedendosi a terra e riprendendo le sue carte da gioco, ignorando bellantemente gli altri tre ghoul. Sotto la maschera stava sghignazzando anche perché non era un semplice ghoul a caso ma doveva essere proprio il caro boss Nekomata in carne ed ossa. Anche se sotto copertura.
    iv0s56a
    CITAZIONE
    Turno 01.

    Come vi ha detto Neko (ora seduto di fronte a 1C), di fronte a voi ci sono due corridoi e in ognuno di essi ci sono tre entrate diverse: la 1A è bloccata da due’assi di legno posizionate in verticale ma non sembrano difficile da spostare mentre la 3B è bloccata da qualche macerie, le altre sembrano apposto. In generale la zona non sembra in buono stato, c’è un po’ d'immondizia in giro ma almeno il tanfo non è troppo forte e nei vari canali scorre poca acqua anche se sembra contaminata, non rischierei di berla. Il luogo è inoltre poco illuminato, non si vede benissimo.

    In questo primo turno potete decidere come muovervi: se dividervi o proseguire insieme oltre che decidere da quale luogo iniziare ad investigare. Non dimenticatevi delle vostre ricetrasmittenti!


    #TEAM ZEIVA
    1. Lazar Khabarov (Yukari)
    2. Junko Tachibana (Karma Kanny)
    3. Akemi Mori/Giselle Marchand (#Nyx)

    ❖ I vostri PG ghoul si presentano con il loro alias invece del loro nome, così da celare la loro vera identità e proteggersi. Ovviamente indossano la loro maschera.
    ❖ Il Fato vi guiderà mano a mano. Il PG Neko/Nekomata svolge il ruolo di guida NPC, non agirà attivamente ma è possibile richiedere il suo aiuto quando necessario.
    ❖ Lo scopo principale della quest è quello di cercare e scovare possibili indizi sulla figura di Ouroboros. Durante la quest, in base alle varie mappe e descrizioni, vi sarà possibile interagire con determinati oggetti che possono tornarvi utili... o meno.
    ❖ Per investigare un oggetto, durante la vostra azione dovete descrivere l’intenzione del vostro PG di interagire con esso e a fine turno il Fato vi darà le informazioni relative alla nuova scoperta.
    ❖ Durante la quest potete portare con voi un solo oggetto che non sia tra quelli di cui il PG è già implicitamente in possesso (tipo per esempio quinque o tesserino per gli investigatori o maschera e guanti per i ghoul) ma che sia un oggetto esterno che possa tornare a lui utile, come una torcia o un cacciavite (ricordatelo di specificarlo già dal primo post!). Ciò per evitare che ci siano situazioni in cui magicamente il vostro PG ha un oggetto utile di cui non ne sapevano l’esistenza al momento giusto! Non vi preoccupate, nel corso della quest potete trovare oggetti che possono venirvi in soccorso.
    ❖ Vi è un tempo limite per rispondere ovvero 24h dalla risposta precedente alla vostra (48h solo per il primo turno) e se si sfora, tranne in casi eccezionali in cui è possibile richiedere del tempo in più allo staff (di massimo altre 24h, richiedibile una volta sola per quest), il PG sarà tolto dalla quest e l’utente non riceverà i successivi reward.
    ❖ Non vi è nessun limite di parole ed è quindi anche possibile rispondere con brevi scritti anche di qualche riga, tutto ciò atto a velocizzare i vari turni per non far allungare di troppo il proseguimento della quest o quindi bloccarla.
    L’ordine di risposta durante il primo turno si rispecchierà nei turni successivi. E’ possibile tuttavia richiedere un cambio di ordine se tutti i partecipanti siano d’accordo.
    ❖ I pg partecipanti devono inoltre astenersi dal partecipare a role successive alla data di ambientazione della quest (qui il 17 Febbraio 2019) durante la partecipazione alla stessa, per evitare che si creano disguidi nella loro continuità.
    ❖ Ricordiamo inoltre che questa quest andrà ad influenzare il GdR stesso ed i vostri PG, essendo un evento "reale" nella loro vita.
    ❖ Per maggiori informazioni su come procederà in generale la quest, consultare la sezione "Le Quest" in Guidelines.
    ❖ Per ulteriori chiarimenti contattate uno staffer o utilizzate la sezione "SUPPORT".

    ❖ Per la durata della quest usate il seguente codice sotto spoiler.
    ❖ Con status si indica lo stato di salute del PG: ogni PG inizia con 100% di salute ma mano a mano che la quest prosegue è possibile che possa perderne un po' per un motivo o per un altro; raggiunto il 40% il pg è incapacitato e raggiunto il 20% dovrà lasciare la quest (non viene contato come abbandono).
    ❖ In "Oggetto Extra" indicare quale oggetto hanno deciso di portarsi dietro oltre a quelli standard.



    Edited by alyë - 6/6/2020, 21:11
     
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    «Non provateci nemmeno.»
    «Scusa, sono un eterno adolescente ribelle.»
    «Dovevi pensarci prima di proporti.»
    Tra le prime mani ad alzarsi nel momento in cui Nekomata aveva chiesto volontari, c’era stata quella di Megitsune, seguita a ruota da quelle di Echo e Nebula. Niente, neanche l’implicito ordine mormorato a denti stretti dalla sorella maggiore, era servito a convincerli ad abbassarle. Ma tra i tre era indubbiamente Nebula ad avere ragione: Yuurei, alias affibbiato a tre ghoul tra loro indistinguibili. Se uno alza una mano, gli altri due la alzano. Se uno attacca, gli altri due attaccano. Se uno ride, gli altri due ridono. Era questa la strategia che avevano deciso di adottare prima di lasciare Juzno-Sachalin, anche se questo metteva automaticamente in pericolo le due persone più importanti per ciascuno di loro.
    Alla fine, il dito di Nekomata si era fermato su Echo.
    “Voi tre! Fatevi avanti e presentatevi”.
    Sotto la maschera, Echo aggrottò la fronte.
    “... ma è scemo? Ha letteralmente pescato tre persone a caso, senza avere la minima idea delle nostre capacità!” pensò sgomento, scartando quel metro di distanza necessario a risaltare in mezzo alla folla di ghoul. Chissà quanti di loro in quel momento invidiavano i tre selezionati, senza riflettere sulle implicazioni di quella scelta a casaccio: per Nekomata, loro tre non erano altro che pedine sacrificabili senza alcun valore.
    Mani in tasca e occhi fissi sulla figura del capo degli Zeiva, Echo decise di mettere subito le cose in chiaro. «Echo.» e non nascose il suo accento russo, del resto buona parte dei presenti proveniva dalla sua stessa madrepatria. «E non sono la tua carne da macello, Nekomata.»
    Esordire sfidando a viso aperto il capo. Se questo non era partire col piede sbagliato.

    ***

    Adesso toccava a lui dimostrare di non essere la carne da macello di Nekomata.
    Vestire i panni di Echo era talvolta liberatorio, talvolta asfissiante. Quella notte propendeva più per la seconda eventualità, ma forse solo perché non gli piaceva quel che stava per fare grazie al lampo di genio di Megitsune. Per lo meno, le sorelle si erano preoccupate di procurargli una Signora torcia led a fascia ampia. Echo le aveva persino dato un nome: Echo disse luce e luce fu... sì, un po’ lungo ed egocentrico.
    Avevano insistito anche perché portasse con sé altri oggetti, come una fune, lo smartphone o un kit multi-uso. Era abituato a portarsi dietro praticamente tutto, persino gli oggetti da lavoro, ma il suo stile di combattimento sarebbe stato ostacolato da un equipaggiamento troppo ingombrante. Inoltre era impensabile che nei sotterranei ci fosse ricezione: probabilmente lo stesso Nekomata avrebbe fornito loro un metodo per comunicare a distanza. Forse. Perché Nekomata più che scemo sembrava stronzo, ma proprio stronzo.

    “Il boss ha detto che dovete investigare la zona, giusto? Io sono solo qui per aiutarvi!”, peccato che la vocina incerta e debole con cui Neko aveva affermato il suo ruolo sembrasse intendere tutto l’opposto.
    Sotto il cappuccio e la maschera, Echo nascondeva uno sguardo accigliato e inacidito, ma avrebbe fatto del suo meglio per collaborare con i due improvvisati colleghi e Neko.
    Aveva la brutta abitudine di camminare tenendo le mani in tasca, almeno quando non era in compagnia delle sorelle e doveva tenere alta la bandiera del ‘tre ghoul assolutamente indistinguibili’. Così si posizionò a metà della fila, occupando il tempo della discesa - NEL TOMBINO. T O M B I N O. LO VOLEVANO FAR SCENDERE IN UN TOMBINO! LA SORELLA L’AVREBBE PAGATA FINO ALLA FINE DEI SUOI GIORNI! - lanciando sguardi attenti all’ambiente circostante per memorizzare la strada, almeno finché l’oscurità non si fece tanto fitta da dover estrarre dalla tasca la torcia e illuminare il passaggio.
    La meta a cui Neko li condusse era… un bivio. Come cominciare male in due semplici passi, insomma. Ma ciò che più attirò l’attenzione di Echo furono le lettere tracciate sul muro: X e ZV. ZV riportava inevitabilmente alla mente Zeiva, ma chi le aveva trascritte e perché?
    “Ci sono tre stanze per vicolo. Ognuna di loro sembra sia stata abitata in passato. Io ho finito il mio lavoro! Ora tocca a voi”.
    … Ah. Si era proprio sprecato.
    “Ah! Aspettate! Ho dimenticato di darvi questi. Il range non è molto ampio ma qui sotto non è che prenda tutto così bene. Dovrebbe essere abbastanza per questa zona, almeno possiamo comunicare se ci separiamo! Basta cliccarlo per parlare. E niente! Buon lavoro!”
    In mano di chi erano?
    Echo rispose con tono divertito e sottile «Otsukaresama, Nekocchi.» “ottimo lavoro, gattino”. Non avrebbe potuto essere più sarcastico nel constatare che sì, per Nekomata erano davvero solo carne da macello.
    La maschera dello Yuurei tirava davvero fuori il peggio di lui. Se avesse saputo che Neko non era il fratellino raccomandato di Nekomata, come pensava, ma Nekomata stesso… no, non avrebbe cambiato atteggiamento. Adesso con la mano destra teneva la torcia, con la sinistra la ricetrasmittente.
    «Ad ogni modo non siamo in un film horror, perciò vediamo di non dividerci.» si rivolse poi ai due compagni di squadra, limando il sarcasmo con un tono più benevolo e gentile. Mascherava la voce quel poco che serviva a renderla più bassa e meno palesemente da russo. «Proposte? Destra o sinistra?»


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 16:52
     
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    Aveva dato l’ultimo esame nella mattinata di quella giornata che, a parer suo, sarebbe passata nell’ozio. Più che ultimo esame, si poteva dire che per quel momento non ne avesse altri in date ravvicinate, quindi ironicamente lo considerava come l’ultimo e sapeva anche che sarebbe stato l’ultima boccata d’aria fresca, prima di ritornare a chiudersi in stanza, o in biblioteca, come un uomo di Neanderthal in una caverna e fuocherello. Erano a febbraio ancora e il freddo si faceva ancora sentire, la primavera si stava avvicinando alla porta per bussare, ma fino a quel fatidico giorno di Marzo, lei se ne stava ancora accucciata con tanto di plaid addosso e cioccolata calda. Lei le definiva come “Le giornate Junkistiche”, dove tra un’oretta di studio e l’altro, si lasciava andare a circa 20/30 minuti di video trash trovati su internet o qualche serie tv fantascientifica. In quei giorni, durante la pausa, si n’era interessata ad un’altra, a parte quella classica di Star Trek, ovvero, Stargate:Atlantis, nulla di eccezionale, ma aveva bisogno dello Sci-fi ogni tanto e una pausa dallo studio. Solo che dopo aver dato l’esame di quella mattina, la sua mente si era concentrata su altro, ovvero, cosa stava accadendo nei sobborghi dei ghoul. Lei del “gossip ghoulaghiano” non se n’era mai interessata abbastanza, s’informava com’era giusto che fosse, soprattutto in merito agli spostamenti delle colombe nelle varie circoscrizioni e dei vari raid e blitz che venivano effettuati, ma anche per altro, ovvero, luoghi dover poter mangiare in tranquillità o anche semplicemente raduni e quant’altro e proprio quest’ultimo aveva interessato la ragazza. Di solito, ai raduni dei ghoul, non aveva mai mostrato chissà quale vivido interesse, lì considerava come delle comunità di recupero, ma quel giorno, anzi, ultimamente si stava parlando molto di un fantomatico ghoul, famoso non solo per la CCG, ma anche per l’altra sponda. Ouroboros, di cui Junko sapeva qualcosina, ma ciò che sapeva era alla base di tutto: ghoul di rank SS, famoso e pericoloso, ricercato dalla CCG e pericoloso anche per i Ghoul stessi. Sapendo di quel raduno nel pomeriggio, di certo avrebbe utilizzato il tempo libero per informarsi, di certo avrebbero parlato di Ouroboros come argomento principale, così come di argomenti secondari, come spostamenti della CCG, zone di caccia cambiate e altri ghoul pericolosi per il cannibalismo e così via, insomma, per Junko quello era un TG per soli ghoul, senza telecamere e truccatori professionisti. L’appuntamento era in un magazzino abbandonato nella 13° circoscrizione, di certo un posto ben tenuto nascosto, ma Junko sapeva che i suoi simili non erano bestie da soma, né che fosse così stupidi da allestire un palco in mezzo alla piazza, urlando “Ritrovo per Ghoul! Ribelliamoci per i 200 yen che ci danno quando vendiamo i cadaveri!”, anche se quella scena la faceva ridere dentro di sé, se fosse stato così facile, probabilmente ci sarebbe stato uno smercia mento di cadaveri umani come se niente fosse. L’interno era pieno di ghoul mascherati, quel giorno la ragazza si era ritrovata ad indossare una semplice mantellina nera, tipo cappotto lungo, per coprirsi e la sua maschera con tanto di visore, non le serviva la tuta da spandex che indossava nella caccia notturna, anche perché a quell’orario, sarebbe stato strano girare con una cosa di quel genere indosso. Sotto il cappotto indossava abiti quotidiani e molto “umani”, nulla di complesso alla fine di tutto.
    “Tutte queste persone, tutti ghoul, mi viene voglia di abbracciarli uno ad uno e dire “frattellone, sorellona, sorellina e fratellino”, ma so che sembrerebbe troppo strano. Che carino quello con la maschera da maialino e quello con la maschera da emoji che ride, ah… c’è troppa arte in un unico posto.” I suoi pensieri si distendevano, come una donna su un letto, mentre si guardava intorno completamente presa da ogni cosa stesse vedendo, quasi ipnotizzata da così tanti soggetti. Solo quando la voce Nekomata arrivò, insieme alla sua voce, alle attenzioni di tutti, Junko si voltò in direzione dell’individuo e sotto quella sua maschera, uno sguardo curioso e interessato si era venuto a formare. Il capo di quel luogo aveva preziose informazioni in merito al ghoul chiamato “Ouroboros” e visto che avevano trovato il covo di tale essere, era meglio andare a controllare, ma senza muoversi in un gruppo corposo, avrebbe soltanto attirato inutili attenzioni e di certo se lo sapeva lui, probabilmente lo avrebbe saputo anche la CCG. Fra i tanti ghoul volontari, Junko non era tra quelli che alzò la mano subito, attese e attese e attese ancora, perché prima di volersi suicidare voleva rimanerci a pensare ancora un po’. “Non capita tutti i giorni di andare a morire!” e solo dopo concluse che tra gli estratti dalla sorte, o malasorte, vi era anche lei, Junkina! Come con gli altri, anch’ella fece un passo avanti e avvicinandosi poté meglio dire la sua o comunque presentarsi.
    «Dart Noctis Fener, mr. Nico Nekomata Ni!» disse, battendosi il pollice sul petto, e visto che già un altro gli aveva lanciato una minaccia, di certo lei poteva allargarsi ad un nomignolo che avrebbe utilizzato solo in quell’occasione..e le prossime? HAH…sarebbe stata uccisa. «Per gli amici e amiche, Noctissina.» concluse rapidamente la sua presentazione e rimase al cospetto di quella scena che di suo aveva qualcosa di profondo, speciale e anche importante. Era stata scelta per una missione esplorativa e di certo non le capitava tutti i giorni. Prima che il tutto venisse sciolto, Nekomata elargì l’appuntamento in cui si sarebbero dovuti trovare alla seconda entrata per la 24°, alla 16° e lei non aveva problemi in merito, visto che abitava lì, di certo non avrebbe tardato ad arrivare, amava troppo le sue braccia, erano così…carine. La sera del giorno stesso, Junko arrivò sul posto e poté riconoscere Neko dalla sua maschera e dalla sua presenza nei pressi dell’entrata, inoltre, non vi era nessuno nei pressi e la ragazza si era anche munita di un taccuino con una penna, il perché di quella scelta? Poteva portarsi una torcia, ovviamente, o qualcosa in grado di aiutare nella parte più manuale, ma in caso qualcuno avesse dovuto prendere appunti? Di suo non metteva in dubbio l’intelligenza dei suoi compagni, ma aveva anche pensato che in caso di problemi, chi si sarebbe messo a ricordare quale oggetto si trovava in un punto o cosa c’era scritto su un determinato oggetto? Poi lei era un’artista, o stava studiando per diventarlo, quindi un disegno, anche leggermente stilizzato, lo sapeva fare tranquillamente e per fortuna anche, il Giappone non alleva cavoli da dare a Bruxelles. L’entrata per i sotterranei era, come di consuetudine e norma, il passaggio tramite tombino e solo qui la ragazza, poté dire la sua, o meglio citare un film fantascientifico. «Ah beh, citando l’Agente J di Man In Black “Con oggi ho decisamente segnato almeno nove punti sul mio schifezzometro!”» la sua frase era riferita al passaggio da fare per raggiungere la struttura sottostante, visto che per una studentessa universitaria non era da tutti giorni scendere attraverso un tombino. A scendere fu la prima e poté facilmente sentire l’odore di… “buono” che permeava all’interno dell’area, un odore che i ghoul “amavano” quasi da non riuscire sempre a rimanere in quel posto, tanto buono che era. «Se troviamo Ouroboros, spero di potergli consigliare una villetta ad Ota, di certo non ne rimarrebbe deluso lui e neanche chi lo andrebbe a trovare…ora che ci penso, anche gli umani che moriranno, non rimarranno delusi di essere deceduti in una…» tossì leggermente, prima di riprendere. «…in una villa.» concluse il tutto, aspettando l’arrivo dei suoi compagni e della loro guida, ritrovandosi immediatamente dinanzi ad un bivio. Secondo le spiegazioni della guida, i due corridoi avevano tre stanze, utilizzate in passato probabilmente, inoltre, in aggiunta agli oggetti che Junko si era portata: la maschera, i guanti, il taccuino con la penna. Aveva ricevuto una ricetrasmittente in grado di poter comunicare con i suoi compagni, ed era meglio di nulla alla fin fine, di certo non voleva abbandonare i suoi compari. «Nekoruru-Kun, la ringrazio!» rispose, in merito al dono appena ricevuto e sempre storpiando i nomi di tutti, in soprannomi impronunciabili. Alla fine di tutto, non era in quattro, la guida era una sorta di spettatore divertito e dunque era tutto nelle mani dei ghoul prescelti. «Eco delle Oreadi-kun, non ci divideremo! Dobbiamo esplorare velocemente questa zona e trovare indizi o qualsiasi cosa in merito ad Ouroboros! Almeno credo sia quello che Mr. Nico Nekomata Ni, ha detto!» si mise a pensare a come fare, essendo in tre, andare insieme in un punto avrebbe di certo rallentato l’operazione, ma c’era realmente da correre? Non vi era alcun timer o alcuna bomba piazzata pronta ad esplodere, per fortuna almeno. «Direi di…andare a sinistra! Ed esplorare prima quello! Voi cosa proponete?» visto che Echo aveva fatto la domanda, qualcuno doveva pur rispondere e al tempo stesso chiedere anche all’ultimo membro, così da essere sicuri, al 110% di star scegliendo bene da quale punto iniziare.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:41
     
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    Ouroboros. Dal nome e dalla maschera era più che palese il riferimento all'uroboro, il serpente che si mangia la coda, talvolta ritratto in alchimia come un drago. Secondo gli studi di molte culture antiche, era la rappresentazione del tutto, del ciclo eterno, per non parlare della definizione di "simbolo della forza della natura che causa i terremoti".
    Mano a mano che si era studiata diligentemente il file datole dalla Dame Laurier, quando quel nome era diventato di una qualche curiosità anche per la Laurier-rose, tre parole erano rimaste marchiate a fuoco nella mente di Giselle: tutto è uno.
    Per quanto era dato sapere, Ouroboros era un ghoul di alto rank che, oltre a preferire la forza bruta alla kagune, si era impadronito di una quinque, usando quindi uno dei sistemi della CCG per portare distruzione. Tutto è uno.
    I suoi metodi potevano apparire brutali e dettati da una insensata furia verso chiunque, ma c'era fin troppa organizzazione e cura, forse persino del narcisismo e sicuramente dell'orgoglio per i risultati di un piano di cui, ancora, non si riusciva a capire la direzione. Queste però erano solo supposizioni, per lo più basate sul tentativo di immedesimarsi in qualcuno di cui sapeva fin troppo poco.


    16 Febbraio
    Appariva in tutto e per tutto simile ad una chiamata alle armi o, forse, come una ricerca di vittime sacrificali. Il Clan Zeiva aveva aperto le porte, metaforicamente parlando, a chiunque fosse interessato e lei lo era.
    Nonna Mori era stata stringata come al solito nel riferire l'incarico, riassumibile in parte dal celebre detto latino di Cesare: veni, vidi. Quello avrebbe dovuto fare Rouge, presentatasi a quel raduno nella sua consueta suite di caccia: felpa rossa con cappuccio tirato bene sulla testa, maschera bianca screziata di sangue, neanche un ciuffo sfuggito alla sottile tela nera con cui aveva coperto i capelli raccolti e le mani guantate infilate in tasca. Rispettando quella tradizione del perfetto silenzio attese l'inizio dell'amichevole riunioncina; non era lì per fare amicizia, era lì solo per sapere di più su quell'argomento che ormai si spandeva a macchia d'olio nei vari strati della società, dove più e dove meno.
    Ouroboros era, per la Laurier-rose, un punto di domanda e quella gentile offerta degli Zeiva per Giselle non era nulla di diverso rispetto alla sua vita quotidiana e tanto lo considerava: la sua sopravvivenza aveva tanto valore quanta era l'utilità alla causa.
    «Sai cosa devi fare.»
    Era stato il saluto di Nonna Mori, distaccato come sempre e a cui la Lauraine rispose con l'altrettanto consueto cenno del capo.
    Veni e vidi. Sbirciava appena da dietro la maschera chi le stava intorno in quel magazzino; non si era messa in un angolo, dalle pareti avrebbe goduto di una visuale ricca solo di ghoul per ora insignificanti, mentre le interessava il palco e l'essere abbastanza vicino alla scena da poter dare massima attenzione, pur non mettendosi esattamente in prima fila. La via di mezzo, il basso profilo che ancora non sapeva avrebbe lasciato per finire un po' più sotto i riflettori.
    Ascoltò ogni singola parola come fossero una serie di raffinati e sfiziosi bocconi da assaporare. In realtà uno dei primi le aveva fatto stringere leggermente i pugni ficcati in tasca.
    Era stato trovato il covo.
    La portarono a fare due riflessioni rapide, mentre venivano snocciolate altre informazioni che sembravano solo voler instillare l'insano desiderio di suicidio volontario nella folla.
    Se Ouroboros era così bravo da riuscire ad ammazzare ghoul e colombe senza farsi poi prendere, come si poteva essere tanto certi che quello trovato fosse il suo vero covo? Senza contare che averne uno solo era insensato, soprattutto vista la superbia nelle sfide aperte.
    Restavano però supposizioni, mentre la possibilità di ficcare il naso in quel luogo poteva permettere di capire un po' meglio il soggetto. La mano si sollevò per questo in mezzo alle altre e, forse per il fascino della felpa rossa così poco appariscente, a lei capitò una posizione su quel podio.
    Avanzò come gli altri due e lasciò a loro battute e commenti, era più che cosciente di non avere valore agli occhi di Nekomata e così doveva restare.
    La voce era bassa, i toni ingrigiti dalla perdita dello spettro emotivo potevano essere un miscuglio tra timidezza e ovvio mascheramento di identità. Probabilmente l'avrebbero sentita solo i più vicini e di certo ai più distanti sarebbe mancata la conoscenza del terzo alias.
    «Rouge.»
    L'accento francese era marcato in quella R moscia che dava il via allo scivolare fuori dalle labbra delle cinque lettere del suo nome. Niente sorrisi o smorfie, solo questo e nulla più.
    Akemi il mattino dopo avrebbe postato sui social di non sentirsi bene e durante la giornata gli aggiornamenti erano previsti a base di scatti di zuppe e collezione di sciroppi per la tosse. Lo smartphone era fisso a casa quando usciva Giselle.


    17 Febbraio
    Tokyo era una città immensa, anche se non era stata la minaccia di vedersi un braccio strappato a farle raggiungere in anticipo la zona. Era però rimasta distante dal vero e proprio punto d'incontro, presentandosi appena dopo gli altri due, neanche stesse seguendo il secondo arrivato.
    Un team stupefacente, selezionato con cura in modo tale da sfruttare al meglio le potenzialità di ciascuno in simbiosi con quelle altrui. E poi magari ci credevano davvero al non essere pedine sacrificabili.
    Parlando della cura di quella missione, si poteva anche accennare alla preparazione tecnica e del supporto, che dal canto suo era ridotto perché dava per scontato che gli ovvi venissero forniti dal gran capo che aveva organizzato la cosa. La delusione sarebbe arrivata presto e con lei il pentirsi di non aver portato qualcosa di più del kit da polso, mascherato in orologio dal curioso (e creativo) cinturino.
    Seguì gli altri due nelle fogne, non avrebbe chiamato in altro modo il sottosuolo con rigagnoli d'acqua inquinata e rifiuti.
    Nel silenzio più totale e inespressivo tenne il passo dietro la loro guida verso, letteralmente, la X sulla mappa. Mon dieu, in mano di chi erano?
    Se non altro quella grande e vistosa X era... No, non era una cosa buona.
    La voce restava bassa come nel magazzino, non dovevano esistere toni acuti o gioia, semmai l'apatia spenta di chi non prova nulla.
    «Davvero discreta.»
    Si era fermata a fissarla, come se la descrizione degli ambienti fosse superflua o poco interessante, ma in effetti di li a poco si doveva esplorare, no?
    Era sul punto di aggiungere quella critica alla scarsa dotazione fornita, ma almeno delle ricetrasmittenti comparvero. Fortuna che qualcuno aveva deciso di portare anche una torcia, già si stava mentalmente rimproverando l'aver dato troppa fiducia agli organizzatori. mai più.
    Sulla discusse della direzione e strategia si vide costretta a parlare più del previsto.
    «Decisamente in gruppo, non importa quale scegliamo per primo ma darei uno sguardo anche ai corridoi e alle pareti, nel caso ci fosse qualcosa di troppo o di troppo poco.»
    Un segno inciso su un muro, aria più "fresca" da una delle aperture o l'opposto. Se fosse stara Ouroboros, avrebbe mascherato in qualche modo la sua presenza, quasi a voler far credere che nessuno possa vivere in quel posto neppure per qualche minuto.
    Un altro dubbio però pretendeva risposta, ma andava rivolto a Neko, anche se forse avrebbe dovuto chiedere il giorno prima a Nekomata. Era un clan di gatti quello degli Zeiva.
    «Come è stato trovato questo posto? Cosa ha dato la certezza che Ouroboros avesse il covo proprio in questa zona e non sia solo una falsa pista?»
    Naturalmente il loro scopo era rispondere a quella domanda, ma rischiare il collo così tanto alla cieca... Mon dieu, in cosa era andata a ficcarsi.


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 12:58
     
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    Neko (che di certo non era Nekomata in disguise, nossignore) stava trovando quella situazione assai esilarante, specialmente grazie agli impavidi tre moschettieri (se insistevano a dare soprannomi, tanto valeva che a darne fosse pure lui) che si stavano sfaccendando ad investigare la zona al meglio delle loro capacità. Certo, l’impressione che si era fatto di loro tre durante la loro presentazione il giorno prima non è che fosse delle migliori (uno era irriverente, una sembrava una ragazza, come dire, un po’ particolare e l’altra non è che sembrasse così loquace). Dove era finito il rispetto al mondo d’oggi?! Almeno si erano presentati tutti in orario, il loro braccio ora al sicuro. Anche se non sembravano troppo in carne, quindi non è che fosse una così grande perdita.
    Comunque sia, li aveva guidati in quel luogo che il ghoul che aveva passato quell'informazione al Clan aveva indicato. Conosceva abbastanza bene quel luogo che perdersi era impensabile ma prima dell’orario concordato con i tre giovani ghoul, era comunque già sceso per dare una veloce occhiata al luogo. Tornando al presente, in quel momento stava facendo un castello con le carte che si era portato dietro, con l’aria tutta assorta mentre in realtà aveva le orecchie ben aguzzate su quello che lo circondava. Era lì a fare la guardia dopotutto, non si fidava a tal punto del prossimo. Poi se fosse successo effettivamente qualcosa, lui era l’unico con elevate chance di sopravvivere così da portarsi dietro i risultati di quella serata. Tuttavia il dubbio rimaneva sempre, infondo stupido non lo era di certo anche se a volte poteva sembrarlo.
    Quando Rouge si rivolse a lui dopo che aveva lasciato fare ai tre, Neko alzò la testa inclinandola un po’ di lato come a mostrare un’aria prettamente confusa. Andò poi a battere le mani, come avesse avuto l’illuminazione, ma facendo così cadere quel poco che aveva messo su del suo castello di carte. Abbassò lo sguardo, emanando ora un’aria dispiaciuta «Oh» disse, come a marcare di più il suo rammarico, per poi scuotere la testa ritornando a rivolgersi alla ghoul che aveva davanti «Secondo cosa ci è stato riferito, una famiglia si stava spostando nella 24° dopo che era stata presa di mira dalla CCG ma tutti sanno che se non sai dove andare, perdersi qui sotto è assai facile, e sono dunque finiti proprio qui» cominciò anche se non aveva esposto l’intera situazione ma Rouge doveva farsi bastare quello, scrollando le spalle come se fosse una nozione a cui a lui non importasse «Secondo le loro parole una figura con quella particolare maschera che noi tutti conosciamo, era stata notata fuggire via» aggiunse, mimando la situazione con le sue mani come fosse una sorta di teatrino «Potrebbe essere una falsa pista o quella figura poteva essere stata solo un imitatore ma questo non possiamo... saperlo! Per questo voi siete qui!» “A fare il lavoro sporco” pensò ma non disse, annuendo con convinzione prima di tornare a sistemare le sue carte sul pavimento di quella sorta di marciapiede sopraelevato, ben lontano da quell’acqua non proprio pulita. Sventolò la mano come a salutare di nuovo i tre, per poi riprendere a (fintamente) ignorarli.


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    Turno 02.

    Oggetti trovati: Nessuno.

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    I tre moschettieri hanno dunque deciso insieme di controllare meglio i due corridoi prima di addentrarsi e quindi perlustrare le varie camere, partendo dal corridoio di sinistra: è identico a quello in cui si trovavano prima ma proseguendo, anche grazie alla luce della torcia di Echo, di fronte 2A è possibile notare delle macchie di sangue secco, chiaramente non recente, che vanno a finire nel canale centrale e chissà dove. Infondo al corridoio si trova un bidone rotondo in metallo, arrugginito dal tempo, tenuto chiuso da una piastra anch’essa in metallo.

    Passando di fronte alle tre camere, è possibile già sbirciare qualcosa: la visuale di 1A è bloccata dalle assi di legno mentre di 2A, dalla loro posizione, è possibile solo notare che per terra ci sono quelli che possono sembrare a colpo d’occhio dei volantini, c’è qualcosa sul lato destro ma è difficile capire cosa. Infine, in 3A sembra che ci siano svariate cose accatastate, come sul fondo dove distinguibili una paio di materassi rovinati e sporchi.



    ❖ Finito questo primo turno, ora il tempo limite per rispondere passa a 24h dalla risposta precedente alla vostra invece di 48h. Se si sfora, tranne in casi eccezionali in cui è possibile richiedere del tempo in più allo staff (di massimo altre 24h, richiedibile una volta sola per quest), il PG sarà tolto dalla quest e l’utente non riceverà i successivi reward.
    ❖ Ora potete andare a segnalare in Conteggio EXP i 50 EXP guadagnati per l'inizio della quest!




    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:35
     
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    “Ah beh, citando l’Agente J di Man In Black “Con oggi ho decisamente segnato almeno nove punti sul mio schifezzometro!”
    Parlava.
    “Se troviamo Ouroboros, spero di potergli consigliare una villetta ad Ota, di certo non ne rimarrebbe deluso lui e neanche chi lo andrebbe a trovare…ora che ci penso, anche gli umani che moriranno, non rimarranno delusi di essere deceduti in una… in una villa.”
    Parlava.
    “Eco delle Oreadi-kun, non ci divideremo! Dobbiamo esplorare velocemente questa zona e trovare indizi o qualsiasi cosa in merito ad Ouroboros! Almeno credo sia quello che Mr. Nico Nekomata Ni, ha detto!”
    Parlava.
    Noctissina, soprannome con cui si era presentata e che Echo aveva tutta l’intenzione di usare, parlava davvero tantissimo. Persino più di lui nei momenti in cui poteva bearsi della luce del sole, lontano dal suo paradossalmente eloquente alias.
    Ancora una volta, sotto la maschera dello Yuurei la fronte del russo si corrugò: Eco delle Oreadi, anche lui in un primo momento si era domandato se il suo alias fosse stato scelto dalla CCG proprio in riferimento alla mitologia greca. Ad ogni modo, per quanto potesse sembrare assurdo Echo stava davvero seguendo con attenzione i deliri di Noctissina: gli sembrava una di quelle svitate che tra uno sclero e l’altro se ne uscivano con genialità a cui nessun altro sarebbe arrivato.
    La pragmatica Rouge, al contrario, ai suoi occhi aveva le proprietà di uno specchio: vetro che restituisce un’immagine senza esprimere nulla. Ma queste erano naturalmente solo prime impressioni, sensazioni che forse sarebbero state smentite.
    … sperava che lo stesso valesse per Neko, il quale stava palesemente prendendoli in giro con il suo atteggiamento svampito e troppo tranquillo, come se non avesse alcunché da temere. Era strano, strano ed irritante.
    Mentre la loro guida assisteva alla disfatta del castello di carte con espressione rammaricata, Echo si piegò di lato per parlare sottovoce con Noctissina.
    «Comunque Nico Nekomata Ni è geniale.»
    Ci aveva messo un po’ per collegare il soprannome alla ragazzina coi capelli neri che spesso urlava “Nico Nico Ni!” sui maxi-schermi di Shibuya, infatti non ricordava neanche il nome dell’anime da cui proveniva. Ciononostante, Noctissina aveva guadagnato dei Punti Rispetto. E anche Rouge li aveva guadagnati, dimostrandosi attenta e pratica, ma soprattutto arguta nell’evidenziare i punti deboli della pista.
    La risposta di Neko era stata infatti deprimente: quel che avevano in mano era al contempo tutto e niente, una pallida traccia che era stata probabilmente ingigantita per attirare i polli.
    I polli naturalmente erano loro. Mannaggia a Megitsune. Lo faceva per Alexey, doveva ricordarselo: tra i suoi appunti figurava spesso il nome di Ouroboros. Comprendeva la necessità degli Zeiva di passare al vaglio ogni pista e comprendeva la strategia di mandare al macello tre Mr. Nessuno piuttosto che alleati validi, tuttavia la posta in gioco era alta anche per gli Zeiva stessi. Valeva davvero la pena di mettere in mano a dei Mr. Nessuno qualcosa di tanto fondamentale nella lotta a un nemico potente?
    «Questo posto potrebbe essere stato usato e contaminato da chiunque.» sospirò Echo, mentre si muovevano in direzione del corridoio di sinistra. Continuava a usare un tono di voce basso, in modo che solo le due ghoul al suo fianco potessero udirlo, non per eludere la sorveglianza di Neko ma per non attirare qualsiasi cosa potesse ancora aggirarsi per quei corridoi bui. «Ammesso che l’abbiano davvero abbandonato...»
    Topi, siringhe, vetri rotti… qualsiasi cosa avrebbe potuto rivelarsi oltremodo pericolosa in quello stato di abbandono. I tre bei polli grassi proseguirono dunque lungo il corridoio guidati dalla luce di Echo. Avrebbe illuminato senza fretta ogni muro, soffermandosi sugli angoli e le zone più sospette, come le assi di legno che ostruivano l’ingresso alla prima stanza. Proprio una volta giunti lì, si sarebbe piegato leggermente per tentare di fendere l’oscurità tra i bordi di esse e il varco con il fascio di luce. Al contempo prestava attenzione ai rumori, non percependo però altro che lo scorrere dell’acqua e i respiri delle due colleghe.
    Era il caso di analizzare quei volantini, le macchie di sangue e il bidone. Tanto per cominciare.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:38
     
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    La grande missione poteva finalmente iniziare o almeno così pensava lei, davvero lo pensava. Si erano ormai ritrovati e le informazioni del posto erano state ben date. Il terzo membro di quella missione era una donna, almeno dal tono e dal suo alias: Rouge. Junko la osservò alcuni secondi in più, prima di ricevere i complimenti da parte di Echo in merito al nomignolo che lei stessa aveva dato a Nekomata. Fece una leggera risatina, con la mano a coprire le labbra che a loro volta erano coperte dalla maschera già indossava.
    «Grazie! Bene, ormai l’unica cosa che ci rimane è esplorare questo luogo, ma come Rouge The Bat ha detto, Nekoruru-Kun lei ci deve delle...spiegazioni!» posa da pretty cure appena trasformata e subito dopo tornò normale, osservando la loro guida con quel castello di carte andato in frantumi e ascoltando ciò che sapeva in merito a quello che era accaduto. Non avevano molto da poter usare per avvantaggiarsi, ma comunque ora sapevano che erano lì perché delle voci avevano detto qualcosa in merito ad una famiglia di ghoul che avevano incontrato, probabilmente, Ouroboros durante la fuga dalla CCG. Durante tutto il tragitto di Echo, Junko rimaneva dietro di lui e ad ogni sua sosta per controllare le varie zone, lei si affacciava dalle spalle del tipo, come a sbirciare leggermente cosa potesse trovarsi in quel corridoio. Essendo in delle fogne, di certo non poteva aspettarsi di trovare chissà quale ordine e chissà quale riservo di oggetti… brutti, ecco perché i suoi passi ogni tanto risuonavano con dei “crack” e “crock”, di certo calpestava qualcosa di fragile e poco salutare, ma quello era soltanto la cornice in merito a ciò che realmente avevano trovato. Al di fuori dello sporco, il corridoio presentava queste varie entrate, dove solo una era sbarrata da delle assi di legno, inoltre, grazie alla torcia di Echo, gli occhi di Junko e probabilmente non solo i suoi, poterono individuare delle tracce di sangue e un barile, presenti in quel corridoio. Rimanendo sempre vicina ad Echo e Rouge, la giovane rossa si teneva oltremodo attenta a tutti quegli indizi e senza perdere tempo, aveva già sfilato il suo taccuino e penna, pronta a prendere indizi e descrizioni di ciò che vedeva, non era sicura sarebbero serviti più in là, ma per ora era l’unica cosa che poteva fare, oltre ad ispezionare i vari oggetti. La prima cosa che andò ad analizzare, o meglio, dare un’occhiata veloce, furono le macchie di sangue secco che si trovavano vicino alla porta più interna del corridoio e dovette avvicinarsi con cautela, immaginando potesse apparire qualcuno all’improvviso. Le macchie di sangue si protraevano all’interno del canale e non voleva metterci piede, per paura di ritrovarsene con qualcuno in più. «Di certo queste macchie non sono recenti e di certo ora abbiamo una prova concreta che qualcuno qui ci è stato, ma chi? Sì effettivamente, siamo venuti qui per questo, l’unico dubbio tolto è che non è disabitato o almeno…forse ora sì, ma prima?» senza attendere oltre, ecco che iniziò a scrivere varie cose sul taccuino, come il colore e la posizione, ma non poteva andare oltre, magari poteva sperare che i suoi compagni potessero sapere qualcosa. «Se avete bisogno ditemi, mi appunterò ogni cosa sul mio taccuino, così non dovremo stare a pensare di ricordare tutto fin nei minimi dettagli.» inoltre se volevano fare dei calcoli matematici, lei li avrebbe schematizzati al meglio, anche se quello era un po’ improbabile. Chiuse le indagini sul sangue, Junko si sarebbe interessata al bidone, andando prima di tutto ad avvicinarsi e quindi utilizzare la luce di Echo, nel caso in cui si fosse concentrato sul bidone, per analizzarlo. Prima di tutto facendolo ruotare su sé stesso, in caso ci fosse qualcosa attaccato, o anche deformazioni e via continuando, poi avrebbe cercato di comprendere come fosse stato sigillato, se fosse un semplice “tappo” o più complesso, dunque se servisse la semplice forza bruta o meno. Sempre in merito al bidone, quest’ultimo era ricoperto di ruggine, quindi era lì da molto tempo, probabilmente più del sangue secco. «Proverò ad aprirlo, forse contiene qualcosa di utile, o almeno spero.» disse Junko, rivolgendosi solo di voce ad Echo e Rouge mentre i suoi occhi erano rivolti al bidone, chinata su sé stessa per arrivare all’altezza dell’oggetto, continuando a scrutarlo nel dettaglio, prima di iniziare realmente a fare qualcosa per aprirlo, provando prima di tutto di forza bruta. L’ultimo degli indizi, erano i volantini che si trovavano all’interno della stanza dove erano state trovate vicine le macchie cremisi, ergo anche quella doveva essere ispezionata, anche perché chissà cosa ci fosse scritto su uno di quei volantini e non vi erano solo quelli, ma il buio e la posizione rendeva il tutto più difficile da scorgere. L’altra stanza, quella centrale posizionata a destra, conteneva degli oggetti da casa logori, dei materassi sporchi, di certo in un ambiente di quel tipo, era un po’ difficile poterseli immaginare immacolati e bianchissimi. Sì, erano stato utilizzati per dormire, ma come sempre la domanda era “da chi?” eh… alla prossima puntata, scopriremo qualcos’altro!


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:42
     
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    Oh che peccato, il castello era caduto. In realtà era totalmente indifferente, le interessava il responso alla sua domanda e iniziare l'investigazione della zona.
    Tirando le somme erano lì per un forse qualcosa che poteva benissimo essere un potenziale niente. Qualcuno aveva intravisto nel buio una figura sfuggente che sembrava avere la maschera di drago.
    Le alternative erano due: o gli Zeiva facevano schifo nella verifica delle informazioni prima di attuare qualcosa, ma dubitava, o quello fornito era il contentino alla manovalanza sacrificabile.
    Giselle era abituata alla seconda alternativa, immaginando gli Zeiva non fossero così diversi dalla Laurier-rose e pensava lo stesso pure della CCG e di altri Clan, gruppi e società che in qualche modo resistevano nel tempo. Essere sciocchi, sprovveduti e creduloni portava rapidamente alla tomba.
    Tenne per sé la considerazione e, anche se la risposta non l'aveva soddisfatta, valutò la storia come abbastanza plausibile da meritare un po' di tempo.
    La scelta era ricaduta sul corridoio a sinistra, realmente era per lei indifferente da quale iniziare e uno valeva l'altro. Era chiuso, tre aperture di cui una sbarrata da assi di legno, sporcizia e schifo, tanfo, rigagnolo d'acqua, un bidone e adorabili macchie di sangue. Il fascio di luce fornito da Echo permetteva di vedere più chiaramente il desolato panorama da cartolina davanti a loro.
    Osservare poi dal corridoio verso l'interno delle due aperture poteva far riflettere prima di entrare alla cieca. Fortuna che nessuno dagli interni si era lamentato per l'intrusione. Per ora.
    Sbirciare attraverso le fessure delle assi sembrava arduo, ma l'attenzione di Rouge era più per i muri che circondavano quell'ingresso, come anche degli altri due, alla ricerca di qualche incisione o segno che si distinguesse. Certo non si aspettava di trovare un drago stilizzato o il simbolo a cerchio dell'uorboro, ma valeva la pena non darlo per scontato. A ripensarci forse avrebbe dovuto chiedere conferma anche per quella X assurda e domandare se per caso nel farla - se davvero erano stati gli Zeiva per segnare il bivio incriminato - avevano coperto qualcosa. O forse semplicemente qualche gang di writers era passata a fare segni di ulteriore imbruttimento.
    Avanzando nel tunnel, la cosa che attirava di più l'attenzione era proprio quel sangue vecchio, incognito di che natura fosse, ma qualcosa poteva dire, forse, in ogni caso.
    Andava osservato e mentre Noctissina si dedicava a fiumi di parole e prendere qualche appunto, Rouge si inginocchiò per guardare meglio l'aspetto di quelle chiazze e, in caso, in seguito commentare l'eventuale supposizione.
    Per quanto ne sapeva, gocce gravitazionali, con una forma quasi perfettamente tonda, avrebbero indicato che era passato di lì qualcuno di ferito o grondante sangue (o con il pranzo caricato in spalla magari). Più le macchie erano deformate e più cambiava il significato: goccia ellittica e schizzo allungato poteva indicare che qualcuno era stato colpito e più la traccia era lunga, più il colpo era stato veloce (dal pugno al proiettile, per non parlare di quinque e kagune naturalmente). Senza nulla togliere ad altri tipi di sanguinamento.
    E se poi fosse invece stata vernice di un colore simile?
    Certo era invitante quella traccia, anche troppo. Riflessione: stanza con i materassi o con volantini e ingresso da Psycho?
    Sui materassi era sicuramente condiviso il pensiero che non v'era certezza sul chi li avesse usati, dopotutto quei corridoi erano sfruttati da molti ghoul in fuga e un posto più comodo del pavimento per dormire era sicuramente apprezzato da tutti. O quasi.
    Un pensiero seguiva l'altro, restando chiuso nella sola mente della ghoul mentre seguiva gli altri due in perfetto silenzio, ancora con le mani infilate in tasca. Le labbra avevano appena avuto uno spasmo, una micro-espressione di ironia, quando Neko aveva sottolineato quanto fossero lì apposta per non far perdere tempo a gente più utile del Clan. Erano come i pedoni su una scacchiera.
    Dei tre ingressi era però quello sbarrato che la incuriosiva maggiormente, ma dipendeva tutto da quanto fosse solido l'ancoraggio alla parete. Cercava di guardare le cose con la mente del serial killer di un individuo organizzato, intenzionato a non farsi trovare facilmente e con un obiettivo da raggiungere, anche se ancora non aveva idea di quale potesse essere. Dunque una sorta di barriera, apparentemente solida, poteva essere utile a tenere lontani i sopra citati ghoul alla ricerca di rifugio, anche per poterli in caso cogliere di sorpresa (e magari tinteggiare così di rosso l'ingresso di un'altra parte del tunnel).
    Sorvolò temporaneamente sui fogli sparsi dentro l'ultima stanza a sinistra, portandosi a fronteggiare le assi di legno mentre la padre del cammintore di cieli studiava il bidone dei rifiuti.
    «Intanto io controllo lo sbarramento, ma tieni pure la luce verso il bidone, nel caso ci fosse movimento.»
    Ad esempio quello di ratti, piccoli e orrendi portatori di malattie e potenziali spaventi anche in feroci predatori come, per razza, erano i tre moschettieri.
    Finalmente Rouge sfilò le mani dalle tasche e, scorrendo con le dita su un lato delle assi, cercò un punto in cui poterle afferrare per saggiarne l'ancoraggio alla parete e capire quanto fossero difficili da smuovere. Non voleva spostarle, sarebbe stato stupido sfruttando la sola luce indiretta, ma giusto togliersi una delle supposizioni che andavano a moltiplicarsi ad ogni passo e sarebbero solo aumentate entrando nelle stanze.


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 12:59
     
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    FINE TURNO 02 > Inizio turno 03

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    Il suo castello stava venendo su proprio bene, peccato sarebbe probabilmente caduto di nuovo con un semplice ed accidentale movimento. Nel mentre, stava continuando a tenere le orecchie ben aguzze, i suoi sensi sempre all’allerta: sentiva i rumori dei passi dei tre ghoul, come i loro respiri e il loro vociare (anche se non stava prestando così tanta attenzione alle loro parole da poter discernere i loro discorsi -infondo aveva interesse zero del loro gossip, tranne se stavano parlando di lui-), oltre che lo scorrere lento dell’acqua delle fogne in lontananza come lo squittio di qualche topolino non lontano da lì. Nonostante tutto, il silenzio era troppo nonché quasi opprimente ma, anche fosse assorto completamente nelle sua macchinazioni, l’ennesima carta fu posizionata alla perfezione in quella fragile struttura.


    KrhGf0V
    CITAZIONE
    Turno 03.

    Oggetti trovati: Nessuno.

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    Sempre grazie alla sua torcia, Echo continuò a controllare l’area: oltre a quello che avevano già scoperto, nient’altro sembrava fuori posto. Se erano rimaste altre tracce, ormai erano scomparse con il passare del tempo. In alcuni punti dei muri di destra e in parte su quelli di sinistra, ci sono delle specie di graffi, specialmente sulle parti più basse, come se qualcuno ci abbia trascinato contro qualcosa.

    Le macchie di sangue analizzate da Noctis (che le aveva anche disegnate nel suo taccuino) e Rouge, si rivelano abbastanza uniformi e tonde, come se fossero cadute da una posizione più alta, indicando che qualcuno o qualcosa era stato probabilmente trasportato fin lì. Seguendo il loro percorso fino all'entrata di 2A, si può notare un’impronta parziale di scarpa dello stesso colore, come se avesse calpestato una chiazza di troppo. Il resto sembra indicare una posizione finale alla destra dell’entrata stessa, non visibile dalla loro posizione.

    Avendo fatto roteare il bidone, Noctis può constatare che quella sorta di coperchio (piastra in metallo) che lo tiene chiuso non è affatto pesante e si muove con ogni piccolo movimento, come se non fosse della forma giusta (è un po’ ovale e leggermente piegato) . Oltre a ciò non ci sono ne scritte o altre cose attaccate ma più un basso in uno dei lati è possibile notare una indentatura, come se qualcuno lo avesse preso a calci. Per cui, una volta che Noctis provò ad aprirlo non trovò la minima resistenza e al suo interno può trovare: alcune buste vuote di cibi (tra cui quelle delle patatine e dei calamari essiccati), alcuni volantini rovinati, un cappello da baseball nero strappato in diversi punti, un pezzo di stoffa apparentemente strappato che al tempo poteva essere di colore bianco ma che ora era grigio e sporco di macchie che potevano essere sangue secco; Infondo al barile, aguzzando la vista, è possibile notare delle chiavi attaccate ad una sorta di portachiavi in plastica con su scritto “203”.

    Quando Rouge provò ad afferrare una delle due assi in legno (la loro forma era irregolare e non precisissima, dalla larghezza ampia, il cui legno era ormai rovinato e logoro) che bloccavano l’entrata di 1A, così da poterle controllare, poté constatare che non erano appoggiate in modo fisso e che anzi, si potevano spostare facilmente. Nonostante avesse provato a muoverne una con attenzione, la seconda si mosse di qualche millimetro e spostandola così dalla sua posizione precaria, cadde così per terra e in avanti. Dalla nuova apertura è possibile constare due cose dell’interno di quella stanza: primo, da quel luogo erano stati da poco spostati svariati oggetti, se i punti puliti e non coperti da polvere o altro potevano stare ad indicare ciò, e secondo, qualcuno sapeva che quella sera sarebbero stati lì, le parole scritte in rosso e in inglese nelle parete opposta erano chiare. “You are late :^)”.

    New! Oggetti trovati: Chiavi (Noctis).





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:36
     
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    Il fascio di luce rimase puntato per una manciata di secondi sui segni simili a graffi che si allungavano lungo la parte inferiore della parete destra, poi la torcia fu indirizzata verso la parete di sinistra, illuminando così la stessa singolarità. Qualcosa era stato trascinato o spinto contro quei muri, ma tentare di ricostruire la dinamica dei fatti creò in Echo solo ulteriore confusione: c’erano decisamente troppe incognite e non potevano tirare avanti a supposizioni.
    La cosa veramente importante, almeno per il momento, era assicurarsi che non ci fossero piccoli passaggi attraverso cui un eventuale nemico avesse potuto sgusciare. Erano nel territorio del nemico e Neko li avrebbe probabilmente usati come esca alla prima occasione, quindi giusto un pochino di sicurezza era meglio averla.
    Successivamente il gruppo si mosse per analizzare le macchie di sangue, elemento quanto più nella norma e banale nel covo di un ghoul. Un vero peccato non poterle analizzare alla CSI maniera… come quei tizi che prelevavano un campione microscopico e ti sapevano dire pure cosa aveva mangiato per pranzo il morto. Beh, almeno dalla forma delle gocce si poteva intuire il modo in cui il sangue era stato versato.
    Ciò che invece attirò l’attenzione di Echo fu un’impronta appena fuori dalla seconda porta. Qualcuno aveva inavvertitamente calpestato del sangue, senza però sapere che a passare di lì sarebbe stata una persona capace di dedurre la lunghezza di un piede anche in condizioni del genere: prendere le misure a colpo d’occhio era un requisito basilare per lavorare in atelier.
    Il ragazzo si piegò un momento sulle ginocchia per analizzare più da vicino l’impronta: in base alla grandezza del piede avrebbe potuto avere un indizio in più sul sesso di chi era passato di lì. Roba da poco, considerando quante variabili Echo stesso avrebbe potuto elencare, ma ogni briciola era preziosa ora che brancolavano letteralmente nel buio. E poi, magari, oltre la soglia si sarebbe vista qualche altra impronta meglio definita…
    “Proverò ad aprirlo, forse contiene qualcosa di utile, o almeno spero.”
    D’accordo, esplorazione della seconda stanza di sinistra rimandata per ora: Noctissina aveva bisogno della sua assistenza. L’affiancò ed illuminò il bidone mentre la ragazza provvedeva a scoperchiarlo. Con la coda dell’occhio, Echo notò una rientranza sulla parte bassa, come se fosse stata colpita con un calcio o una kagune. All’interno c’erano volantini, cibo, stoffa macchiata, un cappello e delle chiavi.
    «Cibo umano.» sottolineò istintivamente Echo, accigliandosi. «E pure di pessima qualità.»
    Non era esattamente la dieta che ci si sarebbe aspettati di trovare nel covo di un ghoul. Un interrogativo cominciava a farsi insistente tra i pensieri del ragazzo, ma era ancora troppo presto per saltare a conclusioni...
    Stava assottigliando la vista per leggere i volantini e la targhetta delle chiavi quando un fracasso improvviso lo fece sobbalzare: jump scare maledetti!
    «Blin-!»
    Neko? No, non era stato Neko: era stata Rouge. In piedi davanti alla prima porta, aveva spostato le assi facendone accidentalmente cadere una. Il rumore prodotto non era certo stato di livelli catastrofici, ma nel silenzio della concentrazione lo aveva colto di sorpresa.
    Echo attese che Noctissina avesse messo le mani su qualsiasi cosa volesse prendere dal bidone, quindi, come un pacco postale, portò la sua luce al servizio dell’altra collega.
    Dentro la stanza, che ad occhio e croce doveva corrispondere alla parete con le scritte X e ZV, non trovarono che delusioni: i segni che qualcosa era stato di recente portato via da lì e, soprattutto, un messaggio in rosso sulla parete opposta.
    Un messaggio in inglese, con tanto di emoticon. Avevano a che fare con Ouroboros o con un weebo? Per fortuna, l’espressione di Echo in quel momento era coperta dalla maschera.
    «Dovremmo arrangiare un minimo di strategia di combattimento.» inspirò profondamente. «O sfruttare le nove vite del gatto, in alternativa.»
    Sperava di non doverle usare, le kagune, ma ormai era palese che fossero finiti in una trappola.
    Grazie, Zeiva.


    «Parlato.»
    "Pensato."


    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:38
     
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    Le attenzioni di Noctis erano al momento riferite a quel bidone che con tanta parsimonia, stava analizzando alla bell’è meglio. Prima di fare ciò, aveva “aiutato” Rouge con le macchie di sangue, prendendone una descrizione sul proprio taccuino e un piccolo disegno della macchia più visibile. Il bidone, oltre alla ruggine, presentava quel coperchio che non era del tutto perfetto con i bordi dell’oggetto cilindrico. Era più piccolo e lo si notava perfettamente, visto che ad ogni movimento, esso si muoveva come in preda ad una scossa di terremoto. Fortunatamente, quindi, poteva toglierlo senza dover ricorrere troppo all’uso della forza ed, inoltre, grazie all’aiuto di Echo, avrebbe potuto vedere meglio cosa ci fosse all’interno. Prima di tutto, cibo umano.
    «Cibo umano, bleah, si sente il tanfo orribile di ciabatta di vecchio e muco da raffreddore. La maggior parte di queste buste è formata da snack, se un umano vivesse qui, direi che i primi a mangiarne potrebbero essere giovani o giovani adulti, ma in caso di segregazione e quindi cibo trasportato da altri dall’esterno, penso che arriverebbero a mangiare di tutto, anche roba del genere.» tolse quelle buste di cibo dal barile, evitandole col naso come se fossero ricoperte dalla peste nera e andò avanti. «Volantini rovinati, qualcosa mi dice che sono simili agli altri presenti nella stanza. Cappello da baseball...mh, che sia dello stesso umano che ha mangiato quel cibo? Pezzo di stoffa, sporco e macchiato di sangue secco, forse le medesime che abbiamo trovato lì a terra? Anche se una comparazione del genere sarebbe realmente da polizia scientifica, cosa che purtroppo noi non siamo e … un attimo, Ecottino fammi giusto un altro po’ di luce!» disse la giovane, rivolgendosi al suo compare di esplorazione, notando un altro oggetto particolarmente interessante. Delle chiavi, legate ad un portachiavi su cui era inciso il numero “203”. «Abbiamo delle chiavi, hehe…ora dobbiamo trovare una porta! La numero 203 per l’esattezza!» sarebbe stata un’azione da cleptomani seriali, ma probabilmente il tizio che le aveva perse era morto o morta, dunque, diamo a Junko quello che è dei morti. Portandosele in quelle che erano delle sue tasche, dove l’altra reggeva come poteva il taccuino con la penna. Proprio in quel frangente, alla fin fine, la ragazza venne spaventata dalla caduta dell’asse di legno e in merito si sarebbe aggrappata alla gamba di Echo, come una reazione anti-spavento a quella situazione, amplificata dall’ambiente stesso in cui si trovavano. Neanche pochi secondi, si sarebbe staccata rapidamente dal suo compagno, anche perché ormai la brutta figura l’aveva fatta. «Gomenasai Ecchino-kun!» avrebbe detto la ragazza, con tono triste e rammaricato, cercando di cancellare quell’avvenimento. Solo poi continuò la sua indagine, osservando, fin dove la luce della torcia fosse possibile, i vari graffi che portavano quel luogo ad essere sempre più cruento e pericoloso di quanto non fosse già solo guardandolo nel buio. Concludendo, tutto ciò, con la presenza di un’orma, lasciata dal sangue che aveva calpestato, OPS! Ora che l’ispezione al barile era conclusa, nulla la portava a rimanere chinata vicino a quest’ultimo, dunque senza perdere tempo si rialzò da quella posizione e raggiunse Rouge ed Eco, visto che ormai una trave di legno era caduta, potendo dunque rivelare un po’ di cose importanti su un’altra stanza che era tenuta segreta. «Cosa c’è scritto… “You…”..”are”… maledetta polvere sui visori.. “late :^)” … “you are late :^)” ahhhh!.. MA CI STA TROLLANDO!» esclamò la ragazza, come sua ultima scena finale.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:42
     
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    Il gatto nero giocava a carte, facendo castelli di carta. Richiedevano concentrazione muscolare e, almeno all'inizio, mentale nel riflettere bene sul dove appoggiare le carte, per trovare l'equilibrio ideale.
    Riflessione: se quella piccola indagine da dilettanti era così importante, perché farla guidare da un favorito del capo che non si interessava a raccogliere elementi importanti? Tre esterni - ammesso che davvero fossero tutti e tre esterni agli Zeiva - senza esperienza che andavano nella presunta tana del cattivo, allo sbaraglio, magari capaci di lasciarsi alle spalle qualche indizio importante valutandolo come inutile.
    O aveva decisamente sopravvalutato gli Zeiva, oppure doveva continuare a non sottovalutarli e l'asso nella manica era in possesso, anche metaforicamente, di chi giocava a carte.
    Era una delle ragioni per cui imperterrita bisbigliava quando parlava, soprattutto una volta inoltrati nel tunnel di sinistra, così da subire il meno possibile l'effetto eco che quella forma cilindrica poteva avere. Magari a raggiungere Neko sarebbero state solo parole così confuse da apparire più come un brusio di fondo, anche se non lo dava per scontato.
    Le cose da osservare comunque erano troppe in continuazione, ma visto il posto era inevitabile. I segni bassi sulle pareti potevano essere di qualunque cosa, non si era informata a sufficienza sulle fogne - troppe poche fonti attendibili - e al massimo potevano avere una percezione sommaria su quanto recenti potessero essere i segni, anche se relativamente precisi a riguardo. Sulla natura c'era invece una infinità di possibilità e sfoltirle sul momento non era possibile.
    Le chiazze rosse presero il centro dell'attenzione per un poco.
    «Gocce gravitazionali.»
    Commento sintetico dopo aver osservato la forma di quegli schizzi, dopotutto tutti sapevano cosa stava a significare, no?
    Restava l'incognita sul fatto che fosse davvero sangue e di chi tra umano o ghoul. Forse in un ambiente migliore avrebbe provato almeno a sentirne il sapore da una scheggia, un leggero sentore di ferro - o di chimico - avrebbe potuto dare un suggerimento, ma con tutta la contaminazione del luogo era meglio evitare.
    Dell'impronta parziale si curò poco, più delle possibili scanalature visibili della suola o un disegno particolare, ma nulla di più.
    Le assi di legno, o meglio ciò che potevano o non potevano nascondere, la attiravano ben di più di ciò che era messo in bella mostra davanti ai loro occhi.
    La pesca nel bidone era stata fruttuosa e pure la curiosità di Rouge alla fine trovò soddisfazione. In quella situazione era però ancora più convinta del suo solito modus operandi e che lavorare da sola, in silenzio, era meglio di muoversi allo sbaraglio facendo un chiasso che avrebbe definito infernale, così come fu per le sue orecchie quello causato dalla seconda asse che decise di precipitare a terra. Mon Dieu.
    Non tentò minimamente di fermarlo, scostandosi a lato di quella che aveva inizialmente preso di mira e tenendola appoggiata alla parete, senza fermarsi centralmente ad essa. Non chiese scusa a nessuno e, visto che non comparivano malintenzionati con effetto sorpresa, spostò contro il muro la seconda asse per avere piena visuale sull'apertura.
    Gli altri due l'avevano raggiunta e la torcia di Echo ora illuminava quella scritta simpatica che la fece sbuffare di pieno fastidio, ma non solo per il testo e una odiosissima emoticon.
    «Dovremmo arrangiare un minimo di strategia di combattimento. O sfruttare le nove vite del gatto, in alternativa.»
    La risposta di Rouge a quel commento fu quasi un sibilo.
    «Rendersi indispensabili vivi sarebbe una ottima cosa, magari non facendo sapere ogni nostra scoperta al gatto.»
    Sì. Noctissina, era un velato suggerimento al chiudere ogni tanto la bocca. Per quanto potessero parlare basso, il luogo convergeva verso la posizione di Neko ed era abbastanza vuoto e ampio da fare da camera acustica. Ad avere buone orecchie era possibile che non si fosse perso neppure una frase, o magari aveva anche già perlustrato il posto e quindi non gli serviva.
    Non le andava di parlare ad alta voce e recuperò la ricetrasmittente per fare una semplice domanda alla loro guida - sempre se ancora al suo posto e interessato al castello di carte, ipoteticamente crollato di nuovo per il rumore e i commenti.
    «Tanto per sapere, è opera degli Zeiva quel graffito con la X poco appariscente e per nulla eccessivo?»
    Lo aveva dato per scontato e non andava bene, non andava per niente bene.
    Attendendo risposta decise di aggiungere una sua opinione personale sulle strategie attuabili in quella situazione, solo ai due compagni di indagine, naturalmente.
    «Vi fidereste davvero di qualcuno che non conoscete e che vi userebbe come esche per scappare?»
    Aveva così tanta fiducia nel mondo, che riteneva tutti e quattro gli appartenenti a quella squadra perfetti per quella definizione, così come sapeva di esserlo lei stessa.
    «La scritta non mi basta...»
    Se tanto erano come topi in un labirinto, valeva la pena guardare ogni vicolo cieco, fino a trovare il giusto percorso verso il formaggio. Entrò nella stanza, per guardare un po' meglio negli angoli difficili da vedere dal corridoio, insoddisfatta da quello che poteva essere un messaggio di chissà quando e di chissà chi.


    Sintesi azioni.
    Quando l'asse cade si mette a lato di quella trattenuta in piedi, verso il muro (per non essere al centro dell'asse nel caso venisse colpita dall'interno, non diamo per scontato che la stanza sia vuota); in seguito sposta l'asse per liberare interamente l'apertura.
    Usa la ricetrasmittente per chiedere a Neko informazioni su chi ha scritto sul muro X e ZV.
    Alla fine entra di qualche passo nella stanza 1A.
    Tutte le frasi sono sempre bisbigliate.


    Edited by #Lynx - 19/8/2020, 13:02
     
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    Neko era così assorto nell’ascoltare i suoni che lo circondavano che la caduta dell’asse quasi non gli fece venire un infarto! Era ancora giovane e aveva ancora tutta una vita davanti! Fosse stato veramente un gatto ora avrebbe tutto il pelo dritto. Dopotutto il rumore assordante dell’asse che cadeva era stato così vicino che proprio non se l’era aspettato, non essendosi concentrato minimamente sulle voci bisbiglianti dei tre giovani. Ed eccolo lì, il castello era caduto di nuovo. Povero castello, se non vuoi rimanere in piedi tanto vale che rimani sfasciato! Raccolse le carte dal suolo per poi alzarsi mentre le mescolava con fare esperto ma noncurante, andando poi a pulirsi i pantaloni dalla polvere. Era curioso di andare a vedere cosa stesse succedendo di così catastrofico nel corridoio di sinistra anche perché non stava ricevendo nessuna news da un po’ ma fu in quell’istante che la voce di Rouge arrivò alle sue orecchie tramite la ricetrasmittente. Decise di ignorarla per il momento, avvicinandosi invece a passo felpato e con il suo solito silenzio alle spalle dei tre moschettieri, guardando l’interno della camera ora libera con fare curioso «Ci sta trollando sul serio!» esclamò con aria fintamente sorpresa riprendendo le parole di Noctissina e troncando a metà il discorso che stavano facendo, come se non avesse sentito niente di quello che stavano dicendo (crediamoci). O almeno, quasi fintamente poiché anche se si era aspettato qualcosa del genere, di certo Nekomata sperava in un po’ di classe in più! Era sicuro che nemmeno lui usasse le faccine! «Appena lo sa il capo!» aggiunse poi con un borbottio oltraggiato. Si girò poi verso Rouge, portandosi un dito al mento con fare pensoso «Comunque sia» riprese, ritornando serio «Nope! Erano già lì! Chissà cosa significano!!» esclamò nuovamente con aria divertita (la sua serietà non sembrava durare poi molto) ma sventolando il dito come stesse facendo una ramanzina «Noi usiamo un sistema meno... ovvio e grazie per l’interessamento!». Stava aspettando da un po’ che gli porgessero quella non-ovvia domanda, curioso di vedere quando se ne sarebbero accorti che quei graffiti probabilmente non erano legati al Clan (sul serio, non lo erano nemmeno un poco, era solo una bella coincidenza che le lettere coincidessero in qualche modo con il nome del clan). Dopotutto, non è che volesse essere pienamente d’aiuto alle loro ricerche ma se avessero osato tradirlo o mentirgli (quella era la sua vocazione, grazie), avrebbero fatto i conti con lui. Sia mai facesse il lavoro della plebe e quello non era solo il pensiero di Neko, infondo era sicuro fosse anche quello di Nekomata stesso. Rimase lì impalato dietro di loro, usando le carte come ventaglio improvvisato (stava usando una parte delle carte, il resto era tornato nella tasca della sua felpa) come ad incitarli a tornare a lavorare come brave formichine. Se potessero vedere il suo viso da dietro quella sua maschera, il suo sorriso era facilmente catalogabile.


    KrhGf0V
    CITAZIONE
    TURNO 04.

    Oggetti trovati: Chiavi (Noctis).

    Inventario generale (tutti): Maschera, guanti, ricetrasmittenti.

    E’ un po’ difficile carpire dettagli in più sull’impronta, essendo parziale. E’ già chiaro come si sia venuta possibilmente a creare (qualcuno sembrerebbe aver per sbaglio calpestato una pozza di sangue e lasciato quelle traccie al suo passaggio) ma la dimensione della scarpa sembra essere tra 25 e 27 centimetri (size 39-43 europee). La suola non è piatta ma anzi è dentata, sinonimo che potrebbero essere o scarpe da jogging o stivali da trekking. Oltre la soglia di 2A, ci sono altre due impronte uguali alla precedente ma più sbiadite, che tendono alla parte sinistra della pseudo stanza.

    7gY5IrS
    CITAZIONE
    Stanza 1A (Rouge).

    Guardando meglio la stanza, si conferma il presupposto che svariate cose sono state spostate di recente poiché certi punti della stanza sono puliti e quasi senza polvere o sporcizia varia: partendo dal lato sinistro qualcosa sembrerebbe essere stato nascosto sotto un telo (se bisognava dare fede alla forma irregolare), di fianco ad essa doveva trovarsi qualcosa di rettangolare; Una forma simile, anche se più piccola, si trova sul muro apposto all’entrata, verso sinistra e sotto la scritta “You are late :^)”; Sulla stessa parete ma a destra, c’è una cassa in legno apparentemente chiusa su tutti i lati; Infine sul lato direttamente a destra dell'entrata ci sono a terra due forme quadrare ma di dimensioni diverse, forse un tempo vi erano appoggiate delle scatole.





    Edited by alyë - 18/8/2020, 22:36
     
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    Proprio in quel frangente, alla fin fine, la ragazza venne spaventata dalla caduta dell’asse di legno e in merito si sarebbe aggrappata alla gamba di Echo, come una reazione anti-spavento a quella situazione, amplificata dall’ambiente stesso in cui si trovavano. Neanche pochi secondi, si sarebbe staccata rapidamente dal suo compagno, anche perché ormai la brutta figura l’aveva fatta.

    C’era da ammetterlo: la pressione improvvisa delle braccia di Noctis a seguito del fracasso aveva coronato il jumpscare, rendendolo efficace come nemmeno i migliori film horror sapevano fare. L’adrenalina ha ovviamente un sapore diverso, quando la vivi sulla tua pelle.
    Il koala era comunque tornato presto ad essere una ragazza, scusandosi con lui mentre Echo, abituato ad essere un bravo e premuroso fratello minore, le dava un paio di leggere pacche sulla testa tentando di rassicurarla.
    Si rese conto solo in ritardo di essersi preso un po’ troppe libertà, di quelle che avrebbero spinto il giapponese medio ad arrossire e reclamare il proprio spazio personale. Per un attimo si sentì in imbarazzo. Solo un attimo.

    “MA CI STA TROLLANDO!”
    “Rendersi indispensabili vivi sarebbe una ottima cosa, magari non facendo sapere ogni nostra scoperta al gatto.”
    Il fascio di luce stava già fendendo il buio mentre avveniva quello scambio di battute, onde assicurarsi che niente di nascondesse nelle ombre più fitte o negli angoli. C’era così tanta polvere in quel posto che un allergico avrebbe probabilmente già avuto uno shock anafilattico. Quel posto doveva essere un magazzino o qualcosa del genere, altrimenti non si sarebbe spiegato lo stato di abbandono. Le domande erano molteplici, innumerevoli quasi, ma continuava ad essere presto per trarre conclusioni.
    Tre, quattro… cinque zone prive o comunque meno coperte di polvere. Considerando che non parevano esserci segni di trascinamento (le forme sul pavimento, a parte una, erano perfettamente squadrate e senza sbavature), gli oggetti erano stati forse portati in braccio. Una sola persona poteva fare tutto quel lavoro?
    “Ci sta trollando sul serio!”
    Benché avesse un buon udito e il suo alias rimandasse alla fisica acustica, Echo non si accorse della presenza di Neko se non quando fu Neko stesso a volerlo. La differenza di rank tra i due non avrebbe potuto essere più palese (e irritante).
    Scoccò uno sguardo a Rouge, ma nella penombra non sarebbero bastati i suoi occhi sottili e velenosi a rimarcare ciò che voleva esprimere: Neko aveva scelto un pessimo, pessimo momento per unirsi al gruppo, ed il suo atteggiamento falso metteva a dura prova i nervi di Echo.
    “Chissà cosa significano!!”
    «Muovi il culo per aiutarci a scoprirlo oppure torna a fare il palo.»
    D’accordo, alla fine aveva rimarcato ciò che voleva esprimere in maniera fin troppo diretta. E gli aveva pure scoccato un’occhiata glaciale, come se avesse voluto scatenargli contro il gelido inverno russo: blizzard, blizzara, blizzaga… BUFUDYNE!

    Una cosa interessare però Neko l’aveva detta: i vandali che avevano imbrattato le pareti con codici poco geniali non erano gli Zeiva. Fiducia nell’umanità ritrovata. Tuttavia, niente implicava che il vandalo fosse necessariamente Ouroboros, perciò decise che appena ne avesse avuto il tempo avrebbe indagato un po’ meglio quella parete.
    Il fascio di luce avrebbe indagato un po’ meglio il muro alla sinistra dell’entrata.
    «È questo il muro in questione, no?»
    Peccato che non sembrasse esserci nulla di interessante, né lì né altrove. Solo una cassa di legno ammassata in un angolo, alla quale Echo si avvicinò per analizzarla meglio: era chiusa, notò quando tentò di aprirla dopo avervi appoggiato sopra la sua ricetrasmittente.


    «Parlato.»
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    Edited by Yukari - 3/6/2020, 20:39
     
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    L’esplorazione nel tunnel di sinistra continuava e Junko, insieme ad Echo e Rouge, stavano man mano scoprendo nuove cose su quello che si palesava a loro. Avevano affermato, ormai con sicurezza, la presenza di qualcuno, anche se non sapevano se tale presenza fosse ancora lì, nascosta o fosse scappata via. Avevano anche confermato che ci fossero stati umani, vista la presenza di sangue e cibo umano, anche se per la prima, non vi era sicurezza si potesse trattare di sangue umano. L’ispezione al bidone aveva dato i suoi frutti e ora avrebbero iniziato ad ispezionare le varie stanze, partendo da quella più vicina all’entrata del tunnel, la medesima che aveva causato il fracasso dell’asse di legno caduta che aveva spaventato la metà del gruppetto. Dopo i vari interventi, partendo da quello di Junkina stessa fino a quello di Rouge che affermava, con educazione, di fare silenzio, rivolgendosi a Noctissina, evitando quindi di rivelare più informazioni del dovuto a Neko, il loro accompagnatore che fino ad allora non si era del tutto mostrato interessato alla loro causa, o meglio, se n’era lavato le mani con fare tranquillo, come se non fosse successo nulla. L’infuriata terribile, da parte di Echo, ai danni di Neko si fece sentire e anche tanto, accusando il secondo di assenteismo e poca utilità, visto che loro stavano facendo tutto e lui sembrava gustarsi lo spettacolo, soprattutto per un ghoul che, almeno per Junko, era sconosciuto, così come il capo di cui lui faceva le veci. Ovvio, Junko conoscevo Nekomata di fama, non conoscenza di persona, ma era la medesima cosa alla fin fine.
    «Nekkone-kun… Eco delle Oreadi-dono ha ragione! Aiutaci, oppure togliti di mezzo.» nonostante fosse partita tutta carina, tutta dolce e tranquilla, l’ultima parte della frase lo disse con un tono poco calmo e fin troppo diretto. Ovvio non abusò di alcuna parolaccia, semplice risolutezza. Prima di entrare nella stanza che Rouge aveva “aperto”, Junko si guardò alcuni attimi intorno, fin dove i suoi occhi potevano scorgere nel buio, trovandosi in quella situazione, avrebbe dovuto in seguito analizzare l’orma della scarpa e i passi, insieme ai suoi colleghi, ma per il momento era meglio esaminare la stanza. L’interno era vuoto, anche se illuminarlo con la torcia, sembrava sentirsi l’atmosfera da stanza “quasi” vuota. Era come se l’aria ormai avesse riempito l’intera zona, dove in precedenza era stata schiacciata e distrutta. L’odore all’interno, oltre al solito tanfo da fogna, puzzava anche di chiuso, come tutta la zona, essendo sotto terra, ma una stanza “chiusa” in un luogo chiuso, rendeva il tanfo… raddoppiato. Junko seguì la luce che Echo emanava, analizzando tutto ciò che poteva, così come avrebbe fatto il portatore della torcia e la loro compagna. «Rouge-chan… hai notato l’assenza di polvere? Questa stanza era piena di roba, probabilmente…» disse, rivolgendosi alla sua compagnia d’esplorazione e poi continuando a guardarsi intorno, notando anche la scritta che, il colpevole, aveva scritto per amareggiare e ironizzare contro il trio. All’interno, inoltre, vi era soltanto una cassa e Junko seguiva la luce di Echo, come una falena, evitando di bruciarsi più del dovuto. Andando di ipotesi e di poca luminosità, la stanza era sicuramente piena di roba: cibo umano o cibo per ghoul, magari anche scatole aventi delle scorte di caffè o qualcosa di peggiore, insomma l’immaginazione poteva disperdersi come una macchia d’olio. Insieme ad Echo, anche Junko iniziò ad analizzare la cassa, chiusa su tutti i lati, ma una domanda se la stava già facendo. «Mh… ho un dubbio. Ma se colui che ci ha scritto questa frase, sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato, perché ha portato via tutto, ad eccezione di questa cassa? Potrebbe contenere anche qualcosa di pericoloso, o forse l’ha lasciata perché neanche lui sa cosa ci sia dentro…mh… è strano. Hey… Ekkino-sensei e Rouge-senpai, cosa ne pensate voi?» disse, bisbigliando e tenendo un tono di voce basso e quanto più silenzioso possibile, ovviamente facendosi comunque sentire, di certo non poteva stare in silenzio.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:42
     
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