Life is short. Eat cookies.

Il suo piano era perfetto! A volte era proprio un genio, fu il suo pensiero ammirando il suo operato allo specchio. Aveva comprato degli abiti femminili la settimana prima e anche grazie al fatto che fosse abbastanza affusolato fisicamente, trovarne alcuni che gli stessero bene ma allo stesso tempo coprissero le sue forme più spigolose non era stato troppo difficile. E i tutorial su YouTube erano stati proprio di aiuto, quel semplice make-up gli dava proprio un aria diversa oltre che coprire quelle leggere imperfezioni. Nemmeno sistemarsi i capelli in una semplice ma graziosa acconciatura era stato troppo difficile, aiutato anche dal fatto che tenesse i suoi capelli naturalmente più lunghi dello standard maschile.
Faceva proprio le parti di una bella ed innocente fanciulla.
E pensare che tutto quell’impegno era dato dal semplice fatto che voleve attuare un piano per infastidire il suo caro amico Minori. Aveva, invero, saputo proprio da lui che era stato scambiato per la ragazza di quest’ultimo dopo che Minori aveva mostrato delle loro foto ai suoi colleghi camerieri del Butler Cafe in cui aveva iniziato a lavorare negli ultimi mesi. E il fatto che lo chiamasse colloquialmente, oltre che con il suo nome, anche “Chi-chan” non aveva aiutato. Si era dunque creato un malinteso che Minori era riuscito appena a risollevare, specificando varie volte fosse il suo migliore amico, maschio, e non la sua ragazza. Non che gli desse fastidio l’insinuazione, più che altro lo imbarazzava assai. Peccato che Chihiro volesse metterci lo zampino. Insomma, si, trovava divertente trovare nuovi modi per infastidirlo giornalmente. E quella opportunità era ghiotta, per passare un pomeriggio all’insegna del divertimento. A spese della sanità mentale di Minori stesso, certamente.
Si lisciò la camicia rosa e la lunga gonna nera, sistemandosi meglio il cappellino in testa e i pezzi di gioielli che aveva indosso. Era pronto, e guardando l’ora, era arrivato anche il momento di andare. Dopo essersi messo il cappotto pesante ed essersi avvolto una sciarpa calda intorno al collo, non dimenticandosi però di dare un bacino alla sua piccola Azuki, uscì quindi di casa andando a prendere i mezzi pubblici per raggiungere Ikekuburo.
Il viaggio non durò poi molto, ormai più che famigliare con il tragitto fino a Toshima, e fu camminando poi tra le vie del distretto commerciale, arrivando alla sua meta, che aveva notato una ragazzina dall’aria un po’ confusa sostare nei pressi dell’entrata della caffetteria a tema. Chihiro la osservò per qualche istante per poi andarle vicino con un sorriso sulle labbra.
Era arrivato il momento di mettersi alla prova! Si era esercitato molto in modo da far sembrare la sua voce meno mascolina, e più naturalmente femminile. Secondo lei c’era quasi riuscito e se non si prestava troppa attenzione alla sua voce, poteva passare per una ragazza con una voce più roca.
«Ehi! Tutto bene? Troppo imbarazzata ad entrare da sola?» le disse quindi dopo un colpo di tosse, stringendo con una mano la borsetta che aveva appoggiata su una spalla, con aria amichevole. Insomma, non era la prima volta che andava in un luogo del genere, ne aveva visti di comportamenti diversi. Specialmente dai neofiti e curiosi, più che dagli otaku che frequentavano normalmente quei bar.
Tuttavia Chihiro non era mai entrato personalmente in quel Butler Cafe specifico ma Minoru gli aveva mostrato qualche foto quando gli aveva confermato lo avevano effettivamente assunto. Il tema era sopranaturale (a quanto pare il ruolo di Minori era il vampiro un po’ tsundere) e l’interno era grazioso e ben arredato. E, a detta delle recensioni, non erano solo i bei camerieri ad essere l’attrazione principale del luogo, ma il cibo e le bevande, anche se il menù non fosse così ampio, erano ottimi.
Ah~ Chihiro si sentiva che si sarebbe divertito. Non vedeva l’ora di vedere la reazione del suo amico.

Considerando che l’altra non aveva mostrato reazioni particolari ingaggiando in una conversazione con lui, Chihiro reputò quel primo tentativo di sembrare una “ragazza qualunque” un successo. Al suo saluto, Chihiro le sorrise cordialmente per poi far passare lo sguardo da lei alla porta d’ingresso della caffetteria prima di rispondere alla sua domanda «Non in questo, no» fu quello che le disse, annuendo poi appena «È più un ambiente per otaku, ma è divertente da visitare almeno una volta. Se hai qualche domande chiedi pure» aggiunse dopo un colpo di tosse atto a chiarirsi la gola. Ecco, parlare in quel tono di voce per un lungo periodo era assai faticoso, ma almeno si era esercitato a sufficienza quando si era preparato. Aveva preso tutto molto seriamente, si, ce ne aveva messo d’impegno!
«Quindi sei una neofita! Allora entriamo insieme, in gruppo può essere meno imbarazzante».
Ma non per lui, certamente. Era proprio difficile si imbarazzasse. Una persona meno “pazza” di lui, in quella stessa situazione, sarebbe già crollata dall’imbarazzo. Faceva un po’ tutto con una naturalezza estrema, anche se vestirsi in abiti femminili per prendere in giro il proprio migliore amico a lavoro non era cosa da tutti i giorni. Davvero.
Chihiro le sorrise, per poi andare ad aprire la porta che tintinnò con un campanellio, entrando quindi nel locale. Ad aspettarle e dare loro il benvenuto, guarda un po’ chi c’era! Con trucco e parrucco, un bel ragazzo vestito elegantemente in abiti vittoriani, i capelli tirati all’indietro, le lenti a contatto rosse e finti canini appuntiti coordinati. Il cartellino che aveva al petto leggeva “Alexandrite (Vampiro)” ma almeno per lui, quello era palesemente il suo amico Minoru pronto a recitare il suo ruolo di cameriere vampiro di quel particolare café a tema.
Il suo amico aprì bocca per dare il tipico benvenuto ma quasi si strozzò con la sua stessa saliva non appena aveva notato la figura di Chihiro. Si riprese in fretta, lanciandogli un’occhiataccia che altri avrebbero scambiato per parte del servizio. Ah! Di sicuro internamente stava andando nel panico. Chihiro lo salutò con una delicata sventolata di una mano.
«B-benvenute, signorine» disse “Alexandrite” con tono scocciato e uno sbuffo «Siete insieme?» chiese poi, incrociando le braccia al petto, osservandole con un certo imbarazzo. Almeno, in questo caso, non avrebbe dovuto fingere tale sentimento.
Alla conferma data da Chihiro con un cenno della testa, che nel mentre non riusciva a smettere di sorridere, prese quindi a guidarle verso uno dei tavoli ancora liberi. La situazione non era tuttavia sfuggita agli altri camerieri che conoscevano meglio il collega, avendo lanciato un’occhiata curiosa nella loro direzione. Tra di loro si potevano identificare uno vestito da prete, uno da demone e anche un licantropo. Alla cassa, invece, c’era anche uno vestito da tipico maggiordomo.
Comunque, la caffetteria non era pienissima, ma nemmeno vuota con molti tavoli occupati specialmente da ragazze o gruppi di esse. Ma non mancavano anche una manciata di ragazzi, anche se pochi. Arrivati alla meta, il caro vampiro un po’ tsundere passò poi loro il menù che aveva sottobraccio, ricordando loro di chiamarlo non appena avessero deciso cosa ordinare per poi dileguarsi.
Dopo essersi accomodato, lasciando la giacca appoggiata sulla sedia, Chihiro ridacchiò appena, aprendo il menù iniziando a scrutarlo anche se con poco interesse. Il menù era tipico, svariate bevande, qualche piatto di pasta, tramezzini e anche qualche dolce. Oltre che avere una lista di altri pratici servizi extra da chiedere ai camerieri.
«Comunque, io sono Chihiro! Ma chiamami pure Chi-chan~» disse poi alla ragazza che ora aveva seduta di fronte e con cui era entrata. Se dovevano passare un po’ di tempo insieme tanto valeva presentarsi.

«Chiedi pure~» le disse sorridendo appena, avendo notato fosse un po’ in difficoltà e quasi sperduta. Era palese ai suoi occhi fosse una novizia, forse addirittura poco conoscitrice della cultura otaku della zona oppure, in generale, nuova a tutto, e che si era solo avvicinata al luogo per mera curiosità, forse avendo notato un volantino pubblicitario. Dopotutto, da fuori, quel locale sembrava una normale caffetteria, cartelli e insegna a parte.
Oh no, che piccolina! Che carina! Era preoccupata per lui!
«E non ti preoccupare, è solo un mal di gola» aggiunse poi, simulando un colpo di tosse in modo da rendere quella mezza bugia più convincente. In fondo, la gola gli stava facendo un po’ male sul serio, mantenere quella voce a lungo era difficile. Aveva iniziato ad ammirare chi lo faceva per lavoro con costanza, ce ne voleva d’impegno! E lui aveva ancora molta strada da fare e forse gli conveniva parlare un po’ meno del solito in modo da non strafare.
Missione difficile, conoscendolo.
«Beh, so che non è facile stare da sole in presenza di bei ragazzi in costume. Insomma, sono l’attrazione principale~» fu il suo commento alle parole dell’altra, guardandosi un po’ intorno per il locale. Dopotutto, i presenti erano perlopiù in coppie che stavano parlottando sottovoce tra loro, sotto lo sguardo attento ma sempre cortese del personale.
«Piacere, Yuko-chan!» si premurò di dire, sorridendole raggiante, ma prima che potesse aggiungere altro, fu interrotto da uno degli altri camerieri che a quanto pare, in un modo o in un altro, era riuscito a sentire quelle parole mormorate dall’altra.
«Non ti preoccupare per Alexandrite, piccolina demonietta. Tutti i nostri amati clienti sono sempre i benvenuti~» disse il ragazzo che si era avvicinato facendo loro un occhiolino. A detta di Chihiro, era un po’ alto in statura di Minoru ma comunque più basso di lui, e aveva al petto un cartellino che leggeva “Inaloz (Demone)”. Ecco, una cosa che Chihiro ovviamente non poteva dedurre era che “Inaloz” un demone tecnicamente lo era, più precisamente era un ghoul, come forse avrebbe potuto appurare Fuyuko dall’odore distintivo della sua razza.
«Avete scelto cosa ordinare? Se avete altro, chiedete pure» chiese poi il cameriere, prendendo un taccuino dalla tasca del suo costume un po’ appariscente, corna e coda finta inclusa. Il suo sguardo era incuriosito e aveva lanciato una lunga occhiata a Chihiro, dopo aver notato il collega sgattaiolare via con un'espressione piena di disperazione.
Nel mentre Chihiro aveva dato un’occhiata veloce al menù, per cui aveva la risposta pronta «Un tè al latte e… un tramezzino all’uovo» disse infatti, optando per qualcosa di semplice anche perché, in fondo, un po’ come quasi tutti lì dentro, non era lì per il cibo. Anzi, era lì per un motivo completamente diverso del “normale”. Annuendo appena al cameriere, che sembrava intenzionato a fare loro qualche velata domanda senza attirare troppo l’attenzione degli altri presenti, si voltò quindi a Fuyuko, indicandole con un sorriso di dare il suo ordine al cameriere.

Dopo la sua rassicurazione, Fuyuko aveva quindi preso a ponderare quale domanda porgli per prima per qualche lungo istante, andando infine per qualcosa di piuttosto basilare, confermando quindi a Chihiro che effettivamente la ragazza non aveva mai messo piede in un posto del genere o che non era nemmeno famigliare con la cultura otaku del quartiere.
«In un certo senso, è come lo fossero» le disse a bassa voce sorridendole appena, per poi ridacchiando leggermente, come se trovasse la cosa divertente. Beh, la pensava veramente, in effetti. Fuyuko, con la sua innocenza, era un po’ come fosse per lui dell’intrattenimento ambulante.
All’affermazione fatta proprio da lei, il cameriere la scrutò sorpreso per qualche attimo, per poi ridacchiare appena, per poi lanciarle un occhiolino che doveva essere complice nel mentre appuntava sul suo taccuino anche il suo ordine. Agli occhi di tutti, dopotutto, quell’interazione non aveva niente di troppo strano sotto, anche agli occhi di Chihiro sembrava una semplice battuta nata dal candore della ragazza. Niente di troppo insolito per gli standard del locale in questione.
«Ottimo! Vi porteremmo tutto appena è pronto~» disse poi il cameriere che si faceva chiamare Inaloz, lanciando loro un’occhiata divertita prima di sparire dietro al separé della cucina. Adorava i nuovi clienti, era facile giocare con loro, specialmente quelli con l’aria sperduta.
Chihiro lo salutò sventolando delicatamente una mano per poi riportare lo sguardo su Fuyuko che nel mentre le aveva sussurrato qualcosa non appena il cameriere si era allontanato abbastanza dal loro tavolo. Chihiro inclinò un poco la testa di lato per poi sorriderle appena «Oh, hai ragione! Che sprovveduta sono~» le disse con tono fintamente rammaricato, stando a quello che aveva inteso fosse un’altra battuta a tema. Insomma, Fuyuko poteva anche credere a quelle cose, a lui non avrebbe cambiato niente. Anzi, non gli sarebbe nemmeno dispiaciuto, in fondo era un argomento che trovava assai interessante.
E fu con quel pensiero e un luccichio d’interesse negli occhi, che andò effettivamente a domandarle con tono quasi affascinato: «Dimmi, Yuko-chan, quindi credi veramente nel sovrannaturale?».