Teamwork is dreamwork! ... I guess.

Makoto Hirase & Shinobu Hanyuu | 12/05/2021, dalle 9:30 | soleggiato, 21°C

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  1. yumæchu`
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    Gli occhi verdi di Shinobu si posarono distrattamente sulla figura di Makoto e, quando lo vide tirare fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca, il suo sguardo scivolò altrove.
    Non aveva nulla contro il fumo e non le dava fastidio, ma era quel genere di persona che tendenzialmente si teneva lontana da tutto ciò che poteva essere nocivo.
    Era una tipa curiosa, Shinobu. Così curiosa che non aveva mai nascosto con chi aveva più confidenza che avrebbe volentieri fatto certe esperienze, come fumare o provare chissà quali cose, se l'occasione si fosse presentata. Ma la parte più coscienziosa di sé ogni volta la frenava, mettendo un freno alla curiosità e ricordandole che, in quanto ex atleta e futura agente della CCG, immergersi in certe situazioni non le avrebbe fatto bene.
    A frenarla ulteriormente c'erano sempre stati altri tipi di pensieri, come la paura di trovarlo piacevole e diventarne dipendente, cosa che l'avrebbe fatta stare solo male. Così, ogni volta che vedeva da vicino un pacchetto di sigarette, forzava il suo sguardo ad interessarsi ad altro, per non indugiare su quella sua normale curiosità.
    «Nessun problema, fai pure» gli rispose con estrema tranquillità, mantenendo quel sorriso rilassato a troneggiare sul proprio volto.
    Aveva provato una sigaretta elettronica, però. Una di quelle a vapore completamente sprovviste di nicotina, dalla cartuccia con chissà quale gusto strambo e... l'esperienza non la ricorda affatto felicemente. Il sapore di cioccolato, stucchevole da fare schifo, le aveva impastato la bocca al punto che si era dovuta buttare su una bella porzione di ramen istantaneo piccante pur di far scomparire quel saporaccio.
    Era stato orrendo. Da quel momento aveva completamente bollato come inutilmente disgustosa l'idea di provare altri sapori. Se il cioccolato era nauseante, non osava immaginare gli altri.
    Fortunatamente il venticello fresco che soffiava in quella tiepida giornata di Maggio era stato sufficiente ad interrompere quella catena di pensieri sul fumo. Pensarci troppo non avrebbe condotto a nulla di positivo.
    Felice che Makoto avesse accettato di buon grado la sua proposta, il passo di Shinobu si fece più leggero, trattenendosi dal saltellare come una ragazzina solamente perché non voleva fare l'ennesima strana impressione su una persona che conosceva troppo poco.
    Ma ci pensò Makoto stesso ad interrompere, anche se non intenzionalmente, la sua camminata, quando le domandò se volesse che portasse lui il suo zaino.
    Arrestata la camminata, Shinobu strinse debolmente le mani attorno alle bretelle dello zainetto, sbattendo le palpebre e lasciando che le labbra si schiudessero, abbandonando il sorriso cordiale in favore di un'espressione completamente schiava dello stupore.
    Makoto non dava per niente l'impressione di essere chissà quale ragazzo ben educato e cortese, eppure...
    «Makoto, ma tu... tu sei un gentleman!»
    A proposito delle figure barbine. Ma non era proprio riuscita a trattenere quel commento, era stato più forte di lei: era capitato, casomai, che fosse lei ad offrirsi di portare le borse a qualcuno, ma in quel caso erano le vecchiette che tornavano a casa dopo essere passate al supermercato o al mercato della frutta. In quanto ragazza giovane e con un fisico allenato, non le era mai capitato che qualcuno si premurasse di porgerle quella domanda.
    Shinobu riprese a camminare, accelerando il passo per rimettersi al fianco del compagno, tirando un sospiro divertito.
    «Scusa» mormorò, ridacchiando, «è stato più forte di me. Ma ti ringrazio per l'offerta, anche se la declinerò garbatamente: non pesa affatto.»
    Lo guardò con la coda dell'occhio, per poi riprendere a guardare davanti a sé.
    «Piuttosto, posso farti una domanda?»

    «Parlato»
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    ex-volleyball player
     
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