[QUEST] Dance, dance! 'Till your feet bleed

26/04/2020 20:30 circa @Palazzo Onishi Reinosuke

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    QUEST 02: Dance, dance! 'Till your feet bleed


    Non appena il fascicolo contenente i nuovi ordini aveva raggiunto le loro scrivanie, i Caposquadra dei team Delta, Phi e Sigma si erano riuniti immediatamente per discutere e delineare insieme come procedere. Le direttive date alla loro unità operativa non potevano che essere più chiare: sorvegliare e difendere il luogo dove qualche settimana dopo si sarebbe tenuto l’annuale Gala della CCG. Semplice e diretto, certo, ma la responsabilità che era stata posta sulle loro spalle era tanta. Considerando anche che gli investigatori di rango più alto erano al momento quasi tutti occupati con altre operazioni, beh, non poteva essere altrimenti.
    In quell’ultimo anno la tensione che aleggiava non solo nelle mura della loro organizzazione ma anche tra le file delle loro nemesi era stata molta, quasi soffocante. In fondo, non erano mesi che Ouroboros non si faceva più vivo? Nessuna traccia, niente di niente. Era impossibile fosse sparito così, senza nessuna fanfara. C’era qualcosa sotto, quello lo avevano intuito tutti. Per cui, dovevano prendere le giuste precauzioni.
    Fu così che, dopo aver delineato la base di un piano d’azione, quello stesso pomeriggio avevano convocato in una riunione tutti i membri delle loro tre squadre. Questa volta, avevano a disposizione tutto il tempo necessario per organizzarsi al meglio. Si erano ripromessi di non fallire.
    Non appena ognuno dei loro subordinati aveva preso posto, fu prima di tutto comunicato loro la lo scopo dell’operazione per poi passare a delineare le varie fasi del piano e i ruoli che ognuno di loro poteva avere, elencando poi la divisione in gruppi per un’ipotetica fase d’emergenza: lo scopo del primo, guidato dalla Prima Classe Shimizu Yuka, sarebbe stato quello di eventualmente evacuare il palazzo e proteggere gli invitati durante la procedura; al secondo, guidato dal Prima Classe Reynolds Wilfred, spettava invece il compito di mantenere la sicurezza del perimetro e caso mai tenere occupata la relativa minaccia fino all’arrivo del terzo team, l’ultimo, ovvero il team d’assalto il cui scopo, com’è intuibile, sarebbe quello d'ingaggiare la potenziale minaccia e possibilmente catturarla. Quest’ultima è sotto la guida del Prima Classe Yamamoto Eichi ed è composta da dai Secondo Grado Victor Krieger, Zhang Hui, Onishi Milo, Shinsuke e Alister e dal Primo Grado Takeda Kimiko.
    Le settimane successive sono state dunque utilizzare per delineare meglio i ruoli di tutti, studiare le formazioni e la mappa del luogo, preparando così diversi piani per ogni possibile evenienza. Oltre a ciò, tutti sono stati sottoposti a degli allenamenti specifici in modo da trovarsi pronti e in forma.

    26 Aprile, 20:30 @2° Circoscrizione, Palazzo Onishi Reinosuke
    E fu così che il giorno del tanto atteso Gala finalmente arrivò. L’intera unità operativa, in abiti eleganti, si è quindi riunita in una sala apposita nel palazzo stesso per discutere e rivedere le direttive dell’operazione un’ultima volta prima dell’inizio dell’evento.
    Fatto ciò, era arrivato il momento di attuare la prima fase del loro piano: un secondo controllo dell’intero palazzo, dei vari inservienti e successivamente degli invitati che da li a poco sarebbero arrivati, varcando le sontuose porte di quel palazzo storico.
    Una volta accertati che tutti gli invitati erano arrivati, era giunto il momento di raggiungerli per assistere al discorso d’apertura del Presidente della CCG giapponese, Onishi Masayoshi, accompagnato da sua figlia, la Vice-Direttrice, Onishi Takako. Il discorso era il solito, frasi di ringraziamento a ogni impiegato e agente presente oltre agli altri invitati speciali, tra i loro finanziatori e due politici, per poi passare a discutere dei grandi passi avanti fatti in quell’ultimo anno, culminando la promessa di continuare a lavorare duramente per la causa della CCG e la salvaguardia della loro società. Niente di speciale dunque.
    Con gli ultimi saluti, arrivò il momento di assistere al primo spettacolo preparato per quella sera: a luci più suffuse, fu Zhang Hui, membro del ramo cinese degli Onishi, che vestito in sontuosi abiti tradizionali graziò le orecchie dei presenti sulle note musicali del suo guzheng.
    Al termine dello spettacolo e un attimo di riposo, sarebbe arrivato il momento di attuale la fase due del piano: la sorveglianza e la messa in sicurezza dell’intero palazzo.


    CITAZIONE
    Turno 01.

    Durante questo primo turno è possibile interagire con gli altri al interno della sala e approfittare, almeno per il momento, del buffet. Per il resto, si può usare questo turno come di preferenza. La quest vera e propria inizia dal prossimo turno, vedendo che alla fine di esso i PG saranno richiamati in modo da far partire la fase 2, quella di sorveglianza.

    Team D'Assalto:
    Prima Classe Yamamoto Eichi (PNG Guida)
    Primo Grado Kimiko Takeda (Antoil69)
    Secondo Grado Milo Onishi (»¢H˧HήË)
    Secondo Grado Shinsuke Onishi (#Lynx)
    Secondo Grado Victor Krieger (Ryuko)
    Secondo Grado Zhang Hui (Onishi Hikaru) (alyë)
    Terzo Grado Alister Onishi (Cattleya)

    Ruoli di controllo (pre-inizio gala).
    Palazzo: Reynolds Wilfred > Onishi Alister, Takeda Kimiko
    Inservienti: Shimizu Yuka > Victor Krieger, Zhang Hui
    Invitati: Yamamoto Eichi > Onishi Shinsuke, Onishi Milo

    Ruoli di sorveglianza (giro 1) (in vigore ufficialmente dal turno 3).
    Sala: Yamamoto Eichi > Onishi Shinsuke, Zhang Hui, Francesca Silvestri (NPC)
    Tetto: Shimizu Yuka > Onishi Milo, Onishi Alister, Sugihara Miki (NPC)
    Ronda: Reynolds Wilfred > Victor Krieger, Takeda Kimiko, Yokoyama Masaki (NPC)

    Descrizioni base dei luoghi.
    Una volta entrati nel Palazzo Onishi Reinosuke, dopo aver superato lo scanner RC, è possibile ammirare un’imponente scalinata che porta al secondo piano, dove si trovano delle salette e degli studi privati oltre che parte di un’enorme libreria. Nel mezzo della scalinata è possibile ammirare un ritratto di Onishi Reinosuke, il padre dell’attuale Presidente della CCG. Al piano terra, oltre alla sala da ballo, ci sono le cucine, la sala ricevimenti e l’entrata principale della libreria.
    La sala dove si tiene il Gala è parecchio ampia ed è composta da due piani. Al piano terra, dal lato opposto dell’entrata si trova un palco mentre su i lati della sala, sotto le balconate, sono stati allestiti dei buffet con deliziose e variegate pietanze mentre la parte centrale è stata tenuta libera dai tavoli, in modo da avere abbastanza spazio per poter stare in piedi e chiacchierare. Per la sala girano dei camerieri che trasportano vassoio con bevande e stuzzichini. Due set di scalinate portano alla balconata superiore, dove si possono trovare dei divanetti per delle conversazioni private. O più semplicemente, per respirare un attimo. Dal secondo piano è possibile accedere al terrazzo che dal sul fronte del palazzo dove è possibile ammirare un vecchio albero di ciliegio.
    L’accesso ad alcune stanze, appositamente chiuse a chiave, è attualmente off-limits e in diversi punti è possibile notare delle telecamere. Il feed di quest'ultime è tenuto sotto controllo da due Assistenti in una stanza appositamente sistemata. All’esterno del palazzo sono stati posizioni degli agenti della sicurezza, come sostegno per quelli adoperati dalla CCG stessa.

    Descrizioni brevi dei compagni di squadra NPC.
    - Yokoyama Masaki (Primo Grado): Membro della squadra Delta, nato a Kyoto, appare come un giovane dall’aria sempre imbronciata e scocciata. Comunque sia, tiene in grande considerazione il suo caposquadra, quasi idolizzandolo. Non si fida molto dei suoi colleghi Onishi ma lavora con loro di buon grado, anche se sbuffando. È molto abile nell’uso di lame e guarda caso, la sua quinque è un set di pugnali rinkaku.
    - Sugihara Miki (Primo Grado): Membro della squadra Sigma, nata a Utsunomiya, il suo sogno era quello di diventare poliziotta e non sa bene nemmeno lei cosa l’ha spinta a entrare nella CCG. È molto socievole e sempre carina con i suoi colleghi, è tuttavia piuttosto smemorata. Per qualche ragione, ha una cotta per il Prima Classe Reynolds. Durante i combattimenti diventa una belva ed è veloce nel prendere decisioni. La sua quinque è una lancia koukaku.
    - Francesca Silvestri (Secondo Grado): Membro della squadra Delta, è una ragazza milanese trasferitasi dalla CCG italiana. Non è una così grande chiacchierona ma quando parla lo fa con un marcato accento. La si vede quasi sempre giù di morale, colpa anche del suo forte pessimismo. Nonostante ciò, è molto abile nell’uso delle armi da fuoco. La sua quinque è un fucile a pompa ukaku.


    ❖ Il Fato vi guiderà mano a mano e l’NPC Yamamoto Eichi ha il ruolo di guida principale, insieme agli altri Caposquadra. Per maggiori informazioni riguardo determinate descrizioni o per dei chiarimenti, chiedere ad Alye nel gruppo telegram appositamente creato.
    ❖ Oltre alla propria quinque, ogni agente dispone dei seguenti oggetti: pistola a proiettili Q, fiala di inibitori RC, caricatore, guanti in lattice, torcia, ricetrasmittente. Se il vostro PG ha con sé ulteriori oggetti (come per esempio un cellulare o un taccuino, si prega di segnalarli tutti sotto spoiler al primo post nella quest.
    ❖ Gli NPC compagni di squadra proposti non sono gli unici che fanno parte delle varie squadre e dell'unità operativa in generale ma sono stati introdotti per poter avere qualcuno già impostato con cui interagire e citare.
    ❖ Il tempo limite per rispondere è di 24h dalla risposta precedente alla vostra (48h solo per il primo turno) e se si sfora, tranne in casi eccezionali in cui è possibile richiedere del tempo in più allo staff (di massimo altre 24h, richiedibile una volta sola per quest), il PG sarà tolto dalla quest e l’utente non riceverà i successivi reward.
    ❖ Non vi è nessun limite di parole ed è quindi anche possibile rispondere con brevi scritti anche di qualche riga, tutto ciò atto a velocizzare i vari turni per non far allungare di troppo il proseguimento della quest o bloccarla.
    L’ordine di risposta durante il primo turno si rispecchierà nei turni successivi. È possibile tuttavia richiedere il cambio dell’ordine se tutti i partecipanti sono d’accordo.
    ❖ I pg partecipanti devono inoltre astenersi dal partecipare a role successive alla data di ambientazione della quest (qui il 26 Aprile 2020) durante la partecipazione alla stessa, per evitare che si creani possibili errori di continuità.
    ❖ Tuttavia, tutti i PG collegati alla CCG sono presenti a questo Gala anche se non come partecipanti attivi.
    ❖ Ricordiamo inoltre che questa quest andrà a influenzare il GdR stesso e i vostri PG, essendo un evento "reale" nella loro vita.
    ❖ Per maggiori informazioni su come procederà in generale la quest, consultare la sezione "Le Quest" in Guidelines.
    ❖ Per ulteriori chiarimenti contattate uno staffer o utilizzate la sezione "SUPPORT".

    ❖ Per la durata della quest usate il seguente codice sotto spoiler.
    ❖ Con status si indica lo stato di salute del PG: ogni PG inizia con 100% di salute ma mano a mano che la quest prosegue è possibile che possa perderne un po' per un motivo o per un altro; raggiunto il 40% il pg è incapacitato e raggiunto il 20% dovrà lasciare la quest (non viene contato come abbandono).
    CITAZIONE
    #CODE QUEST
    Il colore personalizzabile a piacere è gold
    Entrambe le immagini sono grandi 200x120 px.
    Tuttavia è possibile utilizzarne una sola, basta togliere l'html della seconda immagine e ingrandire la prima a 200x240 px.
    È possibile inserire ulteriori info nella barra in alto, basta aggiungere:
    CODICE
    <div class="questboh">info extra</div>

    CCG
    Status: 100%
    info extra

    NAME
    nome cognome

    AGE
    XX y.o.

    QUINQUE
    tipo (nome)

    RANK
    rango

    Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Proin facilisis, libero vitae congue cursus, lectus arcu blandit lorem, sed gravida velit est sed urna. Curabitur rutrum vestibulum risus, eget imperdiet tellus iaculis nec. Aenean ultricies placerat nunc, sed commodo orci dignissim vel. Pellentesque in augue eget lacus egestas pellentesque dignissim a nisl. Morbi lacinia, ipsum sed condimentum mollis, felis velit varius elit, nec imperdiet tellus tortor nec metus. Quisque diam tellus, rhoncus ac ipsum commodo, scelerisque suscipit est. Cras ac ipsum metus. Aliquam vel erat suscipit, luctus magna id, elementum orci. Donec lobortis, augue non blandit mollis, nibh dolor dignissim purus, in scelerisque nisi sapien quis massa. Quisque pretium bibendum ultrices. Praesent non nunc in enim efficitur ultrices eget in sem. Interdum et malesuada fames ac ante ipsum primis in faucibus. Ut id ultricies diam.
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    CODICE
    <div class="quest" style="border-left: 10px solid gold; border-right: 10px solid gold;"><div class="questinfo" style="background: gold;"><div class="questboh" style="float: right;">[URL=http://"%20target=][color=#fff]SCHEDA[/color][/URL]</div><div class="questboh" style="background: navy; color: #fff;">CCG</div><div class="questboh">Status: 100%</div></div><div style="float: right"><img style="width: 200px; height: 120px;  object-fit: cover" src="LINKIMG">
    <div class="questname"><div class="questn" style="border-bottom: 2px solid gold;"><div class="questbla" style="background: gold;">NAME</div> nome cognome</div>
    <div class="questn" style="border-bottom: 2px solid gold;"><div class="questbla" style="background: gold;">AGE</div>XX y.o.</div>
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    </div><img style="width: 200px; height: 120px;  object-fit: cover" src="LINKIMG"></div><div class="questext"><div style="overflow: auto; height:285px; padding-right: 5px;">TESTO ROLE</div></div></div>




    Edited by alyë - 6/6/2020, 22:39
     
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    ONISHI SHINSUKE

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    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

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    Anche lui era stato selezionato per il non essere un semplice invitato all'evento e non avrebbe ammesso ufficialmente cosa pensava davvero a riguardo. Aveva mostrato il giusto, e pacato, ringraziamento per l'onore e la fiducia, senza obiezioni o eccessi di parole.
    Alla prima riunione aveva prestato attenzione, mentalmente analizzando le informazioni fornite. Ai seguenti incontri aveva mantenuto il suo consueto silenzio, correlato naturalmente della altrettanto normale disciplina che lo aveva sempre contraddistinto nel suo percorso. Per quanto ritenesse che allenamenti extra non fossero positivi in modo assoluto, dato che potevano portare anche ad infortuni e situazioni di stress e stanchezza eccessiva proprio nel momento in cui bisognava essere più efficienti, non ritenne necessario obiettare. I capisquadra dovevano aver fatto le loro considerazioni e ragionato sull'incarico a loro assegnato, perciò non aveva senso fosse lui a muovere domande in quel contesto.
    Filosofia di vita maturata a villa Onishi: osserva, valuta, rifletti e in seguito matura le tue considerazioni, da utilizzare solo per raggiungere gli scopi prefissati.

    Il giorno poi era giunto e dall'armadio era stato prelevato il completo grigio scuro, tonalità fumo di Londra per la precisione, dal taglio classico e completo di gilet coordinato. Camicia bianca, cravatta rosso Borgogna, complementare a quel punto distintivo di colore dato dai capelli, legati in coda alta e con qualche ciocca lasciata libera ai lati del volto, insieme al ciuffo frontale. Scarpe nere lucide e guanti eleganti dello stesso colore a completare l'aspetto generale.
    Sopra il gilet aveva indossato la fondina, da un lato la pistola e dall'altro il caricatore di riserva nell'apposita tasca, fermata alla cintura a cui era stata agganciata orizzontalmente, sulla schiena, la custodia con la fiala di inibitore e sul fianco la ricetrasmittente (a cui era collegato l'auricolare) e la torcia. Nella tasca interna della giacca aveva il suo smartphone, suoneria mutata e vibrazione impostata al minimo, e il portafoglio, per l'abitudine di avere con se i documenti. La quinque era stata sistemata nella sua custodia: il metro e mezzo di tessen sarebbe rimasto chiuso nella fodera nera, dotata di fascia per poterla portare in spalla, finché non si fosse rivelato necessario usarlo e si augurava quel momento non giungesse mai. Era una scomodità tenerla addosso, ma appoggiarla in giro sarebbe stato da incosciente e facendo parte della sicurezza, con tutto l'armamentario del caso, alla fine non si trattava di una vera stonatura nell'abbigliamento.

    Il Palazzo Onishi Reinosuke lo vide arrivare in anticipo rispetto all'orario effettivo del ricevimento, così come era previsto per chi faceva parte dell'unità operativa. Non si risparmiò dal rivolgere almeno un educato saluto ai presenti, in particolare chi conosceva personalmente.
    Ultimo ripasso delle istruzioni e svolgimento di quella serata, i programmi erano chiari e i compiti definiti.
    A lui e a suo cugino Milo era toccato far parte degli addetti al controllo degli invitati, sotto la supervisione di Yamamoto.
    Raggiungendo l'ingresso principale decise subito di proporre una piccola suddivisione che fosse confortevole per entrambi, soprattutto considerato il dover interagire con tante persone, più o meno gradevoli e la differente resistenza che avevano lui e Milo a questioni del genere.
    «Che ne dici se io mi occupo di accoglienza e lista invitati e tu tieni d'occhio i valori dello scanner?»
    Alla fine sarebbero passati uno alla volta, andava solo loro ribadito, con gentilezza e sorriso, che era per la loro sicurezza, aggiungendo un buona serata alla fine. Per lui tenere quel genere di atteggiamento non era un problema, ma era ben cosciente che Milo rischiava di soccombere in poco tempo. Dato che era possibile, meglio evitare situazioni scomode e soprattutto sfruttare le proprie capacità nel migliore dei modi.
    «Dio, si, ti prego»
    Risposta più che affermativa da parte del cugino. Alla fine in generale era più che sensato organizzarsi in maniera più efficiente possibile, fare tutti di tutto non andava bene, avevano il semplice compito di verificare che chi arrivava fosse in lista, possibilmente con l'invito alla mano a comprovarlo, e che lo scanner confermasse il giusto livello RC nel sangue. Essere in più di un paio di persone aveva senso per non farsi cogliere impreparati in caso di emergenza, anche se ciò non garantiva alcuna certezza.
    Scambiò giusto un'occhiata e un sorriso con il cugino al complimento, in realtà cosciente di essere solo allenato a quel genere di situazione e di atteggiamento positivo e cortese, quello giusto per ingraziarsi le persone o quantomeno non sembrare fuori posto.

    A lista totalmente spuntata si poteva dire completato il loro lavoro e la serata, finalmente, poteva davvero cominciare. Naturalmente li aspettava il discorso d'apertura del Presidente, nonno di Shinsuke, accompagnato da Takako, la zia che aveva adempiuto agli oneri genitoriali per lui e i suoi fratello e sorella da quando erano rimasti privati di madre e padre, ciascuno per ragioni diverse.
    Era sempre quello il momento dell'ipocrisia e in cui bisognava nascondere le vere opinioni dietro l'apparenza rilassata, l'accenno di sorriso d'approvazione e applaudire al termine.
    Era rimasto volutamente con Milo in quel lasso di tempo e indicargli appena possibile uno dei camerieri che giravano con bevande.
    «Ci conviene approfittare e prendere qualcosa, prima di ritornare al lavoro.»
    Magari evitando gli alcolici e mangiando anche qualcosa, giusto per non rischiare di soccombere a cali di zuccheri in momenti meno opportuni. Sicurezza sì, ma momenti di pausa potevano mescolarsi al meglio tra gli invitati e godersi almeno la musica del parente cinese che si stava giusto esibendo.



    Oltre all'equipaggiamento standard ha anche il suo smartphone e il portafoglio.


    Edited by #Lynx - 27/4/2020, 20:33
     
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    Milo Onishi

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    QUINQUE
    Rinkaku (Mazikeen)

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    Ancora non voleva crederci di essere stato scelto tra un sacco di candidati per poter partecipare attivamente a quell'evento così importante: avrebbe preferito decisamente di no. Insomma, non poteva scansarsela quella volta? No, di nuovo.
    Sembrava uno di quei pranzi di famiglia, solo allargati a tutta la CCG, e la sua voglia di vivere era scesa a -100: non era proprio con la testa in quel momento per voler partecipare ad un avvenimento simile...ma come sempre, era un Onishi, non poteva mancare proprio.
    Si era dunque dovuto rassegnare all'idea che doveva essere lì, in abiti eleganti per giunta, a lavorare, quando poteva starsene a casa a fare ben altro con la persona che amava. Certo che gli rodeva fino alla fine la cosa: unica nota positiva era che almeno non sarebbe stato da solo, un paio di presenze lì sembravano alleggerire il peso, sopratutto perchè avrebbe rivisto anche suo fratello e sua sorella, e già sentiva la tensione salire alle stelle.
    Per quanto lui avrebbe voluto vestirsi in nero, con l'abito del funerale del padre, perchè quello sembrava il mood per Milo, aveva dovuto per forza di cose cambiare piani: ed eccolo lì con un completo bianco.
    Camicia bianca con qualche fronzolo che usciva dalla giacca, gilet nero, invece della cravatta o papillon un fazzoletto bianco che risaltava dal nero del gilet, giacca bianca, scarpe nere lucide e i suoi amati mezzi guanti in pelle nera.
    A completare tutto i suoi soliti orecchini neri, e i capelli legati in una coda, lasciando un paio di ciuffi liberi e più corti davanti per rasentare almeno uno straccio di eleganza anche nella capigliatura.
    Non era esattamente il suo genere, sopratutto con i completi, ma alla fine servivano anche quelli: inoltre era certo avrebbe avuto solo lamentele se avesse messo in imbarazzo la sua famiglia, dunque era meglio evitare ulteriori litigi.
    Nonostante tutto non sarebbe stato difficile sistemare la sua quinque, essendo già abituato a nasconderla con i vari pezzi che la componevano, per abitudine sotto la giacca quando era in missione. Per fortuna si era portato un paio di cinte da mettere sopra il gilet che incrociate gli davano la possibilità di sistemarle strategicamente e pronte all'uso, insieme a ciò che gli avrebbero dato quella sera in aggiunta: motivo per cui si era premunito di portarsi una seconda cinta dove appendere eventualmente ciò che non sarebbe entrato sotto la giacca.
    Aveva fatto un paio di messaggi prima di arrivare al punto di incontro, vedendo in quel momento anche uno dei suoi cugini, Shinsuke, con cui scambiò qualche chiacchiera prima di poter entrare dentro e prepararsi per entrare in servizio: dagli ultimi avvenimenti che avevano influenzato le loro vite, Milo poteva dire di avere fiducia nel cugino, se l'era guadagnata e da una parte era felice di poter avere qualcuno di cui fidarsi finalmente dopo tanti anni.
    Era molto più sciolto di prima con lui anche nel parlare, sebbene fosse ancora un po' arrugginito e cercasse di tornare a quello stile easy tipico americano che una volta gli aveva detto pensava possedesse.
    Quando erano entrati in servizio, gli avevano dato le rispettive quinque e degli oggetti in più, che Milo si sistemò subito: mise due karambit alla cintura, uno alla coscia legandoselo con la corrispettiva fascia e l'ultimo che di solito metteva nello stivale questa volta viste le scarpe non adatte all'uso, fu costretto a riporlo sotto la giacca in una delle due fasce che si era precedentemente preparato. Mise la pistola con fondina annessa lateralmente sulla cintura, la fiala e il caricatore nelle due tasche del pantalone, la ricetrasmittente all'orecchio, la torcia appesa alla cintura e così anche i guanti che prese per ogni evenienza nonostante avesse i suoi.
    Aveva spostato dunque il cellulare nella tasca interna della giacca, così che fosse al sicuro durante la serata: una volta che furono pronti, gli assegnarono i primi ruoli per la serata, e al povero Milo gli sarebbero potute cadere le braccia...all'ingresso? Nell'accoglienza? Lui?
    Ma lo avevano visto in faccia?
    Shinsuke era credibile, era affabile, carismatico, gentile....lui decisamente no.
    Fu infatti il cugino a salvarlo per il rotto della cuffia, proponendogli qualcosa che Milo accettò al volo.
    «Che ne dici se io mi occupo di accoglienza e lista invitati e tu tieni d'occhio i valori dello scanner?» Il cugino doveva aver capito tutto solo guardando la faccia di Milo.
    «Dio, si, ti prego»
    Fu il commento del ragazzo, che senza farselo ripetere due volte aveva ben accettato la proposta di aiuto del cugino, e insieme al loro superiore, Yamamoto Eichi, avevano iniziato da subito a controllare che tutti fossero in lista, facendoli passare uno ad uno sotto lo scanner, controllando ogni cosa e che nulla fosse lasciato al caso.
    Milo osservò come il cugino si destreggiava bene nell'accogliere gli ospiti con un sorriso caloroso, lui avrebbe probabilmente fatto una magra figura, o meglio, ci avrebbe provato ma poi gli sarebbe venuto sicuramente qualcosa ai muscoli facciali.
    «Sei proprio bravo...tutti ti adorano»
    Commentò il ragazzo appena un altro ospite entrò senza problemi oltre lo scanner. Lo pensava davvero, e non era di solito uno abituato a fare i complimenti, per niente.
    Per adesso, quella serata sembrava scorrere veramente tranquilla, e sperava che sarebbe stata così, anche perchè già non vedeva l'ora di filarsela via...
    Il lavoro filò liscio per fortuna, e anche prima di quel che Milo credeva, per fortuna: non avrebbe sopportato altri sorrisi smaglianti quando la sua mente già era altrove, ma doveva concentrarsi e non risultare troppo isolato.
    Era una fortuna in quel caso avere Shin accanto: gli arrivò la musica dovuta all'esibizione di un altro loro cugino del ramo cinese, aveva osservato quanto poteva il tutto, mentre la sua attenzione fu di nuovo catalizzata da ciò che disse l'altro.
    «È un'ottima idea» Commentò, sebbene fosse consapevole che non era il caso di bere alcolici, per quanto avrebbe ardentemente voluto. «Dici che ce lo concederanno un bicchiere?» Chiedere non faceva male a nessuno, sebbene oramai aveva capito da tempo che essendo loro in servizio nonostante tutto, era molto un ''gli altri si divertono, voi lavorate'', e alla fine non poteva neanche tirarsi indietro.
    Sapeva dunque che la risposta probabilmente sarebbe risultata negativa, neanche ci sperava in realtà. «Almeno possiamo ancora mangiare qualcosa» Già, a quello sembrava che non ci fossero limiti e per quanto lo stesso Milo fosse un pozzo senza fondo, in quel contesto in cui doveva comunque restare vigile, non aveva intenzione di esagerare.
    Lo sguardo che rivolse al cugino fu abbastanza esplicativo come ''sembra una vera tortura'' oppure ''è già finito?'': si, oramai non si nascondeva con Shinsuke, poteva dunque immaginare quali fossero i pensieri del cugino.
    Ora però avevano una missione: placcare il cameriere per prendere qualcosa. Quella si che sembrava una missione allettante!


    «Parlato»
    ''Pensato''



    Oltre alla quinque e all'equipaggiamento dato, lui ha anche il cellulare.


    Edited by »¢hë§hî®ë - 27/4/2020, 22:39
     
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    currently playing: 平湖秋月
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    NAME
    Zhang Hui (Onishi Hikaru)

    AGE
    19 y.o.

    QUINQUE
    ukaku (Guanyin)

    RANK
    secondo grado

    mIV4VrF
    Zhang Hui non riuscì a trattenere il sospiro di frustrazione che si fece largo non appena quella chiamata era stata chiusa. Fissò per qualche istante il numero di suo padre ancora visibile sullo schermo del suo cellulare, per poi alzarsi dalla sua posizione seduta e, una volta aver aperto la portafinestra, affacciarsi sulla balconata della sua stanza. Da lì poteva ammirare il giardino di villa Onishi, sempre magnifico, anche illuminato solo dalla luna e dalle luci che provenivano dagli altri edifici.
    Stringe una mano a pugno, le nocche bianche e l’espressione inusualmente cupa. Quella sarebbe stata la prima operazione di rilievo in cui avrebbe preso parte da quando era arrivato a Tokyo ormai mesi prima. Non doveva stupirsi che la notizia aveva raggiunto il giorno stesso le orecchie di suo padre, sicuramente gli era stato riferito dai piani alti. Le sue raccomandazioni, le solite dure parole, gli rimbombavano ancora in testa.
    Il tè appoggiato sul tavolino basso ormai era diventato freddo. Non aveva alternative, doveva fare del suo meglio. No, non del suo meglio. Doveva comportarsi come se quell’operazione fosse per lui questione di vita o di morte. In fondo, non era così? Se lo avesse deluso, se avesse sfigurato, la colpa sarebbe stata solo sua e sarebbe dovuto tornare a casa nella vergogna, per poi essere confinato nella sua stanza. Quella sarebbe stata la punizione minore, lo sapeva bene.
    Fino a quel momento si era in un certo senso rilassando, godendo quasi di quella nuova libertà lontano dai doveri della sua famiglia. O quasi. Il mondo lo stava finalmente vedendo, certo, partendo da quella metropoli giapponese ma questo non significava che non aveva comunque dei compiti da adempiere. Ora stato cresciuto per un motivo, specialmente ora che toccava a lui portare avanti quell’eredità.
    Come sempre, aveva prestato attenzione durante la prima riunione e aveva già memorizzato ogni i ruoli che gli erano stati assegnati, ora doveva solo prepararsi come si deve. Il tempo che non era passato a riposare e a meditare, era stato utilizzato per allenamenti più duro e studio più intenso. Doveva ricordarsi tutto alla perfezione ed essere in forma ottimale. Senza, ovviamente, dimenticarsi di far pratica con il suo strumento, anche se non serviva, in vista della performance che gli era stata gentilmente chiesta da sua Zia Takako. In fondo, non poteva dire di no.

    Fu così che qualche settimana dopo arrivò il fatidico giorno dell’operazione. Una volta arrivato al Palazzo Onishi Reinosuke, salutò tutti i presenti, in special modo i suoi cugini e Alister, con cui in quell’ultimo mese aveva legato, per poi prestare attenzione a quella riunione, atta a rivedere per l’ultima volta insieme le varie procedure. Dopodiché, partì la prima fase della missione.
    Una volta che si fu riunito con quel nuovo gruppo di colleghi, li salutò con la sua solita cortesia, presentandosi a chi ancora non conosceva o non aveva mai visto. Comunque sia, al loro gruppo era toccato il controllo degli inservienti: a ognuno di loro era stata data una lista con nomi e foto di ogni persona che era stata ingaggiata per quella sera. Dai cuochi ai camerieri, sotto le direttive della Caposquadra Sigma, non si erano fatti sfuggire nessuno.
    Una volta che tutti i vari gruppi avevano completato i loro compiti, era arrivato il tempo di unirsi agli altri nella sala grande. Ma non per lui. Con un saluto ai presenti, si fece guidare verso una delle stanze dove aveva precedentemente lasciato le sue cose necessarie per la serata, dal cambio di abiti formali occidentali a quello più tradizionale e ornato, dai colori sempre chiari, per l’esibizione che da lì a pochi minuti doveva eseguire.
    Il suo odiato attendente era già lì ad aspettarlo, pronto ad aiutarlo a cambiarsi in fretta oltre che sistemagli l’acconciatura in una semi sciolta che gli ricadeva libera sulla schiena. Una volta pronto, non doveva fare altro che aspettare la fine del discorso del capo famiglia. Nascosto dietro una porta, non lo stava nemmeno ascoltando, trovandolo assai simile a quelli che faceva suo nonno in occasioni simili.
    Non appena due inservienti erano venuti a prendere il suo guzheng per trasportarlo sul palco, li osservò con attenzione, ricordando loro con parole gentile di spostarlo con le giuste cure. Quello strumento era prezioso per lui, non doveva essergli fatto nemmeno un graffio. Nemmeno uno. Li seguì, lasciando Wei Xuan alla porta, salendo poi i pochi scalini che lo portarono sul palco sul fondo della sala. Lo sguardo dei presenti puntato su di lui. Non batté ciglio e, anzi, sorrise.
    «Buonasera a tutti, il mio nome è Onishi Hikaru» fu la prima cosa che disse dopo un breve inchino di saluto ed essersi messo seduto sullo sgabello di velluto che era stato lasciato lì per lui «E vorrei deliziare la vostra serata con un brano a me caro, inno alla bellezza dei paesaggi mozzafiato che ci circondano: Pínghú qiūyuè, Luna autunnale sopra il lago calmo, di Lü Wencheng».
    Prima d'iniziare a suonare aspettò che fu caduto il silenzio e con un primo pizzico delle corde, le luci soffuse, cercò di trasportare i presenti in un viaggio fatto di suoni e immagini evocative. Assottigliò gli occhi, facendosi trasportare da quella melodia che conosceva a memoria, i gesti ormai naturali. Quando l’ultima nota risuonò per la sala, per lui sembrò essere passati dei meri minuti ma sapeva che non era così. Si alzò in piedi, sorridendo di nuovo ma non curandosi nemmeno degli applausi che stava ricevendo. Le lodi altrui non erano importanti.
    Sceso dal palco dopo un ulteriore inchino, ritornò nella stanza di poco prima, in modo da potersi cambiare d’abito per l’ultima volta: giacca e pantaloni blu di prussia e camicia e cravatta bianchi, la spilla della CCG al petto. Erano abiti formali occidentali e, anche se non era la prima volta che l’indossava, la sensazione di stranezza non sembrava mai svanire. I capelli furono legati in una coda alta da un nastro bianco, la sua solita capigliatura. Sospirò, una era fatta, ora doveva prepararsi per la fase principale dell’operazione.
    Così, con Wei Xuan ora al seguito come fosse stata la sua ombra (lo era), entrò anche lui nella sala ma tuttavia fu quasi subito sommerso da alcuni invitati pronti a elogiarlo per l’esibizione da poco finita oltre che per fargli qualche domanda. Zhang Hui sorrise loro, sempre cordiale e gentile, mai una parola fuori posto. Ah, voleva andare a cercare suo cugino Shinsuke e gli altri con cui doveva essere in squadra, era suo desiderio farsi trovare già pronto per la fase successiva ma, a quanto pare, ciò doveva aspettare. Dietro di sé, poteva percepire il suo attendente che si stava trattenendo dal non sogghignare a sue spese.

    Oggetti extra:
    - Cellulare nella tasca della giacca
     
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    CCG
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    NAME
    Onishi Hinata

    AGE
    20 y.o.

    QUINQUE
    Ukaku (Leviathan)

    RANK
    Terzo Grado

    s2uwHjd
    I gala non le erano estranei, e per quanto capisse i motivi dietro all'organizzarli li trovava sempre un esagerato sfoggio di potere. In quanto membro della famiglia Onishi ci aveva sempre e comunque dovuto partecipare, ma non ne era mai stata particolarmente entusiasta. Quasi per niente, in realtà, perché finiva sempre con la speranza di tornare a casa il prima possibile.
    Completamente nascosta nell'ombra del successo dei suoi genitori, Hinata aveva sempre finito col pensare non sarebbe mai stata all'altezza.
    Non era ancora arrivata alla maggiore età, si diceva, e già non ne poteva più di quella famiglia.
    In quel caso, almeno, le cose erano diverse. Il suo arruolamento nella CCG era relativamente recente, ma ciò non aveva comunque fermato nessuno dal decidere che, per quella volta, non sarebbe stata una semplice partecipante del gala. Tutt'altro, quella sarebbe stata la sua prima missione su larga scala.
    Per essere solo un terzo grado, in una posizione che prevedeva l'ottenere esperienza con missioni sul campo, quello era un battesimo di fuoco. Era a dir poco impaziente, in realtà, trepidante di fare un buon lavoro.
    I suoi genitori invece erano quasi nel panico, vittima di un'ansia tale sembrava dovessero loro stessi andare in missione. Anzi, il paragone era sbagliato, perché se la missione fosse stata assegnata a loro sarebbero stati più tranquilli. Hinata aveva perso il conto di tutte le raccomandazioni le erano state fatte nell'ultimo periodo, come se i suoi genitori aspettassero solo una sua parola per prenderle il posto nella missione, risparmiandole il rischio.
    Sinceramente neanche voleva, era stanca di essere costantemente quella che andava protetta.
    Aveva fatto del suo meglio durante gli allenamenti, avrebbe fatto del suo meglio anche durante la missione. Anche in quel caso l'avevano accusata di essere troppo ottimista, quando aveva solo deciso di non perdere tempo per preoccuparsi inutilmente.
    Le preoccupazioni portavano a distrazioni, e le distrazioni erano figlie del fallimento.
    Per cui non si sarebbe fatta fermare da quelle, poco ma sicuro.

    Abiti civili per la prima parte della missione, dove la spilla della CCG risaltava quasi come uno scherzo di pessimo gusto. Hinata aveva salutato tutti con estremo garbo, felice di poter riconoscere i suoi cugini tra i membri della missione.
    Beh, un po' se lo doveva anche aspettare. Onishi era sinonimo di qualità, doveva solo stare attenta a fare fede a quella promessa silenziosa. Non poteva certo far fare brutta figura alla squadra Sigma, fiera com'era di farne parte.
    A tal proposito, aveva rinnovato i suoi complimenti al Primo Grado Takeda Kimiko per la sua promozione, ma poi aveva preferito mettere da parte i convenevoli per mettersi subito al lavoro. Prima il dovere e poi il piacere, in sunto, sicura Kimiko avrebbe capito e approvato.
    A entrambe era capitato il controllo del palazzo, verificare non ci fossero problemi con i sistemi di sicurezza -soprattutto con le telecamere- e verificare le porte chiuse a chiave lo fossero veramente.
    Il palazzo in cui si teneva il gala, tuttavia, non si poteva dire essere giusto l'appartamento del primo che trovavi per strada. Descriverlo solo come grande non gli avrebbe dato giustizia, per cui avevano trovato più congeniale dividersi equamente il lavoro. E tenersi in contatto con aggiornamenti costanti, giusto per favorire il lavoro di squadra e che l'operazione di controllo stesse andando bene per entrambe.
    Con la giusta attenzione nel controllo e nel non tralasciare nulla, poi, almeno quella parte di missione la si poté considerare un successo. Hurrà per loro!

    Il primo cambio d'abito fu per fare la sua effettiva comparsa, sebbene solo temporanea, come partecipante al gala. Se l'evento poteva essere uno sfoggio di potere, Hinata poteva dar grande sfoggio di quanto infinito fosse il suo guardaroba. Sarebbe sembrata più una damina dell'800 europeo, il che in pratica ben si sposava con l'intera apparenza dell'evento.
    I capelli erano stati legati con cura, decorati con fermaglio dai dettargli argentei. Sembrava un po' più alta per via dei tacchi, l'abito invece era un piccolo gioiello dalle maniche a sbuffo e la gonna vaporosa, lunga. Con anche i guanti fino al gomito, se l'abito fosse stato bianco sarebbe sembrata più una sposina. Una sposina molto felice, tra l'altro.
    L'abito era sui toni della carta da zucchero, e ben si sposava sia con il colore argenteo del fermaglio, sia con le sue decorazioni. Non aveva lasciato al caso nemmeno il velo leggero di trucco, dove il blush lasciava ad Hinata un aspetto quasi da fiaba. Una damigella da salvare, se non fosse che tale damigella non si era separata dalla propria quinque un secondo: il fodero di Leviathan le era sempre stato al fianco ed era meglio non verificare quanto Hinata fosse brava a combattere pure con i tacchi.
    Avrebbe voluto ascoltare con molta più attenzione il discorso di Onishi Masayoshi, ma alla fine era piuttosto prevedibile e diceva sempre le solite cose. Avrebbe potuto provare a prevederle e avrebbe indovinato quasi tutto.
    L'alternativa, però, era raggiungere nuovamente suo padre e sentire per l'ennesima volta il discorso protettivo. Era molto felice suo padre ci tenesse così tanto a lei, ma non voleva preoccuparsi troppo a un passo dalla missione. Per cui se ne stava benissimo scambiando qualche parola e un sorriso gentile un po' con tutti, accettando stuzzichini e facendo girare nel bicchiere il suo drink analcolico. Cioè acqua.
    Aveva in compenso fatto molta attenzione durante l'esibizione musicale di suo cugino Hui, arrivando a chiudere gli occhi per un istante per concentrarsi meglio sulla musica.
    Poi aveva dovuto rinunciare presto al suo abito da fiaba, perché la seconda parte della missione sarebbe cominciata presto. Si era comunque divertita, e voleva fare del suo meglio in quanto agente di terzo grado, quindi non se lo sarebbe fatto ripetere due volte. Chi si ripeteva erano i suoi genitori, che erano giusto riusciti a intercettarla per ricordarle loro erano lì per ogni evenienza.
    Giacca e cravatta per lei, quindi, ma aveva mantenuto il filo di trucco. Era waterproof, d'altronde, nessun terrore si scombinasse neanche durante un combattimento. Aveva abbandonato anche il fermaglio, perché perderlo sarebbe stato inammissibile, preferendo un normale laccio per capelli... se per normale si poteva intendere un laccio blu scuro decorato con un fiorellino di plastica dello stesso colore. Almeno quello era carino, ma non ci sarebbe rimasta troppo male al perderlo.
    Leviathan era legata alla cintura, dov'era tenuta anche la maggior parte dell'equipaggiamento dato a Hinata per la missione. Il cellulare, invece, era impostato sulla vibrazione minima al sicuro nella tasca interna della giacca. Avrebbe voluto prima di tutto raggiungere Milo, per una questione molto semplice: avrebbero dovuto collaborare, quindi secondo lei prima lavoravano alla strategia e meglio era.
    Non lo aveva fatto subito, per il semplice motivo non aveva ancora avvistato suo cugino. In compensò avvistò Hui, per cui Hinata decise di far parte di chi l'aveva già raggiunto per fargli i complimenti.
    «Hikaru-san! Hai proprio talento nella musica, sei sempre bravissimo.»
    Il tono sinceramente emozionato, con un sorriso gentile a decorarle il volto.
    Sembrava anche Hui avesse bisogno di aiuto. Tipo, per un rapimento all'ultimo così entrambi potevano cercare Milo e Shinsuke per il seguito della missione? Sarebbe stato molto gradito, in effetti.


    Oggetti extra
    - Cellulare (tasca interna della giacca)


    Edited by Cattleya - 28/4/2020, 02:11
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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    NAME
    VICTOR KRIEGER

    AGE
    31 y.o.

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    100%

    RANK
    Secondo Grado

    v413DUX
    Quattordici minuti. Victor aveva resistito quattordici minuti in mezzo alle persone. Quattordici minuti che aveva contato uno per uno: giusto il tempo d'ascoltare le direttive della loro caposquadra, annuendo senza fiatare, poi aveva preso, aveva detto che era più che capace di fare il proprio lavoro da solo e se ne era andato per i cavoli suoi. A lavorare, certo, ma per i fatti suoi. Molti si erano allontanati in coppia, ma non lui, per carità divina, ci mancava solo quello.
    Gli era stata data una lista, a lui come ai suoi colleghi, con nomi, dati e foto di ogni persona che era stata ingaggiata per lavorare al gala quella sera, con l'ordine di controllare che il personale fosse effettivamente quello, che non ci fossero sbagli e che nessuno si stesse comportando in modo strano.
    Facile a dirsi visto che Victor avrebbe segnalato strano metà comparto della CCG, colleghi compresi.
    Standard a parte, c'era da dire che per essere la prima vera missione ufficiale a cui partecipava, poteva andargli peggio, ma anche molto meglio. La solfa non sembrava cambiata poi così tanto rispetto a quando era un soldato: complessi giochi di soldi e potere si agitavano in quelle sale in tutto il loro splendore, Victor non ne era totalmente estraneo, a conti fatti, le cose sembravano solo ripetersi quasi ironicamente.
    La prima volta che aveva partecipato ad un Gala era stato un soldato semplice nell'esercito tedesco, ed aveva fatto la sentinella - assieme ad un paio di compagni - per tutto il tempo; l'ultima volta era un grado sotto il tenente colonnello ed aveva passato le ore a ricevere le "congratulazioni" per i successi delle sue ultime missioni.
    La storia si ripete, anche a breve termine; non aveva potuto fare a meno di pensare Victor durante il corso della prima riunione, quando avevano accuratamente spiegato i dettagli dell'operazione. Non era rimasto poi così stupito di esser stato scelto, più che altro perché si era accorto della carenza di personale, soprattutto di investigatori di grado più alto, e aveva accettato senza fiatare. Ogni occasione era buona per essere usata come trampolino di lancio per andare avanti e Victor non era tipo da farsele sfuggire. Aveva preso il diploma verso la fine di Dicembre dello scorso anno, erano passati già quattro mesi ed ancora non aveva incontrato un singolo ghoul. Probabilmente perché gli investigatori di basso rango venivano usati come pedine sacrificabili un po' meno dei soldati, ma nella sua mentalità da militare che era stato spedito in medio oriente tre mesi dopo il diploma all'accademia si era aspettato ben altro. Per avere missioni e compiti più eccitanti del fare le ronde in strada un giorno sì e l'altro pure, doveva salire di grado, in conclusione. Non che morisse dalla voglia di rischiare la vita ad ogni respiro, ma le insidie ed il pericolo lo facevano sentire più vivo di quanto avrebbe voluto.
    Come da comandi, aveva passato le settimane successive a studiare il suo ruolo e ad allenarsi, quest'ultima cosa più perché la faceva abitualmente già da solo che per ordini effettivi, ma non era importante in fin dei conti.
    Era arrivato il giorno del Gala e lui, come gli altri che erano stati scelti per non essere solo "invitati", si era presentato in anticipo per svolgere le mansioni assegnatogli e da qui in poi torniamo al discorso dei quattordici minuti.
    Insolito, ma non atipico: aveva rinunciato alla cravatta, Victor, in favore di un nastro nero che si stringeva attorno al colletto, pur senza intrecciarsi in un vero e proprio fiocco, di una camicia di raso bordeaux. Attillata, ma non abbastanza da non fasciargli il petto senza qualche elegante piega fatta ad opera d'arte, per poi andare ad incrociarsi con la cintura ed i pantaloni a vita alta di un altro tessuto ad occhio molto costoso. Sopra il completo, una lunga giacca di cashmere, nera all'esterno e ricamata di un rosso cremisi all'interno. Classico fazzoletto nel taschino in alto a destra, messo lì per eleganza, ma anche per mascherare la forma dell'accendino, ed i suoi soliti guanti in pelle nera.
    Perché Victor senza guanti non era sé stesso.
    Essendo stato costretto, per via della forma, ad allacciare la propria quinque alla cintura, Kanshou da un lato e Bakuya dall'altro, come ogni coppia di pistole che si rispetti, il resto degli equipaggiamenti aveva dovuto arrangiarli nelle tasche interne della giacca, tranne ovviamente la ricetrasmittente e l'auricolare. Dubitava che tutto quel corredo sarebbe servito a qualcosa, ma se doveva tenerli lo avrebbe fatto.
    In tutto quello, in ogni caso, Victor era tornato nella hall principale a lavoro concluso, giusto in tempo per assistere al discorso del presidente della CCG dopo aver fatto rapporto.
    A seguito, uno dei suoi... colleghi? Insomma, quello che aveva visto prima, mingherlino e che sembrava una femmina, aveva addirittura suonato un qualche strumento tradizionale cinese; esibizione carina, ma non ne aveva del tutto colto il significato e se ne era dimenticato un attimo dopo, quando gli era stato poi concesso di riposarsi brevemente, prima di ricongiungersi al suo caposquadra, Reynolds, per cominciare i giri di ronda.
    Victor non aveva ovviamente toccato cibo o alcool, ben conscio di quello che avrebbe potuto comportare, si era cercato un'uscita che dava su una terrazza e si era acceso la sigaretta di routine. La terrazza dava su di un giardino, nel cui centro svettava un vecchio albero di ciliegio ormai non più in fiore. Questione di pochi minuti e sarebbe rientrato, ma prima... non poteva certo mancare lo scocciatore che ha bisogno dell'accendino, ti pareva.
    Nel corso dei suoi controlli, quando ormai avevano già cominciato ad arrivare gli invitati, Victor, si era imbattuto in un paio di persone particolari: tre le ricordava abbastanza bene; il primo era stato un bizzarro tizio vestito di bianco e con i capelli arancioni che gli aveva chiesto indicazioni per il bagno dopo averlo colpito per errore mentre probabilmente non guardava dove metteva i piedi, classica bugia, ma Victor glielo aveva detto lo stesso comunque per farlo sparire il più in fretta possibile; il secondo e la terza erano una coppia, probabilmente sposata, che si erano fissati nel mezzo della scalinata, probabilmente per ammirare il ritratto di Onishi Reinosuke, e a cui Victor aveva dovuto gentilmente chiedere di spostarsi perché stavano "nel mezzo".
    Incontri blandi e senza nessun significato, fino a quel momento: l'uomo della coppia gli aveva appena chiesto se poteva prestargli l'accendino ed aveva un largo sorriso sul viso. Forse ci avrebbe messo un po' di più di qualche minuto a rientrare. Fortuna che l'auricolare era acceso.



    Lo segnalo, dato che è stato detto di farlo. Oltre ad equipaggiamento e quinque Victor ha il cellulare, l'orologio da polso (non so se è importante essendo un accessorio, ma funziona ed è un oggetto quindi nel dubbio) e la combo sigarette + accendino.
     
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    And the curtain fell
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    CCG
    Status: 100%
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    NAME
    Takeda Kimiko

    AGE
    21 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Prima Multorum)

    RANK
    Primo Grado

    Un mese e dieci giorni. Era passata una quantità di tempo sufficiente per consolidare ogni abitudine, ma il pensiero che chiunque mi chiamasse “Primo Grado Takeda” mi riempiva ancora di orgoglio. Mi sembrava incredibile il fatto che, dopo poco meno di due anni dal mio ingresso nella CCG, la mia superiore, la Prima Classe Shimizu Yuka mi avesse ritenuta degna di tale onore. Era stata lei a propormi di fare domanda e ancora stentavo a credere che mi avessero anche accettata tra gli Investigatori che, distintisi tra i loro pari grado, avevano meritato la promozione. Mi sembrava un sogno, ma l’onore della promozione sarebbe stato subito messo da parte: il gala annuale della Commissione sarebbe stato solo qualche settimana più avanti e sarebbe servita una vera Investigatrice di Primo Grado, non un’ex-Secondo Grado arrogante e piena di sé. Sarei stata parte del team d’assalto guidato dal Prima Classe Yamamoto Eichi ed, essendo stata promossa poco prima, avrei dovuto essere un esempio e una guida per i miei ormai sottoposti e un valido membro sul campo.
    Dal giorno della prima riunione, quello in cui furono formati i team e impartiti gli ordini, sentivo il peso della responsabilità sulle mie spalle. Avrei dovuto ascoltare gli ordini del mio caposquadra e, se necessario, essere un’estensione del suo volere. Al mio fianco, però, avrei avuto solo un sottoposto e un mio pari grado. Quest’ultimo, tale Yokoyama Masaki, era un agente più avanti di me con l’età. Con un po’ di fortuna sarebbe stato in grado di mostrarmi come reagire in missioni così importanti in maniera degna del mio rango. Avrei preso nota dei suoi comportamenti con cura. Fin da quando avevo fatto domanda per la promozione, inoltre, avevo iniziato a utilizzare parte del mio tempo libero per studiare la mentalità che ogni buon leader dovrebbe tenere e avevo partecipato agli allenamenti con ancora più assiduità, ricavando nella mia routine il tempo per una sessione in più a settimana. Certo, ero ancora una semplice Investigatrice Junior, ma avevo più responsabilità rispetto a prima e avrei dovuto dimostrare ogni giorno di meritarmi tutto ciò che avevo ottenuto. Non avrei deluso la mia superiore dopo aver compilato la richiesta sotto suo consiglio.
    Quel giorno, nonostante dovessi lavorare di notte, non ignorai la sveglia, alzandomi alle 6:00 e andando a nuotare come se niente fosse. L’indomani avrei potuto aver bisogno di riposo, ma tenevo alle mie abitudini e non volevo saltare due nuotate di prima mattina di seguito. Dopodiché feci colazione e, approfittando delle mie ore diurne libere, decisi di continuare i miei studi sulla leadership. Dopo meno di due mesi dall’aver ricevuto quella promozione, nonostante avessi iniziato quegli studi il giorno stesso in cui avevo inoltrato la domanda, non potevo definirmi un’ottima leader, ma avrei comunque cercato di applicare quel poco che avevo imparato. Passai tutta la mattina così, poi, dopo essere andata a pranzo, presi il taccuino su cui avevo annotato tutti i dati sulla missione. Ero stata presente a ogni incontro e in ognuno avevo preso appunti su tutto, nella speranza che tornassero utili da quel momento in poi. Li avevo riletti un paio di volte, poi ero andata a dormire. Mi ero svegliata alle 19:00, sentendomi riposata, e avevo subito mangiato un sandwich. Non era una cena ideale, ma almeno non avrei sentito i morsi della fame quando al gala mi sarei ritrovata davanti a tante prelibatezze e avrei dovuto resistere. Dopo aver mangiato mi feci una doccia e mi vestii con un completo formato da una giacca, una cravatta, delle scarpe a suola piatta e dei pantaloni neri come lo smartwatch che avevo nel polso destro. A essi aggiunsi una camicia bianca, sotto la giacca, e, sotto ancora, un reggiseno sportivo: non volevo, infatti, che il mio seno potesse ostacolarmi in caso di necessità: dovevo essere pronta a tutto. Essendo il gala un’occasione importante per la CCG decisi di mettermi un lieve fondotinta e pochissimo rossetto. Utilizzai trucchi resistenti all’acqua e me ne misi comunque un velo leggero: non sapevo quale sarebbe stata la temperatura al gala e avrei preferito del make-up che non se ne andasse via facilmente. Mi misi, inoltre, un paio di orecchini argentati semplici, senza pendente, per essere elegante quanto la situazione richiedesse senza dover incorrere in impedimenti nel caso in cui la situazione degenerasse. Sarei stata impeccabile. Dopo aver messo il taccuino con gli appunti di ogni incontro relativo al gala di quell’anno in una tasca segreta della mia giacca, sulla quale avevo prima attaccato la spilla metallica della CCG, e aver raccolto i miei capelli in una crocchia con un elastico nero, mi avviai verso il palazzo Onishi Reinosuke.
    Avrei avuto due incarichi quella notte: controllare gli impianti di sicurezza del locale e fare la ronda una volta terminato. Prima, però, era necessario che recuperassi il mio equipaggiamento, compreso della mia quinque d’ordinanza, Prima Multorum, infoderata e riposta su una cintura col fodero a destra, e di una pistola a proiettili Q, che conservai in una fondina ascellare nascosta dalla mia giacca. Il mio partner per il primo incarico fu un mio compagno di squadra, l’investigatore di Terzo Grado Onishi Hinata. Con lui non ero in confidenza, ma avevamo lavorato a stretto contatto più di una volta e potevo dire di considerarlo un buon elemento, cosa che lui aveva provveduto a confermare quando, dopo pochi istanti di convenevoli, si era messo subito al lavoro, non prima di avermi ricordato il fatto di essere stata promossa, cosa che interpretai come un richiamo a dover essere impeccabile e ricordarmi che lui era sotto la mia responsabilità in quanto sottoposto. Certo, lui era sempre stato sotto di me gerarchicamente, ma ciò non avrebbe cambiato il fatto che dovessi essere in grado di fornirgli direttive migliori. Io e lui avevamo deciso di dividerci i compiti e controllare un piano a testa. Approvavo tale metodo per la sua efficienza, ma decisi comunque di tenermi in contatto il più possibile col mio sottoposto: avevo ancora in mente l’errore che avevo fatto con il nostro ex-compagno di squadra Yukimura e non avrei lasciato che anche il mio attuale partner facesse quella fine. "Un Primo Grado non deve fare errori da Secondo Grado."
    Il controllo di sicurezza fu accettabile: utilizzai il mio taccuino per segnare un elenco delle varie porte e telecamere, spuntando ogni singola casella al mio passaggio due volte, una per ogni controllo. Una volta finito andai nella sala riunioni che era stata assegnata al team d’assalto e ricevetti nuove direttive, come da programma: sarei stata assegnata alla squadra di ronda, sotto il comando dell’Investigatore di Prima Classe Reynolds Wilfred. I miei compagni di squadra sarebbero stati il mio pari grado Yokohama Masaki, membro della squadra Delta, e l’Investigatore di Secondo Grado Krieger Victor, del team Phi. Tutto stava andando come previsto. Presi nota di tutte le raccomandazioni che ci furono date anche questa volta dai miei superiori e, dopo aver sintonizzato la mia ricetrasmittente sul canale del mio nuovo caposquadra, disfeci la mia crocchia e raccolsi i miei capelli con un fermaglio argentato che avevo portato per l’occasione.
    Uscii dalla sala subito dopo e passai alla parte successiva del piano: una pausa nell’attesa che tutto fosse pronto per l’inizio delle ronde. Fino ad allora ero autorizzata a prendere parte ai festeggiamenti, ma non avevo intenzione di lasciarmi andare o di appesantirmi troppo con del cibo. L’alcool, inoltre, era fuori discussione. Presi solo un bicchiere d’acqua e andai a cercare un posto più tranquillo nel quale potermi rilassare per svolgere il resto del mio incarico nel pieno delle mie facoltà mentali. Il terrazzo sembrava il luogo perfetto per potermi concedere una pausa senza troppe persone intorno, ma, prima che potessi andarci, mi accorsi delle note di quello che, da lontano, mi era sembrato un koto e rimasi ad ascoltarlo. La musica era soave e rilassante al punto giusto, tanto che mi permisi di ascoltare il brano, compostamente seduta su un divanetto del piano superiore. Quando le note cessarono, infine, decisi di proseguire con quello che era stato il mio primo obiettivo e andare verso il terrazzo, nella speranza che un po’ d’aria fresca potesse migliorare ulteriormente il mio stato mentale e prepararmi alla successiva chiamata del mio superiore.



    «Parlato»
    "Pensato"


    Oggetti extra: un taccuino, una matita meccanica e una penna nera in una tasca interna della giacca;
    Lo smartphone (carico al 100%), il portafoglio e un elastico nero per capelli in un'altra tasca interna della giacca;
    Lo smartwatch (carico al 100%) al polso destro.


    Edited by Antoil69 - 2/5/2020, 18:32
     
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    Fine Turno 01 > Inizio Turno 02

    CCG
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    NAME
    Eichi Yamamoto

    AGE
    33 y.o.

    QUINQUE
    Ukaku (Jikininki)

    RANK
    Prima Classe

    La scena che aveva di fronte ormai gli era diventata famigliare, la soave musica di sottofondo poteva solo alienare un poco il tutto. In fondo quella non era la prima volta che partecipava a quel gala e, per suo sommo rammarico, non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Chiuse la trasmissione con i due assistenti, per poi iniziare a guardarsi attorno. Per il momento, non c’era niente da segnalare.
    Comunque sia, gli stavano iniziando a fare male le guance dal troppo sorridere, davvero ancora non capiva come Wilfred riuscisse a farlo con così tanta naturalezza. A lui in automatico proprio non riusciva. Beh, almeno la sua, di cordialità, non era finta.
    Forse doveva essere un po’ come Yuka e mantenere un’espressione neutra. Beh, se sopracciglia leggermente aggrottate e un’aria un poco austera si potesse definire “neutra”. Almeno non guardava più nessuno malissimo come invece aveva fatto ormai più di sei anni prima! Beh, quell’anno si era proprio divertito.
    I suoi due ex compagni di squadra e ora pari grado, erano davvero delle personcine speciali. Li adorava.
    Finì di scambiare qualche convenevole con il vice direttore della divisione laboratori e sua moglie, che era giusto passato a salutarlo, per poi andare a cercare la cara caposquadra Sigma. Conoscendola ormai bene, aveva ipotizzato si fosse andata a mettere in un angolo con la speranza di riuscire a evitare più interazioni possibili ma, a quanto pare, quella volta aveva sbagliato, vedendo che la trovò vicino ad uno dei tavoli del buffet, intenta a fissare intensamente dei piccoli dolcetti.
    «Guarda che puoi prenderli» le disse sorridendo, destandola con un sussulto dai suoi pensieri. Lei lo guardò un attimo, incrociando poi le braccia sopra il vestito rosso che stava indossando (era sicuro non l’avesse scelto lei) per poi sospirare, entrambe le sopracciglia arcuate.
    «Non mi pare il caso» disse lei, scuotendo lievemente la testa «Finirei per mangiarli tutti io» aggiunse dopo una breve pausa con un piccolo sorriso, mettendosi al suo fianco.
    Eichi ricambiò il gesto, ridacchiando divertito, per poi girarsi e andare a cercare con lo sguardo la famigliare chioma bionda e il completo viola scuro del collega americano. Non ci mise molto a trovarlo, scorgendolo giusto poco più in là intento a chiacchierare con alcune delle receptionist. Nemmeno loro volevano perdersi il buffet gratis, a quanto pare. Tra loro c’era Hanamori Kveta, la ragazza che era saltato fuori fosse ricollegata alla missione di ormai più un anno prima. Scambiò un’occhiata con Yuka, per poi avviarsi nella sua direzione.
    «Freddy!» lo chiamò così, una mano alzata a mo’ di saluto, come se non si fossero visti pochi minuti prima, sicuro di dargli fastidio. Era una persona così permalosa, ci aveva preso gusto a prenderlo in giro.
    Infatti, ai suoi occhi allenati non sfuggirono il leggero irrigidirsi delle sue spalle e il perenne tic a un occhio che sapeva essere ormai il risultato della sua presenza. Gli sorrise amabile, nel mentre l’altro si scusava con le ragazze, salutandole con una punta di dispiacere e la sua solita finta gentilezza. Quando si girò nella loro direzione, quel sorriso gioioso poteva significare un’unica cosa: lo stava mandando a quel paese.
    Wilfred si avvicinò a loro due ma prima di riuscire ad aprire bocca, fu interrotto dall’arrivo di niente poco di meno di Takako Onishi, la Vice Direttrice della CCG. Si girarono tutti e tre nella sua direzione, mettendosi sull'attenti. La donna ricambiò il gesto, annuendo poi prima di parlare «Spero stia procedendo tutto senza intoppi, Agenti» le braccia dietro la schiena, sempre serie e ordinata.
    «Certamente, stavamo giusto per procedere con la seconda fase dell’operazione, Vice direttrice» rispose Wilfred per loro tre, il sorriso sempre cordiale anche sotto lo sguardo fermo della donna.
    «Ottimo, continuate così» Takako annuì soddisfatta per poi congedarli e allontanarsi per andare a scambiare qualche parola con gli altri invitati, sicuramente facendo le veci del padre, come di sua consuetudine.
    Yuka sospirò, rilassando i muscoli che si erano andati a irrigidire, per poi annuire e scambiare un’occhiata con gli altri due. Quella breve interazione li aveva solo resi un po’ più nervosi di quanto già non lo fossero ma, tuttavia, non dovevano darlo a vedere, per il loro bene e quello degli altri. Eichi si strinse nelle spalle, portando una mano a un orecchio nel mentre si avviavano tutti e tre nella direzione dell’entrata della sala.
    «Spero vi siate gustati abbastanza manicaretti» fu con queste parole che Yamamoto Eichi, Comandante dell’operazione, richiamò l’attenzione dell’intera unità operativa tramite le ricetrasmetti posizionate alle loro orecchie «È tempo di mettersi in posizione».
    Dagli altri due caposquadra partirono direttive simili.


    «Yamamoto Eichi»
    «Shimizu Yuka»
    «Wilfred Reynolds»


    Turno 02.

    Il post del turno deve terminare con gli agenti che si riuniscono con la loro squadra per poi seguire i rispettivi capisquadra nelle aree designate.

    Chi rimarrà in sala (Onishi Shinsuke, Zhang Hui e Francesca Silvestri), potrà dividersi in gruppi più piccoli o in solitaria, in modo da avere una visuale completa di tutta l'area, terrazzo compreso. Si prega di mettersi d'accordo sul da farsi in vista del turno 3.

    Gli altri due team, invece, si sposteranno prima di tutto nell'ingresso principale del palazzo.

    Il gruppo dedito alla ronda si dividerà poi in gruppi più piccoli. Il giro di Victor Krieger, Takeda Kimiko e Yokoyama Masaki partirà dal turno 3 dalla libreria al piano terra, per poi bisogna terminare questo turno con almeno l'apertura del portone. L'altra parte del gruppo farà il giro partendo dell'esterno dell'edificio.

    Il gruppo designato alla sorveglianza dal tetto salirà invece le scalinate che si trovano nell'androne, arrivando fino a un'altra scalinata che parte da uno dei terrazzi privati, in modo da salire sul tetto dell'edificio. Il tetto è piatto ed è possibile trovarci qualche tavolo con delle sedie e delle piante in dei vasi. Da lì il gruppo si dividerà, una parte sulla destra e una sulla sinistra. Il gruppo formato da Onishi Milo, Onishi Alister e Sugihara Miki inizierà la sorveglianza dalla parte di destra, a partire dal turno 3. Saranno tutti muniti di binocoli.

    Uso delle ricetrasmittenti.
    Per evitare che le comunicazioni siano caotiche, con tutti che parlano insieme, saggiamente i capisquadra hanno deciso che le ricetrasmittenti sono suddivise in canali per singolo team, così che i componenti delle varie squadre possano comunicare solo tra loro in caso si separino e, naturalmente, con il loro caposquadra di riferimento. I tre capisquadra hanno, oltre alla ricetrasmittente per comunicare con il loro team, anche un sistema ad auricolare che li tiene in contatto tra di loro e con i due assistenti nella stanza di controllo delle telecamere.
    I capisquadra dunque si tengono in aggiornamento sull'attività generale e possono ricevere tramite la ricetrasmittente eventuali avvisi da parte dei componenti dei team quando distanti.


    ❖ Da ora il tempo limite per rispondere passa a 24h dalla risposta precedente alla vostra invece di 48h. Se si sfora, tranne in casi eccezionali in cui è possibile richiedere del tempo in più allo staff (di massimo altre 24h, richiedibile una volta sola per quest), il PG sarà tolto dalla quest e l’utente non riceverà i successivi reward.
    ❖ Ora è anche possibile segnalare in Conteggio EXP i 50 EXP guadagnati per l'inizio della quest!



    Edited by alyë - 1/11/2020, 22:56
     
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    CCG
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    BaPMOWu
    NAME
    ONISHI SHINSUKE

    AGE
    25 y.o.

    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

    RANK
    SECONDO GRADO

    eUcWowh
    Sotto certi aspetti era una serata piacevole, sotto altri poteva rivelarsi un misto di ansia e nervosismo, culminando nel peggiore degli stress. Aveva la convinzione che svolgere al meglio l'incarico significava anche riuscire a passare inosservati, essere parte dell'evento e non mettere nessuno a disagio con atteggiamenti fuori dall'ordinario in tali situazioni: rendersi troppo visibili poteva generare agitazione negli invitati, come fosse un segnale che qualcosa non andava. Essere disinvolti era preferibile, dato che ciò non significava affatto essere disattenti.
    Per di più avevano un attimo di libertà e unirsi agli invitati, comprendendo anche il favorire del servizio di catering, non sembrava affatto una cattiva idea.
    «Dici che ce lo concederanno un bicchiere?»
    «Non credo sia il caso.»
    Lo dava per scontato ed era convinto che Milo stesse scherzandolo, anche se conoscendolo aveva preferito rispondere a voce, trattenendo un leggero divertimento. Approfittò infatti del passaggio di un cameriere per recuperare un bicchiere d'acqua per sé e uno per il cugino, porgendoglielo subito.
    «Appena passano con qualcosa di commestibile ci serviamo. Fra poco sarà il caso di riunirci agli altri.»
    Indicò un cameriere che sembrava diretto anche nella loro direzione, meglio approfittare e fare più o meno come tanti altri che si servivano accompagnati dalle note del brano eseguito da un altro Onishi. In seguito avrebbe dovuto rintracciarlo e raggiungerlo, visto che la seguente fase del loro lavoro prevedeva fossero in squadra assieme e destinati a restare proprio in quella zona del palazzo.
    Recuperato qualcosa da assaggiare e un tovagliolino da cocktail, sfruttò quegli ultimi attimi di libertà a loro concessi per anticipare a Milo il suo piano.
    «Forse ci conviene rintracciare almeno qualcuno degli altri, per prepararci al lavoro. Pronto a raggiungere il resto della famiglia?»
    Sperava fosse evidente l'intendere solo Alister e Hikaru, non di certo tutto l'albero genealogico lì presente.
    In vista della sorveglianza della sala, sarebbe stato utile un confronto generale per come suddividersi l'area. Sarebbe stato ancora meglio aver già fatto discorsi di quel tipo a tempo debito, ma circostanze, persone e variabili avrebbero in tal caso fornito solo un numero eccessivo di informazioni da memorizzare e nell'insieme era più facile generare confusione che una concreta utilità. Il tempo andava sfruttato nel modo migliore e riunirsi a qualcuno del proprio team era la cosa più sensata per favorire il discorso. O almeno era la sua visione delle cose.
    Appena avuta anche la conferma di Milo su quel programma da attuare, aveva anche intenzione di terminare la sua acqua e rendere quella e tovagliolino usato ad uno dei camerieri affinché venissero eliminate dalla scena le tracce di quel crimine quale poteva essere divertirsi. Non che pensasse di aver davvero commesso un crimine, ma lo divertiva pensare a come certe scelte potevano essere viste come normalità per alcuni e male per altri: lo aiutava a guardare le cose con una diversa prospettiva.
    Trovare Hikaru fu quasi semplice, se non altro perché, in seguito all'esecuzione del cugino, il crearsi di un gruppo di ammiratori intenzionati a complimentarsi era più che ovvio.
    Non voleva però unirsi alla folla, sarebbe stato controproducente e suggerì di restare in disparte. Riuscì anche a distinguere, tra le altre persone, i segni distintivi di Alister, perciò potevano dirsi fortunati.
    «Fra non molto si dovranno liberare, penso sia meglio aspettarli.»
    [...]
    All'orecchio era arrivato chiaro e distinto l'ordine di avviare la sorveglianza vera e propria del posto. Raggiunto Hikaru e in collegamento con gli altri del team, era più che naturale sollevare giusto una domanda.
    «Cosa ne pensi di prendere insieme un'area? Quattro occhi sono meglio di due, in teoria.»
    O magari sei, se si consideravano anche gli occhi dell'ombra del cugino cinese, tanto pressante quanto spesso ignorata.
    Almeno loro dovevano restare in quella zona del palazzo, non gli sarebbe dispiaciuto occuparsi in particolare della terrazza, ma voleva prima sapere le idee di Hikaru e, in caso, lasciare a lui la libertà di proporre. Alla fine Shinsuke sapeva adattarsi molto bene alla situazione.

     
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    CCG
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    NAME
    Milo Onishi

    AGE
    21 y.o.

    QUINQUE
    Rinkaku (Mazikeen)

    RANK
    Secondo Grado

    Immaginava che non avrebbero potuto assaporare neanche un po' d'alcol, lo aveva già intuito nel momento in cui gli avevano detto che sarebbe stato in servizio, dunque non poteva avvalersi di quell'arma per sopportare i parenti quella sera. Aveva anche intravisto tra gli invitati suo fratello e sua sorella, ma oltre ad un veloce cenno e un'occhiata di più non c'era stato: non aveva tempo ne modo di potersi avvicinare a loro, o forse semplicemente in parte non voleva. Li vedeva già poco di suo, ma quelle ''riunioni'' non agevolavano di certo il ragazzo a essere più sciolto e chiacchierare amabilmente con loro come avrebbe voluto, era oramai un po' che i loro rapporti si erano raffreddati, rimasti fermi da quel giorno.
    «Immaginavo»
    Ne aveva approfittato anche lui del resto di poter prendere un po' d'acqua passata dallo stesso cugino, che ringraziò con un cenno: probabilmente per chi lo conosceva sarebbe sembrata quasi una barzelletta vederlo con qualcosa che non fosse alcol.
    L'unica nota positiva era il cibo, che per quanto finger food era abbastanza di buon livello, gli Onishi non potevano mica fare una figuraccia servendo un buffet scadente! Quindi almeno su quello andavano sul sicuro: fece dunque compagnia a Shinsuke, mettendo qualcosa nello stomaco, dopotutto se dovevano lavorare tutta la notte, tanto valeva riempirsi un po' lo stomaco per zittirlo da eventuali lamentele future.
    La sola idea di doversi di nuovo mescolare ad una parte della famiglia un po' gli chiudeva lo stomaco, ma era stato sollevato di sapere che avrebbe collaborato con Hinata.
    Insieme a Shinsuke, ci si poteva trovare bene e aveva anche il suo stesso cognome, roba non da poco per uno come Milo.
    «Non mi vedi? Sono prontissimo...» Cercò di scherzarci su, sospirando decisamente rassegnato al suo imminente destino.
    Decise di darsi quanto meno una regolata: era chiaro che non volesse essere lì, ma quanto meno avrebbe mascherato questa cosa cercando di apparire disinvolto e a suo agio, sereno, cosa difficilissima per lui ma necessaria in quel caso.
    «Forza, andiamo...»
    Commentò, e insieme al cugino si misero a cercare i due, che erano già insieme e circondati da una folla probabilmente di ammiratori di Hikaru. Molto volentieri accettò dunque la proposta di Shinsuke di restare in disparte, per attendere entrambi senza dover sgomitare tra la folla.
    «Ottima idea...non credo ci lascerebbero passare» Commentò guardando nuovamente la folla, alzando un sopracciglio, sembrava una barricata quasi impenetrabile, ed era una strana situazione da osservare da fuori, ma aspettò insieme all'altro il momento giusto.
    «Spero vi siate gustati abbastanza manicaretti»
    ''Me li sarei gustati di più con un po' di alcol vicino...'' Lo pensò, ma come al solito non disse nulla: le parole che arrivarono subito dopo dalla ricetrasmittente, indicavano che dovevano muoversi, e in fretta.
    «Ci si becca dopo allora...» Commentò verso Shinsuke a quel punto, augurando ad entrambi i cugini un buon lavoro.
    Si dovettero dunque salutare, per adesso, per separarsi e iniziare il loro compito secondario che comprendeva l'arrivare su uno dei due terrazzi, sul tetto.
    Quindi, appena vide la folla diradarsi, si avvicinò ad Hinata con tranquillità, salutando con un cenno: si doveva sforzare di essere meno scontroso, se lo ripeteva in continuazione, per fortuna era più facile con il soggetto che aveva davanti.
    «Direi che ci tocca andare...»
    Sarebbero dovuti passare per la scalinata dell'androne per poter poi prendere la scala secondaria e arrivare ad uno dei terrazzi: decisamente per arrivare avrebbero fatto movimento fisico, non avrebbe fatto male a nessuno, e di solito non era una persona pigra, ma proprio quella sera un po' si sentiva che si stava trascinando, con il desiderio che finisse il prima possibile.
    Probabilmente Sugihara Miki l'avrebbero trovata già lì, o forse si era già avviata, perchè ancora non l'aveva vista, dunque era il caso che entrambi si avviassero a destinazione.
    Aspettò che fosse tutto ok per entrambi, prima di incamminarsi per raggiungere il percorso stabilito: sapeva non ci avrebbero messo poi tanto nonostante la grandezza dell'edificio, ma temeva di avere un passo troppo veloce, o almeno spesso glielo avevano detto, motivo per cui si era costretto a starci anche un po' più attento per aspettare Hinata con i suoi tempi. Forse era davvero troppo abituato a scansare le interazioni sociali tanto da sviluppare una camminata veloce quasi da fuga, ma quello non era decisamente il momento.
    «Sembri piuttosto a tuo agio in questo posto» Un po' invidiava quel modo di vivere la cosa: avrebbe dovuto prendere esempio forse sia da Shinsuke che Hinata, sopratutto se rischiava di far notare cose che non avrebbe voluto.
    «Io non credo di essere portato per questi tipi di eventi»
    Forse quello era anche il suo modo di cercare di essere più socievole o di intavolare una conversazione, mentre cercavano di arrivare al tetto, una cosa per Milo già più complicata, ma avrebbero dovuto passare probabilmente gran parte della serata insieme, gli sembrò anche normale provare ad avere un punto di incontro con l'altro.

    «Parlato»
    ''Pensato''

     
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    fearful necromancer
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    The Abyss

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    Ghost
    CCG
    Status: 100%
    jKh6N6j
    NAME
    Zhang Hui (Onishi Hikaru)

    AGE
    19 y.o.

    QUINQUE
    ukaku (Guanyin)

    RANK
    secondo grado

    mIV4VrF
    Per una persona abituata a rimanere per lo più in silenzio e parlare solo quando interpellata, tutte quelle attenzioni non potevano che disorientarlo. Apprezzava i complimenti, ma non sapeva bene come comportarsi o reagire, Per cui, con un sorriso coordinale stampato sulle labbra, stava cercando di rispondere a quante più loro domande possibile. Almeno, per sua gioia, erano persone abbastanza rispettose da non stargli troppo addosso o fargli domande troppo personali e per questo non si stava facendo problemi a rispondere a quesiti come: “Da quanto sei in Giappone?” Da circa tre mesi; “Sai suonare altri strumenti?” Si, il guqin e l’erhu a livello intermedio; “Che shampoo usi?” Uno composto da ingredienti naturali; E via dicendo.
    Sapeva essere paziente e con la giusta pacatezza poteva domare quella folla di curiosi (li capiva, in fondo, ma un limite doveva pur esserci) anche se, beh, già non ce la faceva più. A salvarlo da quell’interrogatorio che non sembrava più finire fu suo cugino Alister. Non appena si sentii chiamare, si girò nella sua direzione esclamando un felice «Hinata!» per poi far tornare lo sguardo sulle persone che stava intrattenendo, l’espressione rammaricata. Con una mano guantata al petto e un piccolo inchino, salutò quindi i presenti con la scusa, comunque veritiera, che il dovere lo stava chiamando.
    Non appena la folla si fu un poco diramata, con Wei Xuan sempre al seguito, Hui raggiunse dunque il cugino per poi andare a sorridergli grato del suo salvataggio «Grazie per il complimento, è un talento che ho coltivato fin dalla tenera età» gli disse poi, annuendo lievemente. Era vero, in fondo, che la musica gli era stata impartita fin da bambino. Era loro usanza cominciare a far pratica con uno strumento prima d'iniziare il vero allenamento da cacciatore, in modo da preparare la mente e lo spirito prima del corpo che ancora stava maturando.
    Alzando lo sguardo, notò poco più in là gli altri due cugini giapponesi, Shinsuke e Milo, che li stavano probabilmente aspettando. Sorrise loro, avvicinandosi ai due insieme ad Alister ma non fece nemmeno in tempo a salutarli nuovamente per bene che alle sue orecchie arrivò il richiamo del suo attuale Caposquadra. Tempo di procedere con la seconda fase, dunque.
    Drizzò meglio la schiena, la custodia di Guanyin ben salda in spalla, per poi voltarsi verso il suo attendente che nel mentre gli si era avvicinato andando poi ad abbassarsi quel che bastava per sussurargli nell’orecchio, a bassa voce e in cinese, “Ora posso andare a fare quello che voglio?”. In risposta, Hui alzò giusto lievemente uno dei suoi sopraccigli, l’espressione invariata da quella coordinale di poco prima, per poi andare ad annuire e lasciarlo così andare senza aggiungere altro. Non si girò a guardarlo quando se ne andò e, invece, si avvicinò a Shinsuke, nel mentre salutava con un gesto della mano gli altri due che si stavano giusto allontanando per raggiungere la loro postazione designata.
    «Certamente» fu la sua risposta alla domanda che gli era stata appena posta. Sorvegliare un’area in due gli sembrava una buona idea, potevano facilmente coprirsi le spalle a vicenda. Almeno per questo, era stato concesso loro di procedere come di preferenza.
    «Che ne dici del secondo piano?» chiese poi, portando una mano all’orecchio che nascondeva la sua ricetrasmittente «Se sei d’accordo, lo riferisco immediatamente al Caposquadra Yamamoto» aggiunse, lanciando un’occhiata a uno degli ingressi della sala, dove avevano notato i suoi altri colleghi avviarsi.


    Edited by alyë - 3/5/2020, 19:47
     
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    If you think you're a hero, then die like one
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    NAME
    Onishi Hinata

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    20 y.o.

    QUINQUE
    Ukaku (Leviathan)

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    Terzo Grado

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    «Hinata!»
    La missione di soccorso di Onishi Hikaru, aka Zhang Hui, era stata un successo. Era incredibile come una folla di persone potesse diramarsi tanto facilmente, come se a un tratto perdesse il collante le teneva insieme.
    In quel caso fu perché Hui doveva andarsene: niente Hui, niente musicista a cui rivolgere i propri complimenti.
    Meglio così, dovevano tenersi pronti per il resto della missione. Ricambiò il sorriso, però, comunque felice di vederlo. Le circostanze avrebbero potuto essere più pacifiche, ma anche più brutte, quindi non c'era motivo di lamentarsi.
    «Grazie per il complimento, è un talento che ho coltivato fin dalla tenera età»
    La gentilezza e il duro lavoro sono la soluzione a tutto. Aveva senso. Era un po' come quei geni della musica che mettevano mano su una tastiera ancora prima di saper leggere, no? Più o meno.
    «Il talento non coltivato appassisce, immagino sia molto importante per te.»
    Quasi non fecero in tempo a raggiungere i compagni di missione che vennero richiamati all'ordine, l'attenzione rivolta alla ricetrasmittente.
    Il lavoro chiamava, roger.
    Salutò Hui, augurandogli buon lavoro, e... no, in realtà non raggiunse Milo, perché fu il cugino ad anticipare i tempi e raggiungere lei. Ricambiò il cenno di saluto, un sorriso cordiale a incresparle le labbra.
    «Direi che ci tocca andare...»
    Era sollevata di dover collaborare con Milo e Miki, uno era il cugino e l'altra era nella squadra Sigma. Conoscere entrambi avrebbe reso il lavoro un po' più facile, almeno in teoria. Non era a suo agio, per la sua prima missione su larga scala aveva le farfalle nello stomaco, ma visto le preoccupazioni non portavano a nulla aveva ben pensato di ucciderle tutte. Ignorandole.
    «Facciamo un buon lavoro.»
    Anche perché quando si è investigatori di ghoul un fallimento non aveva quasi mai conseguenze semplici, dovevano stare attenti. Ma ovviamente senza nessuna ansia, eh. Sia mai.
    Hinata provava a essere pragmatica e concreta, il più delle volte, ma spesso si chiedeva come facesse la gente tanto sicura di sé a essere... tanto sicura di sé, appunto. Come se la calma scorresse loro nelle vene al posto del sangue. O forse era ghiaccio, quello che scorreva nelle vene.
    Molto probabilmente era ghiaccio.
    Milo invece doveva avere la lava nelle vene, a giudicare dalla cadenza del passo. Nel percorrere le scale per andare sul tetto, gli fu grata cercò di rispettare non tutti avevano le ali ai piedi.
    Non che Hinata camminasse lenta, ma il cugino in confronto sembrava in fuga dall'esattore delle tasse. Conoscendo quanto amava i pranzi e le cene di famiglia, perché certe cose non si possono affatto nascondere, poteva comprendere il gala fosse più o meno la stessa cosa.
    «Sembri piuttosto a tuo agio in questo posto»
    Sbatté le palpebre, un po' presa alla sprovvista.
    «Davvero?»
    «Io non credo di essere portato per questi tipi di eventi»
    «Sei molto diretto, questi eventi sono e saranno uno sfoggio di potere.»
    Purtroppo. A quanto pare ci tenevano proprio a dimostrare gli Onishi erano importanti.
    Perché poi c'era chi sfruttava quel cognome. C'era anche chi, come Hinata stessa, avrebbe voluto dei meriti non conferiti dall'aver avuto la fortuna di essere nata nella famiglia giusta.
    Se poi "giusta" si poteva definire una famiglia che soffocava nelle tradizioni.
    «Ma non c'è nulla di male, penso, sarebbe come chiedere a un pesce di nuotare nel deserto.»
    O, esempio più calzante, come chiedere a qualcuno di sentirsi a suo agio in una vasca di squali. Perché se Milo non voleva seguire le tradizioni, come sembrava dare prova a ogni riunione di famiglia, le tradizioni stanno attente a cadere addosso come ghigliottine.
    L'unico problema è che quegli eventi erano comunque imposti, presi come doveri di famiglia e rispettati in quanto tali.
    In effetti visto tutto sotto quella prospettiva era molto meglio la missione, almeno non devi fingere di starti divertendo.
    Hinata, alla fine, aveva solo imparato e non vivere nell'ombra della sua famiglia. Con un terrore tanto puro di sporcarne l'onore, poi, da non osare mezzo passo. Ora avrebbe potuto ballarci il valzer, con molto onore.
    Una volta arrivato sul tetto, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato ricontrollare tutto l'equipaggiamento fosse al suo posto. Leviathan assicurata alla cintura.
    Sarebbe stato meglio organizzare le posizioni così da non lasciare punti ciechi. Magari con l'accortezza di non dare nell'occhio, perché rimanere visibili come fari non era proprio il caso.
    Hinata era piuttosto minuta, trovare un modo per nascondersi non sarebbe dovuto essere così difficile. Però non si potevano fare congetture a squadra incompleta, lungo la via per raggiungere il tetto, ma intanto poteva farsi degli appunti mentali.
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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    VICTOR KRIEGER

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    Secondo Grado

    v413DUX
    Difficilmente Victor si sarebbe scordato una faccia dopo averla vista almeno una volta: non era memoria fotografica quella che aveva in dono, anzi. Certo, era innegabile che la natura gliene avesse regalata una più che buona di memorie, ma la sua era più... attenzione. Sì, patologica e quasi maniacale attenzione che Victor tendeva a prestare a qualunque cosa lo circondasse.
    Forse era un'abitudine che gli derivava dall'infanzia, che si era solidificata nel corso del tempo e che poi gli aveva salvato la vita numerose volte: perché quando sei circondato da persone che non dimostrano niente, iniziano a diventare significativi anche i cambi d'atmosfera e poi ti abitui a camminare in un campo minato.
    Letteralmente.
    In ogni caso, quando quel tizio gli aveva rivolto la parola, Victor aveva immediatamente riconosciuto lui e la donna, probabilmente moglie, come la coppia del quadro ed era stato pure gentile: il che includeva porgere l'accendino senza fiatare e sperare che se ne andasse dopo essersi acceso la sigaretta. Era successo?
    Ovviamente no. L'uomo si era acceso la sigaretta, ma non se ne era andato. Non che a Victor desse fastidio, intendiamoci, non più di quanto gli dessero fastidio il resto degli esseri umani per essere precisi, anche perché l'ex-soldato era un ottimo ascoltatore: serio, composto e soprattutto non interrompeva i discorsi. Che poi in verità stesse pensando ai cazzi suoi o stesse davvero ascoltando, non era dato saperlo, in particolare quando fumava.
    Più o meno era andata così anche quella volta: la donna che lo accompagnava si era allontanata e l'uomo, affacciato alla balconata che dava sul giardino ove spiccava il ciliegio non più in fiore, aveva iniziato a parlare. Forse nel tentativo di fare conversazione, Victor aveva risposto per lo più con qualche cenno o qualche breve frase, rimanendo fedele alla sua solita avarizia verbale. L'uomo però non era sembrato infastidito dall'atteggiamento schivo di Victor, anzi, gli aveva chiesto pure il nome, probabilmente scambiando quella distanza per rispetto. Victor dal canto suo si era limitato ad assimilare informazioni finché aveva potuto e fin quando un avviso verbale proveniente dall'auricolare che aveva all'orecchio non l'aveva richiamato sull'attenti. A quel punto, si era scusato asserendo di essere in servizio e portandosi una mano all'orecchio per indicare volutamente l'auricolare. Si era scusato anche l'uomo più per averlo trattenuto a lungo che altro e lo aveva lasciato andare augurandogli buon lavoro. Un certo signor Fujiwara, aveva capito Victor. Una qualche famiglia importante che finanziava la CCG da dietro le quinte, non importava molto, ma era sicuramente un contatto che avrebbe potuto fargli comodo in futuro, meglio tenerselo per buono.
    Il neo-investigatore aveva percorso a ritroso il percorso fatto per giungere in terrazza, ritrovandosi a camminare svariati metri dietro una donna. Come abbiamo detto, Victor difficilmente scordava una faccia dopo averla vista, e di persone basse così, in tutta la CCG ce n'erano ben poche: Kimiko Takeda, Primo Grado, Investigatrice. Lei come molti altri erano schedati nella testa di Victor come fascicoli in un cassetto: era una delle persone con cui avrebbe dovuto pattugliare l'edificio quella sera.
    Certo, Victor ogni tanto si chiedeva perché alla CCG dessero lavoro ai nani, ma lo davano anche ai ragazzini, e alla fine non erano affari suoi: si guardò bene dal raggiungerla, infatti, pur non rallentando la sua andatura, aveva sicuramente altre priorità rispetto all'interagire con un superiore che per l'ennesima volta avrebbe dovuto guardare dall'alto in basso. In Giappone era diventata un po' un abitudine.
    Victor scese le scale che lo avevano portato al secondo piano e attraversò il resto della sala principale, dove ancora stava avendo luogo il buffet, per poi, infine, riunirsi al resto del gruppo al quale era stato assegnato: all'ingresso del palazzo.
     
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    And the curtain fell
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    Takeda Kimiko

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    21 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Prima Multorum)

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    Primo Grado

    Avevo appena finito di tendere l’orecchio e, benché non vedessi il palco, ascoltare il suonatore di Koto. Inoltre avevo bevuto poco prima, quindi non correvo il rischio di disidratarmi in servizio. L’unica cosa che ancora andava fatta era raggiungere il terrazzo e aspettare l’ordine del mio superiore, che sarebbe presto arrivato. Avevo scelto di rifugiarmi nel terrazzo per poter prendere un po’ d’aria fresca in disparte prima d’iniziare. M’interessava soprattutto rimanere da sola e rilassarmi senza dover parlare con qualcuno.
    Mi ero comportata in tal modo anche al gala precedente, a cui avevo partecipato come Investigatrice di Secondo Grado. In quell'occasione non ero stata inserita nel personale di sorveglianza ed ero andata al gala considerandolo un semplice impegno lavorativo. Approfittando del fatto di avere il giorno successivo libero, ero rimasta fino a tardi per capire come comportarmi negli eventi simili che si sarebbero susseguiti nella mia carriera, ma avevo finito per starmene in disparte: non avrei mai disturbato i miei superiori, nemmeno in quell'occasione, mentre non vedevo il motivo per parlare coi miei pari grado o sottoposti. Mi ero presto rifugiata in un angolo e lì ero rimasta a godermi la serata. Avrei fatto così anche quell'anno, presenziando solo perché era un impegno di lavoro, ma mi sarei sentita più utile altrove, per esempio a pattugliare le strade o a dormire per svegliarmi presto l’indomani mattina. La responsabilità della mia promozione si faceva sentire, quella sera, ma ero più contenta così: non ero entrata nella CCG per partecipare a eventi formali come quello, ma per impedire che altre persone potessero fare la fine da cui mi ero salvata grazie ai due agenti e ai due investigatori che avevo deciso di onorare con la mia vita. Lavorare alla CCG era, per me, motivo d’onore e preferivo di gran lunga essere impegnata a sorvegliare una serata del genere piuttosto che esserne parte e stare da sola in un angolo.
    Non appena arrivai a destinazione notai subito il mio sottoposto, il Secondo Grado Krieger, con cui avrei dovuto pattugliare il locale non appena fosse arrivato l’ordine. Non l’avevo cercato con lo sguardo ma trovarlo era stato piuttosto facile perché era molto più alto della maggior parte dei presenti. Sembrava essere impegnato in una conversazione con qualcuno e, dato che non sentivo il bisogno di dirgli qualcosa, decisi di non raggiungerlo e mi sistemai vicina alla balconata ma lontana da lui. Mi affacciai alla balconata, osservando il panorama dall'alto e cercando di mappare il giardino sottostante nel caso in cui fosse stato necessario controllarlo in seguito.
    Passai così poco tempo, però, in quanto l’avviso del mio superiore, l’Investigatore di Prima Classe Reynolds, non tardò ad arrivare. Non appena ricevetti l’avviso comunicai di averlo ricevuto e iniziai ad avviarmi verso il luogo dell’incontro, sciogliendomi i capelli nel mentre e raccogliendoli nuovamente in una crocchia con l'elastico di prima senza smettere di camminare, provvedendo anche a conservare in una tasca interna della giacca il fermaglio che avevo indossato per quei minuti di pausa. Mi mossi col mio solito passo veloce, cercando, però, di rallentarlo leggermente per non far pensare a chiunque avessi intorno che potesse esserci qualche problema. Una volta uscita dalla sala dell’evento, però, ripresi il mio passo, concedendomi anche una leggera occhiata dietro di me per vedere se il mio sottoposto stesse arrivando. Avrei dovuto essere una guida per lui e un’eccellente investigatrice agli occhi dei miei superiori: non potevo essere negligente e sperare che tutto andasse bene come avevo fatto l’anno prima, sbagliandomi clamorosamente. Quel giorno sarebbe stato diverso: non avrei perso di vista i miei colleghi per nessun motivo al mondo e avrei fatto gioco di squadra, compensando la mancanza fattami notare dalla mia caposquadra, la Prima Classe Shimizu.
    Arrivai a destinazione poco dopo e cercai subito il comandante della task force a cui ero stata assegnata, pronta a ricevere ordini e a dimostrare di essermi meritata la promozione nell'unico modo che conoscevo: tramite prestazioni tanto più vicine all'eccellenza quanto mi fosse stato possibile.



    «Parlato»
    "Pensato"


    Edited by Antoil69 - 2/5/2020, 18:43
     
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    fearful necromancer
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    The Abyss

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    Ghost
    Fine Turno 02 > Inizio Turno 03

    CCG
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    + FRANCESCA SILVESTRI (NPC)
    RLabY5G
    NAME
    Eichi Yamamoto

    AGE
    33 y.o.

    QUINQUE
    Ukaku (Jikininki)

    RANK
    Prima Classe

    Una volta che l’intera unità operativa fu richiamata, prima di lasciarli andare, Eichi augurò a i suoi due fidati colleghi buon lavoro. Conosceva Yuka e Wilfred da anni, avevano collaborato insieme ormai un’infinità di volte e, anche per questo, sapeva bene che sarebbero stati entrambi più che eccellenti. In fondo, non erano saliti al rango di Prima Classe per un solo colpo di fortuna.
    Dopodiché andò quindi a posizionarsi accanto al portone che faceva da ingresso principale della sala, salutando con un cenno della testa ogni agente che attraversò quelle porte, lasciando la sala a quelli che per le prossime ore sarebbero stati sotto le sue direttive. Li poteva già osservare intenti a posizionarsi nei punti che avevano scelto tra cui Francesca Silvestri che si era andata a posizionare in un angolo del piano terra, rigorosamente da sola.
    Si guardò poi intorno con attenzione, assimilando meglio sia la disposizione dei presenti che le varie aree libere od occupate. Al momento la maggior parte degli invitati, finita la performance dell’Onishi cinese, si era spostata nei pressi del buffet, per poi andare a diramarsi tra i vari tavoli o sulla balconata superiore, piattini o bicchieri in mano. La musica che veniva riprodotta dagli speakers non copriva completamente il brusio delle loro voci. Contò anche le teste dei camerieri che con uno zig zag stavano porgendo i vassoi con sopra specifiche pietanze a ognuno degli invitati. Altri, invece, erano rimasti nei pressi dei tavoli dediti al catering, pronti a servire quando necessario.
    Seduto su uno dei tavoli notò poi il Presidente intento a discutere con alcuni vecchi colleghi e amici. Poco più in là, invece, c’era sua figlia, intenta a chiacchierare con i suoi cugini. Notò anche che il Dottor Erskine e sua moglie si erano spostati nella balconata superiore, insieme a qualche collega dell’uomo. Comunque sia cercò di far passare lo sguardo su ogni persona d’interesse che poté avvistare dalla sua posizione.
    Chiuse un attimo gli occhi, sospirando. La maledetta lista era lunga e lo stress che stava provando era infinito. A volte non capiva cosa passasse per la testa dei piani alti. Grazie al cielo, per ora era tutto nella norma. Nessun movimento sospetto. Meglio così ma sperò solo che non ci fossero delle brutte sorprese all’orizzonte.
    Si spostò dall’ingresso andando a posizionarsi contro una colonna non troppo lontana dal palco, appoggiando poi la pesante custodia della sua fidata arma accanto a sé. Incrociò le braccia dietro la schiena, l’orecchio ben teso alle sue ricetrasmittenti.
    «Prima Classe Yamamoto!» si sentì chiamare così nemmeno qualche minuto dopo.
    Si girò nella direzione della voce femminile, riconoscendo la figura di Hanamori Kveta, la precedentemente citata receptionist.
    «Hanamori-kun! Posso fare qualcosa per te?» le chiese quindi, con un lieve sorriso.
    In risposta la ragazza ricambiò il gesto, spostandosi al suo fianco ma, tuttavia, non aggiunse immediatamente altro e, anzi, sembrava abbastanza esitante.

    CCG
    Status: 100%
    Damaris 1&2 (Bikaku)
    + SUGIHARA MIKI (NPC)

    Dopo aver salutato Yamamoto, Shimizu andò a posizionarsi di fianco alle scale, facendo un cenno con il capo a ogni agente che le passava vicino. Una volta che le furono passati tutti accanto, aveva in fondo memorizzato ogni loro nome e volto, salì anche lei le imponenti scalinate raggiungendo poi tramite a un’altra scala privata il tetto. Si posizionò dunque al centro dello spiazzo, osservando con attenzione i due gruppi che si stavano dividendo per sorvegliare le diverse aree come era stato concordato nelle precedenti riunioni. Tirava una brezza fresca quella sera, per cui ringraziò di aver preso con se la sua giacca. Con un binocolo in mano e la custodia delle sua due Damaris al fianco, si appoggiò con attenzione alla balaustra. Ora doveva solo osservare. E aspettare.



    Sugihara Miki si trovava già lì, in attesa dei suoi colleghi da ormai qualche minuto. Era stata in fondo la prima ad aver lasciato la sala ma quello era dovuto solo dal fatto che era rimasta nei pressi del Prima Classe Reynolds, in modo da poterlo ammirare in tutto il suo splendore, e, non appena aveva udito le parole dette dalla sua Caposquadra tramite la ricetrasmittente, si era immediatamente mossa.
    Non appena vide i due Onishi arrivare, si avvicinò a loro sorridendo per poi mormorare, anche se non ce n’era bisogno, un «Forza, andiamo a metterci in posizione!» per poi passare loro i binocoli che avevano già recuperato e avviarsi nella direzione del cornicione di destra.

    CCG
    Status: 100%
    + YOKOYAMA MASAKI (NPC)
    Aegis (Koukaku)
    WILFRED REYNOLDS

    Wilfred già non ne poteva più. Troppi convenevoli, sorrisi e chiacchiere. Fortuna che era stato allenato a mantenere una parvenza di eleganza e civiltà. Lo doveva al suo sponsor. Ma quanto avrebbe voluto crogiolarsi nel caldo abbraccio di qualche drink! Ovviamente, in servizio non poteva di certo. Non che quella sera, circondato da tutte quelle persone affluenti, lo avrebbe comunque fatto. Quello era un vizio che in fondo esisteva solo nelle quattro mura della sua stanza.
    Sospirando e senza scambiare ulteriori parole con la sua odiata collega più giovane. che si era posizionata poco più in là in attesa della sua squadra, andò dunque a posizionarsi nel bel mezzo dell’androne ad aspettare che i suoi sottoposti lo raggiungessero per poi andare a dare loro le sue ultime direttive, dividendoli poi nei gruppi per le ronde nelle aree precedentemente concordate.
    Al gruppo composto da Victor Krieger, Takeda Kimiko e Yokoyama Masaki, lascio anche due mazzi di chiavi: quelle avrebbero aperto ogni porta del palazzo, caso mai ne avessero mai avuto bisogno. Avevano chiuso tutto in precedenza, certo, ma sempre meglio essere sicuri della cosa.
    Una volta averli osservati avviarsi, picchiettò la sua ricetrasmittente, muovendosi verso le cucine, facendo partire da lì la sua ronda personale.
    «Assistente Maeda, novità?».
    «Nessuna, Prima Classe Reynolds!» fu la risposta che ricevette dalla famigliare voce femminile.



    Il perenne broncio di Yokoyama Masaki non lo aveva lasciato nemmeno quella sera. Sospirando, seguì dunque gli altri due nella prima area che dovevano controllare: la libreria. Grazie al cielo, che, tuttavia, non era finito in squadra con uno degli Onishi! Già sopportava poco il cinese, se doveva essere obbligato a interagire pure con gli altri, beh, lo avrebbe fatto comunque. Come si dice, prima il lavoro poi il piacere? Non che avesse molto senso nel contesto. Oh, beh, pazienza.
    Scosse la testa e dopo aver ammirato la stanza al cui interno c’erano libri e solo libri (Wow, che sorpresa! Non lo avrebbe mai detto!), si voltò verso gli altri due e chiese loro «Da dove vogliamo iniziare? Ci dividiamo?».


    Turno 03.

    I membri della squadra dedita alla sorveglianza della sala possono dunque dividersi, vigilando nell’area di preferenza in solitaria o in coppia. Nessun settore dell’enorme sala sarà dunque lasciato privo di un occhio attento.

    Gli agenti che si trovano sul tetto, possono iniziare a sorvegliare dai punti designati l’area intorno al palazzo, circondato da un enorme giardino. In alcuni angoli del tetto ci sono dei fari accessi per facilitare la visuale delle decorazioni ai lati del palazzo stesso. Grazie ai binocoli per la visione notturna, per il momento possono notare parte di una delle squadre iniziare la ronda per il terreno. Alcuni alberi oscurano tuttavia la visuale. Per il momento, non c’è nulla da segnalare.

    La ronda del trio dedicato alla sorveglianza dell’interno del palazzo ha dunque inizio dal piano inferiore dell’enorme stanza atta a essere una libreria. Una volta dentro e aver acceso la luce, è possibile ammirare degli scaffali ricolmi di libri, una scala a chiocciala in legno che porta al secondo piano e divanetti sparsi per la stanza. In un angolo c’è perfino un caminetto, ovviamente spento. Da li possono scegliere se entrare nell’altra sala, al momento chiusa, oppure proseguire per il secondo piano. I due mazzi di chiavi dati loro (decidete tra voi a chi), dovrebbero aprire ogni porta.




    Edited by alyë - 4/5/2020, 17:09
     
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