To the Very Ends with You

Alexandre De Lacroix & Lazar Khabarov | Minato-city @Streets | 20/04/2020 NIGHT ; 21:30~

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  1. Yukari
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    Lazar S. Khabarov 「 Echo 」
    Lazar non sapeva più cosa stesse facendo. Logicamente parlando, rivelare così tante informazioni su di sé a un dipendente della CCG era la cosa più stupida che un ghoul potesse fare. Eppure quella cascata di parole aveva furiosamente premuto contro le sue labbra per essere rivelata a qualcuno dopo tanti anni di silenzio, qualcuno che non poteva essere un membro della famiglia, ma neanche Rodion - perché sarebbe stato da stronzi caricarlo di quella confessione piena di rimorso dopo quanto aveva già sopportato -, né Kohaku - che della natura di ghoul del ragazzo per cui spasimava non sapeva niente - e che, infine, per uno scherzo del destino si era rivelato Alexandre De Lacroix.
    Era stato liberatorio? Solo in minima parte, perché mettersi a nudo non significava risolvere i propri problemi. Aveva a malapena dato loro forma attraverso le parole e un ascoltatore a testimoniare i suoi moti interiori, ma ciò non lo avrebbe svincolato dalle responsabilità, dalle colpe e quant’altro lo annichiliva.
    In quel momento Lazar avrebbe dato qualunque cosa per spegnere il cervello e i pensieri intrusivi, e invece più cercava di imporsi il silenzio interiore e concentrare lo sguardo sul liscio biancore dell’intonaco del soffitto, più qualcosa dentro di lui urlava che Ninel’ era da sola da qualche tra le strade di Tokyo, sperduta e corrosa dalla rabbia. Per colpa sua.
    Troppo stanco per ribattere, con un granello di gratitudine lasciò volentieri ad Alexandre le redini della discussione, ponderando con umiltà che le sue parole potessero essere più veritiere dei suoi sensi di colpa.
    In un’altra situazione avrebbe forse obiettato aspramente che non era così, che i ghoul non avevano la garanzia di una vita lunga come gli umani e che, quindi, alla sua età si era già adulti fatti e finiti. Ma forse… forse per la prima volta nei suoi vent’anni passati sulla terra, Lazar sentiva di aver bisogno di comprensione e indulgenza, di una carezza gentile e non di una mano che lo aiutasse a rialzarsi.
    Decise che ci avrebbe pensato. Avrebbe dato una chance alle convinzioni di Alexandre e, se alla fine ne avesse comprovato la validità, le avrebbe fatte proprie. Ma non ora, non in quella cucina dove l’odore del suo sangue pizzicava le narici.
    Accettò in silenzio la proposta di farsi una doccia, ma solo dopo aver visto lo smartphone scivolare di mano al ricercatore accanto ai fornelli. Con l’ennesimo sforzo si mise in piedi, inspirando a denti stretti per non farsi scappare neanche un lamento; era già abbastanza patetico così, senza che il dolore che lo trafiggeva fosse reso palese.
    Strinse la mano attorno al braccio destro, che nonostante avesse riportato chissà quali danni aveva continuato a usare fino allo svenimento sul pavimento di casa De Lacroix. Fissò allora Alexandre, e se questi glielo avesse concesso avrebbe incontrato il suo sguardo col proprio, ancora troppo esausto per accendersi di qualunque vitalità.
    Prese un respiro profondo, difficile per chissà quale motivo, e in quell’orchestra di dolori si concesse un’unica parola: «Grazie.»
    Lazar Stefanović Khabarov era un mostro e un assassino, ma non un ingrato. Alexandre si era guadagnato di essere buttato fuori a calci dalla lista dei suoi prossimi pasti.

    «Parlato.»
    «Pensato.»
    OBY4acW
    GHOUL
    Learn to love your inner monster.
     
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