Votes taken by bakadesu

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    Nickname: Bakadesu
    Prestavolto: Akiko Yosano (Bungo Stray Dogs)
  2. .

    TAKUMI FUJIMOTO
    STUDENT/PART-TIMER
    20 Y.0.

    Takumi rimase un attimo stupito dalle parole di Swan, che gli si fissarono nel cervello come due adesivi.
    «Continua così allora»
    Fece un pollice in su alla ragazza, era rimasto impressionato dal suo talento nella fotografia e, come un personaggio della favola più ingenua, era sicuro che avrebbe potuto sfruttarlo per seguire il suo sogno.
    “Cos’è che mi rende felice?” , la domanda ritornò dopo aver parlato, non che non si fosse mai posto questa questione, ma come sempre preferiva rimandare ad un altro giorno riflessioni e decisioni troppo complicate, ma quella sera la domanda cominciò a martellargli la testa. Non gli piaceva l’insicurezza che gli suscitava, aveva il timore di non essere riuscito a scegliere ciò che gli faceva spuntare il sorriso, limitandosi ad osservare passivamente.
    Uno sbadiglio ruppe i suoi pensieri, la stanchezza sembrava man mano prendere controllo sul suo corpo. Prese il cellulare dalla tasca e guardò in alto sullo schermo, il piccolo orologio digitale segnava quasi l’una e mezza. Spalancò gli occhi appena lo vide, il tempo sembrava essere volato durante la conversazione e sarebbe rimasto ancora per un po’, se le lezioni del giorno dopo non ci fossero state. Maledì mentalmente la sua scelta degli studi, pensando ai libri che si era lasciato alle spalle quella sera. Gli dispiaceva dover andar via, ma il pensiero di fare una bella dormita in quel momento stava risultando sempre più invitante.
    «Ehy scusa, mi sa che devo scappare»
    Mostrò il display con l’orologio al centro, per giustificare le sue parole e si avviò verso il cornicione, pronto a saltare sul tetto dell’edificio sotto.
    «Ci vediamo… ti va tra due settimane a Katsushika, verso le 23? Nel palazzo abbandonato?»
    Aspettò la risposta della ragazza, dopodichè inizio a correre sui tetti, diretto verso casa.


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    TAKUMI FUJIMOTO
    STUDENT/PART-TIMER
    20 Y.0.

    «Ero sicuro ti sarebbe piaciuto!»
    La ragazza aveva apprezzato il luogo che le aveva mostrato, dicendo che era un buon soggetto per qualche scatto, e questo spazzò quel briciolo di ansia che si era annidato dentro il ragazzo. Era contento di essere riuscito a dare alla giovane fotografa un aiuto, per quanto modesto potesse essere.
    «Chi lo sa, speriamo»
    In effetti gli sarebbe piaciuto poterla incontrare di nuovo, la conversazione era diventata piacevole e anche la ragazza sembrava presa da essa.
    E poi a Tokyo, Takumi non aveva molte le conoscenze, soprattutto con membri della sua stessa specie. Potersi fare un amico in più è una cosa a cui lui non riesce di certo a resistere.
    «Oppure potremmo anche andarci assieme»
    Azzardò la proposta dopo poco, con un pizzico di insicurezza. Era preoccupato che Swan potesse intimorirsi ad una tale richiesta, forse un po’ troppo audace, considerando che si erano visti per la prima volta solamente quella sera, ma era curioso di vedere come sarebbe andato avanti questo strano rapporto che si stava creando in quel momento.
    La ragazza gli mostrò la macchina fotografica, Takumi preferì non prenderla in mano, aveva visto quanto era attaccata all’oggetto e non voleva certo creare disagio in lei.
    Guardò il piccolo schermo del display, che mostrava, chi l’avrebbe mai detto, un paesaggio urbano. La foto non era complessa, né troppo colorata, ma fece sfuggire al ragazzo un piccolo verso di stupore. Riusciva a trasmettergli un senso di calma soltanto guardandola da un piccolo schermo.
    «Wow! Non so se tu lo faccia già, ma dovresti venderle o metterle su internet, sono davvero belle»



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    TAKUMI FUJIMOTO
    STUDENT/PART-TIMER
    20 Y.0.

    «Un tecnico? Non arriverei a tanto, diciamo solo che mi interesso di congegni elettrici e mi diverto a provare a ripararli»
    Durante le ore in laboratorio all’università aveva avuto modo di apprendere il più possibile, non certo senza qualche pasticcio, ma non di sicuro un cortocircuito non bastava a spegnere la passione del ragazzo.
    «Oh,sì qualcuno...»
    Takumi rimase un attimo stupito dal balzo di energia con cui la ragazza pronunciò la domanda, di sicuro il suo interesse in luoghi simili non era affatto scarso. Sorrise appena, quella strana conversazione a cui aveva dato inizio poco tempo fa si stava rivelando più piacevole del previsto.
    «Scambio equo, eh?»
    Era piuttosto divertito dalla piega che aveva preso la situazione, ormai la tensione si era senz’altro alleviata, e Swan aveva iniziato una simpatica contrattazione.
    «Affare fatto»
    Fece come per sistemarsi la cravatta, cercando di imitare al meglio un uomo d’affari dopo un importante acquisto.
    Dalla tasca della felpa tirò fuori il cellulare e cliccò sull’icona delle mappe online, cercando di riconoscere dalla carta le varie strade. Dopo qualche istante di ricerca finalmente lo trovò, un vecchio palazzo abbandonato, ancora non abbattuto. Voltò lo schermo in direzione della ragazza, mostrando il luogo indicato con la solita freccetta rossa.
    «Ecco qua, è nel distretto di Katsushika, a qualche chilometro dal parco Mizumoto»
    Il piccolo riquadro in alto a destra del display mostrava la foto del luogo, per chiunque la guardasse poteva sembrare un edificio malconcio e trascurato, ma Takumi sperava che la ragazza potesse coglierne il suo valore.


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    Nickname: Bakadesu
    Prestavolto: Matoi Ryuuko (Kill la Kill)
  6. .

    TAKUMI FUJIMOTO
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    20 Y.0.

    La ragazza aveva ragione, dall’alto Tokyo non sembrava quasi più la stessa. Da quella distanza potevano immaginare di vivere una vita normale, senza che le loro abitudini alimentari rischiassero di condannarli. Per quanto stupido potrebbe sembrare, uno dei sogni più grandi di Takumi era quello di poter mangiare assieme ai suoi amici in totale tranquillità.
    «Sono pessimo negli scatti. Più che fotografia, mi interesso com’è fatta la macchina fotografica, o altri apparecchi elettronici.»
    Rise alla battuta, portando una mano dietro la testa per grattarsi la nuca. Quando provava a fare una foto la maggior parte della volte veniva mossa o aveva un qualsiasi altro difetto che rendeva l’opera in qualche modo sgradevole. Inoltre l’attrezzatura che utilizzava non era delle migliori, il suo cellulare non era di certo uno strumento professionale. Le uniche volte che aveva provato una macchina fotografica degna del nome erano quando doveva ripararne qualche componente per il negozio in cui lavorava, e lì i soggetti si limitavano ai muri della stanza in cui era.
    «Però sono un esperto in palazzi abbandonati»
    Sbottò con tono scherzoso, non era totalmente falsa quell’affermazione. Gli piaceva esplorare dei posti disabitati, gli facevano provare quella leggera paura di trovare un qualcosa di paranormale, come un fantasma in un vecchio parcheggio deserto.
    «Hey, non è che posso vedere qualche tuo scatto? Ho un debole per i paesaggi urbani, come avrai capito»
    Era curioso di vedere qualche foto fatta dalla ragazza, d’altronde aveva detto che faceva foto da altezze notevoli, non poteva non essere curioso.


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  7. .

    TAKUMI FUJIMOTO
    STUDENT/PART-TIMER
    20 Y.0.

    «Sì, in effetti non hai tutti i torti.»
    Il suo tono sembrava quello di un ladruncolo che ammette un crimine, se non fosse che concluse la frase con una breve risata.
    In un mondo dove i ghoul sono ricercati come pericolosi criminali, il consiglio che gli diede era uno di quelli che ti senti ripetere continuamente se sei uno di loro, la propria identità doveva rimanere segreta. Ma alla fine, per quanto imprudente fosse stato, un nome era sempre solo un nome, no? Non gli aveva certo dato l’indirizzo di casa o simili, poteva vantare ancora di una certa dose di anonimato.
    «Non credo sia banale, anzi lo trovo molto bello. Dà una sorta di tranquillità.»
    Non amava gli alias macabri o spaventosi che certi suoi simili avevano, per uno come lui, che preferiva una serena convivenza tra gli umani, non erano altro che un grido di supremazia dei ghoul.
    «È un po’ eccentrica, però mi piace lo stesso»
    Non era l’oggetto in sé che lo rendeva speciale, ma i ricordi che lo impregnavano. La madre gliel’aveva donata prima della sua partenza per Tokyo, ed adesso era uno dei pochi ricordi che gli restavano della donna. Omettè questo dettaglio, non tanto perché gli avrebbe causato tristezza, solo che una vocina nella testa gli disse che sarebbe stato meglio se fosse stato zitto. Aveva già rischiato abbastanza con il nome, dare altre informazioni forse sarebbe stato un po’ eccessivo.
    «Beh, chi lo sa? Magari avrebbe ragione»
    Il tono scherzoso gli fece scappare un risolino. Era incredibile come con il passare degli anni molte convinzioni, come molti riti e tradizioni, erano state screditate con tanta facilità, mentre altre, per quanto fantasiose e impossibili, continuavano a resistere imperturbabili nel tempo. Si considerava una persona fedele alla scienza, eppure era affascinato da come certe cose sembravano accadere secondo un qualche collegamento che superava i confini fisici, come se fosse stato deciso fin dal principio.
    «Sì… cioè no, non qui qui, ma a volte mi piace stare su questi palazzi. Da quassù il mondo sembra così distante, lo trovo un posto molto tranquillo»
    Come tutti anche lui aveva bisogno di fuggire dalla realtà. Chi ascolta della musica, chi legge, chi gioca ai videogiochi e chi guarda la tv, ma quando sei una persona come Takumi, niente di tutto ciò sembra mai sufficiente. Aveva bisogno di allontanarsi fisicamente da tutto, per poter staccare la mente dai pensieri.
    «Tu invece? Sei qui per quella?»
    Indicò l'aggeggio che la ragazza portava al collo, chi si portava in giro una macchina fotografica se non per scattare una foto?


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    TAKUMI FUJIMOTO
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    20 Y.0.

    La ragazza si avvicinò, non troppo, probabilmente voleva mantenere una certa distanza di sicurezza. Forse un pizzico di imprudenza da parte di Takumi le aveva permesso di fidarsi un po’ di più.
    La preoccupazione di lei gli fece scappare una piccola risata, anche se aveva avuto ottime ragioni per allarmarsi.
    «Sì, anche io ho un alias. È “Tsuru”, se ti interessa»
    La sua voce aveva assunto un colorito più allegro e la bocca, nascosta dal tessuto, si piegò in un sorriso divertito.
    Anche la ragazza gli rispose, con una voce piuttosto timida.
    «Significa cigno, giusto?», spiccò, rimembrando le lezioni di inglese fatte all’università.
    «In effetti la tua maschera sembra proprio fatta da piume»
    Lo disse con un tono meravigliato, forse un po’ infantile, proprio come un bambino Takumi riusciva a stupirsi per qualsiasi cosa, anche la più banale.
    Notò che anche la ragazza sembrava più tranquilla, non si aspettava certo che gli avrebbe rivelato il nome, non tutti sono così avventati (o stolti), ma gli parve di riuscire ad intravedere un sorriso sulla parte di viso lasciata scoperta.
    «Grazie» disse, lanciandole un occhiolino, un piccolo segno di complicità, senza alcuna intenzione.
    Si avvicinò al bordo del palazzo, sotto di lui le persone si godevano la serata, divertendosi nei numerosi e vari locali del quartiere. A Takumi non erano mai piaciuti particolarmente i luoghi tanto rumorosi e affollati, li considerava soffocanti e troppo confusi per potersi divertire per davvero. Una volta era andato con degli amici in una discoteca, era tornato a casa con uno dei mal di testa più forti che avesse mai avuto, tanto da fargli giurare di non metterci più piede.
    Dopo qualche istante, riprese a parlare.
    «Sono entrambi uccelli, i nostri nomi intendo»
    Inspirò l’aria fresca, gustando quei pochi attimi di silenzio.
    «Anche la mia maschera ha dei motivi simili, è un po’ più colorata ed ha una gru sopra, però ecco, hanno pur sempre qualcosa in comune»
    Fece un largo sorriso alla ragazza, augurandosi che riuscisse a recepirlo pur essendo nascosto sotto alla bandana.


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    Edited by bakadesu - 9/7/2021, 21:07
  9. .

    TAKUMI FUJIMOTO
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    20 Y.0.

    La ragazza lo scrutò per qualche istante, prima di parlare nuovamente. L’intento di Takumi era più o meno riuscito, ma la pesantezza dell’aria non era ancora svanita completamente.
    «No, sono solamente venuto qui, non so se ci sia qualcuno che controlla questo posto »
    Evidentemente anche lei non ne era a conoscenza ed il ragazzo era quasi certo che non avrebbe voluto combattere, se non per la sua sopravvivenza. In fin dei conti immaginava che dietro la maschera bianca si nascondeva una giovane ragazza e dai modi non sembrava essere un tipo aggressivo. Anche lui era sempre stato attento a non causare fastidi ad altri ghoul e purtroppo gli era già capitato di entrare nel territorio di un suo simile particolarmente aggressivo, ma come il suo istinto gli aveva sempre suggerito, preferiva filarsela piuttosto che rischiare di lasciarci le penne.
    Anche la ragazza aveva scelto il tetto di questo palazzo per la stessa ragione del ragazzo, a cui le parole risuonarono stranamente nelle orecchie. Fu come sentire i propri pensieri al di fuori della testa, espressi con una voce del tutto diversa rispetto a quella che parla all’interno del cranio.
    Impiegò dieci secondi buoni a realizzare il significato della frase, poi si destò dallo stato di leggero sbigottimento e aprì la bocca.
    «Sì, e-esatto»
    Subito dopo fu pervaso da un’ondata di allegria, può sembrare esagerato in effetti, ma è solito di Takumi esaltarsi per ogni piccola cosa. Per lui in quel momento una piccola connessione si era instaurata fra sé e la ragazza.
    «Non mi sono ancora presentato, io sono Takumi»
    Ancora una volta le parole gli uscirono spontaneamente di bocca, ma non se ne preoccupò troppo. Sapeva che rivelarle il nome non era stata una mossa prudente, anzi probabilmente era una della cose più incoscienti che avrebbe potuto fare, ma qualcosa gli diceva che poteva fidarsi di quella ragazza.


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    TAKUMI FUJIMOTO
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    20 Y.0.

    La figura fece un salto dallo spavento, quasi rischiava di cadere verso il lontano suolo. In effetti presentarsi così di sorpresa non era stata una grande idea, se aveva sperato di poter iniziare una conversazione, il progetto era fallito ancora prima di cominciare.
    Non potevo andarmene via e basta? si rimproverò. Eppure i suoi piedi erano piantati al suolo e le gambe immobili dall’intensa ansia provata poco prima.
    Provò a scrutare qualche particolare, ma la sagoma era ben camuffata. Il corpo minuto era vestito da indumenti larghi e davanti al viso era posta una maschera bianca, con decorazioni simili a piume, e gli occhi erano nascosti dietro quelle che sembravano essere delle lenti scure.
    Solamente quando parlò, Takumi capì che il ghoul incappucciato era una giovane ragazza, evidentemente spaventata, vista l’insicurezza nella voce. Il suo corpo era visibilmente irrigidito e la mano stringeva con forza il tubo metallico della gru. Sembrava anche voler coprire con una mano la macchina fotografica che teneva al collo, perché mai avrebbe voluto proteggere un oggetto del genere?
    Sentì il suo cuore riprendere a battere a ritmo regolare, lo sgomento della sua simile lo aveva calmato, evidentemente non aveva intenzioni ostili.
    «Scusami, non volevo spaventarti»
    Il ragazzo cercò subito di allentare la pesante tensione che si era formata, alzando spontaneamente le mani in segno di resa. Portò il suo corpo indietro di qualche passo, tanto per tranquillizzare ulteriormente la ragazza.
    «Scusami ancora, quando vengo qui di solito non c’è nessuno» aggiunse, inclinando leggermente la testa verso il basso e puntando gli occhi verso il cemento, con aria pentita. Probabilmente anche lei stava cercando un posto tranquillo, dove poter restare da sola, e lui l’aveva brutalmente interrotta.
    Perché sei ancora qui?! Vattene e lasciala in pace.
    In effetti sarebbe stata la cosa più saggia da fare, ma forse la natura sociale del ragazzo lo aveva costretto a spiccare parola, anche in un momento poco opportuno come quello. Più o meno come un cane non può fare a meno di scodinzolare quando è contento.

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    TAKUMI FUJIMOTO
    STUDENT/PART-TIMER
    20 Y.0.

    Alzò lo sguardo dal pesante libro e controllò il display elettronico della sveglia posta sulla scrivania, le luci dietro lo schermo segnavano le 22.53. Si gettò sullo schienale della sedia reclinabile, sbuffando rumorosamente. Era ormai già da un’ora che non riusciva a concentrarsi sul testo, i suoi occhi passavano i caratteri stampati sulla carta senza riuscire a comprenderne il significato.
    «Perché fra tutto ho dovuto sciegliere Ingegneria Elettrica?» si chiese con tono spossato, lanciando uno sguardo seccato al segno rosso sul calendario. Fra meno di un mese avrebbe avuto un esame di Automatica, e per quanto amasse la facoltà che aveva scelto, detestava studiare quasi ogni parte teorica. Non era il tipo da ripetere fiumi di parole a memoria, preferiva imparare con la pratica, accompagnata da tutti i successi e fallimenti che ne potevano seguire. Si alzò dalla sedia e gironzolò per l’appartamento disordinato, per sgranchirsi un po’ le gambe dopo aver passato qualche ora chinato sui libri.
    Si fermò davanti alla finestra a fissare ciò che si trovava dietro al vetro. Non perché la visuale fosse mozzafiato, anzi poteva vedere solo la strada sotto la sua abitazione, dove correva ancora qualche automobile, e le luci dei condomini dall’altro lato della carreggiata che si stavano spegnendo con l’avanzare della notte. All’improvviso un’idea gli balenò nella mente. Gettò un’occhiata al grosso volume ancora aperto sul tavolo, poi si precipitò fuori dalla porta. Aveva bisogno di rilassarsi, di separarsi per un po’ da quello che era il mondo. Il suo cervello funzionava la maggior parte delle volte in questo modo, casuali e inaspettati picchi di energia, che ogni volta scaricava in modo diverso.
    Si infilò in un vicolo ed, al riparo da occhi indiscreti, si arrampicò sul tetto dell’edificio. L’aiuto del buio gli permise di non farsi notare dai passanti che camminavano una decina di metri più sotto, tuttavia sapeva il rischio stava correndo. Mise istintivamente la mano nella tasca della comoda felpa, come per afferrare la maschera, ma un brivido gli percorse la schiena quando si accorse di averla lasciata nella sua abitazione. Decise di coprirsi il capo con il cappuccio e legarsi la bandana che portava in fronte per coprire alla mano peggio la parte del viso al di sotto del naso. Di certo non un camuffamento eccellente, ma almeno gli avrebbe permesso di non essere riconosciuto al primo sguardo.
    Continuò la sua corsa verso la vicina Minato, dove avrebbe potuto osservare la città da un’altezza più considerevole. Guardare la gente e le auto ridotte a minuscoli puntini, gli permetteva di sentirsi esterno al traffico e alla confusione di Tokyo. I rumori dei clacson e le chiacchiere della folla non riuscivano a raggiungerlo, il tempo pareva scorrere più lentamente e le preoccupazioni finalmente lasciavano la sua testa, consentendogli di riuscire a non pensare a niente. Sarà anche una persona estroversa e socievole, ma amava godersi quei momenti di estrema solitudine e tranquillità.
    Intravide un palazzo e decise che fosse abbastanza alto per potersi isolare, poi cercò di raggiungerne la cima, stando ben attento a non cadere.
    Mentre giungeva sul tetto pregustava la fresca brezza primaverile che lo avrebbe accolto, ma una volta arrivato il respiro gli si fermò quando intravide una figura che gli dava le spalle, sul braccio di una gru poco distante. L’iniziale agitazione si placò una volta che si accorse della minutezza della sagoma, che stava armeggiando con qualcosa nascosto dalla vista di Takumi. Forse l’istinto, forse un brutto scherzo dell’ansia, prima che il ragazzo potesse accorgersene, le parole uscirono incontrollate dalla sua bocca.
    «Hey» disse con tono insicuro, come se volesse constatare che chi stava davanti a lui fosse reale.

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    Edited by bakadesu - 31/5/2021, 10:11
  12. .
    Buonsalve persone! Sono Fabrizio, chiamatemi come più vi pare e piace, ormai ho un'elenco innumerabile di soprannomi ;) . Comunque aiuto, ho sempre un po' di paura nel presentarmi, però dai cerco di farlo nel modo più solare possibile. Che dire? Ho 17 anni, so di essere più piccolo della media dell'età nei forum e devo ammettere che anche questo mi dà un po' di paura -uwu-; dicevo, bazzico tra gdr by chat e by forum da ormai 3 anni e improvvisamente mi è venuta un sacco di voglia di ricominciare. Poi bho, mi interessano un sacco anime e manga, che guardo da quando ero uno scricciolo di 12 anni, mi piace un sacco la musica, leggere e, perché no, anche scrivere. Non sono un tipo solitario, anzi mi piace un sacco stare in compagnia. Ah, e faccio anche scout. Mi interessano le culture estere e mi piace imparare nuove lingue (ma non faccio il linguistico, perché sono una frana in inglese ihihih). Studio in un liceo scientifico e sto finendo la terza, ma non so ancora cosa fare, nonostante abbia una miriade di idee per la testa. E bho, basta, credo. Sono un sacco felice e spero di non starvi antipatico fin da subito. :))

    P.S. ho un'altra domandina, ho visto che avete un gruppo telegram, perciò mi chiedevo...posso entrare liberamente o è tipo un'area riservata e rischio la morte entrandoci?
12 replies since 5/5/2021
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