A pranzo con un collega

[CONCLUSA] Akihiro Nakamura & Sora Yukimura | Mensa della CCG | 14/01/2019 (Dalle 12:30)

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    Quel giorno non era particolarmente diverso da tutti gli altri giorni in cui avevo la mattinata libera. Passai quasi tutto il tempo a rileggere per l'ennesima volta quel libro dove era raccontata in sostanza tutta la vita della divinità greca Dioniso. Era uno dei miei dei greci preferiti, se non il preferito in assoluto, mi piaceva molto la sua storia, in particolare la sua nascita nel tutto inusuale. In breve, Zeus era solito passare le notti con questa ennesima amante di nome Semele, il frutto di questi incontri fu il concepimento di un figlio. Purtroppo a causa della gelosia della moglie di Zeus, Era, quest'ultima ingannò l'amante del marito facendole promettere a Zeus di mostrargli la sua vera forma. Tuttavia la forma divina è qualcosa che un essere umano non può sopportare e quindi Semele fu carbonizzata, tuttavia Zeus riuscì a salvare il figlio che era in grembo da tre mesi, facendoselo impiantare nella coscia e dopo tre mesi Dioniso nacque perfettamente formato. Di certo questa è una storia molto particolare che quando lessi la prima volta, mi rimase in testa.
    Dopo aver finito la mia classica lettura, mi sedetti comodamente sulla sedia della mia scrivania ed aprì il frigobar che avevo in camera, tirando fuori una bottiglietta d'acqua fresca. La sorseggia per un po' mentre osservavo l'esterno dalla finestra nella mia camera. Quel giorno nevicava e sorrisi ripensando ai quei giorni passati all'orfanotrofio della CCG, insieme agli altri orfani giocando con la neve. Certo, ora non mi interessano più quelle attività e in quel momento fui anche felice di non avere una macchina e la patente, non invidiavo proprio quelle persone che dovevano affrontare le strade completamente innevate.
    Quando finii la bottiglietta, guardai l'orologio sul muro della mia stanza, erano quasi le 12 e mezza.
    "Ho fame..."
    Mi avvicinai all'armadio e presi una maglietta nera, un paio di pantaloni dello stesso colore e la mia lunga giacca che al contrario di quasi tutti i miei colleghi che la portavano bianca, io la portavo verde. Più tardi, circa verso le 14, avrei dovuto essere in servizio e quindi decisi di andare a pranzo con i vestiti già pronti. Quando uscì dalla mia stanza, mi accorsi che non avevo preso la mia cravatta bianca, quindi rientrai e la presi. Già una volta alcuni miei superiori mi avevano rimproverato per la giacca verde e quindi non avevo alcuna intenzione di prendermi un'altra ramanzina per aver dimenticato una cravatta.
    Arrivato nella mensa vidi che era molto piena come al solito e quindi mi misi subito in fila per prendere da mangiare, osservai il menù del giorno, non c'era niente di particolare, decisi di prendere degli spiedini di pollo con salsa teriyaki e una bibita. Una volta messo tutto il cibo su un vassoio, lo presi e andai subito alla ricerca di un posto, magari un tavolo non troppo affollato per poter mangiare in pace. Trovai un tavolo vicino all'uscita con una metà occupata da quattro persone, io mi sedetti dall'altro capo, da solo, dando solo uno sguardo veloce a quei quattro che stavano mangiando e parlando insieme, lo stesso fecero loro con me, però quasi immediatamente sia io che loro tornammo ad ignorarci.
    "Beh, che dire... Buon appetito!"

    « We have nowhere to return to. But... We do have a destination. We'll get there together. »

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    Era una splendida mattinata, il sole stava per sorgere e le nuvole lo stavano per accogliere con un lungo abbraccio che sarebbe durato fino all'arrivo del vento. Si stava alzando, si riusciva a vedere se si allungava lo sguardo verso l'alto, era lì, quella maestosa stella che brillava così vistosamente quando nessuno poteva osservarla. Stavo dormendo, dopotutto erano le 5:00 quando il sole stava sorgendo; non potevo di certo svegliarmi così presto per vedere una stella. Mi svegliai alle 10:00 e notai subito che era un giornata particolarmente fredda lì a Tokyo, avevo la mattinata libera e decisi di sfruttare quel periodo per diventare più forte ed il numero uno, così, accesi il computer sulla scrivania e inziai a giocare a "Naruto Shippuden Ninja Storm 4" un'ultima uscita che di certo non mi potevo perdere; il tutto iniziava con due ninja di nome Madara e Hashimara che stavano combattendo su una pergamena, quest'ultima raccontava la storia dei due personaggi. Dopo aver utilizzato Hashirama riuscii a vincere e finalmente iniziò la vera storia principale: la storia di Naruto Uzumaki. Dopo aver giocato due orette il mio stomaco iniziò a fare strani discorsi filosofici sull'alimentazione, non avendo fatto colazione la sua "voce" divenne anche più forte. Era mezzogiorno, mi ero appena scollato dal mio adorato computer per andare in mensa a sgranocchiare qualcosa; stavo per uscire dalla mia stanza quando mi accorsi che ero ancora in pigiama. Andai in bagno per lavarmi e per sciaquarmi la faccia e i denti, inseguito presi dal mio armadio la solita tuta colore cobalto e la indossai, successivamente mi misi gli stivali marroni e la sciarpa grigia. Ero decisamente pronto ad affrontare la giornata, quando pensai se fosse stato il caso di mettersi i vestiti della CCG arrivati pochi giorni prima.
    Sarà il caso di indossarli? pensai. Nooo, e poi questa tuta è troppo comoda! Perché privarmi di questo lusso?
    Uscii dalla mia stanza e iniziai a navigare in cerca di quella fantomatica stanza, chiamata mensa. Mi persi, il senso dell'orientamento non è mai stato il mio forte, camminavo camminavo ma magicamente ero sempre al punto di partenza. Dopo ormai quindici minuti di ricerca trovai una sottospecie di cartello che indicava la posizione della sala da pranzo, il mio stomaco mi implorò di correre ed io lo ascoltai. Entrai con tutta la furia di questo mondo, ero come un toro che correva contro una tovaglia di colore rosso. Ero nuovo, un ragazzo che si era appena diplomato all'accademia ed avevo già catturato l'attenzione di alcune persone che si trovavano lì dentro; probabilmente erano confusi dal mio abbigliamento, pensai. Mi avvicinai al bancone dove veniva servito il cibo e ordinai una ciotola di ramen, una ciotola di katsudon, dieci sashimi di salmone e dieci di gambero ed infine due taiyaki. Dopo aver preso tutto il necessario mi accorsi che mi sarebbe servito un posto dove sedermi, scrutai ogni tavolo e vidi non poco lontano da una porta: una ragazzo, lo notai per il suo strano camice color verde che si distingueva dalla massa; mi avvicinai e gli chiesi: Ti dispiacerebbe se mi sedessi qui? non aspettai neache la risposta del mio interlocutore che dissi: Grazie! Mi sedetti, pronto a divorare il mio pranzo. Buon Appetito!

    È il mio sogno... ecco perché non mi importa morire per esso.

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    La mia attenzione era completamente rivolta ai miei spiedini di pollo, bagnati con la salsa teriyaki, erano davvero buoni per essere stati cucinati in una mensa piuttosto che in un ristorante.
    «Ti dispiacerebbe se mi sedessi qui?»
    «Eh?»
    «Grazie! Buon Appetito!»
    Non feci nemmeno in tempo ad alzare lo sguardo che quell'individuo si sedette di fronte a me, ignorando la mia risposta che in ogni caso era già in ritardo. Lo osservai perplesso, non riuscivo a capire se mi stava prendendo in giro oppure no, in ogni caso dopo poco, sospirai e ripresi a concentrarmi sul mio piatto.
    "Fra tutti i posti vuoti, proprio qui si doveva sedere questo tipo..."
    Lo osservai ancora per un po', con un'espressione distaccata come se stessi guardando un qualche programma televisivo. Quel ragazzo doveva avere all'incirca la mia età, era vestito con una inusuale tuta blu che sicuramente lo distingueva dalla massa presente nella mensa che erano vestiti bene o male in giacca e cravatta. Quel modo di vestire mi ricordava un po' quello che facevo io, ovvero che nonostante i richiami continuavo ad indossare una giacca verde in servizio. Tra le varie cose notai anche che rispetto a me, aveva preso una quantità enorme e variegato di cibo, a dire la verità vedendo quella scena mi venne la voglia di ordinare qualcos'altro uno volta finito gli spiedini di posso.
    "Vedendolo mangiare mi è venuta ancora più fame."
    Passarono i minuti e nessuno dei due aprì bocca, fu in quel momento che decisi di iniziare una piccola conversazione, normalmente mi sarei fatto gli affari miei, però quel tipo era sbucato dal nulla con una tuta da ginnastica e con un sacco di cibo, in sostanza mi aveva incuriosito. Tuttavia anche se involontariamente mi misi a parlare col mio solito tono disinteressato e con un espressione sul volto tra l'annoiata e l'arrabbiata.
    «Per caso devi fare attività fisica?»

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    Mi ero seduto dinanzi ad un ragazzo con la pelle molto più scura rispetto alla mia, indossava una giacca verde ed i suoi capelli sembravano essere di color argento. Divoravo in fretta e furia tutto ciò che avevo davanti a me, il ramen sparì in un batti baleno, poi passai ai sashimi di salmone e successivamente al katsudon. Anche se non lo facevo notare davo qualche occhiata al mio "collega" che sembrava ricambiare quando io meno me ne accorgessi. Notai cosa vi era nel suo piatto, sembrava che fosse a dieta, quel cibo non mi sarebbe mai bastato o molto probabilmente con quello avrei potuto saziare il mio stomaco per un paio di orette. Passarono i minuti e nessuno dei due aprì bocca ma all'improvviso ecco uscire dalle labbra del mio interlocutore la seguente frase: Per caso devi fare attività fisica? Lo guardai attentemente: il suo sguardo era fermo, colmo di serietà e fermezza. Finii la mia ciotola di katsudon, ripresi fiato e risposi urlando:
    Hahahahahahaha! Questa è una battuta fantastica! Hahahhaha, comunque no..è la mia divisa da investigatore. Non trovi che sia fantastica?
    Molte persone girarono nuovamente lo sguardo verso di me e notarono anche con chi stessi parlando. Mi avvicinai a lui e sussurai:
    Psssst..Non credi che loro siano delle pedine? Sono tutti vestiti uguali! Mi confondono!
    Ritornai al mio posto e iniziai a mangiare i rimanenti sashimi di gambero. Il paesaggio che circondava il nostro tavolo non era dei migliori, qualcuno bisbigliava, altri si chiedevano come fosse stato possibile che uno stupido come me fosse riuscito a superare l'accademia.

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    Quel tipo stava davvero mangiando come se non lo facesse da un mese! In men che non si dica, sia la ciotola con il ramen che quella con il katsudon erano state svuotate.
    «Hahahahahahaha! Questa è una battuta fantastica! Hahahhaha, comunque no..è la mia divisa da investigatore. Non trovi che sia fantastica?»
    "Ma qual'era la battuta!? E poi perché sta facendo tutto questo baccano così all'improvviso!?"
    «Psssst..Non credi che loro siano delle pedine? Sono tutti vestiti uguali! Mi confondono! »
    "Ma di che diavola sta parlando adesso!?"
    ammetto che non mi sarei mai aspettato una parlantina del genere, non solo si era messo a urlare, tanto che molti dei presenti si girarono a vedere quale fosse la causa di quel baccano. Rimase immobile, in silenzio e con un'espressione da ebete sul volto, di certo non era una propriamente normale, ma ormai ci ero finito dentro e non potevo di certo alzarmi e andarmene, quindi cercai di ignorare la stramba situazione.
    "Va beh... pazienza... Quelli là si stancheranno prima o poi di fissarci e di bisbigliare tra di loro."
    «E quindi sei un investigatore? Lo sono anch'io. Piacere, Nakamura... Akihiro Nakamura, investigatore di secondo grado.»
    Dopo essermi presentato almeno decentemente, portai in avanti la mano destra per stringere la mano al mio nuovo compagno di pranzo. Poi aspettai che anche lui si presentasse, in realtà avrei continuato il discorso anche se non si fosse presentato.
    «E quindi quella tuta sarebbe la tua divisa? Interessante, però occhio, alcuni superiori qui non sono molto propensi a concedere libertà sul vestiario. Credimi ne so qualcosa.»
    Mentre attendevo l'inizio di quello che sarebbe potuta diventare una lunga chiacchierata, finì di mangiare i miei spiedini di pollo, perfino la salsa teriyaki era finita e non ne rimaneva altra se non qualche goccia in fondo alla ciotola. In seguito feci un sorso della mia bibita.

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    Aspettavo una risposta dal mio interlocutore, nel mentre continuavo a mangiare i sashimi di gambero ed una volta finiti passai ai taiyaki. Lo sguardo del ragazzo dinanzi a me era davvero complicato da analizzare, assumeva sempre la stessa forma e dedurre cosa stesse pensando in quei frangenti di secondo, era impossibile.
    Cosa starà mai pensando?
    I taiyaki finirono ed io rimasi senza cibo, il mio stomaco non era ancora del tutto pieno così mi alzai dalla sedia ed iniziai a correre per ordinare un'ultima ciotola di ramen. Tornai a sedermi e ascoltai cosa aveva da dirmi il ragazzo con il cappotto verde.
    E quindi sei un investigatore? Lo sono anch'io. Piacere, Nakamura... Akihiro Nakamura, investigatore di secondo grado.
    Sospirai e senza pensarci due volte risposi:
    Si, sono un investigatore di secondo grado anche io. Piacere Sora Yukimura! Puoi chiamarmi Sora, qui vedo che molte persone si chiamano per cognome e vorrei evitare..
    Dopo essersi presentato, il mio interlocutore porse la mano destra in avanti per cercare di stringere la mia; decisi di battere il cinque e poi chiudere la mano in un pugno. Successivamente enunciò una seconda domanda:
    E quindi quella tuta sarebbe la tua divisa? Interessante, però occhio, alcuni superiori qui non sono molto propensi a concedere libertà sul vestiario. Credimi ne so qualcosa.
    Mi misi a ridere più forte che mai e dopo due minuti riuscii di nuovo a parlare normalmente.
    Hahaha, sei fantastico. La mia superiore è molto severa ma ciò non toglie che io in missione debba stare comodo, non trovi? E poi guarda...questa tuta è fantastica! Nel mentre senza accorgermene salii sul tavolo, dove stavamo pranzando, e mi misi in posa. Quando disse di sapere qualcosa per quanto riguarda il vestiario, capii subito che il suo cappotto verde non era visto di buon gusto dai suoi superiori.
    Capisco l'ordine e l'obbedienza ai superiori ma perché, nel tuo caso, rinunciare a quel cappotto verde così figo?!

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    Quel ragazzo aveva appena finito tutto il suo cibi, quindi si alzò ed andò ad ordinarne dell'altro, forse dopo l'avrei fatto anch'io. Quegli spiedini di pollo erano si buoni, però non avevano in alcun modo placato la mia fame.
    «Si, sono un investigatore di secondo grado anche io. Piacere Sora Yukimura! Puoi chiamarmi Sora, qui vedo che molte persone si chiamano per cognome e vorrei evitare..»
    «Come preferisci... Se ti va anche tu puoi chiamarmi semplicemente Akihiro.»
    Quando allungai il braccio per stringerci la mano, non mi aspettavo che Sora mi battesse il cinque per poi fare un pugno. Arrivati a quel punto non ci feci più di tanto caso e semplicemente continuai la conversazione tranquillamente.
    «Hahaha, sei fantastico.»
    "Non capisco se lui vede battute dove non ci sono, oppure sono davvero io che non le faccio senza accorgermene..."
    «La mia superiore è molto severa ma ciò non toglie che io in missione debba stare comodo, non trovi? E poi guarda... questa tuta è fantastica!»
    Annuì semplicemente, mi trovavo d'accordo su quello che diceva. Va bene durante le manifestazioni ufficiali in cui bisogna vestirsi in un certo modo, ma almeno durante le missioni si dovrebbe avere la libertà di vestirsi come si desidera, ovviamente mantenendo sempre la serietà.
    «Capisco l'ordine e l'obbedienza ai superiori ma perché, nel tuo caso, rinunciare a quel cappotto verde così figo?!»
    «E infatti chi ha mai detto che ci rinuncio... Ora scusami vado ad ordinare qualcos'altro.»
    Mi alzai dal tavolo e andai a prendere qualcosa. Poco dopo tornai a sedermi al tavolo con un piatto di ramen ed ancora una volta qualche spiedino di pollo. Erano davvero buoni.
    «Presumo che tu abiti qui nel dormitorio, o sbaglio? Io abito in questo posto da praticamente tutta la vita, ci sono cresciuto dentro. Tuttavia non vedo l'ora di andarmene a vivere per i fatti miei.»

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    Passavano i minuti e presto sarei dovuto andare in missione. Mi presentai a dovere e chiesi al mio interlocutore se non fosse stato un problema se lo avessi chiamato per nome; egli non sembrò farci molto caso e si limitò ad acconsentire. Nel mentre la discussione continuava, Akihiro mi esponeva la sua opinione sul vestiario, probabilmente era d'accordo con quello che io precedentemente dissi, lo si poteva evincere dal suo sguardo. Mi disse che non avrebbe rinunciato al suo cappotto verde così facilmente, fui particolarmente contento della risposta che urlai per poi continuare a mangiare; ero quasi pieno, avevo mangiato un bel po'. Una volta che Akihiro finì di rispondere alle miriade di domande e risposte che gli porsi si alzò per ordinare qualcos'altro da sgranocchiare e una volta finito tornò a sedersi; successivamente mi chiese se io abitassi qui nei dormitori messi a disposizione dalla CCG. Non feci in tempo a rispondere che continuò la frase dicendomi che lui non è mai stato in una casa che non fossero questi dormitori; rimasi di stucco da quella affermazione, i moltiplici pensieri che si stavano crendo nel mio cervello vagavano nel nulla, bastava "acchiappare" quello più attendibile e verosimile per capire cosa gli fosse successo.
    Si Abito qui! Mi sono trasferito da poco, precedentemente vivendo nella terza circoscrizione. Tu non sei mai vissuto in una casa?! Sei sempre stato qui dentro?! Se ti va mi potresti dire il motivo? Quindi tu conosci tutta la pianta dell'edificio?? Risposi alla domanda del mio interlocutore con un tono di voce particolarmente alto.
    Dimmi un'ultima cosa..perchè ti trovavi da solo prima che io arrivassi, faresti ridere tutti con le strabilianti battute che fai! Hahhahahah ti prego smettila! Continuai a ridere a crepapelle, non vi era un motivo valido ma guardare Akihiro perplesso, anche se non si notava benissimo: aveva sempre lo stesso sguardo, mi faceva sbellicare dalle risate, era più forte di me.

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    Alcuni aspetti del carattere di Sora mi erano più chiari dopo quella chiacchierata e di una cosa sonno certo, lui non certo un tipo silenzioso. Ormai mi ero abituato al suo tono di voce alto e quindi ci passavo sopra ogni volta che urlava o rideva tanto da farsi sentire da chiunque all'interno della mensa.
    «Si Abito qui! Mi sono trasferito da poco, precedentemente vivendo nella terza circoscrizione. Tu non sei mai vissuto in una casa?! Sei sempre stato qui dentro?!»
    «La terza circoscrizione? Non ci sono mai stato, com'è? Ad ogni modo, sì, non ho mai vissuto in una casa, o meglio, ci vissi un tempo, ma ero troppo piccolo per ricordare.»
    «Se ti va mi potresti dire il motivo? Quindi tu conosci tutta la pianta dell'edificio??»
    «Scusami ma ci sono certe cose di cui al momento non ho proprio voglia di parlare. In realtà non conosco tutto l'edificio, tuttavia mi so orientare abbastanza bene...»
    Ogni tanto nella chiacchierata che stavamo conducendo, capitava che Sora si mettesse a ridere per delle presunte battute che io avevo fatto, cosa che io non ricordavo. In quel momento però mmi venne effettivamente la voglia di fare una battuta e quindi sorrisi.
    «Beh almeno non mi sono mai perso per la strada dal mio appartamento fino alla mensa.»
    Chissà se si sarebbe effettivamente messo a ridere. Non ero mai stato un campione di comicità, però come tutti ogni tanto anch'io riuscivo a dire delle piccole perle.
    Mentre la discussione continuava io terminai anche il resto del cibo che avevo ordinato, poi osservai l'orologio che portavo sul braccio sinistro, erano le 13 e mezza, avevamo passato praticamente un'ora a parlare e mangiare. Mancava ormai poco all'inizio del mio turno, quindi da lì a poco io e Sora ci saremmo dovuti salutare.
    «Dimmi un'ultima cosa..perchè ti trovavi da solo prima che io arrivassi, faresti ridere tutti con le strabilianti battute che fai! Hahhahahah ti prego smettila!»
    "Se lo dice lui..."
    A questo giro la risata di Sora si protrasse per molto più rispetto alle altre volte, pensai quasi che non si sarebbe mai fermato.
    «Non c'è un motivo particolare. Semplicemente mi sono seduto al primo posto libero che ho trovato. Inoltre a me piace mangiare da solo nella mia tranquillità.»

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    Chiesi varie informazioni sul suo conto per capire il più possibile con che tipo di persona io stessi discutendo. Capii che era un ragazzo simpatico in fondo, egli cercava di coprire qualcosa di profondo ma non si sapeva cosa; il suo sguardo era quasi sempre lo stesso e capii inoltre che adorava il suo cappotto verde. Egli mi chiese come fosse la terza circoscrizione e mi disse che non abitò mai in una casa se non da piccolo ma così piccolo da non ricordare nulla. Gli spiegai che la terza circoscrizione era davvero un bel posto, che comprendeva la città di Minato il cui nome significava “porto” data la sua posizione sul mare. Successivamente mi disse con uno sguardo apparentemente cupo, che non aveva voglia di parlare del motivo della sua permanenza in quei dormitori e inoltre non conosceva tutto l'edificio ma in compenso aveva un bel po' di orientamento; al contratio di me che non sapevo neanche dove fosse collocato il nord.
    Inaspettatamente durante quei secondi di silenzio mi fece anche una battuta: Beh almeno non mi sono mai perso per la strada dal mio appartamento fino alla mensa. Lo guardai e scoppiai dalle risate: stavo per perdere un polmone; precedentemente mi ero perso e non avevo idea di dove fosse la mensa, quindi mi rividi nella sua battuta. Il tempo passava ed entrambi finimmo di mangiare, i nostri piatti erano lucenti come se fossero stati appena lavati. Presto ci saremmo dovuti lasciare, il lavoro chiamava e nessuno poteva sfuggirgli. Molti ragazzi e ragazze nella mensa uscirono per andarsi a preparare, io decisi di chiudere quella discussione con Akihiro prima di congedarmi. Infine prima di darci il saluto mi fece capire un altro aspetto del suo carattere: lo capii grazie alla sua risposta. Non c'è un motivo particolare. Semplicemente mi sono seduto al primo posto libero che ho trovato. Inoltre a me piace mangiare da solo nella mia tranquillità. Annuii ma non devi in tempo a rispondere che dei megafoni posti in alto in quella stanza annunciarono la chiusura della mensa. Mi allontai correndo e mentre correvo alzai la mano al cielo ed urlai: Ci vediamo! Alla prossima!

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    Quel giorno al contrario della maggior parte di tutti gli altri, passai l'ora del pranzo insieme ad un'altra persona chiacchierandoci per tutto il tempo. Decisamente Sora non era una persona tranquilla, ormai ne avevo la certezza. Basti solo vedere come reagì alla mia battuta. Per un attimo mi domandai se fosse il caso di portarlo in infermeria, era diventato rosso come un pomodoro talmente tanto stava ridendo.
    Successivamente alzai lo sguardo e vidi che molte persone stavano lasciando la mensa, oramai era quasi ora, da lì a poco ci saremmo dovuti salutare per iniziare i rispettivi turni di lavoro.
    Finimmo presto di mangiare e senza che ce ne rendessimo conto, dall'altoparlante venne comunicato la chiusura imminente della mensa, quindi era ora di andare. Sora in quell'esatto momento si alzò e si allontanò correndo e salutandomi.
    «Ci vediamo! Alla prossima!»
    Io di tutta risposta sorrisi ed alzai la mano per salutarlo. Anche se non lo davo a vedere, mi era piaciuta quella conversazione e soprattutto Sora mi stava simpatico, era un tipo davvero particolare. Non nego che mi sarebbe piaciuto rincontrarlo in futuro o magari lavorare anche con lui.
    "Ora sarà meglio che vada, altrimenti le sentirò..."
    Mi alzai dal mio posto e indossando la mia giaccia verse, mi diressi verso l'uscita della mensa con un accenno di sorriso sul volto.

    « We have nowhere to return to. But... We do have a destination. We'll get there together. »

    CCG
    Gungnir (Koukaku)
    Secondo grado

     
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