Un corpo per uno...non fa male a nessuno.

[INATTIVA] Junko Tachibana & Tsukiko Kurosawa | Vicolo poco trafficato - 04/02/2019 23:00

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  1. Kanny
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    Junko Tachibana
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    I suoi denti affondarono nella carne del povero malcapitato. Poteva sentire una lieve presenza di peli, difatti aveva colpito la spalla, seguito poi dalla morbida epidermide, gonfia di sangue e deliberata dai vasi sanguigni. La pelle si era separata dalla clavicola, come un pezzo di carta appena adagiato su della colla, lentamente si distaccò dall’osso e solo il buio poteva nascondere quell’atrocità che sarebbe potuto scendere in ulteriori dettagli, ancora più macabri e profondi. Junko assaporava tutto quel tripudio di gusto sulla sua lingua e tra le allegre papille gustative, poteva assaporare tutto quel ben di dio che solo per quell’istante la portava a distaccarsi dalla sua parte umana più normale e anche da quella da ghoul più “tranquilla”. Nonostante la fame non fosse altissima, mangiava tutta quella carne umana come se fosse affamata da tempo immemore, ma in realtà era sempre così quando si nutriva. Il primo morso scatenava in lei quasi mille emozioni, scatenava una fame primordiale che nascondeva con grande parsimonia e che liberava sempre quando sapeva di sentirsi al sicuro e con la preda ben ferma e morta, come in quel caso. Se quel ragazzo fosse stato ancora vivo, sarebbe morto per il troppo dolore. Durante quell’amplesso, dopo l’assaggio della prima carne, ecco che un suono sordo e rapido la fermò dal continuare a infierire sul corpo del ragazzo. Difatti la ragazza, la fidanzata, era scappata via correndo nelle urla nel sangue che le era schizzato addosso, venendo poi fermata e dall’odore di sangue umano che arrivava dalla quasi fine del vicolo, poteva ben comprendere che un altro ghoul fosse arrivato in quel luogo. In casi come questi Junko diveniva molto attenta, come giusto che fosse, alcuni rimanevano per le proprie, senza disturbare l’altro, ad altri invece non importava a chi appartenessero le prede, si lanciavano lo stesso all’attacco e di solito erano i ghoul più irosi o dediti alla pazzia, ma anche chi non riusciva a controllare la propria fame o peggio, chi aveva paura. Per Junko tutte queste variabili non erano da sottovalutare, nonostante la persona che si fosse palesata non fosse del tutto visibile, nella mente della ragazza si stava formando un flebile pensiero di difesa, ripararsi o nascondersi, ma finché tutto rimaneva nella calma più assoluta, sapeva che avrebbe potuto evitare scontri inutili se solo avesse avuto i giusti tempismi e le giuste parole, ma ogni volto che andava a caccia, sapeva trasformare il suo carattere in qualcosa che potesse darle forza per affrontare meglio la situazione, una sorta di scudo per evitare di morire brutalmente. Dopo l’arrivo distruttivo e mortale, la ragazza rimase nel silenzio, sentendo i pochi rumori che potevano udirsi, oltre la pioggia incessante che cadeva sul suo abito da caccia e sulla sua maschera, macchiando quella sua maschera che le permetteva anche di vedere, notando ormai le varie gocce formatasi sui vetrini.
    «Non avvicinarti oltre. La ragazza che hai ucciso. Grazie per averla fermata, ma non avvicinarti.» il tono della ragazza era serio, severo, ma la minaccia che lanciava non segnalava alcuna ira, non si stava preparando ad alcun assalto, voleva semplicemente cibarsi di quell’uomo in pace. Non aveva rilasciato la sua kagune, c’era un motivo se non l’aveva ancora fatto. Sapeva che se l’avesse fatto, sarebbe stato come un segnale di pericolo per l’interlocutore, l’altro ghoul, dunque voleva evitare che lo pensasse, che quella situazione rimanesse pacifica, non sapeva ancora come sarebbe andata a finire, ma sperava soltanto che quella serata passasse, se avesse dovuto combattere, avrebbe voluto farlo a stomaco pieno, la spalla del tizio non era abbastanza a sfamarla, aveva ancora troppa fame e non voleva perdere un corpo come quello.

    Non sono un'assassina, devo semplicemente vivere. Un po' come gli umani, l'unica differenza è che i maiali non hanno una CCG anti-umani.

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