Un corpo per uno...non fa male a nessuno.

[INATTIVA] Junko Tachibana & Tsukiko Kurosawa | Vicolo poco trafficato - 04/02/2019 23:00

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  1. Antoil69
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    And the curtain fell
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    Tsukiko Hayashi Kurosawa
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    Solo la presenza della mia simile m'impediva di gettarmi sulla mia preda moribonda, che, fino a qualche istante prima, stavo quasi letteralmente mangiando con gli occhi. Avevo fame, ma, fortunatamente, non abbastanza da ignorare il pericolo intorno a me o da affrontarlo, incurante dei rischi. La lucidità, tuttavia, se ne sarebbe presto andata e, seppur con la forza, avrei fatto in modo di tenermi la preda che, seppur fosse scappata dal suo terreno di caccia, ormai era mia. Mangiare era la mia priorità assoluta e, pur di raggiungere il mio obiettivo, sarei stata disposta ad uccidere l'unica creatura vivente nel vicolo, oltre a me, a morsi. Tuttavia, non conoscendo la forza di quella mia rivale di caccia, la cautela sarebbe stata l'opzione migliore: con le giuste parole, magari, avrei anche potuto convincerla a tenersi il corpo che l'avevo vista mordere e lasciarmi mangiare il mio in disparte. Entrambe, così, saremmo tornare a casa con la pancia piena, pronte ad affrontare un mese senza cibo, se non in casi particolari.
    Avevo sentito di ghoul trovati dalla CCG in possesso di carne umana, spesso conservata in contenitori da cibo, ma consideravo quel metodo, seppur molto comodo, troppo rischioso. In primo luogo, chiunque avesse voluto tentare di conservare della carne, dopo aver ucciso un essere umano, avrebbe dovuto tagliarlo a pezzi abbastanza piccoli da stare in tali contenitori, che avrebbe dovuto portare in gran numero per averne abbastanza per un mese. Una volta superati questi due ostacoli, inoltre, il cibo avrebbe dovuto essere trasportato ed immagazzinato senza dare nell'occhio. "Non credo che serva l'addestramento della CCG per capire che, se una persona trasporta qualche decina di contenitori per cibo pieni, qualcosa potrebbe non andare..." E, poi, mangiare a poco a poco avrebbe costretto il mio simile a doversi nutrire spesso, cosa sconveniente se l'unica forma di sostentamento della mia razza è la carne umana, come quella che avevo vicino e che nemmeno un investigatore avrebbe potuto fermarmi dal divorare. Niente mi avrebbe fermato, nemmeno la ghoul che avevo davanti.
    «Non avvicinarti oltre. La ragazza che hai ucciso. Grazie per averla fermata, ma non avvicinarti.» Fu lei a rompere il silenzio. Parlò con un tono serio, ma calmo, come se non ce l'avesse con me per aver ucciso una sua preda. Anzi, mi ringraziò anche per averla fermata. "Meglio così." Pensai, sollevata ma non troppo: la sua implicita dichiarazione di non-ostilità sarebbe stata ricambiata, se fosse stata vera, ma non potevo sapere se lei davvero non volesse attaccarmi. Scrutai la figura, mentre lei parlava: il vicolo era buio, ma avrei potuto individuare una kagune, se abbastanza estesa. Non vidi nulla spuntare dalla schiena della ragazza, forse perché non l'aveva tirata fuori o, forse, perché non era molto visibile. Nella penombra, sarei stata in grado di vedere una kagune come la mia o quella di Ichigo senza problemi, ma, a meno che non fossero su un asse parallelo a quello del corpo del portatore, avrei avuto difficoltà a notare un tentacolo o un coda, magari avvolti sulle gambe della ghoul. Decisi di assecondare la volontà della ragazza non perché ne avessi chissà quale paura, ma perché ciò sarebbe stato conveniente se non per entrambe, almeno per me.
    Tutto stava andando relativamente bene, ma non ero ancora sicura del fatto di potermi cibare in pace di quel corpo, che mi attraeva sempre di più e che, sperai, fosse già morto: avrei dovuto, prima, occuparmi della mia simile. Non m'interessava eliminarla fisicamente: tutto ciò che volevo era poter mangiare in pace la mia preda. Il fatto che lei non mi avesse attaccata, e che non avesse una kagune in vista, mi fece credere che convincerla a non essere una minaccia fosse almeno possibile. Che parole usare, però, per neutralizzarla? Avrei potuto pensarci di più, ma optai per le prime parole sensate che mi vennero in mente. «Sono qui per lei, non per te.» Iniziai a dire, in un tono serio, severo e sicuro di me, mentre indicavo la ragazza che giaceva in una pozza d'acqua e sangue accanto a me. Dopo quelle parole, scossi leggermente l'ala sinistra, quella totalmente aperta, cercando di attirare su di essa l'attenzione della mia simile, poi continuai: «Non ho intenzioni ostili, ma mi difenderò, se attaccata.» I miei occhi neri e rossi cercarono il suo sguardo, per convincerla, tramite una posa sicura ed uno sguardo fisso, del fatto che io non scherzassi. Rimasi in quella posizione per qualche secondo, per poi, con pochi passi, portarmi dietro la mia preda e mettermi in posizione di squat accanto a lei. Ancora non mi fidavo della ghoul e, prudentemente, preferii non perderla di vista durante tutto il tempo. Inoltre, la mia posizione mi avrebbe permesso, oltre il non bagnarmi più del necessario, di poter scattare in piedi molto in fretta, nel caso in cui le cose si fossero complicate.
    Ero vicina più che mai a qualcosa che, solamente un'ora prima, avrei, forse, definito anche "una persona attraente" ma che, ormai, per me, avrebbe potuto essere solamente un buon pasto o qualcosa da mangiare e poi annegare nel caffè. Non resistetti alla tentazione di posare le mani su quel corpo umido, ancora caldo per via delle poche braci rimaste dopo lo spegnimento della fiamma della vita, anche per mostrare alla mia simile il fatto che ritenessi quella fonte di nutrimento una mia proprietà. Così come la voglia di vivere, capace di farsi sentire di più a mano a mano che ci si avvicina alla morte, la mia fame si fece più intensa non appena misi le mani sul caldo ventre della ragazza, che mi sembrava sempre più invitante. Se non ci fosse stata la ghoul, di ciò che stavo toccando in quel momento, almeno una parte sarebbe già scomparsa dentro di me, morso dopo morso. Ormai, la mia socievolezza era agli sgoccioli e, se l'altra creatura munita di kagune avesse deciso di attaccare, a meno di un'enorme differenza di potere, avrei sfogato su di lei i dolori dati dal mio stomaco, al quale non importava di certo che cosa gli dessi, purché fosse commestibile. Tuttavia, per quanto solo le mie braccia mi trattenessero dal trasformare un'ex-persona in uno scempio degno di un film splatter, c'era un'altra entità, oltre a me, nel vicolo e non sapevo se lei fosse effettivamente pericolosa o no, né come avrebbe potuto reagire alle mie parole, dato che avevo risposto ad un suo avvertimento minaccioso con una minaccia molto più esplicita. Il suo essere un'incognita m'impediva di concentrarmi solo sulla mia preda e, per quanto la fame si facesse sentire, feci uno sforzo e cercai di rimanere concentrata il più possibile su di lei, almeno fino alla certezza della sua ostilità o meno. Fatto sta che era da ore che avevo fame, da ore che aspettavo di potermi saziare, che avevo un buon pasto davanti e che lei era l'unica cosa che m'impediva di togliermi la maschera e sporcare ancora di più il terreno di sangue, un liquido così buono che, poi, la stessa pioggia che mi stava infastidendo in quel momento avrebbe lavato via, pulendo le tracce, almeno quelle più facilmente eliminabili, del mio passaggio.

    When you look at things from above, you realize how meaningless they are

    Ghoul
    Ukaku
    RANK B
    Icarus



    Edited by Antoil69 - 16/2/2019, 09:26
     
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11 replies since 7/2/2019, 17:42   371 views
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