Un corpo per uno...non fa male a nessuno.

[INATTIVA] Junko Tachibana & Tsukiko Kurosawa | Vicolo poco trafficato - 04/02/2019 23:00

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  1. Antoil69
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    And the curtain fell
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    Tsukiko Hayashi Kurosawa
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    Se avessi potuto ricordare solo una cosa di quella sera, pensai che ciò che mi sarebbe rimasto impresso sarebbe stato il comportamento della mia simile nei confronti della sua coda. Ormai, la mia attenzione era più rivolta a quell'organo che alle parole della ghoul, per quanto cercai di non distrarmi da esse abbastanza da perdere il significato di ciò che ella stava dicendo. Quella coda, in una maniera abbastanza precisa da fare invidia alle mie ali, aveva estratto il cervello dall'umano che la mente che avrebbe dovuto controllarla silenziosamente stava degustando. Non ci sarebbe voluto molto per eguagliarmi, né tanto meno per superarmi, ma, in fondo, tra i tanti motivi per cui preferivo la carne cruda si trovava il fatto che io non fossi conosciuta per la mia abilità nel tagliare la carne umana. Mangiare in loco, per me, era molto più conveniente, oltre che soddisfacente. Invece, la mia commensale non sembrava pensarla allo stesso modo, dato che stava sfilettando per bene la sua preda, affermando anche il fatto che alcune parti le sarebbero servite anche per nutrirsi l'indomani. La mia curiosità mi spinse a pensare a come avrebbe potuto cucinare tali organi per, citando ciò che mi disse poco più tardi, far trascendere loro l'arte culinaria. La fame, a mano a mano che consumavo la coscia di quella che fino a poco fa era una donna intatta e ancora in vita, diminuiva sempre più, ma il solo immaginare quali sapori potevano avere i piatti descritti dalla mia commensale mi fece venire voglia di provarli.
    Mentre i miei occhi osservavano l'unico essere ancora vivente oltre a me, la mia mente si concesse di vagare nei meandri del mio passato, quando erano ancora gli altri a occuparsi della mia nutrizione. I miei genitori, che si erano occupati di me fin dalla nascita, poi Ichigo, una volta che costoro sono venuti a mancare, dovevano aver trovato un metodo per nutrire sé stessi e, nel frattempo, portare anche qualcosa a me. "Quale?" fu la domanda che il mio cervello iniziò a porsi. Non mi piaceva l'idea di ricordare i tempi in cui non ero ancora in grado di badare a me stessa, ma avrei potuto usare un metodo simile per trasportare qualcosa da mangiare senza il pericolo di dovermi portare dietro uno zaino pieno di contenitori. Non l'avrei fatto in ogni occasione, considerando il fatto che il trasporto di sostanze avrebbe limitato la mia mobilità e che sarebbe stato solo fine al pasto non necessario di un giorno, ma, volendo, avrei potuto farlo una volta ogni tanto.
    I miei pensieri cambiarono con la stessa velocità con cui il mio cervello analizzò le parole della ghoul. "Succo... gastrico?" Quel pensiero mi colpì con forza, come se volesse far scattare in me un campanello d'allarme. Non ero di certo un medico, ma mio padre, per quanto cardiologo, lo era stato. «Stai molto attenta allo stomaco.» Mi diceva sempre, quando ancora mi stava insegnando a cacciare. Non avrei saputo spiegare il perché, se mi fosse stato chiesto - non con la sua bravura, almeno - ma sapevo che il succo gastrico era altamente acido e che tale sostanza non era certamente qualcosa che avrei voluto toccare. Il solo contatto di quella secrezione umana con la mia pelle, più dura e resistente di quella di un umano, avrebbe potuto ustionarmi e farmi davvero male. Un altro degli insegnamenti di mio padre era stato il fatto che le mucose dei ghoul non fossero resistenti quanto la nostra pelle e, sicuramente, bere del succo gastrico, come la ghoul diceva di aver fatto, non avrebbe fatto bene al mio apparato digerente. La ragazza, però, aveva nominato la fermentazione di tale sostanza come metodo per renderla commestibile, abbassando, forse, così il suo grado d'acidità.
    Avevo davanti a me due possibili scenari: o la ragazza, o chi per lei, sapeva il fatto suo in termini di trasporto di cibo, o mi stava prendendo in giro. In fondo, aveva parlato di cucina e sembrava che stesse preparando la sua preda per il trasporto. Tuttavia, non mi era parso di vedere nessun mezzo od oggetto atto a tale scopo, nemmeno un singolo contenitore. Inoltre, dal modo in cui ella stava coprendo il cervello che aveva, stando al suo parlare da sola, destinato al pranzo dell'indomani, notai che, nonostante la pioggia, tra i suoi attrezzi per procurarsi cibo non vi era nemmeno un ombrello. «Come trasporti il cibo fino a casa tua, di solito?» Da quella semplice domanda avrei potuto capire molte cose e, forse, anche farmi un'idea relativa a come preparare tali piatti, se la mia interlocutrice avesse detto il vero.
    Avevo smesso di mangiare solo per fare quella domanda e, non appena cessai di parlare, ripresi a nutrirmi di quello che era rimasto del mio pasto. Rimanendo in attesa delle sue parole, finii la prima delle cosce e tagliai la seconda, lasciando per terra solo il busto dell'umana che avevo accanto. La mia cena del giorno si era dimostrata piuttosto buona e dovetti ammettere di starmela gustando. Tuttavia, un altro dubbio si fece largo nella mia mente, mentre il mio sguardo si posava per qualche breve istante su ciò che ancora rimaneva in terra della mia preda. «Ah, prima che me ne dimentichi, come tratti l'apparato digerente umano per liberarlo da ciò che si trova al suo interno e per neutralizzare gli acidi dello stomaco?» Forse, se la ghoul fosse stata davvero in grado di cucinare tali organi, con quella domanda avrei potuto ottenere qualche consiglio su come mangiare parti del corpo per me difficili da gustare, data la mia poca esperienza ai fornelli e gli insegnamenti di mio padre, che mi avevano sempre fatto trattare l'apparato in questione con la massima cautela e non con la leggerezza con cui avevo ripreso a mangiare l'ultima gamba a me rimasta. Mentre mangiavo tale parte del corpo della mia preda, rimasi ad aspettare una reazione della ghoul, nella speranza che sapesse darmi qualche consiglio e che io potessi mettere in atto tali parole.

    When you look at things from above, you realize how meaningless they are

    Ghoul
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    Icarus

     
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