[QUEST] Elementary, my dear Ouroboros! [1A]

[MAIN QUEST 01] 17/02/2019 22:00 circa @Zona Residenziale

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    QUEST 01 PT.1A: Elementary, my dear Ouroboros!


    16 Febbraio, 17:21 @1° Circoscrizione, Sede Centrale della CCG.
    Non appena i tre Caposquadra erano stati notificati di quella proficua segnalazione, avevano richiamato i loro vari sottoposti in una delle sale conferenze della Sede Centrale dove, dopo averli fatti accomodare e aver spiegato loro brevemente la situazione, li avevano lasciati soli nel mentre discutevano tra loro in un ufficio adiacente. Dopo una trentina di minuti erano dunque tornati nella sala e sistemandosi anche loro nei posti liberi, avevano iniziato ad esporre il piano di quella nuova operazione.
    Il primo a parlare fu Yamamoto, il Caposquadra Delta, che espose con il suo solito tono di voce annoiato i punti principali da loro conosciuti ma non prima di aver preso un lungo sorso del sul terzo caffè del giorno «Primo: una segnalazione è arrivata questa mattina ai nostri receptionist... chi sia stato è a noi al momento sconosciuto, i nostri colleghi non sono riusciti a tracciare la chiamata» iniziò, alzando un dito della mano libera. Accanto a lui Reynolds, il Caposquadra Phi, continuava a sorridere beato come se non fossero nel bel mezzo di una discussione importante mentre Shimizu, il Caposquadra Sigma, rimase impassibile mentre stilava al pc i vari dati che erano visibili nello schermo al muro dietro di loro, così che tutti potessero vederli «Secondo: tale segnalazione ci ha rivelato la collocazione del presunto covo del ghoul di rank SS Ouroboros, anche se sembra sia stato da poco abbandonando» scambiò un’occhiata con il suo collega americano prima di proseguire di nuovo «Terzo: per questo esatto motivo è possibile che possiamo ancora trovare qualche indizio che possa aiutarci a svelare la sua identità, nonostante sembri un ghoul prudente potrebbe aver abbassato la guardia e aver lasciato qualcosa che possiamo usare».
    Dopo un altro sorso di caffè, Yamamoto continuò a parlare, rivelando anche il luogo in cui si sarebbe svolta l’operazione: una parte abbandonata di un quartiere residenziale nella 16°, più specificatamente un piccolo condomino il cui proprietario era morto da anni e quindi il luogo era stato presumibilmente inabitato fino a quel momento. Oltre a ciò, dopo aver esposto tutte le informazioni degne di nota, chiese chi tra i loro vari sottoposti volesse offrirsi volontario. L’operazione (anche se apparentemente di piccola scala) era congiunta tra le tre squadre e nonostante l’onore della posizione di Comandante fosse caduta alla giovane Shimizu (per lancio della monetina), era più che corretto che a partecipare non fossero solo i suoi sottoposti ma chi si sentisse pronto per tale incarico. Alla fine furono selezionati tre Investigatori: Akihiro Nakamura della squadra Phi oltre a Kimiko Takeda e Sora Yukimura della squadra Sigma. Dopo ulteriori minuti in cui la discussione era continuata, avendo risposto anche a qualche domanda, Shimizu si era alzata in piedi annunciando il luogo dell’appuntamento e l’orario in cui dovevano presentarsi: sarebbero partiti tutti insieme dalla Sede Centrale alle 21 di sera del giorno dopo, così che tutti potessero prepararsi al meglio.

    17 Febbraio, 21:10 @16° Circoscrizione, zona residenziale.
    Shimizu aveva già caricato nel portabagagli della macchina, data loro dei piani alti per quell’occasione, le loro quinque e vari materiali che potessero tornare loro utili, tra cui inibitori RC. Una volta che furono saliti tutti (un’assistente si era posizionato sul sedile del passeggero mentre gli altri tre su quelli posteriori), si mise alla guida in direzione della 16° Circoscrizione. Il viaggio non fu lungo, essendo una circoscrizione vicina a Chiyoda ma usò comunque quel tempo a loro disponibile per ripetere cosa avevano già discusso il giorno prima insieme ai loro colleghi. Una volta vicini alla loro meta, Shimizu parcheggiò a due vie di distanza dalla palazzina che dovevano investigare. Scendendo andò a passare le varie quinque ai tre sottoposti, dando anche loro delle piccole ricetrasmittenti da mettere alle loro orecchie «In questo modo sarà più facile comunicare anche se separati, basta tenerlo premuto per farsi sentire» disse loro, dimostrando con un semplice gesto della mano «L’Assistente Investigatore Ihara rimarrà nei pressi di questa macchina mentre io sorveglierò l’area e voi investigherete il palazzo» riprese, salutando con un cenno della testa l’assistente nel mentre guidava gli altri di fronte alla palazzina residenziale a due piani «Come abbiamo già ripetuto varie volte, il vostro obbiettivo è quello di trovare indizi utili» continuò fermandosi poi di fronte al cancello che aprendolo con una delicata spinta, cigolò «Ricordate di comunicare ogni scoperta importante o di chiamarmi se avete bisogno di aiuto, io rimarrò sempre e comunque in zona. Se non avete ulteriori domande potete procedere» finì, voltandosi a guardarli in volto uno per uno «State attenti e buona fortuna» aggiunse, facendo spazio per farli passare.
    PdqwyM5
    CITAZIONE
    Turno 01.

    La piccola palazzina che avete di fronte è a due piani e da dove vi trovare vicino al cancello d’ingresso (le cassette della posta sono lì vicino, alcune sono cadute a terra) è possibile notare che ci sono tre porte (i numeri sul fronte sono visibili anche se rovinati dal tempo) per piano e un’unica scala sul fronte per raggiungere il piano superiore. Il piccolo giardino sul fronte è chiaramente stato abbandonato, ci sono molte erbacce e sporcizia varia. Il retro della palazzina non è visibile da dove vi trovate. Un recinto in metallo circonda il lotto. Vicino alle porte ci sono delle lampade ma sono tutte rotte o cadute a terra.

    In questo primo turno potete decidere come muovervi: se dividervi o proseguire insieme oltre che decidere da quale luogo iniziare ad investigare. Non dimenticatevi delle vostre ricetrasmittenti!


    #TEAM CCG
    2. Akihiro Nakamura (Prime)
    3. Kimiko Takeda (Antoil69)
    4. Sora Yukimura (Sora_)

    ❖ Il Fato vi guiderà mano a mano. Il PG Yuka Shimizu svolge il ruolo di guida NPC, non agirà attivamente ma è possibile richiedere il suo aiuto quando necessario.
    ❖ Lo scopo principale della quest è quello di cercare e scovare possibili indizi sulla figura di Ouroboros. Durante la quest, in base alle varie mappe e descrizioni, vi sarà possibile interagire con determinati oggetti che possono tornarvi utili... o meno.
    ❖ Per investigare un oggetto, durante la vostra azione dovete descrivere l’intenzione del vostro PG di interagire con esso e a fine turno il Fato vi darà le informazioni relative alla nuova scoperta.
    ❖ Durante la quest potete portare con voi un solo oggetto che non sia tra quelli di cui il PG è già implicitamente in possesso (tipo per esempio quinque o tesserino per gli investigatori o maschera e guanti per i ghoul) ma che sia un oggetto esterno che possa tornare a lui utile, come una torcia o un cacciavite (ricordatelo di specificarlo già dal primo post!). Ciò per evitare che ci siano situazioni in cui magicamente il vostro PG ha un oggetto utile di cui non ne sapevano l’esistenza al momento giusto! Non vi preoccupate, nel corso della quest potete trovare oggetti che possono venirvi in soccorso.
    ❖ Vi è un tempo limite per rispondere ovvero 24h dalla risposta precedente alla vostra (48h solo per il primo turno) e se si sfora, tranne in casi eccezionali in cui è possibile richiedere del tempo in più allo staff (di massimo altre 24h, richiedibile una volta sola per quest), il PG sarà tolto dalla quest e l’utente non riceverà i successivi reward.
    ❖ Non vi è nessun limite di parole ed è quindi anche possibile rispondere con brevi scritti anche di qualche riga, tutto ciò atto a velocizzare i vari turni per non far allungare di troppo il proseguimento della quest o quindi bloccarla.
    L’ordine di risposta durante il primo turno si rispecchierà nei turni successivi. E’ possibile tuttavia richiedere un cambio di ordine se tutti i partecipanti siano d’accordo.
    ❖ I pg partecipanti devono inoltre astenersi dal partecipare a role successive alla data di ambientazione della quest (qui il 17 Febbraio 2019) durante la partecipazione alla stessa, per evitare che si creano disguidi nella loro continuità.
    ❖ Ricordiamo inoltre che questa quest andrà ad influenzare il GdR stesso ed i vostri PG, essendo un evento "reale" nella loro vita.
    ❖ Per maggiori informazioni su come procederà in generale la quest, consultare la sezione "Le Quest" in Guidelines.
    ❖ Per ulteriori chiarimenti contattate uno staffer o utilizzate la sezione "SUPPORT".

    ❖ Per la durata della quest usate il seguente codice sotto spoiler.
    ❖ Con status si indica lo stato di salute del PG: ogni PG inizia con 100% di salute ma mano a mano che la quest prosegue è possibile che possa perderne un po' per un motivo o per un altro; raggiunto il 40% il pg è incapacitato e raggiunto il 20% dovrà lasciare la quest (non viene contato come abbandono).
    ❖ In "Oggetto Extra" indicare quale oggetto hanno deciso di portarsi dietro oltre a quelli standard.



    Edited by alyë - 6/6/2020, 21:11
     
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    Cancelleria e taccuino
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    NAME
    Takeda Kimiko

    AGE
    20 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Prima Multorum)

    RANK
    Secondo Grado

    Era già dal giorno prima che quella situazione si era palesata e già dal giorno prima che avevo iniziato a vivere in funzione di quel momento. Dopo una giornata di lavoro passata ad investigare su un nuovo ghoul, il mio capo, l'investigatrice di prima classe Yuka Shimizu, decise di riunire me e tutta la mia squadra in una sala da meeting, senza darci preavviso. La situazione m'insospettì, ma i miei sospetti crebbero ancora quando vidi troppe persone, più di quelle che componevano la mia task force, nella stessa sala riunioni: oltre alla leader della squadra Sigma, altri due capisquadra, infatti, Yamamoto e Reynolds, per la precisione, ci spiegarono a grandi linee il fatto che un'operazione piuttosto importante stesse per partire, poi i tre agenti di grado maggiore lasciarono la sala riunioni. Ritornarono mezz'ora dopo, per poi spiegarci, in maniera più dettagliata, ciò che era e che sarebbe successo: il presunto precedente covo del rank SS noto come Ouroboros era stato localizzato. Era ubicato in un condominio abbandonato del quartiere di Toshima, quello in cui ero nata ed avevo vissuto fino a otto mesi prima, quello da cui ero scappata diverse volte per andare da Kaoru e quello in cui avevo deciso che cosa fare della mia vita, nonostante non fosse il distretto in cui si trovava l'accademia della CCG. I capisquadra, credendo che Ouroboros, per quanto prudente, avesse potuto aver lasciato qualche indizio nel suo precedente nascondiglio, avevano deciso di mandare tre agenti volontari, supervisionati dalla prima classe Shimizu. La situazione sembrava fatta apposta per me: si sarebbe svolta un'indagine nel mio quartiere, supervisionata dal mio capo, relativa ad un ghoul di rango alto. L'indagine avrebbe potuto porre fine all'esistenza dell'ennesima bestia mangiauomini, a cui veniva data priorità solo per la pericolosità del soggetto, che, a dire il vero, aveva dato una mano alla CCG eliminando qualche ghoul di un certo livello, ma si era portato con sé anche qualche investigatore. Nessuno gli avrebbe riservato, almeno per quanto ne sapevo, un trattamento di favore. L'eliminazione di quel ghoul avrebbe giovato alla CCG in maniera notevole e volevo essere partecipe di quel successo. In più, l'investigatrice Shimizu, che ci avrebbe seguito in missione, era considerata tra le migliori agenti di prima classe della sede di Tokyo, almeno per via della giovane età alla quale aveva conseguito tale titolo. Con lei in campo, avevamo poco da temere e, comunque, avremmo potuto richiedere dei rinforzi alla succursale del distretto di Toshima, se la situazione si fosse fatta difficile. Quando chiesero se ci fossero volontari, quindi, alzai subito la mano: era la mia occasione per fare qualcosa d'importante e non me la sarei lasciata sfuggire.
    In seguito alla riunione, ricevetti un dossier molto scarno, contenente le poche informazioni che la CCG sapeva sul ghoul sul quale avrei dovuto investigare insieme al mio capo ed ad altri due volontari, miei pari grado: Akihiro Nakamura, della squadra dell'investigatore di prima classe Reynolds, il team Phi, ed il mio collega e compagno di squadra Sora Yukimura. Non conoscevo molto bene il primo, essendo io e lui di due squadre diverse. A malapena sapevo il suo nome e il suo grado e quello era tutto ciò di cui avevo bisogno. Il secondo, invece, essendo mio compagno di squadra, aveva avuto più occasioni d'interagire con me... anche troppe. Era un ragazzo molto vivace, troppo per i miei gusti, che aveva tentato diverse volte d'intavolare una discussione con me, approcci a cui non avevo risposto con socievolezza, ma che non si erano mai fermati, risultando, alcune volte, anche leggermente fastidiosi. Avevamo due modi di rapportarsi al prossimo differenti e non troppo affini, almeno dal mio punto di vista, ma, finché il suo rapporto con me fosse stato di tipo strettamente professionale, per me sarebbe andato tutto bene. Dopotutto, entrambi avevamo lo stesso obiettivo: neutralizzare Ouroboros. Aiutarci per fare un lavoro migliore era logico e quasi imperativo.
    Quel giorno, la mia sveglia suonò alla solita ora. Avrei dovuto avere la giornata libera, ma avevo deciso di rinunciarci per via dell'investigazione di quella sera. Andai a nuotare, come tutte le mattine, poi spostai i miei allenamenti serali subito dopo una colazione alla mensa della CCG, per avere tutto il tempo di prepararmi e riposare, prima dell'incontro con il team d'investigazione. Una volta finito l'allenamento, mi recai alla sede centrale della Commissione, per dare un'ulteriore occhiata al fascicolo che mi era stato dato. C'erano davvero pochi dati su Ouroboros: un'altezza approssimativa, la quinque che utilizzava, il suo vestiario caratteristico e la descrizione della sua maschera, nonché un resoconto di ogni evento che aveva coinvolto quell'essere, tra cui attacchi ed investigazioni. Avevo compilato io stessa riassunti più dettagliati per ghoul di ranghi molto inferiori, fatto che mi spinse a credere che quando l'investigatore Yamamoto aveva definito Ouroboros "prudente", non stesse scherzando. Qualunque cosa noi avessimo trovato avrebbe contribuito alla sua eliminazione e, perciò, guardare ovunque sarebbe stato imperativo.
    Rimasi a studiare quelle informazioni, unite a quelle di altri ghoul che l'avevano incontrato, fino alle quattro, poi mi diressi a casa e mi misi a letto, per anticipare qualche ora di sonno che, quella sera, avrei potuto perdere. Mi risvegliai alle 19:30, grazie ad una sveglia impostata appositamente per l'evento, poi mi feci una doccia e mi diressi verso la mensa aziendale, dove decisi di cenare in maniera leggera, per non sentire la fame senza limitare troppo le mie capacità fisiche per via della digestione. Una volta finito alla mensa, tornai a casa mia e preparai il mio kit da investigatrice, composto da un astuccetto contenente una penna, un porta-mine, una gomma da cancellare ed un temperino, a cui abbinai un taccuino tascabile nuovo, comprato qualche giorno prima ed un paio di guanti di lattice, portati per non contaminare la scena con le mie impronte digitali, col mio DNA o altro. Controllai, poi, allo specchio che il mio vestiario fosse in ordine. Per l'occasione, avevo scelto una giacca e dei pantaloni neri, a cui avevo abbinato delle scarpe a suola piatta ed una cravatta dello stesso colore. Solo la camicia, sotto la quale si trovava un reggiseno sportivo, e la spilla da investigatrice, che sfoggiavo con orgoglio, facevano contrasto con il nero dei capi rimanenti, incluso quello del cappotto che decisi di portarmi dietro e dello smartwatch che, come sempre, finii per indossare. Optai per quel reggiseno perché non sapevo a che cosa andavo incontro: non sapevo se qualcuno stesse aspettando la CCG nel rifugio segnalatoci. In fondo, la chiamata fatta alla Commissione non era stata tracciata. Avrei potuto anche non trovare nulla, ma avrei preferito lavare un reggiseno sportivo per niente, piuttosto che dover combattere con il mio seno, non troppo grande, fortunatamente, ad ostacolarmi. Mi feci una crocchia, subito dopo, approfittando di un elastico per capelli dello stesso colore della mia chioma, poi presi il kit che avevo preparato e mi diressi verso la sede centrale, passando per l'armeria, fortunatamente quasi deserta, per ritirare una pistola a pallottole Q. Arrivai al luogo dell'appuntamento con qualche minuto d'anticipo.
    Durante il viaggio verso il presunto rifugio di Ouroboros, la mia caposquadra ci ripeté tutto ciò che era stato detto il giorno prima ed, una volta arrivati all'edificio, ci disse che avrebbe sorvegliato l'area, mentre noi avremmo investigato. Fui equipaggiata con una rice-trasmittente, che provai, per essere sicura che funzionasse, e mi fu consegnata la mia quinque, Prima Multorum, che tenni stretta nella mano sinistra.
    Iniziai a guardarmi intorno, per mappare la zona che avrei dovuto controllare: vedevo davanti a me sei porte, divise equamente in due piani. Prima di esse, un giardino abbandonato e delle cassette per la posta, non più belle come un tempo, ci stavano dando il benvenuto in un luogo che, di notte, appariva quasi spettrale.
    «Dividerci massimizzerebbe l'efficienza...» Dissi ai miei colleghi «... ma potremmo aver bisogno di rinforzi, nel caso in cui le cose si possano complicare. Propongo di concentrare le forze in un unico settore, magari controllando ognuno una zona diversa, ma vicina a quella degli altri. In ogni caso, mi avvierò verso l'appartamento a sinistra del piano terra. Dopo aver detto ciò, mi congedai con un «Buon lavoro.», poi mi avviai verso il luogo da me indicato, per iniziare le indagini. Non sapevo se loro mi avessero seguito, né se fossero intenzionati a farlo, ma sapevo che avevo un compito da svolgere e che, con o senza di loro, avrei dovuto svolgerlo ed avrei dato il massimo per farlo. Arrivai alla porta, nella quale notai la scritta "101", che mostrava i segni del passaggio del tempo. Il mio metodo investigativo sarebbe stato semplice: investigare quell'appartamento, poi andare in quello più a destra ed in quello ancora più a destra, per poi cambiare piano e ripetere, saltando solo le zone già controllate dai miei colleghi, che sarebbero state riviste una volta ultimata la prima ispezione. Innanzitutto, però, avrei dovuto controllare ciò che si trovava dietro quella porta, che cercai di aprire, sperando solo di trovarci qualcosa di utile e che non ci fosse un ghoul troppo potente in agguato, dentro il locale che mi accingevo a visitare.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»


    N.B: Il rapporto tra Kimiko Takeda e Sora Yukimura è stato precedentemente concordato.


    Edited by Antoil69 - 5/6/2020, 21:30
     
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    Akihiro Nakamura

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    Koukaku (Gungnir)

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    Quel giorno tutti i membri della mia squadra eravamo stati convocati dal nostro caposquadra Reynolds in una sala delle riunioni. Inizialmente pensai che si trattasse della solita riunione generale, tuttavia era strano convocare l'intera squadra. Una volta arrivato notai la presenza non solo dei capisquadra della squadra Delta e Sigma, ma anche i rispettivi membri. Capii che quindi non si trattava della solita riunione.
    Fummo informati dai tre che il precedente rifugio del ghoul di rank SS, Ouroboros, era stato scovato, quindi serviva una squadra che investigasse sul luogo per ricavare qualsiasi informazione possibile. Tutti avevano almeno sentito parlare di Ouroboros, un ghoul molto pericoloso che attaccava indistintamente sia gli investigatori che i ghoul stessi.
    "Un'altro animale in libertà."
    Insieme alla squadra di volontari, si sarebbe aggiunta anche la giovane caposquadra Sigma, Yuka Shimizu. Le abilità di quell'investigatrice erano ben note e quindi il fatto che avrebbe supervisionato le indagini di persona era di certo un incentivo per partecipare. Quando chiesero chi fra i membri delle varie squadre si sarebbe offerto, io sorprendendo quelle poche persone della mia squadra che conoscevano il mio comportamento, alzai la mano. Perfino il caposquadra Reynolds rimase un po' sorpreso. In genere andavo in missione soltanto se ero convocato direttamente, tuttavia questa era un'occasione troppo ghiotta per non rifiutarla, se le cosa fossero andate a buon fine avrei potuto ricevere una paga migliore. Gli altri due agenti che si proposero facevano parte entrambi della squadra Sigma, una certa Kimiko Takeda che non conoscevo ed anche Sora Yukimura che avevo già conosciuto tempo addietro.
    Successivamente ricevetti un dossier su Ouroboros abbastanza vuoto, all'interno c'erano davvero pochissime informazioni. Non c'era neppure scritto che tipo di Kagune possedesse.
    "Insomma non scherzavano quando dicevano che era molto prudente."
    Dopo aver aver ricevuto tutte le informazioni, come l'orario e il luogo d'incontro, fummo congedati tutti e tre ed io tornai nella mia stanza. Per prima cosa preparai tutto l'occorrente per la missione, presi un paio di guanti in lattice e delle piccole buste che avrei usato per non contaminare nessun oggetto trovato e inoltre decisi che mi sarei portato dietro anche il mio smartphone che avrei utilizzato per scattare foto a qualsiasi cosa potesse rivelarsi utile per ottenere informazioni. Passai il resto della giornata a leggere un buon libro per rilassare la mia mente in vista dell'imminente missione.
    Il giorno successivo, prima di uscire, presi con me il necessario ed indossai una giacca verde e degli abiti molto leggeri che non mi avrebbero intralciato i movimenti, di colore misto tra il nero e il blu. Uscito dalla stanza, mi recai in armeria, tra le direttive assegnate vi era anche quella di portarsi dietro una pistola a proiettili Q, non l'avevo mai utilizzata all'infuori dell'addestramento, tuttavia non avrei esitato ad usarla se necessario.
    Una volta riunito con tutti gli altri, ci dirigemmo verso la 16° Circoscrizione. Una volta giunti a destinazione, fummo tutti equipaggiati con delle rice-trasmittenti per tenerci sempre in contatto e inoltre ci vennero consegnate le nostre Quinque. Ora con la mia Gungnir rinfoderata nella valigetta che tenevo nella mano sinistra avevo una sicurezza in più. Noi tre successivamente ci dirigemmo verso l'abitazione, mentre la caposquadra Shimizu sarebbe rimasta a perlustrare l'esterno. Prima di tutto però, avrei scattato qualche foto dell'esterno e del giardino abbandonato col telefono.
    Notai inoltre che vi erano tre porte ed una scala per raggiungere il piano superiore e avrei quindi scattato delle foto anche a quelle. Kimiko propose subito di dividerci per massimizzare le ricerche, di certo era una tattica rischiosa ma anche la più efficiente. Lei si sarebbe diretta verso la porta a sinistra del piano terra e si congedò con un "buon lavoro", io semplicemente annuì senza controbattere.
    «Bene, dunque io mi dirigo verso la porta di destra. Fai attenzione.»
    Mi congedai così da Sora e successivamente mi diressi nella direzione da me segnalata, arrivando davanti ad una porta con una scritta abbastanza rovinata ma comunque leggibile che riportava il numero "103". Avrei aperto immediatamente la porta sperando che il fato non mi avrebbe riservato delle sorprese troppo difficili da affrontare.


    Foto scattate:
    - Esterno dell'edificio
    - Giardino abbandonato
    - Tre porte del piano terra


    Edited by alyë - 6/6/2020, 20:08
     
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    Sora Yukimura

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    Era il 16 Febbraio quando venni chiamato dal mio superiore; stavamo per partecipare ad un meeting, non vedevo l'ora, mi era stato detto che ci sarebbero stati altri colleghi e avevo tantissima voglia di conoscerli. Quando venni chiamato erano le 17:21 ed avevo da poco finito di lavorare, fisicamente ero a pezzi ma mentalmente ero al settimo cielo. Arrivati nella sala, ad aspettarci vi erano parecchi investigatori, con i miei occhi scrutai attentamente ogni singolo individuo presente nella stanza: erano tutti così perfetti da far paura. Quando ci fecero sedere, in lontananza notai due leader, erano di altre organizzazioni diverse dalla squadra Sigma, probabilmente dovevano essere Yamamoto e Reynolds. Quest'ultimi ci spiegarono il motivo di quella convocazione e molto approssimativamente parlarono di un operazione, quest'ultimi ci lasciarono con l'amaro in bocca poichè senza preavviso si spostarono in una stanza adiacente a quella dove eravamo collocati. Dopo circa una mezz'ora ritornarono e spiegarono, molto più dettagliatamente, ciò che sarebbe dovuto succedere: erano riusciti a localizzare un ghoul di classe SS soprannominato Ouroboros. Doveva trovarsi in un condominio abbandonato nel quartiere di Toshima; inizialmente non capii bene la situazione, dovevamo ucciderlo, catturarlo o cercare informazioni? Erano state dette troppe cose in una sola volta che il mio cervello era andato in tilt. Dopo aver finito il discorso ci dissero che la superiore Yuka Shimuzu avrebbe supervisionato la missione. Venimmo scelti tre di noi: io, Akihiro Nakamura , un ragazzo che conobbi precedentemente nella mensa comune e Kimiko Takeda: la mia compagna di squadra. Il rapporto tra me e Kimiko era davvero particolare, ogni volta che cercavo di avvicinarmi a lei, quest'ultima mi respingeva forse era imbarazzata dalla mia fantastica bellezza o forse non si sentiva a suo agio quando cercavo di sapere di più sul suo passato.
    Dopo il meeting ci vennero consegnati dei dossier che contenevano le informazioni sul ghoul Ouroboros; il fascicolo era quasi vuoto. Una volta congedati tornai nella mia stanza, era in completo disordine tuttavia non avevo voglia di mettermi a pulire, così presi il pc ed iniziai a giocare.
    Ma quindi qual è lo scopo della missione?
    Arrivò il giorno seguente, la missione sarebbe iniziata alle 21 di sera. Durante la giornata non successe nulla di particolare, passai maggior parte tempo nella piscina comune della CCG, nuotare era fantastico. Erano le 20:00 quando iniziai a prepararmi, indossai la mia solita tuta e inconsciamente misi il cellulare nella tasca del pantalone. Una volta riuniti tutti per la missione, ci incamminammo per giungere alla 16a circoscrizione; arrivati a destinazione ci diedero delle rice-trasmittenti per tenerci sempre in contatto e ci consegnarono le Quinque. Io, Akihiro e Kimiko ci dirigemmo verso l'interno dell'abitazione mentre la caposquadra Shimuzu avrebbe controllato l'esterno. Arrivammo dinanzi a tre porte, non passarono neanche due secondi che ecco sentire la voce di Kimiko: Dividerci massimizzerebbe l'efficienza.. ma potremmo aver bisogno di rinforzi, nel caso in cui le cose si possano complicare. Propongo di concentrare le forze in un unico settore, magari controllando ognuno una zona diversa, ma vicina a quella degli altri. In ogni caso, mi avvierò verso l'appartamento a sinistra del piano terra. Dopo aver finito la sua proposta si allontanò verso la porta di destra e ci congedò augurandoci buon lavoro.
    OK! dissi con il mio tono di voce alto, qui ci pensiamo noi! Nel mentre Akihiro stava fotografando qualsiasi cosa incontrasse per la strada, egli acconsentì al piano di Kimiko ed andò dinanzi alla porta di destra. Non potevo di certo tirarmi indietro, quindi, con Kurikara alla mano misi la mano sul pomello della porta centrale.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:51
     
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    FINE TURNO 01 > Inizio turno 02

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    NAME
    Yuka Shimizu

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    23 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Damaris 1 & 2)

    RANK
    Prima Classe

    Una volta congedati i tre giovani investigatori, Shimizu sospirò, con quella punta di perenne preoccupazione e apprensione. Non è che non si fidasse di loro ma rimaneva dell’opinione che alcuni di loro non erano ancora pronti per una missione del genere, specialmente senza il suo attivo supporto e lasciati bene o male di procedere da soli. Tuttavia, doveva avere fede e sperava che non fossero così orgogliosi da non chiamarla se avessero avuto bisogno di aiuto. Pensato ciò, prima d'iniziare a perlustrare la zona circondante ritornò un attimo dall’Assistente Ihara per chiedergli di andare a nascondere meglio l’auto in un vicolo (ricordandogli, poi, di stare attento), per poi svoltare nella via che si estendeva accanto a quel piccolo condominio, le sopracciglia un po’ corrucciate mentre la sua figura veniva illuminata dalla luce dei lampioni mentre passava. In quel luogo non sembrava esserci anima viva, quel silenzio era quasi raccapricciante.


    r49Bjdw
    CITAZIONE
    Turno 02.

    I tre giovani investigatori hanno deciso quindi di dividersi ed esplorare ognuno una stanza del piano inferiore: Kimiko in 101, Akihiro in 103 e Sora in 102. Shimizu sta perlustrando la zona mentre l'Assistente si trova ancora nell'auto.

    Entrando nelle varie stanze, la luce non è molta, rendendo così la visibilità faticosa ma comunque non impossibile: alla fine, ad illuminare vi è solo la luce della luna e dei pochi lampioni sparsi fuori per le strade.

    Oggetti trovati: Nessuno.

    Status batteria cellulare: Carico (Akihiro & Sora);

    Inventario generale (tutti): Guanti in lattice, buste ermetiche, ricetrasmittenti, inibitori RC (Shimizu ed Assistente Ihara).
    Pistole a proiettili Q: Assistente Ihara, Yuka Shimizu, Kimiko Takeda e Akihiro Nakamura.

    g38HvQ7
    CITAZIONE
    Stanza 101 (Kimiko).

    La porta si apre con un po’ di difficoltà, come fosse incastrata: una volta dentro, Kimiko si è ritrovata nel genkan alla cui sinistra vi è una scarpiera (vuota) ed a destra un vaso rotto, i cui cocci oltre si trovano sparsi per terra e nell’entrata. Salendo il gradino, sempre a sinistra, vi è una porta che possibilmente porta al bagno. Poco più avanti può notare quello che rimane di un vecchio kotatsu ormai rovinato (la coperta è strappata e la parte il legno spaccata nel mezzo, di lato la corda non è attaccata alla presa elettrica) e sull’altro lato, vi è una porta scorrevole che da sulla veranda e il retro dell’edificio (anche se dalla sua posizione è difficile vedere cosa può trovarci). Camminando più avanti, alla sua sinistra può trovare un cucinino con un bancone con mensole sia inferiori che superiori ed un frigo. Sul muro opposto alla piccola cucina vi è una modesta cassettiera in legno chiaro con quattro cassetti (tutti chiusi) ed a terra è riversa una libreria di cui al momento è possibile vedere solo il dorso in legno scuro. I pulsanti della luce sono vicino all'ingresso e dopo la porta del bagno.

    CITAZIONE
    Stanza 102 (Sora).

    Una volta che Sora si è avvicinato alla porta, ha duunque provato ad aprirla: nonostante la maniglia giri senza troppi problemi (anche se un po' cigolante), la porta non si è mossa di un singolo millimetro. Cosa fare? Provare di nuovo o cercare una soluzione altrove?

    95TnxhN
    CITAZIONE
    Stanza 103 (Akihiro).

    La porta si apre senza grossi problemi: una volta dentro, Akihiro si è ritrovato nel genkan alla cui destra vi è una scarpiera (vi è una singola e consumata ciabatta, nemmeno un paio!). Salendo il gradino, sempre a destra, vi è una porta che possibilmente porta al bagno. Più può notare quello che sembra essere un vecchio futon ben piegato a terra ma comunque ricoperto di polvere e, poco più avanti, vi è anche una modesta libreria in legno marrone e accanto ad essa, vi è anche una porta scorrevole che da sulla veranda e il retro dell’edificio (anche se dalla sua posizione è difficile vedere cosa può trovarci). Camminando più avanti, alla sua destra può trovare un cucinino con un bancone con mensole sia inferiori che superiori ed un frigo, appoggiato a quest'ultimo vi è un tavolino pieghevole (chiuso). Sul muro opposto alla piccola cucina vi è una modesta cassettiera in legno scuro con quattro cassetti (tutti chiusi) e con sopra una televisione dallo schermo rotto. Accanto ad essa vi è una scrivania, sul lato destro ci sono tre cassetti, con di fronte una sedia girevole dall’imbottitura sgualcita e bucata. I pulsanti della luce sono vicino all'ingresso e dopo la porta del bagno.



    ❖ Finito questo primo turno, ora il tempo limite per rispondere passa a 24h dalla risposta precedente alla vostra invece di 48h. Se si sfora, tranne in casi eccezionali in cui è possibile richiedere del tempo in più allo staff (di massimo altre 24h, richiedibile una volta sola per quest), il PG sarà tolto dalla quest e l’utente non riceverà i successivi reward.
    ❖ Ora potete andare a segnalare in Conteggio EXP i 50 EXP guadagnati per l'inizio della quest!




    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:09
     
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    Takeda Kimiko

    AGE
    20 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Prima Multorum)

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    Secondo Grado

    Dopo poco più di un giorno d'attesa, l'investigazione su Ouroboros stava per iniziare. Tutto ciò che dovevo fare era aprire quella porta e dare inizio al lavoro. Poggiai la mia valigetta a terra, tenendola stretta tra le mie gambe come se volessi impedirle la fuga. «Come investigatori, le quinque sono il vostro bene più prezioso.» Aveva detto a me e alla mia classe uno dei tanti istruttori dell'Accademia «Esse sono come una parte del vostro corpo e dovete trattarle meglio di come trattate voi stessi: prendetevi cura di loro come se fossero oggetti sacri e non perdetele mai di vista, sul campo.» Quella, per il poco tempo che mi aveva vista in grado di portare, con orgoglio, la spilla dell'investigatrice al petto, era stata la mia filosofia sull'uso delle armi. Certo, tale linea di pensiero aveva avuto relativamente poche occasioni per tradirmi, ma non l'aveva fatto, quindi avrei continuato ad utilizzarla. Tenni l'arma tra le gambe solo per il tempo necessario a mettermi un paio di guanti in lattice, poi la ripresi nella mano sinistra mentre, con la destra, cercai di aprire la porta.
    La maniglia, con un po' d'olio di gomito, si aprì, ma furono i cardini il vero problema: essi, infatti, non avevano intenzione di muoversi ed un braccio solo mi bastò appena a spostare la porta di qualche grado, giusto quello che sarebbe servito per far entrare un po' di luce dall'esterno e per farmi accorgere che, esattamente come anche una persona con un minimo di logica avrebbe pensato, le luci dell'appartamento non erano accese. L'assenza dell'illuminazione o, almeno, il suo inutilizzo, mi fece pensare che l'appartamento fosse davvero in stato di abbandono o che, almeno, nessuno fosse all'interno in quel preciso momento. Certo, avrebbe potuto esserci un ghoul in agguato nell'oscurità, così come qualche clochard, qualche tossicodipendente o un manipolo di teppisti, come quelli che non frequentavo, ormai, da anni. Tuttavia, essendo quello il presunto rifugio di un ghoul piuttosto pericoloso, era molto improbabile che degli umani potessero trovarsi lì, quindi, almeno i tossicodipendenti ed i teppisti non sarebbero stati un problema, così come dei senzatetto umani. Le uniche opzioni plausibili sarebbero state la presenza di bersagli da neutralizzare o l'assenza di forme di vita antropomorfe. Mentre pensavo a ciò, tentai con tutte le mie forze di tirare la porta verso di me, finché, alla fine, essa si aprì abbastanza da permettere il mio passaggio. Era come se un fermaporta bloccasse l'apertura di quel passaggio, ma tale meccanismo sarebbe stato da piazzare all'esterno per poter funzionare e, come ebbi modo di notare, nessun oggetto di forma triangolare si trovava effettivamente sotto di me per ostacolarmi.
    Entrai di soppiatto, con la guardia alzata ed un dito pronto a premere il pulsante d'attivazione della quinque, mentre la mia mano destra finiva sulla fondina della mia arma di riserva. Non mi annunciai, rimanendo nel silenzio, sicura che una qualunque forma di vita avrebbe notato il nuovo raggio di luce proveniente dalla porta. Per il momento, nessun essere palesò la sua presenza. La prima cosa che notai furono i cocci di quello che, una volta, avrebbe dovuto essere un vaso. Molti di quei pezzi di porcellana erano concentrati alla mia destra, ma constatai presto che non ce n'erano solo lì: il genkan nel quale ero finita, varcando la soglia dell'abitazione, ne era pieno. Nella penombra, riuscivo, inoltre, a vedere una porta-finestra scorrevole, che illuminava i resti di quello che, a prima vista, sembrava un kotatsu ridotto piuttosto male, nonché una sorta di mobile di legno, in parte coperto ai miei occhi dal muro alla mia sinistra, accanto al quale, quasi in corrispondenza con la mia posizione, si trovava una scarpiera vuota. Notai, inoltre, la presenza di una porta, sempre alla mia sinistra, poco più avanti.
    Mi avventurai all'interno della stanza, in silenzio, pronta a difendermi da qualunque eventuale minaccia. Fortunatamente, però, sembrava che io fossi l'unica forma di vita nella stanza. Una volta compreso il fatto di essere sola, rinfoderai la pistola ed esplorai, tramite la poca luce della stanza, ciò che si trovava intorno a me: notai che il mobile da me individuato prima era una cassettiera e che, accanto ad essa, si trovava un pezzo d'arredamento molto più grande, anche più di me, rovesciato sul terreno. Dall'altro lato dell'ambiente potei notare, inoltre, la presenza di un bancone ed un cucinino, sormontati da delle mensole ed affiancati da quello che sembrava un vecchio frigorifero. Non vedevo la scena nei dettagli, ma avevo abbastanza luce da poter analizzare i contorni degli oggetti e supporre che cosa fossero.
    Decisi di tornare verso il genkan ed, approfittando della mia posizione, ormai vantaggiosa, feci leva con le gambe sulla porta, affinché questa si aprisse un po' di più, per consentire il passaggio di altri investigatori, se necessario, con maggiore comodità rispetto a quella che avevo avuto io poco prima. Una volta aperta la porta, un altro po' di luce invase l'appartamento: potevo vedere gli oggetti intorno a me un po' meglio, ma l'illuminazione elettrica avrebbe reso il mio lavoro più facile. Dopo una piccola ricerca, aiutata dalla luce dei lampioni all'esterno dell'edificio, notai che gli interruttori erano vicino alla porta alla mia sinistra, ma proprio quel passaggio mi costrinse a riflettere un po', prima di andare verso gli interruttori ed accenderli.
    Quella porta, in fondo, avrebbe potuto contenere qualche minaccia, magari quella che aveva rovesciato il mobile e distrutto il kotatsu. Se fosse stato così, qualunque cosa fosse stata lì dentro avrebbe sicuramente notato il mio aggirarmi per la stanza e, nel caso in cui la luce fosse stata accesa, avrebbe avuto la conferma definitiva della mia presenza. Se si fosse trattato di un essere territoriale, inoltre, le possibilità che esso attaccasse sarebbero state piuttosto elevate. Tuttavia, in qualunque scenario, la maggior illuminazione mi avrebbe fatto comodo anche nel caso di uno scontro, quindi valeva la pena tentare. Inoltre, c'era la possibilità che qualunque cosa avesse distrutto quel kotatsu e rovesciato quel mobile se ne fosse già andata, forse a causa di Ouroboros stesso. Gli istruttori della CCG erano stati piuttosto chiari, nelle loro spiegazioni. Uno di loro, riguardo alle investigazioni come quella che stavo affrontando, disse: «A meno che non siate certi che non vi sia anima viva nei luoghi che esplorerete, comportatevi come se ci fosse qualcuno. Comportatevi come se ogni evento, per quanto improbabile, stesse per accadere.» Di conseguenza, per quanto non sapessi se realmente ci fosse qualcuno, avrei dovuto essere prudente, per non essere io quella in ipotetico svantaggio.
    In ogni caso, accendere le luci avrebbe potuto rendere ognuna di queste situazioni più semplice, nonostante potesse comunque esserci la possibilità che l'impianto elettrico dell'edificio non fosse operativo, quindi mi diressi verso gli interruttori da me individuati e, con la mano destra, sempre libera, per quanto coperta da un guanto sterile di plastica, tentai di accendere la luce, sperando in qualche riserva d'energia, nel fatto che il collegamento alla rete elettrica non fosse mai stato compromesso o che la CCG, data l'importanza di tale investigazione, avesse chiesto al gestore dei servizi di rimettere tale impianto in funzione.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»
    «Parlato di un istruttore della CCG, come ricordato da Kimiko»


    Edited by Antoil69 - 5/6/2020, 21:36
     
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    NAME
    Akihiro Nakamura

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    23 y.o.

    QUINQUE
    Koukaku (Gungnir)

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    Secondo Grado

    Prima di aprire la porta, appoggiai la valigia dove era riposta la mia quinque per terra e successivamente indossai un paio di guanti in lattice, non potevo rischiare di contaminare le prove con le mie impronte. Fatto ciò, ripresi la quinque con la mano sinistra ed andai ad aprire lentamente la porta. Si aprì senza troppi sforzi ed una volta entrato dentro potei notare immediatamente che l'appartamento era completamente al buoi, tranne per una leggera illuminazione che proveniva dalla porta da me aperta. Spalancai completamente la porta, così facendo sarebbe entrata un po' più luce dall'esterno che mi avrebbe aiutato. Certo, potevo benissimo usare la torcia del mio smartphone, tuttavia preferivo risparmiare più batteria possibile.
    Ora che dentro all'appartamento vi era un po' più di luce potei soffermarmi più chiaramente sull'arredamento. Subito a destra della porta e del genkan in cui ero finito una volta entrato, c'era una scarpiera, ma la cosa curiosa è che era stata lasciata una singola e consumata ciabatta. Normalmente quello poteva risultare un particolare di poco conto che diceva semplicemente che qualcuno era stato nell'appartamento tempo addietro, tuttavia ogni possibile indizio, anche il più insignificante poteva essere utile. Decisi quindi di scattare una fotografia alla scarpiera, ma non prima di assicurarmi che il telefono fosse in modalità silenziosa, non volevo di certo attirare l'attenzione di qualunque cosa si potesse nascondere nell'ombra. Prima di riporre il telefono, però avrei controllato se la foto da me scattata fosse abbastanza visibile, se così non fosse stato avrei rifatto la foto.
    Successivamente decisi di osservare anche il resto dell'appartamento, per quanto mi fosse possibile dall'illuminazione molto scarsa. Vidi che abbandonato per terra davanti a me c'era un vecchio futon, ma la cosa più interessante era che era stato piegato bene, questo era un'altro punto a favore del fatto che in quel luogo c'era stato sicuramente qualcuno e che soprattutto aveva avuto il tempo di mettere apposto alcune cose. Non mi sentivo decisamente a mio agio in quella situazione, quindi quasi istintivamente tirai fuori il telefono e nonostante quello che mi ero prefissato, accesi la torcia. Almeno così facendo avrei potuto investigare meglio.
    Mi girai intorno e vidi con più chiarezza che alla mia destra vi era un porta, che vedendo com'era composto l'appartamento probabilmente portava al bagno, e un interruttore della luce. Decisi di fare un sopralluogo completo prima di controllare qualsiasi cosa.
    Nell'appartamento c'era anche una grande porta scorrevole e rispettivamente alla sua destra e sinistra, c'erano una libreria non troppo grande e un tavolino pieghevole chiuso ed appoggiato ad un frigo. Procedendo poi sulla destra, oltrepassando il frigo c'era un cucinino con un bancone e delle mensole inferiori e superiori. Vicino alla parete opposta, invece c'era una piccola cassettiera con appoggiata sopra una televisione con lo schermo rotto. Passando oltre, infine c'era una scrivania con alcuni cassetti sulla destra ed una sedia girevole dall’imbottitura sgualcita e bucata.
    Una volta finito il sopralluogo decisi che sarebbe stato meglio controllare cosa c'era oltre quella porta, o meglio, se all'interno c'era qualcosa di interessante. Tuttavia mentre mi dirigevo verso la porta pensai che se nello sventurato caso in cui aprendo la porta avrei trovato una sorpresa non proprio gradita, sarebbe stato complicato agire tenendo in mano il telefono per farmi da illuminazione. La prima cosa che avrei fatto sarebbe quindi quella di controllare se la l'interruttore della luce funzionava oppure no. Spensi quindi la torcia e misi via il telefono, poi spostai la quinque dlla mano sinistra a quella destra, in modo da avere una presa migliore in caso di necessità, successivamente tenendo la guardia alta, avrei pigiato l'interruttore sperando che la rete elettrica funzionasse.


    Foto scattate:
    - Scarpiera all'entrata con una singola e consumata ciabatta


    Edited by alyë - 6/6/2020, 20:11
     
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    Sora Yukimura

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    Bikaku (Kurikara)

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    Secondo Grado

    Prima di aprire definitivamente la porta, poggiai la quinque a terra: dovevo immortalare quel momento cruciale, stavo per entrare in una stanza dove sarebbe potuto trovarsi un ghoul di classe SS, non potevo non scattarmi una foto ricordo. Presi il telefono dalla tasca del pantalone e mi feci un selfie vicino alla stanza con su scritto "102". Dopo aver fatto ciò, posai il telefono e ripresi in mano la mia fedele Kurikara. Con la mano sul pomello della porta, cercai di aprirla, quel marchingegno si girava perfettamente tuttavia la porta non si spostava di un millimetro: doveva essere bloccata. Ritentai più volte ma nulla, forse il fato era contro di me; cercai su internet come si aprissero le porte e ciò che era scritto sul Web concordava perfettamente con le azioni che feci precedentemente. Perchè non funziona?! Glielo riferirò al Capo e ai mie compagni. Attivai la rice-trasmittente che poco tempo prima mi era stata data e, come in un film di agenti segreti, iniziai a parlare sottovoce: Mayday Roger, mayday, abbiamo un problema! Roger mi ricevi? La porta 102 non si apre ora cerco di distruggerla così da creare un effetto scenico pazzesco. Roger confido nella vostra comprensione, passo e chiudo. La rice-trasmittente era costantemente accesa per ascoltare cosa avessero da dire i miei colleghi, tuttavia per parlare si doveva premere un pulsante posto sopra essa. Dopo aver riflettuto, presi la decisione di distruggere la porta; se qualcuno l'avesse bloccata appositamente probabilmente era perchè non voleva far scoprire cosa ci fosse al suo interno. Mi allontanai abbastanza dalla porta così da poter prendere una rincorsa che avrebbe agevolato lo sfondamento della porta, per l'ennesima volta posai la Quinque a terra e, dopo essermi rimboccato le maniche, iniziai a correre verso la porta, arrivato abbastanza vicino a quest'ultima diedi il più potenti tra i calci.
    La porta si sarebbe aperta?

    Foto Ricordo


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:52
     
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    FINE TURNO 02 > Inizio turno 03

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    Yuka Shimizu

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    Bikaku (Damaris 1 & 2)

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    Prima Classe

    La giovane investigatrice stava procedendo per la via a passo moderato, con i sensi ben all’allerta, quando la voce di Sora e le sue parole non la colsero di sorpresa, facendola fermare di fronte a un'abitazione in disuso «Qui Shimizu.» rispose prima degli altri, andando a premere delicatamente il pulsante della ricetrasmittente che aveva messo al suo orecchio sinistro, un bel po’ scettica dalle parole del ragazzo. Il fatto che non stesse seguendo le procedure la irritò per un singolo ma lungo istante per poi sospirare sconsolata. Tornati in sede gli avrebbe fatto la ramanzina (l'ennesima) e caso mai gli avrebbe fatto ripassare la guida alla condotta del buon investigatore fino a quando non gliela avrebbe ripetuta a memoria. Lo faceva per il suo bene e per quello dei suoi colleghi. Infondo tutti conoscevano la reputazione di Shimizu e quello non era niente rispetto alle penitenze che dava di solito.
    «Secondo Grado Yukimura non fare gesti avventati, pensa prima di agire.» fu quello che gli disse con tono duro, sperando desse ascolto alle sue parole. Non era un messaggio diretto solo al ragazzo ma anche velatamente agli altri membri di quella piccola squadra improvvisata. Tuttavia, non ricevette subito risposta e un po’ allarmata, ripremette il pulsante della ricetrasmittente, mormorando un «Secondo Grado Yukimura?» nel timore fosse veramente successo qualcosa di grave. Più il tempo passava più si chiedeva se stava facendo bene ad averli lasciarti da soli ma era anche quello che aveva concordato con gli altri due Caposquadra.


    r49Bjdw
    CITAZIONE
    TURNO 03.

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    Inventario generale (tutti): Guanti in lattice, buste ermetiche, ricetrasmittenti, inibitori RC (Shimizu ed Assistente Ihara).
    Pistole a proiettili Q: Assistente Ihara, Yuka Shimizu, Kimiko Takeda e Akihiro Nakamura.

    Kimiko e Akihiro hanno dunque provato ad accendere la luce rispettivamente negli appartamenti 101 e 103, premendo uno dei pulsanti sul muro. Tuttavia non succede niente in nessuna delle due istanze, nemmeno una misera scintilla. Un pensiero era chiaro nelle loro menti: non c’era corrente. Da qualche parte dovrebbe trovarsi un generatore, forse qualcun altro sa qualcosa.

    Nel mentre Sora, nel tentativo di aprire la porta, tirò un vigoroso calcio contro di essa. Tuttavia la porta non si mosse di un millimetro, rimanendo ancora ben chiusa. Per colpa della forza usata, Sora cade all’indietro, graffiandosi le mani e prendendo una botta al fondoschiena, ancora dolorante perde così momentaneamente il 5% di status di salute. Ispezionando meglio le porte, è abbastanza chiaro che esse sono blindate e quindi difficili da buttare giù, sia per un ladro comune che per un investigatore. Sulla superficie della 102, ora c’è una bella impronta di scarpa. Ci sarà sicuramente da qualche altra parte un altro modo per entrare.

    g38HvQ7
    CITAZIONE
    Stanza 101 (Kimiko).

    Avendo girato per l’appartamento, nuovi dettagli si sono palesati a Kimiko: dalla finestra che da sulla veranda è facilmente identificabile, tirata fino a quasi scomparire, una saracinesca di colore scuro la cui corda si trova pendente all’interno della stanza; questa finestra scorrevole che da sulla veranda sembrerebbe essere chiusa a chiave, infatti vi è una piccola serratura; tra il frigo* e il bancone pare esserci quello che sembra essere un foglio di carta di colore giallo; sempre sul frigo, ci sono due calamite a forma di numeri (arabi), ovvero il 3 e il 7; nel lavandino si trovano dei petali e delle foglie, entrambi secchi; la finestra di sinistra, vicino al cucinino, è chiusa come quella che da sulla veranda, anche qui la saracinesca, la cui corda è sempre accanto, è tirata su.

    *Il modello del frigo è quello con frigo/freezer separati (quindi due sportelli diversi, il freezer è sopra), è di colore bianco ma non è tanto alto e anziè piuttosto piccolino essendo per un monolocale.

    95TnxhN
    CITAZIONE
    Stanza 103 (Akihiro).

    Avendo girato per l’appartamento, nuovi dettagli si sono palesati ad Akihiro: dalla finestra che da sulla veranda è facilmente identificabile, circa una decina di centimetri sono visibili, una saracinesca di colore scuro la cui corda, rotta, si trova pendente all’interno della stanza; questa finestra scorrevole che da sulla veranda sembrerebbe essere chiusa a chiave, infatti vi è una piccola serratura; sulla piccola libreria vi sono varie riviste di giardinaggio e cucito, tra cui qualche vecchio romanzo sia d’amore che giallo; sopra alla scrivania c’è un porta penne con matite consumate e qualche penna senza tappo; sopra al mobile con la tv rotta vi è un piccolo portagioie aperto, al suo interno (stranamente non polveroso come il resto della modesta abitazione) non vi è niente; sul frigo* vi sono varie calamite che raffigurano alcuni punti famosi di Tokyo, una di esse è tuttavia caduta a terra; la finestra di destra, vicino al cucinino, è chiusa e la visuale dall'esterno è bloccata da un'altra saracinesca la cui corda è sempre accanto.

    *Il modello del frigo è quello con frigo/freezer separati (quindi due sportelli diversi, il freezer è sopra), è di colore bianco ma non è tanto alto e anziè piuttosto piccolino essendo per un monolocale.





    Edited by alyë - 18/8/2020, 21:48
     
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    Takeda Kimiko

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    ...E luce non fu. La mia speranza di poter condurre un'investigazione senza dovermi aggrappare alla lucina dello schermo del mio smartwatch svanì nei due secondi successivi alla pressione di quel pulsante, che si rivelò inutile. Avrei dovuto cavarmela da sola. Avrei potuto comunque farcela, e avrei tentato di tutto pur di fare, anche in quel caso, un lavoro impeccabile, ma il mio compito sarebbe stato più difficile per via della minore illuminazione. Fu allora che capii che andare ad investigare di notte senza una torcia era stato un grave errore. Se me ne fossi portata una, accendere la luce non sarebbe stata una comodità così grande... Invece, per colpa della mia scarsa facoltà di previsione, avevo rinunciato ad un vantaggio non da poco. "Dovrò aggiungere una torcia al mio kit da investigatrice..." Pensai, con il rammarico di chi sa di aver fatto un errore da non ripetere. Guardarsi intorno sarebbe stato saggio, ma avevo ancora una porta da aprire. Decisi, tuttavia, di aspettare in silenzio per qualche altro secondo, mente la mia mano destra lasciava l'interruttore nella posizione in cui lo avevano sistemato poco prima. Non sapevo bene che cosa temessi sarebbe uscito da quella porta, ma, nel caso in cui ci potesse essere davvero qualcosa, era necessario mantenere la calma ed approcciare la possibile minaccia con il maggior sangue freddo possibile.
    Ripensai a ciò che avevo visto nell'appartamento fino ad allora. Avevo notato alcune cose interessanti, come la presenza di qualche magnete sul frigo e qualche residuo apparentemente vegetale nel lavandino. Entrambe le finestre avevano una serratura e le loro saracinesche erano state aperte. Tuttavia, quello che mi aveva più incuriosita era un foglio di carta, che avevo trovato tra il frigorifero e il bancone. Se avessi avuto la certezza che niente si fosse trovato dietro la porta accanto alla quale mi trovavo, avrei iniziato da lì la mia investigazione. Girando per la stanza, avevo inoltre notato la presenza di un piccolo angolo di muro sporgente tra il corridoio del genkan e il frigorifero, spazio verso il quale mi diressi, senza mai perdere d'occhio quella porta così sospetta. Sapevo che qualunque cosa fosse là dentro avrebbe avuto tutto il tempo per prepararsi e uscire, se avesse voluto, ma reputai necessario appuntarmi ciò che avevo trovato fino a quel momento. Raggiunsi quell'angolo e mi misi in posizione di squat, nascondendo almeno la parte destra del mio corpo dietro lo spigolo che le pareti della stanza a me ignota formavano in quella in cui mi trovavo. Aiutata dalla luce dei lampioni, lanciando occhiate frequenti alla porta davanti a me, presi il mio nuovo taccuino e, dopo averci annotato il mio nome e il mio grado grazie al mio porta-mine, saltai una pagina e disegnai il frigorifero: feci un semplice rettangolo, che divisi in due e nel quale disegnai i numeri 3 e 7, in cifre arabe come nel vero elettrodomestico, esattamente dove si trovavano nell'oggetto che intendevo rappresentare. Dopo aver scritto "frigorifero" sopra l'oggetto che avevo rappresentato ed aver appuntato, nella pagina successiva, la scritta "foglio di carta tra il frigo e il bancone" il più in fretta possibile, cercando, però, di non sacrificare la leggibilità, tornai accanto agli interruttori, pronta per tentare un approccio il più possibile furtivo e prudente alla stanza che non avevo ancora esplorato.
    «Mayday Roger, mayday! Abbiamo un problema! Roger mi ricevi? La porta 102 non si apre. Ora cerco di distruggerla, così da creare un effetto scenico pazzesco. Roger confido nella vostra comprensione. Passo e chiudo.» Rimasi in ascolto, sentendo ognuna delle parole dette sottovoce dal mio collega Yukimura, chiedendomi perché avesse deciso di tentare un tale approccio. Gli istruttori dell'Accademia parlavano chiaro: «Non si è mai troppo prudenti.» Non conoscevo troppo bene il mio compagno di squadra e non l'avevo mai avuto così a stretto contatto come quel giorno ma, per quanto non mi avesse mai dato l'impressione di essere una persona seria, fui portata a prendere la ricetrasmittente per invitarlo a non parlare se non ce ne fosse stato bisogno, ma l'investigatrice Shimizu parlò prima di me, invitandolo a riflettere sulle conseguenz-
    BANG! Il rumore che sentii non fu troppo forte, ma fu acuito dal silenzio che pervadeva l'ambiente prima del colpo. Date le parole da lui pronunciate poco prima, mi venne spontaneo attribuire la colpa, anche senza conoscere i fatti, al mio collega e pari grado. "Ma che gli è saltato in mente?" Pensai con l'incredulità di chi aveva appena assistito all'azione più stupida che una persona avesse potuto compiere. "Dove sono finiti tutti gli insegnamenti sulla prudenza che gli istruttori ripetevano in continuazione apposta per prevenire situazioni come questa?" Yukimura non avrebbe potuto scegliere un momento peggiore per tentare un approccio esplicito e incurante di ogni cosa intorno a lui. Per noi erano possibili diversi scenari, a seconda di chi avesse occupato, o meno, l'edificio in quel preciso istante. Nel primo caso, avremmo trovato qualcuno: statisticamente, avremmo avuto più possibilità di trovare personale ostile, piuttosto che neutrale. In quel caso, avremmo potuto avere a che fare con ghoul molto più forti di noi, come lo stesso Ouroboros, e la nostra unica possibilità sarebbe stata la fuga, grazie alla tattica poco furba del mio collega. Avremmo anche potuto avere la fortuna di trovare solo ghoul di bassa forza, facilmente eliminabili, che avrebbero potuto tentare la fuga o attaccarci e venire neutralizzati. Nel primo caso, avremmo dovuto inseguirli e lasciare la scena del crimine a chiunque avesse avuto voglia di entrare, mentre nel secondo caso avremmo rischiato di compromettere il vero rifugio del ghoul, perdendo quel poco che avremmo potuto trovare. Inoltre, la porta avrebbe potuto essersi rotta o danneggiata, risultando in un inquinamento di prove non da poco.
    Più cercavo di analizzare le azioni del mio collega sotto la luce della ragione o della strategia, più esse mi sembravano stupide, non-professionali e controproducenti: avrei dovuto lavorare ancora con lui, dato il nostro essere compagni di squadra ma, Investigatrice Shimizu permettendo, avrei cercato di ridurre al minimo qualunque interazione con lui, anche a livello professionale: Yukimura aveva messo sé stesso, me e l'investigatore Nakamura in un potenziale serio pericolo ed aveva perso tutto ciò che ancora lo rendeva buono ai miei occhi: una non più possibile competenza in ambito lavorativo.
    Quel che era peggio, però, era il fatto che la minaccia di esseri ostili nello spazio in cui mi trovavo non era stata ancora del tutto risolta: non avevo ancora esplorato una stanza e, dato il fatto che i ghoul avevano un udito più sviluppato di quello umano, avevo praticamente la certezza matematica che, nel caso in cui qualcosa fosse stata presente in quella camera inesplorata, essa avrebbe sentito quel colpo anche meglio di me. Ormai non c'era più tempo da perdere: dovevo entrare. Avrei pensato dopo al foglio accanto al frigorifero e a disegnare la mappa del monolocale nella pagina che avevo saltato: neutralizzare qualunque cosa ci potesse essere dietro la porta chiusa accanto a me era appena diventata la priorità numero uno. Feci un respiro profondo per concentrarmi, poi ripresi la pistola a pallottole Q con la mano destra. Con la sinistra tenni stretta la quinque, mentre l'altra mano teneva con indice e medio l'arma più piccola, cercando, con le altre dita, di aprire il passaggio accanto all'ingresso della casa. Sperai che le mie preoccupazioni fossero infondate e che non ci fosse nessuno dietro quella porta, ma ero psicologicamente pronta ad affrontare qualunque cosa e mi sarei fatta valere, nonostante il buio e le azioni che avevo, ormai, attribuito al mio collega.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»
    «Parlato di un istruttore della CCG, come ricordato da Kimiko»


    Edited by Antoil69 - 5/6/2020, 21:45
     
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    Akihiro Nakamura

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    Sfortunatamente le mie preghiere non furono ascoltate, difatti una volta cliccato l'interruttore della luce, non successe proprio nulla.
    "Mai una gioia..."
    Rimasi al buio esattamente come prima, quindi tirai fuori di nuovo il telefono, prendendolo con la mano sinistra e riaccesi la torcia. Subito dopo continuai con la mia idea iniziale di aprire quella porta e vedere cosa c'era all'interno, però prima misi la valigia con dentro la mia quinque nella mano sinistra, cercando anche in qualche modo di tenere saldo il telefono e poi estrassi la pistola a proietti Q, che tenni nella mano destra con l'indice l'ontano dal grilletto per non sparare erroneamente un colpo. Il motivo per cui feci quello? Semplice, mi resi conto che in quel piccolo appartamento non c'era abbastanza spazio per utilizzare al meglio la mia Gungnir e inoltre l'avrei eventualmente dovuta utilizzare con una mano sola, dato che l'altra la stavo usando per tenere il telefono. La mia quinque non era di certo una delle più leggere e quindi sarei stato in grossa difficoltà ad utilizzarla con una sola mano.
    Dopo essermi preparato, stavo per aprire quella porta ma mi bloccai sentendo quello che aveva da dire Sora dall'auricolare.
    «Mayday Roger, mayday, abbiamo un problema! Roger mi ricevi? La porta 102 non si apre ora cerco di distruggerla così da creare un effetto scenico pazzesco. Roger confido nella vostra comprensione, passo e chiudo.»
    Di certo non sapeva contenere la sua personalità abbastanza vivace nemmeno durante una missione seria, tuttavia finché non mi avrebbe creato problemi non gli avrei detto nulla. Neanche a farlo apposta, immediatamente dopo sentì un rumore provenire da fuori, che capii subito essere opera di Sora che cercava di aprire la porta.
    "Dannazione!"
    La cosa più importante in quella situazione era proprio evitare di fare rumori troppo forti, soprattutto se si pensa che statisticamente parlando era molto facile incontrare dei ghoul, che ricordo avere un udito molto più sviluppato di un comune essere umano.
    Oramai quello che era fatto era fatto, quindi mi riavvicinai alla porta per aprirla, tuttavia in quell'istante mi venne come il presentimento che avrei fatto meglio a salvare qualsiasi prova possibilmente importante. Mi allontanai dalla porta, seppur tenendo comunque la pistola ben salda alla mano.
    Questa volta col telefono avrei fatto una foto a qualsiasi cosa nella stanza. Per prima cosa avrei fotografato l'intero appartamento dalla porta di entrata, puntando alla finestra scorrevole, dopodiché avrei fotografato il resto della stanza, prendendo tutto quello che era compreso tra il piccolo frigorifero e la cassettiera con la tv. In seguito avrei fotografato anche un piccolo portagioie aperto ed appoggiato vicino alla televisione, la cosa me lo fece fare era che al contrario di tutto il resto, quel piccolo oggetto era privo di polvere. Infine avrei fotografato anche più attentamente il frigo dove vi erano attaccate alcune calamite raffiguranti alcune località di Tokyo. Forse aveva qualche significato che ancora non comprendevo.
    Mentre feci la foto, notai che per terra vi era un'altra calamita, decisi di fotografare anche quella, quindi mi sarei abbassato per raccoglierla e solo successivamente l'avrei fotografata.

    Foto scattate:
    - Interno dell'appartamento, verso la porta scorrevole
    - Resto dell'appartamento
    - Portagioie aperto e senza polvere
    - Frigo con calamite attaccate


    Edited by alyë - 6/6/2020, 20:13
     
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    Sora Yukimura

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    Corsi contro la porta e tirai il calcio più rumoroso che si potesse creare. Ero sicuro di poter distruggere la porta ed entrare nella stanza 102 tuttavia quest'ultima non si spostò neanche di un millimetro. Utilizzai parecchia forza in quel colpo infatti provocai sul mio stesso corpo un rinculo strabiliante, caddi a terra e mi ritrovai con le mani graffiate e il fondoschiena che chiedeva pietà per la botta presa nella caduta. Sulla porta ora vi era un'impronta di una scarpa; mi rialzai e rientrai in contatto con i miei compagni di squadra: Spero di non aver fatto troppo rumore hahahaha...questa porta è indistruttibile non credo di poter entrare da qui. Cap ho notato che intorno a questo lotto vi è un recinto di ferro, non so se potrebbe rivelarsi utile, ma se ci fosse un qualche retro? Dalla nostra prospettiva non è visibile e la mia è un'ipotesi azzardata, forse l'entrata alla stanza 102 è invertita. In alternativa potrei continuare a dare calci alla porta... Chiusi il collegamento e non aspettai nessun ordine, feci un paio di passi e ritornai al giardinetto abbandonato dinanzi al palazzetto. Questo palazzo ha due piani..se queste camere fossero una trappola per incastrarci tutti? Se ci fosse veramente un retro e le stanze sono solo una distrazione per farci perdere del tempo? Ouroboros, come ci era stato detto, è davvero prudente..Forse sto divagando troppo, ora devo capire se questo lotto ha un retro e se l'entrata alla stanza 102 è dall'altra parte. Ritornai sulla strada ed iniziai a camminare al fianco del recinto di ferro, sperando di trovare qualcosa di utile per le indagini.


    Cap è il soprannome di Shimizu secondo Sora.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:53
     
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    FINE TURNO 03 > Inizio turno 04

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    Inibitori RC & Torcia a LED
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    NAME
    Yuka Shimizu

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    23 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Damaris 1 & 2)

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    Prima Classe

    Gli istanti in cui non ricevette nessuna risposta furono snervanti per la povera Shimizu ma non appena sentì nuovamente la voce del ragazzo provenire dalla ricetrasmittente tirò internamente un sospiro di sollievo, dalle sue parole tipicamente esuberanti sembrava stesse bene. Riportò la mano alla ricetrasmittente mentre riprese a camminare a passo deciso per la via «Qui Shimizu. Si, c’è il retro.» confermò senza aggiungere nient’altro, quasi commossa che qualcuno le avesse chiesto quella informazione, avendo taciuto effettivamente su alcuni dettagli del luogo aspettando una qualsiasi azione dai tre giovani investigatori. Infondo quella non era solo una missione ma anche un modo per vedere quanto avessero imparato ora che agivano sul campo e come si sarebbero comportati senza che qualcuno tenesse loro continuamente la mano o li guidasse fornendo loro tutt il necessario. Lei, infondo, era lì per evitare disastri e dare supporto «State attenti e prestate attenzione a cosa vi circonda. Passo e chiudo.» ricordò poi a tutti e tre, prima di lasciare andare il pulsante dopo un altro sospiro. Non aveva un buon presentimento ma sperava con tutto il cuore che andasse tutto bene.


    dIV9R9c
    gmZ5ar2
    CITAZIONE
    TURNO 04.

    Oggetti trovati: Nessuno.

    Status batteria cellulare: 95% (Akihiro), Carico (Sora);

    Inventario generale (tutti): Guanti in lattice, buste ermetiche, ricetrasmittenti, inibitori RC (Shimizu ed Assistente Ihara).
    Pistole a proiettili Q: Assistente Ihara, Yuka Shimizu, Kimiko Takeda e Akihiro Nakamura.

    Foto scattate e schizzi:
    Akihiro:
    [Turno 01] Esterno dell'edificio (fronte), giardino abbandonato (fronte), tre porte del piano terra;
    [Turno 02] Scarpiera all'entrata di 103 con una singola e consumata ciabatta;
    [Turno 03] Interno dell'appartamento 103 (verso la porta scorrevole), resto dell'appartamento, portagioie aperto e senza polvere, frigo con calamite attaccate;

    Kimiko:
    [Turno 03] Frigo e relative calamite;

    Sora:
    [Turno 02] Selfie di fronte a 102;

    Per il continuo uso (foto/torcia), la batteria del cellulare di Akihiro scende al 95%. Dopo essersi ripreso dalla botta, Sora ha recuperato il 2% di Status.

    La porta che Kimiko ha tentato di aprire si è spalancata senza grossi problemi (andare nella sezione dell’appartamento per maggiori dettagli sul luogo). Come per il resto dell'appartamento, anche quel luogo è privo di altri esseri viventi.

    La calamita che ha raccolto Akihiro da terra raffigura il Kinkaku-ji (Padiglione d'oro) che si trova nella città di Kyoto. Tra le alte calamite ancora attaccate al frigo, quella è l'unica che raffigura un luogo lontano della Grande Area di Tokyo.

    Sora ha deciso di controllare meglio il lotto, partendo dal seguire il recinto in metallo: quest’ultimo non continua a lungo e superato di poco uno dei lati del condominio si trasforma in un recinto in mattone un po’ più alto del precedente come a fornire più copertura da occhi indiscreti. Seguendolo si finisce sul retro della vecchia e malridotta abitazione, i fasci di luce dei lampioni e della luna nel cielo aiutano a vedere meglio: sulla destra vi è una sorta di casupola in cemento senza finestra alcuna, l’unica entrata sembra essere una porta robusta sul lato sinistro; più a sinistra nel giardino vi è un vecchio albero rinsecchito e con poco fogliame, da uno dei rami pende quella che un tempo doveva essere un’altalena (sola una corda la regge ancora in piedi mentre l’altra, essendo rovinata, è caduta giù); in alcuni punti ci sono dei vasi in terracotta che un tempo contenevano possibilmente delle belle piante. Spostando lo sguardo sull’abitazione si può notare una sorta di veranda sopraelevata che connette esternamente i tre appartamenti del piano terra: la saracinesca di 101 e 103 è alzata mentre quella di 102 sembra essere tirata completamente giù. Da quella posizione si può notare un balcone simile sul secondo piano. Parlando del fronte del lotto: sulla parte destra vi è un arrugginito parcheggio per biciclette ora completamente vuoto. L’intero giardino del lotto è pieno di erbacce e fogliame (oltre che un po’ d’immondizia varia), avendo nascosto pure la stradina che portava direttamente sul retro.

    dwBXkO0
    CITAZIONE
    Stanza 101 (Kimiko).

    Una volta entrata nel nuovo spazio, quel luogo si conferma essere il bagno: alla destra di Kimiko vi è un lavandino contenuto in un mobile (sopra di esso vi è appoggiato un vecchio portaspazzolino in ceramica bianca) in legno a due ante (chiuse) con sopra uno specchio ancora in buono stato mentre a sinistra vi è un wc che un tempo doveva essere “moderno”. Sempre a sinistra ma vicino ad alla parte divisoria in vetro semi-trasparente vi è una vecchia lavatrice di colore bianco. Dall’altra parte della porta scorrevole opaca vi è la zona doccia con una vasca (vi è ancora un po’ di acqua diventata ora rancida) attaccata alla parete, sopra di essa e parecchio in alto vi è una piccola finestra rettangolare (così bassa che non può passarci nessuno oltre che la luce; è possibile aprirla tirando un’asticella lì vicino), il soffione della doccia si trova a sinistra vicino ad un vecchio secchio in plastica blu.
    (Passare per la porta scorrevole divisoria non costa nessuna azione)

    95TnxhN




    Edited by alyë - 18/8/2020, 21:50
     
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    And the curtain fell
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    Takeda Kimiko

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    Non appena riuscii ad aprire la serratura, mi portai dietro la porta e, puntando davanti a me con la pistola a pallottole Q, per essere pronta in caso di necessità, sbirciai all'interno dell'ambiente che si aprì davanti ai miei occhi. A poco a poco, con cautela, spinsi la porta con la spalla, finché non l'aprii del tutto. Cercai, poi, qualche bersaglio per la mia arma, constatando, subito dopo, l'assenza di forme di vita antropomorfe nella stanza, ad eccezione della sottoscritta. Rimaneva solo un'altra porta da aprire, quella di ciò che, a prima vista, sembrava essere un'area adibita alla pulizia del corpo, unico spazio che non avevo ancora visto all'interno di quella che, una volta, era stata una casa con tutto il necessario per accogliere una persona. Mi avvicinai alla soglia dell'area rimasta, controllando a ogni piè sospinto la presenza di ghoul nascosti nei vari angoli del bagno. Stavo cercando di essere il più prudente possibile: avrei potuto avere a che fare con un rank SS che, grazie alla fallimentare strategia del mio collega e compagno di squadra, se fosse stato lì sarebbe stato, ormai, a conoscenza della nostra presenza. Arrivai, però, incolume dall'altro lato della stanza e, con la massima attenzione, aprii quella porta quanto bastava per poter sbirciare dentro l'ambiente, per poi, una volta accertata l'assenza di creature simili a me, aprire la porta e controllare l'interno. Dopo qualche altro secondo passato a puntare ai quattro angoli dell'area doccia, realizzai il fatto che anche quell'ultima area fosse vuota, quindi rinfoderai l'arma. L'appartamento, almeno a prima vista, era libero e, di conseguenza, tutto da esplorare.
    Incominciai, data la mia posizione, dallo stesso bagno in cui ero entrata. La stanza era illuminata grazie a due aperture: una finestra sopra la vasca, troppo piccola per permettere il passaggio di qualunque cosa diversa dall'aria e dalla luce, e dalla porta che avevo aperto prima, che faceva entrare un po' della luce che filtrava dalla soglia del monolocale. Osservai meglio la vasca, notando il fatto che conteneva ancora dell'acqua, il cui stato denotava l'utilizzo di tale oggetto o, meglio, il tempo che era passato dall'ultima volta che qualcuno aveva deciso di usarla. Nella parete di sinistra, passando dall'entrata, si notavano, invece, un soffione da doccia ed un secchio di plastica blu che, come il resto dell'appartamento, non era nuovo né lo sembrava. Uscendo dalla porta, ebbi modo di notare meglio la presenza di una vecchia lavatrice bianca, alla mia destra, e di un mobile, alla mia sinistra, composto da un lavandino, un armadietto a due ante ed uno specchio messo molto meglio del vaso accanto al genkan. Come ultimo oggetto, notai un wc piuttosto vecchio, ma costruito secondo quella che, anni prima, era stata l'avanguardia della tecnologia sanitaria.
    «Spero di non aver fatto troppo rumore. Hahahaha...» La rice-trasmittente emise ancora dei suoni, facendo materializzare nel mio orecchio sinistro la voce di chi, poco prima, aveva quasi messo a repentaglio la missione. «Questa porta è indistruttibile: non credo di poter entrare da qui. Cap, ho notato che intorno a questo lotto vi è un recinto di ferro: non so se possa rivelarsi utile, ma se ci fosse un qualche retro? Dalla nostra prospettiva non è visibile e la mia è un'ipotesi azzardata, ma forse l'entrata alla stanza 102 è invertita.» A quanto sembrava, il mio collega aveva finalmente deciso di fare il serio. Tuttavia, stando alle sue stesse parole, si sarebbe presto allontanato dal resto del gruppo. Tale mossa sarebbe stata sconsiderata, dato che ancora non avevamo constatato lo stato del luogo: per quanto avessi verificato l'assenza di ghoul nel bagno dell'abitazione, rimanevano ancora almeno quattro monolocali da controllare, prima di poter procedere con meno cautela e concentrarsi esclusivamente sugli indizi. «In alternativa, potrei continuare a dare calci alla porta...» Quella frase, inoltre, mi fece riflettere sul probabile stato emotivo del mio compagno di squadra e d'indagini: non solo aveva messo in serio pericolo ogni membro della squadra e la missione stessa, ma sembrava anche non rendersene conto o, peggio, non aver considerato il peso delle sue azioni. Se fossi stata una sua superiore, mi sarei fatta sentire, ma notai che l'investigatrice Shimizu non parlò, se non per rispondere alla sua unica domanda degna di nota e per ricordarci di stare in guardia. Inizialmente, provai a pensare a delle ragioni per le quali la mia caposquadra avesse deciso di non aprire bocca ma, dopo aver convenuto che, essendo lei la superiore, avrebbe potuto avere qualche idea migliore del confronto diretto, tornai a concentrarmi su ciò che realmente m'importava: la stanza che avrei dovuto setacciare da cima a fondo alla ricerca d'indizi.
    Tuttavia, la lontananza di Yukimura avrebbe potuto mettere in pericolo sia me e Nakamura sia, soprattutto, lui stesso. Decisi, quindi, che ricordargli il piano potesse essere la scelta migliore, sperando che ciò non fosse un passo falso che, in caso, l'investigatrice Shimizu avrebbe potuto farmi notare subito. Ciò mi avrebbe portato a sentirmi umiliata ma, se fosse stato il caso, la mia superiore avrebbe avuto tutto il diritto di farlo ed avrei semplicemente chinato il capo e chiesto scusa.«Qui Takeda.» Iniziai a dire, in tono serio, premendo il pulsante della mia rice-trasmittente. «Con il dovuto rispetto, Secondo Grado Yukimura, non allontaniamoci troppo gli uni dagli altri: potremmo avere bisogno di rinforzi, nel caso in cui si palesasse qualche essere ostile che, grazie al rumoroso tentativo di sfondare una porta, ora sa della nostra presenza. Passo e chiudo.»
    Con la speranza che il mio gesto non fosse stato inutile o dannoso, tornai nella stanza principale dell'appartamento, pronta a continuare il mio lavoro. Decisi di disegnare una pianta dell'appartamento nella pagina che avevo saltato in precedenza, poi, per sicurezza, ne feci anche una relativa al bagno, in modo che questa occupasse un altro foglio. Appuntai qualunque cosa avessi trovato fino a quel momento, inclusi i petali nel lavandino e l'acqua rancida nella vasca. Dopodiché, decisi, per scrupolo, di controllare il retro dello stabile attraverso la finestra di sinistra. Lo feci per qualche secondo, anche perché avevo visto un paio di oggetti che avevano attirato la mia attenzione, come il vaso all'ingresso, ormai ridotto all'ombra della sua bellezza di un tempo, il kotatsu e la libreria riversa sul pavimento, per non parlare del foglio tra il frigo e il bancone. Per non parlare, poi, dei numerosi cassetti che avrei potuto aprire, alla ricerca di qualunque cosa che avesse potuto tornare utile alle indagini. Innanzitutto, però, avrei iniziato dal foglietto che, mentre stavo controllando la zona cucina, mi aveva incuriosito. Presi, dunque, tale pezzetto di carta, pronta a portarmi vicino a una fonte di luce per leggere ciò che qualcuno avrebbe potuto averci scritto, nella speranza di non star perdendo del tempo prezioso con qualcosa d'inutile.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»


    Edited by Antoil69 - 6/6/2020, 11:56
     
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    Akihiro Nakamura

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    Una volta raccolta e fotografata quella calamita che raffigurava il Padiglione D'oro della città di Kyoto, la attaccai al frigo insieme alle altre. Nel mentre i secondi passarono, la paura che qualcosa si nascondesse oltre quella porta scompariva. Insomma, se qualcosa si nascondeva veramente lì, era strano che non fosse andato a controllare il rumore che aveva provocato Sora.
    Lui inoltre utilizzò nuovamente la rice-trasmittente per comunicare le sue azioni successive. In seguito il caposquadra Shimizu ci ricordò di fare attenzione. Personalmente credevo che avrebbe ripreso Sora per la sua azione poco saggia, però così non fu. Forse lo avrebbe fatto a missione conclusa.
    Ad ogni modo prima di effettivamente aprire quella porta decisi di aprire i cassetti che erano presenti nella scrivania, forse avrei trovato qualche appunto o qualche foglio importante dato che erano presenti penne e matite consumate.
    Successivamente avrei anche aperto tutti gli altri cassetti presenti nell'appartamento insieme agli sportelli del frigorifero e del freezer.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 20:14
     
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