[QUEST] Elementary, my dear Ouroboros! [1A]

[MAIN QUEST 01] 17/02/2019 22:00 circa @Zona Residenziale

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    Sora Yukimura

    AGE
    21 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Kurikara)

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    Secondo Grado

    Iniziai a camminare al fianco del recinto di ferro che delimitata il lotto, ad un certo punto quest'ultimo scomparve ed ecco comparire al suo posto un muro di mattoni molto più alto. L'ipotesi che precedentemente constatai si rivelò essere giusta: il retro esisteva. Quest'ultimo non era messo meglio rispetto al fronte dell'edificio, tuttavia vi erano diverse "costruzioni" che potevano rivelare vari indizi utili all'indagine. La prima cosa che notai fu una casupola sulla destra fatta di mattoni e priva di finestre, si poteva entrare solo da una porta posta sulla sinistra. Successivamente non si potevano non notare i resti di una possibile altalena ormai distrutta. Su un albero era attaccata esclusivamente una corda mentre sull'altro non vi era nulla poichè la corda, essendosi consumata, era poggiata sul suolo. Durante il mio giro si esplorazione del retro sentii qualcuno parlare dalla rice-trasmittente: era Kimiko. Con il dovuto rispetto, Secondo Grado Yukimura, non allontaniamoci troppo gli uni dagli altri: potremmo avere bisogno di rinforzi, nel caso in cui si palesasse qualche essere ostile che, grazie al rumoroso tentativo di sfondare una porta, ora sa della nostra presenza. Passo e chiudo. Capii cosa volesse dirmi tuttavia le proposi un metodo alternativo: Sono l'agente Sora, parla Sora, ripeto parla Sora. Secondo grado Kimiko non mi trovò d'accordo con la sua proposta, ho fatto tanto casino cercando di distruggere quella porta quindi non c'è molto tempo. Se dovessimo riunirci saremmo più visibili tuttavia c'è la possibilità che non ci attacchino. Se stessimo tutti vicini però perderemo tempo e qualcuno potrebbe a nostra insaputa macchiare le prove quindi declino, a dopo! Nel peggiore dei casi potremmo darci un segnale vocale che ci faccia capire il pericolo, ad esempio...Cocodè Cocò. Mi sembra appropriato, ora vado ho un retro da scoprire.. Tolsi il dito dal pulsante della rice-trasmittente e continuai ad esplorare il retro. Vidi dei vasi di terracotta, li controllai e non capii se erano vuoti o meno, precedentemente forse vi erano delle piante tuttavia quel giorno non ne contenevano, feci delle foto e poi ricontrollai per capire se veramente contenessero qualcosa; se ci fosse stato qualcosa all'interno sarebbe stato un indizio in più, invece se quest'ultimi fossero stati vuoti mi sarei diretto alla casupola per cercare di aprire la porta.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:55
     
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    FINE TURNO 04 > Inizio turno 05

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    Yuka Shimizu

    AGE
    23 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Damaris 1 & 2)

    RANK
    Prima Classe

    Shimizu stava ascoltando esasperata i discorsi che stavano avvenendo i suoi sottoposti tramite le ricetrasmittenti, molto vicina a rimproverare i due giovani. Ma diversamente dal suo solito comportamento non lo fece, decidendo di rimanere in silenzio ed intervenire solo quando la situazione sarebbe diventata accesa. I tre Secondo Grado dovevano dimostrare di sapersela cavare e di aver imparato qualcosa in quei mesi sotto il tutelaggio dei vari Caposquadra. Se non sapevano districarsi da quella situazione da soli e collaborare insieme mettendo da parte i difetti di ognuno facendo emergere le diverse qualità collettive, non vedeva una speranza. Un tempo anche lei era di temperamento irascibile ma aveva capito in fretta che ciò con avrebbe portato ai risultati che ambiva, ad una forza maggiore. Da sola non sarebbe mai riuscita ad arrivare dove era ora.
    «Qui Shimizu. Agente Ihara, ci sono novità?» chiese dopo un po’ che gli altri investigatori avessero finito di parlare, premendo delicatamente la sua ricetrasmittente che si trovava al suo orecchio. La risposta dell’assistente non tardò ad arrivare «Qui Ihara. Comandante Shimizu, le informazioni che ha richiesto sono arrivate» disse l’uomo mentre controllava un tablet dall’interno dell’auto, analizzando le informazioni che gli altri assistenti erano riusciti a raccogliere lavorando assiduamente dal giorno precedente. Era stato faticoso, vedendo che nel loro archivio quelle informazioni risalivano o a diversi anni prima o erano state catalogate in modo da trovarsi in parti dell’archivio che venivano poco frequentate, specialmente quando non tutto era stato ancora digitalizzato.
    Shimizu annuì, contenta della notizia «Procedi» ordinò poi, lanciando un’occhiata all’esterno del condominio oggetto della missione: dalla sua posizione poteva vedere solo il secondo piano. Sotto gli ordini della donna, Ihara riprese a parlare con un tono di voce pacato e scandendo bene le sue parole «L’intera zona residenziale è stata venduta intorno al 2010 con finalizzazione nel 2011 ad un grande magnate per la costruzione di una zona commerciale. Tale progetto non è stato mai portato avanti, essendo la compagnia caduta subito dopo in bancarotta e il precedente presidente morì di attacco cardiaco lo stesso anno. » Shimizu annuì più a sé stessa che altro (vedendo che l'uomo non poteva di certo vederla), questo era già loro noto dalla riunione del giorno precedente «Fino a quella data il condominio in questione è stato sotto il nome di tale Tanaka Naoko, scomparsa tuttavia verso l’inizio del 2010 all’età di circa sessant’anni. Da allora il palazzo è stato abbandonato e poi, non aveva altri parenti in vita, comprato dalla precedentemente citata compagnia» Shimizu lo interruppe «Il suo nome risulta nell’Archivio?» domandò dopo un attimo di pausa che aveva usato per analizzare le sue parole. La risposta dell’assistente non tardò ad arrivare «No ma uno degli ultimi inquilini, quello della 203, risulta nei nostri archivi. Stando ad essi, è stato uno delle prime vittime “ufficiali” di Ouroboros: Code 395, Rank B, vero nome Fukuda Norio.» poteva essere una coincidenza ma Shimizu era sicura che non lo fosse, c’era qualcosa sotto che ancora non tornava «Tuttavia, Prima Classe Shimizu, ci sono ancora alcuni residenti nell’area, a qualche via dalla sua posizione, più precisamente via X numero Z e Y, ovvero un gruppo di anziani che non ha voluto lasciate e vendere le loro abitazioni. Per il momento non ho altro ma la terrò aggiornata.».
    Shimizu sospirò «Grazie Ihara, mi accingo allora a raggiungere la nuova destinazione. Passo e chiudo.» disse chiudendo la connessione tra loro due, lanciando un’occhiata al condominio prima di allontanarsi verso una via poco distante.


    dIV9R9c
    gmZ5ar2
    CITAZIONE
    TURNO 05.

    Checkpoint #1 raggiunto! Obbiettivo non ancora completato.

    Oggetti trovati: Nessuno.

    Status batteria cellulare: 95% (Akihiro), Carico (Sora);

    Inventario generale (tutti): Guanti in lattice, buste ermetiche, ricetrasmittenti, inibitori RC (Shimizu ed Assistente Ihara).
    Pistole a proiettili Q: Assistente Ihara, Yuka Shimizu, Kimiko Takeda e Akihiro Nakamura.

    Foto scattate e schizzi:
    Akihiro:
    [Turno 01] Esterno dell'edificio (fronte), giardino abbandonato (fronte), tre porte del piano terra;
    [Turno 02] Scarpiera all'entrata di 103 con una singola e consumata ciabatta;
    [Turno 03] Interno dell'appartamento 103 (verso la porta scorrevole), resto dell'appartamento, portagioie aperto e senza polvere, frigo con calamite attaccate;

    Kimiko:
    [Turno 03] Frigo e relative calamite;
    [Turno 04] Pianta dell'appartamento e del bagno (+ appunti dei dettagli);

    Sora:
    [Turno 02] Selfie di fronte a 102;

    La maggior parte dei vasi controllati da Sora sono riempiti di terra e da erbacce o piante morte, tuttavia solo due vasi sono completamente rotti: l’ultimo della fila da quattro e quello a sinistra della coppia a sud alla casupola. Comunque sia, dopo aver controllato i vari vasi, Sora decise di provare ad aprire la porta della sopracitata casupola. Tuttavia anch’essa, come la porta dell’appartamento 102, non si mosse di un millimetro, rimanendo chiusa! Che sfiga.

    dwBXkO0
    CITAZIONE
    Stanza 101 (Kimiko).

    Oltre a quello che si è palesato agli occhi di Kimiko non appena è entrata nel bagno, al suo interno non sembra esserci altro. Dalla finestra vicino la cucina non si vede molto a parte il muro in mattoni che circonda la parte posteriore dell’edificio e l’erbaccia che dissemina il giardino intorno l’abitazione.

    Kimiko decise quindi di controllare quel foglio incastrato tra il frigo e il bancone della cucina: non pare essere niente fuori dalla norma, una mezza lista della spesa (latte, carne, verdura di vario tipo e qualche snack) e una lista di oggetti della casa (futon, dei libri, utensili della cucina e del bagno, ecc) con su scritto in grande sopra “Per il trasloco!! Da non dimenticare!!! A mai più tipo della 203!”.

    95TnxhN
    CITAZIONE
    Stanza 103 (Akihiro).

    Akihiro decise di aprire per primi i cassetti della scrivania:
    1) Nel primo ci sono vecchie buste di bollette o altre scartoffie dimenticate, quella in cima al mucchio risale a inizio 2010. Si possono notare anche una scatola di semplici cerotti e alcune matite colorate tenute insieme da un elastico oltre che una scatola rettangolare di colore nero e delle forbici.
    2) Nel secondo cassetto la prima cosa che salta subito all’occhio è una un taccuino di colore nero, tenuto chiuso da un nastro dello stesso colore. Insieme ad esso vi è un block-notes e svariati mazzi di chiavi le cui targhette riportano le diciture: “101”, “103”, “201”, “202”, “Magazzino” e “Generatore”. Oltre a queste chiavi ce ne sono due più piccole. Vi è anche una lampadina e delle vecchie batterie.
    3) L’ultimo cassetto, che è anche quello più grande (arrivando fino a terra per la sua altezza), nasconde al suo interno una piccola cassetta degli attrezzi e sul fondo una cassaforte (chiusa) di piccole dimensioni. Sul fronte della cassaforte vi è un pannello numerico.

    Oggetti trovati: New! Taccuino e block-notes; Chiavi "101", "103", "201", "202", "Magazzino", “Generatore”; 2 chiavi piccole;





    Edited by alyë - 18/8/2020, 21:53
     
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    Cancelleria e taccuino
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    NAME
    Takeda Kimiko

    AGE
    20 y.o.

    QUINQUE
    Bikaku (Prima Multorum)

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    Secondo Grado

    L'aver controllato la finestra più a sinistra non aveva portato a grandi risultati: avevo visto solo un muro di mattoni e delle erbacce. Non si mosse nulla, né nulla si palesò, quindi decisi di andare oltre. Mi diressi verso la zona della cucina, dove presi, dallo spazio tra il frigo e il bancone, il foglio che mi aveva incuriosita. Ritornai, poi, nella stessa finestra dalla quale provenivo e lessi, aiutata dalla luce proveniente dall'esterno, ciò che si trovava scritto su quel pezzo di carta. Avevo davanti quella che sembrava una lista ma che, forse, racchiudeva due elenchi: uno sembrava una serie di cose da comprare per riempire una dispensa, mentre l'altro sembrava un resoconto di vari oggetti che, forse, un tempo, si trovavano nella casa che stavo esplorando. La mia, però, era solo una supposizione. La cosa più curiosa, però, era il titolo di quel foglio, scritto a caratteri più grandi sopra la lista: "Per il trasloco!! Da non dimenticare!!! A mai più tipo della 203!" "A mai più tipo della 203..." Ripetei mentalmente, trovando strano il fatto che una frase del genere fosse stata scritta lì. Nemmeno io, quasi otto mesi prima, avevo scritto "Sto arrivando, CCG!" sopra l'elenco degli oggetti che avevo deciso di portare via dalla mia vecchia camera. Fui portata a ipotizzare il fatto che l'ultimo inquilino, o l'ultima inquilina, per quanto ne sapevo, ce l'avesse a morte col condomino della stanza da lui, o lei, indicata. Tuttavia, non sapevo perché, né se ciò mi sarebbe potuto tornare utile, ma avrei preferito sprecare una pagina del mio taccuino nuovo, piuttosto che lasciarmi sfuggire un dettaglio apparentemente inutile che, però, avrei potuto voler conoscere più tardi.
    Estrassi nuovamente il taccuino e il porta-mine e... «Sono l'agente Sora, parla Sora, ripeto parla Sora. Secondo grado Kimiko, non mi trovò d'accordo con la sua proposta: ho fatto tanto casino, cercando di distruggere quella porta, quindi non c'è molto tempo. Se dovessimo riunirci, saremmo più visibili, tuttavia c'è la possibilità che non ci attacchino. Se stessimo tutti vicini, però, perderemmo tempo e qualcuno potrebbe, a nostra insaputa, macchiare le prove, quindi declino. A dopo! Nel peggiore dei casi, potremmo darci un segnale vocale che ci faccia capire il pericolo. Ad esempio... Coccodè Cocò. Mi sembra appropriato! Ora vado: ho un retro da scoprire.» "Secondo Grado chi?" Pensai, mentre un leggero fastidio si faceva largo tra le mie emozioni. Non mi piaceva essere chiamata per nome, specialmente da qualcuno come lui. Solo le persone con cui avevo una certa confidenza mi chiamavano così e, dalla notte in cui Kaoru mi aveva attaccata, le uniche persone autorizzate ad usare il nome che loro stesse mi avevano dato erano i miei genitori, insieme ai miei parenti, questi ultimi solo perché avevano una motivazione per non usare il mio cognome. Prima anche quell'essere, insieme a quei buoni a nulla con cui uscivamo, aveva il mio benestare. Poi, per cercare di allontanarmi il più possibile da com'ero, avevo fatto sì che nessun altro mi chiamasse per nome. Yukimura, che, ormai, era passato dall'insieme degli sconosciuti a quello degli incompetenti, non faceva eccezione: da lui esigevo un rapporto distaccato e la sua confidenza eccessiva non mi piaceva. Lo aveva fatto anche altre volte, nelle quali avevo cercato di dirgli che ciò mi dava molto fastidio, che non ero sua amica e di non trattarmi da tale, ma ciò sembrava non aver sortito effetto. Se fossimo stati in ufficio, glielo avrei detto di nuovo, con calma, fino a quando il mio desiderio non fosse stato esaudito, ma, per quanto ciò m'infastidisse, decisi di lasciar perdere e di ricordarglielo una volta finita la missione: la ricetrasmittente dataci dall'Investigatrice Shimizu ci sarebbe servita per comunicare dati importanti: intasarla con del chiacchiericcio inutile, come il suo segnale, che non avrei mai seguito e che mi sembrava più una presa in giro, piuttosto che qualcosa di utile, avrebbe solo ostacolato la missione. Non potevo permetterlo.
    Ingoiai, quindi, il rospo e, mordendomi la lingua figuratamente, aprii il taccuino e, dopo aver scritto la data nella prima pagina, cosa che avevo dimenticato di fare prima e che avrei dovuto fare da subito, le volte successive, ricopiai al meglio delle mie capacità il contenuto del foglio. Annotai, inoltre, con una semplice scritta nel foglio che avevo dedicato alla mappa, ciò che si vedeva dalla finestra attraverso la quale avevo guardato. Non era niente d'importante, quindi decisi di non dedicarvi una pagina intera, ma non volevo perdere nessun dettaglio dell'appartamento che stavo esaminando: avevamo molto poco su Ouroboros e qualunque cosa avessimo trovato, nonostante l'utilità futura ancora tutta da discutere, sarebbe stata degna di nota.
    Mi avvicinai, poi, al vaso, cercando con lo sguardo qualunque cosa potesse anche solo sembrarmi strana e provando a supporre che cosa avesse potuto rompere quel vaso. Non mi piaceva il fatto che la porta fosse stata aperta: ciò significava che avrebbe potuto essere stato anche un teppista, ma non l'avrei mai saputo fino a quando un controllo più approfondito non mi avesse rivelato qualcosa di più.
    Osservai il vaso per un po' ma, non appena l'assistente investigatore Ihara, dalla ricetrasmittente, accennò all'arrivo di alcune informazioni, cercai di prepararmi a prendere appunti il più in fretta possibile. Come mi era stato insegnato da mia madre, poi dalle scuole e, per finire, dall'Accademia, presi appunti come se ne andasse dell'indagine. Avrebbe potuto essere il caso e non mi sarei persa niente di ciò che i due si sarebbero detti. Per quanto decisi di cercare eventuali collegamenti solo dopo aver terminato di scrivere tutto, il fatto che l'inquilino dell'appartamento 203 fosse un ghoul fece suonare, nella mia testa, un campanello d'allarme. Segnai ogni informazione scambiata tramite la ricetrasmittente, aiutata anche dal tono pacato e dallo scandire ogni parola proprio dell'agente Ihara, poi cercai di capire se, in qualche modo, i rapporti tra il vecchio inquilino del locale 101 e code 395 fossero stati influenzati dalla natura di quest'ultimo, sempre che anche il primo non fosse un ghoul. Certo, avevo trovato una lista della spesa, ma ciò avrebbe potuto anche essere parte di una copertura. Anche quella era un'opzione, in fondo. L'unica cosa che, però, era certa era il fatto che l'essere che chi abitava nella casa numero 101 sembrava non sopportare non era umano.
    In quel momento, la mia mente andò verso un possibile combattimento, ma i muri e la zona cucina smentirono tale idea: erano troppo puliti ed intatti per aver visto uno o due ghoul combattere e, non avendo essi segni di graffiti, supposi che nemmeno dei teppisti fossero entrati in quella casa. "Allora perché ci sono un kotatsu ed un vaso rotti? E perché c'è una libreria a terra?" Avevo, ormai, più dubbi che risposte e, forse, un'analisi più approfondita del tavolo basso mi sarebbe tornata utile. Osservai con scrupolo anche quel mobile, quindi, sperando di trovare, nei danni da quell'oggetto riportati, qualcosa di utile per l'indagine. Dopo di che, mi diressi verso la libreria, cercando di capire con quanta forza era stata fatta cadere ed, infine, mi mossi in direzione della cassettiera, fin troppo intatta, dati il kotatsu, la libreria ed il vaso, e provai ad aprirla, sperando di trovare al suo interno qualcosa che mi potesse aiutare a collegare le poche cose che conoscevo, ancora troppo vaghe per condurre la mia indagine verso una direzione. Certo, sapevo che il coinquilino della stanza 101 aveva traslocato da anni, ormai, ma avevo troppi pochi dati per escludere un oggetto da analizzare che, sperai, avrebbe potuto avere qualche segreto da svelarmi. Per il momento, in fondo, mi sentivo come se stessi cercando di ricomporre un puzzle formato solo da pezzi circolari e, magari, qualunque cosa all'interno della cassettiera avrebbe potuto farmi avere un quadro più chiaro della situazione.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»


    Edited by Antoil69 - 6/6/2020, 12:02
     
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    Akihiro Nakamura

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    QUINQUE
    Koukaku (Gungnir)

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    Secondo Grado

    Mentre conducevo le indagini ascoltai la discussione tra il Kimiko e Sora attraverso la rice-trasmittente, tuttavia non intervenni in alcuna maniera e li lasciai parlare. Non ero d'accordo sull'approccio che Sora voleva applicare, tuttavia dato che nemmeno Kimiko lo era, decisi semplicemente di rimanere in silenzio e continuare per conto mio l'analisi dell'appartamento.
    Poco dopo l'agente Ihara iniziò a darci informazioni sull'abitazione, i vari proprietari e qualsiasi altra informazione in loro possesso. Tuttavia non scrissi nulla da nessuna parte, ascoltando attentamente e cercando di memorizzare. Solo successivamente mi resi conto che avrei potuto scrivere almeno qualche appunto sul telefono.
    In seguito, aprendo i tre cassetti della scrivania, trovai delle cose molto interessanti. Andando in ordine dall'alto, nel primo trovai un mucchio di scartoffie e bollette. Quella in cima risaliva all'inizio del 2010, esattamente l'anno in cui il proprietario del condominio era scomparso. Oltre alle varie buste trovai anche dei pastelli legati con un elastico, delle forbici, una scatola di cerotti ed un'altra scatola nera.
    Nel secondo cassetto trovai una lampadina e delle batterie, ma la cosa più interessante fu la presenza di svariati mazzi di chiavi con targhette che riportavano le scritte: “101”, “103”, “201”, “202”, “Magazzino” e “Generatore”. Oltre a questi oggetti, vi erano anche un block-notes ed un taccuino nero chiuso con un nastro.
    Per finire, nell'ultimo cassetto trovai una piccola cassetta degli attrezzi ed una piccola cassaforte con un pannello numerico dove ovviamente bisognava digitare una password.
    "Magari nel taccuino o nel block-notes c'è scritta la password."
    Di certo avevo trovato delle cose interessanti e sicuramente le chiavi ci sarebbero state molto di aiuto, anche se non vi era una targhetta col numero dell'appartamento chiuso di Sora. Decisi poi di scattare delle foto ai vari cassetti e a quello che contenevano e solo una volta fatto ciò, toccai appena la rice-trasmittente per avviare la comunicazione. Inoltre mi tornò in mente quel piccolo portagioie aperto e che stranamente non era impolverato. Forse era l'indizio che nella 103 ci fosse già entrato qualcuno, tuttavia era ancora troppo presto per poterlo stabilire quindi decisi per il momento di riferire solo l'essenziale.
    «Qui Nakamura. Nell'appartamento 103 ho trovato molti oggetti che potrebbero essere importanti, tra cui alcuni mazzi di chiavi con delle targhette che riportano le scritte: “101”, “103”, “201”, “202”, “Magazzino” e “Generatore”. Inoltre ho trovato anche una piccola cassaforte che tuttavia ha bisogno di un codice per essere aperta.»
    Ripensai anche alle informazioni che ci aveva dato l'agente Ihara e alle varie buste che avevo trovato mi portarono a pensare che il proprietario scomparso abitasse proprio in quell'appartamento. Non c'erano molti altri motivi per cui le chiavi del condominio si trovassero lì.
    «Credo che la 103 sia l'appartamento del vecchio proprietario, date le chiavi e le bollette risalenti al 2010 che ho trovato. Passo e chiudo.»
    Comunicato quello che avevo trovato, rimasi in attesa di eventuali risposte e solo successivamente decisi di riaprire il secondo cassetto e aprire il taccuino nero sfilando il nastro che lo teneva chiuso. Speravo con tutto me stesso di trovare la password della cassaforte, anche se non ci contavo troppo.

    Foto scattate:
    - Tutti e tre i cassetti della scrivania con il loro rispettivo contenuto


    Edited by alyë - 6/6/2020, 20:21
     
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    Controllai tutti i vasi che erano presenti nel giardino tuttavia nessuno di quest'ultimi conteneva qualcosa di interessante, solo terra ed erbacce. Senza perdermi di animo mi alzai da terra e mi diressi verso la porta della casupola di mattoni; provai ad aprirla ma nulla. Come la 102 quella porta non sembrava spostarsi di un millimetro. Iniziai ad imprecare dentro di me, quel giorno ero talmente sfigato che se avessi fatto una partita a poker scommettendo qualcosa avrei perso tutto. Mi allontanai dalla casupola, non avevo intenzione di tirare un secondo calcio alla porta, e continuai ad ispezionare il retro. Dopo aver fatto un recap di tutto quello che avevo già ispezionato, mi diressi nella zona delle sarcinesche: la 101 aveva la finestra con quest'ultima alzata, lo stesso valeva per la 103, mentre la 102 aveva la finestra con essa abbassata. Kimiko è andata nella stanza 101 mentre Akihiro nella 103; ora come ora mi sento spiazzato, la porta della casupola non si apre e la saracinesca della stanza 102 è abbassata, anche se volessi arrampicarmi sulla veranda non riuscirei ad entrare nella stanza. Stavo quasi per darmi per vinto quando, mentre mi avvicinavo all'altalenza che dovevo ancora esaminare, sentii la voce di Akihiro. Egli doveva ancora fare un intervento, non aveva utilizzato per nulla la rice-trasmittente dall'inizio delle investigazioni quindi capii che, per far parlare un tipo serio come lui, si sarebbe dovuto trattare di qualcosa di veramente importante. Qui Nakamura. Nell'appartamento 103 ho trovato molti oggetti che potrebbero essere importanti, tra cui alcuni mazzi di chiavi con delle targhette che riportano le scritte: “101”, “103”, “201”, “202”, “Magazzino” e “Generatore”. Inoltre ho trovato anche una piccola cassaforte che tuttavia ha bisogno di un codice per essere aperta. Inizalmente non realizzai l'informazione che ci diede tuttavia, dopo svariati secondi, capii che aveva trovato un mazzo di chiavi. Premetti con il dito il pulsante sulla rice-trasmittente e dissi: Parla Soraa! Akihiro mi trovo sul retro dell'edificio, la finestra della stanza 103 è priva di saracinesca, o per lo meno, è alzata. Ho trovato una casupola in mattoni priva di finestre la cui porta è bloccata. Da quanto ci hai detto nel mazzo di chiavi non è presente la chiave necessaria per entrare nella 102. Se il Cap ce lo permette, dovresti lanciarmi le chiavi dalla finestra della tua stanza così da poter testare il loro "effetto" sulla casupola in mattoni. Forse non è una semplice casetta ma un magazzino tuttavia non mi sento in grado di fare altre ipotesi. Detto ciò continuai ad avvicinarmi all'altalena distrutta per completare la verifica completa di tutti gli oggetti presenti sul retro.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:56
     
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    Shimizu aveva smesso di sorprendersi delle buffonate di Sora ormai da mesi per cui, a parte riprenderlo quando necessario (quasi sempre), ignorarlo era diventato facile. Come fosse stato un rumore di sottofondo. Comunque sia, era stata interpellata e quindi non esitò a riazzionare la sua ricetrasmittente per farsi sentire «Qui Shimizu. Secondo Grado Yukimura non è necessario il mio permesso per cose del genere» commentò dopo un lungo sospiro, facendo poi una breve pausa per riordinare i pensieri «E per l’ultima volta, non chiamarmi “Cap”. Passo e chiudo.» ammonì per l’ennesima volta, un po’ esasperata dal fatto che il ragazzo avesse preso certe libertà con lei e che non avesse lasciato andare quel fastidioso vizio. Eppure era stata abbastanza chiara fin dal primo momento ma sembrava proprio che ogni cosa che gli dicesse, entrasse in un orecchio e gli uscisse da un altro. Forse doveva essere ancora più severa con lui.

    Nel mentre rifletteva su ciò, l’assistente Ihara si era intromesso rivolgendosi tuttavia all’unico investigatore della squadra Phi «Qui Ihara. Secondo Grado Nakamura, in base alle nostre informazioni ti confermo che l’appartamento 103 era della scomparsa Tanaka Naoko. Passo e chiudo.» ritornato poi a controllare i vari dati che stavano venendo lentamente raccolti dalla sede centrale, senza lasciare il perimetro dell’auto nascosta.

    Perseguendo a camminare sulla strada, Shimizu notò in lontananza un abitazione con le luci ancora accese al piano di sotto.


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    CITAZIONE
    TURNO 06.

    Oggetti trovati: Taccuino e block-notes; Chiavi "101", "103", "201", "202", "Magazzino", “Generatore”; 2 chiavi piccole; (Akihiro)

    Status batteria cellulare: 95% (Akihiro), Carico (Sora);

    Inventario generale (tutti): Guanti in lattice, buste ermetiche, ricetrasmittenti, inibitori RC (Shimizu ed Assistente Ihara).
    Pistole a proiettili Q: Assistente Ihara, Yuka Shimizu, Kimiko Takeda e Akihiro Nakamura.

    Sora (Retro)
    Sora ha deciso di controllare meglio il perimetro dell’altalena e dell’albero a cui essa è attaccata: le uniche cose rilevanti sono un’incisione con su scritto “ZX” sulla parte del tronco che da sul retro del condominio e un piccolo tumolo di terra smossa sulla parte che da sul recinto a nord, come se fosse stato recentemente dissotterrato qualcosa.

    Foto scattate e schizzi:
    Akihiro:
    [Turno 01] Esterno dell'edificio (fronte), giardino abbandonato (fronte), tre porte del piano terra;
    [Turno 02] Scarpiera all'entrata di 103 con una singola e consumata ciabatta;
    [Turno 03] Interno dell'appartamento 103 (verso la porta scorrevole), resto dell'appartamento, portagioie aperto e senza polvere, frigo con calamite attaccate;
    [Turno 05] Foto cassetti + contenuti della scrivania;

    Kimiko:
    [Turno 03] Frigo e relative calamite;
    [Turno 04] Pianta dell'appartamento e del bagno (+ appunti dei dettagli);
    [Turno 05] Contenuto del foglio;

    Sora:
    [Turno 02] Selfie di fronte a 102;

    dwBXkO0
    CITAZIONE
    Stanza 101 (Kimiko).

    Guardando meglio il vaso, Kimiko può notare che esso sembra sia stato rotto da un lato (quello che da per il corridoio) come se qualcosa gli fosse andato a sbattere contro. Passando al kotatsu, alcuni punti di quello che rimane della coperta, oltre ad essere stati strappati, sono un po’ bruciacchiatiti. E’ difficile valutare come la libreria sia caduta ma dai graffi sul muro e sul pavimento, è plausibile sia stata fatta cadere di proposito. Oltre a questi dettagli, non sembrerebbe esserci altro degno di nota.

    L’attenzione di Kimiko è successivamente passata alla cassettiera ed ai suoi quattro cassetti:
    1) Non c’è niente.
    2) E’ vuoto.
    3) C’è solo polvere.
    4) Oh! Una piccola scatola di cartone (chiusa) di colore beige! Lì, sul fondo del cassetto.

    95TnxhN
    CITAZIONE
    Stanza 103 (Akihiro).

    Akihiro ha quindi deciso di fare un'occhiata a quel taccuino di colore nero, sfilando prima il nastro che lo teneva chiuso. Ad una prima occhiata sembra una sorta di diario degli affari della sua proprietaria: il nome “Tanaka Naoko” scritto sulla prima pagina conferma tale ipotesi. Comunque sia, il taccuino riportati i vari nomi degli inquilini con relative stanze occupate nel corso degli anni, a partire dall’anno 1992. In ogni pagina ci sono scritte, inoltre, le impressioni che la signora Naoko si è fatta di ogni inquilino. Le persone negli ultimi due anni e mezzo fino ad inizio 2010 sono bene o male le stesse:

    >>>
    “2009-2010
    101 Harada 1
    102 Nishimura 3
    201 Iwata-Amano 2
    202 Toyama 1
    203 Fukuda 1

    Harada Manaka sembra una brava ragazza. Sta studiando infermieristica. Proviene dalla campagna e i genitori le spediscono sempre dei deliziosi mandarini. E’ molto cara, me ne regala sempre un po’. Mi preoccupa sempre il fatto che torna tardi, anche il suo part-time le ruba tempo dall’università. E' la più ordinata tra tutti gli altri, quando la vado a trovare trovo sempre l'appartamento ordinato come il mio.

    Nishimura Osamu è un uomo molto particolare, non so bene come sia finito a vivere proprio qui con i suoi due bambini. Chissà cos’è successo alla madre! Cerco sempre di dargli una mano quando è a lavoro guardando i bambini ma i due sono davvero timidi, giocano sempre solo tra loro due. I loro nomi non sono giapponesi ma Nishimura mi ha spiegato che loro madre non era giapponese come lui e aveva voluto mantenere un po’ della sua cultura. Che scelta inusuale.

    Amano Sachiko è la fidanzata di quel nulla facente di Iwata Atsushi. Si è da poco trasferita con lui, spero lo metta in riga. Mi sembra una ragazza per bene e dai modi giusti, va molto d’accordo con Harada. Lavora come commessa in un bel negozio in centro, mi ha detto che si è trasferita qui poiché è più vicino al suo posto di lavoro rispetto a dove viveva prima. Iwata, invece, fatica a mantenere un lavoro per più di qualche mese. Chissà cosa lei ci trovi in lui.

    Toyama Mitsushige è un altro studente, viene dall'Hokkaido. E’ molto silenzioso ma sembra essere interessato ad Harada, seguono corsi perfino alla stessa università. Vorrei dirgli che la ragazza non sembra ricambiare ma la vita è una. Almeno non sembra avere cattive intenzioni, non che mi aspettassi altro. Una volta a casa, esce di rado a parte per fare la spesa o per andare al suo part-time al supermercato.

    Continuo a vedere Fukuda Norio raramente, lavora tutta la notte e passa la giornata a riposare. Se non ricordo male dovrebbe lavorare in un cantiere. E’ quello che interagisce con gli altri di meno oltre che essere il più disordinato con i suoi averi. Recentemente sembra abbia tuttavia litigato con Nishimura, sono preoccupata. Almeno non ritarda mai con i pagamenti.”
    <<<

    Alla fine del taccuino ci sono annotati svariati numeri in diversi colori, come se fossero stati scritti in momenti diversi: 0000, 1213, 1945, 2407, 2009, 3103, 0709;





    Edited by alyë - 18/8/2020, 21:54
     
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    Cancelleria e taccuino
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    Takeda Kimiko

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    20 y.o.

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    Bikaku (Prima Multorum)

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    La situazione in cui mi trovavo non mi piaceva: le prime scoperte da parte di ognuno iniziavano a palesarsi e l'unica cosa degna di nota trovata fino a quel momento nella stanza 101 era una semplice lista della spesa con un appunto non troppo lusinghiero sopra. Nakamura si era superato: aveva scelto la stanza giusta e si era trovato dentro, stando a quello che l'agente Ihara stesso aveva detto, alla casa della defunta proprietaria dello stabile. Lì aveva trovato, entro poco tempo, le chiavi di quasi tutte le case che componevano l'edificio, nonché quelle di un certo magazzino e di un certo generatore, cosa che sarebbe stata davvero utile alle indagini. Inoltre, Yukimura, controllando il retro, aveva avuto modo di notare una casupola di mattoni, forse apribile tramite una delle chiavi che aveva chiesto a Nakamura, seppur con un metodo discutibile. Il metodo scelto dal mio compagno di squadra avrebbe potuto portare alla distruzione delle chiavi a lui assegnate, un rischio troppo grande per poter essere corso: avevamo avuto, in fondo, fortuna con due delle prime tre porte, ma nessuno avrebbe potuto garantire un aiuto anche per il primo piano o per l'edificio sul retro. La mia indagine, invece, non stava andando bene: l'appartamento 101 si stava dimostrando, almeno per il momento, privo d'indizi utili... O, forse, ero io a non star guardando abbastanza bene l'area intorno a me. Non lo sapevo e, nel dubbio, la colpa sarebbe spettata a me per non aver trovato degli indizi utili all'indagine su Ouroboros. Avevo segnato tutto ciò che avevo trovato fino a quel momento ma, nonostante ciò, avevo ancora fatto poco. Ero stata l'unica, fino a quel momento, ad aver utilizzato la ricetrasmittente senza comunicare qualche scoperta degna, almeno, di una nota momentanea e ciò mi avrebbe potuto, forse, mettere in cattiva luce rispetto ai miei colleghi. Non volevo essere l'unica a tornare a casa a mani vuote e sapevo che l'unico modo per evitare una scena come quella che iniziava a mostrarsi nella mia mente sarebbe stato trovare qualcosa di utile a tutti, abbastanza da essere utilizzabile anche dopo l'indagine in corso, e che l'unico modo per fare ciò sarebbe stato concentrarsi sul lavoro più e meglio di quanto stava accadendo in quel momento. Avrei dovuto raggiungere un livello di concentrazione tale da riuscire a trovare un ago in un pagliaio e, a qualunque costo, ci sarei riuscita.
    Fu con quello spirito che conclusi le osservazioni relative agli oggetti che controllai prima di concentrarmi sulla cassettiera. Dalla posizione dei cocci, fui in grado di capire qualcosa in più sul vaso: era stato rotto da un lato, come se qualcosa ci avesse sbattuto contro. Quel vaso avrebbe potuto dare valore all'ipotesi del combattimento come a quella del teppismo, se non fosse stato per i muri, intatti e, soprattutto, puliti, che avevano smentito entrambe le teorie. Il Kotatsu, invece, era messo anche peggio del previsto: ebbi, infatti, modo di notare la condizione della coperta, sia mordicchiata o strappata, sia bruciacchiata. Se i primi due segni avevano lasciato spazio all'opzione relativa ai combattimenti, per il terzo dettaglio sarebbero state possibili più interpretazioni. Un ghoul, infatti, avrebbe potuto colpire con la kagune il mobile, distruggendolo e facendo toccare la resistenza elettrica, rovente se attiva, a qualche punto della coperta. Tuttavia, così facendo, la coperta avrebbe potuto prendere fuoco totalmente e il mobile sarebbe stato rinvenuto in uno stato diverso, magari tra le macerie di un condominio che aveva preso fuoco proprio grazie a quel tavolo basso. L'opzione più plausibile, quindi, era che qualcuno avesse dato fuoco volontariamente alla coperta in alcuni punti, in modo da non far prendere fuoco a qualunque cosa da noi trovata. Tuttavia, l'opzione del teppismo era stata già screditata per via dell'assenza di danni o vandalismo sui muri. Anche la libreria aveva mostrato qualcosa d'interessante: dei graffi, sul muro e sul pavimento lì vicino, che mi avevano fatto pensare che essa fosse stata spostata lì di proposito.
    Tuttavia, per quanto decisi che segnare i miei ritrovamenti fosse ancora la scelta migliore, avevo solo delle ipotesi e, purtroppo, le ipotesi non erano abbastanza senza le prove che ero stata mandata lì per trovare. Avrei dovuto portare qualcosa anch'io al tavolo delle scoperte, per non restare indietro rispetto agli altri e volevo dimostrare quanto io potessi essere utile. Non trovare niente sarebbe stato un fallimento personale e, come tale, sarebbe stato inaccettabile.
    Aprii i cassetti subito dopo, per poi controllarli, partendo dall'alto e terminando con quello più in basso. I primi tre cassetti, che aprii sentendo sempre di più un senso di fallimento che non mi andava bene, non rivelarono altro che polvere. Non mi piaceva tutto ciò ma, sotto la pressione che stavo esercitando con forza sempre maggiore su me stessa, decidi di aprire anche il cassetto numero quattro. Le mie aspettative deludenti, date anche dal fatto che sapevo che l'inquilino dell'appartamento 101 avesse traslocato molto prima del mio arrivo, migliorarono non appena intravidi una scatolina beige in fondo all'ultimo cassetto del mobile che stavo esaminando. Sorrisi a me stessa, mentre i miei guanti prendevano l'oggetto e lo studiavano, in attesa di trovare qualche punto grazie al quale aprirlo, per scoprirne il contenuto senza, possibilmente, rompere ciò che avevo appena trovato. Avevo di fronte a me quella che avrebbe potuto essere una prova, forse anche migliore di quella data dal foglio che avevo trovato nella zona dedicata alla cucina. Magari, avrei anche potuto usare la ricetrasmittente per comunicare qualcosa di utile, così come aveva fatto Nakamura con le chiavi e con la sua supposizione, rivelatasi, poi, esatta. Ci sarebbe stato solo un modo per scoprirlo ma, intanto, mi sarei dedicata al primo oggetto davvero degno di nota che avevo trovato fino a quel momento nella casa in cui mi trovavo.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»


    Edited by Antoil69 - 6/6/2020, 12:04
     
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    Akihiro Nakamura

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    Quel taccuino nero si rivelò molto più prezioso di quanto avessi immaginato. Era infatti il diario degli affari della proprietaria del condominio dove vi erano segnati i nomi di tutti gli inquilini che avevano abitato quel posto fino al 2010. Oltre al nome c'era anche segnata una breve spiegazione dei rapporti con tutti gli inquilini, cosa che forse sarebbe potuta rivelarsi utile. C'era anche un numero affiancato al nome e la prima cosa che mi chiesi era se quel numero corrispondesse agli anni in cui aveva abitato lì quella persona. Comunque probabilmente era un dato secondario, dato che non c'era scritto da nessuna parte cosa significasse.
    Sfogliando un po' il taccuino trovai una lista di quelli che sembravano codici a quattro cifre, scritti con colori diversi.
    "Forse uno di questi codici serve ad aprire la cassaforte?"
    Una volta finito di leggere il taccuino, lo infilai all'interno di una delle buste che mi ero portato dietro e poi lo infilai in una tasca della giacca. Feci lo stesso anche per tutti i mazzi di chiavi.
    In seguito Sora rispose al mio messaggio e dopo averlo ascoltato, riflettei per qualche secondo sul da farsi.
    "Probabilmente una di queste chiavi servirà veramente per aprire quella struttura... tuttavia se le lancio a Sora dalla finestra, c'è la possibilità che si rovinino. Sono pur sempre delle prove..."
    Alla fine presi la mia decisione e la comunicai attraversi la rice-trasmittente.
    «Non mi fido a lanciarle così a vuoto dalla finestra. Non possiamo escludere la possibilità che si rovinino. Sora, preferirei consegnartele a mano. Passo e chiudo.»
    Mentre parlai, sperai che Sora non se la prendesse per quella decisione, ma in quel momento mi parve la più saggia da prendere.
    Successivamente ricevetti perfino conferma dall'assistente Ihara che la mia teoria sul proprietario dell'appartamento 103 era corretto e che quindi si trattasse di Tanaka Naoko, proprietaria tra le altre cose di tutto il condominio.
    Decisi poi di controllare il block-notes che avevo trovato insieme al taccuino e alle chiavi, forse anche lì c'erano scritti dei dettagli che ci sarebbero tornati utili.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 20:20
     
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    Stavo aspettando la risposta da parte del mio collega Akihiro quando iniziai ad esaminare il perimetro dell'altalena distrutta. Se la si guardava frontalmente non si notava quasi nulla tuttavia se si guardava il retro del tronco dove era rimasta solo la corda con la "tavoletta" che serviva a mantenere il corpo, si poteva notare un' incisione: ZX. Non avevo la minima idea di cosa potesse significare e prima di comunicarlo con la rice-trasmittente continuai ad esaminare le vicinanze. Forse è una mappa del tesoro! C'è una X quindi potrebbe essere! Fammi pensare...se volessi sotterrare qualcosa probabilemente posizionerei l'oggetto al centro del giardino, tuttavia mi duole dirlo ma sono un caso particolare ed essendo oggi il giorno dei contrari farò l'opposto di ciò che penso. Per arrivare sul retro ho percorso tutto il recinto di destra e non ho notato nulla di strano sul terreno, mi manca ispezionare il recinto a nord ed il recinto a sinistra. I miei ragionamenti non aventi un filo logico vennero interrotti dalla voce di Akihiro: Non mi fido a lanciarle così a vuoto dalla finestra. Non possiamo escludere la possibilità che si rovinino. Sora, preferirei consegnartele a mano. Passo e chiudo. Capii la situazione e risposi di conseguenza: Hai ragione! Non ci avevo pensato, sei un genio! Sul retro ho trovato un altro particolare, sul tronco di un albero vi è incisa la scritta ZX, ho pensato che essendoci la X nell'incisione ci fosse un tesoro tuttavia non ho ancora investigato bene. Ora controllo meglio il perimetro del recinto posto a nord rispetto al condominio e se non dovessi trovare nulla, ritonerei da te a prendere le chiavi. Chiusi il collegamento e tornai a fare una foto all'incisione. Dopo aver fotografato una possibile prova iniziai a perlustrare il recinto a nord; parte di ques'ultimo era coperto dalla casupola in mattoni tuttavia l'altro ampio spazio era accessibile. Poco vicino all'altena distrutta trovai un piccolo tumolo di terra smossa come se qualcosa fosse stato dissotterato da poco. Mi rimboccai le maniche ed iniziai a scavare.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:56
     
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    FINE TURNO 06 > Inizio turno 07

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    Yuka Shimizu

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    Shimizu si avvicinò dunque alla casa a schiera (il suono delle voci degli altri investigatori, facevano da sottofondo tramite la ricetrasmittente), scrutandola affondo nella poca luce esterna, prima di andare a premere senza esitazione per qualche secondo il campanello che si trovava a lato del cancello chiuso e sotto alla targhetta che riportava il nome di famiglia “Sakai”. Risposta non arrivò subito, anzi, dovette aspettare un po’ prima che poté udire un flebile «Chi è?» provenire dal citofono lì vicino. Shimizu si avvicinò ad esso, in modo da farsi vedere meglio dalla piccola telecamera, per poi iniziare a parlare «Buonasera, mi scuso profondamente per l’ora. Sono l’Investigatrice di Prima Classe Shimizu Yuka della CCG di Tokyo» fece una pausa per prendere fiato prima di continuare, scandendo sempre bene le sue parole in modo che l’anziana signora potesse sentirla chiaramente, non volendo stare lì a ripetersi troppo «Io e i miei colleghi stiamo svolgendo un’indagine nella zona riguardo ad una segnalazione di eventuale presenza di ghoul. Non vorrei allarmarla ma è per caso disponile per rispondere a qualche mia domanda?» una volta che finì di spiegare brevemente la sua presenza a quell’ora e di fronte a quella stessa abitazione, ritornò il silenzio per qualche minuto, fino a quando la stessa voce flebile non parlò di nuovo «Ma certo signorina, non stia lì fuori! Ora le apro il cancello» e con un clank il cancello si aprì, insieme alla porta d’ingresso dove l’anziana signora la stava aspettando.


    dIV9R9c
    gmZ5ar2
    CITAZIONE
    TURNO 07.

    Oggetti trovati: Taccuino e block-notes; Chiavi "101", "103", "201", "202", "Magazzino", “Generatore”; 2 chiavi piccole; (Akihiro)

    Status batteria cellulare: 95% (Akihiro), Carico (Sora);

    Inventario generale (tutti): Guanti in lattice, buste ermetiche, ricetrasmittenti, inibitori RC (Shimizu ed Assistente Ihara).
    Pistole a proiettili Q: Assistente Ihara, Yuka Shimizu, Kimiko Takeda e Akihiro Nakamura.

    Sora (Retro)
    Anche con le sue migliore intenzioni, pur scavando per qualche minuto, Sora non ha trovato niente. Non è difficile pensare che ciò che era stato sepolto lì, è stato forse portato via ormai da tempo.

    Foto scattate e schizzi:
    Akihiro:
    [Turno 01] Esterno dell'edificio (fronte), giardino abbandonato (fronte), tre porte del piano terra;
    [Turno 02] Scarpiera all'entrata di 103 con una singola e consumata ciabatta;
    [Turno 03] Interno dell'appartamento 103 (verso la porta scorrevole), resto dell'appartamento, portagioie aperto e senza polvere, frigo con calamite attaccate;
    [Turno 05] Foto cassetti + contenuti della scrivania;

    Kimiko:
    [Turno 03] Frigo e relative calamite;
    [Turno 04] Pianta dell'appartamento e del bagno (+ appunti dei dettagli);
    [Turno 05] Contenuto del foglio;

    Sora:
    [Turno 02] Selfie di fronte a 102;

    dwBXkO0
    CITAZIONE
    Stanza 101 (Kimiko).

    La scatolina trovata da Kimiko è di piccole dimensioni, di colore beige e si apre da un coperchio appoggiato sopra. Aprendola vi è possibile trovare un delicato bracciale argentato, con qualche ciondolo a forma di stelline. Il bracciale è appoggiato su un cuscinetto che se scrutato, riporta le scritte “Gioielleria Tennouji” con in piccolo il nome di una via della zona commerciale della 2° Circoscrizione.

    Oggetti trovati: New! Bracciale argentato (Kimiko)

    95TnxhN
    CITAZIONE
    Stanza 103 (Akihiro).

    Guardando meglio il contenuto del taccuino, confermando anche che gli inquilini degli ultimi due anni e mezzo erano stati più o meno gli stessi, è possibile notare che Nishimura e bambini hanno occupato l’unico appartamento fino a quel momento vuoto verso la metà del 2008. Verso inizio 2009, invece, Amano si è trasferita dal fidanzato Iwata. Gli altri inquilini, tuttavia, erano entrati più o meno durante lo stesso periodo, il primo era stato Fukuda seguiti a ruota da Harada e Toyama verso l’inizio dell’anno accademico, lasciando Iwata per ultimo verso la fine della primavera.

    Akihiro decide di controllare il block-notes, le cui sole prime due pagine hanno scritte di qualche tipo. Il block-notes non è molto spesso, segno che molte pagine sono state staccate con l’uso. Comunque sia, vi è un terzo foglio che tuttavia è staccato, riportando anch’esso delle scritte.
    Sul primo foglio vi è una semplice lista della spesa, niente di così sensazionale.
    Sul secondo foglio invece, vi sono appuntanti chi tra gli inquilini della palazzina non aveva ancora pagato l’affitto (il periodo combacia con la vendita del lotto e la scomparsa della proprietaria). Tra tutti i nomi, tre non risultano cancellati: Fukuda, Nishimura e Iwata. Accanto al nome di Iwata c’è la dicitura “In parte”.
    La calligrafia sul foglietto staccato è diversa da quella vista fin’ora della signora Tanaka Naoko, nettamente più infantile ed incerta. Sul foglio vi sono riportati svariati tentativi di scrivere due nomi: Nishimura Kveta e Nishimura Jian.





    Edited by alyë - 18/8/2020, 21:55
     
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    La scatola m'incuriosiva sempre di più e, per quanto sapessi che il suo contenuto non si sarebbe alterato per via della mia richiesta, sperai di poterci trovare qualcosa di utile all'interno. Solo la ricetrasmittente riuscì a distrarmi da quello che era diventato il mio obiettivo. Quando Nakamura negò al mio collega e compagno di squadra la richiesta del lancio delle chiavi, mi sentii sollevata: non solo avevamo un investigatore con la testa, almeno apparentemente, sulle spalle a darci una mano durante le investigazioni, ma la preparazione di quest'ultimo, per quanto poco avessi potuto constatarla, aveva impedito a Yukimura di poter distruggere delle prove di quella che era un'investigazione piuttosto importante. "Meglio così." Pensai, tirando un sospiro di sollievo: avremo potuto usare davvero quelle chiavi e ciò avrebbe potuto fare comodo alla squadra, in futuro.
    Tuttavia, per quanto fossero utili, o meno, i miei colleghi, non avevo ancora dimostrato fino a che punto la mia presenza potesse giovare al mio team ed ero più che certa di dover fare la mia parte prima di poter giudicare l'operato altrui. L'investigazione, in fondo, era appena iniziata e non potevo permettermi di essere l'unica a tornare a mani vuote: avevo un ghoul da neutralizzare. Continuai a tastare la scatola per pochi istanti, finché essa non rivelò una parte più spessa, rimovibile, che fungeva da coperchio. Una volta individuata quell'apertura, mi portai accanto a una finestra per poi, illuminata dalla luce dell'ambiente esterno, aprire la scatola che avevo appena trovato. Il risultato fu quello che avrebbe potuto rivelarsi un indizio ma che, così come avrebbe potuto essere cruciale ai fini delle indagini, avrebbe potuto anche essere solo una perdita di tempo: un braccialetto d'argento. Aiutata dai lampioni all'esterno dell'edificio, iniziai un'analisi più approfondita sull'oggetto che avevo appena trovato: dal design, si poteva intuire anche senza conoscenze nell'ambito della moda che l'ornamento fosse femminile. In più, almeno a prima vista, sembrava intatto, nonostante non fossi riuscita a determinarne l'età. Decisi, poi, di dare un'occhiata alla scatola. Lo feci alla ricerca di qualche informazione in più sul gioiello, sperando di trovare tale dato. «Non ci sono perdite di tempo, per quanto riguarda l'analisi degli indizi.» Aveva detto, una volta, uno degli istruttori dell'Accademia ed io, seguendo il suo esempio, decisi di non considerare la scatola come un oggetto inutile, almeno per il momento. Per quanto non avessi notato dettagli particolari all'esterno della confezione, l'interno aveva presto catturato la mia attenzione, in quanto, in esso, si poteva vedere la scritta "Gioielleria Tennouji," con, accanto, un indirizzo. Estrassi due buste ermetiche, una per il bracciale e una per la scatola, poi misi entrambi i miei ritrovamenti al sicuro, dentro tali contenitori sterili. Una volta fatto ciò, appuntai ciò che avevo trovato: disegnai, in una pagina pulita, la cassettiera, nei quali cassetti scrissi: "Vuoto," fuorché nell'ultimo, in cui scrissi: "Scatola bracciale." In
    una altro foglio del mio taccuino, invece, segnai un paio di note sul bracciale, riguardanti, perlopiù, il materiale di cui mi era sembrato che fosse composto, l'argento, accanto al quale segnai un punto di domanda, e la sua forma. Sotto questi appunti, scrissi il nome della gioielleria e l'indirizzo che avevo trovato nella scatola, poi riposi il tutto e continuai a fare il mio lavoro da investigatrice. Tuttavia, prima di fare qualunque altra cosa, decisi di comunicare la mia scoperta, per quanto piccola effettivamente fosse, ai miei superiori. «Qui Takeda.» Iniziai a dire, con tono serio, premendo il pulsante della mia ricetrasmittente, «Ho trovato un bracciale nella stanza 101. È quasi sicuramente un ornamento femminile ed era in una scatola con il marchio di una certa Gioielleria Tennouji. Mi rendo conto che ciò che chiedo potrebbe non essere utile, Agente Ihara, ma la CCG è in possesso di qualche informazione sull'azienda?» Il fatto di aver infastidito un assistente per una pista che stavo seguendo per mancanza di altre prove m'infastidiva, ma avevo solo quell'informazione, al momento, e sarebbe stato opportuno indagare. Chiesi, di conseguenza, la ricerca con un tono serio, ma con un accento di umiltà.
    Che cosa fare dopo quelle parole, mentre Ihara avrebbe, forse, cercato le informazioni da me richieste? Avevo ancora qualche oggetto da verificare, prima di poter passare ad un'altra camera, che sperai potesse portare qualche indizio e, quindi, qualche risultato in più. Mi mancavano. in fondo, la zona cucina e il bagno, poi mi sarei diretta verso Nakamura, per prendergli un mazzo di chiavi ed usarlo per aprire una delle stanze del piano superiore, dato che la chiave della stanza numero 102 non era in nostro possesso e che la stanza numero 103 stava venendo investigata da colui che aveva trovato le varie chiavi. Avrei lasciato quell'appartamento solo dopo aver cercato in ogni singola parte del locale qualcosa di utile, sperando di poter trovare qualunque indizio contenuto nell'appartamento. La zona più vicina a me era la cucina, quindi decisi di continuare la mia indagine in quel luogo. Dopo aver appuntato, su un'altra pagina, le chiavi di Nakamura e la descrizione, seppur minima, fatta da Yukimura riguardo al simbolo che lui aveva trovato e che raffigurava una X ed una Z, osservai meglio le mensole sopra il cucinino, nonché i fornelli, il bancone ed il lavabo, resti vegetali inclusi. Decisi, poi, di aprire il frigo, nella speranza di trovare al suo interno qualche indizio. In fondo, per quanto la proprietaria dell'edificio fosse morta da quasi nove anni, il posto avrebbe potuto essere diventato il rifugio di qualche ghoul. "Di certo, però, qualcuno ha rotto un vaso ed un Kotatsu ed ha fatto cadere una libreria, qui..." Valeva, almeno secondo me, la pena investigare e l'avrei fatto, incominciando, proprio, da dove sia gli umani, sia alcuni ghoul, conservavano la propria fonte di nutrimento.



    «Parlato»
    "Pensato"
    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»
    «Parlato di un istruttore della CCG, come ricordato da Kimiko»


    Edited by Antoil69 - 6/6/2020, 12:10
     
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    Akihiro Nakamura

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    Mentre stavo controllando il taccuino prima di riporlo in una busta, notai alcune informazioni riguardanti gli anni di occupazione dei vari appartamenti.
    Mi chiesi in quel momento e altri coinquilini erano scomparsi oltre alla proprietaria Tanaka Naoko e quel tale, Fukuda Norio, il ghoul che abitava nella 203. Sicuramente nei giorni successivi sarebbe stato compito nostro trovare tutte le persone collegate a questo posto, ma comunque me ne sarei preoccupato in seguito.
    Mentre riponeva nella tasca il taccuino, pensai che ero stato molto fortunato a trovare così tante informazioni e questo sicuramente mi avrebbe portato ad un maggiore riconoscimento, o almeno così speravo.
    Il prossima cosa da controllare era quel block-notes, che notai essere abbastanza povero di fogli e quando lo aprì leggendo la prima pagina e capendo si trattasse presumibilmente di una lista della spesa, capii che quel blocchetto era stato usato per appuntarsi cose del genere, anche per via della mancanza di molti fogli, presumibilmente strappati in precedenza.
    Il secondo foglio riportava invece la lista degli inquilini che non avevano ancora pagato l'affitto. Notai che il periodo combaciava alla data in cui scomparve la proprietaria e che nella lista solo alcuni non erano stati cancellati, ovvero: Fukuda, Nishimura e Iwata. Quest'ultimo con la dicitura "in parte" scritta accanto al nome. Leggendo quelle righe ripensai alle note su ogni singolo coinquilino che erano state scritte nel taccuino che avevo controllato in precedenza. Tirai fuori il taccuino per ricontrollare e infatti ricordavo bene. Per quanto riguardava Iwata in base alle informazioni scritte, supposi che non dovesse essere una novità per lui ritardare al pagamento dell'affitto e tra l'altro pensai che quella parte già pagata probabilmente era della sua compagna. Ad ogni modo mi incuriosirono le note riguardanti Fukuda. Secondo quanto scritto, aveva appena avuto un battibecco con Nishimura e conoscendo la natura di Fukuda che ci aveva riportato l'agente Ihara, poteva essere successo qualcosa, anche perché sempre secondo quello che vi era scritto, non ritardava mai il pagamento. Ovvio, poteva anche capitare che qualcuno per una volta ritardasse un pagamento, ma la cosa mi insospettì comunque.
    Dopodiché notai che nel block-notes vi era un terzo foglio che era stato usato, ma che tuttavia era stato staccato. Sul fogliotto vi erano vari palesi tentativi di scrivere dei nomi, notando anche la calligrafia più infantile e che i nomi scritti erano Nishimura Kveta e Nishimura Jian, non mi venne difficile immaginare che i due figli di Nishimira abbiano utilizzato uno dei fogli per provare a scrivere i loro nomi. Infatti nel taccuino c'era scritto che i due bambini passavano il tempo nell'appartamento di Tanako quando il padre era a lavoro.
    Una volta controllato che non c'era nessun altra scritta nel bock-notes, misi anche quello in una busta e lo infilai nella tasca insieme al taccuino. Successivamente, una volta che l'agente Ihara avesse risposto alla richiesta di Takeda, avrei acceso la rice-trasmittente.
    «Qui Nakamura. Agente Ihara se possibile potrebbe dirmi quali informazioni sono in possesso dalla CCG riguardantei Nishimura e Fukuda, due degli ultimi inquilini di questo appartamento?»
    Aspettai la risposta prima di fare qualsiasi cosa. Forse non avrei concluso nulla seguendo quella pista, ma qualcosa mi diceva che c'era qualche legame tra i due che andavo oltre all'essere semplici vicini.
    Una volta aver ricevuto risposta dall'agente Ihara, decisi di controllare quella scatola nera che avevo trovato nel primo cassetto. Forse all'interno ci sarebbe stato qualche cosa di vagamente importante per le indagini. Avevo ancora tante cosa da controllare, le possibili combinazioni della cassaforte erano solo una, ma dovevo anche aprire tutti gli scaffali e il frigo, inoltre dovevo ancora controllare quella porta. Forse sarebbe stato meglio incominciare da lì, almeno mi sarei tolto il pensiero, tuttavia ormai avevo iniziato dai cassetti e non potevo lasciarli a metà.


    Edited by alyë - 6/6/2020, 20:21
     
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    Sora Yukimura

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    Iniziai a scavare nel posto in cui vi era il cumulo di terra smossa. Continuai per un paio di minuti tuttavia non trovai nulla, ero stato battuto sul tempo, probabilmente il proprietario che aveva dissotterrato l'oggetto era riuscito ad arrivare in tempo per recuperarlo. Sfinito mi sedetti a terra, asciugai la fronte colma di sudore e mi accingei ad alzarmi. Una volta in piedi, feci l'ultimo recap di tutto ciò che avevo già ispezionato: mancava la casupola. Non mi era mai piaciuto lasciare le cose a metà, così decisi di mettere da parte per un momento il primo piano e andare a bussare alla porta di Akihiro. Parla Sora, vicino all'albero dove erano incise le lettere ZX vi era un cumulo di terra smossa come se qualcuno avesse dissotterato qualcosa. Ho scavato ma nulla, ora sto per arrivare dinanzi alla stanza 103 per reclamare le chiavi. Voglio mettere fine alle ispezioni sul retro. Camminai lungo il recinto di sinistra tuttavia non incontrai nulla di strano lungo il tragitto, salii le scale ed arrivai dinanzi alla stanza 103. Ordine a domicilio!


    Edited by alyë - 6/6/2020, 19:57
     
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    FINE TURNO 07 > Inizio turno 08

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    Yuka Shimizu

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    Prima Classe

    Una volta entrata nell’abitazione, la signora Sakai la fece accomodare nel salotto dove vi era una tv accesa ed altre due anziane figure che presentò come i coniugi Saito che vivevano poco più in là nella stessa via (dovevano essere gli altri abitanti della zona, pensò), nel mentre andava a preparare dell’altro tè. Shimizu si presentò con tutti i rispetti, spiegando nuovamente il perché della sua presenza lì e scusandosi sempre del disturbo che stava arrecando loro. La signora Sakai tornò poco dopo, insieme ad un taccuino ed una penna che diede alla giovane Investigatrice. Quest’ultima la ringraziò per il grande favore che le stava facendo, specialmente dopo l’imbarazzo di aver lasciato la sua borsa nell’auto. Si vede che era nervosa e preoccupata quella sera, nemmeno Ihara gli aveva chiesto se aveva preso tutto. Sullo schermo della televisione stava andando in onda un talkshow, uno di quelli che lei preferiva evitare, lasciando quell'intrattenimento a chi poteva piacere. Dopo che anche il tè e biscottini furono giunti, Shimizu osservò attentamente i presenti uno ad uno prima di partire educatamente con le sue domande. Infondo, a detta sua, erano tutti colpevoli fino a prova contraria. Come rumore di sottofondo c’erano le voci che udiva dalle ricetrasmittenti.

    L’assistente Ihara udì forte e chiaro le domande che Kimiko ed Akihiro gli avevano posto tramite la ricetrasmittente in loro dotazione, per cui non esitò a rispondere tenendo premuto il pulsante e con il suo solito tono di voce pacato. Nel mentre lanciò un’occhiata al pezzo di strada che poteva vedere dal vicolo in cui aveva nascosto l’auto, stando sempre all’erta di eventuali pericoli «Qui Ihara. Secondo Grado Takeda, le uniche informazioni che posso darle al momento sono generiche ma se può tornarle utile, ho già mandato richiesta alla Sede Centrale per una ricerca più approfondita» fece una pausa nel mentre digitava con la mano libera sul suo tablet il nome del negozio nel database, osservando assorto lo schermo luminoso «Comunque sia, la Gioielleria Tennouji non risulta di per sé nei nostri archivi, a quanto pare è sempre stata una compagnia lontana da scandali e della criminalità organizzata, con capisaldi fin dal dopo guerra. Il fondatore era stato un artigiano notevole e di grande fama nella zona. Per caso sulla scatola c’è qualche indizio sulla data di produzione? Posso provare a cercare quando il bracciale è stato prodotto, anche una descrizione sarebbe utile» dopo un’altra breve pausa riprese a digitare, cambiando interlocutore e andando a prendere la lista degli inquilini del condominio, fino ad arrivare ai nomi che gli servivano «Invece, Secondo Grado Nakamura, Nishimura Osamu non risulta nei nostri archivi, sto già indagando altrove, mentre per Fukuda Norio è un’altra storia: come detto in precedenza, era un ghoul a cui era stato affibbiato il rank B e l’alias Code 395 per mancata identificazione di abbastanza segni distintivi, la kagune era un koukaku, il tipo di vittime preferite erano giovani donne tra i venti e i trentanni. Comunque sia, il suo livello di vittime conosciute non è elevato e, anzi, il suo rank gli era stato dato più per aggressività verso gli investigatori che per altri motivi; la sua data di decesso è riportata essere intorno a luglio dello scorso anno, all’incirca durante lo stesso periodo in cui Ouroboros aveva iniziato a mostrarsi agli occhi di tutti, ed è stato dunque identificato solo alla sua morte. Prima di allora lavorava in un cantiere edile della 3° Circoscrizione dove si era trasferito circa 10 anni fa. Ha sempre vissuto da solo e non ha nemmeno mai cercato la compagnia dei suoi simili, anzi mostrando un certo astio verso di loro. Oltre a ciò è stato denunciato svariate volte per presunte molestie, una di queste risulta essere stata mandata da Harada Manaka, l’ultima inquilina della 101, qualche mese dopo il suo trasloco con accuse di stalking.» sospirò poi, risollevando lo sguardo sulla strada desolata di quel quartiere «Se c’è bisogno di altro, non esitate a chiedere. Passo e chiudo.» finì con un tono cordiale e amichevole, contento di essere in qualche modo di aiuto. La sua pistola sembrava bruciare al suo fianco.


    dIV9R9c
    gmZ5ar2
    CITAZIONE
    TURNO 08.

    Oggetti trovati: Taccuino e block-notes; Chiavi "101", "103", "201", "202", "Magazzino", “Generatore”; 2 chiavi piccole; (Akihiro); Bracciale argentato (Kimiko)

    Status batteria cellulare: 90% (Akihiro), 95% (Sora);

    Inventario generale (tutti): Guanti in lattice, buste ermetiche, ricetrasmittenti, inibitori RC (Shimizu ed Assistente Ihara).
    Pistole a proiettili Q: Assistente Ihara, Yuka Shimizu, Kimiko Takeda e Akihiro Nakamura.

    Per l’uso la batteria del cellulare di Akihiro scende a 90% mentre quello di Sora scende a 95%.

    dwBXkO0
    CITAZIONE
    Stanza 101 (Kimiko).

    Il design del bracciale è di suo molto semplice anche se di qualità, per cui i nuovi dettagli non sono poi molti: la catenina non è molto spessa, anzi, è piuttosto delicata e alla fine del gancio vi è un piccolo medaglione che riporta il nome del negozio e l’anno di fattura, ovvero il 2009. Sollevando il cuscinetto su cui è posto il bracciale, sul fondo della scatola si può notare un piccolo biglietto con su scritto in inchiostro nero “Per la bella Manaka. Norio.”

    Kimiko ha deciso di aprire l’anta del frigo ma tuttavia dentro di esso e anche nel freezer non vi è niente, ne ghiaccio ne altre tracce particolari, solo puzza di chiuso. Essendo la spina staccata, è chiaro che sia stato svuotato da tempo.

    Osservando meglio la zona cucina, non saltano fuori nuovi dettagli.

    95TnxhN
    CITAZIONE
    Stanza 103 (Akihiro).

    Akihiro decide dunque di aprire quella scatola nera e rettangolare: al suo interno, incastrata tra sostenitori di cartone sempre di colore nero, vi è una penna stilografica (di colore scarlatto con decori in nero e oro) dall’indubbia alta qualità. Sotto il coperchio vi è una scritta in oro che riporta “Alla Signora Tanaka Naoko, per il continuo sostegno. Nishimura O.”.





    Edited by alyë - 18/8/2020, 21:56
     
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    And the curtain fell
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    Takeda Kimiko

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    Bikaku (Prima Multorum)

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    Secondo Grado

    Ricontrollare la cucina si era rivelato una perdita di tempo: le mensole e il ripiano non avevano nient'altro da offrire e il frigo, il luogo adibito alla conservazione dei cibi, era vuoto e, stando all'odore che i suoi spazi interni emanavano, non era stato aperto da molto tempo prima della mia partenza. Decisi, quindi, di controllare l'esterno dell'elettrodomestico, constatando solo che la presa era staccata. La mia speranza di vedere nel frigo qualcosa di utile, magari data da un suo possibile utilizzo, in mancanza di corrente, come ripiano o armadio, non portò a niente. Richiusi l'elettrodomestico, poi ripresi il mio taccuino e, dopo averlo aperto alla pagina con la rappresentazione dell'elettrodomestico con cui avevo appena interagito, scrissi "vuoto" sia vicino allo spazio quadrato che avrebbe dovuto essere il frigorifero, sia accanto a quello che, in precedenza, avrebbe potuto essere il congelatore. Inoltre, aggiunsi al disegno una presa di corrente, specificando che essa era staccata.
    Riposi il quaderno subito dopo quell'aggiornamento, pronta a tornare alle indagini. Mi era rimasta, in fondo, solo una zona da controllare: il bagno. Mentre mi dirigevo verso quell'area, le voci dei miei colleghi si fecero sentire dalla mia ricetrasmittente. Nakamura aveva richiesto informazioni su sue degli inquilini dell'appartamento, mentre Yukimura aveva tentato, inutilmente, di cercare qualche oggetto non più presente sotto terra. Ritenendo utili le informazioni che Ihara avrebbe potuto darci, unite a quelle che già avevo chiesto per conto mio, ripresi il mio taccuino e, con il mio materiale da scrittura in mano, continuai la mia investigazione. Le risposte del nostro assistente investigatore non tardarono ad arrivare, fornendo a me e al resto della mia squadra ulteriori indizi, che appuntai nel mio taccuino al meglio delle mie possibilità. Venni, così, a conoscenza della storia della gioielleria Tennouji, un'impresa lontana da scandali di ogni tipo e in attività dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il suo fondatore, inoltre, risultava essere conosciuto per la sua bravura. La mia pista non aveva portato a niente, ma Ihara, forse per cercare di salvare il salvabile, mi chiese una descrizione del bracciale che avevo trovato e, se possibile, anche una data di produzione. "Magari..." Sperai, "... la ricerca dell'agente Ihara porterà a una pista concreta." Allo stesso modo, appresi e trascrissi nuove nozioni su Code 395, il ghoul dalla quale l'inquilina dell'appartamento che stavo controllando era felice di allontanarsi. Lei l'aveva denunciato per stalking e, alla fine, lui si era dimostrato un ghoul. Pensai subito al fatto che Fukuda avesse potuto essere alla ricerca di carne umana, quando la osservava, oppure di un rapporto sessuale, che avrebbe potuto risultare in un incrocio tra specie, così come in una semplice copulazione tra ghoul. In fondo, non sapevo se Harada fosse realmente un'umana, ma l'esperienza con Kaoru mi aveva insegnato quanto i ghoul potessero essere subdoli e abili nel nascondersi. L'ultima inquilina dell'appartamento 101 non era ancora ufficialmente una sospettata ghoul, ma era, ormai, nella mia lista di persone da indagare.
    «Qui Takeda.» Risposi, con tono serio, poco dopo che anche l'agente Ihara ebbe finito di parlare. Per prima cosa, però, decisi di non richiedere subito nuove informazioni sulla persona della quale stavo controllando una precedente dimora, bensì ripresi la busta contenente il bracciale, insieme a quella contenente la scatola, e, osservando l'oggetto che avevo trovato e la pagina in cui ne avevo tracciato una piccola descrizione, dissi: «Il bracciale è quasi sicuramente un gioiello femminile, per via del design. È stato, probabilmente, fatto con l'argento, per quanto la luce della stanza mi permetta di vedere. Vedo, inoltre, un motivo che comprende qualche ciondolo a forma di stella, incastonato nella catenina che compone il bracciale vero e proprio, inoltre... Penso di aver trovato la data di fatturazione: accanto al gancio dell'ornamento risulta esserci un altro ciondolo col nome del negozio e col numero 2009. Se mi è permesso, opterei per considerare quel numero come l'anno da noi cercato.» Controllai, poi, nuovamente la scatola, giusto per scrupolo. Decisi, però, di non limitarmi solo al cuscino interno e all'esterno, che avevo già visto, ma decisi di scostare il cuscino, per vedere se qualcosa potesse essere nascosto lì dietro. Trovai una dedica, che rilessi un paio di volte, per essere sicura di aver capito bene il suo significato. Essa conteneva il nome della ragazza, come se il mittente la conoscesse bene e fosse in confidenza con lei, ed era da parte di un certo Norio. "QUEL Norio!"
    Conservai nuovamente le due prove, per poi riprendere il foglietto da me trovato in cucina. Rilessi tutto ciò che c'era scritto, per poi appuntarmi ciò che avevo trovato e comunicare le mie ipotesi ai miei colleghi. «Qui Takeda. Semmai potesse tornare utile, ho trovato un foglio, forse scritto da Harada, che sembra essere una lista della spesa e di alcune cose da portarsi via, con annesso uno sfogo che non lascia dubbi sul fatto che lei non sopportasse Code 395. C'era scritto esattamente: "A mai più, tipo della 203! Feci, poi, una piccola pausa e continuai: «Ricontrollando la scatola, inoltre, ho trovato una dedica ad Harada, in cui lei viene definita "bella" e chiamata per nome, da parte di un certo Norio, che sospetto sia Code 395. Se mi è permesso esprimere un'opinione, inoltre, la denuncia di stalking, unita a questo biglietto e alla dedica, non mi convince. Per quanto la mia sia solo un'ipotesi, è noto il fatto che le vittime preferite del ghoul siano donne, eppure lui non l'ha mai attaccata in mesi, tant'è vero che lei si è accorta di queste attenzioni. Code 395 era intenzionato a non farsi scoprire, ma mi sembra strano che, in tutto quel tempo, incluso quello passato da dopo la denuncia al trasloco della donna, lei non sia stata presa di mira da lui. Forse, con il dovuto rispetto, credo che dietro allo stalking potesse esserci stato un tentativo di corteggiamento tra simili. So di essere un po' avventata, e per questo chiedo scusa, ma si può avere qualche informazione in più su Harada Manaka, anche solo per accertare la sua natura, umana o non? Passo.» La faccenda mi ricordava i miei trascorsi con Kaoru, eppure la ghoul che aveva cercato di attaccarmi, per quanto avesse provato a resistere, aveva ceduto all'appetito. Non sapevo, effettivamente, per quanto tempo i due vicini di casa fossero stati a contatto, ma sapevo che, per un motivo, lei non era stata toccata. Anche io non avevo avuto problemi, fino a quella notte, ma, se avessi saputo chi fosse stata Kaoru, io stessa, da investigatrice, avrei indagato la me del passato, alla ricerca di prove sulla mia possibile natura ghoul o sul fatto che io fossi a conoscenza del segreto della mia "amica". In fondo, per quanto quella mia ennesima pista fosse solo un'ipotesi, magari destinata a vedersi smentita, avevo solo quella e, magari, l'agente Ihara, o chi per lui, avrebbe potuto darmi altre informazioni riguardanti Harada, che avrebbero potuto tornarmi utili.
    Sperai che, qualunque cosa mi venisse detta, mi potesse essere d'aiuto. Nel frattempo, però, arrivai nel bagno che la stessa donna aveva usato, prima di trasferirsi, ormai anni prima. Non rimaneva molto da investigare, ma sperai di trovare qualcosa di utile. Non credevo che ci fosse nient'altro da vedere, quindi, a meno di qualche indizio importante, me ne sarei andata subito dopo quel controllo, sperando di non aver tralasciato nulla d'importante. Ricontrollai l'area adibita alla vasca da bagno, per poi passare alla lavatrice, osservando all'interno dell'oblò, alla ricerca di qualunque cosa che potesse aiutare l'indagine. Subito dopo, andai dritta verso le ante del mobile sotto il lavandino, l'unico punto della casa che non avevo ancora setacciato, a mio avviso. Aprii, quindi, quello spazio ancora inesplorato, nella speranza di trovare qualcosa di significativo ai fini dell'indagine.



    «Parlato»
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    «Parlato di Shimizu»
    «Parlato di Akihiro»
    «Parlato di Sora»


    Edited by Antoil69 - 6/6/2020, 12:15
     
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