The line where the sky meets the sea

FUYUKO ENAGA & KYOKO ISHIKAWA - ZONA PEDONALE/LUNGOMARE- 23/03/2020 MATTINA (DALLE 8.00), TEMPO SERENO/VARIABILE 19°C)

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    Fuyuko Enaga
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    Per una volta era uscita dalla porta principale, sebbene molto presto, e si sarebbero accorti che lei non era più in camera sua: aveva sentito borbottare più del solito nell'ultimo periodo la sua famiglia quando lei passava.
    Non sembravano preoccupati, non ancora almeno, che lei potesse scappare, convinti forse di averle fatto capire quanto fosse di vitale importanza il suo ruolo nella famiglia, ma che allo stesso tempo non doveva pretendere di considerarsi parte integrante di essa visto il breve tempo che sarebbe rimasta con loro.
    Se da piccola faticava a comprendere quel concetto, oramai sapeva che era la normalità eppure c'era sempre una nota stonata in tutto quello.
    La sua famiglia non era di certo come quelle che vedeva in giro, nè nei film: e ne aveva visti tanti, e anche letto un sacco! Perfino nei libri fantasy con maledizioni non aveva trovato una famiglia simile alla sua e che potesse spiegarle cosa ci fosse che non le tornava ancora.
    Quel giorno però, aveva un obbiettivo preciso: vedere il mare. Era quasi certa di non potersi fare il bagno, o almeno così credeva, non ci era mai stata, nè poteva sapere se fosse concesso, non voleva risultare ancora più stralunata di quello che già sembrava o fare brutte figure.
    Era però quasi certa che non sarebbe mai potuta apparire del tutto integrata in un posto in cui si sentiva un pesce fuor d'acqua, ma a pensarci bene...si sentiva così ovunque.
    Faceva più caldo quel giorno rispetto ai precedenti, le temperature si erano alzate, e aveva quindi optato quella volta per un chiodo di pelle nero sul suo vestitino bianco molto semplice.
    Anche per le scarpe non sapeva che mettersi in effetti, motivo per cui aveva optato quella mattina per delle ballerine...non aveva neanche l'abbigliamento adatto per andare al mare, forse doveva comprarsi anche un costume. Si, avrebbe dovuto rimediare se avesse trovato un posto dove fare il bagno in futuro.
    Ci aveva messo un po' per arrivare quel giorno lì, eppure non era la prima volta che veniva in quella circoscrizione, seppur non l'aveva vista tutta.
    Non sembrava essere la sola a muoversi così presto, ma quando arrivò a destinazione dopo aver camminato a lungo si dimenticò quasi che i piedi le facevano già male.
    Era rimasta come incantata: non si vergognava a stupirsi così ogni volta, per una come lei che non aveva poi visto molto, tutto era nuovo. Vederlo per fotografia non era la stessa cosa che viverlo in prima persona: c'era un vento piacevole che le scompigliò un poco i capelli ma la fece restare fissa a guardare davanti a sè...sembrava quasi infinito.
    Non riusciva a vedere troppo in là, e in parte si chiedeva cosa ci fosse oltre, tanto da farla rattristare un po'...lei non sarebbe potuta mai andare oltre, era un peccato, era sicura che ci fosse tanto che poteva scoprire.
    Fu risvegliata dal sentire delle persone correre dietro di lei e che l'avevano superata: si voltò verso quella direzione, stranita in un primo momento, per poi incamminarsi poco dopo allo stesso modo.
    Camminava lentamente su quello che doveva essere una lungomare, o una zona pedonale, una strada dritta davanti a sè, e non era l'unica che sembrava aver avuto quell'idea.
    Accompagnata dalla vista del mare, rendeva quella passeggiata in solitudine meno triste.
    Mise le mani nel giubbino, finchè non alzò lo sguardo, vedendo una specie di piazza, un'area dove erano concentrate alcune persone: essendo che stava andando in quella direzione non ci pensò due volte a continuare dritta, fino ad arrivarci, e vedere che c'erano persone che si stavano...allenando? Correndo? Non aveva mai fatto attività fisica, ma pensò che doveva valerne la pena visto ciò che potevano osservare ogni giorno...non sembrava una cattiva idea.
    Si avvicinò un po' per osservare, non sapendo bene cosa, ma era rilassante stare lì, riusciva a sentire distintamente il suono delle onde.


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    Zuppa di miso sanguigno, uno degli odori preferiti di Kyoko.
    Cucinare la colazione tutte le mattine la metteva di buon umore, era il piccolo rito della sua routine per far cominciare la giornata con il piede giusto. Svegliarsi tardi per lei era una tragedia, per di più lasciar cucinare suo padre le dispiaceva da morire, con tutti i doppi turni che spesso era costretto a fare il minimo era aiutarlo nelle piccole cose di casa.
    Ultimati i preparativi consumò il pasto da sola, Soichiro stava ancora dormendo. Gli avrebbe lasciato la colazione pronta: zuppa di miso sanguigno, scagliette di midollo osseo bollite e filetto alla griglia. Avrebbe voluto aspettarlo e mangiare con lui ma fuori la giornata era troppo bella e Kyoko voleva approfittarne.
    Con l’arrivo della bella stagione la ragazza poteva riprendere una delle sue abitudini preferite: allenarsi in riva al mare. Una delle fortune di vivere a Koto era la vicinanza del mare, elemento che ricordava alla ragazza il suo luogo di origine. Le mancava Nanjo e sopperiva alla mancanza con il bel suono delle onde infrante sulla battigia. Non era come essere ad Okinawa, ma era comunque casa.
    Dopo essersi vestita -giustamente in maniera sportiva ma rigorosamente male, Kyoko preparò la borsa: borraccia con energy drink fatto in casa (sangue in polvere disciolto nell’acqua) e palla. La routine sulla quale si sentiva più insicura era proprio quella con la palla, le scivolava sempre dalle mani e non poteva permetterselo!
    Prima di uscire Kyoko si diede un’ultima sistemata allo chignon e salutò con una carezza affettuosa Onigiri che sonnecchiava sul divano davanti alla TV. Viziata.
    E via, verso il lungomare di Koto con MP3 sul braccio (feels like 2007) e Neku nelle orecchie! Ancora non credeva che fossero state nello stesso parco nello stesso momento! L’Hanami era davvero magico!
    Raggiunse di corsa presto lo spiazzo in cui, durante la stagione estiva, soleva allenarsi. Anche altri avevano avuto la stessa idea però, tanto da affollare la piazzuola. Runners, giocatori di basket e anche signori anziani che facevano semplicemente stretching. La bella stagione era arrivata per tutti e Kyoko non poteva aspettarsi di certo che fosse del tutto vuoto… ma ci rimase male lo stesso.
    Si trovo un posticino libero e, posate le cose, prese un buona boccata d’aria: l’odore di salsedine era un altro dei preferiti di Kyoko, ecco perché preferiva allenarsi lì piuttosto che in palestra.
    Ed eccoci arrivati allo scontro del secolo: ginnasta vs palla. La ragazza fece lanci e prese, acrobazie e lanci e di nuovo prese… e ovviamente la palla le scivolò di mano. Le bastò un tocco in più per farla schizzare via dalle mani come se fosse una saponetta bagnata. A volte Kyoko si chiedeva se quello non fosse burro invece che plastica.
    La palla dai toni rosati rimbalzò e rotolò un po’ più in là, fino a toccare i piedi di una giovane che stava guardando il mare con aria stupefatta, come se mai l’avesse visto prima. Era minuta, magrolina e sicuramente non era lì per allenarsi.
    Kyoko lo squadrò un attimo prima di chiamarla a gran voce e alzare un braccio per farsi notare «Eeeeehi! Mi passeresti la palla, per favore?»
    Un approccio non troppo delicato ma efficace.
    Prima il gatto, poi la palla. Doveva esserci lo zampino degli antenati, non poteva sfuggirle tutto così facilmente!

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    Fuyuko Enaga
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    Era così assurta a guardare tutto che si dimenticò di fare foto, troppo presa a riempirsi gli occhi da quello che si trovava davanti: ci pensò una palla, un intervento del caso, a farla tornare con i piedi per terra.
    Abbassò lo sguardo guardando la palla dai toni rosati sotto i suoi piedi, come se fosse stato un oggetto strano...no, per fortuna sapeva quanto fosse una palla, sarebbe stato grave altrimenti.
    Alzò lo sguardo in direzione della voce che la chiamava con...ehy? Sbattè le palpebre più volte, focalizzando la ragazza poco più lontano che cercava di richiamare la sua attenzione.
    Si guardò un attimo attorno, pensando che non poteva essere lei quella che stava chiamando....e invece no! Era proprio lei! Tanto che si indicò come se quasi non ci credesse...oddio...qualcun altro che le rivolgeva la parola!! Forse non era così maledetta come dicevano! Non sembravano aver paura di rivolgerle la parola! Come se poi tutti dovessero sapere che lei era maledetta...ma le dicevano sempre che aveva attorno a sè una brutta atmosfera, cattiva, e che faceva scappare le persone.
    Invece aveva avuto occasione di vedere che alcuni non se ne accorgevano di quella brutta atmosfera, ed era contenta, perchè poteva parlarci, e non erano peluche!
    Loro potevano risponderle!
    Si abbassò per poter prendere la palla fra le mani, osservandola qualche istante prima di ...lanciargliela! Oddio! Non aveva mai lanciato una palla con qualcuno se non da sola in camera sua! Aveva fatto bene??
    Era stato un lancio normale per fortuna, ma Yuko non ne era così sicura, forse troppo basso, ma pur sempre un lancio.
    Avrebbe potuto allontanarsi e non disturbare più la ragazza, ma...le aveva parlato! Forse poteva osare e dire qualche parola, così anche se timidamente, aveva mosso qualche passo verso la ragazza.
    «Spero...di non crearti disturbo se rimango qui...posso?»
    Le chiese, forse non doveva stare lì? Dopotutto sembrava starsi allenando o giocando...forse più la prima visto come era vestita, ma forse non doveva disturbarla?
    Inoltre con tutti i divieti che aveva sempre avuto, era abituata a chiedere se poteva stare in un luogo, perchè non era mai realmente desiderata, quindi anche quella volta le era sembrato giusto chiedere.
    «Sembra divertente quello che stai facendo...»
    Si azzardò a commentare, ma forse non erano affari suoi: no, decisamente non lo erano, si pentì un po' di aver parlato, forse era stata troppo invadente?


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    Kyoko sperava vivamente di non aver disturbato quella ragazza, così assorta nei suoi pensieri mentre guardava il mare. Si era vergognata di essersi rivolta a lei con poco riguardo e fin troppa confidenza, in particolare vista la reazione della ragazza: si era guardata intorno, come se quel richiamo tanto forte non potesse essere per lei. Era per questo che Kyoko stava sempre molto attenta al modo in cui si rivolgeva agli altri, non era più nel suo quartiere campagnolo dove ci si conosceva tra tutti.
    Dopo un momento di riflessione la ragazza si decise a restituirle la palla con un lancio, forse un po’ scarso di potenza, ma fu comunque abbastanza per farla tornare alla legittima proprietaria. Kyoko prese al volo la palla e sorrise alla ragazza «Grazie mille!»
    Un bel respiro e via di nuovo con gli allenamenti. Purtroppo la ghoul non aveva tutto lo spazio che desiderava e i suoi tentativi di lanci e prese erano rigidi e fin troppo controllati, non voleva colpire qualcun altro per sbaglio! Le note della bella voce di Neku accompagnavano i movimenti flessuosi -ma per Kyoko fin troppo rigidi- della ragazza, che lanciava e riprendeva la palla a ritmo di musica. Si era ripromessa di comporre un’intera routine su una delle sue canzoni, sarebbe stato un tributo verso un’artista tanto straordinaria!
    In qualche modo una vocina riuscì ad insinuarsi le cuffie e la musica a tutto volume e Kyoko si fermò all’istante, acchiappando la palla in maniera piuttosto maldestra. Le si era avvicinata la ragazza di prima che con un filo di voce le aveva chiesto se potesse restarle vicino.
    Lo sguardo di Kyoko si aggrottò per un attimo, non capendo il perché della domanda. Forse temeva di non lasciarle abbastanza spazio per muoversi! Il volto della ghoul si rilassò in un sorriso, tolse una delle auricolari e si rivolse alla ragazza «Nessun disturbo! Fa’ pure!»
    E ritornò ai suoi esercizi, ma con la testa era rimasta alla spettatrice qualche passo più in là. Era una ghoul, l’odore era inconfondibile, ma in lei c’era qualcosa di strano: remissiva, sembrava a disagio a stare lì. Forse però era qualcosa di poco conto, anche lei non era di certo l’anima della festa.
    “Sembra divertente quello che stai facendo…”
    No, era decisamente strana. Non aveva mai visto qualcuno allenarsi con una palla? Non conosceva la ginnastica ritmica?! Una Kyoko un po’ stranita e un po’ ferita nell’orgoglio decise di rivolgere tutta la sua attenzione alla strana ragazzina. Non che fosse particolarmente curiosa o ficcanaso… ma era tutto troppo strano per non interessarsi almeno un po’.
    «Beh, mi diverte abbastanza, anche se sono esercizi un po’ stupidi questi.» le risposte brevemente, tenendo il palla sotto braccio. Guardandola meglio la ragazza appariva pallida e magra, un giunco pronto a spezzarsi. Era strano che un ghoul avesse certe sembianze, Kyoko le avrebbe ricondotte più a un umano con diversi problemi di salute.
    «Sono una ginnasta, mi chiamo Kyoko. Tu… come ti chiami?»
    Non sapeva proprio come avvicinarla. Ma almeno non sembrava avere cattive intenzioni, anzi, sembrava essere docile e buona.

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    Fuyuko Enaga
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    Iniziò a pensare che forse stava davvero disturbando la ragazza, ma ...sembrava così gentile...e lei voleva davvero parlare con persone nuove! Sperò di non essere risultata ancora più strana, ma forse era già accaduto senza che potesse farci molto...vivere isolati da tutto e tutti non era proprio un bene, e ancora meno forse gettarsi a capofitto in un mondo che non conosceva affatto.
    Non sempre i libri, i film e internet potevano colmare tutte le lacune che aveva, e nell'interazione con gli altri sapeva che usciva fuori parecchio questa cosa, sebbene cercasse di nasconderla quanto più poteva.
    Nell'avvicinarsi inoltre avvertì un odore molto simile al suo...doveva essere una ghoul anche lei! Possibile?? Era stata così fortunata da incontrare qualcuno di simile a lei??
    Certo, sapeva che esistevano altre famiglie di ghoul, ma non conosceva nessuno oltre la sua famiglia di così simile, era qualcosa di davvero importante per Yuko, tanto che si caricò ancora di più di entusiasmo per quella cosa.
    «Woao! Una ginnasta!! Davvero?? Non ne ho mai incontrata una!» ammise con candido entusiasmo, ma talmente genuino da non lasciar spazio a diverse interpretazioni, davvero era la prima che incontrava. E con le poche informazioni che aveva, ora poteva capire il perchè degli allenamenti e della palla...aveva visto qualche film sugli sport, sembrava un mondo così interessante anche se estremamente faticoso!
    Di certo, Yuko non era una ginnasta, ne apparteneva a quel mondo, però era qualcosa di così distante da lei che la interessava ancora di più.
    E poi...le aveva chiesto il suo nome! Anche lei era interessata a conoscerla?? Ogni volta che qualcuno le chiedeva il suo nome, era sempre un'emozione nuova e forte per Yuko, era difficile che sentisse l'interesse di qualcuno verso di sè...anche il chiederle semplicemente il suo nome la faceva sentire felice, importante in qualche modo, come se forse avesse valore.
    Forse era davvero una sua illusione, i suoi genitori non sarebbero stati molto d'accordo...le avrebbero detto che si dava troppa importanza, che non doveva, era sbagliato.
    Eppure, non poteva non essere felice per il fatto che quella ragazza di nome Kyoko si fosse interessata a sapere chi era.
    «Yuko!» Disse istintivamente con un sorriso felice. «O meglio, Fuyuko, ma Yuko va benissimo!»
    Era così felice! Aveva conosciuto un'altra persona, che sembrava anche della sua età! Era stata una vera fortuna incontrarla! Non avrebbe potuto dire lo stesso di se stessa visto che di solito le dicevano che era una sfortuna conoscere Yuko...ma oltre la sua famiglia non pensava che nessuno lo sapesse...forse se nessuno lo sapeva avrebbe potuto avere qualche amico? Non voleva che fossero spaventati dalla maledizione.
    Ok, forse il suo solito troppo entusiasmo poteva mettere a disagio gli altri...doveva calmarsi, fare respiri profondi.
    «Che ginnasta sei di preciso? Insomma...in cosa sei specializzata?
    chiese con rinnovato entusiasmo, se aveva capito bene qualcosa da quei film era che non esisteva solo un tipo di ginnasta...ma forse se aveva una palla era qualcosa di specifico? Aveva così tante domande da fare!
    «I-io...insomma...scusami...non volevo essere invadente!»
    Si rese conto che forse davvero stava esagerando, ma non voleva neanche far allontanare la ragazza, ci sarebbe rimasta davvero male! Voleva davvero fare amicizia in qualche modo, anche se forse era davvero una frana in questo...


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    Nonostante l’aspetto gracilino quella ragazza scoppiava di un sincero entusiasmo, tanto dirompente da mettere a disagio Kyoko.
    Kyoko era una persona tranquilla, difficilmente si lasciava trasparire il suo entusiasmo genuino. Ciò che riusciva a far vibrare le corde del suo cuore erano la ginnastica, i gatti e gli idol, per loro sì che mostrerebbe un guazzabuglio di emozioni! Invece quella ragazza sembrava essere così semplicemente perché stavano parlando. In un primo momento Kyoko pensò che potesse essere una sua ammiratrice ma non era possibile, la ragazza non sapeva cosa fosse la ginnastica ritmica e aveva espressamente detto di non aver mai conosciuto una ginnasta. Il che era strano, in Giappone era molto comune essere ginnasti, anche solo l’essere parti di un club sportivo ti rendeva un ginnasta. Forse intendeva un ginnasta professionista, ma anche questo rendeva il tutto troppo strano. Perchè tutta quella gioia?
    Nel giro di pochi secondi la ragazza venne sommersa di domande da Fuyuko e capì che il suo allentamento avrebbe dovuto aspettare. Una pausa non l’avrebbe comunque uccisa.
    “I-io...insomma...scusami...non volevo essere invadente!”
    Kyoko sfoggiò il suo miglior sorriso per tranquillizzare la ragazza, evidentemente preoccupata per il suo fare troppo estroso. Doveva esserci un motivo se era così sopra le righe, ma Kyoko non riusciva proprio a capirlo.
    «M-ma figurati, sta’ tranquilla, Fuyuko! Vieni, se ti va ne parliamo sedute a quella panchina.»
    E prese le sue cose si diresse, seguita dall’altra, a una panchina poco distante. Nonostante Fuyuko sembrasse tutto tranne che ostile, Kyoko era comunque sul chi va là. Da quando era arrivata a Tokyo suo padre le aveva sempre fatto una singola raccomandazione: stare attenta a chiunque la avvicinasse. La scomparsa di buona parte degli Ishikawa era un ottimo motivo per prestare attenzione a chiunque e l’avvicinarsi di quella ragazza in quel modo mandava in allarme il sesto senso di Kyoko. Era un ghoul, era vero, ma doveva comunque stare attenta.
    «Pratico ginnastica ritmica, sai no, quella con gli attrezzi. Mi stavo esercitando con la palla, non sono molto brava come hai visto.» poteva suonare modestia ma no, davvero non era negli esercizi con la palla. Avrebbe voluto usare solo il cerchio e le clavette se avesse potuto, e invece no. Almeno con il nastro se la cavava ma con la palla no, ormai sua acerrima nemica.
    «Tu invece… hai fatto una passeggiata? Ti piace il mare?»
    Oh, magari un argomento di conversazione! E non c’era niente che rendesse felice Kyoko come il mare.


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    La ragazza le sorrise, facendo rasserenare la ghoul che temeva di aver esagerato come suo solito, era certa però che poi sarebbe riuscita ad assumere un atteggiamento più conforme e normale, meno evidente del fatto che fosse completamente fuori dalla realtà di tutti i giorni.
    «Certo che mi andrebbe! Ne sarei felice!»
    Disse, sorridendo, e non scherzava: era davvero felice, poter parlare con qualcuno, scambiare opinioni...e la cosa la elettrizzava, non aveva spesso occasione di parlare così, in realtà quasi mai...non aveva amici dopotutto, ma era una delle cose della sua lista, ovvero avere almeno un amico...se ne aveva di più non poteva che esserne felice, anche se spesso glielo avevano sconsigliato visto il poco tempo che le rimaneva.
    Il tempo era decisamente contro di lei.
    Quello però, era il suo modo di combatterlo, provare a essere un po' felice in quegli anni che le erano rimasti. Non serviva a nulla soffermarsi sui rimpianti.
    «Vuoi una mano?»
    Chiese vedendo come portava tutta quella roba da sola, non era chissà quanto forte per essere un ghoul, ma una borsa o una palla riusciva ancora a portarla credeva...
    «Neanche io sono molto brava...non ho mai praticato uno sport in vita mia, anche se mi sarebbe piaciuto...anzi...credo dovrei aggiungerlo alla lista di cose da fare...»
    Commentò, e forse lo avrebbe fatto davvero, era una cosa da provare per davvero! «Credo di aver capito che sport sia, l'ho visto in qualche film! Deve essere davvero emozionante saper fare qualcosa del genere! » Disse entusiasta, mentre era seduta finalmente su quella panchina, anche se non l'aveva mia provata e significava stare all'esperienza indiretta della cosa in sè, non faticava ad immaginare che per fare una cosa simile le persone venivano spinte dalla passione di solito...avrebbe voluto avere anche lei qualcosa che amava così tanto! Non era riuscita a sviluppare quasi niente in quella vita, se non pochi gusti, delle poche cose che riusciva a fare nella sua cameretta, e ora stava scoprendo in quegli anni molto altro su se stessa e questa cosa non poteva che spaventarla ma anche emozionarla.
    «Tu non sei felice di fare qualcosa di simile?» Forse una domanda troppo personale, ma agli occhi di Yuko, l'altra era come la protagonista di uno di quei film sullo sport, coraggiosa, bella, atletica, simpatica, gentile...tutte cose che agli occhi attualmente della ghoul si stavano dimostrando vere! Forse i film non si sbagliavano del tutto?
    «Oh, si! Mi piace il mare! Non l'avevo mai visto prima di oggi!» Ammise candidamente, come se fosse normale non aver mai visto il mare in vita sua. «Sembra quasi magico sai?» Commentò guardando per un istante di nuovo verso le onde che si muovevano in lontananza.
    «Non credevo mi sarebbe piaciuto così tanto vederlo da vicino» Non aveva mai neanche fatto un bagno in mare in vita sua, anche se le sarebbe piaciuto provare! Non aveva neanche il costume però...qualcuno doveva vendere un costume no? Non sapeva neanche bene la sua taglia. Troppo complicato, ma avrebbe dovuto quanto meno provare.
    «A te piace il mare?» Chiese incuriosita, insomma, come si faceva a non amare quei colori e le onde? Anche se aveva scoperto questo amore per il mare da pochissimo...be'...non poteva che pensarlo istintivamente.


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    E un’altra ondata d’entusiasmo travolse Kyoko.
    Fuyuko era piena d’energia, di gioia e di domande. Troppe domande forse. Kyoko si sentiva quasi stordita da tanta euforia a suo dire immotivata, quella ragazza era davvero strana ma era gentile, tanto da volerla aiutare a portare le sue cose. Con un cenno della testa e un sorriso la ghoul rifiutò l’aiuto dell’altra e le due si andarono a sedere poco più in là, su una panchina davanti al mare.
    Una volta sedute Fuyuko fu come un fiume in piena: entusiasta per aver conosciuto una ginnasta, entusiasta perché voleva uno sport ed ancora più entusiasta perché credeva fosse un qualcosa di emozionante, qualcosa che ti rende felice. Kyoko però si concentrò sull’affermazione che più l’aveva colpita: Fuyuko non aveva mai fatto sport. A guardarla era evidente, il corpo minuto non lasciava intuire qualcosa di diverso. Le sembrò comunque un po’ strano, le attività sportive a scuola si sprecavano. Lasciò correre però, non voleva impuntarsi su quel dettaglio e magari mettere a disagio la ragazza
    «La ginnastica ritmica è la mia passione più grande, il mio sogno è entrare nella nazionale e partecipare alle Olimpiadi!»
    Parlare dei suoi obiettivi era una vera gioia per Kyoko. Sapeva che la sua natura avrebbe potuto compromettere i suoi sogni ma lei voleva crederci fino in fondo, trovare il modo per raggiungerli e superare i propri limiti.
    «Se ti piacerebbe provare, la palestra che frequento offre le prime due lezioni!» le disse poi con tono allegro, lasciandosi alle spalle quel velo di diffidenza e stranezza che la ragazza le aveva messo addosso. Tutti dovevano sperimentare sulla propria pelle la libertà che dava la ginnastica ritmica, era un peccato sprecare un’opportunità simile!
    Tutto sembrava filare liscio come l’olio e Kyoko si era rilassata quando Fuyuko, con tutto il candore del mondo, ammise di non aver mai visto in mare fino a quel momento.
    Black out.
    Kyoko strabuzzò gli occhi, neri e fissi sul volto placido della ghoul, e dischiuse le labbra come a voler dire qualcosa. Peccato che non venne fuori un fiato.
    Stavolta non era colpa del suo amore folle per l’acqua, ma una preoccupazione crescente e ben radicata. Com’era possibile che quella ragazza non avesse mai visto il mare? Era giapponese, viveva su un’isola! E non aveva mai visto il mare?! Qui si andava ben oltre la stranezza e questa storia le puzzava parecchio.
    Kyoko riprese il controllo di sè e si rivolse con un sorriso tirato alla ghoul «M-ma dai! Non prendermi in giro, Fuyuko! Vivi qui a Tokyo, lo avrai di certo visto altre volte il mare… no?»
    Nonostante le sue speranze, Kyoko aveva la strana sensazione che le fosse stata raccontata la verità.
    Quel sorriso, quell’entusiasmo, quel candore. Fuyuko non le stava mentendo.


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    Fuyuko Enaga
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    Fu bello per Fuyuko sentire come la ragazza parlava della ginnastica, della sua passione, la ammirava per questo: non si conoscevano minimamente, eppure non poteva non pensare che era stata fortunata ad incontrare qualcuno che potesse descriverle con così entusiasmo e felicità quella sua passione, quel suo sogno. Le sarebbe piaciuto poter avere qualcosa di simile come lei.
    Sembrava come se avesse il suo piccolo angolo sicuro nel mondo, ed era bello: qualcosa con cui sentirsi a casa in un certo senso e che lei purtroppo, temeva non avrebbe mai potuto sperimentare.
    «È un bellissimo sogno»
    Le disse, con un sorriso, e per quanto non la conoscesse, Yuko le augurava davvero che potesse farcela: doveva essere difficile, ma era bello avere un sogno così...ed era come se quando ne parlava potesse avvertire una sensazione di felicità e determinazione...quanto avrebbe voluto avere un poco di tutto quello!
    Se fosse stata ancora in vita per allora...forse avrebbe potuto vederla in tv? Magari!
    «Davvero? Sarebbe bello poter provare...anche se non so se posso farcela...insomma...posso andare anche se non l'ho mai fatto?» Temeva di risultare inadeguata, non aveva mai fatto sport in vita sua, forse non l'avrebbero accettata...non se ne sarebbe neanche stupita troppo.
    «be'...l'ho visto attraverso delle foto su internet o su qualche giornale» Ammise, ma non credeva potesse essere valida come cosa. «La mia famiglia...be'...non mi facevano uscire spesso di casa» Sopratutto, non da piccola, adesso nonostante varie proteste glielo permettevano, sebbene fossero contrariati...non potevano permettere che morisse prima della data ufficiale, altrimenti non poteva spezzarsi la maledizione! Sarebbe stato un guaio! E lei non voleva mettere in pericolo la sua famiglia.
    Voleva aiutarli.
    «È...così strano?» Chiese, dubbiosa, non aveva mia considerato che forse solo lei vivesse in una situazione simile...pensava che anche ad altre bambino non fosse consentito uscire mai di casa, anche da piccola al massimo nel giardino...ma non credeva che fosse una eccezione.


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    Kyoko Ishikawa
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    Vedere tanta gioia per le fortune e le passioni altrui fu una sorpresa per Kyoko.
    Abituata alla competizione, alla necessità di brillare agli occhi della coach e alla voglia di oscurare le altre, la ragazza aveva imparato a essere dura e non lasciarsi andare in sincere dimostrazioni di stima. Era un atteggiamento che portava anche fuori dalla palestra e dal quale non riusciva a scollarsi totalmente, nonostante non ci fosse alcun motivo di essere tanto riservati. Ovviamente gatti e idol facevano eccezione.
    Fuyuko invece mostrava un’empatia senza pari, considerando che le due si erano appena conosciuto. Kyoko sorrise e chinò appena il capo, ringraziandola silenziosamente per il suo supporto. Il sogno di andare alle Olimpiadi era sempre molto vivido ma altrettanto rischioso per una come lei, e in fondo sapeva quanto fosse irraggiungibile. Non si dava per vinta però, soprattutto se qualcuno credeva in lei.
    «Sta’ tranquilla, non importa se non l’hai mai fatto. Vieni per provare e imparare, e se ti piace potresti iscriverti! Attenta però, ci vuole dedizione e impegno!»
    E una psiche solida. Kyoko preferì non rivelare alla povera Fuyuko degli allenamenti massacranti e le pressioni psicologiche, non sarebbe stato giusto. La ginnastica era agli occhi di molti solo un volteggiare in aria con attrezzi buffi, il sangue e il sudore che c’erano dietro era decisamente meglio non mostrarli al pubblico.
    L’espressione distesa di Kyoko si accigliò quando la ragazza le rivelò di non uscire spesso di casa perché le veniva impedito dalla famiglia. Era rimasta senza parole per il mare ma questo… era grave. Eppure Yuko ne parlava con estrema naturalezza, come se non le pesasse affatto, tanto da chiederle se fosse strano.
    Strano? Era da denuncia! Kyoko era pronta a chiamare la polizia e denunciare per maltrattamenti su minore e sequestro di persona, ma prima doveva vederci chiaro. Non avrebbe lasciato andare la ragazza prima di aver chiarito.
    Con il sorriso più tirato e finto del mondo, la giovane Ishikawa si rivolse a Fuyuko, cercando però di non ferirla in alcun modo. Se quella era stata la sua vita fino a ora non poteva ribartarla così, senza tenere conto dei suoi sentimenti.
    «… un po’.» un ottimo inizio per un discorso lungo e complicato. Un breve silenzio seguì le sue parole, prima che Kyoko riprendesse la parola.
    «Quando dici che non ti facevano uscire di casa... cosa intendi? Ci andavi a scuola, vero?»
    Se le avesse risposto di no, Kyoko avrebbe chiamato la polizia, i pompieri, la forestale e persino l’imperatore!


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    Fuyuko Enaga
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    La tranquillizzò il fatto che andava bene anche che non fosse esperta e una vera principiante.
    Era più sul tempo il problema, non voleva magari interrompere per motivi di causa maggiore, come tipo, la sua morte, ma allo stesso tempo voleva provare.
    «In quale palestra potrei provare?» Forse lei ne era più a conoscenza, non aveva idea se ci fossero delle palestre specifiche o se tutte fossero adibite a questo tipo di sport, magari poteva darle una dritta anche su questo.
    Rimase piuttosto sorpresa nel comprendere che la sua condizione era esternamente vista come strana: ma in parte poteva capirlo, non avevano tutti una maledizione addosso da espirare, erano davvero fortunati!
    «Mi sarebbe piaciuto, ma no, studiavo a casa» E sopratutto era stata lei a chiederglielo da piccola, altrimenti neanche quello le avrebbero fatto fare, ma avevano probabilmente pensato che così avrebbe passato il tempo e si sarebbe svagata studiando qualcosa.
    Anche in quello però, cercavano di essere sempre molto restrittivi, spesso infatti le toccava fare da autodidatta chiedono solo dei libri più specifici: erano dell'idea che meno si affezionava a quella vita, più sarebbe stato facile per lei abbandonarla, insomma, lo avevano fatto per lei! Non volevano che soffrisse, no?
    Avrebbe voluto farle un milione di domande: tipo, era come nei film la scuola? C'erano gruppetti? C'erano professori fighi e professori noiosi? Avevano una mensa?
    Ah, troppe cose da voler sapere e non voleva di certo stressare l'altra che era stata così gentile da fermarsi e parlare con lei!
    «Mi hanno sempre detto che il mondo era un posto pericoloso, e che non potevano permettere che mi facessi male» Quindi, era stato fatto in buona fede no? Giusto?
    O meglio, non potevano permettere che morisse prima del previsto, ecco perchè la custodivano gelosamente neanche fosse stata una reliquia, ma evitò di dirlo a Kyoko: temeva che se avesse saputo che era maledetta anche lei avrebbe avuto paura e avrebbe smesso di parlarle...non voleva che accadesse, visto come stavano parlando così bene!
    «Adesso però, da qualche anno, sto uscendo per conto mio, ma sto davvero molto attenta!» Voleva rassicurare la ragazza sul fatto che fosse molto attenta, dopotutto poteva pensare che fosse una cattiva figlia se disubbidiva così ai genitori?
    In parte si sentiva in colpa, perchè sapeva di essere fondamentale per la sua famiglia, e forse si metteva inutilmente in pericolo uscendo, ma aveva bisogno di farlo e di non sprecare neanche un secondo che le rimaneva!
    Sperava che avrebbero capito, ma vedendoli spesso un po' restii a quel suo comportamento, tendeva ad uscire quando loro non se ne accorgevano o non vedevano...era il bello di essere invisibili in una famiglia, almeno tornava utile qualche volta.


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    Kyoko Ishikawa
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    avYVwt5
    “In quale palestra potrei provare?”
    «Se vuoi posso darti il numero della palestra in cui mi alleno io. Le prime lezioni di prova sono gratuite, così puoi vedere se ti piace!»
    Chissà se la ginnastica avrebbe aiutato quella ragazza evidentemente in difficoltà. Avrebbe potuto conoscere persone nuove, fortificare il suo corpo e di conseguenza lo spirito, sarebbe stato a lungo fuori casa.
    Kyoko sentì di aver fatto la scelta giusta decidendo di parlare con lei, quel piccolo approccio imbarazzante poteva essere una richiesta di aiuto da parte di Fuyuko. Voleva aiutarla, c’erano davvero tante cose strane in lei e Kyoko voleva capire cosa. Se viveva davvero con qualcuno che le impediva di uscire, di avere contatti con gli altri, Kyoko non poteva di certo rimanere indifferente a qualcosa di simile.
    Fuyuko ammise candidamente di non essere andata a scuola né di essere mai uscita prima di quell’ultimo periodo perché la sua famiglia temeva per lei. Per i ghoul il mondo poteva davvero essere pericoloso, come poterlo negare?
    La giovane Ishikawa pensò al padre e alle sue raccomandazioni, ai suoi moniti preoccupati. Loro vivevano nell’ombra, cacciavano poco e da soli, cosa assai sconveniente per un ghoul. Ma gli Ishikawa avrebbero fatto di tutto per proteggere ciò che restava di quella famiglia, fosse andato anche a discapito della loro vita da ghoul. Magari anche la famiglia di Fuyuko aveva vissuto esperienze simili… o persino peggiori.
    «Ti capisco.» gli occhi neri di Kyoko prima scesero sulle gambe e poi si rivolsero in là, verso il mare cristallino. Qualche barca solcava le onde con noncuranza, mentre il sole mattutino scintillava sulle creste spumose.
    «Chi vive come noi deve temere sempre, non c’è un momento di riposo se non nelle proprie case.»
    L’amarezza spiccava tra le parole della fanciulla, i cui ciuffi ribelli dai riflessi dorati ondeggiavano accarezzati dal vento intriso di salsedine.
    Tante cose erano loro precluse quando non lo meritavano, a lei la possibilità di vincere le Olimpiadi e a Fuyuko di poter persino vedere il mare. Kyoko si sentì fortunata, la sua natura non l’aveva ancora privata dalla possibilità di vederlo, il mare.
    Per scacciare via quel brutto sapore dalla bocca, la ghoul tirò fuori dal borsone la sua borraccia e bevve un lungo sorso di bevanda proteica per poi porgerla alla sua vicina «Vuoi? Tranquilla, è fatta in casa.»
    Kyoko si ripromise che avrebbe fatto qualcosa per Fuyuko, nessuno meritava di perdere certe esperienze. E poi era così entusiasta da metterla di buon umore!


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    Fuyuko Enaga
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    Le si illuminarono gli occhi a ciò che disse la ragazza, era davvero grata per la sua gentilezza e la sua disponibilità: non pensava sarebbe stata così fortunata quel giorno!
    «Lo faresti davvero?? Grazie davvero tanto! Non ...non so come ripagare la tua gentilezza!» Era un po' in difficoltà sebbene ne fosse contenta ed era entusiasta alla sua idea, era una specie di uscita tra amiche? Poteva essere? Forse stava facendo il passo più lungo della gamba, forse stava correndo troppo...anche sua madre le diceva che nessuno avrebbe potuto essere suo amico se avesse potuto scegliere...ed era preoccupata di rimanerci scottata in parte.
    Magari stava sognando troppo...ma sarebbe stato bello poter avere un'amica con cui parlare, era nella sua lista dei desideri e delle cose da fare!
    Forse...forse se si sarebbero riviste doveva farle un regalo! Si! Sembrava un'ottima idea!
    Le dispiacque però vedere la tristezza negli occhi della ragazza, non avrebbe voluto essere causa di quel dispiacere....forse la sua famiglia aveva ragione...non portava davvero nulla di buono.
    Si sentì in colpa, aveva già reso triste una sua potenziale-futura-forse-amica. Odiava in quei casi la sua maledizione. Eccome se la odiava! Non era giusto fosse triste, voleva...voleva assolutamente fare qualcosa per rimediare all'errore che aveva fatto.
    Ma come poteva fare con quella maledizione? Non sapeva neanche come arginare una maledizione!
    Da una parte però sapere di essere capita era...rincuorante, le dava anche un certo calore...ma questo la fece pensare: forse oltre ad essere una ghoul aveva qualche maledizione anche lei? Forse più lieve?
    «Alle volte però anche le case sono soffocanti» Le sfuggì, lei aveva riposato per praticamente tutta una vita, ora non le importava di faticare, voleva sfruttare ogni momento che poteva, avrebbe avuto un lunghissimo riposo eterno dopo.
    «Scusami, non volevo renderti triste...non sembro combinarne una giusta» Sussurrò con un sorriso imbarazzato: non era decisamente abituata a relazionarsi con le persone, avrebbe dovuto imparare a fare di meglio, come pretendeva di avere degli amici se si comportava così? Era per forza colpa sua, si sentiva una vera incapace.
    «migliorerò, lo giuro!»
    Ci avrebbe provato davvero, non voleva che quella ragazza la allontanasse, l'eventualità nuovamente la spaventava. Sapeva quanto facesse male essere allontanati ogni volta.
    Pensò però che forse qualcosa aveva fatto di buono se la ragazza le aveva addirittura offerto qualcosa da bere: guardò incuriosita la borraccia, non aveva idea di cosa ci fosse dentro...i suoi le avrebbero urlato di stare attenta, di non accettare perchè se moriva erano guai per la famiglia e li avrebbe condannati tutti! Però credeva alle parole di Kyoko, quindi fu tranquilla nell'accettare quella borraccia: si sarebbe commossa di quel passo, ma non voleva piangere e risultare patetica, insomma qualcuno che le offriva qualcosa! Era emozionante!
    «Ti ringrazio davvero tanto, sei ...sei così gentile con me»
    Le sorrise, sinceramente grata e assaggiò, bevendone un lungo sorso restando sorpresa da quanto fosse buono, cos'era??«È davvero fantastico, ma che cos'è??»
    Chiese incuriosita. «L'hai fatto tu?» Se era fatto in casa poteva essere molto probabile. Era anche vero che non poteva assaggiare molte cose o comunque era abbastanza limitata anche nel cibo, uno dei motivo per cui era così magra: l'unica cosa positiva era che non si dimenticavano mai di portarle il pasto già cacciato in camera, anche se alle volte spariva misteriosamente, probabilmente qualche altro scherzo dei cugini che però la facevano rimanere digiuna.
    A quanto pare era un bersaglio abbastanza facile per gli scherzi, ma almeno quello era uno dei più leggeri che le avevano riservato, alle volte erano pesanti anche per la stessa Yuko.
    «Visto che il mare è così bello, un giorno possiamo andare a vederlo più da vicino! Che ne pensi?» Forse aveva fatto il passo più lungo della gamba? Forse.
    Forse aveva sbagliato.
    Adesso il dubbio la attanagliava, ma avrebbe davvero voluto passare un po' di tempo con qualcuno, perfino i suoi peluche sembravano essere stufi di lei.


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    Kyoko Ishikawa
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    avYVwt5
    La gioia di Fuyuko era decisamente contagiosa!
    Kyoko era sempre più convinta che fosse una ragazza buona ma anche tanto bisognosa di aiuto, e i suoi sempre più strani atteggiamenti lo confermavano sempre di più.
    La ragazza si incolpò subito della tristezza che per un attimo aveva velato il volto della bionda, promettendole addirittura di migliorare. Kyoko strabuzzò gli occhi e assunse un’aria alquanto confusa. Per quanto potesse capire alcune delle stranezze di Fuyuko, altre invece le risultavano ancora misteriose.
    «Eh? Ma non è mica colpa tua, Fuyu! Mi sembri perfetta già così.»
    E con un caldo sorriso e una lieve carezza sulla spalla, Kyoko la tranquillizzò. Le venne naturale chiamarla a quel modo, il fare genuino e cristallino della ragazza la facevano sentire a suo agio, come se fossero amiche di vecchia data. Se ne accorse troppo tardi, ma correggersi forse sarebbe stato persino più maleducato.
    Nessuno, oltre lei e suo padre, aveva provato il bibitone energizzante marchiato Ishikawa. Nessuno, a parte Fuyuko, che sembrava aver gradito particolarmente la bevanda. Kyoko sorrise e scosse la testa alla domanda tanto lusinghiera della ragazza «Oh no, l’ha fatto mio padre. E’ una bevanda energizzante, come quelle che vendono nei distributori automatici, tipo le vitamine da bere!»
    Era necessario che si mantenesse in forze e idratata durante l’allenamento e in circostanze normali non l’avrebbe divisa, ma quel giorno sicuramente non avrebbe terminato la sua solita corsetta mattutina. Aveva altro a cui pensare adesso.
    “Visto che il mare è così bello, un giorno possiamo andare a vederlo più da vicino! Che ne pensi?”
    Gli occhi di Kyoko si illuminarono! Da quanto tempo non andava a nuotare? Un bel po’, senza alcun dubbio. Rivolse gli occhi scuri verso l’acqua cristallina che rumoreggiava in lontananza e sorride.
    «Mi sembra una splendida idea! Che ne dici se andiamo proprio a nuotare? Fa un po’ freddo, è vero, ma il mare primaverile è stupendo! Che ne dici?»
    Andare al mare con gli amici era una delle attività che amava di più durante la sua permanenza a Okinawa. Non passava giorno che Kyoko e le sue amiche non si tuffassero in acqua, anche in pieno inverno! Replicare un’esperienza simile con una nuova amica era decisamente il massimo!

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    Fuyuko Enaga
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    Nessuno l'aveva mai chiamata Fuyu, rimase piacevolmente sorpresa: aveva...aveva un soprannome??? Non erano cose che si facevano tra amiche?? Dire che era emozionata era un eufemismo...significava forse che erano amiche??
    Ok, calma.
    Forse stava correndo troppo, e temeva che se avesse esternato tutto ciò, sarebbe parsa inquietante e strana, no voleva allontanare Kyoko, che era così gentile con lei.
    Era felice però, quello non poteva nasconderlo.
    «È bello Fuyu»
    Ammise, sorridendo.
    «È davvero buono! Non ho mai provato nulla di simile»
    Per quello che le veniva dato da mangiare, probabilmente neanche sapeva che potessero esistere altre cose, o comunque cucinate in maniera diversa, doveva ammettere la sua ignoranza in questo come in molte altre cose.
    «Esistono altre cose simili?»
    chiese, incuriosita, forse essendo che suo padre preparava quelle bevande così buone, magari sapeva cucinare altre cose deliziose: per la prima volta quasi si sentì aprirsi lo stomaco... non voleva essere maleducata e bere tutto, non era roba sua, allo stesso modo però sapeva che non aveva molte occasioni di andare in cucina, nè sapeva cucinare o accendere i fornelli.
    Se qualche pezzo di cibo fosse sparito dalle celle frigorifere sicuramente se ne sarebbero accorti, e non poteva rischiare tanto.
    Le sollevò il morale però sapere che la sua proposta era stata accolta con entusiasmo.
    «Mi piacerebbe davvero! Non...non ho però un costume»
    Ammise in imbarazzo, e non aveva idea di dove trovare un negozio dove comprare qualcosa del genere, senza contare che non era certa di essere un asso nel nuoto, ma avrebbe fatto di tutto per andarci.
    «Ma rimedierò!»
    Sarebbe andato anche subito a cercarlo per tutta Tokyo se fosse stato necessario, non voleva perdersi quell'occasione.
    «Credo però dovrai guidarmi tu ad una spiaggia...non sono molto esperta»
    Le sorrise timidamente, ma contenta, e poi...significa che si sarebbero riviste! Era felice all'idea!
    «Come potrò contattarti?»
    Chiese, possedeva delle chat e dei social, ma quasi le tremavano le mani per l'emozione, non aveva mai lasciato il suo numero a qualcuno, che quello fosse l'inizio per avverare il suo più grande desiderio? Non poteva saperlo, ma le piaceva pensarlo.


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