The happiest people don’t have the best of everything, they just make the best of everything.

[INATTIVA] Akari Katagiri & Tsukiko Kurosawa @Sanrio Puroland, Tama City | 14/02/2021, late morning | Soleggiato

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    La cara zia Yayoi, non appena aveva visto l’annuncio dell’evento indetto per San Valentino sulla sua timeline di B-Social, non aveva esitato ad iscriversi, convincendo poi la sua nipotina più piccola a fare altrettanto. Ecco, come poteva Akari dirle di no? Specialmente con quella espressione supplicante? Ecco, era stata messa alle strette. Di nuovo. Poi non è che entrambe avessero molto successo in ambito amoroso, beh, per motivi diversi. Ma allo stesso tempo, non avevano altro da perdere. Detto fatto!
    Poi, era anche vero che dopo essersi iscritta, si era completamente dimenticata della cosa fino a quando un famigliare ping non le aveva segnalato l’arrivo di un nuovo messaggio svariati giorni dopo. E li la realizzazione. Oh. Cosa fare ora? Non poteva di certo ignorare il tutto, che figura ci avrebbe fatto? Avrebbe dovuto almeno scusarsi e annullare il tutto! Le stavano venendo le vertigini già al solo pensiero di un appuntamento con un perfetto sconosciuto! Perché aveva detto di si?! PErCHè?!
    Con il cuore in gola, fissò per qualche istante quella chat aperta con il bot, l’altro username difficile da ignorare, per poi rinfilare il cellulare nella tasca del suo grembiule, stringendo un pugno con determinazione. Ci avrebbe pensato durante la sua pausa, fu quello che si disse.Un problema della Akari futura, si.
    Le ultime parole famose. Sigh.
    La sua curiosità aveva infine vinto (almeno sapere con chi era stata abbinata…) e invece di finire di pulire il bancone del bar, si era messa quasi subito a spiare il profilo dell’altra ragazza (perché, si, era finita in coppia con un’altra ragazza), il ditino esitante dal premere l’iconcina dei messaggi privati dal suo profilo.
    Un altro improvviso ping le fece quasi lanciare il suo cellulare dall’altra parte della stanza per lo spavento, troppo assorta dai suoi pensieri. Ci sarebbe mancato solo che i pochi clienti presenti in quel momento la prendessero per pazza. Non una novità, alcuni clienti abituali la trovavano adorabile. Beh, era anche vero che la folla del pranzo sarebbe arrivata a breve ma quello non è il punto.
    Facendo un lungo respiro, controllò di nuovo i suoi nuovi messaggi e, guarda guarda, era proprio la persona in questione! Fissò lo schermo per qualche istante, ormai troppo tardi per ignorare per il momento il messaggio, la spunta ormai segnava “letto”, per cui tanto valeva almeno rispondere con un “Ciao anche a te! Piacere!” insieme ad emoji coordinate. Com’era andata la successiva conversazione, beh, è una storia per un’altra volta. Comunque sia, basta dire che era andata tutto sommato bene, disagio a parte. E che alla fine non aveva annullato niente. La sua vocina interiore l’aveva convinta a farsi almeno una chance.
    E ora eccola qui, qualche giorno dopo sull’autobus che da Shinjuku l’avrebbe portata alla sua destinazione: il Sanrio Puroland. Era rimasta un po’ sorpresa da quell’opzione ma, sotto sotto, la sua se stessa bambina interiore stava esultando dalla gioia. Non aveva mai messo piede in quel parco a tema specifico ma ehi, come non poteva già adorarlo? Voleva assolutamente qualche foto con Hello Kitty e Mocha! O meglio, con ogni mascotte avrebbero incontrato! Poi! Poi! Farsi i giri su tutte le attrazioni! E svaligiare tutti i negozietti! Voleva sicuramente prendere qualcosa per lei e Megumi a tema My Melody, caso mai un portachiavi con Kuromi per lei e uno con My Melody per sua sorella.
    Akari sorrise, nel mentre osservava il paesaggio passare di fronte ai suoi occhi dal finestrino del posto in cui si era seduta. Nonostante l’emozione era comunque un fascio di nervi. In fondo, stava per passare la giornata con qualcuno che nemmeno conosceva e con cui aveva solo scambiato qualche messaggio. Romanticismo del giorno a parte, le sarebbe andato bene anche aver solo ottenuto una nuova amicizia fosse andata "male".
    Era anche per quello che alla fine aveva deciso di non annullare. Doveva avere coraggio e vivere la sua vita!
    Aveva passato svariate ore il giorno prima a scegliere cosa indossare, optando alla fine per qualcosa di comodo e carino: una felpa rosa e bianca, dei pantaloncini neri coordinati a delle calze dello stesso colore e degli stivaletti beige. Un trucco leggero, poco appariscente, e in testa aveva svariati fermagli colorati (in modo da tenergli almeno un po’ la frangia a posto) e anche un cappellino che più per coprila dal sole, era più per estetica. In fondo, il parco era al chiuso.
    Arrivata nei pressi dell’entrata del suddetto, si mise in disparte, appoggiandosi a una delle ringhiere. Tirava un leggero venticello freddo nonostante il sole batteva, ma non c’era da preoccuparsi, la sua giacca la copriva a sufficienza, con la sua tracolla ben sicura in spalla.
    Si erano date appuntamento lì, vicino all’ingresso, così da poter andare a prendere i biglietti d’ingresso insieme non appena si fossero incontrate. Un po’ nervosa, Akari osservò l’ora sul suo cellulare. Forse era un po’ in anticipo? Wow? O forse era in ritardo? Deglutì, iniziando a guadarsi intorno, passando lo sguardo sulle persone che passavano di lì.
    E pensandoci un attimo, il suo nervosismo che peggiorava a ogni secondo che passava, cosa dovevano fare due donne adulte in un parco del genere? Era stata davvero una bella idea seguire il suggerimento? E se quel posto piacesse solo a lei? Beh, scopriamolo al prossimo episodio!
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    Tsukiko Hayashi Kurosawa
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    Posai il libro non appena ebbi finito di leggerlo. Non mi curai nemmeno di aggiungerci un segnalibro, dato che l'avrei riportato in biblioteca quella sera. Ormai la storia era finita e l'unica cosa rimasta da fare era fare qualche considerazione, ma ci avrei pensato più tardi. Avevo di nuovo letto una parte di una storia, quella mattina, ma, essendo vicina al finale, avevo deciso di trattenermi un po' e vedere come andasse a finire. Non ero rimasta delusa, ma avevo perso un'ora lavorativa. "Poco male."
    Essere una freelancer aveva i suoi lati negativi, ma il vantaggio principale di quella scelta di carriera era il fatto che potessi lavorare quando preferissi, purché rispettassi le scadenze. In passato avevo avuto qualche problema, ma ormai lavoravo per conto mio da troppo tempo per non aver trovato un modo per rimanere affidabile. Quel giorno avrei fatto lo stesso, facendo slittare tutti i miei impegni di un'ora e prendendomi il tempo rimanente per tradurre le cartelle che mi ero prefissata per il giorno. Ma prima, come sempre, un po' di caffeina non avrebbe guastato.
    Accesi il computer mentre aspettavo che l'acqua bollisse, decidendo di controllare B-social subito dopo aver aperto i file che mi sarebbero serviti da lì a breve. Guardai per un attimo il news feed che filtrava dall'estensione che avevo installato per filtrarlo e fu allora che notai una notifica che non avevo ancora letto.

    Mi ero iscritta a quell'evento qualche settimana prima, con le stesse pretese che avrei avuto parlando con un cane. Non mi aspettavo che ciò mi cambiasse la vita o di trovare l'anima gemella con qualche click. Ormai, avendo ventisette anni e potendo contare le mie relazioni sulle dita di una mano, una parte di me immaginava come quell'esperienza potesse finire già da quando avevo letto la prima volta di quell'evento. Eppure, qualcosa mi aveva convinta a cliccare su quella notifica. Quell'inverno, dopotutto, era tutto composto da giornate quasi tutte uguali, se non per il fatto che cambiassi i libri da leggere, i documenti da tradurre e i paesaggi da disegnare. Qualunque cosa mi fosse successa grazie a quell'evento sarebbe stata diversa. Forse non sarebbe andata bene o forse non sarebbe stato male, ma certamente avrei avuto un ricordo in più e avrei trascorso una giornata diversa.
    M'iscrissi distrattamente e senza pretese. Compilai il form velocemente, poi chiusi il browser, andai nel mio studio, iniziai a lavorare e mi dimenticai di tutto ciò che era successo quella mattina.

    Fu solo quando rividi la notifica che mi ricordai che cosa avessi fatto giorni prima. La Tsukiko del passato mi aveva fatto un regalo o aveva lasciato un problema alla sua controparte del presente? Chissà. Il tutto sarebbe dipeso da come sarebbe stata Akarin.
    A giudicare dal suo profilo, era poco più giovane di me e aveva una passione per determinate cose, come il caffè, il rosa e il cucito. Fui subito attratta da quest'ultimo, in quanto il suo profilo aveva un sacco di opere sue davvero belle. A quanto pare, avevo davanti un'artista, anche se in un ambito diverso dal mio. Il profilo di una persona, però, avrebbe potuto dire tutto o niente. Per il momento, sembrava una ragazza con cui mi avrebbe fatto piacere discutere, ma l'unico modo per saperlo davvero sarebbe stato contattarla.
    Il click del bollitore elettrico mi ricordò perché mi trovassi in cucina e, non appena lo sentii, terminai di prepararmi il caffè per poi dirigermi verso il mio studio. Una volta arrivata lì le avrei mandato un messaggio, poi avrei lasciato che gli eventi facessero il suo corso.

    Quell'episodio non era stato male. Akarin mi aveva convinta a non darle buca e a preferire casa mia a un’uscita con lei. Non era male come risultato. Quindi avrei passato quel San Valentino con lei. Tanto di guadagnato, dato che senza di lei mi sarei anche dimenticata che quel giorno esistesse.
    Quella domenica avevo deciso di non lavorare, dato che l’appuntamento con Akari era in tarda mattinata. Magari a qualcuno sarebbe piaciuto stare a tavola con una sconosciuta, ma la natura aveva deciso di rendermi una ghoul, quindi avrei sperato che la mia compagna di una mattinata fosse una mia simile e non cercasse d’invitarmi a pranzo.
    Dopotutto, il biglietto per il Sanrio Puroland non era economico, quindi mi aspettavo di avere abbastanza scuse per poter mangiare il meno possibile. Anche perché il brutto di uscire con una donna era il fatto che lei avesse potuto seguirmi nei bagni. Rimanere in disparte per vomitare sarebbe stata una pessima idea. In ogni caso, avevo deciso di portarmi una scatola di mentine, anche se credevo di non usarle.
    Le avevo riposte, insieme al portafogli e al telefono, in uno zainetto nero. Avevo scelto quel colore per abbinarlo all’abbigliamento del giorno: una t-shirt nera, da portare sotto un maglione rosso porpora. Che fosse un modo per alludere al significato di quella festa? Forse. Certamente, avrei potuto scriverlo nella lista delle genialate di cui mi fossi accorta solo dopo averle fatte, se solo ne avessi avuta una.
    Di certo non avrei potuto pensare lo stesso per i jeans attillati neri e le sneakers grigio scuro, che avevo deciso d’indossare perché non stavo andando di certo a una serata di gala. In fondo, un modo per evitare di rovinare l’appuntamento ancor prima di entrare al parco sarebbe stato arrivare troppo eleganti per usufruire delle attrazioni.
    A proposito di attrazioni, sarebbe stato divertente scopre quanto le mie due twin tails sarebbero state fastidiose durante tutte le attrazioni.
    Continuai a pensarlo mentre mi muovevo tra i vari mezzi pubblici per raggiungere quella certa Akari che mi stava aspettando. In fondo, non è che avessi molto da fare, a parte chiedermi come sarebbe stata dal vivo la ragazza con cui avevo passato un breve periodo a chattare attraverso 2Chat.
    Non avevo portato con me niente di speciale, oltre a dei fazzoletti e una buona scorta d’acqua. Niente tranne un piccolo album da disegno e una matita. Speravo di usarli? Ovviamente no, ma erano nello zaino e non avevo avuto voglia di toglierli.
    Ero uscita di casa per tempo, quindi sarei arrivata in orario, se non fosse stato per qualche incidente di percorso che non accadde. Sorridendo, quando arrivai alla mia fermata, uscii e cercai tra la folla Akari, per vedere se fosse già arrivata.
    In un caso più generale, avrei preferito controllare il telefono per guardare una foto di Akari un’ultima volta, prima di uscire dall’autobus. Speravo, però, che i capelli rossi della ragazza riuscissero a farmela individuare in mezzo alla folla. Non trovai nessuna ragazza del genere alla fermata, ma me l’aspettavo. Dopotutto, il nostro appuntamento era poco prima dell’ingresso del parco. Trovarla lì sarebbe stato più plausibile, ma non volevo rischiare di non vederla e lasciarla indietro ad aspettare tanto inutilmente, sempre che fosse già lì.
    Raggiungendo il nostro punto d’incontro fissato, notai con piacere che la ragazza fosse già lì. Era vero, i suoi capelli erano stati abbastanza per riconoscerla anche sotto quel cappello nero.
    Sfoggiai un altro sorriso educato e andai verso di lei, chiedendomi ancora che voce avesse e come sarebbe stato passare una giornata con lei.
    “I guess there’s only one way to find out. Well, I guess there’s no turning back now.”
    «Buongiorno, Akari-san.» Dissi educatamente, non appena fui abbastanza vicina. «Spero di non averti fatta aspettare molto.»


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