Posai il libro non appena ebbi finito di leggerlo. Non mi curai nemmeno di aggiungerci un segnalibro, dato che l'avrei riportato in biblioteca quella sera. Ormai la storia era finita e l'unica cosa rimasta da fare era fare qualche considerazione, ma ci avrei pensato più tardi. Avevo di nuovo letto una parte di una storia, quella mattina, ma, essendo vicina al finale, avevo deciso di trattenermi un po' e vedere come andasse a finire. Non ero rimasta delusa, ma avevo perso un'ora lavorativa. "Poco male."
Essere una freelancer aveva i suoi lati negativi, ma il vantaggio principale di quella scelta di carriera era il fatto che potessi lavorare quando preferissi, purché rispettassi le scadenze. In passato avevo avuto qualche problema, ma ormai lavoravo per conto mio da troppo tempo per non aver trovato un modo per rimanere affidabile. Quel giorno avrei fatto lo stesso, facendo slittare tutti i miei impegni di un'ora e prendendomi il tempo rimanente per tradurre le cartelle che mi ero prefissata per il giorno. Ma prima, come sempre, un po' di caffeina non avrebbe guastato.
Accesi il computer mentre aspettavo che l'acqua bollisse, decidendo di controllare B-social subito dopo aver aperto i file che mi sarebbero serviti da lì a breve. Guardai per un attimo il news feed che filtrava dall'estensione che avevo installato per filtrarlo e fu allora che notai una notifica che non avevo ancora letto.
Mi ero iscritta a quell'evento qualche settimana prima, con le stesse pretese che avrei avuto parlando con un cane. Non mi aspettavo che ciò mi cambiasse la vita o di trovare l'anima gemella con qualche click. Ormai, avendo ventisette anni e potendo contare le mie relazioni sulle dita di una mano, una parte di me immaginava come quell'esperienza potesse finire già da quando avevo letto la prima volta di quell'evento. Eppure, qualcosa mi aveva convinta a cliccare su quella notifica. Quell'inverno, dopotutto, era tutto composto da giornate quasi tutte uguali, se non per il fatto che cambiassi i libri da leggere, i documenti da tradurre e i paesaggi da disegnare. Qualunque cosa mi fosse successa grazie a quell'evento sarebbe stata diversa. Forse non sarebbe andata bene o forse non sarebbe stato male, ma certamente avrei avuto un ricordo in più e avrei trascorso una giornata diversa.
M'iscrissi distrattamente e senza pretese. Compilai il form velocemente, poi chiusi il browser, andai nel mio studio, iniziai a lavorare e mi dimenticai di tutto ciò che era successo quella mattina.
Fu solo quando rividi la notifica che mi ricordai che cosa avessi fatto giorni prima. La Tsukiko del passato mi aveva fatto un regalo o aveva lasciato un problema alla sua controparte del presente? Chissà. Il tutto sarebbe dipeso da come sarebbe stata Akarin.
A giudicare dal suo profilo, era poco più giovane di me e aveva una passione per determinate cose, come il caffè, il rosa e il cucito. Fui subito attratta da quest'ultimo, in quanto il suo profilo aveva un sacco di opere sue davvero belle. A quanto pare, avevo davanti un'artista, anche se in un ambito diverso dal mio. Il profilo di una persona, però, avrebbe potuto dire tutto o niente. Per il momento, sembrava una ragazza con cui mi avrebbe fatto piacere discutere, ma l'unico modo per saperlo davvero sarebbe stato contattarla.
Il click del bollitore elettrico mi ricordò perché mi trovassi in cucina e, non appena lo sentii, terminai di prepararmi il caffè per poi dirigermi verso il mio studio. Una volta arrivata lì le avrei mandato un messaggio, poi avrei lasciato che gli eventi facessero il suo corso.
Quell'episodio non era stato male. Akarin mi aveva convinta a non darle buca e a preferire casa mia a un’uscita con lei. Non era male come risultato. Quindi avrei passato quel San Valentino con lei. Tanto di guadagnato, dato che senza di lei mi sarei anche dimenticata che quel giorno esistesse.
Quella domenica avevo deciso di non lavorare, dato che l’appuntamento con Akari era in tarda mattinata. Magari a qualcuno sarebbe piaciuto stare a tavola con una sconosciuta, ma la natura aveva deciso di rendermi una ghoul, quindi avrei sperato che la mia compagna di una mattinata fosse una mia simile e non cercasse d’invitarmi a pranzo.
Dopotutto, il biglietto per il Sanrio Puroland non era economico, quindi mi aspettavo di avere abbastanza scuse per poter mangiare il meno possibile. Anche perché il brutto di uscire con una donna era il fatto che lei avesse potuto seguirmi nei bagni. Rimanere in disparte per vomitare sarebbe stata una pessima idea. In ogni caso, avevo deciso di portarmi una scatola di mentine, anche se credevo di non usarle.
Le avevo riposte, insieme al portafogli e al telefono, in uno zainetto nero. Avevo scelto quel colore per abbinarlo all’abbigliamento del giorno: una t-shirt nera, da portare sotto un maglione rosso porpora. Che fosse un modo per alludere al significato di quella festa? Forse. Certamente, avrei potuto scriverlo nella lista delle genialate di cui mi fossi accorta solo dopo averle fatte, se solo ne avessi avuta una.
Di certo non avrei potuto pensare lo stesso per i jeans attillati neri e le sneakers grigio scuro, che avevo deciso d’indossare perché non stavo andando di certo a una serata di gala. In fondo, un modo per evitare di rovinare l’appuntamento ancor prima di entrare al parco sarebbe stato arrivare troppo eleganti per usufruire delle attrazioni.
A proposito di attrazioni, sarebbe stato divertente scopre quanto le mie due twin tails sarebbero state fastidiose durante tutte le attrazioni.
Continuai a pensarlo mentre mi muovevo tra i vari mezzi pubblici per raggiungere quella certa Akari che mi stava aspettando. In fondo, non è che avessi molto da fare, a parte chiedermi come sarebbe stata dal vivo la ragazza con cui avevo passato un breve periodo a chattare attraverso 2Chat.
Non avevo portato con me niente di speciale, oltre a dei fazzoletti e una buona scorta d’acqua. Niente tranne un piccolo album da disegno e una matita. Speravo di usarli? Ovviamente no, ma erano nello zaino e non avevo avuto voglia di toglierli.
Ero uscita di casa per tempo, quindi sarei arrivata in orario, se non fosse stato per qualche incidente di percorso che non accadde. Sorridendo, quando arrivai alla mia fermata, uscii e cercai tra la folla Akari, per vedere se fosse già arrivata.
In un caso più generale, avrei preferito controllare il telefono per guardare una foto di Akari un’ultima volta, prima di uscire dall’autobus. Speravo, però, che i capelli rossi della ragazza riuscissero a farmela individuare in mezzo alla folla. Non trovai nessuna ragazza del genere alla fermata, ma me l’aspettavo. Dopotutto, il nostro appuntamento era poco prima dell’ingresso del parco. Trovarla lì sarebbe stato più plausibile, ma non volevo rischiare di non vederla e lasciarla indietro ad aspettare tanto inutilmente, sempre che fosse già lì.
Raggiungendo il nostro punto d’incontro fissato, notai con piacere che la ragazza fosse già lì. Era vero, i suoi capelli erano stati abbastanza per riconoscerla anche sotto quel cappello nero.
Sfoggiai un altro sorriso educato e andai verso di lei, chiedendomi ancora che voce avesse e come sarebbe stato passare una giornata con lei.
“I guess there’s only one way to find out. Well, I guess there’s no turning back now.”
«Buongiorno, Akari-san.» Dissi educatamente, non appena fui abbastanza vicina. «Spero di non averti fatta aspettare molto.»
«Parlato»
"Pensato"