Noise Complaint

Anche Vulture, che si era avvicinato ad osservare più da vicino la scena, aveva finito per sporcarsi parzialmente gli indumenti. Per Tetsuya non era un problema, i suoi li avrebbe brucati per disfarsi del tanfo. Tra l’altro aveva svariati cambi pronti all’uso per ogni evenienza. La maschera che stava indossando era tuttavia un pezzo unico, non ne esistevano copie e se ne prendeva specialmente cura. In fondo, era la vecchia maschera della madre stata appositamente modificata per lui. Altre che accessoriata e personalizzata un po’ da lui stesso. Aveva insistito per quel tocco personale.
«Oh, certamente. Non sarebbe da me negare troppo divertimento al vecchio Rapace» commentò Nekomata alla richiesta del sopracitato Vulture, portando una mano al petto e aprendo con un gesto secco il suo ventaglio.
Con esso indicò quindi gli altri ghoul di quel gruppetto criminale, ancora tenuti fermi dagli altri membri del Clan «Scegli pure quello che ti piace di più» aggiunse quindi con noncuranza, come se stesse intimando un cliente di un negozio di animali domestici a scegliere tra i molti voleva da portare a casa, più che lasciare la scelta per la selezione della carne da macello.
A lui non faceva poi tanta differenza su chi la scelta sarebbe caduta, chiunque fosse stato non avrebbe avuto una bella fine. Considerando quanto liscio quell’incontro fosse andato, Raptor sarebbe stato sicuramente frustrato con Nekomata stesso. E con qualcuno doveva pur prendersela. Ah! Sperava di metterlo alle strette? Better luck next time!
Tuttavia, sperò di non rivedere più la loro faccia. Beh, in senso lato, considerando le maschere che ancora portavano. Risalire alla loro vera identità non sarebbe stato difficile, il district leader era solito saperlo. Bastava un semplice comando da parte sua. O anche chiedere gentilmente ad uno degli screanzati durante l’interrogatorio. Avevano i loro metodi dopotutto.
L’importante era che il messaggio di quella improvvisata esecuzione fosse a tutti chiara, specialmente a tutti quei membri nuovi che ancora non sembravano rendersi conto di cosa avevano acconsentito a far parte. Come quei disgraziati che quella sera avevano sbattuto il viso contro il muro, facendo i conti con la realtà delle cose. Per i gradassi con le manie di grandezza non c’era posto. Era stata proprio una sfortuna Nekomata fosse stato presente quella sera, specialmente per mitigare i suoi rapporti con Raptor. Un favore, per un altro favore.
Nekomata stette dunque ad aspettare che l’altro, lo stand-in per l’altro Boss, ebbe scelto il malcapitato che più a lui gradiva. Dopodiché avrebbe dato ordine di portare via gli altri, un giretto nel dungeon non avrebbe fatto loro male. E poi via a casa a farsi una bella doccia, quella sera Tetsuya aveva dato fin troppo.