Lone Tower in the West

[CONCLUSA] Ryūji Yamazaki & Makoto Hirase | Shinjuku, Underground - 19/10/2021 NIGHT

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  1. Ryuko
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
    ■■■■■

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    RYŪJI YAMAZAKI
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    Chi troppo vuole, nulla stringe.
    No, non era il motto di Ryuji. Era il proverbio che gli si era appena ritorto contro. Ansante, il petto che si abbassava e alzava ritmicamente su e giù per consentirgli di riprendere fiato, faticava a capire dove avesse messo il piede in fallo. Anche perché quello steso a terra non era lui.
    A segnare la fine del match fu lo scampanellio del timer, immediatamente sovrastato dagli schiamazzi eccitati della folla tutt'attorno. Ryuji se ne rese conto solamente quando Hoshi lo prese per un polso e gli sollevò il braccio verso l'alto per decretarlo vincitore dello scontro.
    Degno di portare il suo nome, Deepcolor non poté far altro che cominciare a tirarsi su lentamente, e il giovane ghoul ebbe proprio bisogno di percepire la salda stretta della loro arbitra per impedirsi di scattare di nuovo a colpirlo in faccia. Era stato così focalizzato sul non lasciare un attimo di pace al suo avversario che il suo autocontrollo ne stava risentendo, lasciando spazio a quella blanda sensazione che era l'istinto.
    Ma era finita.
    E la sua ragione era solo annebbiata dalla stanchezza. Più che fisicamente era stanco mentalmente. Gli fischiavano le orecchie e percepiva il mondo circostante sbiadito e lontano, come se lo stesse osservando da dietro un vetro opaco che non permetteva di distinguere le cose in modo chiaro. Gli sembrava d'aver combattuto nella sua testa per quegli ultimi attimi e quello era il risultato.
    Aveva vinto. Eppure il cronometro segnava quarantasette secondi.
    Di sbieco scorse Zero piombare dall'alto degli spalti come un furbo avvoltoio a raccogliere ciò che rimaneva dell'altro pugile. Fu quello il frangente in cui tornò in sé, tornando a vedere a colori e realizzando di dover scendere a sua volta dal ring. Poi improvvisamente incontrò con lo sguardo il viso sagace di Deepcolor che lo salutava e realizzò.
    Ah. Forse alla fine ci era davvero andato troppo piano.

    [...]

    Una manciata di minuti più tardi, Ryuji era stravaccato a terra, di fianco alla propria borsa, con la schiena poggiata ad una delle luride pareti della galleria sotterranea. Era un'area un po' meno affollata del resto, quella che in gergo chiamavano gli "spogliatoi", ovvero dove i combattenti si preparavano a salire sul ring. Ora era quasi deserta perché gli scontri erano finiti, e rimanevano solo lui e un paio di altri ragazzi che stavano cercando di sbrigarsi.
    Aveva una bottiglietta d'acqua in mano e stava facendo la sua cosa preferita: autocommiserarsi.
    Aveva vinto. Eppure no, aveva perso su tutta la linea.
    L'altra mano nei capelli, non si sentiva così umiliato da... boh, probabilmente da quando i suoi genitori gli avevano bloccato la carta di credito?
    Aveva giocato a fare lo sbruffone e ora?
    Eccolo lì, un ragazzo distrutto dalla vita.
    Più ci pensava più non riusciva a togliersi l'espressione ghignante di Makoto dalla testa. Dubitava che sarebbe mai potuto andare d'accordo con un tipo del genere. Se lo sarebbe rivisto nei suoi incubi che si rialzava all'infinito, non importava quanti pugni gli tirasse.
    Quarantasette secondi.
    Era forse il tempo più lungo che avesse mai fatto!
    Che diavolo!
    Com'era possibile che gli ci volesse davvero così tanto a mandare al tappeto un umano? Stava perdendo colpi?
    Un sospiro scocciato gli sfuggì dalle labbra, ma comunque non si alzò. Tanto non è che doveva tornare a casa, eh.
    E in fin dei conti non era davvero colpa di Deepcolor.
    Era lui stupido che si era lasciato trasportare solo perché dopo un po' aveva trovato un avversario che gli aveva dato un po' di filo da torcere e... beh, rimaneva pur sempre un atleta. C'erano poche cose che davano soddisfazione come trovare qualcuno con cui intrattenere una sfida degna al tuo livello. Anche se Ryuji credeva d'aver dato al massimo il venticinque per cento della sua forza normale, complice non poter usare la kagune e il non poter strafare, era stato quasi come quando era al Dojo con il sensei.
    Per questo gli bruciava da morire!
    Si sentiva uno sfigato, ecco.
    In mezzo a tutti quei pensieri caotici, d'improvviso, una lunga ombra gli oscurò la luce proveniente dai neon più in alto. Il ghoul alzò il viso e lo sguardo topazio si fissò su una familiare sagoma maschile.
    Era Izumi. E ti pareva. Ci mancava solo lui.
    L'umano lo fissò a braccia conserte per qualche secondo, poi sorrise e gli tese qualcosa. Ryuji pensò che fosse una mano per alzarsi - anche se piuttosto che accettarla era pronto a staccargliela a morsi -, ma no. Erano soldi.
    "Ecco dove ti eri rintanato, moscerino."
    «Cosa stai...»
    "Sono i tuoi soldi."
    Ryuji lo guardò senza capire, e abbassando gli occhi dorati sulle banconote si accorse che i soldi erano molti di più di quanto gli aveva promesso all'inizio. Ma aveva perso. Per caso Izumi aveva guardato un altro scontro?
    «Sei stupido? Hai guardato un altro scontro? Ho perso e non ho bisogno della tua pietà, Izumi.»
    "Vero. Ma chi ti ha detto che avevo fatto una solo scommessa? Mi sentivo confidente che Deepcolor non avrebbe battuto il suo record. E non hai idea di quanti soldi io abbia vinto. Nemmeno una scala reale a poker! Sapevo che non mi avresti deluso, quindi te li sei meritati, toh!"
    Ryuji lo guardo sbalordito. Non sapeva cosa dire.
    E non aveva idea che Izumi sapesse giocare a poker.
    «Perché non...»
    Izumi espose un sorriso da schiaffi sulla faccia e intuì la domanda. «Oh dai, non sarebbe stato divertente se te lo avessi detto no?»
    «Ti odio.» replicò il ghoul, senza girarci intorno (non era vero, ma l'importante era crederci), e allungò la mano per agguantare il denaro che l'altro gli stava porgendo, ma quello glieli sottrasse prima che riuscisse ad afferrarli.
    «Ah-ah. Solo se prima prendi questa.» ribatté. E gli tese una mano per alzarsi.
    «Il giorno in cui ti incontro fuori da qui ti stacco la testa a morsi.»
    L'altro ricambiò con un occhiolino. Si vedeva lontano un miglio che non ci credeva, ma resse comunque il gioco.
    «Speriamo che non accada presto, allora.» e strinse la mano del ghoul.
    GHOUL
    21 Y.O.
    RANK C
    NERGAL CORAX
    KOUKAKU


    Grazie per la role,, mi è piaciuta un sacco **
     
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18 replies since 19/10/2021, 18:32   556 views
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