Every moment is a fresh beginning.

Quella mattina, finito il suo turno alla caffetteria, Yasuko aveva preso Akari da parte nello spogliatoio. La donna aveva una richiesta per lei, o meglio un favore improvviso da chiederle, sapendo che quella sera la ragazza, a differenza dei suoi compagni di squadra, non fosse occupata con altro. A quanto pare era arrivato il momento che una delle loro reclute venisse promossa a membro ufficiale e, per colpa di un impegno improvviso del membro responsabile per le iniziazioni che non poteva rimandare, quell’importante compito era proprio ricaduto su di lei.
E come poteva rifiutare un favore richiesto proprio da W in persona? Sicuro non lei! Non avrebbe mai osato, la stimava troppo come persona per dirle di no, ogni possibile impegno che poteva avere era diventato secondario non appena la donna aveva aperto bocca.
Per cui quella sera stessa si era presentata ad uno dei loro ritrovi nella 18°, un bunker sotterraneo ben protetto la cui entrata, conosciuta da chi di competenza, era ben nascosta in un vicolo, che veniva normalmente adoperato come rifugio o centro di primo soccorso.
Da quel luogo, ogni ghoul che aiutavano veniva smistato in diverse zone, o anche accompagnato da chi poteva aiutarli. In fondo, c’erano anche molti ghoul che erano solo di passaggio per la metropoli e avevano dunque bisogno di qualcuno che spiegasse loro le regole della zona per un soggiorno il più pacifico possibile nel territorio e che desse loro qualcosa da mangiare per tirare avanti anche per qualche giorno in più, mitigando i morsi della fame senza mettersi a rischio.
Il luogo dell’incontro era quello giusto, di quello se ne era accertata varie volte nonostante fosse un luogo comune, e tale Takumi doveva essere stato avvertito che il garante per quella sera era cambiato. Akari non aveva una linea diretta di comunicazione con lui, per cui non sapeva nemmeno come contattarlo nel caso fosse successo qualcosa. O anche se ci fosse un altro imprevisto. Nel caso, pensò, c’erano comunque altre zone di ritrovo comune nell’area. E un po’ restia di rivelare le proprie identità comunque lo rimaneva, anche se era certa che non ci fosse niente da temere se W stessa aveva garantito per quell’iniziazione.
Con indosso la sua divisa e il viso mezzo coperto, si era messa dunque ad aspettare che arrivasse la recluta in questione e nel mentre, per passare il tempo, si era messa ad aiutare quella manciata di ghoul contati presenti nelle loro mansioni di routine, aiutando a spostare e catalogare materiali.
L’arrivo del ghoul le fu segnalato da uno dei membri, quello che stava vigile all’entrata pronto a farsi dare la parola d’ordine di quella settimana, che la chiamò con il suo alias per attirare la sua attenzione. Akari si scusò con la persona che stava aiutando, per poi andare incontro al ragazzo che era appena sceso. Una volta che gli fu vicina, avendolo riconosciuto dalla descrizione statagli data, e dopo averlo salutato, prese a cercare dalla tasca interna della sua mantella una spara coriandoli che usò facendo un po’ di fanfara e battendo poi le mani.
«Congratulazioni, Tsuru-san! Come ci si sente ad essere un membro ufficiale? Beh, non lo sarai davvero fino alla vera cerimonia, ma questo è il primo step importante!» gli disse quindi lei, le mani giunte di fronte al petto, con aria allegra ed entusiasta. Gli fece poi segno di seguirla nella direzione di un angolo di quel posto confinato in cui si trovavano degli armadietti improvvisati.
«Tsuru-san, questa è la tua divisa e spilla provvisoria» gli disse quindi lei, passandogli i due oggetti che aveva recuperato e precedentemente preparato, la mantellina blu scuro e la spilla a forma di nuvola con il bordo azzurro (quella di Akari,a differenza, aveva il bordo giallo, identificandola come Spazzina) ma ancora senza un’iniziale incisa, che lo avrebbero identificato come membro della Coltre in maniera ufficiale durante le sua mansioni «Appena hai scelto il tuo alias interno, puoi dirlo a me o a W-san! O anche agli altri! So che è una scelta difficile ehe» aggiunse poi, portandosi una mano dietro la testa.
Era vero che quando era toccato a lei scegliere ormai anni prima, aveva passato giorni a pensarci su. Alla fine la scelta era ricaduta su un semplice “A” come abbreviazione di “Apple”, tutto un po’ nato da una battuta sul colore dei suoi capelli. Almeno lo trovava carino oltre che simpatico.
«Ah! Se hai qualche domanda chiedi pure! Sono qui apposta per indirizzarti! Anche se per il momento le tue mansioni non saranno troppo diverse da quello che hai fatto fino ad ora per aiutarci, ma ora sarà in maniera più ufficiale!».

Akari sorrise a Tsuru, annuendo vigorosamente alle sue parole non appena aveva ricevuto in mano le cose che gli aveva passato «Ahah, vero?» gli disse quindi, ridacchiando leggermente al pensiero, trovandosi in sintonia con il suo pensiero «Capisco come ti senti, di primo impatto non è poi così tanto diverso dal solito» aggiunse poi, portandosi una mano al fianco e alzando il dito dell’altra mano per aria, riprendendo con una certa aria di affidabilità «Ci sono più responsabilità, un po’ come se passasi dal part-time al tempo pieno, ma allo stesso tempo è la dimostrazione che W e gli altri hanno fiducia in te! Sarai accompagnato da, uhm, supervisore? Per un po’! Uhm, non mi è stato detto chi ti è stato affibbiato ma possiamo chiedere» la seconda parte la disse con più incertezza, rendendosi conto che per quella situazione fuori programma di quella sera, non aveva poi ricevuto tanti dettagli a parti aiutare a indirizzare l’altro ghoul. Beh, era solo una sostituta per il vero responsabile, di sicuro gli avrebbe dato più dettagli non appena si fosse liberato.
«Non so se hai visto gli altri lavorare più da vicino, ci sono tanti ruoli! Se vuoi posso spiegarti qualcosa nel meglio delle mie capacità! Dei ruoli più specifici… per esempio, al momento sono una Spazzina ma in passato sono stata una sentinella. Ma abbiamo anche magazzinieri e quelli che chiamo “segretari”» cercò quindi di spiegarli, cercando di essere il più chiara possibile. Spiegare non era mai stato il suo forte dopotutto, era più una persona che comprendeva meglio visualizzando concretamente.
«Oh! Quindi da adesso sarai K-san!» commentò così la scelta dell’alias dell’altro, alzando un pollice insù. Come scelta gli piaceva, tra l’altro trovava le meduse molto carine. Ricordava ancora quando le aveva viste all’acquario con sua sorella quando era più piccola.
«Non ti preoccupare, non è niente di tanto complicato» prosegui, cercando di rassicurarlo, notando il suo palese nervosismo. Come poteva non biasimarlo? C’era passata anche lei dopotutto.
«Dovrebbe essere tra qualche giorno, credo? Ma è una semplice cerimonia, vieni presentato ufficialmente agli altri membri dell’associazione e tutti ti danno il benvenuto» voleva proprio dargli una pacca sulla spalla in modo da mostrargli supporto ma non le sembrava molto opportuno, considerando anche che non si conoscevano solo di vista. Con tutta probabilità quella era stata la prima vera conversazione che avevano avuto.