[QUEST] 🎄 メリークリスマス – that’s Merry Christmas in Japanese! ❄️

[ROLE EVENTO 05] 12/12/2021 dalle 10:00 circa, soleggiato @Wonder Land Shopping Center

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  1. Ryuko
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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    salve!!!!!! siccome ho fatto questa pazzia di mandarceli tutti se volete interagire con i miei pg pls ditemelo perché io dormo! e non vi aspettate post lunghi che sennò esco pazza e mi ricoverano in neuropsichiatria!! ciao!!!!


    ALEXANDRE "ROMAIN" DE LACROIX
    Come si faceva a mangiare il gelato d'inverno?
    Chiedete ad Alexandre, perché per lui non era mai abbastanza freddo da non poter mangiare il gelato, pazienza se quello lo avrebbe fatto apparire come l'emblema del consumismo. Era Natale, e a Natale - in Giappone, poi - si era tutti un po' più consumisti.
    Omesso che lui, in quanto cristiano cattolico, era in realtà abbastanza legato alla festa, non gli dava fastidio che lì fosse considerata una ricorrenza commerciale alla stregua di San Valentino. Anche perché, se ipoteticamente gli avesse dato fastidio che avrebbe potuto farci? Petizione per inserire il Natale come festa nazionale? Un'ottima idea... di merda. Probabilmente era una delle tre persone in tutta Tokyo che si ostinava a comprare ancora un calendario dell'avvento. E non solo perché voleva i cioccolatini da mangiare prima di andare a lavoro. Davvero, no.
    Ma torniamo al gelato.
    Perché, sebbene Alexandre fosse in simbiosi con qualsiasi cibo avesse anche solo qualcosa di dolce nella ricetta, non è che sempre tutti erano disposti a venderti tutti i tipi di dolci in tutte le stagioni.
    Beh, tranne che al Wonder Land Shopping Center.
    Perché al Wonder Land Shopping Center si poteva trovare di tutto, anche le gelaterie aperte in pieno inverno. E con i super saldi folli cominciati una settimana prima, il grandissimo e scintillante centro commerciale di Toshima acquistava il suo fascino anche per motivi che andavano ben oltre il gelato.
    Sì, chiaro, Alexandre non era certo andato laggiù solo per il gelato. Potreste non crederci, ma aveva i suoi limiti: benché non gli piacesse passare troppo tempo in mezzo alla folla, aveva sentito dei saldi, e dato che doveva sbrigarsi a comprare i regali di Natale - si era detto - poteva passare a darci un'occhiata. Forse si era vestito un po' troppo come uno studente universitario, con quella camicia e quel pullover di cashmere sopra alla cravatta, che ricordava una divisa da college americano, ma in mezzo a tutte quelle luci e quell'accozzaglia di colori non era esagerato dire che anche la sua coda arancione potesse passare completamente inosservata, figurarsi i vestiti.
    Ormai aveva già perso il conto del tempo che aveva passato a girovagare per il pianoterra, tristemente sconfitto dalle canzoni di Michael Bublé di cui dimenticava l'esistenza fino ad ogni Natale e che tristemente sapeva gli sarebbero rimaste in testa per le prossime due settimane a venire.
    Ripassando mentalmente la lista di regali da fare, Alex si fermò davanti alla vetrina di una libreria, scrutando le copertine degli ultimi libri usciti.
    Sua madre, il suo gatto, Chinatsu, Kyoko, Lazar, Ryoga e magari qualche pensierino per i colleghi di lavoro. Sì, gli sembrava un lavoro onesto.
    La prima della lista era ovviamente sua madre. Fortunatamente sapeva già cosa doveva prendere.
    La donna gli aveva lasciato qualche velato indizio su uno dei suoi autori preferiti... che poi, aveva scoperto Alex, scriveva solo saggi.
    Di biologia.
    Cose da nerd per i biologi marini, insomma.
    Scosse velatamente la testa, con un sospiro, ed entrò. Sperando che non lo cacciassero via perché, uhm... aveva ancora il suo cono gelato.
    SPEAKING TO://
    HUMANground FLOOR
    aHk3w1E

    ❅❅❅

    VICTOR KRIEGER
    "Come mi sta?"
    "Yabai! (♡∀♡) Sei assolutamente un figo."
    "Dici che dovrei comprarla?"
    "Sì! ( ꈍᴗꈍ) Il Senato approva~ E non dimenticarti dei miei regali!"
    Il Senato. Victor accennò un sorriso talmente lieve che probabilmente non avresti manco detto che stava sorridendo, ma conoscendo i suoi standard era comunque molto. Digitò rapidamente un'altra risposta per prenderla in giro e tornò a scorrere la chat con sua sorella, fissando lo schermo del cellulare con un misto di orrore e meraviglia dipinto nelle iridi ambrate. Comprarle lo smartphone nuovo era stato uno dei suoi peggiori errori. Da quando aveva scoperto la tastiera con le emoji e i simboli le usava dappertutto, tanto che a volte c'era da capire persino quali fossero i kanji e quali no.
    Il suo sguardo si fissò sulla fotografia che le aveva mandato qualche minuto prima: emoji a parte, aveva più o meno ottenuto la risposta che voleva; non era chissà quanto vanitoso, ma quella camicia che aveva appena provato gli stava troppo bene per poter essere ignorata. Victor era all'interno di un negozio di Armani, poco distante dalla zona dei camerini, perché, primo, quando si parlava di vestiti, non era la persona a cui potevi dire di spendere poco; secondo, stava cercando di dimenticarsi che quella giornata fosse cominciata con lui e Yoko e cercare di coinvolgere sua sorella nei suoi acquisti era un ottimo modo per ridurre il rischio che potesse cominciare a prendere a pugni il commesso che lo stava fissando da circa venti minuti. Kaede, la psicologa di Momo, diceva inoltre che era un ottimo modo per ridurre la sua paura del mondo esterno.
    Quanto a Yoko... in teoria ormai dovevano essere fidanzati da più di sei mesi e, una volta scattato l'anno, Victor era sicuro che si sarebbero sposati.
    Per quanto potessero fare buon viso a cattivo gioco davanti agli occhi dei genitori dei lei, a nessuno dei due fregava una beata mazza di quella relazione e lo sapevano entrambi. Per lui Yoko era probabilmente davvero la donna peggiore con cui ricordava di essere stato e ora non faticava a comprendere le parole di suo padre che gliel'aveva presentata come una ragazza un po' "ribelle".
    Ad ogni modo, quella gita al centro commerciale di Toshima era stata programmata su ovvio suggerimento dei genitori della giovane. Ci erano andati assieme, chiaramente lasciando che il loro tacito accordo che ognuno si facesse i fatti propri entrasse in vigore cinque minuti dopo essere entrati, motivo per il quale Victor - che non sopportava fare shopping durante i saldi perché che urto la gente - ne aveva approfittato per fare un rapido tour dei negozi d'abbigliamento e comprare i regali di Natale per Momo.
    La sua preoccupazione principale era proprio lei, ancora non le aveva detto che il matrimonio implicava probabilmente il dover cambiare casa, perché sapeva che sarebbe stato un problema e Kaede aveva suggerito di aspettare per evitare di agitarla ulteriormente.
    Mise via il telefono, e si tirò su la manica della giacca per controllare l'orario. Era ancora pomeriggio presto. Aveva tempo e nessuna fretta di avviarsi verso la cassa. Ancora non voleva dare alcuna soddisfazione al commesso.
    SPEAKING TO://
    CCG2nd FLOOR
    tpIoKPD

    ❅❅❅

    RYUJI YAMAZAKI
    Nella mente di Ryuji esisteva un'equazione molto semplice: saldi = regali di Natale. Fortuna che non doveva farne molti. Sfortuna che chiunque avesse programmato la CPU del suo cervello si era dimenticato di inserire una politica di scheduling che gli consentisse di comportarsi a modo e fare le cose con un certo ordine.
    "Ryu-kun, ci facciamo una foto? ♡"
    Ryuji abbassò lo sguardo, quasi ricordandosi in quel momento di essere in compagnia. Era tutto il giorno che perdeva tempo al centro commerciale e ancora non aveva cavato un ragno dal buco.
    Beh, in realtà era anche legittimo, visto che era ad un appuntamento, ma non era così che dovevano andare le cose.
    Yui Toyama, una sua vecchia compagna del liceo, l'aveva invitato al Wonder Land Shopping Center dopo qualche giorno che avevano cominciato a scriversi su instagram. Inutile dire che all'inizio Ryuji non l'aveva nemmeno riconosciuta perché era cambiata tipo un sacco nel giro di un anno, ma poi aveva menzionato i saldi, l'equazione si era messa in moto e il ghoul aveva detto di sì senza batter ciglio. Se la ricordava un po' meno frivola, ma era anche vero che probabilmente ci aveva parlato tre volte in croce quando stavano in classe insieme.
    «Eh? No, scordatelo.» ribatté, fissando con un velo di preoccupazione la stola degli adulti vestiti da Babbo Natale costretti a farsi le foto con i bambini. Ryuji non odiava i bambini, ma gli adulti sì. E non voleva farsi una foto con...
    "Ma non dicevo mica con Babbo Natale! Me e te!" rispose quella, sventolandogli sotto il naso la fotocamera del suo smartphone aperta sul lato selfie.
    «Ah. Oh, okay.» a volte bastava spiegarsi.
    Erano entrambi stravaccati su un divanetto molto vicino ad una delle aree giochi a pianoterra, la minaccia era senz'altro stata realistica. Sventato il pericolo della foto con Babbo Natale, Yui finalmente si alzò. Finalmente perché aveva detto circa dieci minuti prima che doveva andarsene, ma non si era mossa da allora. Forse sperava che Ryuji andasse con lei? Sì, forse, ma il ragazzo non ne aveva intenzione. Non per cattiveria, ma era già tardissimo, e lui voleva comprare i regali di Natale possibilmente senza rischiare di rimanere chiuso dentro al centro commerciale.
    Perché non ci era andato da solo, allora? Perché era quel genere di persona che amava stare da sola in compagnia.
    "Allora io vado, eh! Alla prossima!"
    Ryuji le fece un cenno, la guardò allontanarsi e poi aprì B-social, aspettandosi di vedere la notifica del tag nelle storie da un momento all'altro. Ugh. Era già stanco. Reclinò la testa all'indietro e alzò il viso verso il soffitto.
    Mancavano meno di due settimane a Natale e tutti i suoi regali erano ancora sopra agli scaffali nei rispettivi negozi.
    SPEAKING TO://
    GHOULground FLOOR
    db9vvgl
     
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