[QUEST] 🎄 メリークリスマス – that’s Merry Christmas in Japanese! ❄️

[ROLE EVENTO 05] 12/12/2021 dalle 10:00 circa, soleggiato @Wonder Land Shopping Center

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  1. yumæchu`
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    Shinobu Hanyuu
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    Rivolta a: Nadeshiko | Luogo: ingresso sud.

    «Oi, ci sta tradendo.»
    «Si direbbe proprio di sì.»
    «Dai, non è vero!»
    Le sue coinquiline erano andate avanti un'intera settimana, da quando si era accordata con Nadeshiko e Hana d'incontrarsi al Wonder Land Shopping Center, con la storia del tradimento. «Ci lascia sole a casa a studiare mentre lei si diverte con le sue nuove amiche» era stata, possibilmente, la frase più pronunciata da Hanabi e Fuyuko. Kaileigh era troppo impegnata a pensare al suo nuovo acquisto amoroso per dar peso a quel genere di cose.
    «Non è colpa mia se dovete studiare~» le prese in giro poco dopo, mostrando la linguaccia come contorno. Scherzi a parte, Shinobu si sentiva particolarmente frizzante quella mattina: non vedeva l'ora di incontrare di nuovo le ragazze dell'aquapark, e quando Nadeshiko le aveva proposto di fare shopping insieme approfittando dei super saldi folli del centro commerciale più gettonato e in voga di Tokyo, non ha saputo resistere ed aveva accettato senza neanche guardare l'agenda degli impegni. (che in realtà era una lavagnetta settimanale che ripuliva ogni volta)
    Ma fortunatamente l'invito non coincideva con alcun tipo di impegno improrogabile, perciò era triplamente contenta. E poi quella era un'occasione per vestirsi un po' più carina: indossava quasi sempre l'uniforme accademica, la tuta da ginnastica o altri vestiti estremamente comodi ma poco carini, perché la sua vita era un continuo fare avanti e indietro accademia - palestra - casa. Un loop senza fine che non le consentiva di approfittare di quei pochi vestiti carini di cui disponeva nell'armadio.
    Si diede un'ultima occhiata allo specchio verticale vicino all'ingresso di casa, poco prima del gradino che separava il corridoio dalla porta d'ingresso. Aveva finalmente indossato i suoi stivaletti nuovi, con quel po' di tacco che la faceva risultare leggermente più alta; il vestitino che indossava era di una calda nuance di giallo, con la gonna a pieghe ampie che svolazzava ogni qualvolta girava su se stessa. Sopra il vestito aveva aggiunto una bella mantellina rossa che potesse tenerla al caldo, le gambe erano perfettamente coperte da un bel paio di calze semi-trasparenti nere e le mani opportunamente rintanate nel caldo abbraccio di un paio di guanti, a loro volta rossi. I capelli li aveva raccolti in due adorabili boxer braids, lasciando solamente la francia e i due ciuffi laterali sciolti, in modo che circondassero a dovere il viso tondo.
    «Kya! Guarda come svolazza quella gonna, troppo carina~»
    «Quando avrete finito di prendermi in giro fate un fischio, eh!»
    E di lì a poco partì una risata collettiva. Almeno l'ambiente che l'aveva accolta al suo trasferimento era caldo e pieno di allegria: Shinobu non avrebbe potuto desiderare coinquiline migliori delle sue tre nuove sorellone.
    «Ora vado, vi manderò qualche foto per farvi morire d'invidia~»
    E fu così che, seguita da un sentitissimo «non t'azzardare!», la porta d'ingresso si chiuse alle sue spalle.

    ***

    Era arrivata al centro commerciale dopo tante peripezie: aveva sbagliato direzione della metro e dopodiché, una volta accortasi, si era momentaneamente persa. Almeno aveva recuperato in calcio d'angolo grazie al suo essere uscita di casa prima del tempo: aveva accuratamente programmato il suo viaggio da casa al centro commerciale ed infine aveva deciso di prepararsi con qualche decina di minuti d'anticipo.
    Una volta valicata la soglia dell'ingresso sud, si guardò attorno nel tentativo di capire se fosse stata la prima del gruppo ad arrivare o se, al contrario, le povere Hana e Nadeshiko la stavano aspettando da eoni. Per sua fortuna, la lunga chioma rosa di Nadeshiko funzionava da ottimo cartello segnaletico, anche più utile di quelli con i led. Appena riconobbe la ragazza, alzò le braccia e prese a correre più veloce che poteva per raggiungere la ragazza.
    «Oooooiiiii! Naaaadeeeeshiiiikoooo-saaaan!»
    Un imbarazzante uragano di energia.

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    ex-volleyball player


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    Hikaru Shiori Serizawa
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    Rivolta a: nessuno. | Luogo: primo piano.

    «... nonna.»
    Hikaru si avvicinò alla signora anziana che sembrava più addormentata che vigile, stravaccata su quel divano. Stava sprofondando in maniera tanto beata che sembrava che di lì a poco sarebbe caduta in un sonno profondo.
    «Nonna, io vado. Avvisa tu mamma che probabilmente non torno per pranzo, te lo ricordi?»
    «Eh? Il pranzo? Ma sono le 8 del mattino--»
    Hikaru sospirò sconsolata, ma scrollò le spalle e, dopo aver finito di abbottonare e sistemare la cintura del suo dress coat nero, si avvicinò alla nonna, intenta a guardare la tv con attenzione, come se perdere anche solo un dettaglio di quel drama potesse costarle la vita. Si chinò per lasciare un gentile bacio sulla fronte della nonna e, dopo averle sorriso, le sussurrò che sarebbe uscita di lì a momenti.
    Dopo aver controllato di avere tutto ciò che le serviva nella borsetta a tracolla bianca e tonda che ormai poggiava sul suo fianco sinistro, infilò gli stivaloni neri ed uscì dalla porta, non prima di aver raccattato le chiavi di casa dal piattino disponibile sul mobile d'ingresso.
    Per sicurezza decise di inviare un messaggio a sua madre: per quanto avesse avvisato la nonna, sapeva che più gli anni passavano, meno poteva fare affidamento sulla sua memoria (oltre che sul suo udito), perciò specificò che sarebbe uscita con una collega universitaria (cosa non vera, ma doveva nasconderle di star approfittando dei super saldi folli del Wonder Land Shopping Center per i regali di Natale, o sarebbe stata fin troppo antisgamo) e che non avrebbe fatto ritorno a casa per pranzo. Augurandole buon lavoro, accompagnato da uno sticker, bloccò il cellulare che fece scivolare all'interno della tasca destra del cappottone e, senza farsi remore, si diresse al centro commerciale, facendo mente locale di quel che doveva acquistare per quei pochi contatti umani che aveva. Sicuramente si sarebbe fatta in quattro pur di riuscire a comprare qualche giochino anche per i cani dello shelter in cui era solita fare volontariato.

    ***

    Finalmente era arrivata al centro commerciale: già in lontananza aveva potuto ammirare le decorazioni a led a forma di alberi di Natale che accoglievano alla calda atmosfera natalizia. Ormai si respirava profumo di Natale ovunque andasse, perciò lo trovava senza dubbio rigenerante. Dopo tante peripezie e una vita assolutamente monotona, le luminarie in mezzo alle strade e le decorazioni degli edifici rendevano l'insonne Tokyo ancor più speciale.
    Fece il suo ingresso dirigendosi per prima cosa verso il primo negozio d'abbigliamento che le si parò davanti agli occhi: voleva regalare un nuovo cappotto alla madre, che era da anni che non se ne comprava uno nuovo. L'aveva vista rinunciare fin troppe volte a quell'acquisto soltanto per assicurarsi che sua figlia avesse quello di cui aveva bisogno, ed era ciò che più impensieriva Hikaru. Al limite le avrebbe comprato anche qualcos'altro, ma per il momento doveva dare inizio all'urgente missione cappotto per mamma. Ora o mai più.

    «Parlato»
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    21 y.o
    majoring in marine biology
    part-time barmaid


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    Son Yun-ho
    386X9G2
    Rivolto a: nessuno. | Luogo: piano terra.

    Finalmente un giorno libero. Anzi no, "finalmente" un giorno libero. Il perché di quel poco entusiasmo era uno solo: il suo essere l'anti-sociale per eccellenza l'aveva portato a dedicare gli ultimi mesi solo ed esclusivamente al lavoro, affossando qualsivoglia pensiero, positivo o negativo che fosse, nell'unica certezza della sua vita. Era difficile che Yun-ho si godesse un po' di meritato riposo perché, dopo essersi dedicato così tanto alla realizzazione di una carriera lavorativa che potesse regalargli soddisfazioni, aveva completamente perso la voglia di pensare al tempo libero.
    Non esisteva il tempo libero, esisteva solo il tempo sprecato nella cattura di qualche ghoul. Ma vedendo come si stava sfinendo, aveva deciso che forse era il caso di darsi una pausa. E finalmente si era approfittato di quei giorni liberi di cui non aveva mai neanche pensato di usufruire. E il motivo era piuttosto semplice: si era svegliato alle 5 del mattino, abituato ad una rigidissima routine, e dopo aver realizzato che quella mattina non si sarebbe vestito per andare a lavoro, aveva fissato il soffitto per ore, nel tentativo di pensare a come avrebbe potuto impiegare quella giornata. "Dormendo" era stata l'unica risposta che era riuscito a darsi, dopotutto avrebbe potuto impiegare quelle ore di libertà dalle ronde o le scartoffie proprio per recuperare quella lunga lista di ore perse a fare straordinari. Eppure non era il tipo da dormire tutto il giorno: si era svegliato alle 5 del mattino proprio perché sapeva quanto poco incline al dormire fosse. Era una persona fin troppo vigile, probabilmente non dormiva sonni profondi da così tanto tempo che ormai aveva smesso di contare quanto ne fosse passato dall'ultima volta che aveva potuto dormire veramente come un bambino.
    Ma il messaggio che fece trillare il suo telefono, illuminandone lo schermò, lo destò da quella miriade di pensieri che parevano non avere alcuna fine. Quando guardò lo schermo quasi rabbrividì leggendo l'orario: aveva davvero passato più di due ore a tormentarsi su cos'avrebbe dovuto fare? A quanto pare era proprio così.
    Il suo sguardo poco dopo cadde dall'orario al pop-up del messaggio in bella vista, al quale accennò un vago sorriso. Era Yun-min.
    "Hyung, mi accompagni a fare i regali di Natale? Ci sono i super sal..."
    Ecco, quel vago contenuto, invece, non lo entusiasmò più di tanto. Adorava suo fratello, molto più di quanto dimostrassero le apparenze, ma quello equivaleva a dire visitare negozi gremiti di persone. E, come ben sapete, Yun-ho era l'anti-sociale per eccellenza. Ed anti-sociale era un modo carino per dire che odiava la folla.
    Tirò un sospiro appesantito, mettendosi seduto sul letto e sbloccando il cellulare: i caratteri coreani che invadevano lo schermo avevano un attimo destabilizzato l'uomo, ormai abituato a leggere e scrivere molto di più in giapponese che in coreano. Sforzandosi di leggere con attenzione il contenuto del messaggio, si lasciò andare ad un lungo sbadiglio, portandosi poi una mano alla testa per scostare la frangia arruffata.
    Parlava di super saldi. Per la precisione, i super saldi folli del Wonder Land Shopping Center. E super saldi in un enorme centro commerciale di domenica equivaleva a dire il triplo della gente che normalmente assaliva quei luoghi creati da Satana.
    "E' un incubo."
    Però la sua mente e ciò che aveva deciso di digitare nella chat con il fratello non erano collegati. Perché quel «certo, passo a prenderti in auto alle 9 in punto» era chiaramente il messaggio di chi voleva tentare di essere il più tranquillo ed amichevole possibile, anche se l'idea di tuffarsi a capofitto alla ricerca di regali era tutto ciò che l'avrebbe tenuto dentro le quattro mura della sua stanza al dormitorio. Ma non voleva deludere il fratello, con il quale non passava un po' di tempo da un po' perciò si fece coraggio e decise di farsi una bella doccia rigenerante, prima di passare a prendere il fratello.

    ***

    «Hyung» cinguettò Yun-min poco dopo essere arrivati al centro commerciale, che aveva ovviamente fatto morire ancor di più la voglia di trovarsi lì di Yun-ho, «sembra che tu sia pronto per assistere al funerale di qualcuno.»
    «Sarebbe stato più divertente.»
    Il sarcasmo di Yun-ho ghiacciò momentaneamente la situazione. Però Yun-min scoppiò a ridere dopo un bel minuto abbondante di quel silenzio fin troppo rumoroso, visto il vociare allegro che faceva da sottofondo assieme alle immancabili canzoni natalizie di Bublé.
    «Non scherzare, hyung!»
    "Oh no, sono serissimo."
    L'avrebbe detto volentieri, se solo non avesse avuto tutto quel buonsenso.
    Almeno quel quadretto poteva considerarsi divertente: lo sgargiante outfit di Yun-min, coloratissimo in maniera quasi estrema, faceva a pugni con la sobrietà da funerale di Yun-ho, che indossava solo capi d'abbigliamento neri. Un maglione a costine verticali, un pantalone a sigaretta, le scarpe lucide ed il cappottone lungo fino al ginocchio era tutto completamente nero, le uniche differenze si potevano notare in leggere variazioni di colore e dai tessuti dei singoli capi. Il che faceva ridere, perché insieme ai capelli assolutamente corvini, avevano assolutamente sbiancato ancor di più la pelle già chiara dell'investigatore.
    «Allora, dove vuoi andare?»
    «A prendere il tuo regalo, ciao!»
    ...
    ...
    ...
    "Ah."
    E fu così che il povero Yun-ho, già non particolarmente voglioso di trovarsi in mezzo a quella marmaglia, si ritrovò solo, a guardare la schiena del fratello allontanarsi. Beh, avrebbe fatto mente locale e, dopo aver preso un po' d'iniziativa, avrebbe approfittato anche lui per comprare qualcosa al fratellino. Con enorme probabilità, lo avrebbe riempito di regali, come ormai era solito fare.

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    sniper
    quinque: dvorit (bikaku)
     
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