Quasi amici

Shuuko Kaminari & Takumi Fujimoto | Sunrise Coffee Shop - 19/12/2021 15:30

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    Shuuko Kaminari
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    Titolo: “quasi amici”
    pg: Shuuko Kaminari ; takumi fujimoto

    Shuuko aveva finito il liceo ormai da un po,eppure non aveva ancora la più pallida idea sul da farsi successivamente; era una persona poco decisa,ultimamente era come se il mondo per lei si fosse fermato,aveva la sensazione di vivere in uno strano loop temporale,bloccata a circa due settimane dopo quel tragico evento. E adesso,cosa fare senza la presenza di una guida,di una spalla su cui piangere,della lancetta sempre puntata verso il nord? Tutto era avvolto in una gigantesca nube di fumo,una nebbia così fitta da non permetterle di distinguere il falso dalla realtà,e probabilmente a causa di ciò sarebbe presto entrata in crisi,o peggio,caduta,in modo penoso proprio come suo padre.
    Camminando per le strade in quella mattina soleggiata di Dicembre si accorse di quanto rapidamente le cose stessero cambiando...il tempo parve infischiarsene del suo dolore,qualsiasi cosa,persino i fiori che ricordava appena in boccio,era mutata inesorabilmente...che fosse finalmente giunto il momento anche per lei di mutare in qualcos’altro,qualcuno di migliore o peggiore. Il confine tra le due cose era sottile,seppur apparentemente enorme,tutti al mondo erano interessanti a perseguire i loro scopi,raggiungere obiettivi,a differenziarli era poi il modo con il quale li perseguivano o tentavano di farlo.
    Le mancava vedere la neve,era così bella,soffice,candida,l’emblema della purezza che dopo un piccolo tocco svaniva tramutandosi in semplice acqua;quel giorno sarebbe stato pieno di cose da fare,sbrigare,portare a termine,il problema più grande da risolvere però sarebbe senza dubbio stato l’incontro con una recluta dell’organizzazione di cui faceva parte,La Coltre,a cui aveva ufficialmente preso parte dopo la svolta negativa che prese la sua vita giusto pochi mesi prima. Chi era questo ragazzino? Non lo aveva mai visto in realtà,o magari erano persino stati nella stessa stanza e lei non se ne sarebbe comunque resa conto data la scarsa importanza che conferiva alla gente che le gironzolava attorno,a meno che non si trattasse di un superiore o della sua unica amica Aya,a cui adesso che ci pensava aveva promesso un pranzetto coi fiocchi-
    Le mani di Shuuko erano gelate,sembrava avesse quasi due blocchi di ghiaccio al posto dei palmi,nonostante le tenesse nelle tasche del capotto invernale dal colletto alzato il calore sperato tardò ad arrivare,il respiro divenne visibile a causa della condensa e gli occhi leggermente lucidi e rossi per via del vento che non faceva altro che sbattere sul suo candido volto perennemente accigliato. Dopo quella che parve una camminata infinita giunse sul posto di lavoro,il Sunrise Coffe Shop,si diresse sul retrobottega e posò le sue cose,fare ciò persino nel suo giorno libero era estenuante,una vera seccatura a dirla tutta,ma come poter disobbedire agli ordini dettati dai piani alti,ovvero dalla coscienza della stessa ragazza? Tornò in sala dopo poco,sedendosi ad un tavolo e muovendo il piede con fare frenetico,mentre a braccia incrociate si guardava attorno sperando di vedere spuntare in lontananza una chioma rossa piuttosto vistosa,segno che il “ragazzino” con cui avrebbe avuto a che fare a lavoro in futuro si era presentato,più o meno puntuale,all’appuntamento che gli era stato dato

    << Dove diamine è finito?..>>

    Si chiese nervosa,non avendo ovviamente tutto il giorno da perdere in quel posto,tantomeno con qualcuno che a primo impatto non le andava chissà quanto a genio.

    What the hell are you looking at?

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    TAKUMI FUJIMOTO
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    20 Y.0.

    L’inverno a Tokyo era freddo. Sembra strano da dire, ma per qualcuno che ha vissuto buona parte della sua vita in un’isola dove la temperatura non scende sotto i 10 gradi, la capitale del Giappone è una città gelata. Takumi non aveva nemmeno mai visto la neve, se non su qualche cartolina o da qualche immagine online, perciò quando quella mattina guardò fuori dalla finestra e notò il paesaggio imbiancato il suo cuore fece un salto di gioia. Scese subito in strada ancora in pigiama, coprendosi con solo un cappotto, e si divertì a giocare con i cristalli bianchi, come un innocente bambino.
    Le poche persone che passavano per quella via lo guardavano male oppure cercavano di nascondere le risate per la scena piuttosto buffa. Restò fuori per qualche minuto, tempo necessario affinchè il dolore che il freddo gli stava procurando alle gambe e alle mani non poteva più essere ignorato, e con la stessa fretta con cui era uscito, corse dentro l'abitazione.
    Mentre preparava la colazione, notò il foglietto colorato che aveva appuntato al frigorifero, che recitava: “19 dicembre, 15:30, Sunrise Coffee Shop”. Non aveva ancora capito cosa avrebbe dovuto fare a quell’appuntamento, ma era sicuro che si trattasse di qualcosa relativo alla Coltre e sapeva che avrebbe fatto meglio a non mancare. Impostò una sveglia un’oretta prima dell’orario indicato, come ulteriore promemoria, il suo cervello era l’ultima cosa su cui fare affidamento in questi casi.
    Non fece molto durante quella mattinata, guardò qualche episodio di varie serie tv sul pc,avvolto nelle coperte del letto, mentre mangiava qualche avanzo di cibo raccolto dal frigo. Lesse anche qualche pagina del suo manuale di informatica, ma lo abbandonò dopo pochi minuti, per dedicarsi ad attività per lui molto più producenti, come ad esempio schiacciare un pisolino sul divano.
    Fu il fastidioso trillo della sveglia, che da buon ritardatario cronico aveva già rimandato due volte, a fargli aprire gli occhi. «Cazzo, ma perché mi riduco sempre all’ultimo?»
    In pochi secondi era già fuori di casa, correndo verso la stazione della metro. Riuscì ad arrivare con soli 3 minuti di ritardo, e iniziò a guardare all’interno del locale, sperando che qualcuno lo avesse riconosciuto tra i clienti del bar.


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