[MISSION] Ward Wars: Chuo under attack! [1B]

17/11/2021, 17 circa @Chuo

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    MISSION 01 SIDE B: Chuo under attack!


    Livello: Medium.
    Tipo: Mission.
    Restrizioni: Ghoul di Rank B.
    Saga: Side Act: Ward Wars (1B)
    Data di ambientazione: 17 Novembre 2021.
    Fato: alyë & Yukari

    17/11/2021, dalle 17 in poi.
    L’Operazione portata avanti dalla CCG il giorno 11 aveva lanciato un messaggio chiaro ai ghoul di Tokyo. E, nonostante il controllo da parte dei ghoul fosse ancora saldo in alcune zone, altre, invece, erano ancora sotto il netto controllo della CCG e a molti ghoul la cosa non va tanto giù. Motivo per cui era tempo di farsi sentire in una di quelle zone, partendo da Chuo, tanto bramata come territorio per diverse fazioni ghoul, dopo che gli era stata soffiata da sotto il naso ormai anni prima dalla CCG. Ed era arrivato il momento di renderla di nuovo libera. La voce era velocemente girata, e quel giorno si erano riuniti diversi ghoul. Chi per gloria, chi per lottare. E chi, anche, per evitare che la situazione degenerasse. La CCG era entrata subito in azione alle prime segnalazioni, ed è qui che si entra nel vivo dell’operazione.



    Accoppiate e non.
    Xander Portokalos (Ȣheshire) SOLO
    Hayato Kiriyama (Cattleya) + Haru Y. Ueda (Ȣheshire)
    Darien Lockwood (yumæchu`) + Jaden Kawaguchi (»¢heshire)
    Akari Katagiri (alyë) + Hana Dunbar (»¢heshire)


    CITAZIONE
    TURNO 01.

    - Xander.
    Xander Portokalos, rank B “Vulture”, girovagando per la circoscrizione si è ritrovato faccia a faccia con un altro ghoul. La zona in cui si trovano è un vicolo piuttosto stretto ma aperto da entrambi i lati; su quello opposto all’altro ghoul vi è un cassonetto della spazzatura sulla destra che limita leggermente lo spazio.
    Il clangore della battaglia impazza in lontananza, dando a intuire che la CCG è nei paraggi e con le quinque già in azione. Il ghoul che sbarra la strada a Xander, apertamente aggressivo e su di giri, infischiandosene di trovarsi davanti a un suo simile lo attacca senza esitazione con la sua kagune di tipo bikaku, la quale frusta l’aria tracciando una mezzaluna diretta alle gambe di Xander.

    - Akari & Hana.
    Sotto consiglio degli altri membri della Coltre delle Nubi presenti, Akari, rank B “Peregrine”, si appresta a correre in soccorso di ghoul feriti o appianare situazioni in procinto di esplodere. Dopo aver incrociato Hana, rank B “Swan”, una ghoul passante, e aver chiesto il suo aiuto, le due notano una coppia di ghoul mascherati che tenta di scappare da un piccolo parco giochi.
    I due ghoul, un adulto e una ragazzina, non sembrano feriti ma sono chiaramente reduci da uno scontro in cui hanno avuto la peggio. Una coppia di Investigatori dalle quinque sguainate sta sopraggiungendo velocemente per arrestarli.
    È questione di pochi secondi prima che la CCG sia addosso ai quattro ghoul, il tempo stringe.
    La scena è ambientata in un piccolo parco giochi per bambini della circoscrizione.

    - Jaden & Darien.
    Non è decisamente una bella giornata per Jaden, rank B “Tengu”, e Darien, rank B “Pinky”, le cui strade si sono incrociate mentre vengono inseguiti da una coppia di Investigatori a testa. Non si può dire che due contro quattro sia uno scontro equilibrato, perciò ai ghoul mascherati non resta che battere in ritirata, inseguiti da quattro mastini tanto ben organizzati e scattanti da sbarrare loro ogni possibile via di fuga con largo anticipo.
    Il gioco del gatto col topo conduce Jaden e Darien in un konbini. Una volta sbarrato l’unico ingresso, si rendono conto di essere circondati da almeno una decina di esseri umani terrorizzati.
    E ora?

    - Hayato & Haru.
    Coincidenza vuole che Hayato, rank B “Suzaku”, e Haru, rank B “Adam”, si siano incrociati in un’ampia terrazza che unisce due edifici a tre piani. Invece di iniziare a combattere tra loro, i due vengono sorpresi da un trio di ghoul, le cui kagune sono rispettivamente una ukaku, una rinkaku e una koukaku.
    Lo spazio di certo non manca: sul lato destro si trova un muretto, che se scavalcato li condurrà ad un piccolo tetto; sul lato sinistro invece solo una ringhiera corrosa dalla ruggine li separa da un volo di circa dodici metri.
    I tre ghoul non esitano ad attaccare chiunque capiti loro a tiro, nello specifico il ghoul con la ukaku crivella di rapidissimi colpi la più lenta bikaku di Haru, mentre il ghoul con la koukaku si lancia contro Hayato, la cui ukaku non è abbastanza robusta da reggere colpi tanto violenti.

    ❖ Ogni traccia deve essere completata in un massimo di 5 turni (con un minimo di 2) o almeno essere sviluppata fino ad un punto ottimale per essere idonea. Per cui non perdete tempo! Fate agire il vostro PG e mostrate a tutti le sue capacità in azione!
    ❖ Il tempo limite per rispondere è di 5 giorni dalla risposta precedente alla vostra.
    ❖ Non vi è nessun limite di parole ed è quindi anche possibile rispondere con brevi scritti anche di qualche riga, tutto ciò atto a velocizzare i vari turni per non far allungare di troppo il proseguimento della quest o bloccarla. L’importante è che la risposta contenga tutte le azioni essenziali.
    ❖ Non c’è un ordine di risposta e ognuno può rispondere quando più gli aggrada. Tuttavia, bisogna sempre aspettare la risposta del Fato alla propria azione prima di poter proseguire e, se si è in coppia con un altro PG, bisogna aspettare non solo la risposta del Fato ma che anche l’altro player abbia completato l’azione del turno.
    ❖ Sono ovviamente vietate azioni auto-conclusive o di metaplay. Il risultato sarà scelto imparzialmente.
    ❖ Ricordiamo inoltre che questa quest andrà a influenzare il GdR stesso e i vostri PG, essendo un evento "reale" nella loro vita.
    ❖ Per maggiori informazioni su come procederà in generale la quest, consultare la sezione "Le Quest" in Guidelines e il post di Iscrizione..
    ❖ Per ulteriori chiarimenti contattate uno staffer o utilizzate la sezione "SUPPORT".


    ❖ Per la durata della quest usate il seguente codice sotto spoiler.
    ❖ Con status si indica lo stato di salute del PG: ogni PG inizia con 100% di salute ma mano a mano che la quest prosegue è possibile che possa perderne un po' per un motivo o per un altro; raggiunto il 40% il pg è incapacitato e raggiunto il 20% dovrà lasciare la quest (non viene contato come abbandono).
    CITAZIONE
    #CODE QUEST
    Il colore personalizzabile a piacere è gold
    Entrambe le immagini sono grandi 200x120 px.
    Tuttavia è possibile utilizzarne una sola, basta togliere l'html della seconda immagine e ingrandire la prima a 200x240 px.
    È possibile inserire ulteriori info nella barra in alto, basta aggiungere:
    CODICE
    <div class="questboh">info extra</div>

    GHOUL
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    info extra

    NAME
    nome cognome

    AGE
    XX y.o.

    KAGUNE
    tipo

    RANK
    rango (alias)

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    CODICE
    <div class="quest" style="border-left: 10px solid gold; border-right: 10px solid gold;"><div class="questinfo" style="background: gold;"><div class="questboh" style="float: right;">[URL=http://"%20target=][color=#fff]SCHEDA[/color][/URL]</div><div class="questboh" style="background: darkred; color: #fff;">GHOUL</div><div class="questboh">Status: 100%</div></div><div style="float: right"><img style="width: 200px; height: 120px;  object-fit: cover" src="LINKIMG">
    <div class="questname"><div class="questn" style="border-bottom: 2px solid gold;"><div class="questbla" style="background: gold;">NAME</div> nome cognome</div>
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    Edited by alyë - 1/5/2022, 18:16
     
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    Xander Portokalos

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    21 y.o.

    KAGUNE
    Koukaku

    RANK
    Rank B

    Un ghoul sano di mente se ne sarebbe stato in disparte, ma Xander non era tra questi, e soprattutto, non aveva intenzione di lasciare agli altri tutto il divertimento. Voleva partecipare anche lui al cambiamento, alla rivoluzione! Voleva fare qualcosa per cambiare le cose e....no, non era del tutto vero, non aveva ideali così nobili radicati, semplicemente si annoiava e quel giorno che avrebbe potuto usare per andare quell'unica volta all'università, lo aveva usato invece per divertirsi. Si annoiava e poi...meglio una noiosa lezione di analisi I o la possibilità di massacrare di botte qualcuno od essere massacrati? BE'...la scelta era stata facile.
    Lo sapeva, la pazzia era ereditaria, proprio come dicevano nella sua famiglia, ed infatti si aggirava per quei vicoli con sorriso serafico, la sua maschera e il cappuccio ben tirato sopra la testa.
    Quando si era ritrovato in quel vicolo con all'altro lato opposto un altro compare ghoul aveva sorriso da sotto la maschera, consapevole che significava una cosa sola: chi si addentrava in quelle zone non andava pensando di raccogliere margherite...anche se Xander lo avrebbe fatto probabilmente nei tempi morti.
    Vedendosi arrivare un attacco diretto alle sue gambe, avrebbe saltato come un grillo per cercare di evitare il colpo, poggiandosi sulla parete opposta usando la sua kagune di tipo Koukaku come dei rampini. Sperava così da far sbattere la testa o quanto meno evitare il colpo del ghoul, sogghignando.
    «Mi sembri spossato, ti ci vorrebbe una mela per risolvere i tuoi problemi intestinali sai?»
    Come sempre, in ogni occasione Xander cercava di professare la sua fede melina, anche se come al solito, non c'entrava nulla nè quello che stava dicendo, nè proprio nel contesto del momento, quindi probabilmente ad una visione esterna sembrava probabilmente che stava solo vaneggiando.
    Se fosse riuscito comunque nel suo intento, si sarebbe staccato dal muro opposto per prendere il cassonetto sulla destra e con una spinta mandarlo contro il ghoul sia per cercare di schiacciarlo contro il muro, sia per ridurgli lo spazio di attacco, conscio che probabilmente lo avrebbe attaccato di nuovo, meglio cercare di prevenire e cercare di crearsi un'occasione in più per attaccarlo o avere un minimo di vantaggio...o quanto meno provarci, anche perchè non era detto che sarebbe andata a buon fine la sua ""ideona"" .
    Di certo, a prescindere dal risultato, l'adrenalina iniziava a salirgli in corpo, facendogli uscire una risatina che non riusciva come suo solito a controllare.

    «Parlato di Xander»
    Pensato di Xander




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    NAME
    Hana Dunbar

    AGE
    17 y.o.

    KAGUNE
    Ukaku

    RANK
    Rank B

    Non avrebbe dovuto trovarsi lì, lo sapeva: nel momento stesso in cui aveva deciso di andare e aveva poi visto con i suoi occhi cosa significava una vera battaglia, aveva capito che forse non era adatta a quel mondo. Allo stesso tempo dentro di lei c'era una voglia di rivalsa non indifferente.
    Come scusa aveva pensato di andare lì per documentare la battaglia e i soprusi della ccg, ma in realtà la macchina fotografica non l'aveva neanche cacciata, temendo che l'avrebbero aggredita semplicemente perchè rischiava di far riconoscere qualcuno con le sue foto. Neanche i ghoul vedevano di buon occhio i fotografi, ma aveva sempre il telefono da poter usare eventualmente mentre si arrampicava tra un palazzo e l'altro.
    In realtà, dentro di sè stava già da un po' maturando la consapevolezza di non volersene restare in silenzio, era stufa di dover volare basso, stufa di nascondersi, voleva essere libera di poter essere se stessa ! I suoi genitori non avrebbero approvato, loro si erano rinchiusi in casa facendo finta che la cosa non gli appartenesse, ecco perchè era dovuta uscire di nascosto.
    Nel bel mezzo della battaglia però si rese conto della tremenda realtà: lei non era all'altezza di tutti quei ghoul che imperversavano nelle strade...ma lo sarebbe diventata un giorno. Un giorno sarebbe diventata più forte, un giorno sarebbe tornata in Scozia, a casa, e avrebbe preso il suo posto nel suo clan, ma soprattutto, sarebbe diventata una ghoul forte e fiera.
    Per adesso però , doveva cercare di sopravvivere, e non aveva idea che nel suo percorso avrebbe incontrato Peregrine, un'altra ghoul che aveva chiesto il suo aiuto.
    Aveva acconsentito anche per non essere da sola, in due c'erano più possibilità di farcela in uno scontro eventuale, che sperava di evitare, ma invece era arrivato subito così come lo aveva pensato. Due ghoul stavano cercando di scappare da una coppia di investigatori, chiaramente non erano al massimo della forza, e dentro Hana si accese una rabbia malcelata. Sapeva che stavano tutti rischiando grosso, ma non riusciva a restarsene immobile a non fare nulla, la paura era scomparsa, facendo forse spazio all'incoscienza.
    Inoltre non ci avrebbero messo molto ad essere circondati tutti, tanto valeva cercare di rallentarli per far scappare i due ghoul più malconci.
    Guardò Peregrine, sperando di trovare supporto da parte sua.
    «Dobbiamo fare qualcosa» Avrebbe detto. «Cerchiamo di rallentarli in qualche modo» Era chiaro che quella bambina e quell'adulto non sarebbero stati in grado nelle loro condizioni di rispondere ad un ulteriore attacco, loro erano ancora nel pieno delle forze e forse potevano escogitare qualcosa per aiutarli.
    Quindi forse aveva agito in modo incosciente. No, togliamo il forse.
    Si era guardata attorno, ed essendo un piccolo parco giochi per bambini, vide una bancarella abbandonata con fucili a pompa, bicchieri e vari premi. La prima cosa che le venne da fare, per distrarli e rallentare , anche se probabilmente in modo sciocco, sarebbe stata quella di avvicinarsi al bancone per tirargli dietro tutto quello che trovava sotto mano cercando di prenderli in pieno...magari i peluche non facevano granchè ma i bicchieri e quei fucili giocattolo forse si, almeno un mal di testa?
    Non era una grande idea probabilmente, ed era consapevole che probabilmente sarebbe stata un prossimo bersaglio, ma forse avrebbe avuto modo di distrarli e scappare anche lei, ma dando un leggero vantaggio agli altri due ghoul. Dopotutto era veloce a correre.
    Tutto ciò sempre se quella sciocca idea avesse avuto successo.

    «Parlato di Hana»
    Pensato di Hana




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    Status: 100%

    NAME
    Jaden Kawaguchi

    AGE
    29 y.o.

    KAGUNE
    Rinkaku

    RANK
    Rank B

    Il modo in cui lui e il suo nuovo compare di avventure si erano incontrati era come in un film: un po' poteva dire che si stava divertendo. Insomma...sentirsi come in un film, forse sarebbe stato meglio un musical, sicuramente ino di quelli indiani ci sarebbe stata una musica di sottofondo con tanto di scena di combattimento strabiliante...ma anche in una produzione di americana, insomma, che scene! Che balli! Che coordinazione!
    Invece loro stavano correndo inseguiti: nella fuga aveva cercato di buttare con la kagune qualche cestino o qualsiasi cosa si trovasse dietro di loro così da rallentare la loro corsa.
    Quando poi pensavano di essere "al sicuro" , anche se momentaneamente , il suo orologio vibrò.
    «Oh-Oh! Ho fatto 10.000 mila passi! Ho raggiunto il mio obbiettivo della giornata, grande!»
    Mentre riprendeva fiato, solo allora si rese conto che lui e l'altro ghoul non erano soli...era un vero peccato, dopo una corsetta uno spuntino ci voleva e quel ghoul sembrava così gustoso...un vero peccato.
    «Oh...abbiamo ospiti! Salve!»
    Erano chiaramente terrorizzati, e non sembravano della CCG, meglio così, sarebbe stato demoralizzante scappare da quelli e ritrovarsi di nuovo così...non che fossero in una situazione rosea, non potevano scappare, e dovevano andarsene in qualche modo.
    «Che cosa facciamo amico mio?» Amico? Ma da quando? Ma quale confidenza? Si, Jaden se ne prendeva pure troppa. «Credo proprio dovremmo collaborare per uscire vivi da qui...ma prima le presentazioni---» Uno di quegli esseri umani però ebbe il coraggio di interromperlo. Jaden lo guardò truce. «Ti dispiace? Sto cercando di presentarmi!» Prima di assottigliare lo sguardo in modo non proprio rassicurante «E ti consiglio di stare fermo come una bella statuina» Si, lui probabilmente sarebbe stato il primo che avrebbe gettato nelle fauci di qualsiasi ghoul di passaggio. Che maleducato.
    «Stavo dicendo...sono Tengu, in un'altra occasione sarebbe stato probabilmente più piacevole conoscersi, ma direi che per sloggiare da qui dobbiamo fare qualcosa...»
    Poi guardò gli umani poco più avanti, che ancora terrorizzati sembravano starsene lì immobili, anche se presto sarebbero diventati un problema se cercavano di ribellarsi.
    «Idee?»
    Non ci avrebbero messo molto i quattro investigatori a trovare un modo per entrare o sfondare la porta. «Se sanno che ci sono degli umani potrebbero pensarci prima di far esplodere tutto...magari li usiamo come via di fuga?»
    Lui avrebbe voluto usarli anche come scudi umani, incominciando da quello che aveva cercato di interrompere la sua presentazione, ma forse cercare di usarli anche come ostaggi non sarebbe stato male. Sempre che non gli avrebbero dato fuoco con tanto di umani...quegli esseri erano dei veri mostri a volte! Peggio dei ghoul!
    Non si era reso minimamente conto di aver riempito di chiacchiere quel ghoul, spesso Jaden parlava senza riuscire a fermarsi, e effettivamente poteva essere un fastidioso difetto.
    Anche se ora aveva una voglia matta di cantare "Night Falls", gli sembrava proprio la canzone adatta alla situazione.

    Until the night falls, we're aligned. It doesn't mean that we're on the same side.

    «Parlato di Jaden»
    Pensato di Jaden




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    NAME
    Haru Y. Ueda

    AGE
    26 y.o.

    KAGUNE
    Bikaku

    RANK
    Rank B

    Nel momento in cui aveva messo piede su quella terrazza nel mezzo ai due edifici aveva capito di aver fatto un errore. O meglio, visto come si ponevano quei tre ghoul ostili l'errore l'avevano fatto loro. «Siete di intralcio» Sbuffò, per quanto la voce fosse modificata si poteva intuire quel velo di arroganza che contraddistingueva Adam.
    Non era solo, anche un altro ghoul sembrava nella stessa situazione, forse però sembrava meno ostile.
    «Non è molto leale» Sospirò Adam, sapeva che la classe era una cosa che non possedevano tutti, era una cosa che con cui ci nascevi e che difficilmente quelli come loro potevano comprendere. Poveracci bifolchi Insomma, quale altra etichetta poteva dargli? Non amava particolarmente gli scontri, ma se era necessario per andare via da quel posto sarebbe stato disposto a difendersi.
    Aveva troppe cose da fare che perdere tempo prezioso in quel contenzioso brutale, allo stesso modo ricordava perchè si era addentrato in quella zona: stava seguendo una sua nuova vittima, ma l'aveva persa per via del putiferio che era scoppiato. Avrebbe dovuto desistere e cercarne un'altra... ma non poteva.
    Non ce la faceva proprio a resistere.
    Quindi era chiaramente infastidito in quel momento di essere stato interrotto così...avrebbe al massimo rigettato la sua frustrazione sui ghoul che aveva davanti.
    Guardò quello che sembrava trovarsi nella sua stessa situazione, Adam era un essere egoista, non gli interessava che fine avrebbe fatto, allo stesso tempo poteva essergli utile per uscire da quel posto.
    «Vedi di restare vivo»
    Ah, bel suggerimento, complimenti! Era un'ovvietà, ma era il suo modo di incoraggiarlo? Forse. Dalla corporatura sembrava piuttosto giovane rispetto a lui, che fosse un ragazzino? Non poteva saperlo, ma poi che incosciente....ah si, il bue che dava cornuto all'asino, in effetti anche lui era stato incosciente infilarsi in quel casino per una vittima.
    Ma quando l'arte chiama...
    Tornando però alla realtà, Adam si rese conto che aveva due opzioni: o far stancare il ghoul che lo stava attaccando cercando di puntare sulla sua scarsa resistenza, oppure cercare di eludere l'attacco e sovrastare quello con la rinkaku su cui avrebbe avuto più vantaggio ma rischiando di ritrovarsi circondato da due nemici invece che uno. Di certo erano in netto svantaggio numerico, e quello con la rinkaku poteva sempre attaccarli, dovendo prendere una rapida decisione senza possibilità di riflettere a lungo, optò per la prima.
    Avrebbe cercato di schivare i colpi, usando anche la sua bikaku come scudo, sapendo, nella sua esperienza, che aveva una buona resistenza: voleva farlo stancare, e solo allora, appena avrebbe trovato uno scorcio, una debolezza, avrebbe sferrato il suo attacco, visto che a quel punto il nemico non avrebbe potuto difendersi.
    Aveva infatti usato la sua bikaku quasi per avvolgersi, e spostarla per cercare di parare i colpi, poteva rischiare di essere colpito, e per cercare di attuare il suo piano, stava indietreggiando.
    Se a lungo andare ci fosse riuscito, avrebbe tolto di mezzo anche con più facilità, o almeno sperava, quello con la rinkaku. Altrimenti avrebbe dovuto optare per scalare il muretto e avere un leggero vantaggio dall'altro.
    Già pensava che, se fosse stato costretto, avrebbe sfruttato l'altro ghoul sotto attacco come esca. Se loro non erano leali, era autorizzato a non esserlo neanche lui, ma avrebbe voluto evitare, un gentiluomo non aveva bisogno di sotterfugi! Non avevano avuto modo di presentarsi i due sfortunati, a lui piaceva autoproclamare la sua supremazia come Adam, ma era chiaro che quello non era il momento adatto.

    «Parlato di Haru»
    Pensato di Haru
     
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    Akari Katagiri

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    KAGUNE
    Koukaku

    RANK
    Rank B (Peregrine)

    I membri de La Coltre, non appena le voci dei vari movimenti degli ultimi giorni erano arrivate alle loro orecchie, si era premurati di organizzarsi immediatamente in modo da mitigare e dare supporto ai ghoul delle circoscrizioni colpite. In molti, in fondo, erano solo vittime delle ambizioni degli altri. Akari e il suo team erano dunque scesi in campo, la loro divisa ben in mostra oltre che riconoscibile, pronti a dare una mano al meglio che potevano.
    Le zone da coprire erano tante e ampie, per cui aveva deciso di chiedere aiuto ai quei loro simili che sembravano più neutrali e volenterosi. Ed era stato proprio per quel motivo che era stata affiancata da Swan, una ghoul che aveva fermato pochi minuti prima, chiedendole quel grande favore che lei aveva poi accettato di buon grado.
    Alle parole dell’altra ghoul alla visione di quella coppia di ghoul in pericolo che aveva intravisto scappare da una coppia d'Investigatori, Akari annuì con vigore. Forse i due ghoul erano solo un padre e sua figlia che erano finiti immischiati accidentalmente in quella situazione. A quel pensiero, sentì un forte tuffo al cuore, la mente che era volata alla sua di famiglia.
    Swan si era messa subito in azione, sfruttando l’ambiente circostante a loro vantaggio, tirando dei peluche e altri oggetti più pesanti addosso agli investigatori in modo da provare almeno a rallentarli un poco. Nel mentre Akari sfoderò senza esitazione la sua kagune koukaku, che si era diramata sulle sue braccia, per poi voltarsi verso di lei, avendo preso velocemente una decisione «Io continuo a distrarre le Colombe, nel mentre prova a guidarli in un posto sicuro. Nei paraggi dovresti trovare dei miei colleghi» le disse sottovoce, indicando con lo sguardo i due ghoul poco più in là «Fai in fretta!» aggiunse poi, in tono più forte. Avevano poco tempo per agire prima che fosse troppo tardi e le ferita arrecate da una quinque non si rigeneravano in fretta, e anche per quel motivo gli investigatori non si sarebbero di certo fermati solo per quello. Come lei, avevano una missione da compiere.
    Akari si gettò quindi tra i due investigatori e i due ghoul, parando la strada e facendo da scudo con il suo stesso corpo ai due ghoul feriti «Fermi!» urlò ai due agenti che aveva ora di fronte, pronta a reagire se l'avessero attaccata, non facendolo per prima per onore, dando quindi tempo alla coppia di ghoul di provare ad allontanarsi. Akari fece un lungo respiro, i nervi saldi. Non era la prima volta che faceva qualcosa del genere ma non sarebbe nemmeno stata l’ultima. Era il suo dovere.
     
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    Darien Lockwood Pinky

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    KAGUNE
    rinkaku

    RANK
    rank b

    Le parole di Gloria gli rimbombavano in testa come un martello pneumatico andato in tilt: quel «signorino, faccia attenzione e stia allerta» era stato chiaramente l'incipit che l'aveva condotto a correre come un dannato per le vie di Chuo, incontrarsi con un ghoul pazzo al punto da preoccuparsi di aver fatto dieci mila passi giornalieri e, dopo una corsa estenuante nel tentativo di depistare quei grossi bruti della CCG che lo stavano inseguendo, finire all'interno di un konbini con dieci umani che se la stavano facendo sotto solamente a guardare le loro kagune esposte.
    Darien aveva il fiatone, ma cercava in tutti i modi possibili di trattenersi dal dare segnali che potessero rendere palese la stanchezza dovuta alla corsa non programmata. Una folle fuga che si sarebbe volentieri risparmiato, ma ahimé sapeva che non poteva ottenere tutto ciò che desiderava dalla vita. Almeno poteva contare sull'eccitante brivido del pericolo: cosa avrebbe potuto farci con tutti quegli umani chiusi in quel konbini insieme a loro?
    «Vorrei dirti che è un piacere, ma capisci che non lo può essere più di tanto, perdonami» aveva quindi risposto al suo compare, evitando di presentarsi ― soprattutto perché non aveva idea di come avrebbe potuto chiamarsi, non conoscendo il proprio alias ― e guardandosi distrattamente attorno per valutare cosa fare.
    «In ogni caso» continuò poco dopo, senza mai smettere di controllare il piccolo negozio ed assicurandosi che tutte le persone rimanessero ferme dov'erano, «sarebbero dei bastardi senza scrupoli se non tenessero in conto della gente che c'è qui dentro» disse il bastardo senza scrupoli che già pregustava l'idea di farsi strada fuori di lì usando quegli umani come unica via di fuga possibile, anche se doveva solo capire come fare.
    «Tu!» esclamò, indicando il commesso del konbini, «c'è un ingresso sul retro addetto solo al personale?»
    Il giovane uomo annuì terrorizzato, evitando di muovere qualsiasi altro muscolo del proprio corpo. «Bene, andiamo a chiuderlo insieme, ti va? Non possiamo permettere che ne usufruiscano, così come non possiamo permettere che voi usciate, immagino comprendiate che la situazione è delicata.»
    Non avrebbe di certo lasciato andare il commesso da solo, dopotutto: non era così stupido da farlo affiancare da qualcun altro con cui avrebbe potuto fuggire e permettere agli investigatori di entrare all'interno del negozio con tanta facilità, perciò si sarebbe immolato per la causa, abbandonando il troppo loquace Tengu per qualche manciata di minuti, giusto il tempo di assicurarsi che l'ingresso sul retro fosse chiuso per bene e che nessuno potesse entrare. Dopo aver barricato per bene le porte spostando i mobili quanto più in fretta poté, tornò nella zona principale del negozietto.
    «Allora, Tengu-san» enunciò, il tono di voce un po' più rilassato rispetto a prima, «che ne dici di schierare tutti questi bellissimi soldatini? Dobbiamo delineare una linea di difesa, o saremo spacciati.»
    Per il momento era l'unica cosa che gli era venuta in mente: non gli piaceva sprecare tutto quel cibo, ma la sua pelle veniva prima della sua fame. E visto che ci teneva così tanto, avrebbe di gran lunga sacrificato qualcuno per riuscire a fuggire di lì.

    «Parlato»
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    Turno 02 (Xander, Hana, Akari, Jaden, Darien).

    ❖ XANDER.
    Il colpo alle gambe sarà stato pure sventato con un sapiente gioco di specchi e leve, ma, mentre si libra in aria come una leggiadra farfalla, ecco che Vulture può riconoscere nelle fessure della maschera dell’altro ghoul un’emozione che conosce bene: l’eccitazione della battaglia. Sembra che entrambi i ghoul abbiano trovato pane per i loro denti e, come a ribadirlo, una risata acuta ed esagitata si fa largo tra le labbra dell’avversario.
    «Finalmente uno che non si fa subito tagliare in due. Dio, grazie!» esclama, rivolto più a se stesso che a Vulture, di cui incontra lo sguardo solo per rispondere alla provocazione. «Che cazzo te ne fai delle mele quando nella vita hai le arance
    Quella è senza dubbio una dichiarazione di guerra: Vulture potrebbe aver trovato la sua nemesi. I due ghoul viaggiano infatti sulla stessa lunghezza d’onda - quella dei malati di mente -, tuttavia sembrano destinati a farsi guerra per una diatriba di natura ideologica tra mele e arance.
    Il contatto visivo tra i due viene spezzato bruscamente e Vulture si porta alle spalle del ghoul, afferrando il cassonetto per lanciarglielo addosso. Il nemico però è agile come solo i ghoul di RC bikaku sanno essere e, con un salto acrobatico che suggerisce sia un atleta, evita senza difficoltà di finire a fare da carne tritata tra il muro e il cassonetto.
    Se c’è la CCG nei paraggi, con tutto questo fracasso sicuramente ora sa che vicolo pattugliare, ma questo è sicuramente secondario rispetto alla guerra tra mele e arance.
    Dopo essere atterrato con invidiabile grazia in piedi sul cassonetto, il ghoul rivolge a Vulture un sorriso di sfida - invisibile sotto la maschera, ma chiaramente intuibile. La punta del piede destro picchietta con impazienza il metallo, mentre la mano protesa verso l’avversario si apre e chiude invitandolo ad avanzare.
    Questa si chiama provocazione.
    «Sai che cosa devi fare se la vita ti dà arance?»
    E questo si chiama vaneggio, ma forse sarà più efficace di qualunque insulto con Vulture.

    ❖ HANA & AKARI.
    La vista di Peregrine e Swan ha effetti decisamente diversi sui quattro: se da un lato i due ghoul sembrano accendersi di speranza, dall’altro gli agenti della CCG tentennano per un breve attimo all’idea di uno scontro impari, ma il senso del dovere li rianima abbastanza da stringere le quinque e tornare ad avanzare.
    La ragazzina, dopo aver strillato un «Aiutateci, vi prego!» con voce distorta dal panico, allunga il passo costringendo l’adulto zoppicante a compiere uno sforzo in più per non rimanere indietro. L’uomo si accascia pericolosamente sulle ginocchia con un lamento gutturale: è chiaro che sia messo peggio di quanto sembra. La ragazzina non ha però la minima intenzione di abbandonarlo e, senza pensarci due volte, si passa sulle spalle un suo braccio per aiutarlo a rimettersi in piedi, arrancando infine verso Peregrine.
    L’attenzione dei due Investigatori, un uomo e una donna, si concentra in un primo momento su Swan, la quale mette in pratica un diversivo tanto bislacco quanto paradossalmente funzionale. Almeno per un attimo, perché superato lo stupore di vedere un ghoul lanciare peluche e giocattoli invece della propria kagune, la donna si muove nella sua direzione col chiaro intento di far collidere la quinque koukaku a forma di martello con la testa della ghoul.
    È in quel momento, sotto una pioggia di giocattoli che non ha altro effetto che rallentare di poco la marcia dell’Investigatrice, che Peregrine si erge tra i due ghoul in pericolo e la CCG, incontrando lo sguardo del secondo Investigatore, un giovane fresco d’accademia con una quinque bikaku dall’aspetto di una spada.
    E quello si blocca. Spalancando gli occhi, non per paura ma di nuovo per sbigottimento, come se non si aspettasse un’azione tanto umana da un mostro.
    «Fermi!» urla Peregrine, ottenendo però lo spiacevole effetto di far infuriare l’Investigatrice col martello, la quale lancia uno sguardo rovente al giovane collega come ad ammonirlo di qualcosa.
    Infine accade l’inevitabile: il martello viene sollevato con l’intento di abbattersi con violenza inaudita su Peregrine, mentre l’Investigatore con la rinkaku si fa avanti con uno slancio per aggirare la ghoul e lasciarla alle cure della collega infuriata, diretto verso Swan e i feriti.
    Che sfortuna incontrare proprio una Colomba nera, eh?

    ❖ JADEN & DARIEN.
    Quel giorno tutti i pazzi di Tokyo sembravano essere confluiti a Chuo.
    E no, non si trattava di una banale prima impressione, di quelle fallaci e poco affidabili: Tengu, come si era presentato allo sparuto gruppo di ostaggi, era evidentemente pazzo dalla radice dei capelli alla punta dei piedi.
    Neanche Pinky sembrava la persona più affabile del mondo, ma di certo era furbo e il suo modo di ragionare pragmatico li aveva salvati da un arresto fin troppo semplice. Utilizzare l’entrata di servizio era stato infatti il primo pensiero della CCG, che si era ritrovata a tentare di sfondare una porta già sbarrata.
    E questo ci porta alla situazione attuale, con Tengu e Pinky che discutono su come utilizzare in maniera intelligente dieci piccoli umani per scappare ad orde di Investigatori che li hanno nel frattempo letteralmente accerchiati. L’ambiente circostante non gioca affatto a loro favore: un semplice konbini non ha niente da offrire a una coppia di ghoul in fuga da morte certa, neanche una rampa di scale a suggerire la possibilità di raggiungere il tetto dell’edificio.
    In trappola, Tengu e Pinky sono letteralmente in trappola e con poco tempo per elaborare un piano, perché il movimento frenetico all’esterno suggerisce che il nemico non ha intenzione di perdere.


     
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    Kiriyama Hayato Suzaku

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    Aveva perso di vista gli Ayakashi.
    Ottimo.
    Quel giorno non aveva la mezza intenzione di fare da babysitter ai gemelli, che del resto se erano lì era solo per seminare il disastro e raccoglierne altro. Quindi per divertirsi e basta, e al massimo se fossero stati feriti potevano sempre tornare a casa e frignare finché Hayato non avesse dato loro almeno un grammo di attenzioni.
    Li aveva viziati troppo.
    Ma non si preoccupava di loro, erano stati addestrati bene e avevano imparato con le cattive a non portarsi strani souvenir a casa, specialmente se vivi, ghoul e di nome Junichi.
    Non si stava nemmeno preoccupando per se stesso, e in quel momento si ritrovava circondato e su una terrazza che connetteva tre edifici. Erano abbastanza in alto, poi, perché Suzaku non avesse la minima intenzione di testare la forza di gravità e la rigenerazione miracolosa delle fenici.
    Anche se vedere uno di quei tre ghoul spiaccicarsi al suolo come potevi spiaciccare una zanzara sarebbe stato divertente. Quando riduci il cervello alla consistenza di un milkshake alla fragola tra umani e ghoul non c'è molta differenza.
    «Siete di intralcio»
    Il quarto era rumoroso.
    «Non è molto leale»
    Molto rumoroso.
    E sembrava viziato quanto gli Ayakashi, che dalla loro avevano almeno che erano ancora adolescenti. Quello sembrava molto più grande.
    Ma finché quel quarto ghoul non gli era apertamente ostile, non aveva alcuna intenzione di dargli motivi per farlo.
    Poteva risultare un'ottima pedina sacrificale, se le cose andavano male.
    «Vedi di restare vivo»
    Wow.
    Di solito era abituato a minacce e auguri di morte, quello sì che era strano. Quasi fastidioso.
    Ma non sembrava una persona facile da manovrare come una marionetta, peccato.
    Suzaku alzò le spalle, in un primo momento senza dire mezza parola.
    «Anche tu.» furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca, un po' in ritardo. Ci voleva più impegno per quello che non pensare a come dipingere i tetti di Tokyo di rosso.
    Anche perché i Kiriyama non pensano, agiscono di impulso. Educazione voleva solo che la strategia venisse insegnata così bene, con così tanta insistenza, da essere inscritta nel midollo e diventare parte delle reazioni istintuali.
    Per evitare di perdere tempo ragionando durante uno scontro.
    Hayato in realtà non aveva fatto particolarmente caso al blaterale del quarto ghoul, più o meno da quando aveva constatato per il momento non era una minaccia.
    Aveva fatto attenzione agli altri, probabilmente dando l'impressione di un pulcino circondato da serpenti.
    Il pulcino stava considerando se aveva voglia di sporcarsi di rimasugli di cervello o riprovare a strappare il cuore a qualcuno. L'ultima volta non ci era riuscito, colpa della gabbia toracica.
    Mangiare cuore doveva fare bene... al cuore? Era così che funzionava? O forse era un mito.
    Beh, alla fine non gli importava tanto. Il cibo era cibo, non andava sprecato.
    Lui non si chiamava Izanami.
    Aveva più motivi personali per voler fare a pezzi il ghoul con la rinkaku, ma era stato quello con la koukaku ad attaccarlo.
    Ovviamente, a quanto pareva essere in vantaggio strategico doveva piacergli molto.
    O semplicemente era un codardo a cui non piacevano le sfide, ma vincere il più facilmente possibile. Il tipo che caccia i bambini non per la qualità della carne, ma perché sono vittime più facili da uccidere.
    In quel caso doveva anche mancare di esperienza, ma era tutto da vedere. Non avrebbe abbassato la guardia per un errore di calcolo così stupido.
    Soprattutto quando lo scopo di Suzaku era proprio far abbassare la guardia all'altro.
    Non poteva prenderlo per stanchezza, si sarebbe stancato molto prima lui del suo avversario e doveva conservare le energie. Il ghoul con la rinkaku non aveva ancora fatto nulla, ed era un'incognita pericolosa.
    Ma poteva fingersi abbastanza in difficoltà per fargli pregustare la vittoria e fargli commettere errori stupidi da chi pensa di avere una vittoria facile.
    La fenice che si fingeva un pulcino.
    All'inizio, tra lo schivare di un colpo e l'altro, aveva fatto attenzione a come si muoveva l'avversario. Se era mancino, per esempio, o anche per fare attenzione a qualsiasi altra cosa potesse usare a suo vantaggio dopo.
    Per quanto, viste le circostanze, era più uno scan superficiale. Almeno studiandolo gli sarebbe stato più facile schivare.
    Non aveva ancora una strategia nello specifico, ma per il momento poteva limitarsi a organizzare una trappola fingendo una ritirata.
    Per un attimo si chiese se avesse potuto inaugurare la ringhiera e far fare un volo all'altro.
    Il metodo più classico per insegnare a volare, non vedeva perché una fenice non dovesse fare lo stesso con i suoi amici ghoul.
    Se poi non s'impara a volare pazienza, uno ci prova a essere d'aiuto.
    Rischiava di essere Suzaku stesso a fare il volo dell'angelo? Ovviamente sì.
    Ma senza rischio non c'era divertimento e non si otteneva mai nulla, e se era in quella situazione tanto valeva ballare sul filo del rasoio.
     
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    Xander Portokalos

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    Eh no.
    EH NO.
    Non si bestemmiava così davanti a lui, che idiota, le arance?
    Davvero?
    Ma era tutto pazzo?
    Pazzo detto da un pazzo. Be'...in effetti lo capiva, ma non era comunque d'accordo.
    «Devi avere una vita di merda per avere tutte queste arance»
    Fu la risposta del greco, ridacchiando. Niente e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea sulle sue deliziose mele...mmmmh che buono le mele...ah no aspetta, doveva rimanere concentrato, circa, no no, doveva.
    Di certo quel guanto di sfida lo aveva accettato eccome, si sarebbe battuto per le sue mele, altrimenti come avrebbe potuto guardare in faccia le sue meline ?
    Quel ghoul sembrava quasi una ballerina classica che era atterrata dopo plié...il fatto che sapesse cosa fosse confondeva anche se stesso, ma non aveva tempo per questo, doveva combattere per le sue mele!
    «Ti ammazzi?»
    Insomma, chi vorrebbe vivere in una vita che ti da arance? «Una limonata?» Una limonata con le arance? Era sicuramente un'accoppiata che non avrebbe voluto mai provare.
    «Dovresti smetterla di votarti alla arance, finiranno per deluderti...le mele invece non lo fanno mai, non sono neanche acide come le arance»
    Ridacchiò , e senza farselo ripetere due volte, con già la kagune sguainata, corse in direzione del ghoul, accettando l'invito di buon grado e se ci fosse riuscito, avrebbe mirato alla spalla sinistra con una delle sue articolazioni.
    Sperava proprio di bucargliela quella spalla...così gli avrebbe fatto sciacquare la bocca.


    «Parlato di Xander»
    Pensato di Xander




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    Hana Dunbar

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    «Va bene!» Non voleva lasciare Peregrine da sola, ma era chiaro che Hana forse non era la migliore in fatto di battaglia, ma poteva sicuramente aiutare trascinando quel ghoul mal ridotto lontano da lì...
    Sperava infatti di trovarli davvero i suoi colleghi, e che fossero nei paraggi.
    Grazie a quell'orda di peluche era riuscita a svignarsela dal chiostro, per poi avvicinarsi ai due feriti, così da aiutare la ragazzina ad alzare l'uomo, passando l'altro braccio sulle sue spalle.
    «Muoviamoci! Fuori di qui ci sarà qualcuno che vi porterà al sicuro!»
    Fu così che con una nuova spinta cercò di velocizzare l'avanzare dei feriti che si era fermata con l'inginocchiarsi dell'uomo: sicuramente in due sarebbero stati più veloci, ma avevano ancora un investigatore che li stava seguendo.
    Ti prego stai attenta
    Pensò a Peregrine ma non poteva distrarsi, doveva essere utile in qualche modo: così se l'altra ragazzina l'avesse aiutata avrebbe cercato di trascinare il ghoul verso l'uscita del parco.
    Sapeva però che erano seguiti, di conseguenza avrebbe dovuto fermarsi anche lei se voleva permettergli di scamparla. «Ci sono alcuni membri della Coltre fuori di qui, raggiungeteli»
    Lei, che non sapeva minimamente cosa fare, doveva cercare di distrarre il giovane investigatore.
    Se fosse riuscita ad mandare abbastanza avanti i due, tanto da metterli fuori pericolo, li avrebbe indirizzati verso l'uscita, per poi girarsi e guardare in direzione dell'investigatore che li stava raggiungendo: non l'avrebbe fatto passare, o almeno così sperava...
    Doveva però farsi vedere dall'investigatore, così avrebbe potuto scappare e farsi seguire in una delle giostre.

    «Parlato di Hana»
    Pensato di Hana




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    Jaden Kawaguchi

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    «Sei perdonato non preoccuparti» Ah così, va bene , visto che dovevano collaborare tanto valeva ragionare su come uscire vivi da lì sfruttando gli ostaggi...anche se quella corsa gli stava facendo venire fame... e non era stupido da mangiarsi qualcuno che poteva aiutarlo a scappare.
    «Be'...non che mi sorprenderebbe»
    Gli umani erano spesso dei bastardi, così come gli investigatori, quindi poteva anche essere, ma sperava di sbagliarsi e di utilizzare gli inutili umani per qualcosa.
    «Ottimo, almeno guadagneremo del tempo»
    Non tantissimo, ma dovevano escogitare qualcosa, e infatti si rivelò una buona idea quella dell'altro ghoul di cui non conosceva il nome, gli dava fastidio dargli dell' ehy tu, ma non sapendo come si chiamasse non vedeva altra scelta.
    Non ci avevano messo molto e guardava con disinteresse gli umani davanti a lui, sebbene fosse attento ad una mossa falsa.
    «Giusto...quindi o li facciamo entrare e li usiamo come scudo, o gli facciamo sapere in qualche modo che ci sono degli ostaggi e li usiamo come moneta di scambio? »
    Anche perchè erano sì degli umani spauriti, ma una volta che la ccg sarebbe entrato potevano benissimo dileguarsi e lasciarli nella merda. «Potremmo rovesciargli anche qualche scaffale quando entrano»
    Ne avevano così tanti attorno che qualcuno die quattro magari lo beccavano! «Oppure in qualche scaffale ci sarà qualcosa per legarli da qualche parte?»
    Prima di procedere dunque avrebbe atteso il parare del suo nuovo compagno di avventure.

    «Parlato di Jaden»
    Pensato di Jaden
     
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    Darien Lockwood Pinky

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    Il pensiero fisso di Darien in quel momento era uno solo: trovare un modo per uscire vivi da quel posto. Non era un gran frequentatore di quel genere di negozi ― per ovvi motivi, avrebbe volentieri aggiunto ― perciò quel che gli premeva di più era capire come avrebbero potuto agire, se c'era un modo di uscire riportando il minor numero di danni possibili.
    Dando una veloce occhiata fuori dalle vetrate, infatti, aveva potuto constatare come ormai erano circondati e si sarebbe trattato di una questione di attimi prima che quella situazione sfociasse nel delirio. Quel che lui e il suo improvviso compare di sventure dovevano ottenere era la salvezza e quanti meno danni possibili, mentre quel che la CCG doveva ottenere era la loro possibile cattura ed evitare di spargere il sangue di tutti quegli innocenti coinvolti.
    E il loro sangue era tutto ciò che avrebbe potuto ribaltare la situazione.
    «Farli entrare sarebbe una scelta azzardata, ma anche la più efficace: non si azzarderebbero mai a sacrificare le vite di dieci umani soltanto per catturare due ghoul, o almeno credo che potrebbero pensarla in questo modo.»
    Tengu non aveva proposto idee innovative o geniali, ma erano comunque una buona base secondo Darien. Portò una delle mani guantate sotto "il mento", ovviamente coperto dalla propria maschera, assumendo una posizione evidentemente pensosa.
    «Quel che è certo è che non possiamo perdere il nostro vantaggio: abbiamo dieci ostaggi, non possiamo permettere che ce ne sottraggano mezzo... quel che è peggio è che, a giudicare dal gran baccano che c'è fuori, sono arrivati anche i rinforzi.»
    Dopo l'ennesima veloce occhiata buttata fuori dal negozio, Darien si avvicinò al compare, abbassandosi leggermente per potersi adattare alla sua altezza, con l'obiettivo di avvicinarsi al suo orecchio e sussurrargli «saresti disposto a farti male pur di uscire..?»
    Darien sì, ovviamente lo avrebbe fatto. Non perché l'idea di diventare un colabrodo lo aggradasse o perché fosse un fan del dolore fisico, ma perché considerata la situazione era l'unica via di fuga. Non gli piaceva niente dell'idea di venir ferito, dal dolore che ne sarebbe conseguito all'idea di dover inventare scuse i giorni successivi, quando amici e colleghi gli avrebbero chiesto che cosa gli fosse accaduto. Insomma, era una bella gatta da pelare, ma meglio quello che finire dentro Cochlea o sotto tre metri di terra. Peggio ancora se tutto quel che sarebbe rimasto di lui sarebbe finito in mano ad un investigatore, sotto forma di quinque.
    L'idea lo fece rabbrividire.
    «Perché, in tal caso, possiamo dargli il benvenuto all'interno, fare casino e fuggire al primo spiraglio. Ci faremo molto male, ma è l'unico modo per fuggire... e dubito che si tratterranno molto, sono sicuro che sia questione di momenti prima che irrompano nel konbini.»
    Si prese un attimo di pausa, approfittando della cosa per guardarsi attorno: lo spazio era poco, era pieno di scaffali che avrebbero ridotto molto le loro possibilità di movimento. La cosa positiva era che dalla loro avevano le kagune, che li avrebbero di certo aiutati ad affrontare meglio lo scontro.
    «Quindi, ci stai?»

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    Akari Katagiri

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    Aiutare il prossimo era diventata la sua missione, una decisione che Akari aveva preso non solo per ripagare la gentilezza della sua salvatrice ma anche per lasciarsi alle spalle quel passato di bravate e violenza che si era costruita intorno sotto l’influenza di Raptor. Era suo desiderio, dunque, di aiutare La Coltre a mettere su le fondamenta per una società dove la coesistenza tra le due razze fosse possibile. Era una strada piena di ostacoli, e ancora non sapevano se ne valesse veramente la pena intraprendere. Ma tanto valeva provare.
    Sotto la sua maschera, lo sguardo di Akari era saldo, puntato contro la coppia d'investigatori che aveva di fronte e a cui aveva parato la strada, la sua kagune koukaku in bella mostra sulle sue braccia, gli artigli scarlatti che sembravano quasi minacciosi. Era il segno del suo passato, di come “Peregrine” era nata e, fino a quel momento, non era ancora mai riuscita a mutare quella forma in altro. Per altri tale fatto poteva essere quasi una maledizione, ma per Akari era il simbolo che le ricordava di non demordere mai e di non lasciarsi sopraffare.
    Uno dei due Investigatori, la donna, era palesemente furiosa dalla situazione in cui erano finiti, mentre l’altro sembrava quasi sorpreso dalla sua intrusione. La loro azione successiva non si fece aspettare ma lei era preparata, pronta a reagire bloccando quel colpo di martello da quella quinque che aveva imparato a distinguere come di tipo koukaku, massiccio e robusto come la sua stessa kagune, la stessa che usò per provare a bloccare quel colpo.
    Dopotutto combattere era il suo forte, brusca e sconsiderata com’era stata cresciuta e allenata nella sua pubertà, plasmata ad essere una sorta di macchina da combattimento. Lo era ancora certo, ma aveva imparato a prestare più attenzione e reagire con più testa, a non mettersi in pericolo per delle stupidate. Certo, non poteva fermare l’altro investigatore senza dare uno spiraglio di troppo a quello più aggressivo per attaccarla, per cui diede fede a Swan di riuscire a difendersi. Lei avrebbe fatto del suo meglio per far sì che nemmeno la Colomba che aveva di fronte la inseguisse, mettendo così ancora più in pericolo i ghoul feriti che stavano cercando di soccorrere. Con quel pensiero in testa, decise dunque di provare a dare anche una bella testata all’Investigatrice. Letteralmente.
     
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    Turno 02 (Haru, Hayato) - Turno 03 (Xander, Hana, Akari, Jaden, Darien).

    ❖ XANDER.
    In uno sporco vicolo di Tokyo era ufficialmente scoppiata la guerra tra mele e arance.
    Dopo un primo scambio di provocazioni più che efficaci, i due sfidanti concordano tacitamente che l’unico modo per decretare chi abbia ragione sia darsele di santa ragione, in barba alla CCG che opera appena qualche strada più in là e che, allertata dal frastuono, si sta già organizzando per verificare cosa stia succedendo.
    «Una limonata?»
    «Mi leggi nella mente, miscredente delle mele.»
    Panegirici di alta filosofia. Fortunatamente la dissertazione non dura a lungo e Vulture passa all’azione, accettando di buon grado l’invito a farsi sotto dell’adepto delle arance che nel frattempo abbassa la mano preparandosi all’azione.
    Con poche falcate di corsa, Vulture divora la distanza che li separa, giungendo in prossimità dell’avversario con la koukaku già direzionata verso la spalla sinistra di quest’ultimo. Intuita l’intenzione di frantumargli una spalla e magari tutto il resto spappolandolo contro il muro, il nemico si abbassa sulle ginocchia con la naturalezza di un grillo, evitando così la kagune che traccia un arco in aria e termina il suo disegno contro il muro alla loro destra, dal quale si riversa una pioggia di calcinacci. Proprio come Vulture non si risparmia nell’esternare una forza bruta, la colonna portante dello stile di combattimento dell’avversario pare essere l’agilità.
    A questo punto le cose si fanno più serie, e Vulture subisce un attacco su due fronti.
    Con uno slancio verso l’alto, l’avversario mira a dargli una testa sotto il mento, punto che se colpito con l’adeguata forza - e chi può averla, se non un ghoul? - può seriamente stordire. Contemporaneamente adopera la kagune bikaku come se fosse una corda, avvolgendola attorno alle gambe di Vulture per limitarne i movimenti o, nel migliore dei casi, immobilizzarlo del tutto.

    ❖ HANA & AKARI.
    Le due ghoul e i due Investigatori dunque si separano per sostenere due duelli, da un lato Peregrine contro l’adirata Investigatrice e dall’altro Swan contro il giovane Investigatore.
    Mentre Swan raggiunge il limitare del parco giochi coi due feriti, il frastuono della colluttazione tra la quinque e la kagune frusta l’aria: il colpo è violentissimo, tanto da far vibrare con decisione le braccia dell’Investigatrice e affondare i piedi di Peregrine nella sabbia.
    Anche l’Investigatore con la rinkaku si volta per sincerarsi che la sua collega sia ancora viva, una distrazione tanto breve quanto vantaggiosa per i due fuggitivi. Dopo aver annuito alle parole di Swan, la giovane ghoul prende un respiro profondo per prepararsi all’ultimo sforzo e, tenendo saldamente il braccio dell’altro sulla propria spalla, si lancia in una corsa fatta di spasmi dolorosi nella direzione da lei suggerita.
    L’illuminazione scadente del parco giochi li aiuta a confondersi col buio della notte, ma qualcosa non va come sperato: l’Investigatore non insegue Swan, ma le due prede claudicanti.
    Superata Swan, ormai rimasta qualche metro indietro in prossimità delle giostre, il giovane si ferma mentre i due ghoul passano sotto il cono di luce di un lampione. Alza la mano destra, nella quale stringe uno dei lunghi pugnali da lancio della sua quinque, mira e lancia con stupefacente maestria.
    Pochi attimi dopo la ragazzina cade al suolo, la lama conficcata nella nuca.
    L’urlo dell’altro ghoul fende il silenzio, ma l’attenzione dell’Investigatore deve ora tornare necessariamente su Swan, molto più pericolosa dell’ultimo fuggitivo ferito. La rinkaku di questo maestro delle armi da lancio è un set di sei, ora cinque, pugnali. L’Investigatore deve razionarli con attenzione se non intende rimanere a secco, per questo motivo si prende un momento per studiare Swan, quasi sfidandola ad avvicinarsi o dargli le spalle per tentare di fuggire.
    Nel frattempo la testata di Peregrine prende in pieno l’Investigatrice, le loro teste che collidono sono dure e rumorose quanto le rispettive armi. Può sembrare una mossa vincente e forse lo è, di certo la donna non si aspettava che un ghoul ricorresse a un’offensiva tanto normale, tuttavia mostra di avere riflessi pronti.
    Abbandona la presa della mano destra sulla pesante quinque, che ora regge a stento solo con la sinistra, estrae la sua pistola a proiettili Q e, approfittando della vicinanza con la ghoul, le spara un colpo allo stomaco. Se quinque e kagune sono sullo stesso livello di potenza, deve affidarsi a un altro mezzo per avere la meglio sulla sua nemica.

    ❖ JADEN & DARIEN.
    Parole, parole, troppe parole e troppi pochi fatti in quel konbini.
    Mentre Pinky e Tengu discutono di una strategia da adottare nei confronti delle forze armate assiepate fuori dal negozio, gli umani intorno a loro appaiono comprensibilmente irrequieti. Qualcuno si guarda intorno alla ricerca disperata di una inesistente via di fuga, qualcun altro singhiozza e piange senza controllo, ma nessuno ha il coraggio di farsi avanti e implorare per la propria vita.
    Abbracciando rapidamente con lo sguardo il locale è facile individuarli tutti: si tratta di quattro anziani, un salaryman, due giovani donne, una madre accompagnata dal suo bambino sui dieci anni e, ovviamente, il commesso. Quest’ultimo ha istintivamente ripreso il proprio posto dietro il bancone, mentre i restanti si ammassano ai lati nella speranza di mettere quanto più spazio possibile tra sé e i ghoul. La madre è accovacciata in un angolo e fa da scudo al figlio, schiacciato tra il suo abbraccio protettivo e la parete. Accanto ai due si trova una coppia di anziani, la donna tra le braccia dell’uomo che, nonostante l’età, segue coraggiosamente ogni movimento di Tengu e Pinky senza mostrarsi troppo intimorito. L’esatto contrario sono invece le due ragazze, una in piedi ma addossata al muro e l’altra raggomitolata nelle vicinanze del corridoio per l’uscita sul retro. Il salaryman è ridotto nello stesso stato della seconda ragazza, con una mano sulla faccia come per strozzare i singhiozzi e le tempie rigate di sudore. Infine ci sono i due anziani, uno in piedi davanti alla madre e uno appoggiato all’International ATM, che a giudicare dall’espressione tranquilla pare aver vissuto appieno la sua vita e non avere rimpianti nel caso finisca male.
    Mentre i ghoul mettono insieme un piano, però, ai singhiozzi si somma un nuovo rumore: l’inconfondibile tocco secco di nocche sul vetro.
    Qualcuno sta educatamente bussando alla porta di un konbini preso d’assalto e pieno di ostaggi.

    ❖ HARU & HAYATO.
    Alle parole di Haru, uno dei ghoul, quello che sembra essere il leader del trio di assalitori e con la kagune di tipo rinkaku, semplicemente sghignazza come divertito dalla sua sfrontatezza, scrollando poi le spalle con noncuranza. Il loro primo attacco non era stato un completo successo, ma a loro vantaggio la kagune di Haru aveva subito dei leggeri danni da parte dei proiettili dell’ukaku del ghoul nemico, più piccolo in statura degli altri due, notandolo essere entrato nella difensiva e in modo da mantenere le forze, aveva semplicemente smesso di lanciare proiettili dando invece spazio al loro leader di poter attaccare in modo ravvicinato con tutti e cinque i suoi tentacoli squamati, rimanendo qualche passo più indietro in modo da dare supporto ai suoi due compari. Il terzo, comprendendo le intenzioni degli altri due, aveva dunque deciso di non lasciare spazio ad Hayato per agire e disturbarli, che sembrava intenzionato a fuggire via, andando quindi ad attaccarlo nuovamente di peso con la sua kagune koukaku che si diramava possente sul suo braccio destro e in parte sul collo.


     
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    Xander Portokalos

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    Nessuno dei due sembrava intenzionato a darsela a gambe e con il rischio di essere beccati dalla ccg avevano continuato. C'erano cose però che valevano di più. Come le mele.
    «Te la farò ingoiare»
    Non ci era andato troppo leggero, entrato già in modalità full pazzia, visto che prima era solo in pazzia default. Il che comprendeva una certa dose di aggressività, tanto da ridere per le minime cose. Dopotutto era così che era entrato nei raptors...era stato menato e aveva continuato a ridere per tutto il tempo, fuori come un lampione, anche se molti probabilmente pensano che abbia avuto una crisi isterica.
    Purtroppo non gli era andata bene, ma non aveva intenzione di mollare, anzi, avrebbe continuato fino a che non avesse zittito il suo attacco di ridarella che era già partito. Sentiva l'adrenalina salire ed era una sensazione di cui non riusciva a farne a meno.
    Era decisamente attaccato su più fronti, ma doveva cercare di attutire almeno uno dei due, quindi cosa era meglio fare? Prendersi la testata rischiando di essere stordito oppure farsi limitare i movimenti.
    Probabilmente era matto come un cavallo a voler rischiare così, ma aveva preferito evitare la testata con il rischio di essere bloccato dalla bikaku avversaria per un semplice motivo: sarebbe stato lucido. Se la testata fosse stata troppo forte rischiava di essere direttamente fuori gioco e un facile bersaglio, invece poteva essere ancora sveglio e cercare di liberarsi.
    Infatti con l'altro arto della sua kagune aveva cercato di colpire la bikaku, ora poteva avere due scenari: uno in cui riusciva a impedire alla kagune avversaria di avvolgerlo, cosa poco probabile, oppure colpire la bikaku in modo bucarla per metterla fuori gioco.
    L'altro arto della sua kagune invece, l'avrebbe usato anche lui per un secondo attacco, stavolta direttamente verso una delle gambe del ghoul delle arance.

    «Parlato di Xander»
    Pensato di Xander




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    Hana Dunbar

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    Non avrebbe mai dimenticato la scena: era stato un attimo. Aveva pensato che l'investigatore si sarebbe fermato a combattere con lei, invece era riuscito a colpire la ragazzina.
    Il senso di colpa che l'avrebbe perseguitata non sarebbe stato indifferente, sapeva già che quella scena l'avrebbe rivista fino alla fine dei suoi giorni.
    Perchè?
    Era sicuramente una domanda a cui non riusciva a dare risposta, non avevano alcuna pietà, e se prima odiava essere starsene nell'ombra, mai come quel giorno avrebbe dimenticato quanto aveva odiato gli esseri umani.
    Non era giusto.
    Oltre al senso di colpa e al sentirsi completamente inutile, una rabbia mai provata la invase, decisa a non lasciar vivere l'investigatore. Lui non l'aveva fatto, dopotutto.
    Voleva anche aiutare Peregrine, ma sapeva che se si fosse voltata lui non avrebbe esitato a fare come la ragazzina: doveva cercare di disarmarlo.
    Non era l'unico dopotutto che poteva usare delle lame: infatti non ci aveva pensato due volte a sfoderare la sua ukaku. Ogni simil piuma poteva essere vista come una lama , e ovviamente non ci aveva pensato due volte a lanciaglierne tre, due verso le gambe e uno verso il braccio. Non poteva di certo schivarle tutte, o almeno ci sperava.
    Voleva rendere inoffensivo il nemico così da poter andare ad aiutare Peregrine, poi se avesse voluto finire quell'investigatore l'avrebbe fatto, ma non voleva che un altro ghoul morisse.


    «Parlato di Hana»
    Pensato di Hana




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    Jaden Kawaguchi

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    Ascoltò le parole dell'altro trovandosi d'accordo, non c'era poi molta scelta.
    «Non ho intenzione di finire in quella lurida macina di ghoul» Aveva troppi musical ancora da vedere, doveva ancora andare all'Eurovision! Non poteva di certo permettersi una cattura!
    «Action speak louder than words» canticchiò, ma deciso a fare il possibile per uscire. «Ma va bene, non ho paura di farmi male, basta che usciamo da qui»
    Poi guardò gli ostaggi, sorridendo appena di sottecchi. «Ma prima direi di prendere un incentivo» Gli sussurrò «Tutti amano i bambini»
    Ci sarebbero andati con i piedi di piombo gli investigatori se prendevano come ostaggio il bambino presente, gli altri erano sostituibili, ma ai suoi occhi vedeva quel bambino come una preziosa garanzia.
    Fu distratto dal rumore di qualcuno che stava bussando sul vetro. Chi era il pazzo? Disse l'altro pazzo.
    Di bene in meglio.
    «Che c'è ora?»
    Sbottò in direzione della porta...che invece fossero gli investigatori che volevano patteggiare ? Uno scambio? Mai come allora aveva deciso di avvicinarsi alla donna con il bambino, strattonandola per prenderselo e trascinarselo di nuovo vicino all'altro ghoul, sotto le suppliche della madre.
    Non voleva perdere un ostaggio prezioso nel marasma.

    «Parlato di Jaden»
    Pensato di Jaden




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    Haru Y. Ueda

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    Non aveva modo di vedere che cosa stava combinando l'altro, ma già il fatto che non fossero nemici era per adesso una cosa positiva, uno in meno di cui preoccuparsi...
    Sempre che non avesse deciso di unirsi agli avversari, in quel caso gli sarebbe toccato semplicemente scappare, cosa che non aveva abbandonato, se la situazione si fosse messa male, sarebbe senza dubbio scappato via lasciando l'altro al suo destino.
    Non era di certo altruista, nè avrebbe messo a rischio la sua vita per uno sconosciuto.
    Visto che la situazione era nuovamente cambiata, anche il piano di Haru era cambiato: il ghoul con l'ukaku vedendo che non aveva avuto successo si era ritirato dal duello temporaneamente, da bravo codardo pensò anche Haru, ma questo diede spazio al ghoul con la rinkaku su cui avrebbe potuto avere maggiore impatto.
    Infatti la sua bikaku avrebbe potuto facilmente togliere di mezzo quella avversaria, motivo per cui non aveva abbandonato in un primo momento la sua difesa per resistere all'attacco, ma appena avesse sbalzato indietro i tentacoli, sarebbe corso in direzione del ghoul per rompere le sue difese sferrando un attacco diretto, consapevole che avrebbe potuto avere più chance rispetto a quello con l'ukaku che aveva intenzione poi di abbattere più avanti e che sembrava essersi ritirato.
    Aveva infatti mirato alle gambe del ghoul per cercare di stroncare i suoi movimenti sul nascere.

    «Parlato di Haru»
    Pensato di Haru
     
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    Akari Katagiri

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    L’impatto tra la sua kagune e la quinque avversaria fu violento, e sentiva ancora l’eco della collisione che le rimbombava nelle orecchie, le braccia che quasi le vibravano nel mentre i piedi erano ancora saldi a terra. Non era stata l’unica ad aver messo forza dietro quel colpo, doveva concederlo all’altra, anche se la sua letterale “botta di testa” aveva avuto l’effetto desiderato vedendo che l’Investigatrice sembrava non esserselo aspettato.
    Poteva percepire la sensazione della quinque che aveva scalfito la sua kagune, senza però tagliarla più del dovuto. Ma quello che sentì di più fu il colpo di pistola che non aveva fatto in tempo ad evitare, si era tirata indietro non appena aveva notato lo scintillio del metallo ma non era stata sufficientemente veloce.
    Si portò una mano allo stomaco con un istinto di puro terrore, facendo svariati passi indietro mettendo più distanza tra loro, ma si tranquillizzò qualche istante dopo appurando che l’effetto era indebolente, si, ma non quello che sapeva essere causata da quella potente miscela chimica che adoperava la CCG contro di loro. Chi ne era stato affetto le aveva narrato degli effetti, e di come notarlo. Poteva sentire la sua kagune ancora in forze. Anche se sapeva quel proiettile andava tolto dal suo corpo il prima possibile, quell’acciaio era praticamente quasi come la kryptonite per loro.
    I campanelli d'allarme tuttavia si erano ormai alzati, saliti alle stelle, e doveva stare più attenta. Come le avevano insegnato di fare. Non voleva mettere a rischio nessuno, tanto meno la sua famiglia né i loro simili che stavano cercando di portare al sicuro. Doveva prendere giusto quel tempo in più che serviva, distrarre la colomba per qualche altro minuto. E poi fuggire via se la situazione sarebbe diventata più avversa.
    Voleva correre da Swan, per appurarsi stesse andando tutto bene, ma tuttavia sapeva che non poteva, perché l’Investigatrice l’avrebbe sicuramente seguita nella stessa direzione. Akari, quindi non si mosse, mettendosi in attesa. E se la colomba si fosse mossa, si sarebbe messa in mezzo, bloccandole la strada. Doveva pensare a lei in quel momento, non agli altri ghoul a cui stava coprendo le spalle.
     
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    Kiriyama Hayato Suzaku

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    Ok, ora poteva bastare. Si stava annoiando.
    Il gioco non era più divertente.
    E a essere sincero, non lo era mai stato. L'altro ghoul non sapeva nemmeno essere un degno passatempo, oltre che essere un gran codardo.
    Se Suzaku si stava fingendo un pulcino, il suo avversario era fastidioso e noioso quanto una zanzara. Quelle zanzare deficienti che non capiscono non possono pungere un ghoul.
    Troppa sicurezza in se stesso? Di sicuro, ma non era esattamente per quello se Suzaku si atteggiava tanto a padrone della situazione.
    Il vero motivo è che, con un clan che tenta di ucciderti da quando sei bambino, situazioni simili non solo diventano normali.
    Cominciano pure a essere scoccianti, sono fastidiose. Vorresti fare altro, ma no, sei qui che combatti per la vita.
    Fastidioso quanto il bisogno di dormire.
    E noioso quanto gli allenamenti di Shinya e Shuya, per cui la tecnica di stancare il maggiore si era fatta vecchia da ormai secoli.
    Quello era il tipico giocatore che, nello shogi, fingeva un'offensiva ma aveva paura di perdere pezzi.
    Erano i codardi che pensavano di poterla spuntare giocando sul sicuro e senza sacrifici. Era un comportamento, per dirla in maniera un po' più sportiva, ingenua.
    Da stupidi.
    Non era che la situazione non fosse brutta -lo era- ma la percezione del pericolo di Suzaku era a dir poco alterata.
    Da bravo capoclan di una famiglia di bestie come quella dei Kiriyama, del resto. Non c'era quindi molto da stupirsi.
    Non stava facendo caso all'altro ghoul, quello con la maschera da teschio, perché non gli era saltato in mente, non pensava ci fosse il bisogno -sembrava perfettamente capace di pensare a se stesso- e il babysitter non era la sua vocazione.
    I gemelli gli bastavano.
    Persino il dolore, però, sarebbe stato un buon cambio di programma rispetto a quello. Il dolore era ciò che c'era davvero di piacevole in uno scontro, oltre l'adrenalina e il troneggiare sullo sconfitto in tutto il proprio egocentrismo.
    Ma se voleva ricevere un favore come il dolore fisico, forse doveva prima regalarlo.
    Stava solo pensando al bene del prossimo. C'era anche quella piccola lezione sul volo lasciata in sospeso, no?
    Probabilmente a quel punto il suo avversario era convinto avrebbe avuto la meglio in ogni caso, appena Suzaku -che di resistenza già ne aveva poca, avendo perso la roulette genetica ed essendo un ghoul ukaku- si sarebbe sfinito.
    Che Suzaku si avventò all'improvviso avrebbe potuto cogliere di sorpresa.
    Era quello a cui puntava.
    Approfittando della vicinanza, così minima avrebbero potuto mettersi a ballare, per infilare gli artigli nelle fessure della maschera dell'altro. Non solo con lo scopo di accecarlo, in caso.
    O il genio chiudeva gli occhi, e in quel caso poteva solo ferirgli le palpebre e solo superficialmente gli occhi, o rischiava Suzaku scavasse in una delle orbite oculari per un suo nuovo fantastico esperimento, dopo il tentativo fallito di strappare un cuore a mani nude.
    Poteva strappare un occhio, fessure della maschera permettendo? Come snack dell'ultimo minuto non sarebbe nemmeno stato male.
    Poi avrebbe anche fatto caso se si erano avvicinati abbastanza alla ringhiera per far fare all'altro il volo dell'angelo, ma al momento aveva altre priorità. Come essere pronto a rispondere a eventuali brutte sorprese da parte del suo avversario, o anche ad eventuali intromissioni da parte degli altri.
    Non sarebbe diventato davvero un bersaglio facile solo perché era curioso del se e come poteva strappare l'occhio a qualcuno, e se in un occhio strappato si mantenesse il kakugan o ritornasse al colore che aveva avuto in precedenza.


    Edited by Cattleya - 2/6/2022, 23:17
     
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    Darien Lockwood Pinky

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    Per quanto Tengu gli avesse risposto in modo affermativo, la mente di Darien ancora navigava tra i pensieri nel tentativo di trovare un modo più semplice di scappare. Perché, per quanto fosse un amante del rischio e del pericolo, amava anche rimanere tutto intero e non doversi giustificare i giorni a seguire su quale fosse la ragione per cui sembrava fosse finito in mezzo ad una rissa molto brutta.
    Insomma: avrebbero potuto attuare il folle e per nulla ingegnoso piano che aveva formulato, oppure metterci ancora un po' di tempo per pensare a tutte le possibilità. Non che fossero tante, in quel momento l'unica via d'uscita sembrava essere proprio la porta d'ingresso, assediata dagli investigatori pronti a fare il possibile per assicurare lui e Tengu ad una fredda cella di Cochlea.
    Ma finire in gattabuia ed essere la vittima di chissà quali barbarie non era di certo quello a cui Darien ambiva di più. Le sue aspirazioni nella vita erano ben altre che fare il recluso dentro una cella.
    Tirò un sospiro piuttosto pesante, rimasto intrappolato tra il suo viso e la maschera, che più manteneva salda sul suo volto, più sembrava che gli mancasse l'aria, e ciò di certo non giocava a loro favore.
    "Pensa, cazzo, pensa."
    Il suo compare nel frattempo, oltre a canticchiare, sembrava essersi interessato all'unico bambino presente ― e come dargli torto ―, ma la catena di pensieri fu interrotta dal distinto suono di nocche che battevano educatamente contro la vetrata. Chi era lo scemo che, di sua spontanea volontà, aveva pensato di avvicinarsi?
    La brutta combo tra il sentirsi preso sotto gamba e il sentirsi in trappola gli stava giocando brutti scherzi. Lo sguardo, rimasto sempre opportunamente coperto dalla maschera, schizzò in ogni direzione, come se ricontrollare anche solo alla bell'e meglio il luogo potesse consentirgli di trovare una magica porta d'uscita improvvisata.
    E in effetti, forse, una soluzione meno drastica l'aveva trovata: la porta sul retro. Forse gli agenti avevano rinunciato a sfondare quella porta, avendola trovata sbarrata. Se avesse cooperato con Tengu, dopotutto, sarebbe bastato qualche colpo di kagune per spostare il carico che aveva lasciato davanti alla porta, aprirla e fuggire.
    Ma non si sarebbero insospettiti, gli agenti, se loro due fossero spariti nel retro? E lasciare la stanza principale del negozio senza la loro sorveglianza sarebbe stato opportuno?
    «Ehi, Tengu-san» lo chiamò quasi sottovoce, con la paura che qualsiasi cosa dicesse lo avrebbe potuto sentire anche quella schiera di investigatori là fuori. «Se tentassimo la fuga dal retro? Ci portiamo dietro degli ostaggi ― ed indicò di sfuggita il bambino che l'altro aveva strappato dall'abbraccio della madre ― per poi scappare. Ammesso e non concesso che gli agenti abbiano rinunciato a sfondare quella porta.»
    Darien diede un'occhiata alla porta che dava sul retro, dov'era accovacciata una ragazza. A quel punto l'unica cosa da fare era effettivamente controllare. O la va o la spacca, e in quel momento ormai le opzioni contemplate dal ghoul erano soltanto due: o tentare la fuga più o meno tranquilla dal retro, oppure lasciare che gli agenti entrassero ed approfittare della confusione per battere in ritirata, senza evitare di farsi decisamente molto, molto male.
    Se la risposta dell'altro fosse stata positiva, Darien avrebbe preso con sé una delle ragazze appostate vicino la porta del retro, per poi svanire all'interno dello stanzino.

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    Turno 03 (Haru, Hayato) - Turno 04 (Xander, Hana, Akari, Jaden, Darien).

    ❖ XANDER (STATUS -5%).
    Deciso a proteggere almeno il mento dal colpo in arrivo, Vulture riesce a tirarsi indietro quei centimetri sufficienti affinché la testa del nemico lo sfiori, evitando così una collisione che, a giudicare dalla violenza dello spostamento d’aria, sembrava avere la forza di una cannonata.
    La testata va così a vuoto, suscitando in fondo alla gola dell’altro ghoul, adesso faccia a faccia con Vulture, una risata gutturale che potrebbe competere con quella del Raptor. O questi due sono davvero fratelli separati alla nascita o tutto è frutto di un'allucinazione molto vivida della mente malata di Vulture.
    Le cose non vanno esattamente come sperato, però, confermando così che questa è la realtà. Una realtà abbastanza dolorosa. La kagune del nemico si avvolge come spire intorno alle gambe di Vulture, stringendole in una morsa salda e brusca, che sembra voler impedire la circolazione e ridurre la mobilità degli arti inferiori.
    La koukaku di Vulture si abbatte solo di striscio sulla bikaku, escoriandola ma non recidendola. Il colpo alle gambe invece va a segno, complice il fatto che l’altro ghoul si fermo, e lo travolge con una veemenza tale da far capitombolare entrambi a terra come sacchi di patate, Vulture ancora nelle grinfie della bikaku schiacciato sotto l’aggressore.
    Nonostante la caduta sia terminata con un sonoro colpo alla testa per entrambi, egli sogghigna al di sotto di un graffio che ora gli percorre la tempia destra, gocciolando sangue a lato della maschera. Sembra si stia proprio divertendo.
    In quel momento accadono due cose contemporaneamente: l’aggressore corre con una mano alla maschera e la inclina quanto basta a scoprire la bocca, e in fondo dall’altro capo del vicolo si allungano due voci.
    «Che diavolo…?»
    «Due ghoul, preparati!»

    Con la coda dell’occhio Vulture può notare che si tratta di due giovani Investigatori, un uomo e una donna, già in procinto di sguainare le quinque. Quello potrebbe essere un problema, forse non è stata un’idea grandiosa mettersi a combattere con la CCG a due passi da lì. Potrebbe avere i minuti contati, ma prima deve venire a patti con l’adepto delle arance, che proprio allora, a sorpresa, cerca di affondare i denti nel suo collo.
    Bene, se serviva una prova che i due fossero gemelli separati alla nascita, ora non serve più.

    ❖ HANA & AKARI (STATUS -25%).
    Mentre lo scontro tra le due ghoul e la coppia di Investigatori procede, un barlume di speranza si accende in fondo alla strada in cui il sopravvissuto piange sul corpo della ragazzina freddata senza pietà.
    Da una delle strade che si snodano dall’incrocio, infatti, compare un trio di ghoul mascherati probabilmente appartenenti alla Coltre delle Nubi. Dopo essersi guardati intorno e aver appurato la situazione disperata, i tre si scambiano qualche parola sottovoce e si caricano in spalla la giovane vittima e il ferito, trascinandoli fuori dalla portata del cecchino. Almeno uno dei due ce l’ha fatta, quindi la missione può reputarsi un successo parziale.
    Tutto questo accade nel campo visivo di Swan, mentre Peregrine è di spalle rispetto alla scena. Sarebbe decisamente più saggio ritirarsi anziché continuare a rischiare la vita e perdere tempo, tuttavia Swan sembra troppo furiosa per rendersene conto. Le piume affilate della sua ukaku fendono i pochi metri che distanziano Swan dall’Investigatore, il quale, arretrando lateralmente, riesce a schivarne due, venendo però colpito di striscio alla gamba destra dalla terza. Per un attimo perde stabilità, ma stringendo i denti ricaccia in fondo alla gola un sussulto di dolore e si concentra sull’avversaria.
    Uno sparo riecheggia violentemente nel parco, attirando l’attenzione del giovane Investigatore. Lo sguardo di quest’ultimo si posa su Peregrine, il cui passo claudicante non può che significare una cosa: è stata colpita dal proiettile della sua collega.
    Quindi è una preda più facile.
    Quindi la sua quinque rinkaku è ora direzionata verso la sua schiena, e un attimo dopo una nuova lama fende l’aria, puntando con precisione alle spalle.
    Ed è approfittando di questo affondo che l’Investigatrice donna si fa avanti.
    Lei e il suo collega avranno visioni profondamente diverse sull’esistenza dei ghoul, tuttavia è innegabile che sul campo abbiano un’invidiabile sintonia. È bastato infatti che si scambiassero un rapido sguardo per intendersi sul cambio di strategia: scambiarsi i target, approfittando del fatto che ciascuna ghoul sia concentrata su uno solo di loro.
    Mentre Peregrine è alle prese con gli effetti del proiettile Q e deve fare i conto con una lama che rischia di conficcarsi appena sotto il suo collo, l’Investigatrice approfitta del suo indebolimento e dell’attacco a sorpresa per lanciarsi contro Swan, sovrastandola con la sua notevole altezza e tentando di schiacciarla sotto la quinque martello.

    ❖ JADEN & DARIEN.
    Quando Tengu strappa il bambino alle braccia di sua madre, quest’ultima, strattonata senza pietà con abbastanza forza da scaraventarla a terra, tenta inutilmente di supplicarlo di lasciare suo figlio e prendere lei al suo posto. Si aggrappa con tutta la forza in suo possesso alle gambe di Tengu, finendo però di nuovo al suolo. Lo sguardo che rivolge al ghoul che ora trascina via suo figlio promette vendetta.
    «Siamo disposti a patteggiare.»
    È la voce che, al di là dell’ingresso occluso, risponde alla domanda spazientita di Tengu; una voce maschile atona e piatta, priva di qualunque inflessione che potrebbe tradire un inganno, che non può appartenere ad altri che a un esperto di negoziazioni. Una persona pericolosa, considerata la situazione.
    Chi però non sembra disposto a patteggiare è Pinky, che dopo aver lanciato la sua proposta al collega preleva un altro ostaggio - una delle due ragazze, a sua volta poco disposta a collaborare a giudicare dalle urla - e svanisce nello stanzino sul retro con un tempismo a dir poco sfortunato, perché questo gli impedirà di godersi una scena degna di un film d’azione statunitense.
    I due ghoul, infatti, sembrano essersi dimenticati dell’esistenza dell’altra stanza, una stanza che non manca mai nei locali pubblici: il bagno. Un terribile fracasso calamita l’attenzione di tutti sulla porticina in fondo a destra, poco visibile tra i tanti scaffali che tappezzano i muri, la quale viene spalancata lasciando entrare tre Investigatori armati di quinque sullo sfondo di un muro sfondato.
    «Lasciate andare gli ostaggi e noi lasceremo andare voi.» continua la voce fuori dal konbini.
    Forse serviva solo un diversivo per distrarre i ghoul mentre il contrattacco veniva organizzato.
    Gli ostaggi si precipitano verso gli Investigatori, sparendo uno dietro l’altro con l’aiuto del più giovane del trio. Fun fact: nel bagno c’era un ultimo ostaggio, il primo ad essere stato evacuato. L’unica a non fuggire è la madre del bambino, che viene coperta da un’Investigatrice armata di quinque ukaku: un fucile rivolto contro Tengu, il quale ha sì e no una manciata di secondi per tentare una fuga disperata appresso a Pinky prima che altri Investigatori irrompano.
    Ammesso che non ci siano altre Colombe ad attenderli fuori.
    La scelta a loro: negoziare o darsi in pasto alla CCG?

    ❖ HARU (STATUS -15%) & HAYATO (STATUS -10%).
    All’attacco di Haru, il ghoul era preparato. Certo, poteva parare alcuni dei suoi tentacoli, ma non tutti. E così fu, vedendo che alcuni tentacoli volanti lo presero in pieno su un braccio e lo sterno. Il successivo attacco alle gambe fu inefficace, vedendo che il ghoul non lo aveva solo schivato ma anche parato con una coppia di tentacoli, colpendolo solo superficialmente. E l’errore più grande fatto da Haru era stato pensare che il ghoul di tipo ukaku si fosse semplicemente ritirato, quando invece si era tirato indietro per dare supporto agli altri due. Infatti, con la sua kagune sfoderata, non aveva esitato a lanciare proiettili di cellule RC solidificate nella sua direzione. Certo, il suo compare non era particolarmente felice di essere stato interrotto, ma allo stesso tempo quello era stato il ruolo da lui designato.
    Dall’altro lato, il ghoul di tipo koukaku, invece, era molto più cauto notando anche che fino a quel momento il ghoul che aveva di fronte non aveva compiuto nessuna mossa avventata, nemmeno contrattaccato o manifestato la sua kagune. Per cui, quando all’improvviso lo attaccò non fu per lui una completa sorpresa. Non appena Hayato si era avvicinato, evitare che gli afferrasse la maschera o colpisse la fessura degli occhi era stata questione di parare con un braccio, per poi procedere a scansarsi senza esitazione, mettendo distanza tra lui, quel ghoul e la ringhiera, sferrando poi un colpo possente alla sua schiena.


     
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