[MISSION] Ward Wars: Regaining Control over Bunkyo [1A]

11/11/2021, 22 circa @Bunkyo

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    Milo Onishi

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    Non avrebbe mai creduto che quella mossa alla rambo maniera sarebbe riuscita, ma non aveva potuto lasciare Francesca nei guai, per quanto lui cercasse di restare distaccato da quello che lo circondava, in fondo era un bravo ragazzo.
    Dubitava avrebbero pensato lo stesso se avessero saputo ciò che nascondeva.
    Il colpo di kagune se l'era aspettata come reazione, così come il fatto che non avrebbe potuto evitarla, rotolando a terra per essere stato allontanato così bruscamente dal ghoul e tirandosi via di conseguenza il coltello che aveva ancora stretto insieme alla pistola nell'altra mano : sicuramente qualche livido se lo sarebbe portato a casa, sempre che riuscisse a rientrare.
    Il ghoul era chiaramente debole ed era il momento perfetto per metterlo KO, se non fosse che mentre si rialzava aveva notato l'altro ghoul nella direzione della sua collega: era certo che non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo da lei.
    «Attenta!»
    Le aveva urlato, sperando che la sua voce l'avesse raggiunta in tempo anche grazie al loro collegamento. «Chiedo rinforzi, probabile agente ferito» Aveva aggiunto, sperando che dalla telecomunicazione qualche altra squadra sarebbe venuta in loro soccorso, non era infatti certo delle condizioni di Francesca.
    L'unica cosa che poteva fare era cercare di aiutare la collega senza però lasciarsi sfuggire il ghoul in difficoltà: non aveva tempo da perdere, e visto che era questione di secondi, avrebbe tentato un disperato tentativo di atterrare il ghoul sotto effetto della fiala, usando il coltello che aveva ancora in mano, abbassandosi con uno scatto verso le ginocchia e cercare di assestare un taglio netto alla gamba per farlo inginocchiare, o quanto meno, per non far andar sprecata la fiala che lo stava indebolendo.
    Allo stesso tempo se poteva evitare che Francesca si facesse male, doveva provarci, così rialzandosi dallo scatto, se fosse stato ancora in tempo, avrebbe mirato al ghoul con la pistola ancora in mano per sparare dei proiettili Q, dopo averla ricaricata, mirando al centro della sua figura. Probabilmente non lo avrebbe preso, ma forse, poteva distrarlo il tempo necessario per far scostare Francesca o farle prendere la fiala. In tutto ciò non avrebbe dovuto perdere di vista il ghoul poco distante da lui, sperando che la fiala di inibitori dunque facesse totalmente effetto.

    «Parlato di Milo»
    Pensato di Milo
     
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    Il primo proiettile della sua quinque ukaku aveva colpito il braccio del ghoul in pieno, mentre il secondo era stato malamente schivato dal ghoul con una botta di fortuna nel mentre era stato l’ostaggio a rimanere, a detta sua superficialmente, ferito al suo posto. Fatto sta che la sorpresa e il suo rapido avanzare era bastato per far lasciare alla bestia la presa sulla ragazza, il fendente della sua quinque che aveva infine lasciato una evidente frattura sul muro, nello spazio dove poco prima si era trovata la figura mascherata del ghoul.
    Era evidente che Hui aveva messo non poca forza dietro quel colpo, ed era pronto ad attaccare di nuovo, un particolare scintillio dietro i suoi occhi dorati, se non fosse stato per quella sciagurata ragazza che si era buttata improvvisamente addosso a lui, strillando parole incomprensibili con quella voce squillante, dandogli poi anche un sonoro schiaffo sul suo viso, il rossore sulla guancia che risaltava sulla sua pelle diafana.
    Hui era sbalordito, gli occhi leggermente sgranati, e la suddetta doveva considerarsi fortunata, se fosse stato da solo non avrebbe esitato a toglierla di mezzo per l’affronto. Era già un miracolo che non l’aveva colpita in pieno con la quinque per puro istinto. Almeno Masaki si era finalmente mosso, ora doveva solo scrollarsela velocemente di dosso per il momento.
    La bestia non doveva scappare, questa idiota non si rendeva conto di cosa stava facendo?! Stava ostruendo un agente in servizio! E se il ghoul fosse riuscito a scappare, sarebbe stata tutta colpa sua, e Hui avrebbe di certo evidenziato l’accaduto nel suo verbale. L’avrebbe consegnata personalmente alle carceri di Cornicolum. Beh, se i piani alti avessero approvato.
    «Signorina, non è questo il momento» le disse quindi con tono gentile, come se non se la fosse presa minimamente, come stesse parlando con una bambina che non sembrava comprendere la situazione in cui si trovava. Insomma, per lui era in fondo quello, una bambina stupida ed incosciente «Questo ghoul deve essere catturato anche per lei» aggiunse nello stesso momento in cui la spinse con forza dietro di sé, in modo da avere la visuale libera. Era difficile che la donna avesse opposto resistenza, anche se non sembrava dalla sua stazza longilinea ed efebica, Hui era dopotutto sorprendentemente forte fisicamente. Sperò che la suddetta maledetta ragazza avesse recepito il messaggio, gli servivano quei preziosi secondo ed ella avrebbe avuto tutto il tempo di urlargli contro non appena quel ghoul fosse stato immobilizzato. Non che avesse gradito particolarmente.
    Fortuna voleva che Hui aveva effettivamente caricato la sua pistola di servizio con la fiala d’inibitori in precedenza, per cui sarebbe stata tutta questione di prenderla in mano e sparare contro il ghoul con precisione. Allungò la mano libera sulla fondina, puntandola poi in pochi istanti contro il ghoul che stava scalando quel muro, bloccato dai lanci di Masaki. Mossa azzardata considerando che stava perdendo di mano i suoi pugnali, ma allo stesso tempo non avevano altra scelta per rallentarlo, considerando l’intromissione dell’ostaggio. Svuotò quindi il caricatore sulla figura del ghoul ancora visibile sotto la poca luce del vicolo, cambiando leggermente direzione secondo la possibile scalata della bestia. Ah, non doveva sfuggire loro, sarebbe stato un disastro rintracciarlo facilmente! Avrebbero dovuto richiedere assistenza immediata dai loro colleghi dall’alto. Non avendo tempo per ricaricare la pistola, era arrivato il momento di usare di nuovo la sua quinque.
     
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    Mizushima Hibiki

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    Di nuovo, finì col reagire ancora prima di avere una totale comprensione della situazione.
    Purtroppo significava non tranciare del tutto la coda della lucertola, un vero peccato, ma anche così doveva comunque averla debilitata abbastanza. Ora era solo questione prima quel mostro la rigenerasse, doveva ucciderla in fretta.
    Ma era anche meglio provare a evitare un pugno in piena faccia. Hibiki aveva di certo un'alta resistenza a danni e fatica, ma un combattimento contro un investigatore e un ghoul rischiava di diventare impari molto velocemente.
    Voleva evitarlo il più possibile.
    La mossa più semplice, e immediata, era stato puntare ad abbassarsi per far in modo la bestia desse un pugno all'aria.
    L'ultimo fendente della naginata, un po' approfittando del repentino cambio di posizione di Hibiki, era stato in diagonale per ferite le gambe.
    E poi la bestia si allontanò.
    Ma Hibiki non voleva dare nemmeno un secondo in più a quel mostro per rigenerarsi, per cui -con la stessa freddezza di un boia- l'avrebbe giustiziata al più-
    «No!»
    Urlò lei, in direzione di Yun-ho e il ghoul koukaku.
    Era una donna, a giudicare dalla voce.
    I due investigatori, pur non mettendosi d'accordo, dovevano avercela particolarmente contro le gambe della ghoul bikaku. Yun-ho aveva sparato -stava facendo il cecchino!!!!- proprio in quella direzione.
    E a quel punto Hibiki tornò ad avere Yun-ho vicino a sé, a cui rivolse solo un breve e appena percettibile cenno del capo. Nemmeno fosse un saluto di bentornato.
    Niente che lo distraesse per troppo tempo dal suo ruolo di arma.
    «Arrendetevi» disse il suo collega ai due ghoul, tenendoli in linea di tiro col fucile.
    «O vi ammazzo.»
    Hibiki avrebbe voluto ammazzarli in ogni caso, ma ok. Poteva accettare anche quel compromesso.
    Magari li avrebbero comunque dovuti ammazzare. Era di certo pronto a recidere teste.
    Dallo sguardo, carico di rabbia a dir poco glaciale, e l'espressione in generale impassibile Hibiki poteva davvero sembrare il boia della situazione. O la conferma che sì, lui e Yun-ho non avrebbero avuto la minima esitazione nel farli fuori.
    Hibiki avrebbe avuto poi, una volta avvolto nella tranquillità del dormitorio della CCG, il tempo di farsi venire qualche dubbio. Qualche domanda.
    E chiedersi perché una bestia, una creatura naturalmente egoista e distruttiva, avesse invece deciso di voler proteggere un proprio simile.
    A meno che non fosse una finta per fargli abbassare la guardia, e in quel caso non avrebbe funzionato.
    Gli strumenti di caccia non si facevano prendere da dubbi e emozioni durante i loro compiti, e non lo facevano nemmeno le armi.
     
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    Turno 04 (Yun-ho & Hibiki)

    ❖ YUNHO & HIBIKI
    Gli ordini andavano eseguiti e loro due non avevano molta scelta in merito. Se non fossero riusciti ad uscirne vincitori sarebbero periti lì, alle mani di quelle due Colombe. Era la condizione che avevano accettato quando si erano offerti volontari. Non era un sacrificio, non era per nessun motivo nobile per le persone che li avevano cresciuti e messi al lavoro. Era per un semplice desiderio di vendetta e riscatto.
    Dovevano iniziare a fare sul serio, a muoversi e pensare insieme.
    Alle spalle della ghoul bikaku, il suo compare si era infine ripreso dallo shock appena ricevuto. Certo, ora era indebolito, le sue normali capacità sovrumane ridotte, ma finché poteva ancora muoversi poteva avere la meglio sui due agenti. Doveva crederci.
    Non appena vide uno degli Investigatori imbracciare il fucile contro l’altra, lo scintillio a lui chiaro sotto la fioca luce dei lampioni, spinse entrambi indietro, facendo giusto schivare alla sua distratta compagna in tempo quel colpo diretto alle sue preziose gambe.
    «Mai» fu la sua tuonante risposta, sfiorando delicatamente la spalla della sua collega, prima di agire di nuovo, avendo poi ritratto la propria instabile kagune koukaku. Dopotutto, non era l’unica parte del suo corpo fosse robusta o allenata.
    La ghoul bikaku lo seguì a ruota. Non servì loro uno scambio di sguardi per capirsi, un semplice andamento del corpo era bastato. Con serietà ma anche non malcelata furia, si buttarono con i due, separandosi solo quando erano abbastanza vicini. La bikaku spinse con forza il compare con la propria kagune contro Yun-ho, mentre lei si gettò nuovamente contro Hibiki, pronta a tirargli un calcio volante in testa nel mentre si preparava ad attaccare con la sua kagune, mentre il collega era pronto a fare a pugni con l’intenzione di togliere dalle mani del cecchino quella quinque.
    Dopotutto, importava loro solo uno dei due rimanesse vivo.


    ❖ Il seguente turno è stato postato in solitaria in modo da mettere tutti alla pari prima che venga postato l'ultimo turno (il 5°) della mission. Dopodiché, al completamento dell'ultimo turno, la mission potrà considerarsi conclusa con un post finale riassuntivo e valutativo.

     
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    Yun-ho Son

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    Aveva commesso un errore a non essere brutale con i due ghoul, forse perché in fin dei conti non era mai stato il tipo da uccidere a prescindere da se avesse o meno motivo di farlo.
    Sempre guardingo e fin troppo osservante delle regole, aveva finito per commettere un errore che forse sarebbe costato caro sia a lui che al collega, Mizushima: quando vide la ghoul schivare per un pelo il proiettile sparato, grazie ai riflessi del compagno, il suo volto si contrasse in un'espressione di pura stizza, le labbra compresse tra loro e la sopracciglia corrugate che accompagnavo gli occhi socchiusi, come se stringerli un po' gli avesse permesso di focalizzarsi meglio sui ghoul che aveva di fronte.
    Ma non potevano più perdere tempo.
    Quando la ghoul dalla kagune bikaku aiutò il compagno a lanciarglisi addosso, Yun-ho sapeva che non aveva più la valigietta a sua disposizione per parare i colpi, quindi doveva marciare sul fatto che, che gli piacesse o meno, il suo avversario era comunque indebolito e, anche se si era effettivamente ripreso dal malessere iniziale, ormai il liquido inibitore era in circolo nel suo sangue e non si sarebbe ripreso al cento percento per un bel po'.
    Una manciata di rapidi passi indietro mentre continuava ad imbracciare il proprio fucile, scaricò con un gesto repentino il colpo precedentemente sparato per metterne in canna un secondo e, mentre ancora indietreggiava nella speranza di non beccare ostacoli al suo cammino, sparò un colpo quando il ghoul fu sufficientemente vicino perché fosse molto difficile schivare il colpo. Subito dopo decise di spararne un secondo e, ancora, un terzo, per assicurarsi che per il ghoul non fosse così semplice schivare o parare i proiettili.
    Non si permise nemmeno di dare uno sguardo al collega, troppo occupato a pensare di mettere fuori gioco l'avversario. Conoscendo Hibiki non si sarebbe di certo fatto intimorire da una ghoul arrabbiata, ma la speranza che se la cavasse era comunque forte nel coreano.
    Potevano farcela. Ce la dovevano fare. Non era conteplato, ormai, lasciare sfuggire quei due. Anche a costo di fracassare il cranio del ghoul a colpi di quinque.

    «Parlato»
    "Pensato"
     
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    Mizushima Hibiki

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    Koukaku (Grimm)

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    Secondo Grado

    «Arrendetevi o vi ammazzo.»
    «Mai.»
    Il mostro pronunciò quell'unica parola in modo molto sicuro, per essere una condanna a morte per lui e l'altro mostro. Ma forse non se n'era nemmeno reso conto.
    C'era anche la possibilità i due ghoul non si fossero fidati delle Colombe -perché avrebbero dovuto farlo? Non ne avevano motivo- ma quello era l'ennesimo dubbio Hibiki si sarebbe posto a esecuzione conclusa. Pensieri simili erano mortali, in situazioni del genere, e in quel caso il pericolo era doppio. Un suo errore non metteva solo in pericolo la vita di Hibiki, ma anche quella di Yun-ho.
    Non poteva rischiare la vita del collega per qualcosa del genere. I ghoul avevano entrambi una kagune, quindi nessuno di loro era della vecchia famiglia di Hibiki. Problema risolto.
    Nemmeno lui si sarebbe fidato delle Colombe, quando era ancora Grimm. Così tanto in effetti alla sua cattura aveva lottato fino all'ultimo -e cioè finché la CCG non aveva completamente cambiato atteggiamento, chissà perché, cercando di capire il motivo per cui un umano vorrebbe fingersi un ghoul.
    Ma in quel momento Hibiki doveva compiere un'esecuzione, non imparare come usare l'empatia.
    La feccia rimarrà sempre feccia. Ogni dimostrazione di umanità nei loro confronti, come un tentativo di risparmiargli la vita, era purtroppo sprecato.
    Come lo era ogni dubbio se anche loro avessero o meno dell'umanità. Ovvio non ne avessero.
    Ovvio andassero sterminati dal primo all'ultimo. La minaccia ghoul si sarebbe conclusa solo una volta eradicato il problema alla radice.
    I due mostri avrebbero dovuto essere uccisi prima, nel loro momento di debolezza. Per quanto falso, un'imitazione di qualche loro vittima forse?, l'avrebbero potuto prendere a loro vantaggio.
    Poco male, Hibiki non aveva mai sperato di finire tutto quello in modo pacifico, ma con un'esecuzione in piena regola. L'esito era stato rimandato, ma non annullato.
    La prontezza di riflessi di Hibiki, quindi, fu più il risultato di quanto poco si era fidato. L'espressione rimase la stessa, la gelida rabbia che potrebbe avere un boia.
    La ghoul attaccò simultaneamente con un calcio volante, dritto alla testa, e con la kagune.
    Il che, a dire il vero, poteva anche essere rivolto a vantaggio di Hibiki. Sarebbe dovuto essere più facile schivare un colpo alla testa che uno, ad esempio, verso il tronco.
    Balzò di lato, fuori portata, pronto a proteggersi con l'asta della naginata dalla kagune. In questo modo avrebbe colpito con l'asta la kagune -rinunciando a tranciargliela- ma forse gli avrebbe dato abbastanza possibilità di manovra con la lama per attaccare all'altezza del collo.
    Con tutti quei discorsi sul non esitare a far saltare teste, il minimo che potesse fare era provare a farlo davvero.
    Magari non sarebbe stata un'esecuzione pulita come avrebbe voluto, magari non lo sarebbe proprio stata, ma intanto avrebbe come minimo provato a tagliarle la gola.
     
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    Turno 05 (ULTIMO TURNO)

    ❖ YUNHO & HIBIKI. (Status Yunho: -5%; Status Hibiki: -20%)
    I due ghoul si erano quindi mossi velocemente, non volendo perdere ulteriore tempo in modo da completare quella loro missione il prima possibile senza indugiare oltre, ma nemmeno i due investigatori si erano fatti prendere contropiede dalle loro azioni, preparandosi ad agire prontamente ai loro attacchi simultanei.
    Il ghoul di tipo koukaku, aiutato anche dalla collega, raggiunse Yun-ho con un ampio slancio. Ma quella vicinanza era un’arma a doppio taglio per entrambi. L’investigatore si fece indietro d’istinto nel mentre scaricò il colpo precedentemente sparato, il giusto per non essere colpito in pieno fin da subito, permettendogli così d'impugnare la sua quinque e sparare dei colpi che andarono a colpire il ghoul nell’addome, ora troppo vicino per poterlo evitare, nemmeno i suoi riflessi sovrumani potevano aiutarlo in quel momento. Ma il ghoul non si fermò, non indietreggiò a quella grave ferita subita e anzi, si gettò addosso a Yun-ho con una punta di disperazione e furia in più nei suoi movimenti. Gli afferrò quindi un braccio, la grinfia salda, la forza fisica ormai notevolmente inferiore del normale, nel mentre cercava di sviare la mira del suo fucile pronto a tirargli un pugno allo stomaco se solo ci fosse riuscito, facendo volare quei due successivi proiettili per aria che, nella foga del momento, per poco con avevano colpito l’altra coppia impegnata in uno scontro tutto loro, i chiari segni dei colpi su un muro e la strada.
    Nel mentre, la ghoul di tipo bikaku, con lo sguardo scarlatto nascosto dietro quella sua maschera, doveva pagare le conseguenze delle sue azioni: il suo calcio fu evitato prontamente, cosa che contava succedesse, e per tale motivo aveva adoperato immediatamente la sua kagune come supporto. Certo, riuscì a colpire l’umano ad una gamba, procurandogli una profonda lacerazione, ma allo stesso tempo Hibiki era riuscito a colpire il collo di lei con precisione, la lama della quinque che lasciò nella sua scia un taglio non da poco. Una sua mano era volata al suo collo, stupita, mentre cercava di trattenere l’urlo di dolore con tutte le sue forze. No, non era niente di grave, andava tutto bene. Era normale. E la sua rigenerazione sarebbe entrata presto in azione, la lega di quella quinque l’avrebbe solo rallentata di svariati istanti. No, non doveva nemmeno far sapere al suo compagno quale fossero le sue condizioni, non doveva distrarlo. Quello sarebbe stato un errore ancora più grande. Prendendo un respiro, immobilizzò nuovamente la sua quinque, la mano che teneva chiusa quella ferita che quasi tremava, lo sguardo puntato alle braccia del suo avversario, con l’intenzione, anche lei, di era togliergli di mano quell’arma.

    ❖ MILO. (Status: -5%)
    Il ghoul dalla maschera di leone osservò la sua kagune ukaku scomparire con un moto di pura irritazione. Senza quella parte di lui si sentiva debole ma allo stesso tempo non aveva intenzione di darla vinta a quell’investigatore dai capelli di un colore ridicolo. Fintanto che ne aveva le forze ne sarebbe uscito vincitore, trionfando non solo su quei due investigatori ma anche l’altro ghoul. Sentì Milo vociare degli ordini nella sua ricetrasmittente, segnando per lui un tempo limite per reagire, e prima che il suddetto potesse attaccarlo alle gambe col suo maledetto pugnale, andò quindi a calciargli quella mano vedendolo chiaramente arrivare. Gli inibitori erano ormai in circolo, per cui la sua forza era più umana che mai, ma non era comunque così debole senza quel vantaggio, facendo quindi così volare via uno dei suoi pugnali dell’investigatore.
    All’insuccesso di quell’attacco, Milo si fece subito indietro velocemente in modo da evitare un suo successivo contrattacco, ma non appena lo vide tirare fuori quella pistola, puntata non verso di lui, ma alle spalle dell’altro ghoul, glielo lasciò fare, incurante dell’incolumità dell’altro, usando quell’attimo di distrazione dell’umano per andargli di nuovo contro lateralmente, pronto a tirargli un altro pugno in pieno volto.
    Dall’altra parte del garage sotterraneo, a poca distanza da Milo e il ghoul ukaku, Francesca era nei guai. E fu solo grazie al pronto richiamo di Milo che Francesca riuscì ad evitare l’impellente attacco della kagune rinkaku di quel ghoul con prontezza, rotolando lateralmente nella direzione dove la fiala era scivolata via, recuperandola. Il punto in cui si era trovata pochi istanti prima presentava chiari segni di quel colpo. L’aveva scampata di nuovo con ferite superficiali. Era chiaro che se l’avesse colpita nella sua distrazione di recuperare la fiala che le era scivolata via nella colluttazione precedente, non ne sarebbe uscita completamente incolume. Era una fortuna, dunque, che non fosse lì da sola e con lei ci fosse quel compagno di squadra che a quanto pare, nonostante tutto, le stesse portando fortuna. Le era stata data quindi una possibilità e non l’avrebbe lasciata andare, con la fiala intatta ora in mano, la caricò subito nel suo fucile a pompa pronta ad usarla con il ghoul momentaneamente distratto dal colpo di pistola che lo aveva preso in pieno alla spalla.

    ❖ HUI.
    La reazione estrema e imprevedibile della ragazza è una tale sorpresa per Hui da lasciarlo comprensibilmente spiazzato per alcuni, preziosissimi secondi che il ghoul non manca di sfruttare nella sua scalata verso la salvezza. Un occhio attento, ad esempio quello di Yokoyama Masaki, avrebbe potuto cogliere nei suoi movimenti la rigidità tipica del panico, ma poco importa che in fin dei conti si tratti di un ragazzino terrorizzato: nessuno dei due Investigatori avrebbe avuto pietà, in special modo Onishi Hikaru.
    Se vuole avere salva la vita, il ghoul deve approfittare della distrazione fornita dalla ragazza e giocare bene le sue carte. Cosa che riesce a fare fino a un certo punto, dimostrando di avere nervi straordinariamente saldi per una persona così giovane e sola.
    Nonostante l’egregio lavoro di Masaki nello sbarrargli praticamente ogni via di fuga tranne una, fornendo così a Hui una solida traiettoria da seguire nei suoi colpi, a dividere il ghoul dal tetto mancano pochissimi metri quando l’Onishi riesce a scrollarsi di dosso l’ostaggio imbizzarrito come un cavallo.
    Gracile, ferita - anche se superficialmente -, provata dall’intera situazione e stretta nella morsa d’acciaio di un Investigatore forte come Onishi Hikaru, la ragazza ha praticamente zero chance di non essere spostata con la facilità di una foglia sospinta dalla violenza di un torrente. Ciononostante è lapalissiano che non sia per niente persuasa delle buone intenzioni dell’uomo, il quale fronteggia con cipiglio spavaldo e torvo fino al chiudersi del breve scambio di battute; i piedi, saldamente ancorati al suolo, strisciano lasciando delle chiare scie nello sporco mentre Hui se la leva di torno una volta per tutte.
    Nel frattempo il ghoul è arrivato a destinazione, la sua fuga pare quasi certa nonostante i colpi di Masaki andati a segno con magistrale abilità. Un bersaglio mobile, soprattutto da quella distanza, non è un’impresa da tutti, ma i due Investigatori sanno il fatto loro e non perdono tempo a dimostrarlo.
    Il caricatore di Hui viene scaricato sul ghoul e nonostante il buio e la distanza più di un colpo va a segno, come intuibile dalla corrosione quasi istantanea della kagune.
    È loro: nonostante l’operazione fuori dalla norma e la resistenza dell’ostaggio, il mostro è loro ─ o forse no. Sfortunatamente l’intervento della ragazza è davvero costato quel secondo in più capace di fare la differenza, e il ghoul rimane appeso al tetto con entrambe le mani mentre la sua kagune si dissolve nel buio. Con un ultimo, disperato sforzo, egli si dà una spinta con la gamba sana e scompare oltre il cornicione.
    Non è però ancora finita: il grosso è stato fatto, adesso basta che qualcuno gli dia il colpo di grazia prima che possa defilarsi. Ed è esattamente quello di cui si occupa Masaki, che non perde tempo a contattare i colleghi mentre la ragazza si appoggia in silenzio al muro, chinandosi per sincerarsi dello stato della ferita alla gamba.


     
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    Il coreano aveva ormai compreso che quello scontro non si sarebbe protratto a lungo. Concentrato solo ed esclusivamente sul ghoul che aveva di fronte, la ferma consapevolezza che un minimo di distrazione gli sarebbe potuta costare cara e la fiducia che aveva riposto nel suo collega gli permisero di rimanere focalizzato sul suo obiettivo: uccidere quel mostro prima che il mostro uccidesse lui. Aveva sperato per un quantitativo di secondi incalcolabile che la sua strategia di alternare l'uso della propria quinque alla strumentazione standard fosse stata la scelta giusta e, dopo gli attacchi sempre meno precisi e forti del ghoul con cui si stava scontrando, era sempre più convinto che fosse così.
    Ma non poteva più fare affidamento solo sull'uso delle armi, o da quella situazione ne sarebbe uscito sicuramente più ferito di quanto avesse preventivato.
    Il ghoul quindi gli afferrò il braccio e, nel momento in cui Yun-ho cercò di scaricare altri colpi nel corpo di quell'essere, la canna del fucile venne sfortunatamente indirizzata altrove, e i proiettili che tanto aveva sperato si conficcassero nelle carni del ghoul, purtroppo, trovarono un rapido "rifugio" nelle mura del palazzo a cui il ghoul dava le spalle.
    Fu un attimo, per l'investigatore. Lo sguardo si rivolse brevemente alle figure del collega e della ghoul che Mizushima stava affrontando, per accertarsi che Hibiki non fosse stato ferito dalla deviazione di traiettoria dei colpi e sperando di avergli involontariamente tirato un assist colpendo anche solo di striscio la ghoul, ma così non fu. Strinse i denti, rivolgendo dopo poco lo sguardo al suo "avversario" e, mentre cercò di incassare il pugno come meglio poté, lasciando che il proprio volto si contraesse in un'espressione di dolore, decise di non rischiare ulteriormente affidandosi soltanto alla sua arma. Perciò, conscio della presa salda sul proprio braccio destro, l'investigatore Son allentò la mano sinistra sulla presa monopiede del fucile, lasciando scivolare rapidamente la mano dietro, esercitando della leggera pressione. Nel frattempo, si sforzò di contrastare quanto più poté la grinfia nella quale era caduto il braccio destro, stringendo la mano sulla canna del fucile e cercando di direzionare la canna quanto più velocemente poté verso la testa del ghoul e, ancor più rapidamente, spinse il fucile quanto più vicino riuscì al volto del mostro con la mano sinistra, per poi tornare a reggerlo il più saldamente possibile, arrivando alla bell'e meglio vicino al grilletto con le dita, sparando un colpo. Sperò che la distanza così ravvicinata non gli giocasse brutti scherzi, anche se già solo il rinculo del colpo lo fece cedere e perdere l'equilibrio, ritrovandosi a cadere all'indietro. I riflessi del ghoul erano ancora abbastanza inibiti da permettergli che il colpo andasse a segno e porre fine a quello scontro?

    «Parlato»
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    Milo Onishi

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    QUINQUE
    Rinkaku (Mazekeen)

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    Quella si che era una giornata decisamente movimentata! Se la sarebbe ricordata per un po'...
    Se sopravvivo vado ad ubriacarmi e a ballare all'Aiiro con Junichi Pensò, quasi come ultimo desiderio in caso ci fosse rimasto secco, ma non voleva credere che le sue chance finissero in quel postaccio. Non si sarebbe arreso.
    La cosa positiva era che almeno Francesca era salva, ma in cambio ci aveva rimesso lui: doveva pensare infatti a come reagire. La sua kagune era andata a farsi benedire e così era arrivato il giusto momento per attaccare il ghoul si indebolito ma anche lui pronto a sopravvivere e fargliene vedere quattro.
    Il pugnale volò, ma per fortuna il set di karambit che aveva era a quattro, infatti gliene erano rimasti ancora tre di pugnali con cui difendersi! Per aiutare francesca però era rimasto scoperto e alla mercè del ghoul, e per quanto avesse provato ad evitare il pugno, non ci riuscì completamente, rotolando poco distante dal ghoul.
    «Cazzo!»
    Sbraitò, sperando di non essersi rotto il naso, gli girava però un po' la testa per il colpo, ma doveva rimanere concentrato.
    «Adesso si che mi hai fatto incazzare»
    Così, arrabbiato, e con un embolo partito probabilmente, si era rialzato, sebbene a fatica e aveva preso due dei tre coltelli che ancora gli erano rimasti: lo guardò con sguardo truce e senza pensarci due volte, spinto probabilmente da una dose massiccia di adrenalina e di incazzatura si corse verso il suo obbiettivo, e conscio che probabilmente le fiale avessero fatto totalmente effetto ed era il momento migliore per colpirlo, decise di non indugiare oltre.
    Aspettandosi un altro colpo, pensò di aspettare fino all'ultimo della sua corsa prima di scivolare lateralmente dal ghoul per cercare di infliggergli con una mano un taglio profondo nuovamente alla gamba, e se ci fosse riuscito, si sarebbe alzato di scatto in modo che il ghoul gli desse le spalle per sferrargli con l'altra mano un altro taglio profondo dietro la schiena.
    Era talmente incazzato come una mina che probabilmente se gliene fosse data l'opportunità avrebbe infierito pugnalandolo con entrambi i pugnali, e avrebbe probabilmente mirato con uno alle spalle e uno lateralmente al fianco destro.
    Si decisamente non glielo doveva dare quel pugno.

    «Parlato di Milo»
    Pensato di Milo
     
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    Zhang Hui (Onishi Hikaru)

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    QUINQUE
    Guanyin (Ukaku)

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    Secondo Grado

    I colpi della sua pistola erano dunque andati a segno, ed Hui osservò con soddisfazione la kagune di quella belva disintegrarsi nel nulla sotto i loro occhi. Non si aspettava altro, dopotutto la sua mira era sempre stata (quasi) perfetta, e non sarebbe stato a lui accettabile se nemmeno un colpo non fosse andato a segno. Peccato, però, che l’interferenza di quella sciagurata ragazza aveva effettivamente portato delle conseguenze, a detta sua, tragiche.
    Certo, il ghoul era stato sia ferito che indebolito, ma quei preziosi secondi persi a scrollarsi quella patetica donna senza cervello di dosso, erano effettivamente costati loro la pronta cattura della bestia in questione che, con un ultimo sforzo, era riuscita a scavalcare il cornicione del palazzo su cui si era arrampicato e quindi fuggire via da quel vicolo. Dalle loro grinfie. Hui digrignò i denti, la mano ancora stretta alla sua kagune sguainata, incapace di fare altro che guardare quel punto in cui era sparito con una rabbia cocente che veniva riflessa nei suoi occhi color ambra.
    Inspirò, ed espirò, con la voce di Masaki, che segnalava l’accaduto ai loro colleghi tramite la ricetrasmittente, che gli rimbombava nelle orecchie. Fu quello che fece anche Hui con gesti meccanici, riferendo loro altri dettagli del caso oltre che segnalare avessero bisogno di un’equipe medica per l’ostaggio stato ferito nella colluttazione, come da protocollo. Ma giurò in quel momento che se non fossero riusciti a scovarlo e fosse effettivamente sfuggito loro, non sarebbe rimasto con le mani in mano. Si stava trattenendo a malapena.
    Dopo averla ricaricata, rifonderò la sua pistola nella fondina da cui l’aveva presa, per poi rimettere in ordine la sua quinque ukaku all’interno della sua custodia stata abbandonata qualche passo più in là. Scambiò uno sguardo con il suo collega, per poi posarlo sulla figura china a terra della ragazza. Era tutta colpa sua, e non poteva non guardarla con celato rancore.
    Si avvicinò a lei, per poi sorriderle appena, un gesto diventato automatico anche se ormai mancasse pienamente della sincerità che aveva dimostrato in passato «Signorina, presto arriveranno dei nostri colleghi a prendersi cura di lei. Dovrà poi essere anche sottoposta ad interrogatorio sulla situazione» le disse, non curandosi se lo stesse ascoltando o meno, spiegandole cosa doveva fare da quel momento in poi. Nel mentre loro avrebbero lavorato al loro resoconto della missione, ed Hui si sarebbe premurato di scrivere nel dettaglio ogni cosa appena successa, sottolineando per bene ogni punto opportuno. Voleva fargliela pagare per l’affronto, anche se per il momento non poteva. Quanto quel pensiero lo irritava! Nonostante fossero effettivamente riusciti ad indebolire quella bestia, non era caduta tra le sue mani.
     
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    CONCLUSIONE


    Grazie al generale successo dell’operazione, la CCG ha ripreso il completo controllo della Circoscrizione, riportandola ad uno stato di alta pubblica sicurezza nella vita di tutti i giorni per i cittadini umani.

    Ahimè, non sempre le cose andavano come si desiderava. Quella era ormai una realtà famigliare per quei due ghoul, un pensiero che si faceva sempre più concreto più quell’incontro andava avanti. Continuavano a fallire per quanto si sforzassero di sopravvivere e portare a compimento la loro missione. Quando il suo compagno cadde a terra, la ghoul dalla kaguen rinkaku sapeva bene fosse finita. Non serviva più combattere, e senza esitazione alcuna andò a colpirsi da sola facendo volare la sua stessa testa per aria. Non poteva fare altro, non voleva essere catturata con la consapevolezza sarebbe rimasta da sola.
    Per Hibiki e Yun-ho, a quella visione, non c’era altro da fare che segnalare la situazione ai loro colleghi, in modo che potessero andare a recuperare i corpi dei due ghoul da spedire ai Laboratori per essere esaminati. Peccato che la ghoul si era sbagliata su una cosa: il suo compagno era ancora vivo, anche se agli ultimi respiri.

    Che fosse stato un colpo di fortuna o meno, la richiesta d’aiuto fatta poco prima da Milo era arrivata alle orecchie di una squadra vicina, che si era subito mobilizzata a correre in loro soccorso il più velocemente possibile. Sotto gli attacchi a sorpresa dei nuovi venuti, i due ghoul ora indeboliti non avevano molte chance contro un’altra coppia di Investigatori più in salute di loro. Non erano ancora così forti, solo il loro ego era stato al di sopra degli altri. Non erano nemmeno alleati. E i due ghoul rivali furono dunque presto sconfitti ed immobilizzati, finendo per venir catturati dai quattro agenti. Milo e la sua compagna furono portati al gruppo d’assistenti più vicino per essere esaminati dall’equipe medica nel mentre riportavano gli avvenimenti della loro missione.

    Per delusione del giovane investigatore cinese (Hui), il ghoul da loro indebolito con successo era riuscito misteriosamente a fuggire, evitando quasi con abilità, o forse disperazione, le pattuglie mobilizzate in sua ricerca. La ragazza sua vittima, invece, nel mentre i due investigatori erano tornati al loro lavoro, sarebbe stata trattenuta per diverse ore dagli agenti della CCG per un interrogatorio dopo essere stata sottoposta ad un controllo medico. Tutto sommato, la serata si può ritenere un successo.


    La Mission si è quindi conclusa con successo! Per far rankare il PG partecipante, si prega di recarsi nel topic "Conteggio EXP degli Utenti", linkando la Mission e pagando l'EXP richiesta per l'operazione. Si prega anche d'indicare mediatamente quando tale nuovo rank è stato ufficializzato dalla CCG on-GdR (nei casi più eclatanti, può essere indicata una data più vicina alla data di ambientazione della Mission; per gli altri, anche circa un mese dopo è sufficiente, anche perché si tiene conto che il ghoul o investigatore nel mentre si è dato da fare/si è fatto notare anche per altro).

     
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25 replies since 29/4/2022, 17:00   490 views
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