Ne pas savoir sur quel pied danser

[CONCLUSA] Chihiro Fujioka & Lancelot Moreau; 10/01/2021 - 07:30 PM

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    Alla precisazione fatta da Jacques, Chihiro alzò appena le spalle per poi annuire, confermando che allora un bicchiere d’acqua sarebbe andato più che sufficiente considerando le opzioni proposte non erano state molte. La consolazione era che gli era ormai abbastanza ovvio che quella lattina fosse stata acquistata da Lancelot stesso in seguito al loro precedente incontra, considerando anche che gli sembrava un po’ fuori posto nel frigorifero di quell’appartamento e per quelli che ipotizzava essere i gusti degli altri presenti.
    Tale pensiero lo fece sorridere. Un sorriso leggero che si distese ancora di più un momento dopo al pensiero del suo vecchio amico, e alle sue raccomandazioni di non prendere niente da bere o da mangiare da degli sconosciuti, tanto meno se la lattina fosse già aperta. E’ un po’ troppo tardi per quello, Minori. Il danno era stato fatto ed era solo per grazia divina che niente fosse andato ancora storto nonostante i desideri dello scrittore. Che fortuna sfacciata.
    Al suo arrivo al secondo piano e alle sue successive parole, Lancelot aveva dunque sollevato la testa dal cuscino lanciando poi un’altra profonda occhiataccia all’umano, a cui Chihiro rispose con un leggiadro sorriso imperturbabile. Ormai si era più che abituato a ricevere quel tipo di reazione da parte sua, che gli avrebbe fatto più strano veder quella punta di fastidio e frustrazione sparire dal suo volto.
    Segui poi quello scambio di battute in silenzio, prestando attenzione alle parole state usate e all’espressione di Lancelot, per poi inclinare leggermente la testa di lato e posando una mano su una guancia, una punta d'irritazione che si era formata nella sua di mente, andando poi a rivolgersi direttamente a Lancelot con un «A me piace quando parli in francese, mon chou~» usando un tono di voce più colorito sull’appellativo stato appena utilizzato, che aveva cercato appositamente in precedenza su google e imparato per un’occasione del genere «E’ divertente provare ad indovinare. Mi devi poi promettere d’insegnarmi qualcosa» aggiunse dopo pochi battiti, annuendo poi con convinzione ripensando al fatto che aveva ormai deciso di voler capire di più il ragazzino, e provare a comprendere quella lingua di cui sapeva solo poche parole apprese da film o documentari, gli sembrava una buona idea da cui partire, considerando anche l’indole del ghoul di farsi sfuggire frasi o parole con la suddetta. Se s’impegnava, poteva almeno ottenere un livello basilare in qualche mese. Sperava lo facesse contento.
    Fece poi qualche passo nella sua direzione ma rimanendo comunque ad una certa distanza da lui, ricordandosi che fin dagli inizi il ragazzo aveva mantenuto una certa distanza tra loro, sia figurativa che non, nonostante Chihiro avesse provato varie volte ad avvicinarsi a lui, il ghoul si era sempre ritirato come scottato dalla sua sola presenza. Insomma, l’unica volta in cui era rimasti vicini era stato durante quel primo giro in macchina durante il suo entusiastico “rapimento”, non avendo comunque molta altra scelta. Tra l’altro, voleva fosse Lancelot a fare quel primo passo nella sua direzione. Gli sembrava una cosa importante da vedergli compiere.
    «Non hai fatto niente per cui devi scusarti» gli disse poi con semplicità, le sue parole un'eco di una loro conversazione precedente, ma prima che potesse aggiungere altro, fu distratto dalla successiva frase di Lancelot, pronunciate con un certo candore e un livello di sincerità che non si era aspettava. Era una reazione completamente opposta alla precedente, una reazione davvero adorabile.
    Chihiro si ritrovò ad osservarlo con sorpresa, ora ammutolito essendosi aspettano un ulteriore rifiuto da parte sua. Sorrise poi genuinamente, un emozione che era arrivata ai suoi occhi, per poi venir rovinata da un leggero sogghigno vittorioso «Quindi ti piace questo?» gli chiese, indicando sé stesso, in particolare il modo in cui era vestito quel giorno, in un grazioso abitino e una camicia in pizzo coordinate in modo da far sembrare la sua figura si magra e affusolata ma allo stesso tempo maschile, più femminile non solo nelle curve ma anche nel modo di porsi. Non scherzava quando diceva che dietro c’era molto lavoro dietro quella mise, vedendo che, normalmente, si vestiva con le prime cose che trovava nell’armadio, in abiti larghi e comodi che lo coprivano completamente. Insomma, le occasioni in cui vestiva bene erano davvero poche.
    «Quanto mi dai da 1 a 10? Minori dice 9, ma lui è di parte, gli è sempre piaciuto il mio viso anche se fa fatica ancora ad ammetterlo in mia presenza. Non mi può nascondere niente~» commentò, una punta di puro divertimento che risaltava rispetto al suo modo abituale di parlare, spostandosi una ciocca dei suoi lunghi capelli castani dietro un orecchio ingioiellato, che sciolti gli arrivavano alle spalle, per una volta ben agghindati e curati sotto quel cappellino coordinato. Va detto, comunque, che non si era affatto dimenticato delle presenze al piano di sotto, ma più semplicemente, in quel momento, di loro gli importava poco. Il suo interesse, dopotutto, in quel frangente era tutto su Lancelot.
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