Ne pas savoir sur quel pied danser

[CONCLUSA] Chihiro Fujioka & Lancelot Moreau; 10/01/2021 - 07:30 PM

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  1. Yukari
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    Un sospiro.
    «Che peccato.»
    Al fiume di parole di Chihiro era seguito un lungo silenzio, al termine del quale l’espressione impassibile del maestro era mutata in una di sconforto. Gli occhi socchiusi, un angolo della bocca assottigliato come se si fosse morso l’interno del labbro, le sopracciglia a disegnare una curva di malinconia. Quel genere di espressioni, più genuine e fanciullesche, Moreau le riservava prevalentemente ai suoi collaboratori: per Lance erano quel tipo di quotidianità che tra le righe lo rassicurava che andava tutto bene.
    In quel momento però le cose non andavano affatto bene, anzi erano proprio nella merda. Conosceva quelle parole, quel tono, quell’esordio di qualcosa che non gli era mai piaciuto… non era la prima volta che lo sentiva.
    «Maestro…» provò a chiamare con un filo di voce dal piano di sopra, ottenendo subito uno sguardo curioso da parte del tutore. «Maestro, per favore… io… preferirei evitare stavolta.»
    In cambio ricevette un sorriso pacato e rassicurante, che riuscì almeno in minima parte a calmare il formicolio che gli divorava la pelle.
    «Naturalmente, mon trésor.» Moreau scosse lentamente la testa, per poi tornare a concedere la sua attenzione a Chihiro. «Quel che mi aspettavo non ha importanza, dal momento che non ho più intenzione di lavorare con lei. Siamo incompatibili, Fujioka-san, è inutile perdere tempo a irritarci a vicenda.»
    Il tutto era stato pronunciato con lo stesso sorriso rilassato rivolto a Lance, in netta contrapposizione con la ruvidità del messaggio. Senza abbandonare il suo atteggiamento rilassato, con adesso un braccio appoggiato alla spalliera del divano e le gambe accavallate, Moreau proseguì senza dare a Chihiro tempo di ribattere.
    «Come accennavo prima ho conosciuto persone ben più fastidiose di lei, ma in tutta sincerità l’idea di lavorare con qualcuno di così arrogante e irrispettoso non mi esalta…» sventolò una mano per aria, proprio come aveva fatto Chihiro poco prima. «Al nostro primo incontro le ho assicurato che l’avrei lasciata andare anche se mi ha visto in faccia, e ovviamente manterrò la mia parola. La invito però a non tornare più qui e a ricordare che ogni azione ha delle conseguenze…»
    Lance trattenne il fiato: sapeva cosa stava per arrivare e non ne andava affatto fiero. Il maestro nel frattempo portò una mano chiusa a pugno sotto il mento, levando gli occhi al soffitto.
    «L’altra volta mi ha chiesto perché l’avessimo scelta, ricorda?» riagganciò lo sguardo con Chihiro. «La verità è che, sfortunatamente, lei è il nostro terzo fallimento. I primi due hanno avuto dei ripensamenti a lavori già iniziati, e per questo sono diventati la cena di Lance. Per qualche motivo voi scrittori vi avvicinate sempre a lui, spero che collaborerà almeno nell’evitargli un altro trauma. Hm… sarò io il problema?» un altro sospiro, che però stavolta fu seguito da una scrollata di spalle e un mezzo sorriso. «Pazienza, in fondo non è un problema mio.»
    Eccolo, era partito a ruota libera coi suoi flussi di coscienza. Decisamente rincuorato dalla bella notizia - di mangiare anche Chihiro non ne aveva proprio voglia -, Lance si appoggiò con entrambi i gomiti alla balaustra, le sopracciglia così alte da sparire sotto i ciuffi di capelli che gli invadevano la fronte e gli occhi a mezz’asta.
    «Maître, il est compliquée de vous comprendre quand vous parlez ainsi…»
    «Oh─ hai ragione.» Moreau sbatté le palpebre, mettendosi poi in piedi. «Vorrei ringraziarla del tempo che ci ha dedicato, ma credo farò a meno dell’ennesimo commento irritante. Prego, la porta sa dov’è.»
    A fare un passo in avanti fu però Jacques, che finora si era astenuto da qualunque commento. Mordendosi le labbra già screpolate e martoriate, Lance si augurò che la scena non terminasse col buttafuori che… beh, faceva il buttafuori.
    Avrebbe aspettato un momento di silenzio, dando a Chihiro la possibilità di ribattere, prima di inserirsi nella conversazione con la sua piccola voce.
    «È davvero meglio così.» si permise di dire allo scrittore dall’alto della sua alcova, rivolgendogli uno dei suoi rari sorrisi. «Non penso che accettando questo lavoro sopravvivrebbe a lungo. Ricordo quel che mi ha detto sulla morte e lo rispetto. Non lo capisco, ma lo rispetto. Io però sarei triste se morisse, perché lei è gentile con me, Fujioka-san. Quindi penso che sia davvero meglio così.»
    In realtà lo intristiva un po’ anche il pensiero di non avere modo di capire meglio la sua mente contorta forse quanto quella del maestro. E di non rivedere mai più Azuki. Ma per Lance, un cacciatore di ghoul, niente era più importante delle vite umane.

    «Parlato.»
    "Pensato."
    Ghoul
    Is it mad to pray for better hallucinations?
     
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