Birds of prey don't sing.

Era una sera come un’altra per i membri della Raptor Gang. Quando non ricevevano ordini o sollecitazioni da parte del loro caro boss non avevano molto altro da fare che vagare senza meta per il loro territorio in cerca di qualcosa che occupasse il loro tempo. Il più delle volte, se non era lottare tra loro, era intimidire i ghoul che passavano nella zona principale sotto la giurisdizione della gang per andare a caccia, o attaccar briga con i ghoul rivali che venivano a fare caciara nella loro circoscrizione.
Per Akari quella giornata non era partita nei migliori dei modi. Tanto per cambiare, aveva litigato di nuovo con sua zia, sempre delusa ma anche preoccupata dalla strada che la sua nipote più piccola aveva preso. Ma anche per il fatto che stava poco a casa, se non fosse per cambiarsi. E anche per quel motivo era corsa via su tutte le furie, raggiungendo il ritrovo principale della gang per sfogarsi. Tuttavia voleva stare da sola, per cui era rimasta in disparte per il resto della serata fino a quando il gruppo non si era disperso a girovagare, in coppia o meno. Raptor sembrava nervoso quel giorno, per cui Akari non aveva nemmeno provato a consolarlo o cercare consiglio da parte sua, sapendo lo avrebbe solo infastidito. E non era di certo quello che voleva. In pratica, non aveva molto altro da fare che vagare anche lei per Shinjuku in cerca di qualcosa d’interessante da fare.
Fu infatti nel suo solito giro di ronda in solitaria, con la sua maschera da falco ben salda sul suo viso e la misé sportiva scura da caccia ben aderente al corpo magro, che Akari, o meglio Peregrine, notò dall’alto della sua postazione un’altra figura solitaria vagare per quei vicoli poco illuminati. Era palesemente un altro ghoul, la maschera che gli copriva il volto, forse a caccia. Anche se dalla sua posizione non poteva identificare altro.
In agguato, lo seguì per qualche minuto da sopra i tetti e le balaustre, attenta a non far troppo rumore in modo da non farsi subito notare, prima di prendere una decisione. Dopotutto non aveva molto da perdere e si stava annoiando, volendo lasciar fuoriuscire la tensione che stava provando. Gli serviva solo la scusa perfetta, e fermare l’altro, che stava vagando per il loro territorio senza essere stato identificato, gli sembrava l’incipit giusto.
«EHI TU! Cosa credi di fare qui?!» disse infatti, la voce tuonante, balzando di fronte al ghoul mascherato in questione in modo da sbarrargli la strada.