Birds of prey don't sing.

Dopo aver pronunciato quell’avvertimento, Akari era rimasta in silenzio a pochi metri dall’altro ghoul mascherato, fissandolo intensamente in attesa che dicesse qualcosa da sotto la sua maschera a becco di falco, alcuni ciuffi rossastri che sbucavano da sotto il cappuccio scuro, poco visibili sotto la luce della luna. Certo, quella maschera non chiariva la sua identità quanto la sua kagune, ma specialmente a Shinjuku, era risaputo cosa simboleggiasse. O meglio, a chi appartenesse. Avevano fatto in modo che fosse chiaro a tutti in quel loro pezzo di territorio.
La maschera dell’altro era la cosa più generica che avesse visto in quell’ultimo periodo, un semplice passamontagna che tutto sommato, se doveva ammetterlo, faceva comunque il suo lavoro. Dopotutto, l'importante era celare il più possibile la loro vera identità, in modo da non farsi riconoscere o lasciare tracce troppo ovvie in giro. Insomma, era il minimo richiesto per sopravvivere e non farsi beccare facilmente.
Comunque sia, l’altro non sembrò reagire immediatamente alle sue parole, cosa che la infastidì, con pensiero che forse la stava ignorando?! Anche se erano passati solo qualche secondo da quando era calato il silenzio, Akari stava già per aprire di nuovo bocca essendo arrivata alla conclusione sbagliata, quando il ghoul si decise finalmente di parlare. La ragazza non si mosse, interdetta da quelle parole. Beh, se era solo lì di passaggio cosa doveva fare? Era pure stato abbastanza educato. Tuttavia, non poteva che volare di fantasia, arrivando a pensare che forse la stava prendendo in giro. Se era così, come doveva agire?! Inclinò la testa di lato, cercando di ricordare gli insegnamenti che gli aveva impartito Raptor personalmente.
«Chi ti credi di essere? Questo non è il tuo territorio, è quello dei Raptor» disse infatti, la voce sempre tuonante facendo qualche rapido passo nella sua direzione cercando allo stesso tempo di sembrare il più minacciosa possibile «Se sei nuovo qui, ti devo conficcare le regole in questa testa bacata che ti ritrovi a forza?!» aggiunse poi a pochi passi da lui, allungando una mano nel tentativo di afferrargli la giacca in modo da strattonarlo un po’, nel tentativo di evidenziare la veridicità delle sue stesse parole.