To the Very Ends with You

Alexandre De Lacroix & Lazar Khabarov | Minato-city @Streets | 20/04/2020 NIGHT ; 21:30~

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Ryuko
        +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    1,466
    Power-up
    +452
    Location
    Nasuverse

    Status
    Alive
    Alexandre R. De Lacroix
    Alexandre, invece, sapeva benissimo cosa avrebbe dovuto fare. E il pensiero cominciò a farsi più invadente quando Lazar menzionò il clan di ghoul russi. Il ricercatore ne sapeva la metà di quanto ne poteva sapere un suo collega investigatore, non essendo la sua area di competenza, ma tra voci e chiacchiere di corridoio nella pausa caffè, non era difficile gli arrivassero stralci di informazioni riguardanti la presunta società ghoul, che purtroppo rimaneva un argomento di cui ancora si sapeva spaventosamente poco.
    Per cui, lo sapeva. Avrebbe dovuto tacere e consegnarlo alla CCG, aiutare a sgominare qualsiasi organizzazione ci fosse là dietro ed evitare ulteriori stragi e morti, magari prendendosi anche la sua medaglia al valore da appendere al camice per essersi cacciato in una situazione così rischiosa. Gli sarebbero piovuti addosso sacchi di complimenti. Sì, era indubbiamente ciò che avrebbe dovuto fare.
    Ed era certo che, a parti invertite, se lui fosse stato il ghoul ferito, Lazar non avrebbe esitato un secondo a consegnarlo alla giustizia. Il pensiero lo atterriva e gli dilaniava il cuore, divenuto il pasto di uno sciacallo: lo rendeva conscio di quella sua sentimentale "debolezza" per la quale suo padre lo aveva sempre definito uno sciocco ignavo incapace di prendere decisioni. Era inutile piantare i piedi nel fango quando quelli come lui alla fine non li stava a sentire nessuno.
    Se non altro, lo sfogo di Lazar confermò un sospetto avuto fin dal primo giorno in cui si erano conosciuti: dietro quella faccia da marpione che si ritrovava, c'era un ragazzo normale. O una specie, per lo meno. Sicuramente c'era uno che si era fatto carico di responsabilità più grosse di lui e adesso era sul punto di piangere perché gli erano sfuggite di mano. Gli ricordava qualcuno.
    Beh, sorpresa delle sorprese: Alexandre non aveva affatto bisogno di essere nato in un clan di ghoul russi per capire cosa si provava. Fin dal giorno della sua nascita suo padre aveva stabilito che sarebbe diventato un investigatore di successo, e lui bocca in capitolo non l'aveva mai avuta. Era nato per essere il successore di Elias De Lacroix, e là sarebbe arrivato, in cima ai vertici della CCG francese, perché quello era il suo posto.
    «Scusa.» scandì, infine, monocorde. «Adesso ti sembrerò arrogante.» lasciò il soffitto a fare il suo lavoro di soffitto e cercò gli occhi stanchi di Lazar. «Ma se pensi di essere diventato qualcuno ti sbagli di grosso.»
    Se c'era una cosa che odiava, fra le tante, quella era atteggiarsi ad uomo vissuto. Le sue inesistenti manie di protagonismo gli suggerirono di stare zitto e tirarsi un pugno in faccia, avrebbe fatto più bella figura, ma le parole gli uscirono da sole e quando provò a connettere il cervello quello si limitò a fargli una pernacchia.
    «Hai... vent'anni? Quando avevo la tua età io pensavo che sarei diventato un investigatore capace di portare la "pace nel mondo".» le sue labbra si storsero in una smorfia disgustata quasi di riflesso. Apparentemente incapace di fissare il ghoul per più di tre secondi di fila, Alex passò a fissare il pavimento come se di colpo si fosse dimenticato quante mattonelle avesse. Si vergognava come un cane. Ammetterlo così era imbarazzante. Persino più della volta in cui lo aveva detto in faccia a Julian con un cappellino di carta sulla testa (ultimo test dell'accademia, rip), che almeno ai suoi vaneggiamenti ci era abituato. «Ero stupido.» credeva di avergli già parlato di ciò... quel famoso giorno a starbucks. Non pretendeva che Lazar se lo ricordasse, probabilmente non gli aveva creduto di una virgola, ma a ripensarci adesso era stato tutto così banalmente ovvio che si sentiva davvero un idiota.
    Si portò la mano sana al viso e nascose le palpebre dietro il palmo, stropicciandole per la stanchezza e l'assurdità della situazione.
    «Non voglio dire che tu lo sia... ma hai un sacco di tempo per cambiare e crescere.»
    “Ed essere meno stupido di me”.
    «Almeno credo. Spero. Da come parli si intuisce che hai combinato un disastro... e io non dovrei impicciarmi degli affari della tua famiglia visto che non so niente, ma...» nemmeno a lui sarebbe piaciuto che l'astice nel suo piatto cominciasse a fargli la predica sulla vita... probabilmente l'avrebbe ributtato in mare seduta stante, stupido sentimentalista che non era altro.
    «...non pensare che la morte risolva tutto quanto. Poi arriva davvero, e nemmeno lo immagini quello che si porta via.» un sospiro sfinito sancì la fine di quella discussione. Patetica, dal punto di vista di Alexandre. Nel bene o nel male, erano sempre le famiglie a causare problemi.
    Non poteva dare consigli in merito, era uno sciocco che si era comportato uguale se non peggio. All'epoca non ne era stato consapevole, ma fin dall'infanzia non aveva cercato altro che dare il meglio di sé per accontentare una persona impossibile da accontentare. Forse era il non aver mai accettato il genitore come assassino che lo aveva indotto a farlo, ad annullarsi così tanti anni in sua presenza, prendendo la strada che l'uomo aveva scelto per lui, sorridendo alle cene con i suoi colleghi che si sfidavano con record di ghoul uccisi in un anno, e vomitando in bagno mentre cifre che sfioravano le centinaia gli vorticavano di fronte agli occhi. Tutto per far andare la sua vita nel peggiore dei modi. Non poteva fare altro che sperare Lazar prendesse una strada diversa... perché in fin dei conti lui ci stava ricascando come un idiota. «Senti, perché non... perché non vai a fare una doccia e cerchi di riprenderti un attimo? Se dopo vuoi dirmi cosa è successo, io...»
    Vedi, lo stai facendo di nuovo.
    La sua coscienza gli diede la mazzata finale. Alex esitò. "Io"? Io, cosa? Il ghoul non si fidava di lui, si vedeva da come stava ritroso. E pretendeva che gli parlasse? I suoi occhi si persero in un punto non precisato sulle piastrelle puntellate di rosso alle spalle di Lazar. Poi con un ultimo sforzo fece leva sul braccio sano, si rimise in piedi zoppicando, gli rivolse un mezzo sorriso e, giusto per sicurezza, si fece vedere lasciare il proprio cellulare vicino al ripiano cottura. Nel caso non fosse stato chiaro, no, non aveva intenzione di chiamare la CCG. «Niente, vado a cercarti dei vestiti.»
    aOqdmDf
    Human
    27 Y.O.
    Ricercatore CCG
     
    Top
    .
23 replies since 13/7/2022, 13:12   421 views
  Share  
.