Like the bitter scent of lemons

Elke Higuchi & Hotaru Shinkai @ Fleur de Lys • 19/11/2022 h 19:30, sereno (13°C)

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  1. yumæchu`
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    Parlare con qualcuno, seppur si trattasse di una figura sconosciuta e, per lei, sicuramente autoritaria, le aveva davvero fatto bene, anche se di primo acchito non l'avrebbe notato nessuno, nemmeno la più acuta delle persone. Lo sguardo di Hotaru tornò a guardare Elke solo dopo che ebbe finito di bere un nuovo sorso d'acqua, ora mostrandosi leggermente sorpresa dal tono decisamente più amichevole che la voce della ghoul aveva assunto.
    Hotaru, impressionata da quel cambio repentino, sbatté le palpebre truccate per qualche secondo, stringendo debolmente la presa attorno alla bottiglia di plastica, che produsse un leggerissimo suono. Avvertì la plastica dell'etichetta raggrinzirsi sotto il suo tocco e, conscia dell'azione istintiva che aveva fatto per la sorpresa, allentò di nuovo la presa, tornando a guardare prima la bottiglia, poi le proprie gambe, coperte da un finissimo strato di tessuto.
    Alle parole ammonenti della ghoul, la scrapper annuì, conscia di quanta ragione avesse: effettivamente non avrebbe dovuto abbassare così tanto la guardia, era pur sempre una scrapper in un ambiente in cui quelli come lei erano visti come bamboline che si muovevano solo secondo gli ordini dei propri padroni. La vita delle persone come lei non valeva così tanto e un comportamento del genere sarebbe stato sicuramente punito se solo avesse beccato la persona sbagliata a cui confidare una simile realtà. La maggior parte delle famiglie di ghoul che frequentavano il ristorante, d'altronde, non erano buone e magnanime come la sua. Quasi nessuno, in quell'ambiente, aveva il cuore buono come quello di mamma, papà e Kazu-nii.
    Un altro sospiro abbandonò le labbra leggermente screpolate, che inumidì poco dopo passandoci velocemente la lingua.
    «Ha ragione, sono stata sciocca a parlare in questo modo» aveva deciso di dire, sollevando lo sguardo e rivolgendolo di nuovo ad Elke, «ma la ringrazio per avermi comunque ascoltata. Ora sto―»
    Fu interrotta dall'applauso che si alzò alle sue spalle, il clamore con cui venne accolta la fine di uno spettacolo che, basandosi dal fragoroso suono delle mani battute, sembrava aver entusiasmato il pubblico. Poco dopo la porta alle loro spalle si aprì, mostrando la figura di un ragazzo vestito in un completo bianco, macchiato dalle chiazze di sangue umano. Alcune gocce cadevano a cadenza irregolare dai vestiti, sporcando il passaggio.
    Era perfettamente intatto. Non un capello fuori posto, non un vestito stropicciato. L'unica nota stonata erano le chiazze di sangue, che a pensarci bene erano perfettamente normali visto ciò che era appena accaduto oltre la porta da cui il suo "collega" aveva fatto ritorno.
    Hotaru lo osservò scendere i gradini e si spostò pure per non essere d'intralcio, alzandosi dal gradino sul quale era seduta per lasciare spazio ai due.
    Li sentì parlare in una lingua a lei sconosciuta, lingua che suppose fosse europea, ma decise giustamente di farsi gli affari suoi, non prestando troppa attenzione ai due e, per sua fortuna, non notando come il ragazzo le avesse riservato solo occhiate sgradevoli. Inconsapevole di non essere stata una presenza gradita da Katchen, lasciò che lui si dirigesse negli spogliatoi, guardandolo defilarsi oltre le porte.
    Lo sguardo di Hotaru tornò rivolto ad Elke, rimanendo in silenzio per qualche istante. Il silenzio era sempre stato un suo grande alleato, ci aveva convissuto per così tanto tempo da non averlo mai considerato una cosa negativa, ma in quel momento si sentiva quasi in imbarazzo all'idea di rimanere così, a guardarsi, senza dire nulla.
    «Mh...» bofonchiò, andando a giochicchiare con l'etichetta della bottiglietta, «grazie per aver parlato con me. Ora sto meglio.»
    Ed era davvero meglio così. Anche perché, se non avesse placato quella sgradevole sensazione di ansia che l'aveva trattenuta fino a quel momento, non avrebbe fatto un buono spettacolo e avrebbe fatto sfigurare gli Shinkai. E, con tutto ciò che avevano fatto per lei, non si sarebbe mai perdonata un simile scenario.

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