Rainy days, with a filament of light

Atsushi Sakamoto & Setsuna Aozaki @ CCG's main offices • 16 luglio 2021 h 10:00 • rain (31°C)

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  1. yumæchu`
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    Setsuna Aozaki
    Da quando in città era riapparso un ghoul con le stesse caratteristiche di quello catturato poche settimane prima da Setsuna e il suo collega di ronda, l'investigatrice era stata sommersa di incarichi e, tra questi, c'era stato quello di ricontrollare ogni singolo rapporto effettuato prima e dopo la cattura del ghoul, per accertarsi che non ci fossero stati disguidi.
    Possibile che quel misterioso koukaku dalla maschera anonima, in realtà, facesse squadra con qualcuno? Si era finto qualcun altro perché potessero continuare a fare il loro lavoro senza che la CCG se ne accorgesse?
    Persa nei suoi pensieri, Setsuna venne risvegliata dalla voce tonante del suo superiore che, nel tentativo di richiamare l'attenzione della ragazza, aveva alzato un po' di più i toni.
    «Muoviti e vai a ricontrollare tutti i fascicoli su di lui.»
    «Agli ordini» bofonchiò lei in risposta, cercando di trattenere il fastidio provato in quel momento. Chiusa la chiamata, Setsuna non fece in tempo a tirare un sonoro sbuffo che fu seguito immediatamente dal cellulare che le trillò tra le mani. E chi altri poteva essere se non lo stesso capo? Almeno era stato abbastanza decente da indirizzarla verso qualcuno: “Rivolgiti a Sakamoto, voglio che tu ci vada domani.”
    Setsuna roteò gli occhi e inforcò le bacchette con rabbia, fino a che non furono repentinamente tuffate nel brodo del ramen che si stava gustando con piacere prima che Mr. Antipatia interrompesse il sacro momento della cena. I noodles afflosciati dalla troppa attesa erano diventati una melma viscida e disgustosa, al punto che doverli mandare giù fu una sofferenza indescrivibile. Mr. Antipatia era persino riuscito a rovinarle la cena.

    [ ... ]

    Come se la notizia di un ghoul identico ad uno catturato in precedenza non fosse già stato abbastanza, la giornata successiva cominciò con la discesa del diluvio universale. L'umidità della stagione delle piogge la metteva ancor di più di cattivo umore, ma fortunatamente avrebbe dovuto passare la giornata, almeno la mattina, in ufficio.
    Nonostante fosse il suo giorno libero.
    L'espressione da funerale che aveva in volto quando mise piede dentro gli uffici non lasciava spazio a fraintendimenti. Era decisamente di pessimo umore.
    Salutati un paio di colleghi, Setsuna si diresse laddove sapeva avrebbe trovato il suo obiettivo: Sakamoto-san.
    Non sapeva nemmeno che faccia avesse, Sakamoto. Passava la maggior parte del tempo a fare le ronde e in ufficio era semplicemente abituata ad incrociare gli sguardi con gli altri colleghi, sorridere e dimenticare le facce già dal giorno successivo. Non avendo una memoria poi così affidabile, cercare Sakamoto era più facile a dirsi che a farsi.
    Finché non si arrese, chiedendo aiuto a qualcuno del reparto di assistenza, cosicché avesse modo di associare, finalmente, una faccia a quello che era stato solo un nome fino a quel momento. Quando la ragazza, gentilissima, le disse che "Sakamoto Atsushi è il ragazzo alto con la benda sull'occhio destro", Setsuna ebbe finalmente conquistato la prima vittoria della giornata. Ringraziata la collega per l'informazione, Setsuna si mise a cercare per l'ufficio qualcuno che corrispondesse alla descrizione dell'uomo e, una volta trovato, decise che era arrivato il momento di mettere da parte il pessimo umore e comportarsi com'era solita fare. Indossato un sorriso raggiante, quindi, si avvicinò di gran carriera al ragazzo seduto nella sua postazione, trattenendosi dall'appoggiargli una mano sulla spalla come prima cosa ― l'ultima cosa che avrebbe voluto fare era spaventare quel pover'uomo.
    «Salve! Sakamoto-san, giusto?» lo salutò radiosa, non prima di essersi schiarita la voce. «Sono l'investigatrice Aozaki, piacere. Uno dei capi dovrebbe averti informato circa il motivo per cui sono qui... il ghoul, i dossier da controllare, queste cose burocratiche di cui io non so molto.»
    Come suo solito, Setsuna dimostrò fin da subito quanto poco avvezza fosse alla professionalità, e molto più propensa al cosiddetto "buttarla in caciara". L'ordine non era il suo stile, era un po' come se potesse considerarsi la principessa del caos ― solo perché regina era un filino troppo esagerato.
    «Ti dispiace se prendo una sedia?» aggiunse solo dopo averne presa una libera, trascinandola per lo schienale e, poco dopo, mettendovicisi seduta, con lo schienale della sedia rivolto verso la scrivania dell'uomo a far da appoggio al braccio destro di Setsuna.
    «Spero non sia un disturbo» mormorò infine, resasi perfettamente conto che, forse, era stata un po' troppo precipitosa. Già dal fatto che si fosse permessa di dare del tu ad un potenziale sconosciuto.
    La principessa del caos, proprio lei.

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