Rainy days, with a filament of light

Atsushi Sakamoto & Setsuna Aozaki @ CCG's main offices • 16 luglio 2021 h 10:00 • rain (31°C)

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  1. yumæchu`
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    Setsuna Aozaki
    Se c'era una cosa di cui Setsuna sapeva di essere una grande esperta, quella era certamente la sua incredibile capacità di toccare tasti dolenti.
    Era un treno in corsa, lo era sempre stata. Una persona fin troppo socievole per gli standard del paese in cui abitava, senza considerare l'essere originaria di un paesino (e logica vuole che più ci si sposti nei piccoli paeselli, più le persone siano chiuse), questo aveva comportato una serie di fraintendimenti e di situazioni imbarazzanti di cui ormai aveva perso il conto. Parlando a ruota libera di default, Setsuna Aozaki era campionessa di dito nella piaga. E, sfortunatamente per lei, quell'occasione non poteva più essere considerata un'eccezione.
    Tasto dolente, uno - Setsuna Aozaki, zero. Colpita e affondata.
    L'investigatrice osservò l'uomo aprirsi sulle inevitabili difficoltà che possedere un solo occhio comportava, così come la sua grande passione per la cucina non fosse di certo morta con quel che gli era accaduto; il senso di colpa che era piombato come un macigno sulla bocca del suo stomaco si alleggerì, lasciando solo il ricordo di un fastidio. Si era dispiaciuta fin troppo per essere stata sconsiderata e senza tatto, ma le scuse che Sakamoto-san le aveva rivolto per aver parlato a ruota libera di un argomento infelice la risvegliarono immediatamente da quel momento di riassestamento, facendole dimenticare rapidamente tutto quello che le era passato per la testa in un momento del genere.
    «No no, ti prego, non scusarti» si affrettò a dire, genuinamente convinta che non ci fosse alcun motivo perché l'uomo le rivolgesse quelle scuse. «Non c'è bisogno, davvero. Se ne hai parlato con così tanta facilità vorrà dire che ne sentivi il bisogno! Piuttosto mi scuso io per aver fatto emergere un argomento tanto delicato, avrei dovuto avere un minimo di accortezza per capire che non fosse il caso di chiederti di cucinare per me.»
    Setsuna fece accompagnare quelle parole da un piccolo inchino, inconfutabile segno di scuse per essere stata tanto sprovveduta. Odiava ammettere che il suo spirito d'osservazione, per quanto spiccato, non fosse mai veloce quanto la sua lingua, che parlava sempre a ruota libera senza mai pensare alle conseguenze di ciò che diceva. Un grave errore per una persona che lavora in un ambito tanto importante.
    «Però posso dirti che mi sembri una persona in gamba, Sakamoto-san. Sono certa che presto riacquisterai completo controllo del tuo corpo.»
    Setsuna era una convinta estimatrice di una grande verità: il duro lavoro ripaga sempre. La fisioterapia che lei per prima aveva dovuto fare per riacquisire dimestichezza con i movimenti del proprio corpo dopo essere stata quasi tagliata a metà da un ghoul era stata intensa, ma le aveva permesso di tornare più forte di prima e questo dimostrava ancora una volta quanto l'impegno portava sempre a dei risultati.
    «Detto questo» proseguì, sorridendo all'altro per scacciare ogni traccia di negatività, «vorrei scusarmi per la mia mancanza di tatto, oltre che ringraziarti per la disponibilità e l'enorme aiuto che mi hai dato. Sei libero a pranzo?»
    ... dicevamo che Setsuna non pensa prima di parlare? Ebbene. Ma in quel caso non si sarebbe mai pentita di quella domanda: al di là dei fraintendimenti che poteva generare, non c'era niente di male ad offrire il pranzo ad un collega, no?
    «... dico, visto che dovrò aspettare il giorno in cui proverò la cucina dello chef Sakamoto, almeno posso offrirti il pranzo.»

    «Parlato»
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    investigatrice
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    quinque: Etō (koukaku)
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