Votes taken by Mayoshi

  1. .
    Purtroppo come probabilmente era intuibile dalla mia assenza, non posso più frequentare il GdR.
    Non sto qui a spiegare la storia della mia vita ed annoiarvi, semplicemente mi sono resa conto che non ho più il tempo per stare al computer serena e mettermi a scrivere ed in più si sono aggiunti problemi personali ed ho l'umore a terra.
    Grazie a tutti quelli che mi hanno accolta sul gdr, mi dispiace aver potuto solo leggere e non ruolare ma forse è meglio così, almeno non vi ho fatto perdere tempo!

    Buon tutto <3
  2. .
    @Antoil diciamo che un po' mi ci hai convinta tu (indirettamente), dunque eccomi a farti la sorpresa! Grazie per il benvenuto!

    Alye grazie per il welcome back! Torno a spulciare un po' le sezioni del GdR e poi in caso ti farò due domande, ma penso di essere okay! Non so nemmeno se mettermi sul gruppo telegram che uso poco... ci penso su tanto ora è tardi ahahah

    @Ryuko grazie, anche io mi ricordo ;; quel PG lo avevo creato per quando dovevamo iniziare con il nuovo GdR ed ero nello staff, in sintesi è troppo OP per me ora, dovrei rifarlo da capo dunque penso mi asterrò dal riesumarlo e volterò pagina! A questo giro ruolerò sicuro con te è.è anche perché non ho ancora guardato i PG di nessuno (ricordo solo i primi), ma quell'avatar mi ha già fatta piangere (cutie Voyager)

    Ed infine grazie a Yume chan per il benvenuto! Ti spetta darmi il benvenuto (se vuoi) che tanto ora voglio essere trattata come una novellina, in pratica lo sono, non farti problemi uwu


    Ultima cosa, scusate non ho usato il quote ma non volevo fare subito un wall of text per farmi riconoscere *-* <3
  3. .
    Salve gente ^^/
    Sono una vecchia utente del GdR già dalla prima apertura, alcuni si ricorderanno di me, altri no, ma pazienza, ri presentarmi non nuoce alla salute (pensare ai titoli sì).
    Mi chiamo Sabrina, ho superato i 25 anni (TwT) e non sono nuova ai GdR, ma insomma, diciamo che sono secoli che non riesco ad avere costanza e penso di aver tanto bisogno di migliorare e perseverare soprattutto nel migliorare la mia autostima! Mi piacciono le ambientazioni come queste dove puoi simulare l'attualità, soprattutto giapponese ma ammetto che non ho mai finito il manga di Tokyo Ghoul, perciò ho tipo l'infarinatura della prima serie e poi buio totale. Per fortuna questa trama è un AU e ci vado a nozze (complimenti per quello che avete creato sia con le trame che con le quest! *_*)

    In questo periodo ero un po' in "nostalgia canaglia" perché un vecchio utente mi ha cercata e poi ho sentito Aly-chan e niente, mi sono detta "proviamoci va": cercherò di impegnarmi al massimo, augurandomi che la mia sfortuna mi lasci respirare almeno qualche mese <__<

    E niente, sono una persona abbastanza scema, spesso perdo tempo su cose stupide (tipo sui video di gattini *coff*), creo personaggi che non sanno mai essere troppo seri ed uso decisamente troppo emoticon ma giuro che non lo sto facendo perché mi vergogno da morire a tornare qua, dopo essere sparita, no no!
    In realtà sì, dunque scusate e prometto che se mai accadrà qualcosa, che sia un crollo di autostima o semplicemente un impegno OFF, avviserò! Purtroppo ho davvero un carattere brutto da far andare d'accordo con il gioco di ruolo, ma voglio augurarmi che la vecchiaia mi abbia resa più saggia!
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    Nickname: Mayoshi
    Role:
    CODICE
    [URL=https://tokyoghoul.blogfree.net/?t=5985368]27.01.2019[/URL]

    PG Censiti:
    CODICE
    [URL=https://tokyoghoul.blogfree.net/?t=5983019]Maaya Shirogane[/URL]

    PG da archiviare: ///
    PV da confermare: ///
    Controllato i topic? Yessir, devo solo compilare il diario, giuro che lo farò presto
  5. .
    Maaya Shirogane
    Proprietaria di Love Hotel/Informatica in incognito
    27 ANNI

    8EUtsRZ
    Mentre dava il tempo a Tsukiko di sistemarsi, andava a contemplare con aria un po' infastidita, il suo telefono. L'idea che improvvisamente avrebbe potuto essere costretta a muoversi per andare a cacciare un ladro non le faceva piacere, la sua unica consolazione era che dentro la borsa non si portava molti soldi né la carta di credito, per evitare le tentazioni.
    Quali fossero queste tentazioni era facile supporlo solo se la si conosceva, altrimenti rimaneva semplicemente una ragazza tranquilla, giusto un po' più appariscente.
    Non era la più professionale delle persone, ma tentando di darsi un contegno e rivolgere le sue attenzioni alla ragazza che oggi s'era presentata per quel piccolo colloquio, allungò un po' lo sguardo verso la sua sinistra mettendo le braccia conserte sotto il seno e riflettendoci su gonfiando un pelo le guance, come se non fosse sicurissima di ciò che stava per dire, o forse di come porsi. Era evidente che la sua -pessima- battuta sulle sorelle Kurosawa non avesse centrato il bersaglio, ma forse era meglio così, data la reputazione del fandom da cui venivano le due ragazze.
    E visto che Maaya era un soggetto terribilmente, ma davvero eccessivamente sincero fin quando non le si ribaltava tutto contro... non ebbe alcuna esitazione a spiegarle cosa ci fosse sotto a quel cognome.
    << Strano che nessuno te lo abbia mai detto... forse avete davvero dei kanji diversi. In pratica sono due personaggi di anime e videogiochi, due School Idol di Love Live! Ma siccome è un brand principalmente per otaku repressi, non penso proprio sia facile per una come te interessarti! A meno che tu non sia una accanita lettrice di dojinshi yuri, dato che loro sono tipo le paladine dell'omosessualità ahahahaha >> iniziò a sbattere una mano contro lo sterno mentre rideva a singhiozzo; il povero Love Live in Giappone non era quasi mai ben visto, seppur la ghoul dai capelli chiari ne aveva parlato negativamente solo per farsi due risate su quanto fosse assurdo il giro che c'era dietro le Idol, pieno di uomini con glowstick alla mano ed una quantità abnorme di merchandising otaku addosso, pronti a spendere milioni di yen per la “waifu”.
    Dopo una manciata di secondi a ridere di cose in cui c'era pure lei di mezzo la sua postura tornò più rilassata, poggiando gli avambracci lungo la superficie del tavolino, sbirciando senza pietà tra le cose di Tsukiko.
    Alla richiesta di aiutarla con la borsa persa, fece semplicemente un cenno negativo con la testa.
    L'aria s'era fatta davvero gelida in quei pochi istanti, come se Maaya potesse rilasciare una sorta di aura negativa solo al pensiero di ciò che era accaduto, una rabbia palpabile che forse era meglio non far accrescere oltre, dato che si trovava già abbastanza nervosa a fare un colloquio priva di tutta la concentrazione necessaria.
    Voleva decisamente tornare a casa, ma purtroppo era troppo grande per fingere un mal di pancia e svignarsela andando a piagnucolare sbattendo i pugni sul cuscino del suo letto.
    << Sìsì, mostrami tutto quello che vuoi, è un modo per farmi un'idea di come hai interpretato il personaggio. Se non ti dispiace farò anche qualche foto con il telefono: le manderò a chi si occupa di disegnare Megumi per i video musicali e le locandine. Credo che abbia voce in capitolo sulla questione quanto se non più di me >> spiegò aggiustandosi qualche ciocca di capelli ribelli dietro il capo con un bel sorriso sul volto, nonostante le dita delle mani sembrassero così dannatamente rigide e prese dal nervosismo.
    Trovava in quella possibile aiutante una persona tranquilla e sobria, di buon aspetto e dalle maniere educate, e per tale ragione non voleva a sua volta mandare ondate di negatività o ancora peggio, di maleducazione.
    Con un piccolo broncio sul volto, ascoltò le sue domande, che trovò davvero poche ma sensatissime: si aspettava chissà quale mattone di perplessità lanciatole addosso, ma sembrava proprio che per oggi le andasse tutt... ehm quasi tutto bene.
    << Il progetto di Megumi è nato in maniera amatoriale da una persona, quella che si occupa di dare la voce al personaggio. Pian piano io ed altri ci siamo uniti al progetto ed abbiamo creato canzoni e piccoli video musicali, perciò siamo ben lontani dall'essere ai livelli professionali. Conta che persino le testate di manga più grandi non programmano la quantità di volumi, ma seguono l'ondata di popolarità >> inizia a spiegare un po' le differenze tra amatori e professionisti con qualche piccolo gesticolio delle mani << Per ora è nostra intenzione capire cosa il pubblico vuole, pubblicando una one-shot a tema Mahou Shoujo molto “easy”, nel senso che potremmo etichettarlo come capitolo pilota o no... dipende da come la prenderanno i suoi fan. I nostri finanziamenti vengono da loro, dunque finché non guadagneremmo abbastanza per fare qualcosa di testa nostra, in maniera più rischiosa... dovremmo volare basso. Penso che se la prima one-shot andrà bene ne pubblicheremo altre sempre con lo stesso illustratore, cambiando appena il genere così da capire quale ha avuto più successo. Dopo aver fatto una cernita di cosa è più gradito, si inizierà a pensare al progetto più grande, una serie vera e propria. Siccome non è per nulla sicuro quanto e quando pubblicheremo, era intenzione di tutti assumere l'illustratore per ogni singolo progetto, mano a mano, e pagarlo non per singola pagina disegnata ma offrendogli una percentuale sul guadagno totale del volumetto. Il primo verrà venduto solo in formato digitale: in parole povere, è un azzardo >> per fortuna, a differenza di quando parlava di robe otaku, si era trattenuta dal velocizzare la parlata, andando a spiegare tutto con tranquillità e scandendo bene le parole, dato che non era abile nei discorsi troppo complessi e non voleva che nessuna delle due finisse con un bel mal di testa.
    Alla fine per quanto ci guadagnasse sulle spalle di Megumi... beh restava pur sempre un progetto creato da una persona qualunque: se mai un giorno un'etichetta l'avesse contattata in maniera convincente, forse sarebbe salita di qualche gradino nell'impero delle idol 2D che contano, ma per ora stava più che serena nel reame dei “non professionisti” dove nessuno poteva torcerle un capello.
    Dopo l'ennesima occhiata al telefono sempre con lo schermo acceso su cui si poteva notare una sorta di mappa nera con una grossa spia rossa eternamente ferma ma lampeggiante, alzò il muso verso il telefono della stanza, posto su una parete, e poi schiarendosi la voce rauca a causa della gola rinsecchita dal troppo parlare, provò a rompere un po' il ghiaccio con Tsukiko prima che cercasse di comportarsi troppo come una tipica giapponese ad un colloquio... cosa vera, ma a sentirsi un gradino sopra, Maaya, aveva una grossa ansia: necessitava di scendere ad un livello più basso e non venir trattata troppo da datore di lavoro o chissà cos'altro.

    “Ah... forse doveva andare al colloquio vestita in maniera più ridicola...”


    Questo era uno dei suoi tanti pensieri stupidi.
    << Vuoi qualcosa da bere o mangiare? Posso ordinare qualcosa nel mentre che mi fai vedere cosa hai portato, infondo avevamo appuntamenti in un bar, perciò non preoccuparti ad ordinare qualcosa. Per il conto me la vedrò io anche senza borsa, conosco chi ci lavora>> sorrise cercando di essere il più cordiale possibile anche se aveva le guance arrossate dalla paura di venir rifiutata... perché non si dovrebbe dare troppa confidenza al proprio futuro capo... ciò l'avrebbe fatta sprofondare nella disperazione. Crede?!?
    Ah, ovviamente essendo un ghoul avrebbe anche dovuto fingere di aver già mangiato e bersi solo un bicchiere d'acqua: era all'oscuro che pure la ragazza seduta vicino a lei fosse di altrettanto avviso, e non voleva metterla di certo in difficoltà... dannata educazione che ti rende sempre spontaneo l'offrire qualcosa al prossimo. E non si può offrire di certo carne umana così, a caso.

    "L'immaginazione non ha problemi di costi e preventivi. È libera. Mettiamo da parte ogni preoccupazione [...] e sogniamo."

    GHOUL
    UKAKU
    RANK S
    BYAKKO

  6. .
    Maaya Shirogane
    Proprietaria di Love Hotel/Informatica in incognito
    27 ANNI

    8EUtsRZ

    C'era una volta una povera donzella dai lunghi capelli chiari come la neve, costretta a terribili compromessi per sopravvivere: ella infatti doveva lavorare in luoghi poco consoni alla sua immagine da pura donna giapponese, sentendosi sempre dire che era persino giunta l'ora di ereditare tutta la yakuza del padre, o di usare il suo grembo fertile per dare alla luce un maschio che succedesse ad un vecchio dalla puzza di sigari e whisky perenne. Quando finalmente riusciva a liberarsi dalla schiavitù paterna, c'erano un'infinità di doveri ad attenderla, poiché l'eroina di questa storia non era una semplice principessa aggraziata, ma era purtroppo anche un Ghoul abbastanza rispettato... più che rispettato, sarebbe dire temuto come la peste. Non perché fosse tanto forte, ma perché con lei non era facile trattare. Da quando aveva acconsentito a creare un'applicazione che desse modo ai Ghoul di sfogarsi delle loro rogne quotidiane, leggeva messaggi più o meno sensati, ed era costretta ad indagare sulla vita di quasi tutta Tokyo per evidenziare quali fossero le vere malefatte da punire.
    E quando arrivava finalmente il momento di punire qualcuno?
    Ovviamente tutti avevano da fare tranne lei, l'unica sfigata senza fidanzato, senza figli, senza famiglia, senza nulla da fare se non una maratona di anime davanti alla tv o dello shopping online. Quel giorno di fine gennaio non fu semplice, poiché dovette alzarsi presto la mattina per preordinare immediatamente una figure a tiratura limitata sborsando 20000 yen e poi controllare tutti gli estratti conto del mese: alla faccia del giorno libero.
    Nel momento in cui uscì dal suo ufficio uno dei membri di questa spedizione punitiva aveva dato buca alla propria missione del giorno, chiedendo alla povera, poverissima Maaya di poterla coprire per l'ennesima volta.
    L'eroina di questa storia, buona com'era, non poté che accettare: sapeva che se avesse inventato un impegno nessuno l'avrebbe creduta perchè era una sfigata rinomata, così con le spalle basse, il muso lungo e la voglia di vivere che ha un uomo appena colpito da un'idra, tornò a casa al tramonto, facendosi un bagno rilassante dopo aver mangiato qualcosa, così da reprimere il più possibile la propria violenza.
    Il tipo con cui aveva a che fare oggi non era niente di che, l'avrebbe giusto punito con un grosso spavento e forse qualche costola rotta sul momento, giusto per farlo tornare, si spera, sulla retta via.
    Non aveva molte informazioni poiché dello spionaggio non si era occupata lei, ma era un losco tipo che sicuramente portava una fedina penale lurida, ma ancora peggio... ah... ci voleva davvero coraggio solo a pronunciare il peccato di quell'uomo che si sarebbe beccato Maaya inferocita per una questione simile ma... abitava in un condominio in periferia nella terza circoscrizione dove... beh... non faceva che rubare l'intimo di chiunque, uomini e donne, ghoul e umani.
    Ma perché?
    Nessuno lo sapeva, ma le segnalazioni erano tantissime e prima che venisse scoperto dalla CCG, non costava nulla tentare di farlo ragionare un po'.
    Siamo in Giappone, dove puoi trovare in ogni angolo distributori di biancheria intima... perché rubarla?
    E soprattutto, perché proprio Maaya in una situazione simile?
    Affranta più che mai, si portò un borsone con la sua roba da “paladina della giustizia” percorrendo con i mezzi pubblici tutto il tragitto fino alla circoscrizione presa di mira, cambiandosi in uno dei suoi Love Hotel: questo era l'unico pregio della sua eredità, ovvero possedere immobili ovunque e potervi disporre quando ne desiderava.
    Uscendo da una finestra che dava al retro, si precipitò in una zona periferica piena di stradine oramai buie fino ad individuare il soggetto con una velocità che la fece quasi commuovere per la fortuna.
    Come poteva non riconoscere il pessimo gusto nel codino che si portava, pur essendo quasi calvo?
    La povera Maaya sospirò ancora mentre osservava il nervosismo con il quale il tizio stazionava accanto ad un lampione, impegnato ad osservare il suo telefono.
    La cosa peggiore era che la nostra povera eroina di questa storia, quando non andava a caccia ma si occupava della app, non era più una stracciona di alias Byakko talmente ambigua da sembrare per molti un maschio, ma per non dare minimamente modo di essere ricollegata a ciò che era nell'immaginario degli investigatori, indossava una tuta aderente rossa in pelle, con vari pizzi e stoffe attorno alla vita come se fossero una gonna arricciata a palloncino. A tenerla ferma c'era una cintura nera che serviva per portarsi dietro il telefono, mentre portava una piccola maschera sempre scarlatta a celare il volto ed i capelli insolitamente sciolti, una chioma lunghissima che per fortuna del buon tempo, stava al suo posto.
    Dava l'aria di una gran bella donna fisicata e formosa, o forse di una prostituta dell'est... ma la seconda preferiva non le venisse detta per evitare di andare su tutte le furie.
    Non amava sembrare una... s'è capito.
    Dopo attimi di esitazione i suoi occhi pian piano, per quel poco che la maschera lasciava intravedere, divennero dalla sclera scura, sempre di più, fino a tingersi di nero con delle iridi rosso sangue. Incurvò la schiena e le gambe, flettendo le ginocchia per darsi lo slancio ed accorciare le distanze con uno, due passi lunghi, resi facili dalla sua altezza e dalle capacità superiori ma non divine di un ghoul, che però ovviamente non provava chissà quale fatica a prendere velocità ed acciuffare in un colpo solo il tizio per il codino e sbatterlo a terra manco fosse un frustino: per fortuna aveva i guanti, o avrebbe già iniziato a vomitare la cena.
    Iniziò a scuoterlo a destra e manca come se fosse uno spolverino, scrutandolo con fare un bel po' irritato, cosa che però non si poteva sapere per via della maschera che copriva da fronte a metà naso. Si fermò solo perché non trovava più il telefono di lui, cosa che voleva distruggere per prima cosa, per evitare che chiamasse qualcuno. Sospirò continuando a stringere il malcapitato per i capelli e mettendosi la mano libera sul fianco. E pensare che oggi s'era messa gli stivali buoni con la suola dura per sfracellare ancora più abilmente i telefoni che le sarebbero capitati a tiro, una delle sue abitudini preferite quando c'era da far piangere qualcuno.

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    GHOUL
    UKAKU
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    BYAKKO

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    Eccomi! Io ed Alye abbiamo rivisto questa regola dei prestavolti analizzando bene la cosa, e siamo giunte alla conclusione che possiamo accettare PV provenienti da videogiochi che non partono su base stile anime ma più realistica... PERO' se si utilizzano (come nel caso dei link lasciati da te) delle basi simil-anime.
    Quello che a noi interessa è che i personaggi del GdR, guardandoli nell'insieme, creino una sorta di anime tutto loro. Perciò devono avere tutti "quello stile". Perciò fintanto che tu (o chiunque altro) utilizziate fanart/immagini in stile anime&manga possiamo accettare.
    Le uniche esclusioni che ci sentiamo di fare sono per:
    -Niente personaggi da film e serie tv resi stile anime
    -Niente attori famosi, modelli, cantanti sportivi ecc... sempre resi stile anime

    Dunque i videogiochi vanno bene anche se hanno una corrispettiva versione "reale o semi reale", fintanto che l'utente che li utilizzi, si basi su quella anime/manga per il suo personaggio. Va bene anche un PG che non ha una versione officiale stile anime/manga ma che abbia abbastanza fanart da coprire questo buco.

    In sintesi, i tuoi esempi verrebbero accettati, comunque se hai qualche dubbio prima di creare la scheda, puoi mandarci in privato qualche immagine che vorresti usare e possiamo dirti al più presto se la accettiamo. Ma credo che tu non stia per niente andando contro quella che è la nostra idea dei prestavolti ^^/
  8. .
    Maaya Shirogane
    Proprietaria di Love Hotel/Informatica in incognito
    27 ANNI

    8EUtsRZ
    Ritmo che accelera all'improvviso e poi si lascia cullare, una canzone che nonostante non richieda chissà quale sforzo vocale dopo un inizio d'impatto, riesce a calmare molte persone... forse anche per questo è una delle più utilizzate nei karaoke. Uno di quei brani che anche il più ignorante dei giapponesi conosce, un tormentone sempreverde forse un po' banale da eseguire ma... chi se ne frega? Insomma, Maaya dava l'impressione di essere parecchio concentrata su quello che faceva: cantare era uno dei modi per non pensare a ciò che le accadeva attorno, una cosa che suona comune come il pezzo che ha scelto di eseguire, una frase che si sente spesso ma... infondo è così, tirare fuori la voce serve quasi a spremere anche i sentimenti che si provano sul momento, ed essendo anche uno dei pochi talenti che Maaya credeva di avere, oltre che l'unico che non richiedesse il cervello e le dita per digitare su una tastiera codici indecifrabili... se lo godeva in ogni piccolo istante. Però era conscia di un piccolo dettaglio in tutta questa esibizione, un qualcosa che non poteva proprio permettersi di prendere sotto gamba, ovvero la sua voce.
    Se si fosse saputo che il suo “alter ego” Megumi era appunto SUO, ovvero che la voce di un personaggio 2D apparteneva ad una donna vicino alla trentina... sarebbe finito tutto. Maaya non credeva di essere poi così brutta, ma rimaneva una “straniera” ed una ghoul; sarebbe stato difficile anche solo far accettare ai fan che dietro ad una tenera ragazzina quindicenne ci fosse una donna adulta alta quasi un metro e ottanta con tutt'altro tipo di attributi estetici. Insomma, se voleva vivere in pace e soprattutto continuare a portare in alto questo progetto, poteva lasciare che a sapere la verità fossero pochi, pochissimi. Ed essendo sì credulona ma non di certo idiota, non appena udì una voce, senza nemmeno girare il capo verso l'entrata e domandarsi chi fosse a cercarla e se soprattutto se lo fosse solo immaginata o fosse realmente arrivato qualcuno...
    «Aoi kubisuji wo--- Tsukiakari ga utsu...SHITERO» alzò improvvisamente il suo registro, strinse le corde vocali e tirò fuori uno stridio terribile, una voce tutt'altro che piacevole, una graffiata di unghie su una lavagna, un suono simpatico come quello di qualcuno che corre al bagno e ci resta mezz'ora in preda alle coliche... una situazione molto spiacevole, in sintesi... ruppe l'armonia per apparire stonata come una campana e fingere per qualche istante di non essersi effettivamente accorta della presenza di nessuno, per poi chiudere la bocca, abbassare il microfono insieme al suo braccio destro e girare rapidamente il capo verso l'uscio con lo sguardo imbarazzato e le gote arrossate: non le piaceva per nulla l'idea di fingersi intonata come una gallina sgozzata e dunque questo si rifletteva sul suo colorito in viso ed il fare un pelino disagiato che stava ostentando.
    «Chiedo scusa! Chiedo scusa!» facendo qualche passo in avanti, finalmente con un tono di voce normale e con una parlata molto rilassante, chinò più volte il capo sprigionando ciocche di capelli chiarissimi che quasi andavano a danzare come una sorta di nevicata qua e là che mai cadeva però al suolo. Tornando poi dritta, si poteva notare che sotto quel folto ciuffo chiaro c'erano due occhioni curiosi e splendenti pronti ad attendere la povera Tsukiko, tant'è che venne naturale a Maaya di chinare un po' il busto in avanti per scrutarla meglio, mentre portava le braccia dietro la schiena e faceva apparire una piccola smorfia sulle labbra, dato che avendo perso ogni oggetto personale tranne il telefono, non aveva altro modo se non la testa, per ricordarsi con chi avesse appuntamento. Sicuro era una donna, dunque quella che aveva di fronte non poteva che essere lei o una dipendente del karaoke, ma di solito quelle non entrano finché non hanno il permesso, altrimenti commetterebbero sepukku per l'errore.
    «Kurosawa Tsukiko? Ah sì, su Kurosawa sarei sicura tra un milione, ha lo stesso cognome di Dia e Ruby?» CHI?
    Quando Maaya iniziava a parlare di cose da otaku iniziava a farlo velocemente, la sua parlata era più scorrevole e l'imbarazzo andava a farsi friggere iniziando a scodinzolare come un cane e dimenticarsi il reale obbiettivo delle cose. Questa osservazione sapeva che sarebbe stata alquanto prevedibile, ma astenersi dal far notare una coincidenza simile sarebbe andato contro natura.
    «Io sono Shirogane Maaya, diciamo che mi occupo di aiutare Megumi a cercare qualsiasi tipo di aiuto per il progetti, vedimi come una sorta di manager, anche se ovviamente questo non è il mio lavoro principale, è come un part time? Sì una cosa simile, infondo tutto questo è nato per gioco, non siamo ancora professionisti né in una grande impresa ahahaha » parlando in maniera un po' più chiara e lenta, presentò in poche parole sé stessa ed il progetto, andando a chinarsi di nuovo e poi spostandosi per poggiare il microfono sul tavolino e prendere un attimo in esame il suo telefono, con fare parecchio contrariato.
    Non era complicato immaginare che su quello schermo ci fosse proiettato qualcosa di altamente fastidioso. Parrebbe infatti che il suo amico ladro non si sia spostato di un centimetro, e la voglia di sfondare la porta della stanza accanto e prenderlo immediatamente non fa che lievitare, ma mantenere la calma era... essenziale.
    Se fosse saltato l'appuntamento, sarebbe saltata anche una delle occasioni per far crescere la fama di Megumi.
    Meno Megumi era famosa, meno soldi guadagnava.
    Meno soldi guadagnava, meno avrebbe potuto incidere, più il suo hobby sarebbe andato a quel paese.
    Un sospiro.
    Un altro.
    E via, poggiando il telefoto sul tavolino, fece cenno a Tsukiko di accomodarsi, con entrambe le mani a puntare il divanetto di fronte al suo: sapeva di doverle un sacco di spiegazioni, in più non aveva tanta voglia di mentirle riguardo al perché improvvisamente abbia spostato il luogo dell'incontro, così, candidamente...
    «Mi dispiace averti costretta a venire qui, so che non è il posto migliore per un colloquio, ma ho perso la mia borsa qui e dunque non potevo spostarmi senza. Non ti preoccupare però, presto vado a riprenderla, nel mentre puoi iniziare facendomi tutte le domande che ti servono per capire un po'...tutto? Ahahaha!» dava l'impressione di una persona che non si sentiva mai a disagio, anche se in realtà era terribilmente brutto doverle raccontare frottole. Ma se avesse confessato che un ladro le aveva preso la borsa, sicuro si sarebbe sentita rispondere “ehi, non sporgi denuncia alla polizia? Come pensi di riprendertela da sola?” perciò voleva evitare e sperare di beccare il ladro senza che nessuno se ne accorgesse... cosa che tra parentesi accadeva spesso, data la sbadataggine del soggetto in questione, che per fortuna aveva smesso di parlare e ridere come se tutta questa situazione fosse anche solo un briciolo divertente. Ne approfittò così per sfilarsi prima la sciarpa dal collo e poi sbottonarsi il cappotto, sistemandoli con cura sopra lo schienale di uno dei tre divanetti che circondavano il tavolino posto al centro. Aveva occupato quello alla destra, mentre si faceva un po' aria perché si era giusto accorta che stare così coperta in un luogo riscaldato non era da furbi. Addosso per fortuna s'era messa uno spesso maglioncino lilla con un piccolo scollo a v, senza alcun tratto distintivo, tutto sobrio ed aderente dalla punta dei piedi fino al collo, risaltando la lunghezza del suo corpo e le orgogliose tette che si ritrovava, ma di cui non è che avesse tanta voglia di sfoggiare... la realtà è ben diversa da quelle robe che sballonzolano negli anime e sembrano pesar piuma. L'unica particolarità, “boing boing” assente a parte, erano un paio di orecchini prima celati dalla sciarpa, ovvero due pententi in oro bianco con dei piccoli fiocchi di neve brillanti. Era una figura curata ma non troppo, di quelle che non amano né risaltare per eccesso né per trascuratezza. Eppure, rideva come una cretina e con un tono di voce altamente infantile sebbene fosse così educata da aspettare l'ospite prima di sedersi.

    "L'immaginazione non ha problemi di costi e preventivi. È libera. Mettiamo da parte ogni preoccupazione [...] e sogniamo."

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  9. .
    Maaya Shirogane
    Proprietaria di Love Hotel/Informatica in incognito
    27 ANNI

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    «Zankoku na tenshi no youni... shounen yo shinwa ni nare!!!»
    ...

    La settima circoscrizione era sempre fin troppo affollata... beh in realtà tutte lo erano per Maaya, ma durante i giorni lavorativi e quando il cielo decideva di non “lacrimare” ma trattenersi alle nuvole...la gente era più che mai ed iniziava a sentirsi un pelino a disagio. Dovette purtroppo spostarsi dalla sua “zona madre” per alcune faccende di lavoro e proprio per quelle, ne aveva approfittato per dar appuntamento ad una ragazza che l'aveva contattata tempo fa, per dei colloqui. No, niente che avesse a che fare con il Love Hotel, ma con il progetto della cantante virtuale in 2D a cui dava la voce: Megumi. Lei era... sorprendentemente una fonte redditizia secondaria niente male, oltre che la maniera con la quale si sfogava, sognava una carriera che non le si addiceva e... aveva modo di interagire seppur virtualmente, con tanti fan. Non era un'amante del contatto fisico, nonostante una chiacchierata non la negasse a nessuno, anzi, star sola per lei era tollerabile solo finché ad accompagnarla vi era un computer, altrimenti iniziava a mostrare le classiche fobie di una persona che viveva sola: furti, incendi ecc... e pensare che solitamente, sono le altre persone che avrebbero, giustamente, paura di lei.
    Ma oggi era stata la vittima, dato che durante il tragitto con i mezzi pubblici per spostarsi di circoscrizione, s'era imbattuta in un scippatore che approfittando della sua distrazione al telefono era riuscito a prenderle la borsa che penzolava dal braccio un po' troppo incautamente. Provò a scendere alla sua stessa fermata e rincorrerlo, ma c'era troppa gente e lei aveva captato in lui una sorta di odore ferroso ostile, di chi probabilmente o era un ghoul o un assassino, sporco di sangue da far venire quasi la nausea ad uno che di carne umana già ne mangiava di suo. L'istinto le diceva che avrebbe potuto creare guai in pubblico, così lo seguì anche grazie ad una spia collocata sempre dentro i suoi oggetti di valore, in questo caso nel borsellino all'interno della borsa. Il luogo in cui quel ladro aveva deciso di rinchiudersi era alquanto... insolito.
    Un karaoke.
    Sì, quei posti dove con gli amici ti metti a mangiare, bere e cantare per ore. Eppure mentre Maaya guardava il cielo ancora leggermente illuminato oltre le nuvole, si chiedeva come cavolo la gente passasse il tempo lì... da soli. Beh, non volle giudicare quel ladruncolo puzzolente, e decidette così di seguirlo mandando una mail di scuse alla ragazza con cui aveva appuntamento, chiedendole di cambiare location, che inizialmente era stata scelta in un bar. Sarebbe stato estremamente imbarazzante, ma voleva pensare che c'erano ipotesi ben peggiori.

    … Ed ecco perché si ritrovava lì, per attendere che quel cretino uscisse dalla stanza accanto alla sua, monitorato dal telefono che segnalava tramite la spia, il suo posizionamento... entrambi si trovavano in una stanza diversa ma dal medesimo aspetto: pareti imbottite di stoffa rossa e super isolanti, con tanto di divanetti neri a circondare un bel tavolo di legno lucido laccato sempre in una tonalità scurissima e per ora vuoto se non per l'opuscolo con i codici delle canzoni ed un microfono. Non c'era altro in quella stanza prenotata da Maaya, se non l'immancabile televisore che trasmetteva le parole da cantare e le casse su cui rimbombava il suono: aveva ancora cinque minuti di tempo per sfogarsi prima che arrivasse la tipa per l'appuntamento... sempre se non fosse uno di quei soggetti che arriva in anticipo o in ritardo. Una tremante Maaya ancora scossa dall'esser stata toccata da un idiota che a malapena aveva visto in volto e di cui ricordava solo all'olfatto la sua identità, tentava quasi invano di non pensarci, facendo qualcosa di divertente ma... teneva un po' troppo stretto il microfono, inoltre era ancora coperta in un lungo cappotto rosso in stoffa, con tanto di bottoni ben chiusi ed una sciarpa bianca a coprirle il candido collo. I suoi occhi azzurri erano circondati da un lieve rossore dato dallo spavento, mentre la chioma stretta in una semplice coda alta ciondolava insieme alla testa che seguiva il ritmo. Non si intravedeva altro se non dei jeans neri e stivaletti a mezzo polpaccio senza tacco di un bel rosso cremisi.
    Poteva anche essere un ghoul “targato” come molto pericoloso, ma quando un maschio qualunque la sfiorava senza permesso, finiva sempre male, malissimo. In questo caso fu la folla a salvarla da qualche stupidaggine, ma il nervosismo era tale da non ricordarsi nemmeno che era lì per una proposta di lavoro riguardante Megumi, e che soprattutto doveva fingere di essere solo... la sua manager.

    "L'immaginazione non ha problemi di costi e preventivi. È libera. Mettiamo da parte ogni preoccupazione [...] e sogniamo."

    GHOUL
    UKAKU
    RANK S
    BYAKKO



    Edited by Mayoshi - 16/1/2019, 17:11
  10. .
    Sono una copiona :3

    Come nel topic di Alye dedicato ai PG, qua invece poniamo domande ai giocatori... ovvero tutto noi personalmente! Visto che siamo in un GdR prediligiamo domande che possano ficcare il naso nella nostra carriera (breve o lunga che sia) da roleplayers!

    Inizierò io con una domanda, e chi risponderà dopo di me dovrà ovviamente replicare al mio quesito e porne un altro a chi dopo di lui, risponderà e così via! Questo magari servirà a conoscerci meglio.
    Ah, ovviamente cerchiamo di non mettere nessuno in una posizione troppo imbarazzante <3


    Inizio io!!!

    Qual è l'errore più buffo/assurdo che tu abbia mai fatto scrivendo in una role/scheda?
10 replies since 9/7/2015
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