Votes taken by #Lynx

  1. .
    Rendiamolo ufficiale anche se, vista la sparizione (e dato che diverse persone le avevo avvisate personalmente diverso tempo fa), già immagino la conclusione sia ovvia. Però giustamente avviso che... Parto. Per ragioni molto personali abbandono il forum, con molto dispiacere soprattutto nel lasciare Alye con ancora tante cose da fare e soprattutto gli impegni che mi ero presa per la ristrutturazione.
    Per quanto riguarda i pg... Diciamo che ne ho parlato già con le persone con cui ho progetti in corso/programma e sanno/sapranno tutto (Eden ha detto addayo a Masato con una scazzottata amichevole; gli investigatori si saranno trasferiti ad altri reparti... L'Oleandro torna nell'ombra dove è di casa...), dovesse servire altro per qualche citazione o necessità sono reperibile a tratti.
    Buon proseguimento a voi! Ciao Memoir, TVB!
  2. .
    Attenzione attenzione!
    Causa lavoro, sarò da ora stabilmente assente nei giorni di domenica, lunedì e martedì.
    Arrivando a casa parecchio distrutta, l'ultima cosa che penso di fare è aprire il pc, salvo per vere e proprie necessità di vita o di morte, come potrebbero essere i turni alle quest (ma non garantisco, ci tengo alla già scarsa salute mentale).
    Per questioni di amministrazione sono reperibile su telegram, il più celermente possibile, abbiate pazienza ❤️
  3. .
    Joshua Reeves
    « My soul is so cold, but I want to live again. »

    imma
    All'arrivo della sua ordinazione - l'host, mica il drink - appoggiò il telefono sul tavolo, premendo il pulsante laterale per spegnere lo schermo.
    Non si aspettava plateali reazioni, alla fine si erano giusto incrociati quel paio di volte nei corridoi della scuola e quello scontro casuale poteva anche essere stato cancellato dalla memoria, chi era lui per aspettarsi di restare impresso nei ricordi di qualcuno che sembrava sempre così impegnato. Vita complicata quella degli universitari, soprattutto se da far conciliare anche con un lavoro, che poteva benissimo significare non avere quel supporto che aveva lui, per cui il lavoro era un extra per scelta, per avere in apparenza una vita normale.
    «Conversazione e drink, per cos'altro si entra al Velvet Room?»
    Già, naturalmente non esistevano altre ragioni o almeno dubitava fortemente che altri frequentatori del locale avessero le sue alte aspettative da un appuntamento del genere.
    Che poi trovarsi in quel locale fosse opera del fato, dubitava fortemente Vishnya lo pensasse davvero, non quando era stato il suo nome quello richiesto all'ingresso. Decisamente no, non era un caso. E sì, era la conferma che si ricordava di lui.
    «Non credo nel destino da molto tempo.» Difficile crederci quando, sin da bambino, ti viene ripetuto che ogni singola azione può influenzare nel bene o nel male qualsiasi cosa «Tu si?»
    Le dita di una mano, fino a quel momento appoggiate alla base del bicchiere con il vino bianco frizzante, salirono lungo lo stelo del calice lentamente. Non gli serviva neppure guardarlo, era il suo lavoro conoscere la delicatezza di quei bicchieri, senza contare che era molto più interessante mantenere lo sguardo puntato sul rosso accomodato accanto a lui.
    Non si era mai interessato a quale fosse il copione standard degli host, come dovessero comportarsi normalmente con i clienti o se ciascuno aveva i suoi modi peculiari, interpretando magari un particolare personaggio, così da distinguersi oltre l'estetica e l'accento per quelli stranieri. Le cose erano un po' diverse quando si tratta della professione del soggetto da cui si è forse troppo attratti. E non lo avrebbe negato che era un bel vedere, un piacere da osservare e una discreta soddisfazione poterlo fare da vicino, in un angolo appartato, senza intromissioni, per almeno un'ora.
    Era anche interessato ad ascoltare il suo punto di vista sul destino, sinceramente curioso di quanto lo ritenesse responsabile del loro incrociarsi.
    «Ammetto di preferire l'avere un minimo controllo sulle cose, magari informarmi per ciò che mi attira e non lasciare troppe speranze al caso.»
    Già, magari informarsi, facendo una foto di nascosto al tizio incrociato spesso a scuola e poi, con qualche scusa arrangiata, scoprire il suo nome, qualche dettaglio in più tramite un contatto o due in segreteria e con mezzo flirt alla ragazza timida e carina che frequenta con il soggetto un corso o due.
    Sì, era stato proprio il destino a volerli far incontrare così spesso.


    Studente/barman - 23 y.o - ghoul (rank B - bikaku) - Silver [scheda]


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    CCG
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    Phone: 100%
    BaPMOWu
    NAME
    ONISHI SHINSUKE

    AGE
    25 y.o.

    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

    RANK
    SECONDO GRADO

    eUcWowh
    Il combinarsi delle azioni di tutti era una dimostrazione di quanto le esercitazioni per agire come un'unico strumento fossero state a loro modo utili. O forse era tutto dovuto al caso e alla fortuna.
    Non essere colpito dal fuoco incrociato, a differenza di quanto in alcuni casi accadeva invece al ghoul a cui si era pericolosamente avvicinato, poteva essere tanto dovuto alla fortuna che ad una accurata scelta degli altri investigatori.
    L'importante però era l'aver tenuto le posizioni ed essere riusciti ad iniettare, in un modo o in un altro, sufficiente inibitore nel corpo del loro avversario. Era l'unico modo per indebolirlo e renderlo davvero più vicino alle loro capacità: era forte, aveva una kagune dalle molteplici forme ed usata in maniera incredibilmente abile, senza nulla togliere alla resistenza elevata. Insomma era facile pensare servisse il tranquillante formato mandria di elefanti per tirarlo giù.
    O forse no...
    O forse alla fine ci erano riusciti con quanto possibile, forse finalmente aver conficcato una fiala diretta nelle sue carni aveva dato una mano a velocizzarne l'effetto di quanto entrato in circolo attraverso le armi dei suoi compagni di battaglia. Forse non era così eccezionale come poteva sembrare. Ahah, no, troppi forse, non farti illudere dagli specchietti per allodole.
    No, era stato troppo facile e lui lo aveva visto. Era riuscito a centrarlo e aveva temuto che uno di quei tentacoli l'avrebbe colpito per reazione naturale, scacciare l'insetto che lo aveva punto al fianco. Non era arrivato nulla però a scaraventarlo contro il corrimano della scala o farlo finire al centro dell'androne dopo un lungo volo e una scivolata sul pavimento freddo... No, era riuscito ad alzare lo sguardo, istintivamente, per vedere una reazione, una qualsiasi, da quella maschera imperturbabile dietro cui si erano alzate risate irriverenti poco prima. Lo aveva visto voltarsi, aveva visto quegli occhi neri e rossi indirizzati verso Yamamoto. Aveva visto le kagune non reagire, non tentare una difesa, non accanirsi più contro nessuno, nemmeno chi era lì ad un passo e facilmente feribile. Eppure era stato colpito, si era lasciato colpire.
    La kagune disintegrata, il corpo pesante che finiva in ginocchio a poca distanza da lui che, sempre per istinto, si era spinto all'indietro di qualche metro, scivolando sul pavimento e trascinando con se il tessen ancora chiuso, impugnandolo velocemente con entrambe le mani, pronto per usarlo come una clava in una sorta di rovescio se si fosse mosso davvero in un tentativo di aggressione o di movimento... di qualunque cosa.
    Il caposquadra della Delta si avvicinò, indicando ai due investigatori più distanti di mantenere le armi puntate verso il ghoul e allo stesso tempo con un gesto aveva fatto intendere agli altri di stare a distanza. Osservando il seguito della scena, Shinsuke non si mosse mentre al ghoul veniva dato il colpo di grazia e crollava a terra.
    Era davvero finita? Erano davvero riusciti a fermare quel tank munito di ogni sorta di tentacolo immaginabile o quasi?
    Sembrava assurdo, ma gli ordini che arrivarono da Yamamoto sembravano confermarlo, non serviva più prestare attenzione a quel ghoul, ci avrebbero pensato gli altri, a lui ora toccava aiutare uno dei compagni feriti, uno dei suoi cugini.
    Prestò uno sguardo veloce alla scala, intravedendo attraverso il corrimano Milo e Hinata, presumendo che il cugino americano si sarebbe occupato di lei data la vicinanza, sarebbe stato assurdo fare diversamente.
    Rialzandosi finalmente dal pavimento, portando con se anche la quinque (mai lasciarla in giro, glielo avevano ripetuto così di frequente che non gli serviva neppure pensarci ormai), si avvicinò rapidamente al cugino intenzionato ad aiutarlo a rimettersi seduto a terra.
    «Non credo zia Takako sarebbe felice se ridipingessimo il pavimento con il sangue Onishi.»
    Un banalissimo e inappropriato tentativo di riportare la situazione a quella sorta di convivialità all'inizio del turno di guardia della serata.
    «Forse è meglio se resti a terra mentre arriva il medico.»
    Per quanto le sue competenze in materia fossero piuttosto scarse, quell'improvvisato modo per limitare l'emorragia rischiava dei essere fallimentare fintanto che cercava di starsene pure in piedi.
    Prima Hikaru doveva sedersi e poi, una volta compreso che effettivamente quella ferita non era troppo superficiale (ma neppure mortale ovviamente), la sua giacca era destinata a fare la bruttissima fine dell'essere usata per una compressione un po' migliore di quel taglio. Giusto per evitare di sporcare il pavimento più di quanto già non fosse stato macchiato fino a quel momento.
    Probabilmente zia Takako in seguito si sarebbe in ogni caso lamentata del servizio di sicurezza che le aveva sporcato l'androne, senza contare il fatto che si erano fatti sfuggire un ghoul non così tanto nascosto.
    Però continuava ad essere strano, troppo strano, che un ghoul simile avesse deciso di infilarsi in quel palazzo proprio quella sera. Non aveva senso che qualcuno di così abile decidesse di farsi mettere ko in quel modo. Non aveva senso andare a sacrificarsi senza tentare di scappare, pur potendolo fare (aveva messo fuori combattimento due investigatori e sicuramente gli altri non erano avversari poi così degni di nota per lui, fatta eccezione per Yamamoto).
    Era strano, continuava ad essere strano, per quanto non si potesse sapere ancora quanta sanità mentale fosse presente nel cervello nascosto dietro la maschera.
    Troppe incognite.

  5. .
    Grazie Alye ❤️ TVB

    Nickname: #Lynx
    Prestavolto: Amagi Hiiro (Ensemble Stars!)


    Aggiorno/Aggiungo tutto!
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    ONISHI SHINSUKE

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    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

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    eUcWowh
    Il tentativo di infierire sulle gambe, di cui una in precedenza già colpita dai proiettili di Milo, era andato a buon fine. Purtroppo avevano a che fare con qualcuno che sembrava possedere una cognizione d'uso della kagune eccelsa e, per questo, la perdita di equilibrio fu solo parziale. Ripensandoci in seguito si sarebbe inevitabilmente chiesto se era stata la sua azione a penalizzare l'azione di Hikaru e il conseguente peggioramento della situazione.
    Erano due ora i componenti feriti: Hinata aveva saggiamente deciso di non avvicinarsi di nuovo al loro avversario, o almeno non era presente nel campo visivo di Shinsuke, totalmente concentrato sulle azioni del ghoul per evitare di subire l'inevitabile tentativo di rivalsa per quanto subito. Dalla sua posizione ravvicinata, sarebbe stato oltremodo sciocco distrarsi a osservare tutti i presenti e le loro azioni, con l'agitarsi delle varie parti della rinkaku, soprattutto per poter evitare quelle zampe di ragno prima di essere il terzo ferito della serata.
    Riuscì a scostarsi quanto sufficiente, volendo restare ancora abbastanza vicino e approfittando ulteriormente del concentrarsi dei colpi di arma a distanza dei suoi compagni verso busto e testa del nemico.
    Lo scatto della coda di scorpione fu rapido e inaspettato, ma quel teatrino di risate strafottenti gli permise di prendere la fiala di inibitore dalla custodia agganciata alla cintura e puntare a conficcarla, con uno slancio, al fianco del ghoul. Forse era più probabile riuscire a intercettare, fortuna permettendo, uno dei vari tentacoli che continuavano a muoversi con apparente indipendenza; forse era più facile finire lui colpito dalla rinkaku e quell'occasione sprecata. La fortuna non sempre aiutava gli audaci, ma sprecare una posizione simile sarebbe stato ancora peggio: doveva sfruttare l'opportunità.

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    ONISHI SHINSUKE

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    eUcWowh
    Facile era supporre di non avere a che fare con un novellino o qualcuno di totalmente inesperto. Certo non serviva un genio per fare un semplice ragionamento: infiltrarsi in una residenza Onishi, quella in cui era stato ben sponsorizzato l’evento in corso, con palese sicurezza, non era certo stato un caso fortuito, così come non era da tutti riuscire a sorprendere e sfuggire a chi aveva superato i gradi di gavetta all’interno della CCG. E c’era pure da supporre non fosse solo, motivo per cui era più che naturale fosse stato subito messo in pratica il protocollo istituito per l’occasione: ciascuno dei tre capisquadra aveva le sue mansioni, per quanto l’avversario davanti a loro non andasse sottovalutato, era quella piccola squadra a doversi occupare dell’intrattenimento, mentre le altre due passavano alla fase di evacuazione degli invitati e, in sincronia, assicurarsi che il resto dell’edificio non ospitasse altri intrusi.
    Chi avevano davanti, in quell’androne, poteva benissimo essere un diversivo, un kamikaze pronto a intrattenere gli addetti alla sicurezza mentre altri perseguivano chissà quali altri scopi.
    Non serviva perdersi in simili riflessioni, naturalmente, non c’era tempo e le considerazioni erano per lo più ovvie e un po’ banali, le più semplici da fare. Per di più la situazione non era delle migliori e non lo sarebbe stata finché non avessero reso inoffensivo quel ghoul dalla rinkaku elaborata.
    La pistola d’ordinanza di Milo aveva sparato e allo stesso modo aveva fatto quella di Krieger. Decisamente non avevano a che fare con un novellino, non era un bersaglio fisso, fermo in attesa di essere colpito, ma mobile e la fortuna appariva in quel primo momento divisa al 50%: da un lato il cugino era riuscito ad andare a segno, magari perché più vicino al loro bersaglio o forse favorito dalla posizione non frontale, visto che quella dell’altro era probabilmente in pieno campo visivo del loro ospite e quindi più probabile il tentativo di schivare, con discreta eleganza per di più, i colpi a lui indirizzati.
    Coordinarsi nel tentare di mettere a segno l’azione era stata un’idea tutto sommato positiva, almeno le possibilità di riuscita erano state parzialmente loro favorevoli, se si considerava che anche il parente del ramo cinese era riuscito in qualche modo a ferire l’intruso. Chi però era stato destinato a non riuscire nella sua impresa, per di più mettendo a grande rischio la propria incolumità, era stata Hinata.
    In quel primo coordinato attacco, mentre tra proiettili e affondo elettrico il ghoul era costretto a movimenti ben calibrati in uno spazio tutto sommato ridotto, se paragonato all’intero androne, Shinsuke ne approfittò per serrare il tessen, quasi in combinazione con la reazione del ghoul, che infierendo sul braccio di Hinata l’aveva scaraventata verso la scalinata. Quasi a darle il cambio, Shinsuke era scivolato a coprirne in parte la posizione appena lasciata scoperta, abbassandosi su un ginocchio per far ruotare - in senso antiorario - il tessen chiuso davanti a sé, in un certo senso mirando alle gambe, per ulteriormente infierire su quanto già fatto da Milo e puntare al far perdere il più possibile l’equilibrio a chi avevano davanti o, possibilmente, danneggiargli in maniera ancora più marcata le gambe e influenzare così negativamente quella agilità parecchio fastidiosa.

  8. .
    Avviso ufficialmente che almeno fino a metà Giugno sarò davvero poco presente. Farò il possibile per seguire la quest e per le questioni amministrative più urgenti, insomma ci sono anche se non mi sentite su Telegram ;3
  9. .
    CCG
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    ONISHI SHINSUKE

    AGE
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    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

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    eUcWowh
    La porta divelta fu la prima cosa a transitare nello spazio apparentemente più vuoto di quell'accenno di accerchiamento che era stato creato. Quello che sembrava essere il percorso forzato era diretto verso l'ingresso della villa, davanti alla quale si era posizionato il più fisicamente possente dei selezionatissimi, di certo un bell'impatto visivo trovarsi davanti quell'ostacolo, anche se poteva generare più adrenalina che agitazione in qualcuno, soprattutto se aveva coscientemente deciso di invadere la location di un evento tanto noto e presidiato. Era da darsi per scontato che fosse stata una scelta volontaria e non un caso, così come poteva essere scontato che quello fosse solo un diversivo, il movimento eclatante dell'illusionista creato ad arte per distogliere l'attenzione dal vero trucco in atto.
    Le contromisure erano dunque scattate come da programma: evacuazione iniziata in combinazione con il controllo del resto della villa, per assicurarsi che non ci fossero altre sorprese e garantire la sicurezza degli ospiti di riguardo. Poi ovviamente c'era il comitato di benvenuto, pronti ad ingaggiare l'ostile.
    Erano arrivati tutti abbastanza rapidamente, le posizioni erano state prese e quel suggerimento lasciato in sospeso era stato accolto meglio di quanto pensasse. Milo aveva deciso di sfruttare il suggerimento sull'aggiunta dell'inibitore alla pistola d'ordinanza, da una posizione leggermente rialzata nella scalinata e parzialmente protetto dal parapetto, decisamente non era saggio buttarsi subito a testa bassa in un combattimento ravvicinato non sapendo nulla dell'avversario; quasi in prima linea, a cercare di limitare l'area ai due lati, c'erano lui e Hikaru, mente Hinata sembrava prontissima a salutare a suon di zap zap; più arretrati l'ultimo ostacolo prima dell'uscita dalla villa, Victor, con un'altra delle Quinque presenti adatte alla distanza e c'era solo da sperare che nella potenziale frenesia dello scontro i colpi non finissero intercettati da uno degli altri investigatori, mentre l'unica Primo Grado tra di loro era rimasta in posizione arretrata, più o meno a pari distanza dalle potenziali vie di fuga se quel blocco si fosse rivelato fallimentare.
    «Milo... le gambe.»
    Più una ricerca di conferma che un suggerimento vero e proprio, dando ad intendere si riferisse al mirare agli arti inferiori, così da cercare di limitare una parte dei movimenti: avere a che fare con un ghoul significava che, con una dose di fortuna abbastanza alta, colpirlo ad un ginocchio con un proiettile Q imbevuto di inibitore equivaleva a provocargli non poco dolore e difficoltà, potenzialmente riducendone velocità e lucidità. Aveva pro e contro qualsiasi strategia, discuterne diventava problematico, ma dal suo punto di vista era imperativo trattenerlo in quell'androne, usando a loro favore la resistenza naturale in quei soggetti. Non sapeva ancora quali fossero tutte le caratteristiche dell'ostile e questo significava doversi adattare in fretta nella coordinazione in sei, sperando che l'addestramento supplementare fosse stato sufficiente per creare quella minima e indispensabile coesione di gruppo.
    Ostile che, sfondata la porta e seguitala nell'androne, sfoderava un arsenale bellico di tutto rispetto ed era riuscito a lasciarsi a discreta distanza i valenti caposquadra Phi e Delta. Non prometteva bene.
    La presa sulle impugnature del tessen, indispensabili vista la dimensione, si fece più salda, pronta più ad un contrattacco che ad una offensiva. Non era mai stato il genere di persona che attaccava a testa bassa, alla vichinga, ragione per cui aveva sempre trovato perfetta per lui la sua Quinque, ma l'istinto per la coordinazione delle azioni era abbastanza forte e fu quello a fargli esprimere un solo saluto a chi avevano davanti, incitando chi, a differenza sua, aveva la possibilità di attaccare davvero.
    «FUOCO!»

  10. .
    ONISHI SHINSUKE
    INVESTIGATORE (PHI)
    25 y.o

    yoqz0IR
    La risposta alla fine era arrivata, restando sul sintetico, ma era stato lui per primo a dire a Milo che non servivano dettagli. A far due conti rifiutare una qualsiasi risposta, forse, poteva essere più esplicito ancora, in ogni caso l'unico modo per sapere se avesse detto il vero era restare lì a fargli compagnia fino al fatidico arrivo degli amici, ciò però avrebbe comportato per Shinsuke un ritardo al suo appuntamento, come se già non bastasse il fatto di non essere interessato ad indagare nel privato del cugino.
    Per di più gli era appena stato detto che lo attendeva un inizio serata non da poco, sperava in una partenza più tranquilla, lasciar scegliere agli altri era stato probabilmente peggio del previsto, ma voleva provare a fidarsi.
    Diede però una veloce occhiata al telefono, constatando sia di non aver ricevuto messaggi, sia l'ora e in effetti si stava davvero facendo tardi.
    «No, sono ancora in tempo, ma sarà meglio che vada.»
    Sarebbe stato un controsenso restare lì o suggerire di unire le due compagnie, soprattutto dopo aver tanto rimarcato il non volersi impicciare della vita privata di Milo. Non l'avrebbe mai fatto, soprattutto dopo così poco tempo dall'aver instaurato se non altro un dialogo più rilassato con il cugino.
    Un passo alla volta.
    «Buona serata e divertiti!»
    Giusto un cenno, un sorriso tranquillo e riprese a camminare nella direzione interrotta poco prima, ripassando mentalmente le svolte ancora da fare per raggiungere il locale in cui era stato fissato l'incontro con quella nuova compagnia.
    Forse era anche il caso di rivolgere qualche preghiera, strada facendo, a qualche divinità protettrice, male non avrebbe fatto indipendentemente dal crederci davvero. O forse era meglio alla fortuna, al karma...


    CELEBRATING HATE IS NOW A COMMONPLACE. WHEN DID THIS BECOME SO NORMAL?

    CCG
    TENGU (Koukaku)
    SECONDO GRADO


    [/QUOTE]
  11. .
    Joshua Reeves
    « My soul is so cold, but I want to live again. »

    imma
    [Nei giorni precedenti...]
    Era una fortuna che nessuno facesse caso a quanto potevano essere lunghi i suoi giri tra i corridoi degli edifici della facoltà. Dopotutto perché qualcuno avrebbe dovuto interessarsi a uno degli studenti stranieri che, con aria tranquilla e sicura, si incamminava probabilmente verso l’aula della prossima lezione o una delle sale studio o magari la segreteria?
    Senza contare che, sicuramente, lui non era il solo a scegliere di allungare i suoi percorsi solo perché, così facendo, esisteva la possibilità di incrociare chi con prepotenza si era insinuato nei suoi sogni e pensieri. Perché quella era la vera ragione, una sospirata semplice possibilità di incrociare il percorso di una persona e, forse, mezzo sguardo di striscio. Era una cosa stupida, a pensarci, soprattutto se si considerava che non era per timidezza che non tentava un qualche approccio, ma solo per il fatto che i metodi tradizionali prevedevano tempi snervanti e una condizione di legame oltre i suoi interessi. Perché le cose dovevano essere così complicate?

    Di certo era stato del tutto imprevisto incontrare lo sguardo di quella stessa persona al di fuori della Waseda.
    Non erano solo gli occhi azzurri ad essere riconoscibili, ma decisamente era impossibile confondere qualcuno per quel rosso che cercava puntualmente di incrociare con estrema non chalance per i corridoi dell’università.
    Un colloquio di lavoro al Velvet Room si era tramutato in una inaspettata occasione non solo di scoprire un nome, per quanto quasi sicuramente non fosse quello reale, ma generare una serie di pensieri che, alla fine, lo avevano condotto verso una discutibile – molto discutibile – idea.

    Aveva lasciato passare qualche giorno del tutto normale, il solito transito per i corridoi fingendo di non far caso a chi incrociava, quando la realtà era totalmente diversa. Poi era arrivato quel giorno in cui invece aveva volontariamente urtato per caso quel rosso dagli occhi azzurri. Era stato spontaneo il chiedere scusa e, con apparente stupore, azzardare un «Non ci siamo già visti? Al Velvet Room...» #oops.
    Interruzione breve nella vita di entrambi, le lezioni da seguire, un saluto veloce e ancora scusarsi, prima di allontanarsi con la convinzione che sì, valeva la pena giocare un po’ sporco per quel rosso.

    [Oggi...]
    La discutibile – molto discutibile – idea, però, fu messa in pratica solo in seguito, dopo aver chiesto conferma degli orari di quel particolare soggetto proprio all’host club e si era presentato, carta di credito alla mano, per una consumazione selezionata al locale.
    Era stato accompagnato al tavolo, aveva chiesto fosse un po’ appartato per conciliare una conversazione tranquilla. Le regole di quel posto le aveva conosciute quando si era presentato per un colloquio, sebbene poi gli fosse stato detto che in quel periodo non avevano bisogno di un altro barman e quindi non era stato fortunato. Fare l’host non era tra le sue aspirazioni, non che denigrasse la categoria, semplicemente non riusciva a immaginarsi in quelle vesti ed era a dir poco curioso di come invece li indossava Vishnya, che nei corridoi dell’università sembrava sempre così concentrato, un po’ teso forse, e soprattutto serio.
    Aveva già in principio richiesto un bicchiere di bollicine bionde, aggiungendo la specifica del più uno a scelta da chi poi gli avrebbe fatto compagnia e che per lavoro avrebbe sicuramente dovuto impegnarsi per fargli ordinare altro in quell’ora.
    Se ne stava tranquillo, completamente a suo agio su quel divanetto d’angolo, gamba accavallata e a giochicchiare distrattamente con il telefono, pronto ad accogliere l’arrivo del rosso con un sorrisetto e un leggero «Buona sera a te, dobbiamo parlare...»
    In realtà, tra le alternative, c’era anche quella di usare la citazione da un noto film, ma forse sarebbe stato davvero troppo teatrale anticipare il volergli fare un’offerta che non avrebbe potuto rifiutare.



    Studente/barman - 23 y.o - ghoul (rank B - bikaku) - Silver [scheda]


  12. .
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    ONISHI SHINSUKE

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    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

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    eUcWowh
    Raggiungendo la sala di controllo, ormai aperta da chi li aveva preceduti, la caposquadra in poche parole confermò la situazione. Semplicemente non aveva senso per un intruso chiudersi lì dentro, con due potenziali finali: essere catturato o sacrificarsi per intrattenere chi sarebbe giunto a controllare perché i due assistenti non rispondevano più.
    La conclusione per Shinsuke era semplice: la presunzione aveva creato una falla da qualche parte. Quel gala non s'era da fare, ma figurarsi se si poteva dire a voce. Avrebbe tenuto per se i pensieri, mentre gli ulteriori ragionamenti erano a prescindere rimandati alla fine dell'evento, non era né il momento né il luogo per farlo.
    Nell'arco di poco tempo la situazione era destinata a peggiorare, o meglio la conferma che qualcuno era lì in giro.
    Lo spostamento, seguendo gli ordini, doveva essere rapido e scendendo le scale con gli altri, una domanda sorgeva spontanea: che senso aveva per un ghoul da solo introdursi lì e ferire non letalmente i due addetti alla sorveglianza?
    «Non può essere l'unico.»
    O in alternativa avevano qualche talpa, chi poteva garantire il contrario? Magari non poteva dire quanto trovava sbagliato aver scelto quella villa per il gala, solo per le banali ostentazioni di potere a discapito di una sicurezza molto più gestibile, però quella banalissima conclusione poteva esprimerla a voce alta, dava per scontato anche altri ci fossero arrivati.
    Quindi bisognava fermare la sua corsa, che a quando pare era stata direzionata verso l'androne, e allo stesso tempo evitare sia una possibile fuga che l'infilarsi nel salone dove erano riuniti tutti gli invitati, compiendo una bella strage magari, e dove poteva trovarsi un potenziale complice? Facilissimo.
    Aveva solo atteso di essere arrivato in fondo alla scalinata prima di liberare la quinque dalla custodia sulla schiena, facendo scattare la chiusura, studiata per velocizzare quell'azione, e accompagnandone lo scivolamento a terra con la mano. Dovevano fermare qualcuno, limitandone le vie di fuga, tanto valeva approfittare dello spazio nell'androne per usare la sua arma principale.
    «Stringiamo ad imbuto la via di fuga e lo accerchiamo?»
    Aprendo il tessen, con il pavese rivolto verso il basso ad appoggiarsi al pavimento su alcune punte delle stecche, il semicerchio raggiungeva un'apertura sufficientemente ampia da fungere da paravento e, quindi, sia riparare il portatore che bloccare parzialmente una delle alternative di percorso.
    Era rimasto a filo con l'ultimo gradino delle scale, pronto eventualmente a ruotare il grande ventaglio per estendere verso l'alto la sua protezione. Non era stato costretto ad allenarsi nella gestione di quell'affare a caso e fortunatamente gli spazi della villa in quel punto non lo rendevano troppo scomodo.

  13. .
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    ONISHI SHINSUKE

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    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

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    SECONDO GRADO

    eUcWowh
    Ecco, per l'appunto, le ultime parole famose che puntualmente anticipavano lo stravolgersi della situazione.
    Non era superstizioso, non credeva minimamente che a portare il peggioramento di una situazione potesse essere l'augurarsi che ciò non accedesse, al massimo poteva contemplare la coincidenza. Prima di questa, però, contemplava quanto per diverse ragioni non fosse appropriato predisporre un così ghiotto raduno di personalità di rilievo e personale della CCG disarmato tutto in un unico posto. Un bersaglio vistoso, soprattutto quando non si poteva dare certezza alcuna di perfezione nella sicurezza di un edificio tanto grande.
    Ci si poteva impegnare, certo, ma gli imprevisti esistono da sempre e mai si potranno evitare, indipendentemente dalla preparazione che si può sfoderare.
    La comunicazione che giunse all'orecchio non prometteva bene: gli ordini erano stati chiari, il problema restava solo che non c'erano informazioni.
    Recuperare un elemento dello staff medico e portarlo alla sala di controllo. Prepararsi alla fase tre. La parte peggiore era che non era stato detto perché proprio dovevano portarlo in quella stanza o cosa avesse fatto scattare il codice giallo.
    La sicurezza era stata compromessa, ma in che modo? Le supposizioni non avrebbero mai preso posto nei suoi pensieri, non era lì per sprecare attenzione nel chiedersi cosa o come, soprattutto considerata l'assenza di informazioni.
    Lanciò giusto uno sguardo in direzione del cugino, annuendo mentre alla ricetrasmittente comunicava la ricezione di quell'ordine dal suo superiore e si avviava poi verso quel punto d'incontro con l'altra collega che doveva rintracciare un medico.
    Si sistemò meglio sulla spalla la quinque e a passo svelto, ma senza eccessi per non attirare l'attenzione di nessuno, raggiunse il punto d'incontro fuori dalla salone.
    L'intenzione era ovviamente quella di salire la scalinata nell'androne e seguire il corridoio fino alla porta della sala di controllo, limitando le conversazioni al minimo indispensabile. Già normalmente preferiva ascoltare al parlare, abitudine radicata da anni di convivenza con una famiglia di cui preferiva conoscere i dettagli piuttosto che rivelare le sue preferenze, ma nelle occasioni di tensione era ancora più semplice limitare la parola al solo necessario e mantenere la concentrazione sull'azione in corso. Eventuali spiegazioni, qualora necessarie per il medico, si sarebbero ridotte ad una esplicitazione di potenziale necessità: non aveva idea del perché servisse, ma se il caposquadra lo aveva richiesto allora forse oltre quella porta qualcuno poteva averne bisogno... Quello era senza dubbio allarmante, ma restava una ipotesi e non era previsto farne, avrebbe scoperto le cose una volta raggiunta la sala di controllo.

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    Ri-ciao! Sono Aika o Lynx, rispondo in entrambi i casi, una delle due staffer.
    Come anticipato in chat eccomi qui a dare il benvenuto e passare i link utili, nel caso già non li avessi incrociati curiosando e studiando tutto.

    Nell'indice di ambientazione puoi trovare tutte le info necessarie per iniziare, ma ti avviso anche che stiamo provvedendo ad una revisione per ampliare tutta l'ambientazione e un po' alla volta arriveranno gli aggiornamenti.
    Per ogni dubbio o domanda non esitare ad usare la sezione support o a contattare un membro dello staff!

    Sei già nel gruppo telegram e ora anche ufficialmente nel gruppo dei ghoul, i partecipanti al GdR.
    Benvenutissima!
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    CCG
    Status: 100%
    Phone: 100%
    BaPMOWu
    NAME
    ONISHI SHINSUKE

    AGE
    25 y.o.

    QUINQUE
    KOUKAKU (TENGU)

    RANK
    SECONDO GRADO

    eUcWowh
    Alla proposta del cugino di passare il loro turno di sorveglianza al piano superiore annuì, approfittando così della sua proposta di avvisare subito il Caposquadra Yamamoto e rendere il più veloce possibile il loro spostamento.
    Al piano superiore, dalle balconate che affacciavano sulla sala principale di quel ricevimento, il panorama aveva qualcosa di divertente e allo stesso tempo nauseante.
    Gente di alto livello, invitati di pregio nei loro abiti costosi e rifiniti, investitori di alta classe e persone di potere, mescolati da chi invece talvolta non riusciva a mascherare bene il suo disagio tra tutti i pezzi grossi, neo-diplomati all'accademia, reclute, investigatori in dovere di partecipare quando avrebbero preferito magari andare in un qualsiasi locale a bere alcolici di minor pregio delle bollicine che riempivano i calici offerti su vassoi lucidi, portati da camerieri impeccabili con mani guantate di bianco candido.
    Con una certa deferenza osservava la disomogenea massa di partecipanti, quelli più intenti a fare conversazione, quelli in disparte, con il collega di squadra altrettanto a disagio. Era sicuro di poter anche riconoscere chi ancora frequentava l'accademia o ne era appena uscito, dall'aria sognante intenta a guardare quegli investigatori di alto grado che si erano distinti in qualche incarico, catturando qualche ghoul di rank elevato... sopravvissuti a differenza di altri che invece erano semplicemente stati depennati dagli elenchi degli attivi.
    Non voleva soffermarsi però sui sorrisi di coloro che mostravano maggior agio in quella situazione, li avrebbe identificati per lo più come ignoranti o, in alternativa, ipocriti.
    Erano solo pensieri, ormai affrontati sufficienti volte da non creare più alcun tipo di emozione. Semplice constatazione neutrale, nessun fastidio, era solo un addetto alla sicurezza che osservava dalla balconata con deferenza gli invitati al gala, volgendo periodicamente lo sguardo anche intorno a sé, su quel parziale piano rialzato su cui si affacciava il terrazzo con vista sul solitario ciliegio, il silenzioso vecchio saggio che aveva provato per lunghi anni a mostrare agli uomini l'ineffabile significato della perfezione.
    «Speriamo continui ad essere una serata tranquilla.»
    Era sicuramente una di quelle tradizioni che non apprezzava, uno sfoggio di superiorità stupida, soprattutto quando nel concreto non trovava ragioni per festeggiare. Una grande villa con troppe stanze e ampi spazi da controllare, un numero di persone esorbitante... un solo piccolo errore e tutto poteva finire nel peggiore dei modi. La responsabilità, in quel caso, naturalmente non sarebbe caduta su chi aveva deciso di organizzare l'evento, ovvio, ma sulle pedine sacrificabili su cui poggiava insistentemente quell'impero.
    Pensieri che si erano affacciati nella sua mente diverso tempo addietro e che si erano ripresentati quando era stato annunciato, ripetuti quando era stato selezionato anche lui per prestare servizio, nuovamente ricomparsi mentre si preparava e ormai archiviati in un angolo per far spazio ad una severa, ma discreta, attenzione al comportamento generale degli invitati. Sul tetto un'altra squadra doveva pensare a tenere sotto controllo il parco che circondava la villa, corridoi e stanze erano perlustrati dalla terza. Lui rientrava in quelli che dovevano ammirare gli ingenui invitati, intenti in convenevoli e conversazioni, spesso futili e con il solo scopo di scatenare invidia nell'interlocutore. Avrebbe fatto il suo lavoro con un leggero sorriso sulle labbra, lo sguardo serio e attento, Tengu nella sua custodia sulla spalla a rammentargli con il suo peso che i rischi esistevano anche quando tutto sembrava fatto a regola d'arte.
105 replies since 13/1/2012
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