Posts written by yumæchu`

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    Nickname: yumæchu`
    Tipo: aggiornamento EXP.
    EXP: +5 (cinque post in questa role)
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    Incredibile ma vero, role conclusa!

    Titolo:
    CODICE
    [URL=?t=6441873]Rainy days, with a filament of light[/URL]

    PG partecipanti:
    CODICE
    [URL=?t=6421353]Setsuna Aozaki[/URL] & [URL=?t=6187068]Atsushi Sakamoto[/URL]

    Ward: 1st ward.
    Data: 16/07/2021
    Status: chiusa.
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    E si prendono queste EXP immediatasubito~ ✨

    Nickname: yumæchu`
    Tipo: aggiornamento EXP.
    EXP: +10 EXP (bonus mensile: gennaio)
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    Setsuna Aozaki
    Se c'era una cosa di cui Setsuna sapeva di essere una grande esperta, quella era certamente la sua incredibile capacità di toccare tasti dolenti.
    Era un treno in corsa, lo era sempre stata. Una persona fin troppo socievole per gli standard del paese in cui abitava, senza considerare l'essere originaria di un paesino (e logica vuole che più ci si sposti nei piccoli paeselli, più le persone siano chiuse), questo aveva comportato una serie di fraintendimenti e di situazioni imbarazzanti di cui ormai aveva perso il conto. Parlando a ruota libera di default, Setsuna Aozaki era campionessa di dito nella piaga. E, sfortunatamente per lei, quell'occasione non poteva più essere considerata un'eccezione.
    Tasto dolente, uno - Setsuna Aozaki, zero. Colpita e affondata.
    L'investigatrice osservò l'uomo aprirsi sulle inevitabili difficoltà che possedere un solo occhio comportava, così come la sua grande passione per la cucina non fosse di certo morta con quel che gli era accaduto; il senso di colpa che era piombato come un macigno sulla bocca del suo stomaco si alleggerì, lasciando solo il ricordo di un fastidio. Si era dispiaciuta fin troppo per essere stata sconsiderata e senza tatto, ma le scuse che Sakamoto-san le aveva rivolto per aver parlato a ruota libera di un argomento infelice la risvegliarono immediatamente da quel momento di riassestamento, facendole dimenticare rapidamente tutto quello che le era passato per la testa in un momento del genere.
    «No no, ti prego, non scusarti» si affrettò a dire, genuinamente convinta che non ci fosse alcun motivo perché l'uomo le rivolgesse quelle scuse. «Non c'è bisogno, davvero. Se ne hai parlato con così tanta facilità vorrà dire che ne sentivi il bisogno! Piuttosto mi scuso io per aver fatto emergere un argomento tanto delicato, avrei dovuto avere un minimo di accortezza per capire che non fosse il caso di chiederti di cucinare per me.»
    Setsuna fece accompagnare quelle parole da un piccolo inchino, inconfutabile segno di scuse per essere stata tanto sprovveduta. Odiava ammettere che il suo spirito d'osservazione, per quanto spiccato, non fosse mai veloce quanto la sua lingua, che parlava sempre a ruota libera senza mai pensare alle conseguenze di ciò che diceva. Un grave errore per una persona che lavora in un ambito tanto importante.
    «Però posso dirti che mi sembri una persona in gamba, Sakamoto-san. Sono certa che presto riacquisterai completo controllo del tuo corpo.»
    Setsuna era una convinta estimatrice di una grande verità: il duro lavoro ripaga sempre. La fisioterapia che lei per prima aveva dovuto fare per riacquisire dimestichezza con i movimenti del proprio corpo dopo essere stata quasi tagliata a metà da un ghoul era stata intensa, ma le aveva permesso di tornare più forte di prima e questo dimostrava ancora una volta quanto l'impegno portava sempre a dei risultati.
    «Detto questo» proseguì, sorridendo all'altro per scacciare ogni traccia di negatività, «vorrei scusarmi per la mia mancanza di tatto, oltre che ringraziarti per la disponibilità e l'enorme aiuto che mi hai dato. Sei libero a pranzo?»
    ... dicevamo che Setsuna non pensa prima di parlare? Ebbene. Ma in quel caso non si sarebbe mai pentita di quella domanda: al di là dei fraintendimenti che poteva generare, non c'era niente di male ad offrire il pranzo ad un collega, no?
    «... dico, visto che dovrò aspettare il giorno in cui proverò la cucina dello chef Sakamoto, almeno posso offrirti il pranzo.»

    «Parlato»
    "Pensato"
    QcEHn2Z
    investigatrice
    post: 05
    24 Y.O
    quinque: Etō (koukaku)
    secondo grado
  5. .
    ... ho dimenticato di aggiornare l'ultima volta che sono riuscita a rispondere, ORA lo faccio prima che io mi scordi. 😂

    Nickname: yumæchu`
    Tipo: aggiornamento EXP.
    EXP: +10 EXP (bonus mensile: dicembre)
  6. .
    Setsuna Aozaki
    Ascoltò quanto avesse da dire Sakamoto con estrema attenzione, tendendo le orecchie verso di lui mentre gli occhi passavano nuovamente in rassegna i fogli che l'assistente le aveva stampato. Sembrava assurdo, eppure dai rapporti che si ritrovava tra le mani, pareva davvero che i suoi colleghi avessero tralasciato un dettaglio tanto importante.
    Un gruppo di ghoul... possibile che nessuno si fosse fatto due domande?
    «Esatto» mormorò Setsuna, tirando un sospiro rassegnato. «Ma l'importante è essercene accorti, così almeno potremo agire di conseguenza. Meglio averlo scoperto ora che non averlo scoperto affatto, dico bene?»
    La donna rivolse all'assistente un sorriso complice, prima di finire di mangiare il secondo macaron un po' controvoglia. Ma prima che potesse dire qualcosa, Atsushi le rivolse una domanda inaspettata. Aveva voglia di chiacchierare?
    Qualunque fosse la risposta, con Setsuna sarebbe sempre caduto bene: odiava restringere i rapporti lavorativi solo ed esclusivamente al lavoro, qualche chiacchiera leggera faceva sempre bene, specialmente in un contesto tanto intenso e deprimente come il loro. C'era sempre bisogno di leggerezza e sorrisi!
    «Non sono una grande amante, ma questi sono proprio buoni, mi hanno stupita!» ammise contenta, rivolgendo un sorriso rilassato all'uomo, finché il bagliore della curiosità non le illuminò lo sguardo, mutando completamente l'espressione rilassata della ragazza nell'emblema della curiosità.
    Quell'uomo... sapeva cucinare. E se c'era una cosa che faceva gola a Setsuna più di qualunque altra cosa, era l'abilità nella cucina di cui lei sembrava essere sprovvista. Anche solo avere amici capaci di destreggiarsi tra fornelli e complicati procedimenti era un plus a cui Setsuna difficilmente sapeva rinunciare.
    «Sono indubbiamente capaci in questa pasticceria» incominciò Setsuna, nel tentativo di mettere le basi per un discorso più approfondito, «ma dicevi che anche tu sai preparare i macaron? Da quel che so sono un dolce molto complicato, basta sbagliare di un grammo le proporzioni perché la preparazione fallisca... quindi deduco tu sia anche un bravo cuoco, oltre che un ottimo assistente.»
    Le grandi deduzioni di un'investigatrice. Setsuna finse di pensare portandosi una mano a sostenere il mento, finendo con il prendersi poco seriamente lei per prima, sciogliendo quella buffa posa con lo sbuffo di una risata, che dovette trattenere per evitare di disturbare i colleghi impegnati nel loro lavoro nelle postazioni accanto a quella del ragazzone.
    «Mi piacerebbe provare la tua cucina» aggiunse, questa volta un po' più seria. «D'altronde, per quanto l'alta pasticceria sia indiscutibilmente buona, preferisco sapori più caserecci.»
    Si stava volontariamente gettando nel tentativo di sondare il terreno? Sì, e non avrebbe provato vergogna ad ammetterlo, se le fosse stato chiesto dal diretto interessato.

    «Parlato»
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    QcEHn2Z
    investigatrice
    post: 04
    24 Y.O
    quinque: Etō (koukaku)
    secondo grado
  7. .
    Hotaru Shinkai
    3IcJLkm
    Così come la propria voce, l'espressione nel viso di Hotaru non lasciava trasparire alcuna particolare emozione. I piccoli occhi a mandorla, scuri ed imperscrutabili, osservavano il volto del ragazzino davanti a lei, forse suo coetaneo o addirittura più giovane, come se stessero guardando la cosa meno interessante del mondo. E non perché fosse completamente disinteressata, ma Hotaru era solita spegnere il cervello dopo aver dato sfoggio al proprio spettacolo: se avesse permesso a mente e cuore di analizzare ciò che aveva commesso, non sarebbe ancora lì per poterlo raccontare.
    La vita costellata di orrori che conducevano gli scrapper, d'altronde, non aveva nulla da invidiare. Nessuno poteva invidiarli. Erano alla stregua di cani da caccia, trattati decisamente peggio. Lei tra tutti, forse, era abbastanza fortunata da poter dire di condurre due vite parallele che sembravano cozzare l'una con l'altra: da una parte c'era quello spettacolo di violenza e sangue, dall'altra una famiglia amorevole e gentile che le voleva bene come se ne avesse sempre fatto parte.
    Anche per quel motivo, Hotaru spegneva sempre cuore e cervello quando metteva piede lì dentro. Sapere che non tutti i suoi colleghi ricevevano lo stesso trattamento di favore che a lei veniva riservato, passare del tempo in mezzo a persone che vivevano senza essere considerate tali non le avrebbe fatto bene. Per questo non era neanche arrivata a chiedersi se Katchen fosse, all'atto pratico, diverso da lei come lo erano tutti gli altri. Quello era un quesito che, probabilmente, le sarebbe balenato in testa solo dopo aver finalmente riacquisito le funzioni cerebrali di un normale essere umano.
    Con l'apatia a comandare ogni sua decisione, Hotaru annuì alle parole di Katchen, facendo un passetto indietro.
    «Mi dispiace» mormorò, atona al punto da sembrare come se la sua fosse una risposta completamente sprovvista di un briciolo di dispiacere. «Prometto di non rivolgerle mai più parola.»
    Se non fosse stata Shiba la prima a rivolgergliela, in quel caso non avrebbe potuto mantenere fede a quella promessa. Shiba era una ghoul e se l'avesse incrociata in quei locali, era giusto che Hotaru rispondesse anche solo con una minima riverenza. Poteva promettere che l'iniziativa non sorgesse mai da lei, ma il contrario non avrebbe potuto prevederlo. Tenendo particolarmente a mantenere i rapporti con gli altri quanto più possibile pacifici, però, si sarebbe impegnata affinché non avesse più causato alcun disturbo o fastidio al povero Katchen, che sembrava particolarmente turbato dal fatto che lei e la sua mentore si fossero scambiate qualche parola.
    Non riconobbe nel comportamento di Katchen il seme della gelosia. Quel fastidio poteva anche solo essere dovuto dal fatto che si sentiva solo, e se l'unica persona che lo considerava era Shiba, magari voleva fare in modo che lei guardasse solo lui. Magari, pensò ancora, era infastidito dal fatto che lei non avesse prestato attenzione a quello che stava facendo sul palcoscenico poco prima, intrattenendosi invece con lei.
    Alla successiva domanda dello scrapper, Hotaru fece spallucce, tornando seduta sullo sgambello monco e ondeggiante, guardandosi allo specchio e realizzando che quella macchia di sangue non se n'era del tutto andata dal proprio viso. Quindi, prima di rispondere, tornò a strofinare la salvietta in un moto lento e perpetuo, guardando fisso il proprio riflesso nello specchio.
    «Devo aspettarli qui» disse, esercitando maggiore forza contro la propria guancia. «Passeranno a prendermi quando avranno finito di mangiare.»
    Gli Shinkai non avevano un tramite. Era quasi sempre sua madre, Anna, a tornare lì e riprendersela, attendendo di essere tutti in macchina per scambiarsi affetto ed effusioni varie. Ogni tanto, però, capitava che fosse anche Kazu-nii quello che si infilava nello sporco e puzzolente retroscena per ripescarla, portandola fuori tenendola per mano.
    «Tu hai finito, no?» chiese lei, retorica, spostando lo sguardo perché potesse osservare la figura dello scrapper attraverso lo specchio. «Perché sei ancora qui?»
    Chissà, magari voleva ancora parlare con lei? Aveva letto da qualche parte, d'altronde, che alcune persone non dichiaravano mai apertamente le proprie intenzioni, come si diceva? Ah sì, tsundere, lo stereotipo dei manga.

    «Parlato»
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    17 Y.O
    student
    scrapper
    white rabbit, rank c
  8. .
    Shinobu Hanyuu
    Hx9Ygki
    «Dipende dalla domanda, e se posso anche rigirartela, ma chiedi pure.»
    O Makoto era un tipo particolarmente introverso, oppure era semplicemente guardingo. Qualunque fosse il caso, Shinobu non poté far altro che ridacchiare, mescolando la risata al sorriso sornione che le fu rivolto, prima di rispondere prontamente «non sono sicura tu possa rigirarmela, ma va bene.»
    Shinobu volle cullarsi in quella leggerezza per un po'. Inspirare l'aria non esattamente piacevole che si respirava in una metropoli come Tokyo, così diversa dall'aria delicatamente sporcata dall'odore sulfureo dell'onsen gestita dai suoi genitori, era sempre terapeutico. Anche solo il processo di avvertire l'aria passare dal naso e riempirle i polmoni era in grado di rilassare ogni muscolo del suo corpo, scacciando qualsiasi timore o nervosismo.
    In quell'istante, però, l'odore della sigaretta accesa da Makoto le arrivò al naso, mescolandosi distrattamente con l'odore naturale che si respirava in una città grande e trafficata come quella. Alla ragazza non diede fastidio, ma in un primo momento l'impatto fu strano e, accortasi del modo in cui Makoto cercò di tenere il fumo quanto più lontano possibile da lei, non poté far altro che sorridere intenerita, ringraziando mentalmente il ragazzo per la premura dimostratale.
    Gli occhi di Shinobu si puntarono sulla strada davanti a loro. Osservava ogni mattonella del marciapiede, ogni alberello piantato, ogni palo della luce come se fossero le cose più interessanti del mondo, mentre cercava nei meandri della sua mente le parole adatte per formulare quella domanda senza risultare offensiva o fuori luogo.
    «Cosa si prova?» decise di chiedere, di getto, senza pensare alle conseguenze. Rimanere con il tarlo di come fosse giusto formulare la domanda non avrebbe aiutato per nulla, perciò tanto valeva essere diretta e senza fronzoli. «A fumare, intendo. È una domanda stupida, me ne rendo conto, però non ho mai provato e ammetto di essere sempre stata curiosa. Sai, genitori apprensivi, il fatto che fossi un'atleta, essere una sorella maggiore e dover essere d'esempio ai miei fratellini, la paura di veder bollata ogni possibilità di fare carriera... ho sempre avuto questo genere di timori che mi hanno impedito di provarci.»
    Non capì perché sentisse la necessità di giustificarsi. Ma lo aveva fatto e ora era un po' difficile rimangiarsi quel piccolo monologo sul perché fosse così curiosa di sapere che sensazioni si provassero a fumare ― oltre al fatto che quella valanga di giustificazioni sembravano involontariamente pitturare Makoto come un delinquente. Fu facile realizzare di essere stata indelicata a domandare ad una persona, che non conosceva poi così bene, che cosa si provasse a fumare. Non sapeva perché lo facesse, non sapeva come si sentisse a riguardo, magari era schifato da se stesso ma troppo legato a quel gesto per smettere dall'oggi al domani, fosse mera dipendenza o qualcosa di affettivo.
    Resasi conto della possibilità di essere stata delicata quanto un elefante in un negozio di gioielli di cristallo, Shinobu si diede un pugnetto in testa, per poi tirare un sospiro, al quale seguì il naturale afflosciarsi delle spalle.
    «Scusa. Sei libero di non rispondere, se non vuoi farlo» aggiunse quindi, lasciandosi andare ad una risata imbarazzata. «E puoi ricambiare con una domanda altrettanto stupida e personale.»
    A quel punto cercò di riprendersi, accennando un sorriso cordiale. Per rassicurare lui o, molto più probabilmente, se stessa.

    «Parlato»
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    19 Y.O
    CCG academy's student
    ex-volleyball player
  9. .
    Ciao Hiro/Luce, benvenuto su questi lidi! ♥ (e auguri per i tuoi 19 anni compiuti a gennaio AHAHA)
    Io non sono nessuno di particolarmente importante qui, ma mi piace dare il benvenuto a chi arriva~ mi chiamo Anna, ma puoi chiamarmi Yume. c:
    La tua presentazione è stato un entusiasmante trip di acidi, quindi sono molto contenta che tu sia approdato qui, c'è bisogno di una ventata d'aria fresca eheh~

    Detto questo, congratulazioni per il tuo percorso universitario a Londra, spero ti porti grandi soddisfazioni. uwu Non mi resta che augurarti buona permanenza, non vedo l'ora di leggere cosa creerai (e, ovviamente, di ruolare con te) 👀
  10. .
    Darien 💕

    Online

    Darien 💕 @holydari_en

    Oh well... anche quello che dici tu va bene. 😗 In ogni caso non voglio soldi, tu non li hai d'altronde, ma... garanzie~ Io ti aiuto, tu ti sdebiti, e se non decidi tu cosa darmi io potrei pensare di esagerare e proporti cose che non potrebbero non piacerti.
    17/04/2021, 13:40

    Darien 💕 @holydari_en

    Ah, come sono magnanimo~ ✨
    17/04/2021, 13:40

  11. .
    Hotaru Shinkai
    3IcJLkm
    Elke era la prima ghoul davvero gentile nei suoi riguardi, almeno in quell'ambiente, all'infuori della famiglia Shinkai. Tutte le volte che aveva messo piede in quel luogo, le persone la guardavano con sdegno e disprezzo, dall'alto al basso, come se fosse uno scarto della società.
    In effetti sapeva che era lei la scrapper strana. Non tutti avevano la fortuna di essere gli scrapper di una famiglia dolce e premurosa, le era capitato di parlare con alcuni suoi "colleghi", raramente, e aveva capito come la sua posizione fosse estremamente privilegiata.
    Non avrebbe mai capito perché quella ghoul fosse stata così gentile con lei, ma quando le disse di chiedere di Shiba se avesse avuto bisogno di aiuto, il cuore gelido e tremacchiante di Hotaru venne scosso da un'ondata di calore, come se avesse appena ricevuto il caldo abbraccio della mamma.
    Shiba era stata davvero premurosa.

    [ ... ]

    Sul palcoscenico del ristorante, Hotaru aveva probabilmente dato sfoggio della sua miglior performance. Le volte precedenti era stata una sfida all'ultimo sangue in cui doveva combattere per difendere la propria vita. In quell'occasione, però, di fronte a sé aveva una donna spaventata che continuava a supplicarla di risparmiarla, che vedeva del buono nei suoi occhi, che non poteva davvero pensare di macchiarsi di un crimine del genere. Dopotutto, lei era ancora giovane e con una lunga vita davanti.
    Quella danza di terrore venne portata avanti con estrema maestria dalla scrapper. Movimenti veloci e leggiadri carezzavano il corpo scosso dalla paura dell'umana, che strisciava per terra incapace di rimettersi in piedi e correre. Hotaru mantenne un'espressione impeccabile, giocando con la paura della ragazza fino a cullarla tra le braccia di Morfeo che, purtroppo, se la sarebbe presa per sempre.
    Punta da un singolo ago, la donna cadde finalmente vittima della scrapper, finendo uccisa tra le sue stesse braccia. Un solo schizzo di sangue macchiò il volto della ragazzina che, una volta confermato che la donna avesse esalato il suo ultimo respiro, abbandonò il corpo esanime della propria vittima al centro del palco, sotto la luce neutra dei riflettori e, dopo un breve inchino e lo scrosciare degli applausi del pubblico, Hotaru svanì dietro le tende, rintanandosi al riparo da quello scenario nel suo spogliatoio.
    Lo specchio insozzato di impronte e granelli di polvere rifletteva il volto privo di espressività di Hotaru in maniera leggermente distorta. Quelli non erano specchi di chissà quale grande qualità, ma se l'era sempre fatto andare bene. D'altronde, quando metteva piede in quel posto, lei perdeva la sua identità di Hotaru Shinkai, abbracciando per una sera il fatto di essere semplicemente la scrapper degli Shinkai. E quello, purtroppo, era tutto ciò che lei meritava di avere.
    Con una salvietta igienizzante andò a pulire l'unica macchia di sangue che le aveva insudiciato il viso, strofinandola con forza per non lasciare alcuna traccia dell'orrore che aveva appena commesso. Pur essendo abituata, rimaneva comunque cosciente del fatto che quello che faceva non era da considerarsi positivo. Andava avanti solo perché così avrebbe reso fiera di lei la propria famiglia.
    Ma prima che potesse fare altro, una voce alle sue spalle la risvegliò da quel momento di alienazione: era lo scrapper che Shiba accompagnava.
    Gli occhi scuri di Hotaru svanirono e riapparirono sotto il veloce battito delle palpebre, confusa dal perché quel ragazzo avrebbe dovuto rivolgerle parola. Solo dopo arrivò la domanda che chiarì, almeno momentaneamente, il suo dubbio.
    «Oh» le sfuggì dalle labbra, voltandosi completamente in sua direzione per non dargli le spalle: sua madre le aveva insegnato che era maleducazione. «Io... io niente.»
    In effetti era vero. Era stata Shiba ad avvicinarsi a lei per prima, fornendole un po' di aiuto per la sua ansia.
    «Lei ha visto che non stavo bene, così...»
    Così l'aveva aiutata. Era molto semplice da dire, ma aveva come l'impressione che quel ragazzo non ne sarebbe stato contento.
    «È un problema?»
    Il tono di voce di Hotaru non era più macchiato dall'ansia, né da chissà quale altra emozione spiacevole. In realtà, nessuna emozione sporcava la sua voce, ora completamente atona e rilassata. Stava rispondendo come era solita parlare.

    «Parlato»
    "Pensato"
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    17 Y.O
    student
    scrapper
    white rabbit, rank c
  12. .
    Shinobu Hanyuu
    Hx9Ygki
    Gli occhi verdi di Shinobu si posarono distrattamente sulla figura di Makoto e, quando lo vide tirare fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca, il suo sguardo scivolò altrove.
    Non aveva nulla contro il fumo e non le dava fastidio, ma era quel genere di persona che tendenzialmente si teneva lontana da tutto ciò che poteva essere nocivo.
    Era una tipa curiosa, Shinobu. Così curiosa che non aveva mai nascosto con chi aveva più confidenza che avrebbe volentieri fatto certe esperienze, come fumare o provare chissà quali cose, se l'occasione si fosse presentata. Ma la parte più coscienziosa di sé ogni volta la frenava, mettendo un freno alla curiosità e ricordandole che, in quanto ex atleta e futura agente della CCG, immergersi in certe situazioni non le avrebbe fatto bene.
    A frenarla ulteriormente c'erano sempre stati altri tipi di pensieri, come la paura di trovarlo piacevole e diventarne dipendente, cosa che l'avrebbe fatta stare solo male. Così, ogni volta che vedeva da vicino un pacchetto di sigarette, forzava il suo sguardo ad interessarsi ad altro, per non indugiare su quella sua normale curiosità.
    «Nessun problema, fai pure» gli rispose con estrema tranquillità, mantenendo quel sorriso rilassato a troneggiare sul proprio volto.
    Aveva provato una sigaretta elettronica, però. Una di quelle a vapore completamente sprovviste di nicotina, dalla cartuccia con chissà quale gusto strambo e... l'esperienza non la ricorda affatto felicemente. Il sapore di cioccolato, stucchevole da fare schifo, le aveva impastato la bocca al punto che si era dovuta buttare su una bella porzione di ramen istantaneo piccante pur di far scomparire quel saporaccio.
    Era stato orrendo. Da quel momento aveva completamente bollato come inutilmente disgustosa l'idea di provare altri sapori. Se il cioccolato era nauseante, non osava immaginare gli altri.
    Fortunatamente il venticello fresco che soffiava in quella tiepida giornata di Maggio era stato sufficiente ad interrompere quella catena di pensieri sul fumo. Pensarci troppo non avrebbe condotto a nulla di positivo.
    Felice che Makoto avesse accettato di buon grado la sua proposta, il passo di Shinobu si fece più leggero, trattenendosi dal saltellare come una ragazzina solamente perché non voleva fare l'ennesima strana impressione su una persona che conosceva troppo poco.
    Ma ci pensò Makoto stesso ad interrompere, anche se non intenzionalmente, la sua camminata, quando le domandò se volesse che portasse lui il suo zaino.
    Arrestata la camminata, Shinobu strinse debolmente le mani attorno alle bretelle dello zainetto, sbattendo le palpebre e lasciando che le labbra si schiudessero, abbandonando il sorriso cordiale in favore di un'espressione completamente schiava dello stupore.
    Makoto non dava per niente l'impressione di essere chissà quale ragazzo ben educato e cortese, eppure...
    «Makoto, ma tu... tu sei un gentleman!»
    A proposito delle figure barbine. Ma non era proprio riuscita a trattenere quel commento, era stato più forte di lei: era capitato, casomai, che fosse lei ad offrirsi di portare le borse a qualcuno, ma in quel caso erano le vecchiette che tornavano a casa dopo essere passate al supermercato o al mercato della frutta. In quanto ragazza giovane e con un fisico allenato, non le era mai capitato che qualcuno si premurasse di porgerle quella domanda.
    Shinobu riprese a camminare, accelerando il passo per rimettersi al fianco del compagno, tirando un sospiro divertito.
    «Scusa» mormorò, ridacchiando, «è stato più forte di me. Ma ti ringrazio per l'offerta, anche se la declinerò garbatamente: non pesa affatto.»
    Lo guardò con la coda dell'occhio, per poi riprendere a guardare davanti a sé.
    «Piuttosto, posso farti una domanda?»

    «Parlato»
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    19 Y.O
    CCG academy's student
    ex-volleyball player
  13. .
    Darien 💕

    Online

    Darien 💕 @holydari_en

    A. @dus_ali

    Anche il tuo culo farà kaboom se non prendi più seriamente questa [...]

    Oh nooo che paura!! Una ghoul che non sa fare la ghoul al punto da aver chiesto il mio aiuto mi minaccia di far esplodere il mio culooooo!! Qualcuno mi salviiiii 😖
    17/04/2021, 13:32

    Darien 💕 @holydari_en

    A. @dus_ali

    È un testimone che ha dichiarato il falso rovinando la vita di mio pa[...]

    La mia non era curiosità, era solo buonsenso. 😒 E comunque grazie per le info, ma mi domando, perché devo andare io a far cantare l'uccellino? Gli piace il cazzo?
    17/04/2021, 13:32

    Darien 💕 @holydari_en

    Ah no, ora ho capito. Sei un cesso a pedali e temi di non riuscire ad attrarlo... comprensibile. 😌
    17/04/2021, 13:33

    Darien 💕 @holydari_en

    Quindi? Come hai intenzione di pagarmi? Cosa devo fare e cosa mi dai in cambio per il mio servizio espresso eccellente? ✨
    17/04/2021, 13:33

  14. .
    Darien 💕

    Online

    Darien 💕 @holydari_en

    E tu sei peggio di quei buzzurri chiamati "uomini" che non sanno prendersi cura di loro stessi. 😌 Essere paragonato ad una donna è un complimento.
    17/04/2021, 13:22

    Darien 💕 @holydari_en

    E comunque io le mie finanze le so gestire e i miei impegni sono molto più importanti della via della vendetta che hai deciso di perseguire. Non è un mio problema se la tua famiglia ha fatto KABOOM. 😗
    17/04/2021, 13:22

    Darien 💕 @holydari_en

    Tornando a noi, almeno dimmi chi cazzo è questo e che cazzo di lavoro fa. Mi dici che lo devo intortare fino a fargli sputare il rospo, ma così non accendi la mia curiosità, sai... 😒
    17/04/2021, 13:23

  15. .
    Darien 💕

    Online

    Darien 💕 @holydari_en

    Ew, chi non muore si "rivede"...
    17/04/2021, 13:04

    Darien 💕 @holydari_en

    Comunque ti avevo detto di comunicare solo via messaggio, ecco perché non ho risposto. E sì, mi sto godendo la vita, a differenza di qualcuno qui~ not my fault. 😌
    17/04/2021, 13:04

    Darien 💕 @holydari_en

    In ogni caso, perché sono obbligato a vedere il tuo brutto muso per conoscere i dettagli? Puoi dirmi il nome via messaggio ma il resto di persona? Cos'è, un'esclusiva? Se volevi evitare di lasciare tracce sul telefono avresti dovuto usare qualche parolina segreta, non mi sembri una tipa molto sveglia. 😗 Comunque oggi è sabato quindi non sono disponibile, e settimana prossima ho un impegno improrogabile dalla parrucchiera proprio giovedì mattina, per il resto posso fare lo sforzo di trovare un buco nella mia fittissima agenda degli impegni.
    17/04/2021, 13:06

403 replies since 28/1/2012
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