We're kings of the killing, we hunt for blood

[CONCLUSA] ASTRID NYSTRÖM & VICTOR KRIEGER | STREETS - 20/11/2020 NIGHT (22:30, NUVOLOSO)

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  1. Ryuko
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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    Victor era stato chiaro: non voleva rotture di coglioni. Non era facile definire il suo concetto di rottura di coglioni, ma un collega esaltato e alle prime armi come compagno di ronda rispecchiava più o meno il sentimento.
    «Brr. Questa desolazione fa quasi venire i brividi, non trova Primo Grado Krieger? Sembra proprio la serata adatta per incontrare un ghoul!»
    «Fossi in te non spererei d'incontrarne uno.» rispose Victor a quell'affermazione, non meno seccato del solito.
    Le strade dell'undicesima circoscrizione erano sul serio semi-deserte, probabilmente perché era metà novembre inoltrata e le temperature avevano finalmente cominciato ad abbassarsi. La settimana prima non aveva fatto altro che piovere. Normalmente Victor non sarebbe stato di pattuglia in quell'area così a sud dal centro di Tokyo, ma apparentemente il collega con cui era stato accoppiato per la sorveglianza di uno dei quartieri di Shinjuku aveva chiesto di essere riassegnato perché non lo sopportava, tuttavia dato che lavorava già da parecchio tempo a dei casi riguardanti i Raptors che si trovavano lì, alla fine avevano riassegnato lui, che era finito nel distretto di Ota.
    A Victor ovviamente non importava, quello che faceva da una parte lo faceva dall'altra. Gli bastava, appunto, non avere rotture di coglioni. O averne poche. E invece no, gli avevano assegnato un collega di classe più bassa.
    Ora, non che il problema fosse quello. Vero, Victor fino a quel momento era sempre stato appaiato ad investigatori di grado pari o più alto, fino a che qualcuno non aveva detto che, beh, era un primo grado, non poteva mica aspettarsi di lavorare sempre con un prima classe, no? Doveva essere in grado di gestire anche qualcuno di più immaturo e comportarsi da senpai responsabile.
    Onestamente, gli era sembrata un po' una scusa, ma aveva ascoltato a braccia conserte e non aveva battuto ciglio, come al solito. Poi gli avevano presentato Toruu. Ventiquattro anni, capelli neri medio-lunghi, occhi celesti ereditati da chissà quale branca di parenti europei, diplomato all'accademia della CCG da soli tre mesi.
    Quello era stato il problema.
    Non perché fosse inesperto, Victor aveva addestrato parecchi soldati in vita sua, ma perché era la persona più impicciona con cui ricordava di avere avuto a che fare da un anno a questa parte. Non stava zitto un secondo, e fremeva dalla voglia di incontrare i ghoul quasi non avesse altro motivo di vivere. Insomma, un esaltato. Eppure, al di là di questo, era una persona normale. Senza alcuna tragica storia alle spalle e animato solo dal classico desiderio giapponese di fare carriera. Ad una persona con zero problemi per la testa sarebbe quasi venuto da chiedersi come mai avesse scelto di diventare un assassino: fortunatamente Victor non era tra questi, a lui importava che facesse il suo lavoro e che lo facesse in modo decente. Toruu non aveva alcun segno distintivo: aspetto normale, carattere normale, vita normale. L'unica sua particolarità era forse quella sua anormale capacità di sopportare Victor. Ormai erano due settimane che lavoravano insieme e non si era ancora lamentato.
    Al momento erano lì ad indagare perché già tre persone avevano segnalato alcuni movimenti sospetti nell'arco della stessa settimana.
    «Beh, ma prima o poi dovrò incontrarne uno. Meglio ora che in futuro, almeno mi abituo subito.» fece eco, il più giovane.
    Victor sbuffò come un drago disturbato dal proprio sonno, ma non rispose. Toruu gli camminava davanti di qualche metro, la divisa in ordine e la custodia contenente la sua quinque sulla spalla. Una Koukaku a forma di scudo triangolare di circa centoventi centimetri di altezza, nella sua forma a riposo assomigliava ad una semplice tavola di legno rettangolare. Victor non l'aveva ancora vista in azione, ma a quanto aveva capito - una volta attivata - diventava una sorta di scudo medievale i cui bordi erano taglienti, e che volendo poteva essere usata anche come arma contundente.
    Avrebbe dovuto essere infastidito dal fatto che l'altro gli camminasse davanti, essendo lui di grado più alto, ma in realtà preferiva così, non sapeva perché, ma credeva di aver bisogno di tenerlo d'occhio.
    «Ah-! Potremmo fare così! Io vado a controllare quel vicolo laggiù avanti, e lei può andare dall'altro lato della strada, così finiamo prima.»
    Onestamente Victor voleva solo fumare.
    «Mi declassano se ti lascio solo, idiota.» ringhiò.
    L'altro non lo ascoltò più di tanto e si diresse in avanti a passo spedito, esclamando qualcosa che suonò come "non si preoccupi!" e distanziandolo di qualche metro.
    E Victor per un attimo ci credette pure.
    Sembrava una serata tranquilla. Li avevano spediti ad Ota proprio perché di norma non lì non succedeva nulla degno di nota, no? Come detto, voleva solo fumare.
    Nessuno lo avrebbe ucciso per una sigaretta sul lavoro. O gli investigatori non avevano diritto alla classica pausa sigaretta?
    Non fece nemmeno in tempo a finire di formulare il pensiero. Da lontano, vide Toruu affacciarsi sul vicolo e portare la mano alla custodia della propria arma, di colpo rigido come un tronco di legno, ed intuì immediatamente che qualcosa non andava.
    «Cazzo.» mormorò, a fior di labbra, portando la mano alla cintura, dove teneva le quinque, ma anche la radio per contattare il quartier generale. Dietro quell'angolo c'era qualcosa che non doveva esserci.
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    Edited by Ryuko - 26/1/2021, 21:06
     
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