Bad Romance

[CONCLUSA] ALEXANDRE "ROMAIN" DE LACROIX & DARIEN LOCKWOOD | SAMURAI MUSEUM - 14/02/2021 AFTERNOON

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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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    Se Alexandre avesse potuto leggere nei pensieri di Darien con ogni probabilità si sarebbe stretto la mano da solo, complimentandosi con sé stesso per esser addirittura riuscito ad infastidirlo. Sul piano metafisico. Sfortunatamente, a conti fatti, non aveva modo di leggere nei pensieri degli altri, quindi non gli rimase altro da fare che stare in silenzio a borbottare fra sé e sé e macinare i suoi crucci, mentre cercava altri indizi nella stanza (aveva adocchiato degli strani segni sulle pale del ventilatore sopra le loro teste).
    Cavolate, insomma, aveva solo provato a fare il simpatico fallendo miseramente come suo solito e finendo per diventare il soggetto ilare della situazione. Alexandre continuava comunque a considerare lo studente piuttosto antipatico e sbruffone, oltre che nella sua categorica lista di persone di cui non sarebbe mai potuto diventare amico.
    Come previsto, alla risposta sul discorso del rapimento si pentì in automatico di aver fatto quella domanda, perché non aveva affatto messo in conto che dopo la risposta di Darien sarebbe stato il suo turno. Pensava che all'altro non fregasse alcunché e probabilmente era così, gli aveva solo rigirato la domanda per cortesia e per avere qualcosa di cui parlare. Che dire, il ragazzo aveva sicuramente qualche rotella fuori posto, ma questo Alexandre l'aveva capito già al museo di Shinjuku.
    «S-Suppongo abbia senso.» mormorò, e per fortuna erano ancora al buio perché la sua espressione diceva chiaramente wtf tu sei fuori che non era d'accordo. Sicuramente quello la diceva lunga sulla sua autostima.
    Alex dal canto suo aveva due risposte in mente ed erano risposte a due scenari uguali, ma distinti. E forse, per deformazione professionale dovuta al suo lavoro, non riusciva a far altro che immaginarsi un ghoul nella potenziale minaccia.
    Nel primo caso il rapitore cercava lui nello specifico e probabilmente Alex si sarebbe fatto uccidere nel giro di poco, non mentre faceva qualcosa di estremamente stupido come scappare, ma perché aveva una considerazione estremamente bassa della sua vita ed un istinto di autoconservazione non molto affinato, senza contare che era convinto che a nessuno importasse abbastanza di lui affinché qualcuno potesse andare a salvarlo o accettare di pagare un riscatto per far sì che chi lo teneva in ostaggio lo lasciasse andare, quindi presto o tardi ci avrebbe rimesso le penne.
    Nel secondo caso il rapitore cercava qualcuno di collegato a lui e lo aveva ridotto ad una semplice esca. In quel caso... beh, probabilmente sarebbe morto comunque, perché piuttosto che tradire un amico o qualcuno a cui voleva bene era disposto a patire le pene dell'inferno sulla sua pelle e questo era risaputo.
    ... Insomma, l'unica via d'uscita sembrava essere quella di morire. Risposta non molto felice in ogni caso. Alex si fece sfuggire un colpo di tosse. Meglio correre ai ripari.
    «Sì, credo che farei qualcosa di simile anche io.» biascicò, dopo essersi reso conto di aver lasciato passare notevoli minuti di silenzio, sentendo il peso delle bugie schiacciargli le spalle nella sua voce tremula.
    Fortuna che Darien trovò una potenziale distrazione, il che gli consentì di approfittarne per raggiungerlo e cambiare subito argomento.
    «Oh, davvero? Stai migliorando, di questo passo potresti persino diventare utile...» fece, senza pensarci molto, in testa il solo proposito di annaquare un complimento che altrimenti, aveva capito, avrebbe fatto partire l'abino per la tangente.
    Mise mano ai foglietti: erano ancora troppi pochi per costituire il codice di una cassaforte. Qualsiasi cosa li attendeva da quel momento in avanti sarebbe stata... molto lunga.

    ***

    All'incirca tre quarti d'ora più tardi, Alexandre e Darien erano di nuovo sul marciapiede davanti all'immenso palazzo che ospitava il Tokyo Mystery Circus, appena usciti da quell'edificio che, Alex era certo, lo avrebbe visitato nei suoi incubi per un po'. E non perché l'esperienza in sé non fosse stata divertente, ma la presenza di Darien aveva giocato un ruolo cruciale in merito. Alla fine l'escape room non l'avevano risolta, non del tutto. Nella cassaforte avevano trovato un'altra chiave che aveva aperto un cassetto con un'altra chiave che li aveva condotti a delle altre istruzioni ed in un complesso rigirio di indovinelli e giochi di mente, almeno, erano riusciti ad accendere la luce, salvo scoprire che i foglietti nient'altro erano che parte del codice della porta principale che dovevano aprire. Il tutto non senza essere rimasti per due minuti buoni completamente al buio a causa delle batterie particolarmente stronze della torcia che si erano scaricate ancor prima di quella dell'altra. Beh, in qualche modo poi era scaduto il tempo ed erano stati cacciati... cioè no, erano semplicemente usciti in modo civile, il che ci riporta alla situazione attuale.
    Alexandre era fisicamente e mentalmente a pezzi, ma stava facendo del suo meglio per non darlo a vedere. Fra una cosa e l'altra si era fatto davvero tardi e ormai, essendo febbraio, il sole era tramontato e le strade di Shinjuku erano illuminate dai lampioni ed il resto di quelle accozzaglie urbane che rendevano impossibile scorgere il cielo stellato.
    «Mi dispiace che non l'abbiamo risolta del tutto, però ci siamo andati molto vicino. È comunque un bel traguardo in due. Almeno credo.» commentò il rosso, sorridendo e stiracchiandosi appena le braccia, alzandole verso l'alto, prima di lasciar scendere il silenzio. Faceva abbastanza freddo ora, ed aveva finito per rimettersi il cappotto.
    Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare esattamente, al momento, dato che lui considerava quell'uscita finita da quando avevano messo piede fuori dal museo. Una parte di lui era stanca e voleva andare a casa e chiamare Kyoko, Chinatsu e perché no, anche Lazar, per raccontar loro di quel disastro di giornata, l'altra sapeva benissimo che non avrebbe mai avuto il coraggio di dichiarare conclusa l'uscita per primo, quindi sperava che lo facesse Darien. E senza chiedergli il numero di telefono, possibilmente.
     
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    Quel silenzio che passò tra una risposta e l'altra era, a detta di Darien, ciò che segnava l'inevitabile etichettare la risposta di Alex come una mera menzogna. Non che sperasse nella verità: probabilmente nessuno dei due aveva detto cose del tutto oneste durante tutto l'arco della giornata. E a Darien andava bene così. Non si aspettava sincerità, si aspettava semplicemente in un tentativo condiviso di portare avanti una situazione che, a lungo andare, era sicuramente risultata assurda per entrambi.

    Ma finalmente erano usciti da quella struttura. Struttura che con ogni probabilità non avrebbe rivisto tanto presto, a meno che non cominciasse a sviluppare un certo gusto nel masochismo, cosa alquanto improbabile: sapeva perfettamente di essere dalla parte di chi godeva del dolore e le sofferenze altrui, e non di quello che prendeva gusto nella propria, di sofferenza. Avrebbe evitato le escape room per un po', finché questo fosse riuscito a dichiararsi un minimo più esperto.
    Ma probabilmente l'aveva odiata particolarmente proprio perché doveva fingere di essere una persona che non era. Immaginarsi di affrontare una cosa del tutto nuova, ma nelle vesti di una persona che non era... nah, era terrificante e forse noioso, aveva preso gusto solo a stuzzicare l'altro.
    Gli lanciò un'occhiata a metà tra il divertito ed il «fai sul serio?», ma tentò di non dire nulla che potesse, in qualche modo, compromettere la sua posizione: gli sorrise lascivo, e tenne per sé un commento ironico, sul fatto che quel risultato, a parer suo, era indice di un fiasco senza precedenti. Ma non aveva idea di quante persone riuscissero a completare un'escape room, probabilmente solo i cervelloni nerd a cui certe cose entusiasmavano un sacco. E lui non era un cervellone nerd che provava interesse per cose di quel genere, si divertiva di più a sperperare denaro e a vedere gli altri soccombere in figure barbine, o direttamente cadere vittime dei suoi stupidi giochetti di potere.
    Almeno di una cosa era certo: sarebbe stato difficile guadagnarsi la fiducia di Alexandre, che sembrava essere rimasto sul chi va là tutto il tempo, compreso quel momento. Portò le mani davanti alle proprie labbra, scaldandole per qualche secondo col proprio fiato.
    «Mi fido del tuo saggio parere, senpai~» lo prese in giro, il tono canzonatorio che fece rabbrividire lui per primo. (mai più, non l'avrebbe fatto mai più, era stato fin troppo cringe per tutto quel tempo)
    «Ma è stata sicuramente colpa di quelle torce,» continuò poco dopo, annuendo alla sua impeccabile intuizione, «non fosse stato per loro saremmo riusciti a fare molto di più.»
    Risultare stupido e superficiale era una dote, ormai ne era convinto. Nessuno poteva risultare stupido a comando, dopotutto, e sapeva che nessuno si sarebbe mai abbassato a tanto pur di guadagnarci qualcosa. Ineffabile logica.
    «Ma penso, comunque, che si arrivato il momento di salutarci, la tua faccia mi parla e mi dice che non hai molta voglia di rimanere qui ancora a lungo.»
    Ovviamente scherzava, infatti il tutto fu seguito da una risata piuttosto divertita, che soffocò dopo pochi istante, schiarendosi la voce. In realtà sapeva che il suo "guess" era probabilmente vero: dubitava che l'altro fosse così scemo da cadere direttamente nelle sue fauci, gli pareva un tipo fin troppo cauto, oltre che abbastanza sveglio. Proprio per questo dubitava sarebbe stato facile trascinarlo con sé al Ghoul Restaurant. Ma un modo l'avrebbe trovato, ce l'avrebbe sicuramente fatta. (e non perché si sovrastimasse, no no)
    «Non ti chiedo il numero di telefono solo perché la trovo una cosa da sottoni, tanto potrò romperti le scatole su B-social se ne sentirò l'esigenza.»
    Aveva tutta l'aria di essere una sottospecie di avvertimento, il che lo fece quasi sogghignare. Tanto ormai credeva di aver toccato il fondo durante quell'uscita, una battuta infelice in più o in meno non avrebbe rovinato proprio niente. E poi sentiva che se avesse provato di nuovo sarebbe caduto nelle sue mani.
    «Perciò» proseguì, porgendogli la mano, «spero sia un arrivederci. Non sono tipo da smancerie ma mi sono divertito, e uscire un'altra volta insieme senza la pretesa di farlo sembrare un fallace appuntamento sarebbe divertente. E senza le mie battute da rimorchio oscene, magari, ho voluto prenderti un po' in giro ma spero di non averti offeso.»
    Meno male che non era tipo da smancerie. Non fosse stato ancora in sua presenza, avrebbe simulato un finto conato di vomito. How cute.
    «Fai attenzione sulla strada di casa, che ci sono troppi pericoli in giro~»

    «Parlato.»
    "Pensato."
     
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31 replies since 24/2/2021, 23:23   1192 views
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