Beautiful Trauma

[CONCLUSA] YOKO FUJIWARA & VICTOR KRIEGER - Shinagawa(viLLA fujiwara)- 17/03/2021 (SERA, dalle 21.30) - TEMPO NUVOLOSO

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
    ■■■■■

    Group
    Players
    Posts
    1,441
    Power-up
    +452
    Location
    Nasuverse

    Status
    Alive
    VICTOR KRIEGER
    5x7mSz0
    C'erano tante cose che Victor non sapeva di Yoko: il suo carattere, la sua vita, da dove venissero i suoi occhi blu o l'indole ribelle che presentava, ma c'erano anche tante cose che Yoko non sapeva di Victor. Probabilmente parte della colpevolezza dei loro attriti giaceva lì, sepolta sotto una cortina di disinteresse.
    Un matrimonio sarebbe dovuto essere un rito che si portava a termine in due, ed era proprio lì l'anomalia. Lui non si curava di lei e lei non si curava di lui, nessuno dei due aveva intenzione di fare uno sforzo per comprendere l'altro e... andava bene così. Almeno a Victor.
    I sentimenti erano una debolezza, e lui non voleva una moglie da amare. Non voleva una moglie per principio, ma in quel momento stava facendo un investimento per il suo futuro alla CCG.
    Il piccolo sfogo della bionda non gli fece né caldo né freddo. Forse era Victor ad essere quello anomalo, non lei. Ma l'impassibilità di fronte a situazioni del genere ce l'aveva impressa nell'animo. Dimostrazioni di rabbia, pianto, frustrazione; Victor era di marmo. Era un generale. Aveva portato numerose notizie di parenti caduti a mogli, madri, fratelli e amici. E aveva assistito a tante emozioni dipingersi su quello specchio di vita che era il viso umano. Le reazioni altrui non lo scalfivano più.
    Quella di Yoko, tuttavia, lo fece ridere. Forse fu la menzione di sua madre, forse quel suo piccato "tu non mi piaci", forse un misto di tutto quanto, le sue labbra s'incurvarono e Victor scoppiò a ridere. Ma non di felicità o gioia, era il suono di una risata insensibile, perfida ed egoista. Alzò lo sguardo al cielo e rise, portandosi una mano alla fronte, come quella di uno stregone malvagio che, solitario nella sua torre, regna con terrore sul dominio desolato che sono le sue terre.
    Ah, era così divertente.
    Tornò a fissare la donna.
    «E se anche lo facessi? — la schernì, per l'ennesima volta. Cosa? Vi aspettavate che scattasse in difesa di sua madre? Certo che no. La odiava. Era morta e non c'era stato singolo giorno in cui l'investigatore avesse speso parole o pensieri positivi per lei. Ma per Yoko era anche peggio. Perché era viva e ciò che Victor pensava di lei lo avrebbe sentito forte e chiaro. L'uomo si chinò appena e protese il braccio sinistro verso di lei. Lentamente, le sfiorò le guance con la mano, ancora celata dal suo guanto, e tentò di prenderle il viso fra le dita per sollevarle il mento, come se volesse guardarla meglio. — Tanto aprire le gambe quanto vi sentite minacciate è l'unica cosa che sapete fare voi donne*. Mi chiedo quanto ci metterai a farlo anche tu e ad implorarmi di darti attenzioni come la sgualdrina che sei.» soffiò, concludendo e lasciandola andare.
    *(Nota dalla regia: chiaramente sua sorella era escluda da questo discorso. Probabilmente perché nella mente di Victor era ancora una bambina e lo sarebbe sempre stata.)
    Poi fece un passo indietro, per ristabilire le distanze, e la squadrò dall'alto in basso. Esattamente come aveva fatto la prima volta che si erano incontrati nel negozio d'antiquariato. A differenza di quella volta, tuttavia, quando il suo sguardo era privo di qualsivoglia interesse o emozione, questa volta no. Questa volta la squadrò con malizia, lussuria e cattiveria, passando le sue iridi ambrate lungo tutto il suo corpo, sopra il vestito nero, attorno allo scollo e alle sue curve, quasi come se fosse in grado di stracciarlo con lo sguardo. Come un lupo che si lecca le fauci di fronte ad una pecorella smarrita. Era lo sguardo di un predatore. Uno di quelli che non ti fanno sentire al sicuro quando viaggi la sera in metro da sola.
    Victor distolse lo sguardo dopo qualche istante, tornò verso la balaustra del balcone a recuperare il bicchiere ed il mozzicone spento della sua sigaretta, e poi - perso tutto l'interesse che aveva per Yoko - la superò e si avviò verso l'ampia vetrata che separava quell'immenso terrazzo dagli interni. Solo quando fu sulla soglia si fermò e si voltò a guardarla, tendendole un braccio come aveva fatto all'inizio.
    «Andiamo.» disse solo, e per una volta non suonò imperativo come stesse dando un ordine, solo neutro e, forse, stanco. Ma dovevano tornare al piano di sotto, dai genitori di lei e dagli invitati che ancora erano rimasti, era l'ora che mettessero in scena il loro ultimo valzer.
    CCG
    32 Y.O.
    PRIMO GRADO
    Investigatore
     
    Top
    .
15 replies since 8/11/2021, 15:25   281 views
  Share  
.