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Eccomi ✌️
Riporto la descrizione per semplicità:CITAZIONELe cosidette Colombe Nere o Bianche sono gruppi non-ufficiali e auto-organizzati associati alla CCG. Tuttavia, non essendo riconosciuti come effettivi gruppi, non detengono nessun potere all’interno dell'organizzazione stessa. I due gruppi non hanno dei veri leader rinosciuti da tutti e il più delle volte la nomeclatura viene usata per identificare le ideologie di un investigatore oppure anche per indicarlo in maniera dispregiativa in base ai casi.
Il gruppo delle Colombe Nere è formato da alcuni Investigatori e dipendenti della CCG che non vedono l'integrazione con i ghoul (che vedono solo come creature mostruose solo capaci di uccidere) come una possibilità e sono più antagonistici verso di loro rispetto all’Investigatore medio. Non è raro scoprire che gli orfani o Investigatori che hanno perso qualcuno per mano dei ghoul si identifichi come tale.
Tra le Colombe Bianche troviamo invece alcuni Investigatori e dipendenti della CCG non proni all'eccessiva violenza e che vedono la possibile integrazione e coesistenza con i ghoul come una buona opportunità, non considerando tutti ghoul come abominii assetati di sangue. Gli scienziati affiliati con loro sono alla base della ricerca di cibo alternativo per i ghoul.
Non mi è chiaro se si tratta solo di un discorso identitario oppure si può parlare di organizzazione riconosciuta.
Una colomba gode di più autonomia rispetto a un semplice investigatore?
A una colomba è preclusa la possibilità di entrare in una squadra? Se la risposta è no, non potrebbero esserci dei conflitti d'interesse? -
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Ciao Alye, grazie mille! 😊
Mi metto alla creazione della nuova scheda e probabilmente aprirò un nuovo topic per qualche domanduccia -
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Meh, mi sento in colpa 😥
Inizio col chiedere scusa a chi era impegnato con me per aver abbandonato le relative giocate e non essermi più fatto sentire, purtroppo quando l'università mi afferra per l'ombelico e mi strattona via non riesco più a trovare un briciolo di tempo per alcunché.
Mi piacerebbe provare a fare un tentativo con un nuovo personaggio - che sarebbe comunque investigatore perché li trovo fighi e mi piace contribuire a bilanciare il rapporto tra le tre categorie - così da ripartire fresco con qualche idea nuova.
Chiedo quindi di poter tornare a giocare, ora la situazione è più stabile e credo di aver raggiunto una routine normale poiché TL;DR: studi congelati, più tempo per hobby/passioni (ho iniziato un corso di subacquea) e ho trovato un lavoro part-time che mi impone quantomeno di rimanere sul pezzo. Tsugio invece lasciamolo nel congelatore ✌️ -
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Nickname: Sequiter
Conferma di partecipazione: yep -
.TSUGIO DOBASHIIl momento del trasloco era stato pianificato nei quarantacinque minuti precedenti al sonno, la sera prima, in ogni minimo dettaglio. Le scarse competenze in ambito lavorativo rendevano difficile classificare quest'operazione come deformazione professionale, tuttavia, contro ogni aspettativa, Tsugio era stato in grado di architettare un piano per minimizzare possibili problemi in fase di trasferta. Per eludere l'inconveniente numero uno, nonché la possibilità che i suoi genitori lo scoprissero, aveva deciso di agire in un orario sconveniente, poiché se per lui era scomodo per loro sarebbe stato peggio. Alle sette di mattina, di un lunedì, il baldo fuggitivo avrebbe già finito di vestirsi e preparare le valigie, sarebbe poi sgattaiolato fuori di casa con furtività e circospezione, sollevando un trolley con una mano e uno scatolone con l'altra per evitare di produrre rumore eccessivo. Trovò giusto il tempo di sgraffignare un lecca-lecca da una bacinella straripante di altre caramelle dai gusti più disparati, prima di confinare e sigillare anni di spiacevoli ricordi con due giri di mandata. Al fine di superare la seconda sfida, avrebbe dovuto raggiungere il nuovo appartamento con indiscrezione e nel minor tempo possibile, tutto sommato fattibile se non fosse per alcuni rilievi sul tessuto della valigia a rendere arduo il proposito di non farsi notare. Ebbene, questi erano il diretto risultato della foga dell'ultimo minuto, nel quale Tsugio aveva afferrato una manciata di calzini appallottolati e li aveva infilati nella tasca frontale, in una valigia che, date le dimensioni, era pensata più per un soggiorno di una notte che per un trasloco. Lo scatolone, d'altra parte, ricordava gli imballaggi usati dai corrieri di Amazon per le numerose scritte nere e sbiadite stampate su ogni lato. Grazie al tipico stordimento mattutino, che affliggeva lui tanto quanto i passanti, riuscì a prendere la metro di Shinjuku senza difficoltà, sarebbe poi sceso alla fermata di Shin Okachimachi e avrebbe proseguito a piedi per una decina di minuti verso la nuova casa. Il successo dell'operazione dipendeva dal superamento del terzo e ultimo ostacolo: entrare in appartamento. Ecco, purtroppo nel pianificare tutto ciò, con tanto di orari esatti dei trasporti salvati sulle note del telefono, dimenticò di informare il suo nuovo inquilino circa il momento in cui sarebbe arrivato. Si presentò di fronte alla porta del condominio con i capelli scompigliati, una t-shirt bianca, utilizzata con furbizia come surrogata del pigiama in periodo estivo, dei pantaloncini corti blu in tessuto sintetico e un paio di scarpe da ginnastica, conciato così, un secolo prima, l'avrebbero scambiato per il fattorino del latte. Immaginava che a quell'ora, come qualsiasi persona sana di mente, Ryūji stesse ancora dormendo beato, ignaro del fatto che, di lì a poco, il suo nuovo inquilino avrebbe premuto il pulsante del citofono accanto al cognome Yamazaki.
' Se non mi apre suono un'altra volta. '
Durante l'attesa pensò bene di scartare e gustare il lecca-lecca, che fino ad allora aveva tenuto con il mignolo stretto attorno al bastoncino di plastica. A giudicare dalla sua espressione compiaciuta e dalle fossette incave, il sapore doveva essere molto dolce, il tipico grado di dolcezza che avrebbe portato un adulto a sputarlo, gettarlo e deglutire più volte per togliersi il sapore dalla bocca. Mentre giochicchiava con quella caramella, realizzò di aver dimenticato l'oggetto più importante per quel trasloco, e avendo, di contro, perso tempo a rubare il lecca-lecca. Un'ora dopo, alle otto e mezza, un elettrodomestico rotondo avrebbe avviato il suo ciclo di pulizia, preceduto dal suono metallico di una voce registrata, il Roomba, ch'era rimasto a casa dei suoi genitori. Il povero robottino, abbandonato al suo destino, non avrebbe avuto modo di navigare tra le mura del nuovo appartamento. Dopotutto si sa che, per loro, il primo spigolo su cui sbattono è quello più memorabile.Narrato
- Parlato -
' Pensato 'CCG19 Y.O.Assistente InvestigatoreTeam Delta -
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.Tsugio DobashiTutte le sere ne doveva provare una nuova per sfuggire alle stressanti cene in famiglia, ormai non era più sufficiente afferrare un panino e ritirarsi in camera sua a mangiare. Infilò i piedi nelle scarpe e, in fretta e furia, uscì di casa sbattendo la porta, non ne poteva più di stare lì. Era vestito casualmente, con una camicia bianca e un paio di pantaloni beige, dalla tasca sinistra di questi sporgeva il picciolo di una mela verde che aveva intascato prima di uscire, così, come emergenza in caso non avesse trovato nulla da mangiare. Era nervoso e leggermente arrabbiato, gli dava fastidio il fatto di dover essere sempre costretto a scappare per evitare la strigliata di sua madre, ancora peggio era se si univano in coro i suoi fratelli. Non li sopportava, per niente, tutto quello che riuscivano a fare era assecondare colei che, in primis, aveva castrato il loro futuro. Sceso dal grattacielo residenziale, s'incamminò verso la metro sperando che quella breve tratta a piedi fosse sufficiente per calmarlo, amava così tanto le passeggiate che un minimo di beneficio doveva portarlo. Muoversi a quell'ora nella quarta circoscrizione era pericoloso, anche solo per il semplice che si trattava di un territorio notoriamente controllato dai Raptors. Tsugio pensava di conoscere quali fossero le vie più sicure, ma in realtà si basava prettamente sulla sua limitata esperienza, potenzialmente un ghoul si poteva trovare ovunque a quell'ora. Decise di procedere a passo svelto, prendere un biglietto e salire sulla metro diretta a Sumida. Perché proprio lì? Il motivo era semplice: non aveva mai controllato i distributori della settima circoscrizione. Una persona normale, nei suoi panni, probabilmente sarebbe andata in una ristorante, o perlomeno avrebbe ripiegato su un fast food, ma lui no, cercava specificatamente i distributori di snack. Se solo ci mettesse lo stesso impegno nelle faccende della CCG, probabilmente ora sarebbe già un investigatore di secondo grado ma, come direbbe il professore medio, Tsugio non si applicava. Come tutte le ore, in quel di Tokyo, la metro era piuttosto affollata, si era seduto di fronte a un operaio dormiente e, mentre si portava avanti cercando le posizioni delle macchinette sulle mappe del telefono, buttava saltuariamente l'occhio sul resto della cabina. Nulla d'interessante avrebbe attirato la sua attenzione, perciò passò i restanti trenta minuti di tragitto accollato al cellulare. Quanto ai distributori, non era stato affatto difficile individuarne uno, anche considerando la loro presenza di oltre cinque milioni in tutto il giappone, giacché lungo un viale urbano secondario di Sumida avrebbe trovato una fila intera di macchinette di tutti i tipi. Promettevano bene, certo, ma mai quanto quelle della stazione di Shinjuku, che offrivano pasti interi e pronti da cuocere on-the-go tramite una reazione chimica. Scese alla fermata metro più vicina, cercando poi di anticipare e pregustare quanto avrebbe trovato da mangiare mentre camminava. Erano vari i motivi che spingevano Tsugio a mangiare così male, in primis era stato abituato così da bambino, facendo capricci e rifiutandosi di mangiare pasti più salutari, probabilmente come ci si aspetterebbe da qualunque infante. Invece di educarlo, i suoi genitori optarono per accontentarlo e in un certo senso viziarlo di schifezze, solo perché secondo loro era già perfetto abbastanza e volevano dimostrargli di essere grati per la sua venuta al mondo, manco fosse il prossimo profeta di turno. Poi mangiare cibi pronti e precotti diventò la soluzione a uno dei suoi principali problemi di famiglia, oltre ché un ottimo modo per guadagnare dieci minuti in più per la pausa pranzo a lavoro. Nel giro di cinque minuti, arrivò nel luogo predestinato e si fermò alla prima macchinetta visibile: bingo, confezioni di momiji manjū al modico prezzo di 220 Yen. Non avrebbe esitato a comprare quel dolcetto a forma di foglia e tirarlo fuori dalla scatoletta bianca per mangiarlo.
- Mmm. -
"Buono."
Due bocconi e lo finì, adorava quella sensazione, la sensazione di aver appena consumato una schifezza che, oltre a contenere chissà quanti conservanti, era dannatamente gustosa. Aveva sufficienti Yen nel portafoglio per farsi il giro di tutte le macchinette, probabilmente era ciò che avrebbe fatto di lì a poco.
- Parlato. -
"Pensato. "CCG18 Y.OAssistente InvestigatoreTeam Delta -
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We we!
Per rendere la presentazione interessante, ho deciso di impiegare al massimo quindici minuti per scrivere tutto, così poi posso andare a sistemare il secchiaio della cucina che devo ancora lavare un bel po' di roba. Timer settato, partiamo.
Sono Giovanni, ho vent'anni e sono il classico studente universitario, perdo tempo e poi mi lamento quando i professori si collegano a meet con 1 minuto di ritardo. Escludendo l'ovvio, cioè che mi piacciono i film, le serie tv, gli anime, i manga e via dicendo - potrei anche dire che mi piace viaggiare come gli altri 7 miliardi di individui al mondo ma, a pensarci bene, preferisco stabilirmi in una casa dove sto bene, il quartiere mi piace, e stare lì - sono un'appassionato di grafica, arte e animazione. Quando non lavo piatti, mi cimento in modellazione e animazione 3D, cercando disperatamente come tutti di avvicinarmi al mio sogno, non sono molto bravo ma ci sto lavorando, work in progress (?). Photoshop è la mia bibbia, sperando di poter integrare anche Maya e After Effects al mio parco di programmi, perciò non ho potuto fare a meno di notare il look accattivante di questo forum: complimenti, ottima scelta dei colori! Quanto a Tokyo Ghoul in sé, non mi riterrei uno dei fan più sfegatati, anzi ho guardato solo l'anime e a parte per la prima stagione tutto il resto è stato un po' meh, ma il setting e l'ambientazione mi piacciono davvero tanto, motivo per cui sono alla ricerca di Gdr a tema da un bel po'. Pollice in sù per aver creato una storia che si distacca dall'originale, a mio parere è ciò che rende il gioco di ruolo intrigante e stimolante.
Cinque minuti al timer, ok, let's go.
Ho imparato a scrivere ruolando a quindic'anni, forse il modo migliore per imparare poiché oltre a fare figure di merda in continuazione con i miei master riuscivo al tempo stesso a divertirmi. Ruolo da un bel po', non mi riterrei un'esperto piuttosto passo molto tempo a riflettere sui miei personaggi, su quello che scrivo e su come posso migliorare. A mio parere l'atteggiamento peggiore che un roleplayer può assumere è quello di accontentarsi del proprio stile, dei propri personaggi e fermarsi, senza mai cercare un'evoluzione o un miglioramento.
Due minuti.
Mi piace giocare, tanto (?). Anzi, tantissimo.
Quando si tratta di comprare periferiche da gioco, o qualsiasi oggetto tecnologico o elettronico, non bado a spese.
30 secondi.
Ho messo il banner in firma, ecco tutto!
This is me, se avete domande fate pure.
Scaduto il tempo, vado a lavare i piatti. 😥