Votes taken by alyë

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    Accetiamo volentieri! Inserite uno dei nostri banner qui riportati e noi faremmo altrettanto.
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    Elke Higuchi
    3OYnuhT
    Alle sue schiette e brusche parole, la ragazza si era voltata di scatto nella sua direzione, lo sguardo confuso ma anche stupito forse per il fatto le avesse rivolto parola, considerando non fosse una cosa da tutti giorni il fatto che lasciavano due scrapper comunicare tra loro. Katsuki esitò prima di rispondere di rimirando, preso in contropiede dalla sua pacata risposta, ma la sua brevissima spiegazione non lo sorprese affatto.
    Tipico di Elke, si inteneriva sempre di fronte ai bambini o ai ragazzini che venivano portati al cospetto del loro Signore, e il suo sguardo diventava sempre triste per giorni quando nessuno sopravviveva alla “selezione”. L'unica, parziale, eccezione era il Signorino, non essendo degno di compassione né comprensione. O almeno, quello era l’intimo pensiero di Katsuki, anche se quelle parole non sarebbero mai uscite dalle sue labbra né in presenza di Elke né tantomeno di Soren stesso. Sapeva bene sarebbe stato punito da entrambi, anche se con diversi gradi di crudeltà. In fondo, Elke era sempre attenta a non fargli troppo male, mentre Soren non si curava se dopo le sue “cure” rimanesse a letto per settimane, l’importante era che il suo viso non venisse sfiorato.
    Ma la domanda che l’umana gli fece, lo bloccò per qualche istante. Era un problema? Il fatto che Elke avesse instaurato una conversazione con quella inferiore scrapper? Per lui, si, lo era eccome, un misto di gelosia ed apprensione di venir sostituito. Perché voleva che la sua Elke fosse gentile solo con lui, che fosse solo il suo “Katchen” ad essere per lei speciale. E nessun altro. Tuttavia, come poteva spiegare quel pensiero all'altra umana senza sembrava un moccioso viziato alla stregua del loro padroncino?
    «Mi dà fastidio» specificò quindi lui stringendo i denti in una smorfia, irritato dal tono e dalla reazione della ragazza. Sapeva di non far paura, sembrava ancora più piccolo dell'età che doveva avere, e nonostante fosse giusto un annetto più piccolo del Signorino, lui poteva ancora passare per un bimbo delle elementari che un giovane adolescente.
    «Stalle lontano» intimò poi, ad un passo dal suo volto dopo aver ritrovato la sicurezza che aveva perso quel qualche attimo, lo sguardo color cioccolato assottigliato «È la mia…» s’interruppe prima di continuare, poiché cos'era lei per lui? La chiamava “sorella” ma per lui non era solo quello, per lui era molto di più. La sua dea, la sua amata. Il suo mondo.
    «Mentore» decise infine di definirla in talo modo, il tono smorto ma sempre aspro. Quella definizione era un dato di fatto ma di certo meno complicato della realtà, dei suoi sentimenti nei confronti della ghoul.
    «Dove sono i tuoi guardiani?» le chiese poi lui a bruciapelo, le braccia ora conserte cercando di intimidirla con lo sguardo, ricordando non l'avesse vista insieme a nessuno quando aveva portato a termine la sua parte dello spettacolo e l’aveva incrociata in compagnia della ghoul. Né, tanto meno, nessuno sembrava starla aspettando là fuori per portarla via ora che aveva eseguito il suo compito per la serata. Lo spettacolo, lo smantellamento, era infatti terminato da svariati minuti, ed era arrivata l'ora del pasto per i loro clienti, banchetto che era accompagnato dalla musica degli altri scrapper adibiti alla piccola orchestra. Ogni pet aveva un ruolo in quel macabro ristorante, e il loro era quello di portare la carne, stata selezionata accuratamente da cacciatrici come Elke, al macello.
    GHOUL
    24 Y.O
    rank b, shiba
    bikaku
    make-up artist
  3. .
    MAKOTO HIRASE
    w1y1a1s
    Al via libera dell'altra, Makoto la osservò per qualche istante per poi scrollare le spalle, decidendo di non commentare quello sprazzo di reazione che aveva notato con la coda dell’occhio, andando invece ad accendere una sigaretta con gesti meccanici, rigettando infine il pacchetto nei meandri della sua tracolla. La decenza pubblica gli intimava di fumare solo nelle zone adibite invece che all’aperto o in strada, disturbando gli altri passanti, ma considerando anche la sua intenzione di finire una in fretta e la zona non era una particolarmente trafficata, giusto per distendere i nervi e rilassarsi, non se ne curò troppo.
    Ma al suo gesto di cortesia, la ragazza fermò di botto la sua camminata. E Makoto se ne accorse solo qualche passo più avanti, fermandosi anche lui per poi girarsi a guardarla, un sopracciglio alzato, lo sguardo interdetto, potendo così ammirare la sua espressione stupita coordinata alle sue parole meravigliate.
    Beh, ora che ci pensava non poteva che non biasimare il suo stupore poiché, in effetti, era vero che normalmente dava l'impressione di non essere né una persona gentile né tanto meno cortese, vedendo che il suo aspetto trasandato, i capelli tinti, la stazza imponente ma anche lo sguardo tagliente, lo facevano sembrare facilmente un delinquente. In fin dei conti, era stato veramente un teppista in passato (e pensare alle sue bravate di qualche anno prima lo riempiva di imbarazzo), per cui lo era perlopiù quanto pareva a lui. Alla mano, s'intende. Come in quel momento, ritenendo che non avesse motivo di fare lo stronzo o il difficile con lei.
    Alle sue scuse scosse leggermente la testa, come a dirle che non aveva motivo di offendersi da quella sua uscita, per poi sorriderle bonario e, una volta che Shinobu fu ritornata al suo fianco, ripresero a camminare nel mentre lui fumava cercando di tenere il fumo lontano da lei. Ma poco dopo, lanciandogli prima un’occhiata, Shinobu gli porse un'altra domanda «Dipende dalla domanda, e se posso anche rigirartela» disse quindi lui, il tono leggero ma comunque sornione «Ma chiedi pure» finì poi con una scrollata di spalle.
    HUMAN
    19 Y.O
    DEEPCOLOR
    CCG ACADEMY STUDENT
  4. .
    Benvenuto Luce su questi lidi! Io sono Alye/Alice, una delle admin!
    Per scrupolo sottolineo che il GdR, più che completamente basato, è liberamente ispirato alla serie di TG e dunque alcune cose sono completamente diverse (anche perché, beh, alcune lacune andavano riempite; nota: alcuni punti dell'ambientazione sono al momento ancora in via di revisione e sono segnati come tali).

    Allora, braco che hai già inserito uno dei nostri bannerini quindi ti sposto già nel gruppo dei players (altrimenti non puoi ne postare ne visualizzare alcune sezioni)! E per ogni dubbio o domanda non esitare ad usare la sezione SUPPORT o a contattare un membro dello staff via MP! Per ogni evenienza o anche solo per chattare meglio tra noi, abbiamo anche un gruppo telegram.

    Buona permanenza! 🍪
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    Elke Higuchi
    3OYnuhT
    Non appena Katsuki si era defilato verso gli spogliatoi, nell'anticamera era sceso nuovamente il silenzio, spezzato solamente dai rumori ovattati provenienti dall'altra parte del portone che li divideva dalla sala che dava sul ristorante. Elke passò dunque lo sguardo dall'angolo dove era sparito il suo protetto all'altra scrapper ancora comodamente seduta su quei gradini. La ragazza sembrava stare effettivamente meglio, evidente più dalla sua aria più tranquilla che dalle sue stesse parole, nonostante avesse continuato a stringere la presa sulla bottiglia e giocherellare con l'etichetta di plastica. Quell'ansia, quel nervosismo, era forse sempre presente per lei, più di una semplice ansia da prestazione, constatò quindi la ghoul.
    «Non serve che mi ringrazi, è il minimo che posso fare per te» le disse quindi Elke dopo un battito dalle parole state appena pronunciate dalla ragazza dai capelli scuri, il tono gentile come a non volerla intimidire di più.
    Inclinò poi leggermente la testa di lato, pensosa, mentre il suo sguardo verdognolo era rimasto sempre puntato su l'altra, una mano ora al fianco «Se in futuro ti può servire aiuto, chiedi di… Shiba» aggiunse poco dopo, annuendo appena con la testa, nascondendo quella esitazione che stava provando nel mentre pronunciava quelle parole con un tono deciso e sicuro.
    Il suo alias giapponese la imbarazzava un po’, meno imponente di Nattmara (anche se quest’ultimo lo condivideva, in realtà, con altre donne ghoul) e quasi ridicolo, ma la sua proposta era stata sincera. Non era una cosa da tutti i giorni, da parte sua, porre una mano a qualcuno che non fosse un membro della “famiglia” ma in quella ragazzina ci vedeva non solo una sé stessa più giovane, ma anche Katchen, l'umano a lei più caro. Ed era suo desiderio proteggerlo, e anche per questo avrebbe continuato a servire i suoi Signori probabilmente per tutta la durata della vita.



    A sua insaputa, non appena si erano separati, essendo dovuta tornare ai piani superiori in modo da adempiere alle sue mansioni della serata per il Ristorante, Elke aveva lasciato Katchen da solo nell'area adibita agli scrapper, un luogo sicuro e chiuso dove quelli che si comportavano meglio potevano aspettare che i loro padroni, o altri inservienti, venissero a prenderli in tutta tranquillità.
    Tuttavia, quest'ultimo, invece di aspettare nel suo angolino a leggere il libro sgualcito che si era portato dietro per continuare ad esercitarsi nella lettura di quei caratteri familiari ma allo stesso tempo completamente sconosciuti e complessi (volendo rendere Elke fiera dei suoi progressi), aveva invece aspettato per lunghi minuti, dopo essersi lavato e cambiato in abiti più comodi, sempre scuri, che comparisse l'altra scrapper in modo da fermarla ed interrogarla, un tarlo che si era andato a formare nella sua mente da quando l'aveva vista in compagnia della sua amata ghoul Un tarlo d'invidia che non lo aveva lasciato stare.
    «Ehi!» disse quindi lui, il tono di voce arcigno e allo stesso tempo autoritario, parandosi di fronte alla ragazza (chiaramente un po' più alta di lui, ora che la vedeva da vicino e non da seduta) una volta l'aveva notata sbucare dalla porta dello spogliatoio «Cosa volevi da nee-chan?» disse lui a un palmo dal suo viso, in un giapponese quasi perfetto, ignaro del fatto che fosse stata Elke stessa ad approcciare la ragazza per prima.
    GHOUL
    24 Y.O
    rank b, shiba
    bikaku
    make-up artist
  6. .
    Chihiro Fujioka
    deEUQ9d
    La reazione di Lancelot alla sua richiesta fu immediata. Le labbra schiuse da un’esclamazione che non era riuscito a trattenere, l’espressione del suo volto che mutava in ogni istante che passava, una tela di diversificate emozioni che Chihiro poté ammirare. Sorpresa, panico, sgomento. Quelle erano solo alcune delle tante emozioni che Chihiro poté distinguere sul volto dell’altro, il quale scattò poco dopo in piedi iniziando a camminare e gesticolare con frenesia per l’ufficio, come se, nel panico che stava provando, stesse cercando le parole giuste da lanciargli contro.
    Chihiro deglutì, seguendolo con lo sguardo argenteo, le parole che seguirono in quella lingua che non conosceva benissimo ma di cui aveva imparato le basi, gli scivolarono addosso, il cui significato era chiaro e lampante nonostante il divario linguistico tra loro due. E quando prese a parlare nella lingua comune, lo scrittore stette in silenzio ad ascoltarlo, senza fiatare o fare qualunque altro movimento.
    La sua predica era una che, in realtà, si era aspettato quando aveva pronunciato quella sua cocente domanda. Nessuno sano di mente, dopotutto, avrebbe acconsentito facilmente ad una proposta del genere, idiotica e sconsiderata, vedendo che a repentaglio non ci sarebbe stato solo lui ma anche le persone a cui aveva chiesto aiuto p che lo avrebbero aiutato. In special modo se qualcosa sarebbe andato irreparabilmente storto (anche se, dal punto di vista di Chihiro, già storto qualcosa era andato poiché in pericolo c’era qualcun altro. Tutto andava bene, dunque, se l’unico a rischiare fosse stato proprio lui stesso).
    Tra l’altro, bastava osservarlo per appurare che Lancelot sembrasse essere ad un passo dall’avere una crisi isterica, lacrime di frustrazione gli contornavano gli angoli degli occhi, la voce che si stava ad ogni parola spezzando sempre di più, i tremori delle sue spalle. Dettagli lampanti che, dunque, erano evidenti anche dalla sua posizione un po’ più distante. Gli aveva chiesto troppo e questa volta lo aveva veramente ferito, era ciò di cui si rese presto conto lui. Vederlo così lo faceva… sentire in colpa. Una reazione che spesso nemmeno sentiva o percepiva veramente verso il prossimo. Un’emozione rara.
    Tutto d’un tratto il ragazzo si fermò, le spalle tremanti girate contro di lui come a prendere un respiro per schiarire un attimo la mente, le parole che non sembravano più avere un filo. E lo sguardo che gli lanciò poi lo trafisse, e Chihiro schiuse le labbra che non si era accorto aveva assottigliato. Abbassò per un attimo lo sguardo argenteo, chiuse gli occhi e prese un respiro. Lo risollevò poi pochi istanti dopo, con apparente calma nel mentre osservava le lacrime che scendevano sulle guance del ragazzo. Era raro che qualcosa, o qualcuno, lo toccasse nel profondo, che lo facesse reagire in qualunque modo a lui estraneo.
    E Lancelot si mosse di nuovo, senza dargli tempo di muovere un altro muscolo, questa volta raggiungendolo con qualche ampia falcata per poi puntargli un dito accusatorio contro prima di parlare nuovamente, ritrovato il senso della sua sfuriata nei suoi confronti. E Chihiro lo lasciò sfogare, sempre in silenzio nel mentre ascoltava quelle parole che gli fu subito chiaro il ragazzo si era tenuto dentro per chissà quanto tempo e che mai aveva esternato veramente. Fino a quel momento, fino a quanto lui aveva premuto troppo. Perché quello era quello che succedeva sempre, spingeva troppo dei punti dolenti e poi si sorprendeva del risultato che otteneva.
    L’impeto, la fiamma con cui Lancelot aveva inizialmente fondato il suo discorso si stava affievolendo, e facendo ricadere le braccia ai lati del suo corpo, il ghoul a stento era riuscito a finire quello che voleva dirgli, la voce ancora rotta, gli occhi ora piene di lacrime che non sembravano voler smettere di scendere nemmeno quando era andato ad provare ad asciugarle con la manica della sua maglia.
    Chihiro lo aveva lasciato parlare fino alla fine, senza mai interromperlo. Era il minimo, dopotutto, che poteva fare, considerando quanto il ragazzo si fosse appena aperto con lui. E non appena quell’ultima parola era stata pronunciata, quel sonoro e categorico “no”, decise che non avrebbe più insistito, considerando quando a nudo si fosse messo di fronte a lui, cosa che in pochi avrebbero fatto. Fosse stato Minoru, lo avrebbe preso a schiaffi come era giusto fosse pur di fargli capire stesse sbagliando e quanto egoistiche le sue parole fossero state. A quel pensiero, si portò una mano al petto, un dolore che non sapeva come descrivere si stava facendo sempre più sentire.
    «Tu non ti devi scusare di niente, Lance-kun, tanto meno della tua natura. Sono io che ti devo delle scuse» disse dopo qualche attimo Chihiro, la voce roca dalla gola ora secca, un nodo che si era formato nella sua gola mano a mano che l’altro aveva detto la propria, lo sguardo sicuro ma allo stesso tempo malinconico che era andato a cercare quello dorato do Lancelot. E forse quelle non erano le parole giuste da dire, ma era quello che si sentiva di dover ribadire.
    Si alzò dunque in piedi, allungando una mano nella sua direzione con l’intenzione di posarla sulla testa del ragazzo, in modo da andare ad accarezzargli la testa come era solito fare con la sua piccola Azuki, non sapendo bene, però, come poter consolare. Quando le persone piangevano di fronte a lui, non sapeva mai come reagire. Si trovava sempre paralizzato, la mente vuota.
    «Su su, non piangere» disse quindi sottovoce, per poi andare ad allargale le braccia come a chiedergli un abbraccio, come a chiedergli di trovare conforto in lui «e questa non è la soluzione giusta… va bene. Non posso chiederti di più» aggiunse poi, lo sguardo basso, con il pensiero che se quella non era la soluzione giusto, allora doveva trovare altro. Anche se, in quel momento, non voleva vedere Lancelot soffrire e tormentarsi per le sue parole. Bastava sentisse solo lui quella sofferenza per entrambi, le sue colpe da espiare, un peso che si sarebbe portato sulle spalle da solo. Come sempre aveva fatto, perché mai voleva pesare a nessuno e così aveva sempre vissuto, il suo modo di vita leggera.
    HUMAN
    25 Y.O
    WRITER / NOVELIST
    ROBUHO MANAGER
  7. .
    MAKOTO HIRASE
    w1y1a1s
    Dopo ore passate al chiuso, l’aria per così dire fresca, considerando lo smog della metropoli, era stata un toccasana, il sole mezzo nascosto tra i grattacieli che faceva capolino da un angolo. Makoto si mise una mano in tasca e con una scrollata di spalle, si girò verso la compagna di classe che aveva dunque acconsentito a farsi offrire il pranzo da lui, un gesto di gratitudine che, dalla sua espressione, poteva emergere fosse stato gradito.
    «Ti dispiace se accendo una sigaretta?» le chiese poi fermandosi fuori dal cancello dell’accademia, un po’ casualmente, un po’ no, tirando fuori il pacchetto da una delle tasche della sua tracolla. Certo, ormai erano fuori dalla zona in cui era vietato, ma non si sarebbe mai permesso di fumarle accanto se all’altra desse fastidio, in fondo, apparenze a parte, era un ragazzo coscienzioso.
    Beh, era anche vero che fumare era ancora vietato ai minori di vent’anni. Ma lui c’era vicino, no? E, rispetto alla ragazza che aveva di fianco, per un ventenne ci poteva passare facilmente. Insomma, negli ultimi anni non era mai stato praticamente fermato dalle autorità se si premurava di seguire le altre, di leggi. Gli unici che facevano storie erano il Boss del Lagoon e sua madre, entrambi poco contenti avesse ripreso alcuni dei loro vizi. Troppo tardi, era stato il suo pensiero.
    A quel pensiero lo sguardo gli cadde sul pacchetto che aveva in mano. E, yep, controllando la marca constatò infatti subito che il pacchetto non appartenesse a sua madre ma proprio al Boss, essendo ormai sua abitudine prendergliene uno con malizia quando era di turno al locale. I soldi glieli lasciava comunque sempre con un bel bigliettino scherzoso, perché tutto era ma non un ladro.
    Alla sua proposta di un laudo compenso, la ragazza si era presto premurata di ricambiare il gesto, una promessa sottointesa che non le sarebbe dispiaciuto passare altro tempo con lui «Non ce ne sarebbe bisogno, ma se proprio insisti…» disse Makoto sfregandosi una mano al collo con un sorriso sornione sulle labbra. Insomma, chi direbbe mai no al cibo gratis? Di certo non lui! E poi Shinobu sembrava molto decisa in quella sua proposta, quasi pronta a rifiutare qualsiasi diniego avesse ricevuto da parte sua, pronta a combattere per avere la meglio «Vuoi che te la porto io?» chiese invece poi lui indicando lo zaino della ragazza, erano solo qualche minuto di tragitto e non gli sarebbe pesato molto, un po’ come quando aiutava sua madre o la loro vicina di casa a portare la spesa su per il condominio.
    HUMAN
    19 Y.O
    DEEPCOLOR
    CCG ACADEMY STUDENT
  8. .
    A fine servizio, l'Investigatore smette di essere considerato tale e dovrà fare affidamento ad altri agenti in servizio se mai possa servirgli, e se vive in zone a rischio lo fa a suo rischio e pericolo. Ovviamente, essendo un Investigatore della CCG, ha comunque tutte le nozioni apprese a sua disposizione e in caso di emergenza saprebbe come comportarsi o come cercare o contattare chi di dovere. Tuttavia, va specificato che un Investigatore fuori servizio può portare con sé la sua pistola d'ordinanza munita di proiettili Q a patto, però, che abbia con sé i documenti che attestino abbia, appunto, il permesso di farlo. Per operazioni su larga scala, invece, la cosa è un po' diversa, vedendo che si rimarrà attivi fino alla sua conclusione (con momenti di riposo quando possibile).

    Poi, quella degli orari di lavoro, non è una cosa stata inclusa in precedenza (ma lo sarà nella versione revisionata!): la CCG è in operazione 24/7 e tutti gli agenti e dipendenti della CCG si alternano giornalmente e settimanalmente con turni diurni e notturni (normalmente i vari membri delle squadre sono in attività insieme, ma come sempre ci sono delle eccezioni; se il caposquadra non è presente, l'agente viene momentaneamente spostato in un'altra squadra al momento attiva della stessa divisione in modo da poter portare avanti le vari operazioni. Ovviamente il tutto va approvato). Per esempio, possono iniziare il turno alle 8 e finire alle 15, e possono fare gli straordinari se necessario (per esempio si sta svolgendo un'investigazione importante ove ogni minuto conta). Hanno normalmente a disposizione minimo un giorno di ferie alla settimana, a scelta, e diritto a 35 giorni di ferie all'anno. La cosa può variare in base al ruolo e all'anzianità nell'organizzazione (per esempio, gli agenti in servizio da 15 anni hanno diritto a più giorni di ferie). Le attività burocratiche vengono comunque svolte perlopiù durante il giorno.

    Spero sia tutto chiaro, ma se non lo sia non farti problemi a chiedere!
  9. .
    Allora, specifichiamo per primo che con il termine "Colomba" si riferisce a tutti i gli investigatori facenti parte della CCG a prescindere delle loro ideologie ed è un termine usato in modo perlopiù dispregiativo da parte dei ghoul (derivato dalla spilla identificativa della CCG che, senza sorpresa, raffigura una colomba). Tale termine è stato poi rivendicato da quei membri dell'organizzazione che hanno delle ideologie specifiche e più spiccate rispetto agli altri dipendenti, ed infatti con "Colombe Bianche" si riferisce a quei dipendenti che hanno un ideologia più pacifica mentre con "Colombe Nere" quelli con intenti più di eradicazione della specie dei ghoul. Tali due gruppi non sono riconosciuti della CCG, non essendo dei veri team o gruppi facenti parte dell'organizzazione stessa, e non godono di alcun vero vantaggio rispetto ad altri. In poche parole, con tali termini si va semplicemente a specificare il pensiero e comportamento che specifichi membri hanno rispetto ai ghoul.
    Dunque, andando a rispondere alle tue domande, no, non godono di maggiore autonomia rispetto agli altri Investigatori della CCG, vedendo che devono comunque sottostare alle regole e delegazioni indette come ogni altro agente o dipendente. Essere più di un ideologia o di un'altra non preclude la possibilità di far parte di una squadra o di un altro ente della CCG, mal che vada si andrà in conflitto con altri agenti o dipendenti con ideologie più estreme, e alcuni membri potrebbero avere anche pregiudizi una volta aver scoperto la linea di pensiero di un altro membro del team portando anche a conflitti d'interesse e possibili favoritismi (cosa che non dovrebbe comunque succedere, ma succede). Va specificato che, nonostante le due estreme ideologie non siano generalmente ben viste, essendoci richiesta una certa neutralità ed imparzialità nonostante non sia effettivamente così, le Colombe Bianche vengono considerate essere più in svantaggio rispetto alle Nere vedendo che, citando i piani alti dell'organizzazione, "troppo buonismo non porta a niente".

    E se hai altre domande, non farti problemi a chiedere! 👍
  10. .
    Ehi Cat, bentornata. Questa è la sezione giusta in cui far richiesta per essere riabilitata. E no, non serve ripresentarsi e avere un banner/link in firma è sufficiente. Le schede e tutto il tuo materiale (schede, diario, bilancio, ecc.) era stato archiviato, dunque con la riabilitazione saranno reintegrati. Se mi dai qualche minuto, cerco di sistemare tutto il prima possibile.
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    🎉🎉 Tanti auguri a:

    Kazuya Shinkai nat0 il 05 Aprile (ha compiuto 21 anni)!
    Ryuji Yamazaki nat0 il 17 Aprile (ha compiuto 23 anni)!
    Akari Katagiri nat0 il 20 Aprile (ha compiuto 24 anni)!
    Yuka Shimizu nat0 il 27 Aprile (ha compiuto 28 anni)!

    🎉🎉

    (Le schede e il compendium sono stati aggiornati.)

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    Elke Higuchi
    3OYnuhT
    La ragazza non sembrò prendere bene la sua picata risposta, e aveva abbassato immediatamente lo sguardo come imbarazzata. O peggio, intimorita. Non che Elke si aspettasse altro e nemmeno la biasimava, considerando che la scrapper, dalla sua posizione in quella gerarchia sociale di cui facevano parte, poteva credere di aver chiesto o anche fatto qualcosa di sbagliato nei suoi confronti.
    La udì poi fare un respiro profondo, in un probabile tentativo di calmarsi, per poi prendere un altro sorso d’acqua dalla bottiglietta che gli aveva dato. Ormai le era abbastanza ovvio che la ragazza fosse nervosa e a disagio, e più che per la sua presenza, con tutta probabilità lo era per quello che doveva andare a fare da lì a poco. Forse era nuova, forse non aveva molta esperienza, era stato il suo successivo pensiero nel mentre continuava ad osservare la ragazza di sottecchi, le orecchie ben tese in modo da poter captare altri rumori di sottofondo. Infatti, si accorse presto che la musica, che fino a quel momento era arrivata ovattata alle loro orecchie, era finita seguita poi da degli applausi. Mancava poco, quindi.
    «No problem~» le disse con lo stesso tono più spigliato che usava nella vita di tutti i giorni, di quando doveva sembrare una ragazza come tante, nonostante la sua espressione fosse rimasta impassibile e stoica, non dovendo fingere anche lì, sperando facesse un attimo sciogliere la ragazza dalla sorpresa. Meno era tesa, migliore sarebbe stato il suo spettacolo. Ed Elke sapeva bene che chi sfigurava non faceva mai una bella fine.
    «Ma quella non è una cosa che direbbe uno scrapper ammaestrato. Stai attenta a come ti poni, i tuoi padroni si possono anche fidare di te ma è un’arma a doppio taglio con gli altri. Meno dici, meglio è» la ammonì con precedente pensiero ormai piantato nella sua mente, l’accento straniero sempre un po’ marcato nel mentre si passava una ciocca di capelli tinti dietro un orecchio. Dopotutto nessun scrapper veniva mai lasciato veramente da solo, tanto meno con la libertà di muoversi. E a molti “padroni” non piaceva vedere i “pet” degli altri sgattaiolare in giro senza permesso.
    Passarono dunque pochi istanti ed Elke sollevò improvvisamente la testa dalla sua figura seduta puntandola alla porta che dava sul “palcoscenico”, che si aprì proprio in quel momento, rivelando la figura minuta di Katsuki, i bianchi e perlacei abiti di scena intatti se non fosse per le chiare chiazze rosse. Non importava si fosse rovinato nonostante la fattura pregiata, l’abito sarebbe stato comunque buttato. Dopotutto, il Signorino Soren non voleva mai che usassero lo stesso completo due volte, altrimenti che figura ci avrebbe fatto? Come sempre, le armi che aveva usato erano state lasciate agli attendenti che si stavano sicuramente prendendo cura del corpo per portarlo alla cucina nel mentre sistemavano l’arena per il successivo spettacolo, la musica della piccola orchestra aveva ripreso a solleticare le sue orecchie.
    «Katchen?» mormorò Elke con tono leggermente preoccupato notando il suo sguardo cupo del ragazzino che, dopo aver chiuso con stizza la porta dietro di sé, si era diretto a passo svelto verso la ghoul che aveva immediatamente riconosciuto, come a volerla stringere in un forte abbraccio, per poi fermarsi di fronte a lei senza sfiorarla ulteriormente, come a non volerle sporcare la divisa nonostante desiderasse da lei contatto.
    Sentendo quella domanda, l’umano sembrò prima esitare ma sempre pronto a schiudere le labbra per mormorare qualcosa in risposta ma fu alzando lo sguardo innocente che notò l’altra presenza nello stanzino e, un po’ spiazzato, non aspettandosi che qualcun altro fosse già lì, le parole che sfuggirono alle sue labbra furono «E questa chi è?» dette però in tedesco, riportando poi lo sguardo ora interrogativo sulla bionda aguzzina. Qualunque cosa avesse voluto dirle, per il momento era stato dimenticato.
    Elke sospirò «Secondo te?» rispose lei nella stessa lingua, il tono un pelo più canzonatorio nel mentre gli porgeva l’asciugamano pulito che aveva recuperato meri minuti prima, che il ragazzo prese delicatamente in mano, per poi posarselo in testa in modo da poter nascondere l’occhiataccia che aveva lanciato all’altra ragazza, prendendo poi a darsi una sistemata prima di andare a lavarsi negli spogliatoi, in modo da non imbrattare più del dovuto il pavimento di quelli che erano scarti di loro simili appena stati massacrati.
    GHOUL
    24 Y.O
    rank b, shiba
    bikaku
    make-up artist
  13. .
    MAKOTO HIRASE
    w1y1a1s
    A quanto pare ci aveva preso e non poteva che sentirsi orgoglioso del fatto che alla fin fine qualcosa aveva pur assimilato in quei mesi, nonostante trovasse tutte quelle nomenclature e relative nozioni a volte fin troppo complicate da ricordare agevolmente. Ma Shinobu era paziente e con la sua allegria e spontaneità, se il suo interlocutore fosse sufficientemente recepente proprio come lui, riusciva a mettere qualcuno facilmente a suo agio. O almeno, quella era la conclusione a cui era arrivata lui.
    La coetanea aveva poi ripreso a parlare, andando a leggergli un passaggio dal libro di testo che era rimasto aperto a terra tra di loro, illustrandogli più nel dettaglio ciò che aveva provato ad elaborare poco prima, per poi porgli l’ennesima domanda, ormai entrambi presi da quella sorta di quiz a bruciapelo che stavano facendo.
    Makoto si portò quindi una mano al mento, cercando di ragionare nel mentre cercava di richiamare l’informazione giusta dai meandri della sua mente «Non ricordo il tipo, ma se non sbaglio una kagune con un ampio range offensivo sarebbe più ottimale? Quindi ukaku o rinkaku, se non erro entrambe hanno abilità che permettono di attaccare più punti contemporaneamente» fu quello che disse poi, il tono incerto e un po’ esitante, le sopracciglia leggermente corrucciate nello sforzo di richiamare le informazioni giuste. Rialzò poi lo sguardo che aveva abbassato, riportandolo sulla figura della ragazza in attesa di un suo resoconto. Almeno, si disse, quel compito che era stato dato loro stava dando i suoi frutti, cercare di aiutarsi a vicenda era proprio il punto giusto da cui partire.


    «Permettimi di offrirti qualcosa per ringraziarti, c’è un localino non male non troppo lontano da qui. Ti va un po’ di ramen, o hai voglia di altro?» domandò Makoto qualche ore dopo nel mentre si stiracchiava mantenendo il passo con la collega, poco dopo che era stato chiesto loro di liberare l’aula che avevano occupato con l’ora di pranzo ormai alle porte.
    Tra l’altro era una proposta che poteva permettersi e che non gli sarebbe poi costata troppo, ricordando che aveva comunque un po’ di banconote da parte grazie ad uno dei recenti tornei al ring e ad essere onesti, e dopo tutta quella fatica, optare per un ristorante invece che per la solita mensa offerta agli studenti, sentiva che se lo erano meritati.
    Si sistemò poi meglio la tracolla in spalla, una mano ora nella tasca dei pantaloni e l’altra con quel famigliare pizzicore alle dita che gli rendeva apparente la voglia che aveva di prendere una sigaretta, nonostante sapesse bene che per ora non conveniva essendo vietato fumare non solo nello stabilimento in sé ma anche nei pressi dello stesso.
    HUMAN
    19 Y.O
    DEEPCOLOR
    CCG ACADEMY STUDENT
  14. .
    Chihiro Fujioka
    deEUQ9d
    Il ragazzo non sembrò esitare dal dare una risposta sincera alla sua domanda a bruciapelo e Chihiro lo stette ad ascoltare in silenzio, lo sguardo argenteo che non aveva abbandonato per un istante il viso di Lancelot. E appena il ragazzo aveva detto la sua, Chihiro batté le ciglia chiare come a rifocalizzare lo sguardo che poi spostò al soffitto senza esalare nessun suono, e riappoggiando la schiena allo schienale della sedia, ragionando e pensando, cercò di trovare una qualsiasi soluzione al problema che aveva ora di fronte. Era una persona creativa e si reputava anche adeguatamente intelligente e brillante, ma più di tutto, non era il tipo di persona che non si sarebbe fatta fermare da un semplice ostacolo sulla sua via.
    Schiuse quindi le labbra, esalando piano come a recuperare il respiro che non si era accorto stesse trattenendo «Capisco» mormorò lui, riportando poi lo sguardo sulla figura minuta del ghoul dai capelli rossi «Ma dimmi, se vi costringessi a portarmi a chi di dovere della vostra piccola organizzazione? O anche semplicemente a mollarmi lì» chiese infine, la voce roca, con tutta la calma di qualcuno che di certo non aveva fatto una richiesta più che azzardata e a dir poco irresponsabile. Ma se lo si chiedeva a lui, quella era una proposta ottimale: a richiesta eseguita, se la sarebbe dovuta cavare da solo. Ma tanto gli bastava provare.
    HUMAN
    25 Y.O
    WRITER / NOVELIST
    ROBUHO MANAGER
  15. .

    🎉🎉 Tanti auguri a:

    Fuyuko Enaga nata il 06 Febbraio (ha compiuto 25 anni)!
    Elke Higuchi nata il 10 Febbraio (ha compiuto 25 anni)!
    Ryoga Hasegawa nat0 il 20 Febbraio (ha compiuto 25 anni)!
    Shiro Yori nat0 il 22 Febbraio (ha compiuto 32 anni)!
    Alexandre Romain De Lacroix nat0 il 24 Febbraio (ha compiuto 30 anni)!

    Yun-ho Son nat0 il 01 Marzo (ha compiuto 30 anni)!
    Fuyuki Asayama nat0 il 01 Marzo (ha compiuto 21 anni)!
    Makoto Hirase nat0 il 03 Marzo (ha compiuto 21 anni)!
    Jaden Kawaguchi nat0 il 11 Marzo (ha compiuto 30 anni)!

    🎉🎉

    (Le schede e il compendium sono stati aggiornati.)

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