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  1. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    La povera collega sembrò dispiacersi dei suoi racconti, ovviamente, ma la cosa lo fece comunque sentire terribilmente in colpa: non gli piaceva lagnarsi con le persone, così come non gli piaceva far gravare sugli altri i propri problemi, ma riconosceva come in quell’occasione sentisse davvero la mancanza della sua famiglia e il senso di solitudine che ne conseguiva. Sospirò appena, sorridendo ancora un po’ colpevole alle parole incoraggianti di Aozaki, che in modo davvero gentile ed energico - evidenti tratti distintivi della sua figura, potè ormai dedurre - lo incoraggiò; che persona squisita, davvero.
    « Grazie mille per le belle parole, farò in modo di dimostrarle di avere ragione. » le sorrise più dolcemente, per poi ascoltarla al suo cambio di argomento, stupendosi della sua proposta: lo stava… Invitando a uscire? Ma no, non era possibile, era solo gentile! …a meno che…?
    Atsushi rimase sinceramente stupito, un uragano di pensieri nella testa davanti a quella proposta dissimulata in quel modo poco convincente ma al quale volle credere; ormai era sempre in fissa con una nuova crush ed era fin troppo appassionato di drama coreani per non vedere sottintesi in qualunque affermazione di quel tipo, sarà sicuramente per quello, si convinse. Guardò velocemente l’orologio notando come effettivamente fosse quasi l’ora di pranzo, dunque decise di accettare: avere compagnia gli piaceva sempre molto, soprattutto durante i pasti, dunque si alzò per recuperare la giacca.
    « Lasci che sia io a offrire, almeno stavolta. La prossima invece starà a lei, che ne dice? » le sorrise affiancandola, pronto a indicarle di precederlo fuori dall’ufficio e quindi verso la loro prossima destinazione: il pranzo insieme!

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  2. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    « Ma l'importante è essercene accorti, così almeno potremo agire di conseguenza. Meglio averlo scoperto ora che non averlo scoperto affatto, dico bene? » gli disse Aozaki-san sorridendogli, e lui non poté che sorridergli di rimando annuendo: aveva ragione da vendere, e nonostante la situazione era anche estremamente positiva ed energica; che bella persona era Aozaki-san?! Qualcuno che, se le premesse tenevano fede alla reale persona che era, chiunque vorrebbe al proprio fianco, o almeno lui di certo. Socievole com’era, Atsushi desiderò parlarle ancora, e l’altra sembrava loquace quanto lui già da prima, ma ora che aveva preso al volo l’opportunità di spaziare la loro conversazione ne aveva un’ulteriore nonché piacevole conferma.
    Atsushi mostrò il suo imbarazzo davanti ai complimenti della bella investigatrice, ridacchiando con lei al suo fingersi pensierosa; sorriso che un po’ si incrinò quando espresse il suo desiderio di provare la propria cucina. Non era una richiesta strana - solo molto espansiva per il giapponese medio - e anzi lusingava parecchio l’assistente, il problema era invece il pensare inevitabilmente a perché non cucinasse più, ovviamente, e da lì tutto il pacchetto di pensieri negativi sul suo occhio mancante e cosa comportasse per lui nel quotidiano. Sorrise dunque dispiaciuto alla giovane.
    « Mi piacerebbe davvero cucinare per lei, anzi sarebbe un onore per me, ma… » sospirò facendo spallucce « Sto ancora prendendo dimestichezza con il… Sì, insomma… Vederci con un occhio solo. » si fece coraggio infine, indicando la parte per sé buia del cono visivo.
    « Ho ancora problemi con la percezione della profondità, quindi ho dovuto rinunciare alla cucina per un po’. E ammetto che mi manca molto: adoro cucinare. » aggiunse, ormai a ruota libera, per poi notare solo in quel momento come, con sguardo basso e tono malinconico, avesse monopolizzato la conversazione con sue problematiche, spegnendo inevitabilmente il mood.
    « Ah- chiedo scusa, non volevo annoiarla con questi discorsi deprimenti. Sto comunque lavorando molto su questo, quindi è solo questione di tempo perché io torni a pieno regime. » dissimulò con un sorriso colpevole, notando solo in quel momento come potesse aggiungere effettivamente dell’altro « Se le va, posso cucinare davvero per lei quando riuscirò a farlo. » le propose dunque, sperando di aver almeno recuperato il mood disteso che avevano raggiunto. Doveva forse aggiungere altro? Doveva scusarsi offrendole il pranzo? E se l’avesse presa male?
    Atsushi deglutì attendendo con trepidazione il responso della collega.

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  3. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    « Ah che tesoro, grazie mille! » silenzio. I due si guardarono per un interminabile e silenzioso secondo, lei evidentemente affranta, lui di sasso e pure arrossito: non era abituato, almeno non più, vista la sua lista di crush che non lo notano, men che meno ora che poteva guardare le sue crush con un occhio solo.
    Decidendo di comune e silenzioso accordo di non approfondire quella questione, si concentrarono sul lavoro, analizzando caso su caso: Aozaki-san era una persona davvero analitica e intelligente, che si prendeva il suo tempo per analizzare gli elementi dei vari casi con un certo acume. Ora capiva perché fosse tra gli investigatori senza dubbio (non che prima ne avesse in ogni caso). Atsushi le lasciò la parola più che volentieri con una certa sete di conoscenza, praticamente pendendo dalle sue labbra e assimilando le sue parole, annuendo di tanto in tanto.
    « Questo modo di fare dei nostri colleghi è indubbiamente sospetto, è vero. Non vorrei che, dato il rango del ghoul catturato, abbiano abbassato la guardia? Sarebbe l’errore più stupido da commettere. » commentò Atsushi con una smorfia, pur continuando a scandagliare i file tra i risultati della sua ricerca. Mentre cercava, notò di sottecchi come la ragazza avesse preso un altro macaron e sorrise appena: era contento che il suo dono venisse apprezzato!
    « Le piacciono i macaron? La pasticceria da cui mi rifornisco ha talmente tanti dolcetti carini che ogni giorno sono in seria difficoltà con la scelta di cosa prendere. » ridacchiò con leggerezza, voltandosi verso l’altra con un sorriso sincero « Sono anche buoni, così tanto da sembrare fatti in casa. Ne facevo parecchi, quindi posso affermarlo con convinzione, anche se i miei non erano così buoni. » aggiunse con lieve imbarazzo. Modestia, era tutta modestia, almeno lo sarebbe stato secondo certi suoi colleghi grandi fan delle sue creazioni. Un vero peccato aver rinunciato alla cucina, anche se solo per il momento.
    Ma tempo al tempo. Sarebbe presto tornato in carreggiata!

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  4. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    Contento di essere in qualche modo riuscito a offrire alla fanciulla uno di quei deliziosi macaron, Atsushi era già concentrato a sfogliare nel database elettronico della CCG alla ricerca dei file che Aozaki-san stava cercando. Fu in realtà complicato, la maschera anonima non aiutava troppo proprio perché non era qualcosa di troppo raro da vedere, tuttavia ascoltarla si rivelò estremamente interessante: sembrava davvero molto competente e informata, Atsushi non poté che assimilare tutte le informazioni datele annuendo di tanto in tanto, evidentemente preso; fece un cenno di diniego solo quando gli venne chiesto se fosse stato lui ad archiviare dati simili.
    « Purtroppo no, per questo ci sto mettendo più del solito a trovare qualcosa di calzante. » ammise mentre comunque non smetteva di scorrere velocemente voce per voce di ogni scheda trovata con i risultati dei filtri di ricerca; decise poi di ascoltare la direttiva dell’investigatrice e togliere la restrizione della data. Trovò il file di un ghoul già catturato, evidentemente quello a cui alludeva Aozaki stessa, e decise di darvi una rapida scorsa in cerca di qualche dettaglio che potesse aiutarli. E lì lesse come quello stesso ghoul avesse ucciso un loro collega e ferito proprio Aozaki Setsuna; poteva essere omonimia ma non vi credette affatto: essere la persona ferita da quello specifico ghoul spiegava troppe, troppe cose.
    Con l’espressione mortificata che, come quella sorpresa di un attimo prima, durò pochissimo, chiuse la scheda: non avrebbe fatto domande al riguardo, né avrebbe sottolineato nulla, semplicemente avrebbe continuato a cercare con in mente i particolari degni di nota che aveva letto in quella scheda.
    « Ho trovato qualcosa che può aiutarla. Li ho mandati in stampa così può anche conservare il cartaceo. » la informò serio, allungandosi a prendere diversi fogli lasciati cadere velocemente dalla stampante sull’apposito vassoio, porgendoli alla signorina per poi leggerglieli direttamente dal pc.
    « Il primo file è di un avvistamento di due mesi fa. Un koukaku di rango C avvistato a Taito. Era intento a inseguire una ragazzina di sedici anni quando Toji della squadra Delta ha ingaggiato un combattimento con lui. E’ riuscito a ferirlo ma il ghoul è scappato, almeno la ragazzina è salva. » si prese qualche momento di palese riflessione « A parte la differenza di rango, non so quanto possa essere comunque una buona pista. » sospirò, passando poi al secondo file.
    « Il secondo parla di un bikaku rango B per Shinjuku con una maschera nera che se ne andava a zonzo per la via tre giorni fa, ha visto due bambine di otto anni e ha provato ad attaccarle. Fortunatamente è stato talmente incauto da farlo nel pomeriggio, quindi le piccole sono potute scappare mentre le urla hanno allertato gli agenti nella zona, altrimenti… Cielo, che cosa spregevole, prendersela con delle bambine. » quasi ringhiò per quant’era disgustato e arrabbiato dal fatto. Scosse la testa prima di riprendere « Comunque, è stato catturato e interrogato, e ha parlato di suoi… “Compari”, li ha chiamati. Questo è molto sospetto e da allora so che stanno già indagando. Potrebbe allacciarsi a quel che cerca. » la guardò un momento prima di riprendere a leggere una nuova scheda. Quella mattinata almeno poteva essere considerata più avvincente del semplice rimettere in ordine le scartoffie dei colleghi!

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  5. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    La comodità di abitare negli alloggi della CCG? Il non bagnarsi per andare sul luogo di lavoro. Ma cos’è la vita senza rischio? Ed ecco quel marcantonio di Sakamoto Atsushi uscire comunque dallo stabile per andare a comprare qualcosa da offrire ai colleghi che avrebbe incontrato quel giorno. Quel giorno il dono sarebbero stati dei macaron carinissimi di diversi colori, morbidi e fragranti ma non troppo dolci.

    « Sakamoto ascoltami- »
    « Buongiorno anche a te, prendi un macaron! » sorrise Atsushi prendendo il cestino che aveva poggiato sulla sua scrivania e averlo piazzato praticamente sotto al naso del collega con l’innocenza di un bambino contento. Il collega sembrava risentito, ma dopo aver fatto guizzare gli occhi dal collega ai dolcetti colorati un paio di volte cedette alla tentazione, ringraziando con un che di sconfitta nel tono. Sconfitta che venne certamente notata dal più alto e volutamente ignorata mentre riposava il cestino, soddisfatto.
    « Cosa dovevi dirmi? Serve un altro aiuto a riordinare i faldoni delle inchieste? » chiese dunque Atsushi gioviale e l’altro scosse il capo mentre mandava giù il boccone preso pochi attimi prima.
    « No, stavolta devi fare qualcosa di più serio. » preannunciò, e subito l’altro abbandonò il sorriso spensierato per concentrarsi « Conosci Aozaki Setsuna-san? E’ un’investigatrice della Squadra Sigma. » chiarì quando vide la perplessità sul volto del collega.
    « Comunque, sta venendo qui per controllare i dossier su quel ghoul con la maschera anonima che è stato registrato recentemente, le devi dare una mano. »
    Atsushi semplicemente annuì pensoso: no, non aveva idea di quale ghoul stesse parlando il collega visto che non si era occupato lui di compilarne i dati, ma avrebbe comunque fatto del suo meglio; d’altronde aveva insistito così tanto per poter continuare a lavorare nella CCG, sarebbe stato davvero stupido se si fosse tirato indietro, no?
    Ormai si era abituato al suo nuovo lavoro, ben più noioso di quello sul campo ma altrettanto importante: i suoi nuovi avversari erano gli appunti lacunosi con calligrafie tremende, la sua nuova quinque era il computer dove batteva i dati presi dai colleghi, e la sua nuova abilità non era quella di sguainare uno spadone a due mani con facilità ma aiutare gli investigatori nelle indagini da lontano. Un po’ un downgrade, se vogliamo, ma Atsushi preferiva non soffermarcisi: era decisamente stanco di soffrire.
    « Salve! Sakamoto-san, giusto? » disse una voce femminile cordiale che staccò subito l’occhio dell’uomo dallo schermo del pc per portarlo di fronte a sé, facendogli incontrare una donna in realtà giovane, dalle spalle ampie, il viso appena tondo e il bel sorriso. Era… Carina, sembrava una persona simpatica alla quale avrebbe sorriso immediatamente dopo, alzandosi addirittura dalla scrivania per farle un rapido inchino mentre lei si presentava.
    « Oh, salve Aozaki-san! Mi dispiace per non essere venuto io da lei, purtroppo ho saputo del nostro impegno solo… » portò l’occhio all’orologio da parete e di nuovo su di lei « Una decina di minuti fa. » ammise con un sorriso, per poi ridacchiare e osservarla dargli del tu, prendere una sedia e stravaccarcisi, di tutto.
    "Oh." pensò il bisteccone in piedi, scrollando mentalmente le spalle: erano rare le persone così tranquille e affatto attaccate all’etichetta, ma chi era lui per giudicare? Così si accomodò senza perdere il sorriso.
    « Nessun disturbo, dico davvero. Anzi chiedo scusa per il mio comportamento, che ne dice se mi faccio perdonare? » disse allungandole poi il cestino con i macaron grandi e colorati deliziosamente divisi ognuno dalla sua piccola confezione di carta che fungeva anche da tovagliolo.
    « Ne prenda uno o quanti ne desidera. » le disse in tono morbido lasciando il cestino e guardando poi al monitor del pc nel database, decidendo di filtrare i risultati per ordine di ultima modifica.
    « Cosa sa di questo ghoul? » chiese quasi ingenuamente, un po’ per parlare, un po’ per carpire quante più informazioni in modo da trovare subito quale fosse la scheda che faceva al caso loro.

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  6. .
    Nickname: Ninechka
    PG Censiti:
    CODICE
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6159363]Kohaku Kirishima[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6162271]Nikolay Arsenovich Khabarov[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6174468]Risa Hasegawa[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6187068]Atsushi Sakamoto[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6207827]Wan Li[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6209945]Takuto Arakawa[/URL]

    PG da archiviare: Per ora nessuno
    PV da confermare: ///
    Controllato i topic? Tutto a posto hehe
  7. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    Come già detto in precedenza, Atsushi non aveva avuto chissà quali interazioni con l’investigatore Son prima di quell’incontro, semplicemente qualche sporadico “buongiorno” quando si incrociavano per i corridoi, e non era neanche facile che accadesse; quindi, quel che aveva su di lui erano racconti, racconti di come fosse una persona forte, che va dritta al punto, forse un po’ fredda. Ma davanti alla fin troppo palese sorpresa del coreano nel ritrovarsi un muffin tra le mani, Atsushi combatté per tenere per sé una risata: sì, Son Yun-ho era una persona forte, determinata, che va dritta al punto, che non risparmia le critiche nel caso ce ne siano, ma era anche una persona davvero gentile, e già il fatto che l’avesse aiutato con la mira la diceva lunga. Ma comunque Atsushi fu davvero molto contento di vedere il suo dono aver fatto breccia in quella facciata austera: voleva dire che era stato realmente gradito, no?
    « Grazie a lei. » scosse brevemente il capo Atsushi con ancora il sorriso sulle labbra, che andò a trasformarsi in un’espressione più neutrale man mano che ascoltava il teneramente goffo tentativo di Yun-ho di tornare sull’argomento principale; l’altro non lo fermò, non c’era bisogno di infierire nel suo evidente imbarazzo, anzi sarebbe risultato qualcosa di sgradevole e non lo voleva assolutamente.
    « Certamente, lo farò. Mi sto allenando tanto sulla percezione della profondità e sto reimparando a fare tutto anche senza un occhio, pian piano riuscirò a tornare a sparare decentemente, anche solo per difesa. » annuì ancora, rincuorato: Yun-ho aveva ragione nel dirgli quanto non fosse facile tornare a combattere, d’altronde ci volevano ottimi riflessi, e non avendo parte del campo visivo solito era ancora più difficile… Ma dopo quella sessione, sentiva di poter migliorare davvero la sua mira, pian piano e con tanta costanza, ma finalmente sentiva la cosa come possibile.
    « Oh, la ringrazio molto, ma non voglio disturbarla oltre. » sorrise appena in imbarazzo, dunque prese le cuffie isolanti tra le mani e gli sorrise ancora « Possiamo sparare insieme, però. Anche nei prossimi giorni, se le va. » gli propose con la fanciullezza sul volto: qualche smaliziato avrebbe potuto accusarlo di avergli proposto un appuntamento… Ma no, Atsushi intendeva davvero il puro e semplice continuare a esercitarsi insieme, una compagnia non invasiva ma quel tanto che bastava perché non si sentissero soli; non che questo fosse un ostacolo per Yun-ho, che per quanto ne sapeva Atsushi era sempre solo, ma per sé stesso avere compagnia era un gran bell’incentivo a continuare. E magari così avrebbe potuto trovare il modo di sdebitarsi, un muffin non bastava di certo!

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  8. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    « Piuttosto, cosa ne pensa lei? » dritto al punto, l’investigatore Son non si smentiva mai; non che fosse un problema, d’altro canto. Cosa ne pensava lui oltre al fatto che fosse strano? Bella domanda. Atsushi si voltò nuovamente verso il bersaglio, esaminandolo come se le risposte fossero tutte scritte lì.
    « Ho mirato alla testa, ma non ho la mano ferma, essendo che tengo la pistola in modo sbagliato. » gli descrisse seguendo le sue domande, voltandosi nuovamente verso di lui e annuendo alla sua proposta di cambiare posizione.
    « Proverò senz’altro, grazie mille per tutto l’aiuto. » gli sorrise dunque con un cenno del capo: era senz’altro più fiducioso adesso che aveva un’alternativa, un modo di pensare differente che poteva senz’altro aiutarlo anche in tutte le altre faccende come il cucinare, ad esempio! E a proposito di cucinare, si ricordò del cesto che aveva lì con sé, ne prese un muffin e lo consegnò al coreano.
    « Per lei. E’ un muffin con marmellata di frutti di bosco, spero le piaccia. » gli presentò « Purtroppo non è fatto in casa, non riesco ancora a destreggiarmi con la cucina come prima, ma posso assicurarle che è fatto con ingredienti ottimi. » annuì soddisfatto, come se andasse fiero di quel dolcetto.
    « Se ne vuole altri basta chiedere, anche perché devo sdebitarmi per il grande aiuto che mi sta dando. E’ davvero molto gentile da parte sua. » aggiunse poi con un velo d’imbarazzo, ma non intendeva rimangiarsi le parole o che: era davvero convinto di quel che aveva detto, e ne era sinceramente contento e lusingato.

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  9. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    L’investigatore Son continuò a tener fede alla sua nomea, e con tutta la serietà del mondo non si perse in eventuali derisioni o rimproveri, piuttosto portò gli occhi alla sagoma pensoso, e Atsushi non disse nulla per non disturbarlo: d’altronde gli stava già facendo un favorone, di certo non si sarebbe messo a farci comunella disturbandolo, o peggio indispettendolo.
    Il coreano non ci fece attendere, chiedendogli di sparare ancora ma invitandolo a cambiare posizione con consigli ben mirati e senza tremolii nella voce quando accennò di provare a fare come se stesse chiudendo l’occhio; molti, praticamente tutti, avrebbero evitato di farne menzione, e Atsushi si sentiva ancora più in difetto di loro quando lo notava… Almeno Yun-ho e il suo essere così diretto gli aveva risparmiato un tale strazio.
    « Certo. » annuì dunque, e si voltò nuovamente verso la sagoma mettendosi automaticamente in posizione; lì si concentrò nell’immaginarsi di star semplicemente chiudendo l’occhio ora mancante, come gli aveva detto Yun-ho, portando quindi la pistola più a sinistra rispetto al normale, mirando nuovamente alla testa della sagoma.
    Un bel respiro, concentrazione, fuoco.
    Quattro colpi vennero sparati, creando fori rispettivamente nell’avambraccio sinistro, nel fianco, all’orecchio sinistro e l’ultimo proiettile sfiorò a malapena il lato destro del collo della figura. Senz’altro un miglioramento, un po’ tremolante ma un miglioramento.
    « Usare una posizione sbilanciata rispetto al solito è… Strano, ma forse si tratta solo di doverci fare l’abitudine. Cosa ne pensa? » gli chiese dunque, voltandosi a guardarlo. Che ci fosse realmente una speranza per lui? Senz’altro però l’apporto di Yun-ho avrebbe cambiato qualcosa, se lo sentiva, d’altronde le capacità del collega erano conosciute anche da lui.

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  10. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    « Concentrati. »
    Atsushi sobbalzò sentendo la voce alle sue spalle, non avendo udito altri rumori a parte quello, e quando si voltò di scatto vide proprio l’investigatore Son Yun-ho. Non aveva opinioni su di lui: una persona seria e diligente che lavorava con serietà; molti lo giudicavano troppo duro, altri noioso, altri ancora semplicemente pensavano ai fatti propri. Atsushi semplicemente salutava tutti e basta.
    « Investigatore Son- » lo chiamò sorpreso, posando la pistola con sicura inserita per togliersi cuffie e occhiali, pronto a scusarsi per averlo disturbato, ma il coreano parlò ancora: gli dette indicazioni per sparare ancora, per “mostrargli il margine d’errore”. Voleva aiutarlo? Davvero? Il volto di Atsushi era animato dalla sorpresa in quel momento: non se l’aspettava, men che meno da una persona così riservata come Son Yun-ho.
    « Oh, sì, subito. » annuì brevemente recuperando una postura dritta da soldato, e si voltò a posare occhiali e cuffie per prendere la pistola: voleva assicurarsi di sentire cosa l’investigatore Son avesse da dirgli, per questo preferì non usare protezioni, per quanto sicure.
    « Forse è meglio se prima… » disse ancora l’altro, e quando Atsushi si voltò lo vide porgergli un fazzoletto. Non capì all’inizio, ma l’attimo dopo sì: stava piangendo fino a poco prima, che imbarazzo, che scena pietosa.
    « Sì… Ha ragione, chiedo scusa per lo spettacolo indecoroso. » sospirò accettando il fazzoletto per asciugarsi l’occhio e la metà del viso bagnata. Era proprio morbido quel fazzoletto, e solo dopo notò che vi era ricamato qualcosa… No, non poteva restituirglielo da sporco.
    « Glielo rendo una volta lavato a dovere, grazie mille e chiedo ancora scusa. » e dopo un inchino e aver messo da parte il fazzoletto, riprese la pistola togliendone la sicura, si mise in posizione, un bel respiro, e sparò un colpo prendendo la mano alla loro destra della sagoma.
    « Miravo alla testa… » commentò mogio, sconsolato, sospirando poi. L’aver perso l’occhio destro aveva finito col fargli perdere totalmente la mira, e ogni giorno vedeva il giorno nel quale l’avrebbe recuperata sempre più utopistico.

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  11. .
    Atsushi Sakamoto
    AsJ5sj1
    « Buongiorno! » salutò un gioviale Atsushi con un bel sorriso una volta arrivato alla reception del poligono di tiro della CCG, una piccola scatola di cartone nella mano.
    « Oh Atsushi! Buongiorno a te. » ricambiò l’altro, pronto a scoprire cosa gli aveva portato il più alto stavolta.
    « Tieni, un muffin con marmellata ai frutti rossi. Spero ti piaccia. »
    « Ooh grazie! Ma sai che effettivamente avevo un buco allo stomaco? Ci voleva proprio. » ringraziò l’altro prendendo il dolcetto incartato e cominciando ad armeggiare per toglierlo dal sacchetto.
    « Senti… C’è una postazione libera? » chiese Atsushi con lieve difficoltà, e l’altro si fermò, alzando lo sguardo verso di lui. Quella preoccupazione sul viso fu fin troppo lampante perché Atsushi non la vedesse, sebbene l’altro fece successivamente in modo di nasconderla… Ma era troppo tardi.
    « Sì certo, sono tutte libere, c’è solo l’investigatore Son. » gli rispose dunque, Atsushi sorrise forzatamente, ringraziò e si diresse verso le postazioni del poligono di tiro. L’uomo alla reception sospirò: sapeva già cosa stava per accadere. E anche Atsushi stesso in realtà.
    La percezione della profondità di Atsushi era ancora un problema, stava cominciando ad andare meglio con le distanze ravvicinate nonostante l’istinto a mettere sempre una mano avanti a sé con discrezione per evitare di dare testate a praticamente tutto, ma con la visione da lontano… No, proprio non riusciva a migliorare. Aveva un’ottima mira prima, ora invece era un pericolo pubblico… Per fortuna al poligono di tiro poteva stare tranquillo di non ammazzare nessuno, a parte la propria psiche: vedere quanto i suoi risultati fossero negativi marcava di netto quanto fosse un peso per la CCG, quanto il suo migliorare fosse un timido accenno, ma soprattutto quanto il suo ritorno sul campo fosse solo un desiderio estremamente lontano.
    Ogni volta faceva sempre più male, ma d’altro canto non poteva neanche smettere di provarci o non avrebbe mai più risolto il suo problema. Insomma, un po’ un circolo vizioso distruttivo che riusciva a demoralizzare anche un inguaribile positivo come Atsushi Sakamoto.
    « Buongiorno! » salutò con un sorriso teso mentre oltrepassava la postazione occupata dall’investigatore Son, dunque si posizionò a quella di fianco alla sua, posò il vassoietto al lato del piccolo banchetto, prese e inforcò gli occhiali protettivi, quindi le cuffie isolanti, e con le mani tremanti caricò la pistola con quei gesti meccanici di chi li sa a memoria, ma rallentati dalla pressione che sentiva sulle spalle; quindi si mise in posizione, guardò dalla canna della pistola verso la testa del bersaglio, e sparò.
    Mancò il bersaglio.
    Sparò di nuovo.
    Mancato di nuovo.
    Una terza volta, strizzando l’occhio e mirando a qualcosa di più grande come il petto.
    Prese a malapena la mano sinistra.
    « Maledizione! » si lasciò sfuggire insieme alle lacrime, e se senza lacrime aveva beccato di striscio una mano della sagoma, con le lacrime di mezzo andò completamente a vuoto.
    Sapeva che non sarebbe dovuto andare lì, e lo sapeva anche il collega alla reception.

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  12. .
    CITAZIONE (alyë @ 26/4/2022, 11:59) 
    Aggiornato!

    CITAZIONE (Ninechka @ 26/4/2022, 10:23) 
    - nel Compendium, alla voce "Popolazione", Takuto Arakawa è segnato come Umano e non Investigatore nonostante lavori per la CCG (non so se è un errore o meno, nel dubbio lo segnalo);
    - per lo stesso motivo segnalo anche che la scheda di Takuto è nella sezione "Humans" anziché "Investigators" (chiaro che se risulta tra gli umani per una lista, risulterà negli umani anche in questa divisione, ma di nuovo: nel dubbio segnalo AHAHAH)

    Takuko viene segnato come Umano e non CCG (come tutti gli altri PG dipendenti della suddetta che non siano agenti), perché non è un Investigatore o un Assistente (umani "speciali") quindi, appunto, solo un umano (non avendo accesso alle stesse funzioni degli Investigatori). Quindi no, non è un errore! ^^b

    Perfetto, grazie per la spiegazione e chiedo scusa per la perdita di tempo AHAHAHAH
  13. .
    Nickname: Ninechka
    PG Censiti:
    CODICE
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6159363]Kohaku Kirishima[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6162271]Nikolay Arsenovich Khabarov[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6174468]Risa Hasegawa[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6187068]Atsushi Sakamoto[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6207827]Wan Li[/URL]
    [URL=https://tokyomemoir-gdr.blogfree.net/?t=6209945]Takuto Arakawa[/URL]

    PG da archiviare: ///
    PV da confermare: ///
    Controllato i topic? Yas e ho da segnalare che:
    - nel Compendium, alla voce "Popolazione", Takuto Arakawa è segnato come Umano e non Investigatore nonostante lavori per la CCG (non so se è un errore o meno, nel dubbio lo segnalo);
    - per lo stesso motivo segnalo anche che la scheda di Takuto è nella sezione "Humans" anziché "Investigators" (chiaro che se risulta tra gli umani per una lista, risulterà negli umani anche in questa divisione, ma di nuovo: nel dubbio segnalo AHAHAH)
  14. .
    KOHAKU KIRISHIMA
    Gw5RLRN
    Lazar era una bellissima statua fredda e composta davanti a lei, le braccia incrociate e l’espressione dura e bellissima, gli occhi dal colore bellissimo e magnetico a conferire maggiore freddezza al volto del russo… Per carità, vista la (giustissima) reazione precedente non si aspettava una filastrocca da recitare con i mignoli incrociati sul tavolo imprecando contro un certo diavoletto che li aveva fatti litigare, ma… Niente? Non era vacillato neanche un pochino? Macché, anzi probabilmente l’aveva pure indispettito di più visto come si era alzato e aveva preso la propria lattina ancora vuota, accompagnando il tutto con l’ennesimo rimprovero; senza nessuna idea di cosa fare se non quella di insistere, anche Kohaku si mise presto in piedi e si mise tra il russo e la porta.
    “…ma Lazar era così alto e imponente anche prima?” si chiese guardandolo dalla sua differenza di altezza… Domanda stupida, ma il porsi di Lazar non più in maniera amichevole e gentile sembrava avergli inspessito pure le spalle, oltre che i tratti del viso. In poche parole: sapeva come risultare minaccioso, e Kohaku non avrebbe mai potuto immaginarne il motivo; soprattutto perché nel mentre lo osservava, anziché provare un fiume di emozioni negative, sentiva un che di eccitazione latente risalirle la colonna vertebrale con un brivido: così imponente, anche impositivo… Nessuno si era mai comportato con un polso così fermo con lei (anche perché non ha mai dato motivo ad altri di farlo). Kohaku schiava del patriarcato? Non proprio. Sottona per Lazar Khabarov? Assolutamente sì.
    « Infatti chi è stata spregevole sono io, e rimedierò. Ti dimostrerò quanto realmente ci tengo a mantenere i contatti con te e quanto vorrei ricominciare da capo. » gli rispose con tutto il coraggio che aveva in corpo, stavolta senza scappare dagli occhi affilati del russo « Per favore, ascolta la radio domani, non ti chiedo altro. » incalzò facendo addirittura un piccolo passo verso di lui. La sua intenzione era quella di non lasciarlo andare senza un “sì”, ma sinceramente neanche ci sperava nel suo ottenimento. Semplicemente stette lì, a dividere il bel Lazar dalla porta, col cuore a batterle fortissimo e l’acidità di stomaco a farsi sentire: succedeva sempre così quando si agitava troppo, e quella volta non avrebbe di certo fatto eccezione.

    « Parlato » - "Pensato"
    Credits img @oyama_yuri
    HUMAN
    You make me dream of bliss
  15. .
    KOHAKU KIRISHIMA
    Gw5RLRN
    Lazar fu di parola e ritornò nella saletta, chiudendone la porta di scatto e posando sul tavolo… Due lattine, una di caffè e una di tè alla pesca, quest’ultima in sua direzione: le aveva preso da bere nonostante tutto…?
    « Non credere che questo sia un buon segno, ho bisogno che tu sia viva per ucciderti. » l’ammonì immediatamente il russo prendendo poi posto di fronte a lei, manco le avesse letto nel pensiero. La ragazza si allungò a prendere la lattina con entrambe le mani, lentamente, come se l’altro fosse pronto a darle bacchettate sulle mani.
    « Grazie lo stesso. » borbottò con fatica, e la stappò con altrettanta fatica: magicamente la poca forza nelle braccia l’aveva abbandonata, ma comunque prese un sorso della bevanda nella speranza di sciogliere il nodo in gola, e sospirò una volta posata la lattina sul tavolo, entrambe le mani ancora avvolte attorno ad essa e le braccia distese.
    « Senti, io… Non voglio giustificarmi. Sarebbe ipocrita, so di avere sbagliato, ho fatto qualcosa di orribile, ma vorrei parlarti del perché, per quanto comunque non mi giustifichi. » cominciò ad intavolare un che di discorso con voce incerta, lo sguardo che faceva fatica a posarsi sul bel volto ora freddo e duro nei suoi confronti, ma provò a sforzarsi.
    « Non volevo prendermi gioco di te, non sono una persona meschina, non ho mai fatto niente del genere. Mi travesto da maschio al lavoro perché aiuto mia zia saltuariamente. E’ la proprietaria del centro estetico, ma io sono una idol piuttosto famosa, non posso assolutamente farmi riconoscere, quindi ho cominciato a prendere quest’abitudine. Non mi diverte, non ho strane perversioni o che altro, lo faccio per avere pace e tranquillità, anche perché mi permette di uscire senza il terrore di incontrare qualche fan; non che mi dispiaccia, ma non posso farmi vedere in compagnia di ragazzi proprio perché si pensa immediatamente al flirt, ed è un danno alla mia immagine in questa società di repressi-- » cominciò a parlare a ruota libera infervorandosi, ma non appena se ne accorse prese un breve sospiro « Sto divagando, scusami. » mise un punto risistemandosi sulla seduta.
    « Insomma, tornando al punto: mi travesto perché non ho altro modo per stare tranquilla, ed essendomi presa una cotta per te immediatamente non sono riuscita a dirti la verità, o anche solo a declinare la tua proposta. » un altro sospiro abbandonò le sue labbra, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio « Sono stata un’egoista bella e buona, lo so, e mi dispiace veramente tanto. Volevo avere l’opportunità di vederti, passare del tempo con te, non volevo prenderti in giro o giocare con te ma la paura di un tuo disinteresse totale nei miei confronti una volta svelata la verità mi ha fatta tacere. Cosa che mi ha portata a comportarmi male con te, quindi qualcosa di ben peggiore. Non ci avevo minimamente pensato lì per lì, appunto sono stata egoista, e di nuovo ti chiedo scusa, non avrei dovuto in nessun caso. » disse sempre più concitata, e prese un altro piccolo sorso della bevanda fresca.
    « Io… Io non sono questo, Lazar. Non sono una persona così orribile, non lo sono mai stata, ma l’ho fatto, e voglio rimediare. So di non essere minimamente nella posizione di poterti chiedere nulla, ma fammi essere sfacciata. » e detto questo prese il cellulare, guardando velocemente la propria agenda degli impegni: come pensava, l’indomani avrebbe avuto un’intervista in radio. Quale modo migliore dell’esporsi in pubblica piazza come plateale gesto di devozione nei confronti del ragazzo?
    « Domani pomeriggio ho un’intervista in radio. Di solito le domande sono preparate prima in modo che non mi si rivolgano domande scomode, ma stravolgerò il copione e ti chiederò scusa davanti a tutti. Non potrò fare nomi o scendere nei dettagli, ma ammetterò davanti a tutti quanto io mi sia comportata male con te e chiederò il tuo perdono. Questo porterà un sacco di dissensi da parte dei miei fan e dalla mia agenzia, perché l’immagine di “essere angelicato che non sbaglia mai” è la base del mio lavoro, e proprio per questo voglio farlo: voglio farti capire quanto io sia realmente dispiaciuta e quanto intendo realmente rimediare a quel che ho fatto. » scandì riuscendo finalmente a guardarlo dritto negli occhi con determinazione « Mi è davvero piaciuto tanto passare il pomeriggio insieme, e mi piacerebbe tanto non perderti, ma non posso pretendere nulla. Solo… Posso chiederti l’enorme sforzo di darmi questa chance? » chiese dunque, lo stomaco totalmente contratto come tutta sé stessa. E ora c’era solo da aspettare… E sperare con tutto il cuore che l’altro non rifiutasse a priori.

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