Votes given by Yukari

  1. .
    CITAZIONE (Yukari @ 5/11/2023, 17:22) 
    AMICI INVESTIGATORI! Dato che vorrei lanciare Maru in pasto a qualche ghoul o collega e leggo qui sopra che cercate role, che ne dite se facciamo una role di gruppo? Incontro tra Investigatori in vista di un'operazione su vasta scala? Oppure un bello scontro tra Investigatori e ghoul? Per quest'ultima alternativa, vi ricordo che sono sempre disponibile per far picchiare il piccolo Lance.

    Ciaoo, vorrei anche io lanciare in azione il mio primo pg investigatore Hero!! Mi va benissimo qualsiasi cosa decidiate, sono pronto a qualsiasi situazione quindi contatemi. Una role di gruppo potrebbe essere particolarmente intrigante, considerando che il mio personaggio è ancora uno sconosciuto all'interno del mondo degli investigatori. Se avete voglia tuttavia di un combattimento con qualche ghoul non saró io a fermarvi, alla fine sono la cosa che preferisco ihihihi.

    Edited by Hiro._ - 8/11/2023, 13:37
  2. .
    Hero Okumura
    53i7Tiw
    ABOUT
    Hero è un giovane investigatore della CCG con un forte senso di giustizia e un carattere intraprendente. Cresciuto in un piccolo paese rurale, si è legato profondamente alla comunità e ha sviluppato una passione per l'avventura sin da piccolo. Nonostante si sia allontanato dalla sua città natale, ha mantenuto stretti legami con i suoi genitori e la sorella minore, Fumiko. Durante la sua infanzia, ha dimostrato vivacità e una curiosità insaziabile verso il mondo circostante. Hero è riconosciuto per la sua tenace determinazione e il coraggio spensierato, che lo hanno spinto a diventare un investigatore di secondo grado presso la CCG. Nonostante la sua audacia, è anche dotato di una sensibilità interiore che gli consente di afferrare le complessità della vita e i dilemmi morali presenti nel mondo degli investigatori e dei ghoul.

    CCG
    19 Y.O
    Secondo Grado
    Single
    Quinque: Nyx

    TITOLO ROLE
    GG/MM/AAAA @where - with WHO
    (Descrizione role opzionale)

    TITOLO ROLE
    GG/MM/AAAA @where - with WHO
    (Descrizione role opzionale)

    TITOLO ROLE
    GG/MM/AAAA @where - with WHO
    (Descrizione role opzionale)

    TITOLO ROLE
    GG/MM/AAAA @where - with WHO
    (Descrizione role opzionale)

    CERCASI
    dorothea
    Hero è desideroso di stringere nuove amicizie nel mondo degli investigatori. La tensione costante a causa dei pericoli dei ghoul ha reso l'atmosfera un po' cupa e vorrebbe contribuire a tirare su il morale di tutti. Sarebbe fantastico condividere giornate di addestramento, esplorare le strade di Tokyo o anche affrontare sfide insieme. Se qualcuno è interessato a condividere queste esperienze o ad unirsi a lui nelle sue avventure, Hero sarebbe più che felice di accoglierli a braccia aperte!

    CERCASI
    the great war
    Hero è anche entusiasta all'idea di partecipare ad investigazioni di gruppo o combattere contro i ghoul. Vorrebbe avere la possibilità di confrontarsi con qualcuno dell'altra specie per cercare di capire la loro prospettiva e, di conseguenza, approfondire la sua comprensione del problema. In questo modo spera di trovare modi per superare le differenze e cercare un equilibrio pacifico. Se qualcuno condivide questa visione, egli sarebbe più che felice di accoglierlo nel suo percorso di comprensione e cooperazione.

    CERCASI
    fearless
    Hero è determinato a diventare la figura più forte all'interno della CCG non in termini di grado, ma di pura forza. Sarebbe entusiasta di affrontare qualsiasi persona o situazione che possa aiutarlo a realizzare il suo obiettivo di diventare l'eroe della CCG. È pieno di determinazione e non esita a sfidare chiunque, anche se la sconfitta fa parte del processo di apprendimento e di miglioramento personale.
    NOME PG
    TESTO DESCRITTIVO DEL RAPPORTO QUI

    NOME PG
    TESTO DESCRITTIVO DEL RAPPORTO QUI

    NOME PG
    TESTO DESCRITTIVO DEL RAPPORTO QUI


  3. .
    Ciao a tutti! Volevo ringraziarvi di cuore per il benvenuto.
    Sono super entusiasta di iniziare questa avventura insieme a voi! Ho dato un'occhiata alle vostre schede personaggio e sono davvero impressionato, avete creato dei personaggi fantastici! Un ringraziamento speciale ad Alye per avermi aiutato a risolvere un dubbio sulla scheda personaggio, e scusate se ho mentito su quell'esperienza londinese, Yu, non volevo sembrare depresso!
    Ah, un piccolo ritardo, ma auguri ancora a Ryuko per il compleanno di febbraio! hahahah
    E Anna, tieniti pronta perché porterò una ventata di aria fresca, ma solo se mi aiuterai! Non vedo l'ora di ruolare insieme :D
  4. .
    Chihiro Fujioka
    deEUQ9d
    La reazione di Lancelot alla sua richiesta fu immediata. Le labbra schiuse da un’esclamazione che non era riuscito a trattenere, l’espressione del suo volto che mutava in ogni istante che passava, una tela di diversificate emozioni che Chihiro poté ammirare. Sorpresa, panico, sgomento. Quelle erano solo alcune delle tante emozioni che Chihiro poté distinguere sul volto dell’altro, il quale scattò poco dopo in piedi iniziando a camminare e gesticolare con frenesia per l’ufficio, come se, nel panico che stava provando, stesse cercando le parole giuste da lanciargli contro.
    Chihiro deglutì, seguendolo con lo sguardo argenteo, le parole che seguirono in quella lingua che non conosceva benissimo ma di cui aveva imparato le basi, gli scivolarono addosso, il cui significato era chiaro e lampante nonostante il divario linguistico tra loro due. E quando prese a parlare nella lingua comune, lo scrittore stette in silenzio ad ascoltarlo, senza fiatare o fare qualunque altro movimento.
    La sua predica era una che, in realtà, si era aspettato quando aveva pronunciato quella sua cocente domanda. Nessuno sano di mente, dopotutto, avrebbe acconsentito facilmente ad una proposta del genere, idiotica e sconsiderata, vedendo che a repentaglio non ci sarebbe stato solo lui ma anche le persone a cui aveva chiesto aiuto p che lo avrebbero aiutato. In special modo se qualcosa sarebbe andato irreparabilmente storto (anche se, dal punto di vista di Chihiro, già storto qualcosa era andato poiché in pericolo c’era qualcun altro. Tutto andava bene, dunque, se l’unico a rischiare fosse stato proprio lui stesso).
    Tra l’altro, bastava osservarlo per appurare che Lancelot sembrasse essere ad un passo dall’avere una crisi isterica, lacrime di frustrazione gli contornavano gli angoli degli occhi, la voce che si stava ad ogni parola spezzando sempre di più, i tremori delle sue spalle. Dettagli lampanti che, dunque, erano evidenti anche dalla sua posizione un po’ più distante. Gli aveva chiesto troppo e questa volta lo aveva veramente ferito, era ciò di cui si rese presto conto lui. Vederlo così lo faceva… sentire in colpa. Una reazione che spesso nemmeno sentiva o percepiva veramente verso il prossimo. Un’emozione rara.
    Tutto d’un tratto il ragazzo si fermò, le spalle tremanti girate contro di lui come a prendere un respiro per schiarire un attimo la mente, le parole che non sembravano più avere un filo. E lo sguardo che gli lanciò poi lo trafisse, e Chihiro schiuse le labbra che non si era accorto aveva assottigliato. Abbassò per un attimo lo sguardo argenteo, chiuse gli occhi e prese un respiro. Lo risollevò poi pochi istanti dopo, con apparente calma nel mentre osservava le lacrime che scendevano sulle guance del ragazzo. Era raro che qualcosa, o qualcuno, lo toccasse nel profondo, che lo facesse reagire in qualunque modo a lui estraneo.
    E Lancelot si mosse di nuovo, senza dargli tempo di muovere un altro muscolo, questa volta raggiungendolo con qualche ampia falcata per poi puntargli un dito accusatorio contro prima di parlare nuovamente, ritrovato il senso della sua sfuriata nei suoi confronti. E Chihiro lo lasciò sfogare, sempre in silenzio nel mentre ascoltava quelle parole che gli fu subito chiaro il ragazzo si era tenuto dentro per chissà quanto tempo e che mai aveva esternato veramente. Fino a quel momento, fino a quanto lui aveva premuto troppo. Perché quello era quello che succedeva sempre, spingeva troppo dei punti dolenti e poi si sorprendeva del risultato che otteneva.
    L’impeto, la fiamma con cui Lancelot aveva inizialmente fondato il suo discorso si stava affievolendo, e facendo ricadere le braccia ai lati del suo corpo, il ghoul a stento era riuscito a finire quello che voleva dirgli, la voce ancora rotta, gli occhi ora piene di lacrime che non sembravano voler smettere di scendere nemmeno quando era andato ad provare ad asciugarle con la manica della sua maglia.
    Chihiro lo aveva lasciato parlare fino alla fine, senza mai interromperlo. Era il minimo, dopotutto, che poteva fare, considerando quanto il ragazzo si fosse appena aperto con lui. E non appena quell’ultima parola era stata pronunciata, quel sonoro e categorico “no”, decise che non avrebbe più insistito, considerando quando a nudo si fosse messo di fronte a lui, cosa che in pochi avrebbero fatto. Fosse stato Minoru, lo avrebbe preso a schiaffi come era giusto fosse pur di fargli capire stesse sbagliando e quanto egoistiche le sue parole fossero state. A quel pensiero, si portò una mano al petto, un dolore che non sapeva come descrivere si stava facendo sempre più sentire.
    «Tu non ti devi scusare di niente, Lance-kun, tanto meno della tua natura. Sono io che ti devo delle scuse» disse dopo qualche attimo Chihiro, la voce roca dalla gola ora secca, un nodo che si era formato nella sua gola mano a mano che l’altro aveva detto la propria, lo sguardo sicuro ma allo stesso tempo malinconico che era andato a cercare quello dorato do Lancelot. E forse quelle non erano le parole giuste da dire, ma era quello che si sentiva di dover ribadire.
    Si alzò dunque in piedi, allungando una mano nella sua direzione con l’intenzione di posarla sulla testa del ragazzo, in modo da andare ad accarezzargli la testa come era solito fare con la sua piccola Azuki, non sapendo bene, però, come poter consolare. Quando le persone piangevano di fronte a lui, non sapeva mai come reagire. Si trovava sempre paralizzato, la mente vuota.
    «Su su, non piangere» disse quindi sottovoce, per poi andare ad allargale le braccia come a chiedergli un abbraccio, come a chiedergli di trovare conforto in lui «e questa non è la soluzione giusta… va bene. Non posso chiederti di più» aggiunse poi, lo sguardo basso, con il pensiero che se quella non era la soluzione giusto, allora doveva trovare altro. Anche se, in quel momento, non voleva vedere Lancelot soffrire e tormentarsi per le sue parole. Bastava sentisse solo lui quella sofferenza per entrambi, le sue colpe da espiare, un peso che si sarebbe portato sulle spalle da solo. Come sempre aveva fatto, perché mai voleva pesare a nessuno e così aveva sempre vissuto, il suo modo di vita leggera.
    HUMAN
    25 Y.O
    WRITER / NOVELIST
    ROBUHO MANAGER
  5. .
    Alexandre R. De Lacroix
    Se solo avesse potuto fare qualcosa... ma cosa? Mentre osservava gli occhi smarriti del proprio riflesso, Alex si rese conto che qualsiasi cosa, qualsiasi idea a cui avrebbe potuto dar forma in quell'istante, non avrebbe apportato alcun beneficio al ghoul, ma sarebbe stato il desiderio egoista di una persona sola. In piedi davanti alla vetrata che dava sul terrazzo si vergognò come poche volte si era vergognato in vita sua e non trovò più nemmeno il coraggio di sostenere il suo stesso sguardo. Chinò il mento con un sospiro stanco e accettò passivamente quella verità.
    Lazar era un ragazzo forte.
    E Alexandre avrebbe voluto stargli accanto, per davvero. Però Alexandre era una di quelle persone che dalle sue responsabilità scappava eccome, l'aveva sempre fatto, fin da quando se n'era andato dalla Francia, non sentiva di avere diritto di sporcare quell'animo coriaceo con la sua inettitudine. Con un fruscio, il drappo della tenda scoprì uno scorcio del balcone e il ricercatore si rese conto che il ghoul lo aveva affiancato. Non se ne era accorto, ma non riusciva a capire se fosse per il suo passo felpato o per la stanchezza che gli impediva di distinguere qualsiasi stralcio di mondo non riguardasse le sue immediate vicinanze.
    Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre, che qualcuno lo prendesse e lo imprimesse sulle pagine di un libro senza più voltare pagina. Ma i "per sempre" erano baggianate delle favole e Lazar doveva andarsene. Voltarla, quella pagina. Ad Alex, ciò che sarebbe successo nelle successive, non importava nemmeno più: voleva sterminare tutta la CCG? Che lo facesse, anche se quello lo avrebbe - presto o tardi - incluso, non gli interessava. Gli interessava solo che stesse bene e se sterminare la CCG lo avesse fatto stare bene era disposto ad accettarlo. Forse quello fu anche il momento in cui la verità su quel sentimento che gli ruggiva nel cuore gli fu più chiara di tutte, ma lo mise a tacere senza nemmeno permettergli di affiorare sul proprio volto.
    Eppure avrebbe davvero voluto fare qualcosa, si disse un'ultima volta, mentre i lampioni che davano sulla strada sotto di loro tornavano a riflettersi nel suo campo visivo. Se non per tenerlo lì, almeno per tenerlo al sicuro. Possibile che non ci fosse niente che... No. Un momento. Per quanto piccola, per quanto insignificante, forse una cosa c'era.
    «Aspetta un secondo.»
    Senza aspettare risposta, Alexandre volò in camera propria: non ebbe bisogno di cercare, sapeva già dov'era ciò che doveva prendere e meno di trenta secondi più tardi fu di ritorno nel salone. Nell'unica mano ancora funzionante stringeva una maschera ghoul dall'aspetto consumato. La tinta nera era sbiadita in alcuni punti e diverse venature dorate facevano intuire che un tempo si fosse trattato di uno scheletro. «Usa questa. È una maschera non registrata qui in Giappone.» mormorò, sorridendo mestamente, e porse l'oggetto al ghoul, sperando lo accettasse. A dire il vero, ormai non aveva più corrispondenze da nessuna parte, ma decise di omettere quel particolare, poiché apriva le porte ad una serie di domande a cui avrebbe fatto volentieri a meno di rispondere. «È una cosa a cui tengo davvero quindi se tu potessi riportarmela te ne sarei grato, ma per il momento usala. E... fa attenzione.»
    Sì, era tutto ciò che poteva fare per lui in quel momento. Si separava a malincuore da quell'oggetto, ma era sicuro che sarebbe stata più utile a Lazar che a lui. Ed era sicuro che Julian, non il gatto, non avesse nulla da ridire, e che - anzi - forse avrebbe compiuto quell'azione per primo.
    Per quanto i suoi propositi di non volerlo lasciare andare via fossero nobili, Alexandre capiva di non poterlo tenere lì per puro egoismo... o timore di non rivederlo. In fondo, Lazar glielo aveva detto chiaro e tondo nel vicolo, di non aspettarsi niente, era solo lui che si ancorava alle cose a senso unico, come sempre.
    «Non è molto, ma se tu dovessi aver bisogno di un posto dove riposarti... ricordati che la finestra è aperta.»
    Con quelle ultime parole, mordendosi la lingua per tutto ciò che avrebbe voluto dire, Alex lo avrebbe guardato immergersi nella notte. Come un lupo braccato, mentre lui stava al sicuro dentro la sua capanna. Gli premeva solo che sapesse che la sua era una capanna anche per i lupi, qualora ne avesse avuto bisogno.
    aOqdmDf
    Human
    27 Y.O.
    Ricercatore CCG


    Edited by Ryuko - 26/8/2023, 16:53
  6. .
    Alexandre R. De Lacroix
    Clack! La serratura del bagno ebbe uno scatto proprio mentre un draghetto colore ciliegia faceva capolino dai gusci rotti di un uovo a macchie rosse. Constatando di aver trovato l'ennesimo doppione, Alex salutò la nuova bestiolina con una punta di rammarico, appena in tempo per rivolgere invece un sorriso quieto all'impeccabile descrizione di Mimikyu.
    Assomigliava a Pikachu. Beh... sì, più o meno quanto Lazar assomigliava ad uno zombie in quel frangente, pensò. Anche se era appena uscito dalla doccia. Alex aveva sempre trovato triste la storia di quel pokemon: manco a dirlo - sentimentale com'era - era riuscito a farlo sfrecciare nella lista dei suoi preferiti seduta stante. Si sentiva rappresentato da un coso che si nascondeva sotto un telo a forma di un altro coso più carino per farsi volere bene. Forse l'unico contento di saperlo sarebbe stato il suo psicologo, se ne avesse avuto uno, quindi preferì il silenzio, domandandosi a quale delle due sorelle si stesse riferendo il ghoul. Non le conosceva e le aveva viste solo in foto; a malapena ne ricordava i nomi, ma per qualche motivo non riusciva a figurarsi la bionda con un pigiama di mimikyu addosso. «La bionda o la mora?» chiese dunque, alla ricerca di una conferma per la sua tesi. Mentre lo diceva, Alex si accorse di vergognarsi, quasi. Immaginava non fossero proprio i migliori abiti con cui presentarsi ad uno studente di moda. Ironico, se si considerava un attimo prima - quando l'aveva indossato - come l'attimo in cui non gli fregato un accidente. E ora l'aver ricevuto una sorta di "osservazione" su quella sua decisione mal ponderata lo stava facendo sentire in imbarazzo. Ma non poteva certo andare a cambiarsi di nuovo. E quindi rimase lì, con il suo pigiama con i corsola, a sentirsi in imbarazzo e pure un po' scemo.
    Non scemo quanto Lazar per lo meno, la cui autoflagellazione evidentemente non aveva mai fine. Era appena scampato all'oblio eterno e pensava a pulire.
    Alex abbandonò il telefono sul divano e con l'unica mano sana si massaggiò le tempie doloranti. Sapeva gli sarebbe comparso un bel bernoccolo, ma per un momento valutò se fosse il caso di tirargli un'altra testata, poiché la precedente doveva aver finito il suo effetto.
    «...Sei incredibile. – sospirò, infine, completamente svuotato di ogni emozione. – Sei quasi morto e ti preoccupi per la mia doccia.»
    Alla sua pigrizia non dispiaceva mai ricevere un favore, ma sarebbe stato comunque controproducente pulire una cosa che sarebbe stata usata da lui trenta secondi dopo, quindi gli fece cenno di lasciar perdere e si alzò, con tutte le intenzioni - forse - di non tediare ancora inutilmente quell'anima spezzata.
    Alex avrebbe voluto fare tante cose: per cominciare avrebbe voluto dargli una botta in testa per costringerlo a fermarsi un secondo, avrebbe voluto farsi raccontare cosa gli era successo, avrebbe voluto dirgli di riposarsi e, forse, in fondo all'animo, avrebbe anche voluto abbracciarlo e dirgli che andava tutto bene, anche se non era vero. La consapevolezza di non poter far niente strideva troppo con i suoi desideri e quindi tacque per l'ennesima volta.
    «Non posso fare niente per convincerti a non andartene, vero?» mormorò, sfilando di fianco alla porta-finestra del balcone e gettando una fugace occhiata all'esterno. Non voleva aprire né scostare le tende, per paura che ogni movimento potesse essere notato dai colleghi presenti giù in strada.
    Pur non avendo ancora le idee chiare sulle disgrazie che appannavano quello sguardo azzurro, aveva capito che per Lazar doveva essere importante. La sua richiesta era un atto di egoismo, e lo sapeva bene, ma era difficile farci i conti quando è la paura che parla per te.
    aOqdmDf
    Human
    27 Y.O.
    Ricercatore CCG
  7. .
    ...è una vita che non scrivo qui, ma dato che mi sono liberata un po' forse posso permettermi di aprire qualcosa pure su questi lidi(?)
    Non so bene che dire tanto i miei pg li conoscete, le mie trame le conoscete e vbb sì ho zero fantasia per proporre cose nuove.
    Alex è alex, quindi gatti, dolci, cose al mare, ho ancora una traccia sulle stelle cadenti(?) e una bad ending in canna, oppure CCG e esaltanti compagnie. Victor è un infame quindi solo CCG oppure risse, scontri sangue, insomma robe violente perché se provate a parlarci è noioso, credetemi. Ryuji è uno zombie i cui spunti role sono finiti tutti in malora quindi non so bene cosa farci, ma è anche un ghoul quindi tutte le cose da ghoul vanno bene. Anyway qui c'è il mio diario con le solite cose. Se volete scrivetemi pure per MP o telegram se lo avete. See ya.
  8. .
    Eccomi ✌️


    Riporto la descrizione per semplicità:

    CITAZIONE
    Le cosidette Colombe Nere o Bianche sono gruppi non-ufficiali e auto-organizzati associati alla CCG. Tuttavia, non essendo riconosciuti come effettivi gruppi, non detengono nessun potere all’interno dell'organizzazione stessa. I due gruppi non hanno dei veri leader rinosciuti da tutti e il più delle volte la nomeclatura viene usata per identificare le ideologie di un investigatore oppure anche per indicarlo in maniera dispregiativa in base ai casi.
    Il gruppo delle Colombe Nere è formato da alcuni Investigatori e dipendenti della CCG che non vedono l'integrazione con i ghoul (che vedono solo come creature mostruose solo capaci di uccidere) come una possibilità e sono più antagonistici verso di loro rispetto all’Investigatore medio. Non è raro scoprire che gli orfani o Investigatori che hanno perso qualcuno per mano dei ghoul si identifichi come tale.
    Tra le Colombe Bianche troviamo invece alcuni Investigatori e dipendenti della CCG non proni all'eccessiva violenza e che vedono la possibile integrazione e coesistenza con i ghoul come una buona opportunità, non considerando tutti ghoul come abominii assetati di sangue. Gli scienziati affiliati con loro sono alla base della ricerca di cibo alternativo per i ghoul.

    Non mi è chiaro se si tratta solo di un discorso identitario oppure si può parlare di organizzazione riconosciuta.

    Una colomba gode di più autonomia rispetto a un semplice investigatore?
    A una colomba è preclusa la possibilità di entrare in una squadra? Se la risposta è no, non potrebbero esserci dei conflitti d'interesse?
  9. .
    Meh, mi sento in colpa 😥
    Inizio col chiedere scusa a chi era impegnato con me per aver abbandonato le relative giocate e non essermi più fatto sentire, purtroppo quando l'università mi afferra per l'ombelico e mi strattona via non riesco più a trovare un briciolo di tempo per alcunché.
    Mi piacerebbe provare a fare un tentativo con un nuovo personaggio - che sarebbe comunque investigatore perché li trovo fighi e mi piace contribuire a bilanciare il rapporto tra le tre categorie - così da ripartire fresco con qualche idea nuova.
    Chiedo quindi di poter tornare a giocare, ora la situazione è più stabile e credo di aver raggiunto una routine normale poiché TL;DR: studi congelati, più tempo per hobby/passioni (ho iniziato un corso di subacquea) e ho trovato un lavoro part-time che mi impone quantomeno di rimanere sul pezzo. Tsugio invece lasciamolo nel congelatore ✌️
  10. .

    🎉🎉 Tanti auguri a:

    Kazuya Shinkai nat0 il 05 Aprile (ha compiuto 21 anni)!
    Ryuji Yamazaki nat0 il 17 Aprile (ha compiuto 23 anni)!
    Akari Katagiri nat0 il 20 Aprile (ha compiuto 24 anni)!
    Yuka Shimizu nat0 il 27 Aprile (ha compiuto 28 anni)!

    🎉🎉

    (Le schede e il compendium sono stati aggiornati.)

  11. .
    Alexandre R. De Lacroix
    La gratitudine del ghoul gli scivolò addosso con la delicatezza della carta vetrata. Alexandre era sempre stato in grado di accontentarsi delle piccole cose, per cui fu un bene, perché lo riscosse da quel vortice di inettitudine in cui ormai gli pareva d'esser di casa. In fin dei conti, si disse, sarebbe dovuto essere fiero di sé stesso: lo aveva strappato dalle grinfie della CCG e questa volta non avrebbe permesso loro di far del male ad una persona che amava. Quando si dice il dolore terapeutico, eh?
    «Ultima porta in fondo al corridoio, a sinistra. Ti lascio i vestiti fuori dalla porta. - annuì, indicandogli così il bagno. - Usa pure ciò che vuoi.»
    Dubitava di avere anche solo un decimo dei prodotti per capelli o skin-care di cui si serviva l'adolescente, quindi era il minimo che poteva fare, oltre a lasciargli un po' di tempo da solo per rimettere in ordine i pensieri.
    Si sarebbe solo dovuto ricordare di pulire per bene la doccia per assicurarsi che non rimanessero trecce sospette sulla ceramica. Tipo beh, sangue.
    Tornando a volgere la propria mente a pensieri dal fine più utilitario, Alexandre si diresse in camera propria e accostò la porta. Ovviamente, appena fu solo, tutta la facciata di perbenismo e cortesia che in qualche modo era riuscito a tenere in piedi venne giù come un castello di sabbia in riva al mare; si rese conto che il primo ad aver bisogno di qualche momento di solitudine fosse lui stesso e, nell'istante in cui udì lo scroscio d'acqua della doccia provenire dal bagno, nel silenzio della propria camera si concesse qualche altra lacrima forse frutto ultimo dello stress.

    [...]

    Avrebbe dovuto imparare a non fare promesse che non poteva mantenere. Cosa? Aveva chiamato la CCG? No, assolutamente no, ma trovare dei vestiti per Lazar si era rivelata un'impresa da guinness dei primati. Il ventenne era il doppio di lui solo di spalle - e Alexandre era un nuotatore, capite? - e ogni singola felpa estratta dal suo armadio sembrava, chissà perché, sempre troppo piccola. L'opzione di dargli dei vecchi vestiti di Julian (non il gatto), anche se più affini alla taglia del russo, era stata fuori discussione: il suo cuore non avrebbe retto un altro colpo del genere. Alla fine si era dovuto accontentare di una vecchia tuta slargata ormai più affine alla definizione di pigiama, anziché quel genere di veste.
    Gli dispiaceva, ma che poteva farci? Gli sarebbe servito da monito per ricordarsi di non crescere troppo nella sua prossima vita.
    Anche lui si era cercato dei vestiti puliti; grazie al controllo preliminare di ambulanza e colleghi non era messo poi così male, se si escludevano i capelli, ma a quel punto aveva deciso avrebbe aspettato che Lazar se ne fosse andato a dormire - perché ci sarebbe andato, non importava come, a costo di imbottirlo di sonniferi, ci sarebbe andato - per farsi una doccia a sua volta.
    Si era messo il suo pigiama blu con i corsola (possiamo non giudicare un adulto a cui piacciono i pokemon? Grazie), fregandosene un po' sia delle apparenze sia del possibile giudizio dello studente di moda, perché tanto ormai il fondo del barile gli pareva d'averlo toccato e pure superato, voleva solo stare comodo, aveva lasciato i fantomatici vestiti promessi su un panchetto fuori dalla porta del bagno ed era tornato nel soggiorno appostandosi sul divano, non prima d'aver recuperato il suo cellulare dal cucinotto. E tutto con un braccio solo, chiamatelo eroe.
    Julian non ne aveva voluto sapere di uscire da sotto il suo letto, quindi non aveva compagnia. Alexandre non era mai stato un campione ad ammazzare niente che non fosse il tempo, quindi - senza nient'altro da fare, se non aspettare Lazar si sentisse meglio - si mise a scorrere lo schermo del suo telefono, aprì Dragon City Mobile e si mise a giocare con quello.
    aOqdmDf
    Human
    27 Y.O.
    Ricercatore CCG
  12. .
    Chihiro Fujioka
    deEUQ9d
    Il ragazzo non sembrò esitare dal dare una risposta sincera alla sua domanda a bruciapelo e Chihiro lo stette ad ascoltare in silenzio, lo sguardo argenteo che non aveva abbandonato per un istante il viso di Lancelot. E appena il ragazzo aveva detto la sua, Chihiro batté le ciglia chiare come a rifocalizzare lo sguardo che poi spostò al soffitto senza esalare nessun suono, e riappoggiando la schiena allo schienale della sedia, ragionando e pensando, cercò di trovare una qualsiasi soluzione al problema che aveva ora di fronte. Era una persona creativa e si reputava anche adeguatamente intelligente e brillante, ma più di tutto, non era il tipo di persona che non si sarebbe fatta fermare da un semplice ostacolo sulla sua via.
    Schiuse quindi le labbra, esalando piano come a recuperare il respiro che non si era accorto stesse trattenendo «Capisco» mormorò lui, riportando poi lo sguardo sulla figura minuta del ghoul dai capelli rossi «Ma dimmi, se vi costringessi a portarmi a chi di dovere della vostra piccola organizzazione? O anche semplicemente a mollarmi lì» chiese infine, la voce roca, con tutta la calma di qualcuno che di certo non aveva fatto una richiesta più che azzardata e a dir poco irresponsabile. Ma se lo si chiedeva a lui, quella era una proposta ottimale: a richiesta eseguita, se la sarebbe dovuta cavare da solo. Ma tanto gli bastava provare.
    HUMAN
    25 Y.O
    WRITER / NOVELIST
    ROBUHO MANAGER
  13. .

    🎉🎉 Tanti auguri a:

    Fuyuko Enaga nata il 06 Febbraio (ha compiuto 25 anni)!
    Elke Higuchi nata il 10 Febbraio (ha compiuto 25 anni)!
    Ryoga Hasegawa nat0 il 20 Febbraio (ha compiuto 25 anni)!
    Shiro Yori nat0 il 22 Febbraio (ha compiuto 32 anni)!
    Alexandre Romain De Lacroix nat0 il 24 Febbraio (ha compiuto 30 anni)!

    Yun-ho Son nat0 il 01 Marzo (ha compiuto 30 anni)!
    Fuyuki Asayama nat0 il 01 Marzo (ha compiuto 21 anni)!
    Makoto Hirase nat0 il 03 Marzo (ha compiuto 21 anni)!
    Jaden Kawaguchi nat0 il 11 Marzo (ha compiuto 30 anni)!

    🎉🎉

    (Le schede e il compendium sono stati aggiornati.)

  14. .
    Alexandre R. De Lacroix
    Alexandre, invece, sapeva benissimo cosa avrebbe dovuto fare. E il pensiero cominciò a farsi più invadente quando Lazar menzionò il clan di ghoul russi. Il ricercatore ne sapeva la metà di quanto ne poteva sapere un suo collega investigatore, non essendo la sua area di competenza, ma tra voci e chiacchiere di corridoio nella pausa caffè, non era difficile gli arrivassero stralci di informazioni riguardanti la presunta società ghoul, che purtroppo rimaneva un argomento di cui ancora si sapeva spaventosamente poco.
    Per cui, lo sapeva. Avrebbe dovuto tacere e consegnarlo alla CCG, aiutare a sgominare qualsiasi organizzazione ci fosse là dietro ed evitare ulteriori stragi e morti, magari prendendosi anche la sua medaglia al valore da appendere al camice per essersi cacciato in una situazione così rischiosa. Gli sarebbero piovuti addosso sacchi di complimenti. Sì, era indubbiamente ciò che avrebbe dovuto fare.
    Ed era certo che, a parti invertite, se lui fosse stato il ghoul ferito, Lazar non avrebbe esitato un secondo a consegnarlo alla giustizia. Il pensiero lo atterriva e gli dilaniava il cuore, divenuto il pasto di uno sciacallo: lo rendeva conscio di quella sua sentimentale "debolezza" per la quale suo padre lo aveva sempre definito uno sciocco ignavo incapace di prendere decisioni. Era inutile piantare i piedi nel fango quando quelli come lui alla fine non li stava a sentire nessuno.
    Se non altro, lo sfogo di Lazar confermò un sospetto avuto fin dal primo giorno in cui si erano conosciuti: dietro quella faccia da marpione che si ritrovava, c'era un ragazzo normale. O una specie, per lo meno. Sicuramente c'era uno che si era fatto carico di responsabilità più grosse di lui e adesso era sul punto di piangere perché gli erano sfuggite di mano. Gli ricordava qualcuno.
    Beh, sorpresa delle sorprese: Alexandre non aveva affatto bisogno di essere nato in un clan di ghoul russi per capire cosa si provava. Fin dal giorno della sua nascita suo padre aveva stabilito che sarebbe diventato un investigatore di successo, e lui bocca in capitolo non l'aveva mai avuta. Era nato per essere il successore di Elias De Lacroix, e là sarebbe arrivato, in cima ai vertici della CCG francese, perché quello era il suo posto.
    «Scusa.» scandì, infine, monocorde. «Adesso ti sembrerò arrogante.» lasciò il soffitto a fare il suo lavoro di soffitto e cercò gli occhi stanchi di Lazar. «Ma se pensi di essere diventato qualcuno ti sbagli di grosso.»
    Se c'era una cosa che odiava, fra le tante, quella era atteggiarsi ad uomo vissuto. Le sue inesistenti manie di protagonismo gli suggerirono di stare zitto e tirarsi un pugno in faccia, avrebbe fatto più bella figura, ma le parole gli uscirono da sole e quando provò a connettere il cervello quello si limitò a fargli una pernacchia.
    «Hai... vent'anni? Quando avevo la tua età io pensavo che sarei diventato un investigatore capace di portare la "pace nel mondo".» le sue labbra si storsero in una smorfia disgustata quasi di riflesso. Apparentemente incapace di fissare il ghoul per più di tre secondi di fila, Alex passò a fissare il pavimento come se di colpo si fosse dimenticato quante mattonelle avesse. Si vergognava come un cane. Ammetterlo così era imbarazzante. Persino più della volta in cui lo aveva detto in faccia a Julian con un cappellino di carta sulla testa (ultimo test dell'accademia, rip), che almeno ai suoi vaneggiamenti ci era abituato. «Ero stupido.» credeva di avergli già parlato di ciò... quel famoso giorno a starbucks. Non pretendeva che Lazar se lo ricordasse, probabilmente non gli aveva creduto di una virgola, ma a ripensarci adesso era stato tutto così banalmente ovvio che si sentiva davvero un idiota.
    Si portò la mano sana al viso e nascose le palpebre dietro il palmo, stropicciandole per la stanchezza e l'assurdità della situazione.
    «Non voglio dire che tu lo sia... ma hai un sacco di tempo per cambiare e crescere.»
    “Ed essere meno stupido di me”.
    «Almeno credo. Spero. Da come parli si intuisce che hai combinato un disastro... e io non dovrei impicciarmi degli affari della tua famiglia visto che non so niente, ma...» nemmeno a lui sarebbe piaciuto che l'astice nel suo piatto cominciasse a fargli la predica sulla vita... probabilmente l'avrebbe ributtato in mare seduta stante, stupido sentimentalista che non era altro.
    «...non pensare che la morte risolva tutto quanto. Poi arriva davvero, e nemmeno lo immagini quello che si porta via.» un sospiro sfinito sancì la fine di quella discussione. Patetica, dal punto di vista di Alexandre. Nel bene o nel male, erano sempre le famiglie a causare problemi.
    Non poteva dare consigli in merito, era uno sciocco che si era comportato uguale se non peggio. All'epoca non ne era stato consapevole, ma fin dall'infanzia non aveva cercato altro che dare il meglio di sé per accontentare una persona impossibile da accontentare. Forse era il non aver mai accettato il genitore come assassino che lo aveva indotto a farlo, ad annullarsi così tanti anni in sua presenza, prendendo la strada che l'uomo aveva scelto per lui, sorridendo alle cene con i suoi colleghi che si sfidavano con record di ghoul uccisi in un anno, e vomitando in bagno mentre cifre che sfioravano le centinaia gli vorticavano di fronte agli occhi. Tutto per far andare la sua vita nel peggiore dei modi. Non poteva fare altro che sperare Lazar prendesse una strada diversa... perché in fin dei conti lui ci stava ricascando come un idiota. «Senti, perché non... perché non vai a fare una doccia e cerchi di riprenderti un attimo? Se dopo vuoi dirmi cosa è successo, io...»
    Vedi, lo stai facendo di nuovo.
    La sua coscienza gli diede la mazzata finale. Alex esitò. "Io"? Io, cosa? Il ghoul non si fidava di lui, si vedeva da come stava ritroso. E pretendeva che gli parlasse? I suoi occhi si persero in un punto non precisato sulle piastrelle puntellate di rosso alle spalle di Lazar. Poi con un ultimo sforzo fece leva sul braccio sano, si rimise in piedi zoppicando, gli rivolse un mezzo sorriso e, giusto per sicurezza, si fece vedere lasciare il proprio cellulare vicino al ripiano cottura. Nel caso non fosse stato chiaro, no, non aveva intenzione di chiamare la CCG. «Niente, vado a cercarti dei vestiti.»
    aOqdmDf
    Human
    27 Y.O.
    Ricercatore CCG
  15. .
    Alexandre R. De Lacroix
    Colpito e affondato. Fortuna che Alexandre era un sub, non una barca.
    Poteva inabissarsi un po' e sopravvivere lo stesso. Forse. Il ricercatore si prese il labbro inferiore fra i denti e chinò lo sguardo, ferito ma conscio che il ghoul avesse ragione: era uno scienziato, non un dottore. Le sue competenze mediche non erano abbastanza affinché potesse mettersi a ricucire ferite, ma anche se lo fossero state, non avrebbe avuto i mezzi adatti. Per perforare la pelle dei ghoul serviva l'acciaio quinque, impossibile da reperire in qualsiasi luogo non fosse la CCG; molti farmaci non avevano effetto e servivano anestetici e integratori a base di cellule RC.
    Sentirsi rifiutare a quel modo, gli lasciò comunque l'amaro in bocca.
    «Quanto pragmatico. – tossicchiò e, capendo che era inutile tornare ad alzarsi, si lasciò scivolare a terra a sua volta, poggiando la schiena contro i mobili della cucina. – Delle garze si mettono nello stesso modo a chiunque.» ci tenne a precisare, ma non insistette. Primo perché era stanco e non sicuro di farcela, l'essere stato sbatacchiato sull'asfalto come un sacco di patate non gli aveva fatto granché bene nemmeno la prima volta; secondo perché sapeva un gesto simile sarebbe stato più volto ad esprimere premura, piuttosto che effettiva utilità.
    Aveva varie reminiscenze di essersi fermato a dormire da un Julian ferito e a pezzi perché si era menato con altri ghoul o - peggio - investigatori della CCG francese. E piuttosto che lasciarlo solo aveva preferito impuntarsi a svegliarsi ogni due ore per cambiargli le fasciature e controllare che non perdesse troppo sangue, pur conscio che non servisse a niente e incurante delle lamentele del fidanzato. Poi la mattina successiva arrivava quel singolo "grazie" capace di cambiargli la giornata, capiva quanto l'altro contasse su di lui e gli sembrava nessuno sforzo fosse stato vano.
    Era solo l'ennesima dimostrazione. Lazar non si fidava di lui.
    E Alexandre fu costretto a ricordarselo ancora una volta: Lazar non era Julian.
    I continui parallelismi operati dal suo cervello avevano comune radice nella paura di perdere di nuovo una persona cara, e per liberarsene dovette mettere in atto il meccanismo di difesa più estremo.
    Lazar non era una persona cara. Forse lo era stata. Nella sua mente. Nel mondo delle idee. Adesso, a conti fatti... chi era? L'aveva visto giù in strada, terrificante e spaventoso come una belva. Pronto ad ucciderlo senza nessun rimorso.
    Per un lungo momento fu tentato dall'idea di alzarsi e dire che se ne andava a letto; se aveva qualcosa da dire, sapeva dove trovarlo.
    Ma sapeva che sarebbe stata la delusione a parlare. La delusione, seguita dalla rabbia, un sentimento misto a cui non sapeva davvero dare un nome. Quindi rimase, anche se forse - si disse - non avrebbe dovuto. Era stufo di fare lo zerbino, ma continuava a mettersi sotto i piedi degli altri perché alla fine era meglio se si sporcava lui piuttosto che le loro scarpe.
    Rimase e sollevò il muso verso il soffitto, alla disperata ricerca di qualcosa di piatto, bianco, armonioso e simmetrico. Qualcosa in grado di mettere ordine nel caos che sentiva imperversare all'interno della sua mente. Ma era come cercare qualcosa in grado di ordinare una tela di Kandinskij, non un'impresa facile, e perse in fretta il conto dei minuti, mentre respirava profondamente cercando la calma.
    Si rese conto che forse avrebbe dovuto avere paura. Aveva un ghoul in casa: anche se Alex lo considerava normale, probabilmente non lo era. L'istinto suggeriva che non lo era. Nessuna gazzella avrebbe dormito fianco a fianco con un ghepardo.
    Lazar era un ghoul. Che aveva provato ad ucciderlo... un'ora fa.
    «Posso farti una domanda?» chiese, infine. Retorico, perché la domanda gliela avrebbe fatta lo stesso, che lo volesse o meno. Chiedere era solo lecito.
    «Mi sta bene se dopo vuoi mangiarmi.»
    In realtà non era più così sicuro. Inconsciamente pensava di sì, gli era stato bene fin da Shinjuku. Eppure... ora che sapeva... che aveva scoperto... non ne era più così certo. Al tempo lo aveva creduto, perché la fatalità dell'incidente lo avrebbe svincolato da ogni colpa. Un modo pratico di concludere la propria esistenza su quella terra, tanto Alexandre non credeva d'averci più niente da fare. Non con la CCG che continuava ad ostacolare le ricerche e dava sempre priorità alle quinque, alle armi e alla guerra.
    Adesso non lo sapeva più. Voleva sapere perché Lazar si era comportato così. Se era sempre stato tutto per l'unico fine di... mangiarlo... allora glielo avrebbe lasciato fare. Gli avrebbe solo chiesto come ultimi desideri di fare in fretta e di prendersi cura del suo gatto, almeno di quello sapeva che era capace.
    Ma se... erano mai stati amici... almeno per una frazione di secondo... forse se ne sarebbe andato rimpiangendo qualcosa.
    Perché di domande me aveva così tanto che era difficile scegliere, ma Lazar aveva messo bene le cose in chiaro giù nel vicolo. Non avrebbe cercato pietà né giustificazioni per ciò che aveva fatto, ergo di lui non gli importava nulla, quindi non si sprecò nemmeno a fargliele tutte, conscio che lo avrebbe scocciato e basta.
    Sei davvero tu il ghoul di Shinjuku?
    Perché non mi hai ucciso quella notte?
    Perché mi hai invitato a prendere un caffè quel giorno sul treno?
    È stato davvero un caso che ci siamo incontrati?
    Quante volte hai davvero provato ad uccidermi?
    E quella volta all'host club?
    Da quant'è che ci provi?
    Perché non mi hai ucciso oggi?
    Mi diresti cosa ti è successo?
    Mi posso preoccupare per te?
    Mi detesti?
    Mi perdoni?
    Io ho bisogno di farmi una doccia, tu?
    È sempre stata tutta una farsa?
    Vuoi mangiarmi?
    Perché sono vivo?
    Perché?
    Perché?
    Continuò a fissare il soffitto. Aveva davvero tante domande.
    Fece del suo meglio per riassumerle in una.
    «Puoi dirmi... Chi sei? Per davvero.» la granitica convinzione con cui aveva pensato di voler pronunciare la frase vacillò ancora prima che le parole gli arrivassero alle labbra, e Alexandre seppe che se non avesse finito le lacrime un'ora fa sull'asfalto sarebbe scoppiato a piangere di nuovo. Incredibile che per una volta la sorte gliel'avesse mandata buona. Era un problema. Lazar gli piaceva. Gli era sempre piaciuto. Non solo come amico. Con quei suoi stupidi occhi azzurri che ricordavano il mare. O almeno, era quello che credeva. Che aveva creduto. Forse, gli era piaciuta solo l'idea che si era fatto di lui nella sua testa. Ora sperava soltanto che il ghoul gli dicesse le cose più terribili sulla faccia della terra, così il suo cuore spezzato avrebbe sofferto meno.
    aOqdmDf
    Human
    27 Y.O.
    Ricercatore CCG
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